Racconti Erotici > Prime Esperienze > MIKY E LE GEMELLE 5
Prime Esperienze

MIKY E LE GEMELLE 5


di gioviaf
20.10.2013    |    13.527    |    2 9.1
"I vostri commenti sono molto graditi..."
Appena arrivate a casa le gemelle presero in mano la situazione da vere padroncine e mi fecero spogliare e poi, avviandosi verso il terrazzo, mi ordinarono di servire due aperitivi.
Le trovai spaparanzate sulle poltroncine con le gambe accavallate che commentavano il pomeriggio alla spiaggia ridendo. Servii loro gli analcolici e anche un piattino di stuzzichini. Bea mi ordinò di mettermi in piedi a fianco a lei e mi accarezzò il sedere “Brava, ti sei ricordata di portare le patatine” poi un paio di sculaccioni piuttosto forti “Malissimo, abbiamo dovuto aspettare troppo”. Ale mi fece avvicinare e, sottolineando l’ordine con un paio di sculaccioni “Quando sei alla nostra presenza devi metterti in ginocchio”. Mi sembrava che il loro gioco andasse un po’ oltre ma in fondo la cosa mi intrigava e feci un cenno di assenso, per il momento loro conducevano il gioco ed io mi adeguavo.

Ale poi mi ordinò di toglierle le mutande e mi inginocchiai ai suoi piedi per eseguire; levatole lo slip che, trovai umido, ebbi l’ordine di baciarne il cavallo e di succhiarlo per pulirlo dalle sue secrezioni. Ubbidii e appena finito anche Bea volle lo stesso servizio commentando con la sorella sulla mia disponibilità e su quanto ero porca a prestarmi a usare la lingua per lavare le loro mutandine sporche. Poi, allargate bene le gambe, “Adesso voglio godere. Datti da fare”. Mi impegnai con le dita e poi con la bocca per soddisfare il suo desiderio allargando bene le grandi labbra e infilando la punta della lingua nella sua susina per poi concentrarmi sul suo grillettino che leccai e succhiai a lungo fino a farle raggiungere l’orgasmo.

“Ma io per godere cosa devo fare secondo te? Mi devo fare un ditalino? Forza vieni qui e fai venire anche me”. A questo ordine mi inginocchiai in mezzo alle gambe aperte di Ale e anche a lei resi lo stesso servizio che la sorella aveva già gradito. Mentre tenevo la bocca sulla sua farfallina lei mi accarezzava la testa come si fa con un cane che si vuole premiare per quanto sta facendo. In quel momento mi resi conto che mi stavo comportando proprio come una cagna che annusava godendo del profumo forte di fica piena di umori e usava la lingua per soddisfare le sue padroncine ma questo non mi disturbava e poi, quelle due fichette mi piacevano da matti, amavo farle godere e alle due gemelle volevo un sacco di bene.

Prima di cena mi spedirono in bagno per il clistere ordinandomi di preparate l’occorrente, io eseguii e mi posizionai appoggiata al lavabo con le gambe aperte e tenendomi le mele aperte con le mani. Bea teneva la sacca e Ale, dopo avermi abbondantemente insalivato il sedere scelse la cannula più grossa l’appoggiò al buchino spingendola fino in fondo e, aperta la chiavetta, mi riempì la pancia con l’acqua tiepida. Come al solito subire il clistere mi eccitò al punto che mi ritrovai bagnata e coi capezzoli dritti e duri tanto che le due commentavano “Ma guarda questa porcella come si diverte a farsi riempire la pancia. E guarda come si tiene aperte le chiappe per prenderlo meglio. E’ proprio una viziosa fanatica del clistere. Pensa come godrà quando Gio glielo ficcherà dentro fino alle palle. Sarà una cosa da vedere. Scommetto che avrà un orgasmo solo a sentirselo infilare dentro”. Effettivamente fra il piacere del clistere e i loro discorsi mi bagnavo sempre più e ormai la mia fica gocciolava i suoi umori al punto che se ne accorsero e la mano che mi accarezzava la pancia per facilitare l’entrata dell’acqua si spostò sulla mia prugnetta accarezzandola fuori e dentro. Non mi lasciarono godere, però, e vuotata la sacca mi diedero disposizioni per contraccambiare il piacere del clistere.

