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Lui & Lei

COLF E CLISTERI


di gioviaf
22.08.2017    |    32.447    |    11 9.8
"Mi sono bagnato una mano di saliva per passargliela sul buco ho estratto dalla sua fica il cazzo bagnato del suo miele ed ho appoggiato la cappella sul buchino..."
Ho lasciato la conduzione della ditta al socio e mi sono finalmente messo in pensione. Ormai ho superato, anche se di poco, la sessantina e, non avendo figli, io e mia moglie abbiamo deciso di prendercela comoda e di incominciare a goderci la vita liberi da impegni.

Ma, come dice il proverbio, “l’uomo propone ….” arriva una telefonata da mia suocera, che col marito, vive in Australia, con la quale informa che mio suocero ha avuto un incidente e che lei non è in grado di gestire la situazione di emergenza.

Mia moglie è molto attaccata ai genitori ed essendo anche figlia unica si sente in dovere di raggiungere i genitori per essere d’aiuto. Purtroppo, avendo ancora delle pendenze con la ditta, non posso accompagnarla e decidiamo che sia almeno lei ad andare mentre io rimarrò a casa.

Detto e fatto. Lei parte e io resto. Per fortuna mi è sempre piaciuto pasticciare tra i fornelli e quindi sono tranquillo per la parte mangiare mentre la parte pulizia della casa e il resto mi trova impreparato.

Abbiamo una colf che ormai da anni viene a giorni alterni per dare una mano a mia moglie e sarà lei a pensare alla casa. L’avvisiamo dell’accaduto e lei, Anna, è d’accordo per continuare a venire per le pulizie e quant’altro anzi si offre di venire anche tutti i giorni. Con mia moglie ne parliamo e decidiamo che sarà bene avere per me un aiuto giornaliero e così viene deciso.

Anna è una rumena che a sedici anni ha avuto una bambina e si è trasferita in Italia presso connazionali che le hanno trovato un lavoro come colf e poi, dopo qualche anno, ha trovato un uomo che l’ha sposata riconoscendo anche la bambina.

Con mia moglie siamo sempre stati molto disinibiti e anche un po’ esibizionisti quindi per noi non è infrequente mostrarci spogliati e a volte ci facciamo coccole anche in presenza di Anna. D’altra parte anche lei si è sempre sentita libera nonostante la nostra presenza e quando arriva e va in bagno per cambiarsi non chiude mai la porta e si mostra a noi in mutandine e reggiseno.

E’ una bella ragazza sula trentina, alta e snella con belle gambe lunghe e un culetto stretto e alto; le tette sono una buona terza e sono belle tonde e sode con grossi capezzoli dovuti probabilmente all’allattamento della bambina.

Era con noi da poco e un giorno si lamentava con mia moglie per un dolore al ventre, mia moglie le aveva consigliato un bel clistere. “Come faccio a farlo signora? Non sono abituata e non saprei come fare”. “Tranquilla che ci penso io. Noi due usiamo farcelo sovente e quindi abbiamo una certa pratica”. Mette sul fuoco una pentola con l’acqua, prende bicarbonato e sale e mi dice di prendere l’occorrente.

Tempo una mezz’oretta ed è tutto pronto. Mia moglie si fa portare il necessario in bagno e la chiama. Questa volta lei si vergogna a mostrarsi a me e chiude la porta per cui ho saputo poi da mia moglie come sono andate le cose.

Miky, mia moglie ha fatto spogliare Anna e l’ha fatta appoggiare al lavabo del bagno, con un dito pieno di gel ha iniziato a toccarle il buchino sempre più a fondo fino a infilarlo tutto dentro poi, dopo averlo infilato e sfilato dal sedere ed avendo capito che non era più vergine, ha aggiunto il secondo dito spingendoli dentro entrambi e facendoli girare per ammorbidire bene lo sfintere. Poi ha preso la cannula già unta di gel e l’ha inserita del retto.

Girata la chiavetta il clistere aveva iniziato a riempire il pancino di Anna che ancora non aveva fiatato. Mia moglie, quando il liquido era arrivato a metà sacca, aveva chiuso la chiavetta e iniziato a massaggiare Anna che manifestava il suo gradimento sospirando e lasciando sommessi mugolii.

Mia moglie esce e dopo qualche tempo viene chiamata per la seconda parte del clistere. Mia moglie va e, dopo avere ripetuto i preliminari con dita e gel, inizia l’inserimento del liquido fino a svuotare la sacca. Altri massaggi questa volta sulla pancia con Anna supina sul tappeto del bagno. Mia moglie esce nuovamente e dopo un po’ vediamo uscire Anna che, con aria rilassata e soddisfatta, ringrazia mia moglie con due baci sulle guance.

