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Loretta e Franchino - 3a parte


di giov60
21.10.2019    |    12.386    |    11 9.5
"E credo che anche i miei genitori non siano rimasti indifferenti alla cosa poiché avverto provenire dalla loro camera rumori che, adesso so, essere quelli di..."
Il lunedì, come sempre, abbassa di molto la temperatura maliziosa che si respira in casa. Mamma e papà sono con la testa girata verso i loro impegni di lavoro ed anche io e Loretta abbiamo i nostri grattacapi a scuola. Io più di lei che è una delle prima della classe e che si applica nello studio molto più di me; da parte mia, se voglio “visitare” la “Bologna” della zia Maria, mi devo dare una mossa alla grande e ho deciso di mettere la testa sotto.
La sera invece si ritorna alla temperatura standard, tendente all’aumento, perché rientrati a casa dal lavoro nel tardo pomeriggio, sia mamma che papà indossano indumento molto più comodi e, per quel che attiene mamma, anche più maliziosi di quelli di solo qualche settimana prima.
Papà, come me, gira per casa in maglietta e pantaloncino di cotone leggero, mamma invece indossa a volte vestaglie molto colorate e tenute alla vita da una semplice cintura che permettono all’indumento di far vedere, sia sul seno sia sotto il bacino, sprazzi di eccitanti panorami, a volte alcune delle t-shirt di papà che le arrivano appena sotto la rima del culo con relativa ostensione delle belle e mature cosce che, quando poi si siede, fanno da eccitante cornice alle sue intimità ricoperte dai veli di striminzite mutandine.
Proprio questo suo abbigliamento casalingo, mi porta a seguirla sia in cucina sia in bagno o dovunque lei vada durante lo svolgimento delle incombenze domestiche al punto tale che sono divento io il suo aiutante e non Loretta che invece sta sempre più appiccicata a papà sia in salotto sia quando lui si muove per casa per dei piccoli lavoretti.
Io, ad esempio, sono diventato esperto nel piegare il bucato e assistere mamma nello stiro: lei lo fa sculettando divinamente o, quando le sto reggendo le lenzuola appena piegate sull’asse da stiro, facendo ballonzolare le sue grosse tette che lo scollo a “v” della maglietta mi permette di ammirare nella loro danza.
Poi ci sono gli sguardi tra noi durante questi momenti! Gli occhi di mamma mi penetrano nel cervello: sono dolci, invitanti e maliziosi. Ma mamma non dice nulla, né prende le iniziative conseguenti. Da parte mia non sono sicuro di interpretare tutto alla perfezione e penso che se il suo desiderio è uguale al mio, dovrebbe essere lei a rendere esplicita la sua incestuosa richiesta. Quando il suo sguardo si abbassa al centro del mio bacino vede benissimo che sono solo un acerbo, ma lungo e duro, frutto da cogliere e far maturare.
Quando poi passiamo in salotto per metterci davanti alla tv, il mio posto l’ho volutamente cambiato: adesso mi siedo sulla comoda poltrona posta lateralmente al divano ma da cui posso assistere allo spettacolo delle cosce che mamma mi mostra arrivando anche a scoprirsi fino alle chiappe o lasciandole leggermente aperte. La luce della tv illumina fiocamente il centro del mio desiderio e più volte ho avuto netta la sensazione che gli slip si fossero eclissati. Appoggia spesso la sua testa alla spalla di papà cosi da potersi meglio posizionare per agevolare i mio concupiscente sguardo che è attratto anche dalla testa di Loretta che, dall’altro lato di papà, se ne sta appoggiata sul grembo del genitore a pochi millimetri dal desiderato uccello maturo che il pantaloncino non nasconde alla vista mia e di mamma.