Quando tutto terminò e ci fummo liberate, ci spostammo in cucina per preparare l’insalata mista che mi era stata richiesta. Stavo chinata davanti al frigo per prendere l’occorrente quando mi sentii aprire le chiappe e appoggiare al buchino qualcosa che poi venne spinto dentro fino in fondo. Era una grossa carota che dovetti tenere infilata nel sedere per tutto il tempo necessario a preparare la cena. Poi dovetti toglierla e mangiarla così a morsi come se fossi un coniglio. La cosa non mi disgustava ma era umiliante levarsi qualcosa dal culo e poi infilarselo subito in bocca e mangiarlo. Le gemelle si divertirono anche a infilarsi pezzetti di frutta nel sedere ordinandomi poi di toglierli con la bocca e mangiarli facendomi subire anche altre porcherie tipo farsi fare il bidet dopo avere fatto la pipi o sputarsi sulle tette e farsele leccare o sputarmi direttamente in bocca baciandomi poi con la lingua. Vollero anche che le leccassi a lungo senza parlare ma solamente indicando con il dito dove dovevo appoggiare la bocca per leccare e succhiare quello che mi veniva indicato. Fu così che succhiai i loro capezzoli e i loro grilletti per poi passare la lingua a spatola sulle loro fiche dalle quali bevvi gli umori dei loro ripetuti orgasmi.

Per finire la serata fui messa supina sul letto e qui furono loro a prendere il loro divertimento con il mio corpo aperto e disponibile alle loro mani e alle loro bocche e loro approfittarono di me in tutte le maniere facendomi raggiungere orgasmi a ripetizione. Mentre una si occupava delle mie tette che strizzava mentre mi mordeva i capezzoli, l’altra mi mordicchiava le grandi labbra e mi succhiava il clitoride a tal punto che pensavo che le sarebbe rimasto in bocca. Tuttavia, avevano spinto la mia libidine a un punto tale che riuscirono a farmi godere tanto e così a lungo che alla fine eravamo sudate dalla tensione e distrutte dal piacere.

Miky riprende il suo racconto raccontandomi l’inizio del nostro rapporto :

Anche quell’estate finì. Le gemelle erano tornate a casa ed io avevo passato un mesetto dai miei zii al fresco in collina. Naturalmente anche in campagna avevamo continuato i nostri divertimenti erotici ma il mio pensiero andava sempre più sovente a te che non vedevo l’ora di rivedere.

L’anno scolastico ricominciò e ripresi a frequentare assiduamente Anna. Ormai ci vedevamo tutti i giorni per studiare e, naturalmente, ne approfittavamo per parlare dei nostri amori; lei mi raccontava di Aldo e cosa facevano insieme ed io le raccontavo cosa sognavo di fare con te. Le nostre confessioni ci portavano inevitabilmente in uno stato di eccitazione che ci obbligava a lesbicare fra di noi. Ormai quasi ogni pomeriggio finiva in snervanti godimenti che ci lasciavano stanche ma anche un po’ insoddisfatte per la mancanza di quel maschio che sognavamo per farlo godere con i nostri giovani corpi sempre in cerca di un godimento completo.

Finalmente la mia storia con te ebbe inizio e, durante una uscita in quattro con Anna e Aldo, nella casa di Aldo in riviera, ne approfittammo per appartarci e conoscere a fondo i nostri corpi nudi e pieni, almeno da parte mia, di voglia repressa, Tu mi prendesti fra le braccia per un bacio lungo e profondo durante il quale le nostre lingue si intrecciarono esplorando le nostre bocche e ognuno potè assaporare la dolce saliva dell’altro. Le tue mani si erano infilate sotto la gonna per toccarmi le gambe sempre più in su passando all’interno e risalendo fino alle mie mutandine che erano già inumidite dalla mia eccitazione. Dopo avermi accarezzato a lungo le grandi labbra, scostasti le mutandine e arrivasti col dito sulla mia passera depilata e bagnatissima, la lisciasto ancora per un poco poi entrasti col dito e, dopo averlo passato su e giù arrivasti al clito che era gonfio e duro per l’eccitazione. Io mi ero slacciata la camicetta e avevo denudato le mie tette esibendo i capezzoli duri e pronti per essere succhiati. Tu capisti il mio desiderio e mentre con le mani continuava ad esplorare la mia femminilità, la tua bocca lasciò la mia per impadronirsi delle mie tette che baciasti e leccasti a lungo per finire ai capezzoli che furono gratificati da succhiate e morsetti fino a renderli ancor più gonfi e un pò indolenziti.

