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incesto

Nostalgia


di giov60
12.10.2023    |    29.090    |    8 9.6
"Si contorce dagli spasmi dell’orgasmo tenendomi la testa ben attaccata al suo ventre di donna matura e mai sazia..."
Sto finendo di controllare le dichiarazioni dei redditi che devo inviare all’Agenzia delle Entrate tra pochi giorni. Mi fido dei miei collaboratori ma controllare è sempre meglio che non farlo.
Siccome il lavoro è molto e il tempo non basta mai, ho detto a mia moglie di non aspettarmi per cena che rimarrò in studio almeno per altre tre o quattro ore. Preferisco fare una serataccia ma finire il lavoro che interromperlo per riprenderlo poi domani o dopo. Il mio studio è al piano strada di un bel palazzo dei primi del Novecento al centro della cittadina di diecimila anime sulla costa adriatica in provincia di Lecce, profondo sud, come si diceva fino a qualche anno fa. I turisti sono ormai andati via e la città sta riprendendo il suo aspetto autunnale.
Mi chiamo Giuseppe ho 35 anni e sono sposato da quasi 13 anni, un figlio di 12 e una figlia di 10 anni. Dall’età del mio primogenito si intuisce che il mio è stato un matrimonio “riparatore” perché a vent’anni ho fatto l’errore di fidarmi della mia attuale moglie, ora 32enne, che mi diceva di non essere fertile in quei giorni mentre invece… Però grazie alle condizioni economicamente floride dei miei suoceri ho potuto finire gli studi ed, in seguito, iniziare la mia attività prima collaborando proprio con mio suocero, poi prendendo io in mano lo studio tre anni fa.
Ho anche una sorella di tre anni più giovane di me con la quale ho avuto un rapporto morboso che ci ha legato per anni, fino a quando, dieci anni fa, anche lei è convolata a nozze con un bravo ragazzo, amico mio, che la sopporta con amore. Adesso lei vive a una mezzora di auto da qui e cerchiamo di non vederci spesso perché la passione ci è rimasta dentro e non si è mai sopita anche se dal giorno del suo matrimonio non abbiamo più avuto rapporti carnali. Non che non ne abbiamo avuto la possibilità ma dobbiamo sopportare il feroce controllo dei nostri genitori, suoceri e coniugi, dato che i primi sono a conoscenza della situazione i secondi, almeno mia suocera, ma questa è un’altra storia, sono, diciamo gelosi dei rispettivi genero e nuora e i nostri rispettivi coniugi ci tengono a che tutto fili liscio per loro e per il buon nome della famiglia.
Devo anche dire che mia moglie e mia sorella sono coetanee ed amiche della prima ora, fin dalle scuole elementari. Ma questo non significa che pur essendo molto intime si siano confidate tutti i più morbosi segreti, almeno sono certo che mia sorella non le abbia detto nulla della nostra relazione. Ma l’intuito femminile a volte prevarica anche i muri del silenzio.
Dopo questa lunga premessa torno ad oggi, sono ormai le diciannove e trenta quando decido di uscire per prendermi un pezzo di pizza o un calzone per smorzare la fame che inizia a farsi sentire. Andare in pizzeria e tornare è un attimo e alle venti sono di nuovo davanti al pc. Dalle veneziane ancora scostate filtra la luce dei lampioni della strada e intravedo il passeggio serale dei miei concittadini. Decido di chiudere le veneziane così da impedire ai curiosi passanti di sbirciare nello studio. Ho appena finito di parlare con mia moglie che vuole sincerarsi se tutto procede per il meglio quando squilla il campanello. Qualcuno che si è accorto delle luci accese, incurante dell’ora vuole essere ricevuto! Vado ad aprire e mi trovo davanti mia sorella con una grossa busta in mano. La faccio accomodare e, stupito di vederla, le chiedo come mai fosse in città. Mi risponde che era venuta per delle compere e che mi aveva visto passando poco prima in macchina che uscivo dalla pizzeria.
Aveva intuito che sarei rimasto in studio anche dopo cena e aveva voluto farmi una sorpresa.
Si siede sulla poltroncina davanti alla mia scrivania e accavallando le gambe lo spolverino che indossa si apre a mostrarmi una coscia che, fasciata da una calza autoreggente, si mostra fin quasi alla rima del sedere.
