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Prime Esperienze

Universitari - 3a parte


di giov60
16.10.2023    |    5.126    |    4 9.4
"Allora le chiedo di fermarsi un attimo per sistemarla meglio..."
Come mi rialzo, mi metto al suo fianco sul divano. Il mio sperma inizia a rapprendersi lasciando il candido busto macchiato. Lei è ancora a cosce aperte e mi viene naturale poggiare la mia mano sulla sua foga umida. Stringe le gambe imprigionando la mia mano e mi prega no non muoverla.
Vorrei che anche lei mettesse la sua mano sul mio uccello ma vedo che è ritrosa vedendolo ancora lucido delle sue secrezioni. Allora le chiedo dove fosse il bagno per darmi una rinfrescata e, solo allora, Daniela si ricorda che non ha aperto il rubinetto dell’acqua giù nello scantinato. Dopo essermi asciugato con una salviettina, mi infilo i calzoni mentre lei mi spiega dove andare e cosa fare.
In due minuti sono di nuovo con lei e finalmente possiamo darci una sistemata. Prendo dalla mia sacca una maglietta e faccio indossare la mia a Daniela. Le sta larga e le arriva appena sotto la figa le chiedo di rimanere così ed anche io non indosso i jeans. Dopo un bel sorso d’acqua ci rimettiamo sul divano.
Vedo che le sta tornando una certa vergogna e la invito a parlarne. Le chiedo se, intanto le è piaciuto quello che abbiamo appena finito di fare. Mi dice che erano anni che non godeva così intensamente ma che, comunque, rimaneva una signora molto inesperta e che teme di deludermi. Le chiedo se ha dei rimorsi nei confronti del marito e della figlia. Dato che è quasi certa che lui abbia una tresca in ufficio visto che non ha quasi mai voglia di fare sesso con lei, mi risponde quasi si sente soddisfatta di farlo cornuto dopo una vita; per Rosa nemmeno si sente in colpa perché è stata lei la causa di tutto questo.
“Non puoi capire che piacere ho provato a sentirti dentro di me! Un ragazzo di nemmeno vent’anni che mi ha fatto sentire anche a me di averne altrettanti!”
Nel dirlo si gira verso di me e le nostre labbra si uniscono in un primo bacio di fuoco, sento la sua lingua nella mia ancora non espertissima bocca mentre la sua mano è corsa sul mio uccello a carezzarlo amorevolmente.
Come le nostre bocche si allontanano ha come un attimo di indecisione; sta pensando e decidendo qualcosa in cuor suo. Si alza di scatto come se volesse fuggire ma invece mi si para davanti a gambe leggermente divaricate: dalla mia posizione posso ammirarle lo slancio delle sue gambe, la figa semiaperta e la protuberanza del seno che, sotto la mia maglietta, nasconde in parte il suo mento. Non pensavo fosse così carina!
“Non sono pratica di sesso, ho fatto l’amore con mio marito sempre nello stesso modo, non sono brava a prenderlo in bocca, non l’ho mai fatto da dietro, le mie stesse mani non hanno esperienza, ma a tutto c’è rimedio! Voglio diventare la tua puttana e farti godere come nessuna donna ha fatto mai. Ma tu devi insegnarmi!”
Io insegnare? Posso al massimo dirle quali sono i miei desideri e voglie. Sono ancora io un pivellino!
“Daniela, comportati con me secondo le tue voglie io ti dirò le mie, per consigli maggiori rivolgiti pure alle tue amiche che penso siano più scafate di te, almeno così mi è parso di capire.”
“Adesso avrei voglia di baciarti lì in mezzo” le dico indicando il suo sesso.
La prendo per una mano e lei si fa guidare sul divano la faccio sedere con una gamba appoggiata al bracciolo e l’altra poggiata a terra. Poi mi sistemo davanti a lei e la fisso intensamente. I miei occhi vanno dai suoi e poi scendono fino al suo ventre per poi tornare a fissarla in volto.
“Nessuno mi ha mai guardato come stai facendo adesso!”
“Provi vergogna?”
“No al contrario è piacevole!”
“Allora quando sei con me, dovunque e con chiunque ci troviamo, fatti guardare così! A partire dalla prossima volta che vengo a studiare a casa tua!”
“Non credo sia possibile! Ci sarà Rosa, Camilla e a volte anche altri tuoi colleghi! Poi non sempre posso, sai….”
“Certamente, in quei giorni, ti farai ammirare il seno!”
