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Quarant'anni fa - Ricordi Cap. 3


di giov60
17.05.2016    |    28.065    |    2 9.7
"Passati in camera da letto, mamma ha voluto che tutto avvenisse a luci spente e, per una buona mezzora cosa impensabile per lei, è stata posseduta dal suo..."
Prima di andare a letto ero di nuovo eccitato ma la camera di mia madre era chiusa a chiave: era evidente che non voleva essere disturbata perché forse stava ripensando all’accaduto. Speravo solo che non decidesse di smetterla! A me la cosa era piaciuta molto e non vedevo l’ora di andare avanti.
Al mattino, era un sabato, papà sarebbe rientrato già per pranzo, come prima cosa, appena alzato dopo una notte passata a sognare, ho preparato il caffè e mi accingevo a bussare alla porta per servirglielo a letto. Ma con grande sorpresa la porta che fino a poco prima era ben chiusa, adesso era chiaramente socchiusa. Ero nudo si per il caldo ma anche perché volevo provocare la mamma. Quindi con la tazzina di caffè in una mano ho varcato la soglia della sua camera. Dalle tapparelle appena alzate filtrava poca luce ma abbastanza per vedere immediatamente che lei, ancora mezzo addormentata, era distesa a letto coperta dal solo lenzuolo e, chiaramente, era nuda.
Mi sono avvicinato e, poggiata la tazza del caffe sul comodino, ha fatto con lei quello che lei aveva più volte fatto con me. Prima sono stato qualche istante ad ammirarla così rilassata con le sue forme disegnate dal leggero tessuto che la copriva, poi lentamente ho iniziato a scoprirla facendo attenzione a non svegliarla.
Era supina e la sua terza di seno con i capezzoli scuri grossi e ben eretti hanno attirato la mia attenzione e subito mi sono reso conto che si era addormentata senza farsi una doccia visto che chiaramente, sia sul seno sia sul ventre, erano ancora chiare le tracce della mia copiosa sborrata della sera prima. La cosa mi ha eccitato ancora di più di quanto già non lo fossi. Ho iniziato a masturbarmi lentamente proseguendo a scoprirla tutta. Era a gambe leggermente divaricare per cui la visione era da infarto. Dai folti peli della sua figa si ergeva chiaramente il clitoride e a quel punto non ce l’ho fatta a rimanere fermo con le mani.
Per la prima volta toccavo una figa e, inesperto qual ero, non sapevo come fare ma almeno toccavo. Con due dita ho stretto il suo clitoride per sentirne la consistenza ed era simile a quella del mio cazzo e di quello del mio amico Fabio con cui mi ero fino ad allora dilettato. Ma, forse per aver stretto troppo, mamma, a quel contatto inesperto, si è svegliata di soprassalto. Dopo pochi istanti ripresasi dallo spavento, mi ha redarguito non perché la toccavo ma per averle procurato dolore. Mi sono scusato e ho tolto la mano da quella meraviglia di figa.
“Buongiorno mamma ti ho preparato il caffè, sono quasi le nove e papà sta per arrivare”
“Buongiorno piccolo mio, grazie per il caffè, ma credo che questa sia solo una scusa per entrare in camera mia”
“Beh, forse è una scusa, ma anche tu hai aperto la porta che ieri sera era chiusa a chiave”
“Sei un porcello!” mi dice mentre allunga la sua mano sulla mia per riposizionarla sulla sua figa.
“Mamma non vorrei farti ancora male non so bene come fare ancora” e poi ieri sera non volevi che tra noi ci fosse contatto fisico”
“La notte porta consiglio, piccolo mio” e inizia a masturbarsi aiutandosi con la mia mano: sento il caldo umido delle sue labbra intime e sento che le mie dita vengono coperte sempre più da un caldo liquido scivoloso che ne facilitano lo scorrere.
