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Cose di casa - 1


di giov60
08.02.2019    |    44.844    |    8 9.6
"Il tutto precipita, si fa per dire, dopo il ricevimento delle famiglie dei professori liceali della mia sorellina durante il mese di novembre di quest’anno..."
Mi chiamo Gino ho vent’anni e sono uno studente universitario che, per non gravare sulle casse di famiglia, ha scelto di frequentare la facoltà di architettura nella città dove risiedo con la mia famiglia composta da mamma, papà e mia sorella, studentessa liceale di qualche anno più giovane di me.
Ho anche una ragazza, coetanea e amica di mia sorella, che da un anno mi fila ma che non riesco ad amare come dovrei perché tra me e lei ci sono delle diverse vedute sulla vita che tendono a farci litigare e discutere spesso. Cosi come spesso, ormai da un paio d’anni, sento discutere e litigare mamma e papà per i più futili motivi. E, a dire il vero, uno dei motivi che non mi ha fatto scegliere di non andare a studiare in un’altra sede universitaria è anche questa situazione familiare che mi fa stare male perché voglio bene ai miei con tutto il cuore anche se, intuisco, il loro rapporto è ormai agli sgoccioli. Mia sorella, anche lei a conoscenza della situazione, in questi ultimi tempi si è ulteriormente legata a me, forse proprio a causa di quanto avviene in casa.
A vent’anni anche se non sono ancora pienamente adulto nemmeno sono più un ragazzino, poi il serio approccio che ho avuto nell’affrontare il corso di studi liceali, prima dell’università, mi ha fatto essere il migliore in assoluto di tutto l’istituto e soprattutto, grazie al continuo colloquio con i miei insegnanti, mi ha portato a essere maturo non solo negli studi ma anche nel modo di affrontare la vita.
Infatti, nonostante quanto accade quotidianamente in casa, ho un ottimo rapporto sia con mio padre sia con mamma con i quali mi confronto chiedendo e dando consigli su ogni aspetto della vita. Per cui conosco i motivi di litigio tra i due che sono stati generati da una prima scappatella di papà subito scoperta da mamma.
Quando ne ho parlato con mio padre questi mi ha detto tutto quello che era accaduto tra lui e la moglie di un dirigente dell’azienda dove attualmente lavora. Questa signora stufa della mancanza di attenzioni del marito tutto casa e lavoro, si era confidata con mio padre, del quale entrambi avevano ed hanno grande stima, e papà era diventato il loro referente per cercare di risolvere la questione. Ma il papà non era riuscito a sottrarsi all’avvenenza della donna che, pur di apparire sempre desiderabile, alla fine aveva diretto i suoi segnali sessuali verso di lui invece che verso il marito insensibile.
Mamma grazie ai messaggini presenti sul cellulare di papà aveva, nel giro di nemmeno un mese, scoperto la tresca che, comunque, aveva subito percepito, perché mio padre, come un coglione, non stava più dedicandosi a lei come aveva sempre fatto.
Non potendo riparare al danno compiuto da mio padre che, ubriaco delle attenzioni della signora, era caduto ai suoi piedi, ho rivolto le mie attenzioni verso mamma cercando di consolarla e invitandola a darsi da fare per riconquistare il marito che non vedeva più nella moglie quella bella donna che in effetti mamma è. E siccome, come uomo l’ho consigliata di darsi una svecchiata nei modi e nel vestire, l’ho anche spesso accompagnata in giro per l’acquisto di quanto necessario: abiti nuovi, alcuni dei quali succinti e che mettevano in risalto la sua bella figura, scarpe nuove e anche tanta stuzzicante lingerie e articoli di intimo che io, assistendo alle sue sfilate di prova, approvavo o meno per come riusciva ad indossarle. Il più delle volte le prove dei indumenti venivano ripetute anche a casa e quindi mentre eravamo soli al mattino dei giorni feriali, quando io non avevo lezione in facoltà, con la differenza che io in casa mi lasciavo andare molto più di quanto non facessi nei negozi, dove assistevo mamma con un certo distacco emozionale. Infatti nel chiuso del nostro appartamento, mi sembrava che la genitrice si dedicasse ad indossare quei capi con un certo senso di malizia nei miei confronti e che godesse delle mie parole di approvazione che erano comunque più audaci di quelle pronunciate nei negozi e di fronte anche alle commesse. Ma bastava che superassi di qualche millimetro la linea dell’intimità e dello scherzo seppur malizioso che mamma si irrigidiva mettendo fine allo spettacolo. Tutto questo comunque in me aveva cambiato molto la percezione che avevo della bella mammina. Avevo scoperto che la signora era dotata di una certa carica erotica, fino ad allora e giustamente direi, esclusivamente dedicata a mio padre ma che progressivamente stava trasparendo sempre più dalla sua figura e stava diventando patrimonio di tutti con una speciale dedica, almeno così la mia mente sempre più offuscata intuiva, nei miei confronti.
