Prime Esperienze

Ricordi 2


di giov60
19.12.2018    |    22.899    |    8 9.3
"Mia madre per evitare che la professoressa potesse pensare che…..."
Per quanto mi riguarda il mio percorso di studi nel liceo del capoluogo di provincia era iniziato tre anni prima con il mio lodevole impegno coronato, alla fine di ogni anno scolastico, dalla conseguente promozione a giugno. Non ero il primo della classe ma me la cavavo bene. All’inizio del quarto anno con l’arrivo di una nuova insegnante, invece, subito si palesarono difficoltà in storia e filosofia. Io studiavo sempre allo stesso modo con impegno continuo ma già dalle prime interrogazioni in quelle materie venivo sempre messo in difficoltà dalla professoressa che, di conseguenza, mi giudicava insufficientemente preparato. Non mi resi conto allora che ero la pedina di un gioco messo in atto dalla matura signora, che aveva scelto me quale passatempo per quell’anno scolastico. Al ricevimento dei genitori che si tenne verso la metà di novembre, le mie lacune nello studio delle due materie vennero palesate ai miei. E alla fine del colloquio mia madre fu presa in disparte per il tempo appena necessario a concordare un appuntamento tra le due signore. Mamma si recò a casa della professoressa e questa le comunicò che era disponibile ad impartirmi lezioni private gratuitamente per una paio di giorni a settimana tre settimane al mese. Si raccomandò poi a che la cosa rimanesse riservata, molto riservata e mia madre la rassicurò pienamente. Questo accordo mi avrebbe costretto a fare salti mortali per due volte a settimana per conciliare i tempi di scuola con quelli delle lezioni a casa della professoressa.
Mia madre per evitare che la professoressa potesse pensare che….., ma anche da questa consigliata, fin dalla prima lezione pretese che mi presentassi all’insegnate tirato a lucido, docciato e profumato. Quando bussavo alla porta di casa sua dovevo apparire come un lenzuolo fresco di bucato, perfettamente stirato e che emanava un fresco profumo di pulito. Poi almeno una volta al mese ero caricato di regali quali barattoli marmellate, sottaceti e dolci di varia fattura: il tutto molto ben accetto dalla matura signora.
La casetta dove questa viveva con suo marito era appena fuori dalla cittadina in posizione alquanto isolata: nessuno poteva vedermi entrare ed uscire. Le prime lezioni furono solo semplici lezioni dove però capii che la mia preparazione era già di per se più che sufficiente e la signora si rassicurò ulteriormente che non avrei mai rivelato a nessuno la frequentazione di casa sua. Già durante la seconda settimana le cose cominciarono a palesarsi per quello che erano. Se a scuola era ritenuta l’oggetto del desiderio di buona parte degli alunni, nell’intimità del domestico domicilio si rivelò una seduttrice spietata. Mi accoglieva sempre con il solito sorriso, ma intuivo che c’era qualcosa di diverso. Durante le lezioni veniva a sedersi al mio fianco e sempre più spesso l’argomento delle stesse erano di soggetto sempre più intimo tanto da indurmi a confidarle i miei più reconditi pensieri, anche quelli che avevo per l’universo femminile in generale e più in particolare nei confronti delle mie amicizie, non ultime le compagne di studio e, soprattutto, con Gina.
La signora divenne sempre più, con estrema signorilità e tatto squisito a dire il vero, esigente nel conoscere i miei gusti e le mie preferenze più intime e anche i suoi atteggiamenti nei miei confronti iniziarono a cambiare sia con i gesti che con l’abbigliamento: più i nostri discorsi penetravano nei più recondite pieghe dei miei pensieri, più il vestire diventava osé. Si passò dalla classica giacca e gonna a comodi maglioni sempre più corti per arrivare a sensuali vestaglie trasparenti. Fino a che, un pomeriggio mentre parlavamo delle mie scarse conoscenze del mondo femminile, mi chiese se mi fosse piaciuto avere lei come maestra di sesso.
Così dicendo, guardandomi negli occhi, portò la sua mano sulla mia coscia, iniziando lentamente a risalire fino a sfiorami la patta gonfia. E mentre con la sua mano destra passava e ripassava dove più sensibile era il mio desiderio, la mano sinistra afferrò la mia mano destra invitandola ad intraprendere, per la prima volta, la dolce risalita delle sue cosce.
Il mio impaccio era più che evidente nell’accarezzarla. Così mi invitò ad alzarmi dal tavolo per passare al più comodo ed ampio divano. Mi fece sedere e si pose alla mia sinistra facendo in modo che la vestaglia indossata si aprisse oltre il decente. La sua gamba destra era appoggiata sulla seduta del divano mentre la sinistra pendeva da questo. Avevo la visione della matura signora che, con ostentata malizia, mi mostrava le sue intimità foriere di, ancora per me, sconosciute piacevolezze.
Riprese la mia mano e la rimise all’inizio della coscia invitandomi a carezzarla. Il contatto con le sue calze fumé era nuovo per me e mi dilettai di quel contatto risalendo molto più lentamente di quanto forse lei stessa pensava. Poi il passaggio dalla calza alla nuda e serica pelle mi fece provare una scarica di piacere che porto nel cuore ancora oggi. Intanto lei godeva della mia sempre più indiscreta carezza. Quando la mia mano arrivò a percepire il caldo umido del suo inguine fu preda della sua mano che guidò la mia nella prima intima carezza. Praticamente, solo dopo lo capii, si masturbò usando la mia mano fino a godere bagnando letteralmente lo slip nero e semi trasparente che indossava.
Passato l’acme del piacere mi disse che, per non mandarmi a casa in condizioni pietose, avrei potuto godere della sua oscena posizione per soddisfarmi masturbandomi davanti a lei, cosa che feci molto volentieri bagnando con il mio piacere le sue calze fumé e provocando il lei un nuovo profondo brivido di piacere.
“Sarò molto esigente più che in storia e filosofia, perché voglio godere molto e, soprattutto fare di te un vero puledro da letto!” mi disse congedandomi.
“Per la prossima volta non portare libri, però porta con te il tuo uccello riposato. Di pure ai tuoi che, siccome devi prepararti alla prova trimestrale scritta, sarò io a riportati a casa a sera tarda e che domenica prossima sei costretto a stare con me per tutta la giornata!”
Mi insegnò a far godere una donna in mille modi, prese la mia verginità, mi diede bocca, figa e culo, fino a spossarmi. Mi insegnò e pretese poi lunghi amplessi dove godeva più volte della mia, ormai, esperta lingua e, soprattutto, del mio insaziabile uccello che amava tenere in bocca per lunghi, goduriosi pompini. Mi disse che una vera donna si riconosce anche dal fatto che ama dissetarsi del piacere del maschio.
Per sette mesi due volte a settimana fui “costretto” ad essere il suo giocattolo sessuale, soddisfacendo quella che era, veramente come i miei compagni di classe pensavano, una vera amante del sesso.
A giugno fui promosso con otto in storia e filosofia e con un dieci e lode in sesso e trasgressione.
Prima degli scrutini convinse i miei a farmi passare un intero fine settimana con lei. In quell’occasione conobbi di persona il marito e insieme a lui feci la mia prima esperienza di triangolo ed ebbi modo anche di provare il piacere di ricevere un bel cazzo in bocca e di essere a mia volta oggetto del piacere orale di un altro uomo.
Ad ottobre, quando iniziò il nuovo anno scolastico, la professoressa mi salutò cordialmente davanti all’ingresso della scuola, avvisandomi che avrebbe scelto un nuovo “allievo” per le sue lezioni private, sempre in quarta liceo, come faceva ormai da anni! Che donna!!
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