Da quella volta ogni tanto Anna accusava sovente dei dolori al ventre e allora mia moglie provvedeva ad altri clisteri sempre molto graditi tanto che ci sorse il dubbio che il piacere di ricevere il clistere fosse all’origine dei mali di pancia accusati dalla colf.

Adesso che mia moglie non c’è continuiamo le nostre abitudini, io la ricevo in shorts e maglietta e lei che quando si cambia lascia sempre la porta aperta. Mentre fa i lavori di casa chiacchieriamo e ogni tanto lei mi parla di suo marito lamentandosi perché sta diventando sempre più esigente in fatto di sesso pensando solo a se stesso senza preoccuparsi delle esigenze della moglie.

“Pensi che pretende di fare sesso prendendomi anche in cucina mentre sto facendo da mangiare e non si preoccupa se in casa c’è ma figlia. Dice che deve sapere che ha una madre puttana e che prima o poi si scoperà anche lei. Per me Julia è ancora la mia bambina e farò di tutto per impedire che abbia a che fare con un uomo meschino e brutale come mio marito. Non voglio che faccia la fine che ho fatto io senza marito e con una figlia“.

Cerco di consolarla dicendo di avere pazienza che poi le cose si aggiusteranno da sole ma lei si dimostra sempre più amareggiata per quanto riguarda lei e preoccupata per il futuro della figlia.

Un pomeriggio è arrivata comunicandomi di avere un dolore al ventre come le succedeva a volte e che adesso non sapeva come fare visto la mancanza di mia moglie. “Non ti preoccupare che i clisteri li so fare anch’io, spero che non ti vergognerai se te lo farò io invece di mia moglie. Ho un’età che potrei essere tuo padre”.

Lei dice che va bene ed io preparo la sacca riempiendola a metà di acqua tiepida con il bicarbonato e il sale, inserisco la cannula media ed ora è tutto pronto. Lei si leva il top, jeans e slippino restando bella nuda. Non posso fare a meno di guardare le belle tette e il pube completamente rasato e liscio che mostra il taglio della sua patatina.

Lei si appoggia al lavabo e allarga le gambe flettendo leggermente le ginocchia. Mi ungo un dito col gel e lo passo sul buchino che vedo grinzoso e ben esposto. Passo e ripasso il polpastrello sull’ano e poi inserisco lentamente ma senza indugi il dito fino ad averlo tutto dentro il retto. Spingo il dito un po’ su e giù e poi lo tolgo per aggiungere anche il secondo dito col quale continuo a rendere il culetto aperto e morbido.

Il buchino è ormai pronto e accogliente, levo le dita e inserisco la cannula che ho preventivamente unta col gel. La spingo fino in fondo e lei emette un sospiro, apro la chiavetta e l’acqua scende invadendo il suo intestino.

Le faccio un primo clistere di mezza sacca e poi mi fermo. Non tolgo la cannula ma la faccio andare su e giù girandola col movimento del mestolo per fargliela sentire bene nel culetto finche lei mi dice che deve liberarsi. Esco e la lascio sola.

Mi chiama per la seconda metà del clistere e ripeto la procedura precedente passando sul suo buchino il dito unto di gel che poi provvedo a infilarle nel culetto assieme al secondo dito. Mi sono accorto che lei ha il sederino aperto e pronto e giro bene le dita per ammorbidirlo prima di inserire la cannula.

Lascio scendere l’acqua svuotando la sacca e sfilo la cannula dal culo. La faccio stendere supina sul tappeto e procedo a massaggiare il suo pancino scendendo sempre più in basso fino a sfiorare il suo pube. La lascio sola per farla svuotare e poco dopo lei esce dal bagno con una espressione più distesa, quasi soddisfatta.

“Grazie per il clistere, mi ha fatto veramente bene. A proposito, adesso che la signora è via se vuole posso farglieli anch’io che ormai ho imparato”. “Grazie. Vuol dire che ne approfitterò. Anzi sono ormai alcuni giorni che non ne faccio e potrei approfittarne anche subito. Farò un clistere di pulizia”.

Mi spoglio e riempio la sacca con acqua tiepida e sapone intimo, lei osserva e noto che non si è rivestita ma si esibisce nella sua nudità. Mi appoggio al lavabo e lei mi unge bene l’ano col dito pieno di gel. Il suo dito è fresco e dopo essere passato a lungo sul buco si infila dentro. Sentendole dita entrare ed uscire dal buchino mi eccita e il mio uccello già basanotto diventa decisamente duro.

