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Prime Esperienze

Elisabetta, l'amica di mia figlia


di giov60
01.01.2019    |    51.839    |    7 9.2
"Anche tra le ragazze è iniziata una gara a mettersi in mostra e la cosa mi sta letteralmente fondendo il cervello..."
Se a vent’anni ti sposi e procrei, poi a nemmeno quaranta ti ritrovi la casa invasa dagli amici di tua figlia, quasi tutti con genitori che hanno dieci/quindici anni più di noi. Li conosciamo quasi tutti e con quasi tutti almeno una volta siamo stati coinvolti in qualche manifestazione organizzata dal liceo che i ragazzi frequentano. Sappiamo quindi che in rapporto alla maggioranza di questi, io e mia moglie, siamo per i loro figli come dei fratelli maggiori e che suscitiamo in molti di loro anche una attrazione che di amichevole ha ben poco.
Infatti molto spesso ci divertiamo a sorprenderli quando, specialmente i ragazzi, rimangono affascinati dalle perfette forme di Giovanna mia moglie che a volte involontariamente ma, ora che i ragazzi sono quasi maggiorenni, quasi sempre volontariamente, in casa gira vestita con minigonne che mettono in risalto le sue splendide gambe da neo quarantenne oppure con maglioncini dalla profonda scollatura dalla quale fanno bella mostra di se due tette sode che sono il punto di incontro di diverse paia di occhi.
Ma anche io ho le mie fans; con il mio look giovanile sono preso spesso di mira da alcune ragazzine un paio delle quali hanno espressioni tali nei miei confronti da non lasciar dubbi che farebbero tutto quello che io chiedessi loro.
Come in tutte le comitive di ragazzi, non tutti sono ancora minorenni ma qualcuno, ripetente a scuola, ha già varcato la soglia della maggiore età e sono le guide dei loro più giovani amici.
A letto io e Giovanna a volte parliamo di loro e ci raccontiamo le cose accadute durante la giornata quando lei ha “fulminato” un paio di ragazzi che, durante una pausa di studio, le si sono seduti davanti ammirando le sue grazie esposte. Più volte lo ho chiesto di “cogliere” qualche acerbo frutto per farlo diventare un maturo maschietto, ma lei non ha mai voluto varcare un certo limite conscia forse che questi ragazzi di oggi hanno poco rispetto e pensano che sia loro tutto dovuto, quindi non vivrebbero certe avventure con quel “pathos” necessario. Forse non ha torto. Comunque il gioco dell’eccitarli le piace ed è disposta e consapevole di volerlo portare avanti.
Ultimamente di questi suoi “voluti” atteggiamenti ne ha messo a parte anche nostra figlia che ha con sua madre un rapporto molto schietto e aperto, cosi come d’altronde lo ha con me. E’ stata lei infatti a farmi presente che un paio delle sue amiche parlano spesso di me e “sognano” improbabili storie morbose con me. Anzi le ragazze, nelle loro confidenze, hanno chiesto ad Alessia, mia figlia appunto, se lei ci avesse sorpreso mai in momenti di intimità e se mi avesse visto nudo. Le ragazze hanno cosi saputo che in casa ci comportiamo tutti con una certa libertà quindi, anche se il rispetto che vige in casa è molto alto, Alessia mi ha visto spesso poco vestito e non ha mai voluto, anche se avrebbe potuto tranquillamente, spiare me e sua madre nei nostri momenti di intimità. Adesso tra madre e figlia è nata come una gara per verificare chi delle due ha più “presa” sui ragazzi in occasione delle loro frequenti visite a casa. Infatti anche Alessia ha iniziato a vestire in modo molto più audace in presenza della mamma per poi divertirsi tra loro con i commenti.
Anche tra le ragazze è iniziata una gara a mettersi in mostra e la cosa mi sta letteralmente fondendo il cervello. Quando nel tardo pomeriggio dei giorni feriali faccio rientro a casa, spesso mi attende uno spettacolo di giovani cosce e appetitosi corpicini messi in mostra con tale abbondanza da farmi girare la testa. Per non parlare di quando, ospiti nel fine settimana alcune di loro, me le ritrovo attorno anche dopo cena e nei pomeriggi che vorrei dedicare al calcio in tv, ma che più spesso mi tiene incollato ad ammirare sodi culetti, tettine prominenti e gambe sottili e lunghe. A cogliere il frutto di tutta questa mia eccitazione è, naturalmente, Giovanna mia moglie: una volta soli in camera da letto si gode appieno delle mie non trascurabili capacita amatorie amplificate dalla presenza in casa di tanta carne fresca! Sono mesi che a letto siamo monotematici: gli amici e le amiche di nostra figlia con il loro comportamento in casa nostra.
Ma c'è sempre una prima volta!!