Un ulteriore timido accenno di cambiamento: giovedì sera la mano di papà accarezzando la testa di Loretta scende lentamente, vellicandole i capelli, prima lungo il collo poi sul seno di mia sorella che quasi grida di felicità quando avverte le dita che le catturano un capezzolo stringendolo delicatamente. Contemporaneamente mamma che appoggia la sua testa quasi sulla spalla di papà e che non può non aver visto quanto il consorte depravato sta facendo, appoggia la sua mano sul petto del marito e la fa scivolare verso il basso fino a carezzargli il cazzo platealmente. Sono felicemente sorpreso da questo nuovo, ma comunque ancora timido, passo in avanti.
La fine del programma televisivo riporta tutti ad un mal digerito auto controllo. Sono ormai le undici e gli impegni del giorno dopo impongono l’andare a dormire. Veramente a malincuore ognuno di noi si reca nella propria stanza dandoci la buona notte.
Lo spettacolo a cui ho assistito, accompagnato da quello dalle gambe che mamma per accarezzare papà ha oscenamente allargate mettendo in risalto il nero dello slip che le disegnava un accattivante triangolo scuro sul ventre, non mi conciliano affatto il sonno. E credo che anche i miei genitori non siano rimasti indifferenti alla cosa poiché avverto provenire dalla loro camera rumori che, adesso so, essere quelli di una focosa scopata. Focosa ma anche breve: troppa eccitazione!! E’ mezzanotte più o meno quando i rumori cambiano e diventano quelli tipici di un profondo sonno ristoratore.
E’ a questo punto che ascolto passi felpati avvicinarsi alla mia stanza: Loretta appare sull’uscio mentre si sta sfilando la maglietta del pigiama. Io, non da meno sono già nudo che sto masturbandomi. Ringrazio il cielo per non aver già concluso!
“Ho bisogno della tua bocca!” mi sussurra mentre sale sul letto mettendosi a cavalcioni sulla mia bocca. Si apre le labbra della figa e vedo svettare il suo clitoride bello duro. La mia lingua e le mie labbra sono tutte sue e iniziano a baciarla con lascivia e profondo piacere.
Si avvede che io sto continuando ad accarezzarmi con la mia mano e, volendo contraccambiare il piacere, scende repentinamente e si riposiziona su di me nella più classica posizione del sessantanove.
Sono momenti di sublime piacere. Dieci minuti di inenarrabili sensazioni. La bocca di mia sorella sta letteralmente facendo l’amore con il mio cazzo: qualcosa mi dice che lei ama l’uccello al di sopra di ogni cosa e non si fa scrupolo di sapere a chi appartiene. Le sue labbra sono il cono di un vulcano il cui fuoco ti accende fin nel profondo e la lingua vellica lo scroto con una maestria proprio dovuta all’amore che guida i suoi movimenti. Anche la mia bocca non è da meno a sentire e vedere come il suo bacino si muove su di essa. Immaginando di leccare la più capiente figa di mamma il mio pensiero va al suo maestoso culo e, quasi spinto da una passione che ancora non riesco ad esprimere, mentre tengo allargate le sode chiappe mi si palesa alla vista il grinzoso fiorellino anale: ci passo la lingua più volte, provocandole dolcissimi brividi, ma l’istinto mi suggerisce di appoggiarvi sopra il polpastrello del dito medio della mia mano destra e di spingere per aprirmi una via sconosciuta. Ho le unghie bel tagliate e non provoco dolore quando la falangetta entra trionfante, accolta dagli spasmi festosi del muscolo sfinterico che vuole adattarsi all’ospite inatteso ma molto gradito. Sempre leccandola umetto una ulteriore parte del mio dito che dolcemente ma incessantemente chiede il permesso di proseguire fino alla nocca. Accoglienza trionfale che Loretta apprezza abbandonando per un attimo il pompino e pronunciando un sì convinto e dolcissimo. I nostri freni inibitori sono nascosti nel più profondo di noi due e non ci poniamo limiti: come lei mi riempie la bocca dei suoi umori che diventano una copiosa cascata al momento dell’orgasmo quando il mio dito medio è tutto dentro il suo culetto, cosi io non mi preoccupo di scaricarle in bocca tutto il mio sperma di torello infoiato.