Anna finge di non vedere, toglie le dita ed inserisce la cannula girando la chiavetta e massaggiandomi i lombi e i fianchi mentre sento il liquido che entra e provoca la nota sensazione di benessere. Mezza sacca è vuota e lei chiude la chiavetta e toglie la cannula. Mi metto a terra supino e lei massaggia il mio ventre e sorride guardando la mia erezione.

Dovendomi liberare la faccio uscire e poi, fatto il bidet, la richiamo per terminare il liquido della sacca.

Lei ripete la procedura delle dita nel sedere ma questa volta si attarda con le due dita infilate dentro prima di sostituirle con la cannula. Svuotata la sacca per la seconda volta mi metto supino e lei massaggia il mio ventre come avevo fatto prima con lei ma, guardandomi negli occhi, la mano scende spesso fino ad arrivare ai peli del pube.

Arrivato il momento di evacuare la faccio uscire e mi libero, faccio il bidet, mi asciugo le parti basse e sempre nudo esco dal bagno mentre lei chinata in avanti sta raccogliendo alcune cosa da terra. Noto che non si è rivestita e ritrovarmela davanti così nuda e chinata in avanti con fica e culo in mostra, mi causa un’eccitazione che si manifesta sul mio cazzo che in poco tempo diventa duro come il marmo.

“Va tutto bene adesso che le ho fatto il clistere? Se occorre altro non fa che dirlo che io sono qui a disposizione. Vedo che è ben carico e in mancanza di sua moglie come pensa di scaricarsi? Spero che non penserà di ricorrere alla mano come un ragazzino quando io sono qui per aiutarla”.

Si avvicina tirando indietro le spalle ed esponendo le sue belle tette coi capezzoli duri e grossi che dimostrano la sua eccitazione. Siamo ormai di fronte quasi a toccarci, avanza di pochi centimetri e sento i suoi capezzoli che si appoggiano al mio torace. Sporgo in avanti il ventre e il mio cazzo duro si appoggia al suo pancino caldo.


Naturalmente il pomeriggio è stato utilizzato non per la casa ma per noi. Dopo un pompino iniziato in corridoio, ci siamo trasferiti sul letto dove abbiamo iniziato con un sessantanove. La mia lingua a spatola passa dal suo grilletto scendendo alle labbra per proseguire sino al suo buchino scuro e grinzoso. Lei contraccambia partendo a leccare la cappella per scendere lungo l’asta fino alle palle e da qui al perineo per finire al mio buchino che sollazza con la lingua a spatola per poi infilare la punta tutta dentro.

Dopo il suo primo orgasmo goduto nella mia bocca, abbiamo continuato baciandoci e lei succhiava la mia lingua che aveva ancora il sapore del suo miele. Durante il bacio le mie mani avevano preso possesso delle sue tette palpandole dolcemente e facendo ruotare i capezzoli fra pollice e indice; lei faceva lo stesso con le mie tettine strizzandomi i capezzoli diventati duri e grossi.

Dalle mani sono passato alle labbra e le ho preso in bocca i capezzoli per succhiarli e mordicchiarli teneramente mentre la scopavo in fica con due dita. Ci siamo alternati a succhiare e mordicchiare i capezzoli mentre le mani erano occupate in basso. Alternavo le due dita dalla fica al culetto e lei mi stringeva il cazzo in mano passando un dito sul mio buchino.

Finalmente si è messa supina a gambe larghe e l’ho infilata alla missionaria dando colpi profondi ma lenti cercando di strofinare la parte superiore del cazzo sul suo clitoride. Lei dava profondi sospiri e gemeva mentre aveva un ulteriore orgasmo e io cercavo di resistere il più possibile per fare godere lei prima di pensare a me.

Dalla posizione alla missionaria siamo passati alla pecorina e allora, mentre la scopavo le ho detto che volevo anche il culo. Lei ha passato le mani dietro, si è aperta le chiappe dicendo “Prenda tutto quello che vuole. E’ tutto suo”. Mi sono bagnato una mano di saliva per passargliela sul buco ho estratto dalla sua fica il cazzo bagnato del suo miele ed ho appoggiato la cappella sul buchino. Ho spinto lentamente per non causare dolore e i sono ritrovato dentro di lei fino ad appoggiare i coglioni alla sua fica.

La mia resistenza le ha provocato un orgasmo anale subito seguito dalla mia sborrata che le ha riempito il retto. Mi sono sfilato dal suo culetto e lei ha subito preso in bocca il mio uccello per succhiare le poche gocce di crema rimaste; poi ha messo una mano sotto il sedere con la quale ha raccolto lo sperma che colava dal buchino prima di portarla alla bocca per leccarla bene.

Stanchi e soddisfatti ci siamo baciati profondamente in bocca con le nostre lingue che si intrecciavano e le nostre mani che erano occupate a carezze e palpatine sui nostri corpi accaldati.



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