Tutto sarebbe rimasto un gioco solo virtuale se non ci fosse stata in questa storia la presenza di Elisabetta detta Ely, figlia di una ricca famiglia e poco avvezza a non essere soddisfatta in tutti i suoi desideri. E’ la classica ragazza a cui nulla è vietato o precluso; ripetente in classe con Alessia, ha già quasi diciannove anni, ed è, tra quelle che mi hanno messo gli occhi addosso la meno sognatrice. Dotata di un fisico appariscente è anche una delle principali protagoniste dei maliziosi resoconti che eccitano me e Giovanna durante le nostre calde scopate.
Quando è nostra ospite è sempre quella con la gonna più corta, con le gambe più nude, con le magliette più attillate ed è anche quella che non ama sentirsi dire di no ed è, di conseguenza quella che più mi fa indurire l’uccello.
In occasione di una festicciola in famiglia, come è prassi, mi sono munito della mia costosa macchina fotografica per immortalare alcuni momenti. Ma quella sera oltre alle solite, scontate, ripetute pose, ho iniziato a scattare, credendo di non essere visto, alcune foto alle numerose ragazze presenti oltre che a cogliere mia moglie in atteggiamenti velatamente maliziosi. Le foto che andavo facendo stavano riempiendo la memoria dell’apparecchio per cui mi sono un attimo appartato in un salottino dove gli invitati avevano depositato i loro effetti personali e, seduto su una piccola poltrona davanti al falso camino elettrico che lì faceva bella mostra di se, ho iniziato a scorrere le immagini per togliere quelle che non ritenevo dover conservare. In tasca avevo un’altra memoria di riserva, ma non volevo usarla perché in quella scheda c’erano diverse foto di Giovanna in momenti intimi, quelli che ci concedevamo quando eravamo soli in casa oppure in giro per l’Italia. Ci piace molto scattare foto all’aperto in pose osé e spesso lo facciamo consci del fatto di poter essere visti da qualcuno e la cosa ci eccita molto. Fatto sta che mentre passo le immagini sul visore della macchina, non mi accorgo che sono stato seguito da Ely che adesso è dietro di me e vede quello che sto facendo.
Mi soffermo molto sulle sue foto e, mentre con una mano tengo la macchina, con l’altra mi accarezzo vistosamente il cazzo e lo faccio solo quando ad essere ritratta è lei o mia moglie. Finito di cancellare quelle che ritenevo inutili, mi rendo conto che ho recuperato da quella scheda poco spazio, per cui spengo la macchina e cambio la memoria per fare altrettanto. Credevo di aver già scaricato quella memoria sul pc ma già dalle prime immagini scattate la settimana prima a Bergamo, mi rendo conto che invece sono foto ancora da scaricare. Decido di andare di sopra nel mio studio dove in qualche minuto potrò avere a disposizione una memoria tutta da riempire. Nel frattempo la Ely ha visto sia le sue foto, sia le mie reazioni, sia alcune delle pose di Giovanna a Bergamo. Non mi rendo conto di quanto accaduto alla mie spalle e quindi, senza perdere ulteriore tempo, mi alzo dalla poltrona e mi reco nel mio studio al primo piano. Accesa la lampada sulla scrivania, avvio il pc e seduto sulla comoda sedia mi accingo a collegare i due dispositivi per completare l’opera. Operazione terminata velocemente, ma il richiamo di mia figlia per farmi tornare di sotto, fa in modo che, scollegati gli apparecchi, non provvedo a spegnere il pc che rimane quindi acceso.
Mentre sono giù a fare le foto con la torta, Elisabetta, che non mi ha mai perso di vista, entra nel mio studio e ha la possibilità di “prendere visione” degli scatti di Giovanna. Poi torna anch’essa giù per le foto di rito lasciando il pc acceso cosi come lo aveva trovato.
Finita la festa, lasciamo all’indomani l’onere di mettere in ordine e andiamo ognuno in camera propria: io e Giovanna nella nostra camera, Alessia ed un’amica nella sua, Ely con una terza ragazza nella stanza degli ospiti.
Sono già a letto quando mi ricordo del pc lasciato acceso, Giovanna, molto stanca, già dorme per cui scivolo via in silenzio e in maglietta e pantaloncino del pigiama me ne vado nello studio. Visto che ci sono e che il sonno tarda ad arrivare, decido di scaricare tutte le foto e anche di catalogarle cosi da poter poi trovarle con più facilità.
La lampada da tavolo illumina a malapena la scrivania, lasciando in penombra tutto il resto dello studio, arredato con un paio di scaffali e, sullo sfondo davanti allo scrittoio, un divano a tre posti che aveva trovato posto lì dopo essere stato dismesso dal salotto di casa. Stavo catalogando le foto, Giovanna, festa, ragazze, Ely, ecc., quando, alzando gli occhi dal pc mi accorgo di una presenza nella stanza. Seduta sul divano c’è Elisabetta in un babydoll che nulla ha da invidiare a quelli, da vera zoccola, posseduti da mia moglie. Solo quando si alza per avvicinarsi, la fioca luce mi permette di vedere che non indossa null’altro sotto il trasparente indumento. Si apprezzano chiaramente i capezzoli che paiono voler bucare la sottile stoffa e più giù un curato vello alla cima del suo giovanissimo pube. Le gambe, lunghe e sottili, invece fanno bella mostra di se.