Da parte mia avevo già preso possesso della tua patta e mi trovavo in mano un uccellone già barzotto che non tardai a fare indurire del tutto strusciandoci sopra la mano e strizzandolo. Non resistesti ancora a lungo e,staccandoti da me, ti spogliasti restando nudo, con la tua voglia di me che si manifestava con un’erezione da favola. Presi possesso del tuo cazzo durissimo e guardandolo con golosità, lo scappellai esponendo un glande bello, rosso e luccicante di presperma. Avevamo ripreso a baciarci mentre le nostre mani si occupavano dei nostri sessi esacerbati dalla voglia, ci dedicammo inizialmente ad una masturbazione reciproca. Poi avvicinasti il viso al mio pube e annusasti il mio profumo di donna eccitata, poi la tua bocca fu sulla mia passera per baciarla e poi per leccare le mie grandi labbra gonfie dal desiderio. Mi dava un godimento diverso da quello avuto dalle lingue femminili, era più dura, più rasposa e meno delicata e questo mi dava un senso di appartenenza a te. Intanto io avevo il tuo cazzo durissimo a disposizione e, dopo avere gustato il suo profumo, lo assaporavo passando la lingua dalla cappella giù lungo l’asta per finire ai coglioni pelosi e grossi che immaginavo pieni di quello sperma che avrei presto assaporato. Ci posizionammo per un sessantanove che andò avanti per un poco ed io, dopo un primo orgasmo quasi immediato, godetti altre due volte prima che tu mi annunciassi di essere sull’orlo del godimento. Facesti l’atto di toglierlo dalla mia bocca ma io, che stavo accarezzando le tue palle, ti trattenni nella mia bocca fino a quando ti sentii irrigidirti e lasciare andare un’abbondante spruzzo di sperma nella mia bocca seguito da almeno cinque o sei altri spruzzi che golosamente inghiottii.

Ricordi della seconda volta che potemmo appartarci e che fu la decisiva per la mia trasformazione da ragazza in donna. Tutto iniziò come la volta precedente ma quando volli contraccambiare il piacere che tu mi davi con la tua bocca, mi dicesti “Non ora. Adesso tocca a te” e continuasti a leccare la mia passera insistendo sulle labbra e poi sul grilletto mentre con due dita mi masturbavi il sedere. Andasti avanti per un po’ e poi mi dicesti che, se ero d’accordo, volevi farmi tua completamente. La tua proposta mi vide facilmente consenziente e pronta a riceverti dentro di me. Tornasti ad occuparsi della mia fica facendomi bagnare come mai mi era successo prima, quindi ti inginocchiasti fra le mie gambe completamente aperte per riceverti e, appoggiata la cappella alla mia patatina ancora chiusa ma bagnata e pronta, iniziasti a passarla lungo la mia fessura fino a trovare l’ostacolo dell’imene. Iniziasti spingere e a questo punto fui io a prendere l’iniziativa e inarcandomi portai di scatto il mio pube contro il tuo facendoti entrare con prepotenza dentro di me per sverginarmi. Un primo attimo di bruciore fu seguito dal piacere di avere quel paletto duro dentro la mia pancia e poi, quando tu, che si era fermato per farmi assuefare all’intruso dentro di me, iniziasti a muoverti delicatamente e lentamente, mi sciolsi letteralmente dal piacere e per la gioia di essere finalmente e completamente tua. Ebbi un orgasmo favoloso e quando anche tu, sentendo arrivare il tuo godimento, ti sfilasti da me, ti presi in bocca per non perdermi neanche una goccia del tuo nettare prezioso che bevvi ingordamente.

A quella prima seguirono altre scopate ognuna delle quali ci lasciava sempre più soddisfatti mano a mano che conoscevamo i nostri corpi e imparavamo come godere sempre meglio sfruttando tutte le parti del nostro corpo in tutte le maniere possibili. Intanto la nostra confidenza aumentava e ti avevo anche raccontato della mia abitudine di mettermi due dita nel culetto quando mi masturbavo e che prima di avere un appuntamento con te mi facevo un bel clistere per essere ben pulita e pronta per le tue dita e per la tua lingua. La cosa ti aveva colpito al punto che un giorno mi chiedesti di prendermi da dietro. Subito ti risposi che potevi farmi tutto quello che volevi e che mi avresti trovata sempre pronta per soddisfare i tuoi desideri di qualsiasi natura fossero.


Mi dicesti allora che era arrivato il momento di darti anche il mio bel culetto ed io, come risposta, essendo già stesi sul divano, mi misi supina e alzai le gambe tenendomi le ginocchia sui seni per offrirti il mio buchino. Ti chinasti per baciarmelo e per iniziare a leccare tutto in giro per finire con la lingua dentro, poi infilasti un dito che fu seguito anche da un secondo ed un terzo dito che iniziasti a ruotare rendendo il mio buchino morbido ed elastico. Quindi ti posizionasti abboccando il tuo uccellone che spingesti dolcemente dentro fermandoti ogni tanto per farmi abituare all’intrusione. Piano piano e sempre molto delicatamente riuscisti a infilarmelo tutto dentro, ti fermasti per farmi abituare e poi con lentezza iniziasti a scoparmi nel culetto. Evidentemente per me anche il didietro è una zona particolarmente erogena infatti subito iniziai a bagnarmi e mentre mi stantuffavi con colpi lenti ma profondi, io senza il bisogno di toccarmi la passerina, ebbi il mio primo orgasmo anale. Non passò molto tempo, mi strizzasti le tette fino a farmi male e mi sentii il retto pieno di una crema calda e abbondante che da quella volta costituì il mio clistere preferito.



I vostri commenti sono molto graditi. Gio
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per MIKY E LE GEMELLE 5:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni