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Lui & Lei

I MIEI SOGNI 6


di gioviaf
17.08.2012    |    11.694    |    1 9.6
""Tra poco tu godrai, ti libererai con un grande getto ben denso..."
Mia suocera, mentre con la mia mano fra le gambe se la sgrillettava, si mise a cavalcioni sulle mie cosce. Continuai a carezzare la sua fica largamente aperta mentre mi sbottonava i pantaloni e ne faceva uscire il mio cazzo duro all'inverosimile. Sentivo la sborra che premeva alla base dei miei coglioni.
Dolcemente, con la bocca incollata alla mia, fece scivolare la mia cappella tra le sue gambe e sentii il calore della sua carne intima, come una fornace di delizie.
"Ah com'e' bello questo cazzo; mi fa fremere dalla testa ai piedi... senti come mi frego bene la fica con la tua cappella? Cosa senti tu?" "Si direbbe che me lo stai menando, affondandolo in qualche cosa che bolle... e' meraviglioso... continua". "Io sento il tuo cazzo duro da scoppiare che vuole penetrare, andare sempre piu' in fondo. Si inarca, e devo trattenerlo perche mi sfreghi bene il grilletto... e' bello, mio caro... non ci vorra' ancora molto perche' mi metta a sborrare come una pazza... ; quando penso che mia figlia, la tua fidanzata, dorme a qualche passo da noi... Ah! Com'e' bello essere viziosa come lo sono io...vuoi che godiamo cosi'?".
"No, e' ancora troppo presto. Divertiamoci ancora...". "Hai ragione, facciamo durare il piacere... e' ancora meglio".
Si sollevo', si risiedette sulle mia cosce, ma voltandomi la schiena. Leggermente sollevata, china in avanti per guardarsi in mezzo alle cosce, riprese il suo armeggio. Ma questa volta mise la mia cappella a contatto con il suo buco del culo, bruciante quanto la sua fica.
"Anche cosi' e' bello. Mi piacciono tutte le variazioni che si possono fare in due... ora il tuo cazzo mi carezza delicatamente, come uno sfioramento, sul bordo, appena appena accennato... ah come fremo di piacere. Ti piace?". "Continua Tina, e' formidabile. Tu hai di quelle invenzioni...". "Delle invenzioni diaboliche, non e' vero?".
Lascio' le mie ginocchia, ando' ad inginocchiarsi su una sedia piu' lontana. In questo modo potevo godere della vista del suo corpo intero. Girando gliocchi verso di me si portoo' una mano alla fica scuotendo le chiappe. Era troppo. Mi tirava come a un asino vedendola farsi quel ditalino frenetico, tanto piu' che sul suo viso potevo leggere i multipli riflessi del piacere che provaa nel fare quel gesto osceno.
"Vieni" gemette con la voce rauca. Mi piazzai dietro a lei. Il mio cazzo si infolo' da solo nel solco delle sue chiappe mentre la carezzaro febbrilmente. "Infilamelo cosi'. Saro' la tua cagna. Una cagna puttana che ha bisogno di essere chiavata".
Guidandolo con la mano glielo infilai tutto nella fica. Lei continuava a menarsi il grilletto in modo che io sentivo gli sfioramenti leggeri del suo dito ripercuotersi alla base del mio cazzo. Era una sensazione straordinaria, un piacere moltiplicato, quasi angosciante. Cominciai il va e vieni dandole dei colpi quasi brutali, a fondo. Con i capelli sparsi, la sua testa ciondolava da destra a sinistra mentre dalla sua bocca usciva un gemito sordo.
