Racconti Erotici > Prime Esperienze > Universitari 1a parte
Prime Esperienze

Universitari 1a parte


di giov60
15.10.2023    |    9.923    |    4 9.9
"La madre invece ha smesso la vestaglia con cui era entrata in bagno e veste una specie di Kimono orientale al ginocchio..."
A metà degli anni 70 dello scorso secolo, avevo allora 17 anni, appena terminato il famigerato esame di maturità, sono stato costretto dai miei ad iscrivermi alla facoltà di medicina dato che era l’unica facoltà che aveva sede nella cittadina di provincia del centro sud dove abitavo. In questo modo i miei genitori che non navigavano nell’oro, mi avrebbero tenuto a casa durante il corso di studi risparmiando qualcosa. Avevo detto loro che non volevo fare il medico e che le mie aspirazioni erano altre, ma mi sono dovuto piegare alla loro volontà.
Nelle lunghe file in facoltà per sbrigare le pratiche dell’iscrizione incontro una mia compagna del liceo che si era diplomata con me. La chiamo Rosa e quel giorno era in compagnia di un’altra ragazza, Camilla, che portava evidenti i segni di una scoliosi che deturpava il suo corpo ma aveva un viso dolcissimo. Rosa me la presentò dicendomi che da qualche giorno si erano incontrate e conosciute. Camilla era di un paesino all’interno della provincia e veniva tutte le mattine in autobus per frequentare l’università.
Incontrare Rosa e sapere che avremmo compiuto lo stesso percorso di studi mi aveva messo di buon umore: già al liceo la preferivo alle altre compagne di classe. Di piccola statura, mi arrivava poco sopra la spalla e io non sono un gigante con il mio metro e settantacinque, per me era come una bomboniera, viso volitivo con un nasino all’insù occhi profondi e neri come i capelli, bocca piccola ma con belle labbra, corpicino esile ma ben disegnato e due belle gambe che amava mettere in mostra indossando sempre minigonne e, per slanciarsi, sempre scarpe con tacco. Camilla invece era più corpulenta con un seno già materno di terza o quarta, ventre un po' pronunciato, bionda, occhi verdi, bocca sensuale con belle labbra carnose. La sua espressione aveva tanto di dolce quanto di sensuale. Ma certamente l’insieme non giocava a suo favore per il male che l’aveva aggredita.
Siccome conoscevo Rosa già dal liceo mi era capitato spesso di andare a casa sua e anche che i miei genitori incontrassero i suoi così che anche tra le due famiglie era nata una certa simpatia, di circostanza se vogliamo.
Quello che io non avevo capito è che la madre di Rosa mi aveva preso molto a simpatia e già mi vedeva come un possibile futuro genero. L’ho capito qualche mese dopo quando, meschinamente, ne ho approfittato.
Io avevo una casa piuttosto trafficata dato che oltre a me ed ai miei genitori c’erano anche mia sorella e mio fratello e, ancora, mia nonna paterna, una specie di generale delle SS tedesche che una volta che ero a casa con Rosa e un altro paio di compagni di classe, l’aveva subito etichettata come una poco di buono per via della minigonna. Infatti, mia sorella spesso era costretta ad uscire con le gonne nella borsa ma indossando i pantaloni per non suscitare l’ira della nonna.
Quindi era inevitabile che spesso si studiasse a casa di Rosa, figlia unica, che abitava in una bella casa appena fuori dal centro dotata di diverse stanze e dove di giorno era presente solo la madre, la signora Daniela mentre il papà di Rosa, Giorgio era il direttore di un ufficio postale in un centro a qualche decina di chilometri da casa sua. Usciva la mattina alle sette e non rientrava mai prima delle diciotto.
Io ero dotato di Vespa50 per cui mi muovevo con una certa libertà e con lo stesso mezzo andavo a prelevare e riportare Camilla alla fermata del bus quasi ogni giorno, portavo in ateneo sia Rosa che Camilla facendo due volte il percorso perché già in due non si poteva ma si faceva, ma in tre non era proprio possibile.
Comunque, già a metà novembre tra me e Rosa era iniziata una certa “intimità”. Lo scrivo tra virgolette perché Rosa, volitiva com’era aveva da subito messo dei paletti: Mi piaci, ti voglio bene, ma niente sesso perché non voglio ancora e ci distrae nello studio. Quindi si studiava mano nella mano, ci si scambiava qualche bacio, quando l’abbracciavo riuscivo a palparle il culo, le accarezzavo le gambe ma senza mai poter oltrepassare l’orlo della gonna. Una sola volta in sei mesi, portava i pantaloni, si è accalorata in un bacio strusciano la sua figa sulla mia gamba apprezzando la consistenza di quello che lei chiamava “il mio bambino” facendomi arrivare all’orgasmo, perché ero ancora un pivello segaiolo, con conseguente corsa a casa a cambiarmi! Lo chiamava il suo bambino ma non aveva mai voluto stringerlo per apprezzarne le dimensioni nemmeno da sopra i pantaloni. Ero in uno stato pietoso! Camilla era spettatrice di tutto questo perché era quasi sempre presente e con l’andare del tempo era anche diventata la confidente di entrambi e, capita la situazione, ha deciso di mettersi in mezzo.