Mi dice che ha visto le foto di mia moglie e, mostrandomi un ciondolo che nel buio della stanza poteva essere scambiato benissimo per una pennette, che ne ha alcune copie in suo possesso. Me le renderà solo se, adesso, le scatterò una bella serie di foto che lei desidera da tanto possedere e che, vista la mia abilità, ha deciso di farsele fare da me. Potrò tenerne copia per le mie seghe, come avevo fatto poco prima giù in salotto, dove lei mi aveva seguita non vista.
Sarà lei a scegliere le pose e io dovrò scattare tutte le immagini che lei mi chiederà di fare. Come ricatto non c’è male e, per salvaguardare l’onore della mia sposa, mio malgrado accetto.
In casa c’è il silenzio che contraddistingue il sano e dovuto riposo degli abitanti. Le prime foto le vuole fare giù in salotto e ne scattiamo diverse accanto al camino grande di casa per poi passare nel salottino deve mi aveva seguito. Lì sedutasi sulla poltroncina che poco prima mi aveva accolto, dopo aver acceso il falso caminetto, poggia una gamba sul bracciolo mettendo in mostra tutta la sua figa spalancata. Io ero già eccitato dai primi scatti, ma quella posa deforma il mio pantaloncino in modo evidente. Lei sorride compiaciuta e mentre mi chiede un primo piano della sua micetta, approfitta della poca distanza che ci separa per afferrarmi il cazzo con una mano. La foto della sua figa viene di conseguenza mossa, ma lei mi invita a farne altre mentre non molla la presa. Adesso dopo aver poggiato anche l’altra gamba sul bracciolo ed è nella posa più oscena che possa avere una donna, mi chiede di fotografare la sua figa con appoggiato il mio cazzo sopra. Mi tira giù il pantaloncino e fattomi inginocchiare davanti a lei si struscia la mia cappella sulle labbra della figa, e intanto mi chiede di scattare… Poi vuole che riprenda il suo fiorellino ripieno della mia mazza e lo guida sicura dentro di se. Ed io scatto.
Infine, mi prende di mano la fotocamera e la poggia sul vicino ripiano del camino invitandomi a scoparla come crede di meritare. Le spingo con un colpo secco tutto il mio cazzo dentro e avverto chiaramente il suo collo dell’utero che si apre al cospetto della mia cappella. Vuole essere scopata e così faccio, incurante che i suoi lamenti di piacere possano svegliare qualcuna delle altre donne. Per dieci lunghi minuti la sbatto su quella poltroncina, la sento godere più volte ed infine, certo che non posso allagarla del mio copioso piacere, con una studiata mossa al momento opportuno, abbandono la sua umida ed ancora stretta tana per presentarle la cappella davanti alla bocca. Capisce cosa sta per succedere e vuole sottarsi, ma anche se non apre la bocca, come avrei voluto, mi lascia il piacere di decorarle il visino con diversi ghirigori di caldo piacere.
La prendo per mano e la porto in bagno dove lei si asciuga il viso, poi di nuovo nel mio studio. La ragazzina pensava che tutto fosse finito, ma io non ero che all’inizio. Questa volta, dopo che ho avuto il piacere di assaporare la sua giovane intimità con un prezioso gioco di lingua e labbra, mi prende il cazzo in bocca. E’ ancora inesperta, ma si da fare anche se l’ospite che le è capitato tra le labbra non è uno di quei cazzetti cui è abituata con i suoi coetanei. Quando sono di nuovo nelle mie piene facoltà scopatorie, la faccio girare e la metto a pecorina sul divano per prenderla come merita la cagna che è in lei. Questa volta gode per molto più tempo ed io, nel mentre, le saggio anche il culetto con le dita, unica parte ancora vergine, per constatare di quanto lavoro abbisogna per goderne pienamente. La sua nuda schiena accoglie poco dopo la mia seconda sborrata. Di nuovo in bagno per pulirsi e questa volta l’accompagno davanti alla porta della sua camera. Un bacio umido le da la buona notte. Ed anch’io ritorno soddisfatto nel mio letto dove, tra poche ore, godrò delle grazie di Giovanna raccontandole quanto accaduto, nella speranza di indurre anche lei a prendere in considerazione un giovane torello da far maturare.
Ho già deciso che ad Ely le foto gliele darò solo quando deciderà di dissetarsi alla fonte che ho tra le gambe: sborra o piscio come lei più vorrà gradire.
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