“Sono arrivata alla mia età e ho conosciuto poco del piacere, anch’io non ho molta esperienza anche se ho superato la quarantina. Adesso voglio recuperare un po’ del tempo perduto. E lo voglio fare con te. Ma tu devi imparare a trattare con le donne e con me in particolare e devi insegnarmi a essere una brava amante.”
Queste parole mi stupiscono non poco, replico che semmai dovremo imparare insieme, ma lei mi dice che c’è una via migliore.
Per la prima volta la sua mano afferra il mio cazzo e lo stringe come se per lei fosse la prima volta nella sua vita.
“Mamma sembra che non tu non abbia mai visto un cazzo”
“E’ così bambino mio, ho 46 anni, sono madre, non sono vergine, ma non sono ancora una donna perché un cazzo come il tuo non l’ho mai visto. Quello di tuo padre non è bello e duro come il tuo. Lui ha sempre finito prima di iniziare e io ho sempre creduto, avendo solo lui, che tutti gli uomini fossero cosi. Almeno fino a qualche mese fa.”
E mentre la mia mano affondava sempre più nella sua figa e la sua correva sul mio cazzo inizia a raccontare di come lo zio Francesco, lo zio di Modena per intenderci, l’avesse corteggiata e una mattina di qualche mese fa, sorprendendola in cucina una mattina presto, mentre tutti noi dormivamo ancora e lei era intenta a preparare la colazione, l’avesse presa di sorpresa e posseduta con un furore a lei sconosciuto. E mentre la possedeva le aveva accennato alla mia dotazione fisica invitandola a controllare meglio il tesoro che aveva in casa invece di quel rammollito di papà. Mi racconta che lo zio era molto ben dotato, ma meno di me, ed era molto convincente con il suo dire. Al punto tale da farsi promettere di passare con lui un po’ di tempo la sera in cui la zia sarebbe uscita con le amiche che aveva per festeggiare “l’addio della zitella” data la sua matura età. Infatti quella sera dopo una lauta cena a casa, io ero uscito per vedere Fabio e papà, quasi ubriaco grazie alle attenzioni dello zio, era sprofondato sulla sua poltrona in un sonno alcolico. Passati in camera da letto, mamma ha voluto che tutto avvenisse a luci spente e, per una buona mezzora cosa impensabile per lei, è stata posseduta dal suo prossimo cognato. Al termine però lo zio le aveva detto che era la prima volta che incontrava una signora cosi poco esperta in fatto di sesso. Ed io non ho potuto che confermare: sapeva toccarsi ma per il resto era come una ragazzina di primo pelo.
Quindi la via migliore, già concordata con lo zio telefonicamente in questi ultimi giorni, è quella di essere suo ospite a Modena, dove avrei trovato un maestro ed un complice che mi avrebbe insegnato e consigliato per diventare un uomo ed un amante coi fiocchi.
“Mamma fammi entrare dai”
“No non sono ancora pronta”
“Allora prendimelo in bocca”
“Mai, non sono una donnaccia”
“Allora facciamo come ieri sera e almeno stammi di fronte a cosce spalancate”
“Ecco bambino mio”
“Voglio mettere la mia faccia sulla tua figa”
Mi avvicino e per la prima volta il mio cervello riceve il profumo di una donna che sta per godere, inebriato da quell’odore mi avvicino e a pochi centimetri dal suo grosso clitoride, faccio quello che con Fabio è ormai consuetudine: glielo prendo in bocca come se fosse un uccello e inizio a succhiare.
Il suo sapore, dolce ed acre allo stesso momento, mi ubriaca e affondo il mio viso nel suo paradiso.
Lei, impreparata alla cosa, contorcendosi dal piacere sconosciuto che prova per la prima volta gode dimenandosi ma tenendomi con una mano sulla testa ben stretta a lei. Poi…
“Bambino mio che hai fatto mai, dove hai imparato questa cosa fantastica?”
“Un giorno te lo dirò mamma e sarà una giornata memorabile per te.”
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