Fu in questo momento che Berta busso' alla porta. Si intese la sua voce attraverso la sottile parete di legno. "Non sei ancora a letto mamma?" Sentii la brusca spinta della sborra attraverso il cazzo. Anche Tina si ,eccito' maggiormente al suono di quella voce. Tese ancora di piu' le chiappe allargandole con l'aiuto delle mani. "No, mi sto lavando". In quel preciso istante sborrai nella sua fica. La sentii contrarsi contro di me. I suoi muscoli si indurirono, il suo corpo divenne come un blocco di marmo, poi si rilasso', scuotendosi intorno al mio cazzo. Sentii il calore torrenziale della sua sbrodata, e delle gocce mischiate della nostra sborra scivolarono sulla sedia. Mi spinse in un angolo contro la credenza e nuda apri' la porta di qualche centimetro.
"Mi sto rinfrescando, saliro' nella mia camera tra qualche istante": Chiuse subito la porta, girandone la chiave, e torno' verso di me afferrandomi a piena mano il cazzo che il congtrattempo aveva fatto afflosciare. Comincio' a carezzarmelo col palmo della mano. "Come ho goduto. La presenza di Berta dietro la porta mi ha fatto un effetto delirante. Mi ha eccitata al massimo...Tu no?". "Si' ma nello stesso tempo mi dicevo che Berta stava per sorprendermi con te...avrebbe subito capito". "Sei un timido, Roberto, io amo il pericolo. Oh, sento la tua sborra che discende... guarda". Tra le sue cosce aperte pendeva un lungo filamento di sborra che oscillava. "Porcone, mi hai riempita fino in fondo... guarda... quanta sbroda". Mise la mano aperta al disotto del filamento di sborra e lo raccolse. Poi, come una folle, se ne frego' i peli della fica. Con gli occhi annebbiati dalla lussuria, mi respinse, quando volli avvicinarmi a lei. "No, aspetta, e' troppo bello, lasciami fare. Oh Roberto sto per godere ancora; e' bello... come mi piace, la tua sborra tra i peli della mia fica. Che troia che sono, fare di queste cose...oH, che bello, troppo bello...".
Piu' tardi venne vicino a me e mi afferro' il cazzo, comincio' a menarmelo mettendoci tutta la sua scienza in quel gesto lubrico che non tralasciava con gli occhi. "E' bello, Roberto? Tu ami la mia mano? Che effetto ti fa se te lo meno cosi'? Voglio che ti piaccia tutto di me, sia la chiavata che la sega o il pompino...tutto Una buona sega ogni tanto e poi il tuo cazzo nella fica che mi fa godere da morire." Continuava a menarmelo ma ogni volta che si accorgeva che stavo per venire si fermava. Sospenddeva la sua carezza guardandomi la cappella sulla quale si scorgeva qualche goccia di presborra. "Tra poco tu godrai, ti libererai con un grande getto ben denso. Adesso guarda anche me" Si allargo' bene le gambe e tra le sue cosce grasse vidi la fica semi aperta, vellutata e umida. Il suo odore mi penetro' le nari facendomi fremere. "Ti prego, Tina, metti fine a questo martirio, non ne posso piu', devo godere". "Tu vuoi sborrare, Roberto? Vieni allora". Me lo prese in pugno. Sapeva menarmelo cosi' bene che credevo di averlo nella guaina vellutata della sua fica. Si strinse a me guardando il mio viso per leggervi il piacere. "Come ti piace Roberto! To', te lo meno, non resistere piu'... lasciati andare... sborra... sborra". Sborrai lentamente ma potentemente. Tina ne approfitto', prese sul tavolo un bicchiere vuoto, lo tenne sotto al mio cazzo e quando ebbi finito di sborrare, il piccolo picchiere era riempito a meta'. Lo depositio' sulla tavola.
Mi riassestai gli abiti e mi preparai ad andare. Mi abbraccio' e mi offri' la sua bocca. "A presto, Roberto, ti amo". Prima di uscire le chiesi cosa volesse fare di qual bicchierino di liquore. Mi sorrise "Non indovini? Non ti ho succhiato questa sera. Allora..." Avrei voluto fermarmi ancora ma mi mise fuori.




















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