In casa infatti da alcuni mesi mamma, in assenza del marito e della figlia, uno per lavoro e l’altra per studiare, aveva iniziato ad indossare un vestiario molto più frivolo e di questa sua maliziosa e sbarazzina presenza ero io l’unico a poterne fruire perché, già poco prima che mia sorella rientrasse da scuola, tutto rientrava nella assoluta normalità.
Quello che rimaneva costante era il suo netto rifiuto a concedermi qualsiasi approccio che nono fosse quello canonico del rapporto madre-figlio. Dovevo subire ed in silenzio le sue provocazioni e non potevo reagire in sua presenza in nessun modo.
Avevo di conseguenza iniziato a dare sfogo alle mie pulsioni nel chiuso della mia stanza quando al pomeriggio in casa regnava la calma più piatta, anche perché quando uscivo con la mia ragazza lei quasi mai era ed è propensa ad uscire dal guscio della sua chiusura mentale inculcatole in famiglia.
La stessa però si confida con mia sorella che, al contrario dell’amica, si rivela essere molto più interessata al mio stato e desiderosa di porvi rimedio. Infatti accade sempre più spesso che i suoi approcci nei miei confronti siano diventati molto più audaci ma io, con la mente piena delle emozioni procuratemi da mia madre, non me ne rendo ancora conto, provocando in lei un moto di stizza nei miei confronti.
Il tutto precipita, si fa per dire, dopo il ricevimento delle famiglie dei professori liceali della mia sorellina durante il mese di novembre di quest’anno. La mattina dopo mamma mi convoca in salotto per mettermi al corrente che la ragazza ha denotato una forte carenza nelle materie scientifiche e tecniche che solo un corso di recupero può colmare. Mi trovo d’accordo con mamma che bisogna trovare un’insegnate di sostegno per riportare mia sorella ad un grado di apprendimento sufficiente a evitarle guai peggiori. Come se avesse avuto una rivelazione, a questo punto mamma mi propone di essere io quell’insegnante e che sarò anche retribuito per questa mia nuova mansione. Le dico che ci devo pensare bene e da solo. Infatti in quel momento lei è seduta di fronte a me e le sue cosce scoperte dalla corta gonna che indossa, mi distraggono troppo per poter dare una risposta ponderata alla richiesta.
Al pomeriggio convoco nella mia stanza mia sorella che accorre subito come fosse felice del rimbrotto che sa di dover subire dal fratello maggiore.
Entra in camera con ancora indosso la tuta con cui era rientrata da scuola ed io inizio subito la mia tiritera sull’importanza dell’impegno scolastico che lei subisce senza proferir parola. Solo alla fine, quando le comunico che sarò per lei un inflessibile docente, lei si scioglie in un sorriso smagliante e mi abbraccia stringendosi a me fino a farmi percepire sulla coscia il suo monte di venere che struscia con evidente piacere.
La cosa mi sorprende e, già eccitato dai miei pensieri su mamma, il mio corpo reagisce cosi che lei avverte la durezza del mio basso ventre sul suo virgineo addome. Come soddisfatta da quanto ha appena avvertito si stacca da me e mi guarda mordendosi il labbro inferiore e socchiudendo gli occhi in uno sguardo che vuole essere di complicità. Esce poi a dare la notizia a mamma che, poco dopo, bussa alla mia porta. Siccome deve uscire per incontrare delle amiche, è già vestita e con la borsetta in mano. Indossa un comodo maglioncino con un collo a v da dove si intravede l’inizio del suo seno e un paio di fuseaux che, aderentissimi, lasciano poco all’immaginazione. Infatti le disegnano un culo da favola e, sul davanti, il tessuto sottile e teso, mostra inequivocabile il disegno della sua vagina dato che il maglione è a vita piuttosto alta e nulla nasconde del suo basso ventre. Se voleva far colpo su di me, bene: sono K.O.!!