Quando portavo Rosa in vespa lei mi abbracciava e poggiava il viso sulla mia schiena con molto affetto, Camilla invece metteva una mano, specialmente quando la portavo alla fermata del bus, proprio sopra il mio uccello e lo massaggiava con molta perizia. La prima volta lo ha fatto un pomeriggio che salutata Rosa sull’uscio di casa lei mi aveva baciato con una certa passione con le conseguenze del caso: appena partiti alla volta della fermata, mugolando al mio orecchio, mi aveva tastato il cazzo duro grazie al sensuale bacio di Rosa.
“Mica ti do fastidio?”
“No ma non mi aspettavo una tale attenzione!”
“Se Rosa non capisce, se mi permetti capisco io!”
“Dio Camilla così sbandiamo e ci ammazziamo!”
Ma la sua mano ha continuato a palpeggiarmi fino all’arrivo.
“Se non ti faccio ribrezzo…. Posso essere io a … diciamo …consolarti!”
“Tradire Rosa dici?.... Non so se ne sono capace e non mi pare giusto mei suoi confronti!”
“Non la tradisci …solo ti sfoghi! Non sono innamorata di te ma mi fai pena e io voglio solo divertirmi!”
Solo dieci giorni dopo Rosa deve andare ad un matrimonio con la famiglia e quindi sarà assente per qualche giorno per cui, di comune accordo, decidiamo che andrò da Camilla per studiare.
“Ok ma non studiare troppo! E prendi il bus non andare con la vespa!”
Era primavera e la giornata era l’ideale per fare trenta chilometri lungo le assolate strade provinciali della collina. Alle sette e mezza inforco la mia Vespa50, faccio il pieno con i pochi soldi che ho in tasca e parto.
Mi godo l’aria del mattino senza fretta e alle nove sono sulla piazza del paese di Camilla che arriva poco dopo. Sale anche lei e mi indica la strada verso casa sua. Arrivati dopo poco, saluto la madre che ci sta aspettando e ci guida fino al salotto di casa. Dopo di che sparisce dalla nostra vista.
Faccio appena in tempo a poggiare i libri di testo che ho portato con me su un tavolino che Camilla mi si avvicina e senza proferir parola mi mette la lingua in bocca spingendomi verso il divano. Cadiamo abbracciati e così rimaniamo per un paio di minuti durante i quali lei mi palpa il pacco voluttuosamente.
Poi si alza e inizia a togliersi il maglioncino che ha addosso. Sotto non porta nulla e posso ammirare due belle tette con i capezzoli che guardano il cielo. Certo non sono alla stessa altezza per via della scoliosi della ragazza ma nell’insieme, nonostante tutto, la vista non mi dispiace. Si gira su se stessa mettendo in mostra le cicatrici dei due interventi che ha dovuto già subire e mi chiede se la cosa mi impressiona. Altrimenti si sarebbe rivestita. Le dico che i segni che porta sul corpo sono delle medaglie alla sua voglia di vivere. Allora si slaccia anche la gonna che scivola a terra mettendo in mostra le sue gambe ben disegnate e un minuscolo slip che subito cade a terra a scoprire una figa completamente depilata. Non ne avevo mai viste e lo stupore che mi disegna il viso parla per me. All’altezza del pube tra il monte di venere e la coscia sinistra c’è una rosa tatuata. Già mi vedo a baciarla su quel punto.
“Dai fammi vedere il tuo cazzo che ne ho voglia!”
Mi tiro giù i pantaloni e mi tolgo la maglietta.
“Non sei affatto male e, ma questo lo sapevo già, hai una bella dotazione!”
Mi prende per mano e mi porta in una bella camera da letto matrimoniale.
Le chiedo se ritiene sia il caso…mi pare fosse la camera dei genitori.
“Non è la prima volta e non sarà certamente l’ultima” mi risponde
“Scusa ma tua madre? Non mi pare di averla vista uscire!” le dico un po' preoccupato.
“Stai tranquillo. Sapeva già prima che arrivassi cosa sei venuto a fare. Non ci disturberà, forse ci spierà ma rimarrà al suo posto!”
“Cazzo ma che genitori ti ritrovi?”
“Mio padre vive da anni fuori con un’altra donna e mia madre con una figlia nelle mie condizioni soffre con me e gioisce anche con me! Adesso calmati e non ti preoccupare di nulla se non di farmi godere per bene! Pensa pure di stare a scopare con Rosa non mi importa, a me interessa solo il tuo cazzo e il piacere!”
Passiamo l’intera mattinata a scopare e ho il piacere di abbeverarmi alla sua figa che è calda e succosa mentre lei mi succhia anche l’anima con una bravura che non le facevo. La mia sborra la beve, se la spalma sulle tette e ne vuole una goccia anche sulla rosa tatuata.