Non una goccia dei nostri reciproci piaceri va persa. Nei successivi istanti io provvedo a suggerle tutte le gocce del suo piacere ritirando lentamente il mio dito dal suo sedere che lo saluta con un leggero sciocco, lei si gode il venir meno della possanza del mio cazzo tenendolo in bocca e lucidandolo a dovere e con molto amore.
Rimaniamo in posizione ancora per qualche minuto, poi a malincuore lei scende dal letto e mi porge la sua bocca per un ultimo bacio con cui ci scambiamo anche, vicendevolmente, il sapore del nostro incestuoso fraterno piacere.
Venerdì esco da scuola con un ora di anticipo e questo mi permette di arrivare in tempo davanti alla scuola frequentata da Loretta.
L’aspetto all’uscita come il più affettuoso dei fidanzatini e lei è felicissima nel vedermi tanto da presentarmi anche ad alcune sue compagne di classe che mi squadrano da capo a piedi alcune con sguardo compiaciuto…altro potenziale terreno da esplorare!!
Pensiero subito messo da parte quando avverto lo sguardo severo di Loretta nei miei confronti.
Mano nella mano, come due fidanzatini, ci avviamo verso casa e Loretta mi confida che il giochino della scorsa notte con il suo culetto le è piaciuto moltissimo: è così bello che vuole farlo provare anche a me! Ha già pensato che domani sera potremmo, invece di uscire, goderci la serata in casa senza rompimenti di scatole. L’idea mi alletta anche se il mio pensiero maggiore è sempre rivolto a mamma con cui potrei giocare molto più proficuamente. Mi capisce cosi bene, cosa che da un lato mi lusinga dall’altro mi stupisce, che inizia a ragionare proprio su mamma le cui mosse nei miei confronti non le sono ignote. Anche lei ha capito che i nostri genitori, vuoi per la nostra età vuoi per delle remore che covano ancora in loro, non hanno il coraggio di mettere in pratica quello che invece desiderano e che, pensiamo, sia il motivo principale del loro reciproco piacere. Dovremo essere noi a sbloccare la situazione: come non lo sappiamo, ma sappiamo che lo vogliamo entrambi!!
Mi chiede se mi è piaciuto, quando ci siamo baciati, assaggiare il sapore del mio sesso cosi come a lei è piaciuto molto scoprire il suo in bocca. Non nego che la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Lei commenta che allora non ci sarebbe nulla di male se assaggiassi anche quello di papà come anche a lei piacerebbe fare lo stesso con mamma. Forse, vistisi oggetto entrambi delle nostri desideri, mamma e papà potrebbero essere più arrendevoli ad un nostro comune assalto.
Loretta pensa che sarebbe molto bello se fossi io a guidare il cazzo di papà verso la sua fighetta dopo averlo inumidito con la mia bocca, mentre lei sarebbe felice di allargare le intime labbra di mamma, dopo averle bagnate con la sua saliva, per aprirmi la strada dentro di lei.
Santo cielo quando pensano le donne!! E poi sarei io il depravato?!? La ragazzina ha una mente così porca da far impallidire Tinto Brass!!
Ho il cazzo in tiro e fatico a camminare per l’ingombro che mi ostacola. Se ne accorge la ragazzina e, lasciata a mia mano, poggia la sua sulla mia patta dei pantaloni, così sulla via del ritorno, carezzandomi il cazzo, non senza prima essersi messa di fronte a me come a volermi baciare e a nascondere alla pubblica vista l’impudica sua mano.
Il luogo pubblico in cui ci troviamo le impedisce di protrarre quanto vorrebbe l’intima carezza, ma le da sufficiente tempo per un paio di vogliose strizzate. Poi un casto bacio fraterno segna la fine di un pubblico brivido e ci fa riprendere la via di casa.
Loretta mi confida, arrivata davanti al cancello di casa, che è tutta umida ed eccitata, io da parte mia non so come potrò nascondere la mia condizione allo sguardo di mamma che sicuramente ci aspetta in cucina e che, come fa ormai da giorni, non mancherà di posare lo sguardo sul cavallo dei miei pantaloni.
(continua....)
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