“Te lo già detto parlane con le tue amiche! E se ti fanno un certo tipo di proposta io sono disponibile anche per loro!”
“Dai adesso apri la figa e offrimela da leccare!”
Mette le mani ai lati del suo sesso e infilando i medi tra la peluria la separa, poi ha quasi un movimento verso la mia bocca che è lì a pochi centimetri dalla sua figa come a voler anticipare il contatto con le mie labbra. Inizio a leccarla come mi ha detto di fare Camilla partendo dall’alto verso il basso usando solo la punta della lingua. Poi dopo diversi passaggi anche le mie labbra si uniscono alle sue labbra intime mentre la lingua la penetra dove, qualche minuto fa, era la mia cappella.
Sento dopo pochi minuti la mia bocca riempirsi delle sue secrezioni mentre lei si dimena quasi urlando. Solo quando inizia a quietarsi le prendo anche la gamba che poggia a terra portandomela sulla spalla e così da mettere in evidenza anche l’ano che scendo a solleticare con la punta della lingua facendola contorcere di nuovo con una nuova scarica di piacere.
Sollevo la mia faccia dalla sua vagina e la fisso in volto: è stravolta. Le chiedo se anche Giorgio gliela lecca così.
“Ma quando mai!! Dopo quaranta e più anni sto scoprendo cose mai provate grazie a te!!”
“Grazie a Camilla, semmai” le rispondo.
“Ah già Camilla…che marpiona quella!”
Mi avvicino a lei per vedere se vuole baciarmi, così come sono, bagnato di lei.
“C’è sempre una prima volta!” e poggia le sue labbra sulle mie e sento la sua lingua iniziare a leccarmi labbra, guance e persino la punta del naso che le ho affondato in figa mentre le stuzzicavo il buchetto posteriore.
Ho l’uccello che mi duole per quanto è duro ma vedo anche che la signora è sazia di godimento per cui decido di non proseguire oltre.
È già passato da poco mezzogiorno e le chiedo dove mangeremo. Mi dice che nei paraggi c’è un piccolo ristorante e che andremo lì.
“Sei certa di farti vedere con me? Qui ti conoscono e la cosa potrebbe creare sospetti e maldicenze!”
“Non ti preoccupare, le persone che conosco e frequento adesso non ci sono e, siccome non andiamo quasi mai fuori a mangiare, nemmeno al ristorante mi conoscono. Poi dovessimo incontrare qualche conoscenza sei sempre il ragazzo di mia figlia che ci sta aspettando a casa!”
Io ho già la maglietta addosso e mi infilo di nuovo i jeans e le scarpe di tela. Daniela mi chiede perché non indosso lo slip e le dico che così sono sempre più pronto all’azione. Sorride sorniona mentre indossa una bella gonna a portafoglio al ginocchio con sotto un paio di calze tenute su dal reggicalze e dal bustino che porta chiari i segni del mio piacere che copre con una maglietta abbottonata sul davanti i cui primi bottoni mi premuro di slacciare. Mi lascia fare divertita. Ma poi si ricrede un po' quando mi chino a togliere prima e infilare molto più in alto lo spillone che chiude i lembi della gonna, mentre sono piacevolmente sorpreso dal fatto che, nel posizionare i lembi, intravedo il pelo della figa all’aria.
Mentre ci avviciniamo al piccolo ristorante, vedo la sua faccia sorridente e soddisfatta e le chiedo: “senti l’aria lì sotto?”
“Certo, è una sensazione stupenda, mai provata prima!”
Nel camminare però anche i lembi della gonna svolazzano quasi liberi visto che lo spillone è quasi all’altezza dell’anca e questo vedo che la infastidisce. Allora le chiedo di fermarsi un attimo per sistemarla meglio. Ci appartiamo dietro una panchina in pietra con lo schienale alto per ripararci da sguardi indiscreti e mi chino per sganciare lo spillone.
“Fermo per favore!”
Penso che qualcuno ci abbia visto. Ma in giro non vedo nessuno a portata di sguardo.
“Rimettilo dov’era … se voglio diventare la tua puttana…devo pur pagare qualche scotto.”
E ripreso il cammino mi pare che si muova con più sicurezza e anche un pizzico di sfrontataggine.
Nel ristorante scegliamo, dato che era praticamente vuoto di sederci in un angolo da dove possiamo controllare tutta la sala che non è nemmeno così grande.
L’ampio tovagliato bianco del tavolo fa si che seduta Daniela possa comodamente coprire la coscia che si scopre continuamente visto la il tessuto della gonna continua a scivolare sulle setose calze.
Addetto al servizio c’è un ragazzo della mia età o giù di lì che non riesce a dissimulare il suo interesse per la bella signora seduta al tavolo per cui chiedo a Daniela se si rende conto di quanto colpisca la sua presenza.
Mi risponde che mai si è resa conto di suscitare un tale interesse. Le dico che tutto forse è dovuto anche alla sua postura che è quella di una donna consapevole della sua bellezza cosa che fino a ieri nascondeva.
“Ma credo anche dipenda dal fatto che l’aria si è riempita del profumo della tua figa!”
“Perché si sente qualcosa?” mi chiede preoccupata.
“Sto scherzando ma io che so sono oltremodo eccitato”
“Anche io lo sono!”
All’arrivo del primo piatto prendo il lembo della tovaglia e lo sposto quel tanto da mettere in mostra la parte alta della gamba di Daniela agli occhi del cameriere che quasi non rovescia il piatto su di me.
Daniela mi fulmina con lo sguardo ma lascia che il ragazzo indugi ancora a fissare il panorama.
Pagato il conto, usciamo con il ragazzo che non si perde un attimo del passo di Daniela e della visione che lascia dietro di sé.
In strada mi prende sottobraccio e si stringe a me sussurrandomi che l’aria sotto la gonna le sta raffreddando la figa. Mi piace il suo modo schietto di parlare e glielo dico apertamente. Mi risponde che pensa di poter fare ancora meglio.
Sono quasi le quindici quando rientriamo nell’appartamento e appena chiusa la porta alle nostre spalle Daniela mi offre le labbra per un nuovo caldo bacio mentre la sua mano è già corsa a palparmi il cazzo. Mi si para davanti, si accovaccia mostrandomi lo splendore della sua figa nuda e, con una maestria che non le facevo, mi slaccia i pantaloni estraendo il mio uccello già quasi sveglio. Lo annusa profondamente e lo abbocca con veemenza. Sento i suoi denti sulla pelle della cappella e dopo poco sono costretto a sfilarglielo dalla bocca perché temo possa farmi del male.
“Non va masticato, ma succhiato, leccato, baciato!”
“Se non incomincio non imparerò mai!”
Fa subito tesoro delle mie parole e inizia di nuovo, Stavolta lo lecca e, allargando la sua dolce bocca, inizia a pompare senza massacrarmi.
Mi godo questo momento di passione da parte sua e sento che sta cominciando ad apprezzare il cazzo in bocca.
Ma vuole godere anche lei e sente che si sta facendo tardi. Così molla la presa e si alza a baciarmi di nuovo.
“Adesso scopami!”
La faccio appoggiare al tavolo del salotto e da dietro la penetro dopo aver sputato sulla sua figa che proprio di essere bagnata non ne ha bisogno.
Colpi lunghi e profondi mentre le afferro le tette i cui capezzoli sono duri e puntuti.
“Voglio sborrati dentro!”
“Non farlo per favore. Non oggi.”
Accelero i miei movimenti pelvici fino a quando riesco a resistere e mi sorprendo a resistere così tanto. Non voglio deluderla, per cui quando sento arrivare il suo orgasmo lascio che venga e rallento il mio movimento per apprezzare il risucchio della sua figa sul mio cazzo. Poi pur a malincuore esco da lei e, avvicinandomi al tavolo dal lato dove ha appoggiato il viso, le disegno il mio piacere sulla guancia, tra i capelli e sul collo.
Se vuole essere la mia puttana prima comincia meglio è.
Rimane così distesa sopra il tavolo con il culo in bella mostra, a gambe larghe e la figa umida e luccicante fino a che non le porgo il mio fazzoletto per detergersi da mio piacere.
Lentamente si solleva e si pulisce la faccia ad occhi chiusi. La vedo anche annusare il profumo della mia sborra, per l’assaggio ci sarà tempo.
Dopo esserci ricomposti rimaniamo sul divano mano nella mano per una mezz’ora senza proferire nemmeno una parola. Entrambi stiamo ripassando nella memoria quanto accaduto in queste ore.
Sono passate le cinque e io devo sparire prima dell’arrivo del sig. Giorgio.
Dico a Daniela nel salutarla che è stato il più bel giorno della mia vita.
Domani quando la rivedrò capirò se davvero vuole diventare la mia puttana oppure continuare a vivere con il ricordo di questa dolcissima e sensuale giornata di fine maggio.
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