Il disegno della sua bocca atteggiata con una smorfia che sa di malcelata e maliziosa soddisfazione, mi confermano che è soddisfatta della mia reazione. Mi ringrazia per aver voluto aiutare mia sorella e torna a sottolineare che sarò adeguatamente ricompensato e di pensare a cosa desidero ricevere a retribuzione del mio impegno.
Tutto diventa chiaro il giorno dopo quando mia sorella con indosso un maglione che le arriva a metà gamba e indossando anche delle francesine, entra in camera mia chiudendo alle sue spalle la porta dopo aver chiesto a mamma di non disturbarci per almeno un paio d’ore.
Si siede sulla poltroncina che è posizionata ai piedi del mio letto e di fronte alla scrivania dove sto studiando per il prossimo esame universitario. Accavalla le gambe e non posso fare a meno di apprezzare la vista che la studiata malizia del suo abbigliamento mi offre: il maglione risale fino all’attaccatura del bacino e le francesine appena sopra il ginocchio disegnano con voluta malizia la coscia esposta in tutta la sua nudità. Mi sembra di vedere mia madre ma con vent’anni meno e anche molto più maliziosa.
La sorellina con disarmante semplicità mi mette al corrente che, lungi dal non essersi applicata nello studio, ha tramato tutto quanto successo solo per poter trascorrere con me lunghe ore di beata solitudine perché grazie alle confidenze della mia ragazza e sua amica ha deciso di voler essere lei a soddisfare le mie giuste richieste che la stupida amica continua a negarmi.
Si alza dalla poltrona e viene ad mettersi di fronte a me dopo avermi fatto allontanare quanto basta affinchè lei possa comodamente appoggiarsi alla scrivania si alza il lembo del maglione con studiata lentezza e mi mostra la sua figa nuda coperta appena da un leggero strato di corta peluria dicendomi che non vede l’ora di sentire la mia lingua lambirla cosi come io avevo chiesto di fare a quella stupida della mia ragazza.
Mi prende per i capelli approfittando del mio stupore e mi ritrovo a leccarle il sesso ancora intatto che lei provvede con le sue dita ad allargare favorendo il movimento della mia lingua. Mi tiene stretto a se fino a quando, dimenandosi violentemente e mordendosi le labbra per non gridare, raggiunge l’apice del piacere godendo il suo primo orgasmo grazie alla mia bocca.
Passati pochi minuti durante i quali lei rimane oscenamente esposta al mio sguardo sollevandosi dall’appoggio mi invita a prendere il suo posto e, sedutasi fi fronte a me mi chiede di insegnarle a fare un pompino. Cosi dicendo provvede a tirami giù i pantaloni della tuta che indosso mettendo a nudo il mio pacco ancora stretto nello slip. Infilando un dito nell’elastico di questo permette al mio uccello di saltare fuori in tutta la sua vigoria e lo sguardo meravigliato disegnato sul suo viso mi dicono che sta apprezzando molto quanto le si presenta davanti.
Afferra subito con le mani la dura verga fraterna e come seguendo un innato istinto piega il mio membro duro fino a portarlo a disposizione della sua bocca. La sua lingua inizia un lento gioco sulla mia cappella e ho la forza di chiederle se non mi avesse detto bugie circa la sua inesperienza dato che il suo fare contraddice. Ma lei scuotendo la testa mi conferma che è la prima volta e che se il suo fare è solo frutto della morbosa passione che covava nei miei confronti e a cui adesso vuole dare libero sfogo. I dolore che mi provocano i suoi denti quando abbocca il mio cazzo mi fanno capire che è veramente alle prime armi e cosi quando mi porta al limite le chiedo di fermarsi e di togliersi il maglione, cosa che fa immediatamente in modo tale che io possa godere innaffiandole il seno che nudo e sodo mi si appalesa davanti.
Il calore del mio sperma le provoca un ulteriore piacere che lei sottolinea accarezzandosi tra le gambe aperte.
Ci siamo appena ricomposti e lei mi sta dando prova che la sua preparazione scolastica è molto buona risolvendo una espressione matematica chinata sulla scrivania al mio fianco e dandomi cosi la possibilità di accarezzarle il sedere nudo e la figa ancora umida della mia saliva, quando sentiamo bussare alla porta. E’ mamma che ci chiama per la cena e che, aperta la porta, ci trova seduti uno al fianco dell’altra intenti a ripassare quanto il libro aperto sulla scrivania ci propone. Una messa in scena clamorosa!!
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