Strabuzzo gli occhi perché non c’è traccia di gonna sotto lo spolverino! Con studiata lentezza si alza e slaccia la cintura dello spolverino che aprendosi mette in mostra il suo corpo coperto solo dalle calze, un minuscolo slip e un reggiseno a balconcino dal quale spuntano i suoi capezzoli. Lo spolverino cade a terra e lei, girando attorno alla scrivania mi si pone davanti con le cosce allargate appoggiandosi al mobile davanti al pc. Avverto il calore del suo corpo e l’odore della sua figa che pulsa invitante sotto lo striminzito tanga. Con la mano scosta l’indumento e mi offre la visione del suo sesso che da dieci anni sogno di rivedere.
Non c’è bisogno di parlare, cosi come facevamo da ragazzi.
Si allarga le labbra della figa e, l’invito non potrebbe essere più esplicito, si protende verso di me quel tanto da permettermi di riassaporare il suo dolce afrore. Affondo la bocca sul quel delizioso frutto della mia passione che anni fa mangiato per prima e che tante volte mi ha soddisfatto e saziato con l’abbondanza delle sue secrezioni.
Avverto il duro clitoride vibrare sotto la mia lingua che ha acquisito esperienza proprio qui dentro e, vista la sua voglia, la porto a godere in pochi minuti. Si contorce dagli spasmi dell’orgasmo tenendomi la testa ben attaccata al suo ventre di donna matura e mai sazia.
Un umido bacio, poco dopo, le fa assaporare il suo stesso godimento riportandoci indietro di dieci anni, al giorno del suo matrimonio, quando volle baciare il suo novello sposo con la bocca che fino a poco prima aveva baciato la mia ripulendola del suo stesso piacere.
Mentre mi bacia le sue mani scendono a liberare il mio uccello che, scambiandoci la posizione, adesso vogliosa abbocca con tutta l’esperienza fatta in gioventù. E’ un pompino da favola, si sente che lo fa con amore più che con la voglia repressa di dieci anni. Mi conosce e sa che può affondare fino allo sfinimento dato che riesco a rimandare l’orgasmo a mio piacere e al suo comando.
Poi si appoggia di nuovo alla scrivania e mi invita a scoparla. Ritrovo così il calore della sua figa che mi avvolge il cazzo e mi riporta a casa dopo tanto tempo. Si, devo ammetterlo: questa è la mia figa e questo è il cazzo di mia sorella.
Dopo diversi minuti durante i quali la sento godere ancora, lei, portandosi le mani dietro si allarga i glutei facendomi vedere quanto stia fremendo il suo buchetto posteriore. L’invito è palese. Esco dalla sua figa e punto la cappella lì dove fino a dieci anni fa ho passato le migliori ore della mia vita sessuale. L’ano si apre con una certa resistenza e lei, girando verso di me il suo viso stravolto dal piacere , mi avverte che il cornuto del marito non lo usa. Che scemo mio cognato!
Alla terza spinta l’ano inizia a cedere e con la delicatezza di dieci anni fa riesco a far grugnire di piacere mia sorella quando, poco dopo, le affondo tutto il mio uccello nell’intestino. La sento di nuovo godere poco dopo e il suo sfintere mi munge il cazzo fino a portarmi a dieci secondi dalla fine. Ma riesco a resistere. Dopo averla sentita godere di nuovo, con suo disappunto, le sfilo il cazzo dal culo e, mentre lei si accascia sulla poltrona, vado in bagno a lavare il mio pisellone così da poter finire in gloria la serata, come facevamo da ragazzi.
Lei ha già capito che la voglio dissetare a dovere ed è già pronta alla bisogna. Mi appoggio alla scrivania e subito lei imbocca il cazzo della sua vita. Sa che non c’è bisogno di pompare per farmi venire ma solo di comandare. Infatti si sfila l’uccello di bocca e, ora soffiandoci sopra, ora picchiettando con la punta della lingua la cappella, inizia ad invitarmi a dissetarla. “Dai fratellino, fammi bere!!”
Squilla improvviso il suo cellulare che lei ha poggiato sulla scrivania.
E’ il cornuto.
“Pronto caro, si arrivo tra poco, ho incontrato un’amica e siamo qui in un bar a bere qualcosa!”
“Bevo e sono subito a casa!”
Non ha bisogno di toccarmi per capire: mentre chiude la chiamata, con le labbra abbocca la mia cappella dalla quale sgorga copiosa la bevanda tanto desiderata.
Ingoia con voluttà tutto il mio piacere e, mollato l’uccello, risale leccandomi il ventre e il petto fino alla mia bocca. Ci scambiamo un bacio di fuoco.
Sono da poco passate le ventuno e trenta quando tira fuori dalla grossa busta gli abiti che indossava prima di venire da me e si riveste velocemente.
“Mi faccio sentire presto! Basta con la forzata lontananza!”
Sento lo scatto della porta che si chiude dietro di lei. Da oggi per me sarà dura!!
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