Le chiedo se anche il tatuatore l’ha scopata, mi risponde che era una tatuatrice e che ancora a volte viene a fare sesso con lei.
“Quindi tu sei bisex e faresti sesso anche con Rosa?”
“E chi ti dice che non l’abbia già fatto! Io sono molto più avanti di te con lei… Rosa dice che se iniziasse a fare sesso con te poi non studieremmo più a dovere. Vuole laurearsi il prima possibile per poi fare sesso a sazietà!”
“Ha paura che il cazzo le piaccia troppo e che la distragga da quanto vuole fare. Non ancora ne assaggia uno mentre il sesso con le donne per adesso l’appaga ma quando lo fa pensa di farlo con un uomo, con te in particolare. Infatti, la cosa più bella l’abbiamo fatta quando ti ha mandato a casa a cambiarti!”
Il racconto mi eccita di nuovo e le chiedo se la posso scopare venendole in figa. Mi dice che no in figa non se ne parla di venire almeno oggi perché è fertile, se non mi fa schifo posso farlo nel suo culo. Troppa grazia!!
Mi butto sopra il suo splendido sedere e inizio a leccarle l’ano che trovo piacevolmente arrendevole procurandole un piacevole brivido che continua fino al parossismo di un imminente orgasmo. Solo allora mi chiede di prenderla e, ad evitare problemi alla schiena si mette supina al bordo del letto. Le allargo le gambe e gliele tiro su fino a quando non vedo il suo sfintere a livello del mio uccello e affondo con estrema facilità nel suo culetto, Inizia quasi da subito a stringere lo sfintere per procurarmi più piacere. La riempio con un grugnito mentre quasi svengo dal piacere.
Quando il mio uccello fuoriesce dal suo sedere ha bisogno di essere pulito e anche Camilla ha bisogno del bagno.
“Vai prima tu, il bagno si trova in fondo al corridoio, poi quando hai finito vengo io: mi voglio ancora godere un po' la tua sborra nell’intestino.”
Entro in bagno e mentre mi accingo a far scorrere l’acqua nel bidè compare sulla porta la madre con una tovaglietta in mano. Invece di provare imbarazzo mi lavo guardandola in faccia: sulla cinquantina di una bellezza sfiorita ma ancora ne porta i segni, un seno come quella della figlia ma cadente alquanto e un ventre piatto a dispetto dell’età. Mi lavo e mi eccito di nuovo e con il cazzo gocciolante e quasi duro completamente mi alzo mentre lei, servizievole si abbassa ad asciugarmi. La vestaglia che indossa si apre a mostrarmi che non indossa intimo perché evidentemente ha, di nascosto, assistito alla scopata della figlia. Mi asciuga amorevolmente e poi sparisce.
Dopo qualche secondo, rientro in camera dove Camilla è ancora adagiata mollemente sul letto, mentre l’aiuto ad alzarsi mi dà un bacio sulla guancia e mi dice un dolce grazie avvisandomi che il pranzo è quasi pronto. Le preme sottolineare che il grazie è da parte della madre. Sa evidentemente già tutto.
Sono le tredici passate quando entriamo in cucina dove la tavola e già apparecchiata. Camilla indossa solo il maglioncino che le arriva appena sotto la figa mentre io ho rimesso i jeans. La madre invece ha smesso la vestaglia con cui era entrata in bagno e veste una specie di Kimono orientale al ginocchio.
Mangiamo di gusto anche perché la signora è un’ottima cuoca e l’atmosfera di leggero imbarazzo che aleggiava all’inizio si stempera grazie anche allo squisito vino messo in tavola. Al termine della seconda portata mi pare di notare un cenno d’intesa tra madre e figlia, dopo il quale, la signora mi chiede se desidero qualcosa di dolce. Camilla quasi mi implora con gli occhi di accettare l’offerta. Accetto di buon grado e la signora slacciandosi il kimono e scavalcandomi con una gamba e appoggiandosi al tavolo mi mette davanti alla faccia la sua figa depilata, e sono due in un giorno solo, offrendosi come dessert sotto lo sguardo divertito della figlia.
“Dai leccala e poi scopala che lì puoi sborrare! Fallo per me!” mi incita Camilla. Non deve essere la prima volta per le due donne.
Mi tuffo anche sulla attempata vagina che trovo veramente molto dolce e di sapore delicato. In nemmeno dieci minuti vengo inondato dal piacere della donna che adesso mi chiede l’uccello. Non me lo faccio ripetere due volte e guardando in faccia Camilla che evidentemente si sta toccando, penetro il caldo nido maturo riversando poi in questo una copiosa dose del mio latte.
Camilla mi chiede di avvicinarmi a lei così da ripulirmi con la bocca il cazzo ancora gocciolante.
Lo fa con la perizia che già conosco.
Sono passate le quindici quando, salutato dalle due donne, riprendo la via di casa.
Camilla scoperà con me ancora tanto e tante altre volte provvederà a scaricarmi specialmente prima di una serata romantica con Rosa che imperterrita non vuole cambiare i suoi piani nei miei confronti.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Universitari 1a parte:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni