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incesto

Sandra 11


di giov60
04.02.2019    |    12.378    |    1 8.9
"Dopo i pochi minuti necessari ad una veloce lavata di viso, scendiamo in cucina cosi come avevamo visto fare a Sandra che non indossava nient’altro che la sua..."
I raggi del sole che filtrano dalle tapparelle abbassate toccano già il pavimento della stanza, segno che e passata già una buona parte del mattino, quando mi sveglio abbracciato a mamma e destato dalla pacca sul sedere che Sandra mi ha appena dato. Il tempo di svegliare anche il mio cervello e mi ritrovo con mia moglie a cavalcioni su di me che mi sbaciucchia invitandomi ad aprire gli occhi. Le belle tette di Sandra ballano invitanti davanti al mio sguardo ancora assonato e, in automatico, le mie labbra afferrano uno dei suoi capezzoli per iniziare a succhiarlo.
Mi lascia fare e provvede a spostare il suo busto sulla mia faccia affinché possa succhiarle anche l’altro capezzolo per alcuni secondi ma poi, a malincuore si stacca dalle mie labbra quando capisce che sono sveglio e che anche il mio cazzo, che sente rilassato tra le labbra della sua figa, inizia a dare segni di vitalità. Scende quindi da sopra di me dando a mamma, che apre gli occhi in quel frangente, il buon giorno con la visione del mio uccello che è già eretto a mo’ di obelisco. E, mentre pronuncia il suo buongiorno, mamma corre con la sua mano ad afferrare il mio cazzo per portare anche a lui il suo saluto mattutino.
Sandra ci invita a scendere di sotto per la colazione che l’ora è già avanzata e la via del ritorno ci aspetta. Dopo i pochi minuti necessari ad una veloce lavata di viso, scendiamo in cucina cosi come avevamo visto fare a Sandra che non indossava nient’altro che la sua serica pelle.
Mano nella mano io e mamma facciamo il nostro ingresso nella stanza dove già ci aspettato gli altri e Nina ci viene incontro con uno splendido sorriso. Prende per mano mamma e la mette a sedere davanti a Fabio che è appoggiato al tavolo già coperto di cibarie per la colazione e dove siede al fianco di Sandra che è di fronte a mio padre Mario mentre Nina conduce me sull’altro lato del tavolo e mi posiziona nello stesso modo degli altri maschi sedendosi a sua volta di fronte a me.
Non ci vuole molto a capire che, contrariamente al solito dove sono le vacche ad essere munte per fornire il latte necessario al cappuccino, adesso saranno i “tori” ad essere i fornitori del bianco liquido per una sana colazione. L’operazione, di per sé molto gradita da noi maschi, dura il tempo necessario che mi consente di apprezzare come mamma non ha nessuna difficoltà a bere dalla grossa “cavola” di Fabio tutto l’asprigno frutto della sua “botte”, anzi al termine si lecca anche le labbra guardandomi con voluttuosità, cosa che insieme alla esperta e goduriosa azione a cui sono anch’io sottoposto dall’assetata bocca di mia suocera, mi procura l’ultimo brivido di piacere che mi consente con somma goduria di dissetare la riarsa gola di Nina. Non essendoci poi molto pane nella dispensa lasciamo alle signore il piacere di imburrare le poche fette sul tavolo e mangiarle dopo aver cosparso sopra di esse un’ottima marmellata fatta da Nina, mentre noi maschi ci limitiamo a leccare la stessa marmellata dopo averla spalmata sulle depilate fighe delle nostre “bevitrici” che, a loro volta, possono godere grazie all’abilità delle lingua di noi maschi.
Felicemente spossati e dopo aver rigovernato la cucina e rassettato tutta la casa che fra una settimana sarà piena di nuovo di molte più presenze, salutati Nina e Fabio che rimango lì fino a sera, saliamo in macchina per far ritorno verso casa.
Durante il tragitto Sandra propone di pranzare tutti e quattro a casa nostra e tutti siamo d’accordo, per cui non passo da casa dei miei ma saliamo tutti a casa mia. Salutata la baby sitter che ci accoglie nascondendo il suo viso dietro i grandi occhiali che, secondo me non indossa per necessità ma solo per l’eccessiva timidezza, ci spostiamo tutti in camera di nostra figlia che è subito preda dei nonni. Sandra mi ricorda che devo accompagnare la ragazza verso casa e mi dà i soldi necessari per pagarla.
Vado verso la camera degli ospiti per vedere se è pronta ed la trovo china sul borsone che sta terminando di mettere a posto. Ha un culo spettacolare in quella posizione e i leggings che indossa lo disegnano perfettamente come mettono in evidenza un paio di cosce piene e forse non adatte all’indumento che indossa.
Mi ripeto, è un po’ grassottella e di una timidezza che non dovrebbe appartenere ad una ventenne di oggi ma tant’è, rimane il fatto che questa ragazzina mi intriga non poco e siccome ormai la conosciamo da un paio di mesi, decido che voglio vedere fin dove posso arrivare, perché ho comunque il fondato sospetto che lei non è insensibile al fascino mio e di Sandra.
Mi cambio velocemente e indosso volutamente una tuta piuttosto aderente che mette bene in evidenza il mio pacco oltre a disegnare molto la mia fisicità di trentenne sportivo e tonico.
In macchina, da dietro le grandi lenti, i suoi occhi non si staccano un minuto da un punto ben preciso del mio corpo. Percepisco il suo turbamento ma non voglio spaventarla in nessun modo per cui, solo all’arrivo davanti al portone del palazzo dove condivide l’appartamento con un’altra studentessa, come a salutarla le metto una mano sulla coscia sinistra e le do una piccola stretta come a saggiarne la consistenza per poi carezzarla leggermente. Avverto il brivido della sua pelle e il rossore che le imperla il viso. Ancor più confusa mi saluta ma sento che fa fatica ad uscire dall’auto come se volesse rimanere più a lungo. Come scende dall’auto, le chiedo se la sua disponibilità è limitata al fine settimana o se io e mia moglie possiamo disporre di lei anche in settimana. Mi risponde che per noi è sempre disponibile. La ringrazio con un largo sorriso e la saluto di nuovo mentre mi accingo a ripartire.
Il pomeriggio passa in assoluto riposo davanti alla tv e solo verso le sei vengo chiamato in camera da Sandra mentre mamma e papà sono ancora davanti alla tv.
Con fare da gattona in calore, mi chiede mentre mi si struscia addosso, se non sono d’accordo a riportare mamma a casa e a rimanerci anch’io perché lei vuole rimanere solo con mio padre con cui “approfondire” un certo discorso che è appena iniziato. Le do della troia, che lei accetta di buon grado come un complimento e ne approfitto per dirle della baby sitter cicciona che mi ha fatto venire certe voglie. Mi becco un “porco” meritatissimo e mi chiede cosa deve pensare se adesso inizio a desiderare ragazzine… le rispondo che non mi stupirei altrettanto se fosse lei a desiderare imberbi giovincelli. Mi risponde che per fare la nave scuola c’è ancora tempo e non mancherà l’occasione. Comunque l’idea della cicciona, che poi così cicciona non è, la intriga non per altro per la timidezza che la ragazza emana e che potrebbe nascondere una nuova femmina cosi come è successo per mia madre.
Tornato il salotto comunico a papà la necessità di dover ancora lavorare per rendere stabili le corna con cui gli ho appena adornato la fronte, per cui sono costretto dalla bisogna a dove riportare mamma a casa e rimanere con lei che, da come mi sta guardando, approva il mio dire. Sarà mia cura appena lasciata mamma a casa, ritornare per portargli il necessario per rimanere “prigioniero” nella camera degli ospiti di casa mia.
Infatti, dopo che mamma mi ha consegnato la borsa con gli indumenti del “cornuto”, faccio ritorno nella mia dimora.
Entrato in casa e trovo Sandra che non ha perso tempo e, seduta sulla poltrona davanti al suocero, si sta accarezzando la figa spalancata davanti allo sguardo allupato del maturo uomo.
Papà ha il cazzo in mano e si sta masturbando lentamente come gli sta chiedendo di fare la nuora che gli ricorda comunque che lui, essendo prigioniero, non potrà fare null’altro che guardare, mentre a casa sua la dolce consorte sta lavorando duramente per rendere inamovibili le corna dell’amato marito e lo sta facendo come meglio non potrebbe addirittura con il figlio. E questi, porco com’è, certamente approfitterà per far fare alla mammina anche qualche altra esperienza non in famiglia in modo da renderla una vera “puttana”.
Sandra si accorge della mia presenza, peraltro non inaspettata, e approfitta per dedicare anche a me la scosciata esibizione girando appena il bacino verso la mia persona e affondando tre dita dentro l’accogliente antro della sua femminilità. Il mio cazzo tende il pantalone della tuta in modo inverecondo tanto da costringermi ad indossare un soprabito per uscire di nuovo, non prima però di aver fatto segno alla mia dolce metà che rimarremo in contatto con il cellulare per condividere i momenti più trasgressivi.
A malincuore esco di casa lasciando quello spettacolo che mi arrapa sempre ogni volta che Sandra si esibisce con un altro uomo, ma il mio piccolo dispiacere è subito soffocato dalla visione di mamma che, ritornato indietro, trovo in guepiere e calze a rete con indosso un grembiulino, il tutto regalo di Nina, intenta a preparare la cena. E, finalmente, come dolce mamma mi offre la sua figa che posso assaporare in tutti i suoi innumerevoli gusti dall’inizio fino alla abbondante secrezione del suo orgasmo mentre lei, chiamata al cellulare dalla consuocera, la ringrazia per averla invitata a cambiare lo stile di vita che, adesso alla prova dei fatti, la fa sentire viva e vogliosa come da tempo aveva dimenticato di essere.
Sandra nel frattempo, decisa ad usare mio padre come meglio gli viene voglia, lo sta soffocando con la sua figa che il pover’uomo è costretto, ma neanche poi tanto, a leccare in profondità e che deve anche provvedere ad un intimo bacio allo sfintere anale della nuora di cui non ha ancora apprezzato l’elastica accoglienza.
Saranno ore di duro lavoro per il mio povero genitore che può soddisfare la sua eccitazione solo masturbandosi senza aver possibilità di affondare in quella troia della nuora almeno finché questo gioco non giunga alla fine. Ed infatti la voglia di cazzo di Sandra prende il sopravvento al mattino dopo quando subito dopo colazione, si appoggia al tavolo della cucina lasciando che il maturo consuocero possa apprezzare il caldo abbraccio del suo secondo canale che viene riempito dalle ultime gocce di piacere di Mario. Adesso tutti abbiamo bisogno di un giorno almeno di riposo assoluto.
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