Prime Esperienze

Ricordi 1


di giov60
19.12.2018    |    26.317    |    5 9.6
"Questo nutrito scambio ci ha aperto le porte di ricche, nobili ed annoiate famiglie dove, fin dall’ inizio degli anni ottanta del secolo scorso, ci si..."
Mi chiamo Franco ed ho 65 anni e mia moglie Gina di anni ne ha 61, non vecchi per carità, ma alcuni maledetti acciacchi non ci permettono più di vivere una appagante vita sessuale come avevamo pianificato nei nostri desideri, per cui adesso viviamo di ricordi che sono comunque tantissimi.
Fino a solo un paio di anni fa la mia dolce signora era ancora una apprezzata “nave scuola” di ragazzi alle prime armi e più di una volta ci siamo trovati a dover “istruire” anche le dolci ragazze affidate alle nostre cure dai genitori, a loro volta nostri amici, che condividevano con noi alcuni tra i piaceri della vita: buon sesso e buona cucina. Così come noi ci siamo compiaciuti di portare a “maturazione” la prole di alcuni tra i nostri più cari amici, altrettanto loro hanno fatto con la nostra.
Proprio qualche giorno fa, mettendo a posto la cantina di casa, ci siamo ritrovati tra le mani alcuni album dove, tra foto e lettere, avevamo raccolto i maliziosi nostri ricordi.
Sia io che Gina fin da ragazzi abbiamo, prima forse inconsapevolmente ma poi volutamente, preferito frequentare persone molto più grandi di noi per percorrere le strade dei piaceri del sesso. Con il passare del tempo poi abbiamo trasmesso alle giovani generazioni tutto il nostro sapere. Dai quarant’anni in su abbiamo intrecciato le nostre vie lussuriose con persone quasi sempre più giovani di noi così da compensare le avventure degli anni precedenti dove Gina si è quasi sempre dissetata a collaudate fontane, mentre io, con il mio viso da adolescente ero preda dei morbidi e caldi rifugi delle esperte spose dei fontanieri di cui sopra.
Questo nutrito scambio ci ha aperto le porte di ricche, nobili ed annoiate famiglie dove, fin dall’ inizio degli anni ottanta del secolo scorso, ci si “preoccupava” di organizzare serate piccanti con scelti ospiti. Poi, subito dopo, la cosa si è, diciamo così, industrializzata con i primi, mitici, Club Privè e le prime riviste specializzate nel mondo dello scambio di coppia: “La Villa” di Grottaferrata vicino Roma e “Fermo Posta” tanto per fare un piccolo esempio. Siamo poi arrivati a oggi dove impera Internet. Io e Gina abbiamo vissuto, felicemente e goduriosamente, tutti questi passaggi insieme a tante persone squisite che nel corso di questi quasi cinquant’anni hanno voluto essere nostri compagni di viaggio e con alcune di queste abbiamo anche intrecciato un serio e splendido rapporto di amicizia. Dopo tutto questo tempo posso tranquillamente dire che in ogni regione italiana e in molti paesi europei abbiamo amici sinceri che ci aprono le porte di casa loro per ospitarci, cosi come noi facciamo nei loro confronti.
L’amicizia tra me e Gina, nata in tenera età per la frequentazione delle nostre famiglie, si è trasformata durante la nostra prima giovinezza prima in complicità poi in amore proprio grazie al fatto di essere riusciti ad aprirci l’un l’altra e a mettere in comune le esperienze che andavamo vivendo. Io e Gina siamo stati ed ancor oggi siamo un libro aperto l’un per l’altra e questo è il sale di una unione d’acciaio che dura ormai da quasi mezzo secolo.
Abbiamo avuto la fortuna di avere come primi “educatori” ai piaceri del sesso due belle persone: lei uno zio, marito della sorella della madre, io una mia insegnate al liceo! Nessuno di noi è stato violentato, semmai, entrambi molto precoci, ci siamo fatti guidare da chi aveva intuito le nostre curiosità e con molto tatto, devo essere sincero, ci hanno introdotto, non solo nel mondo del sesso ma, di conseguenza, anche nel mondo della trasgressione. Forse questo secondo passaggio è stato solo il frutto delle prime esperienze da noi vissute.
Lo zio di Gina era il più bell’uomo del nostro paese e si era allora appena sposato con la sorella della madre di lei, bella donna anche questa e, siccome era anche molto solare, anche chiacchierata in paese. I due si sono trovati a dover ospitare per un certo tempo la giovane nipotina che, per motivi di studio, era stata loro affidata dai genitori. Gina tornava in paese solo al sabato pomeriggio per poi ripartire la mattina del successivo lunedì. Già allora aveva un viso dolcissimo con una bocca che era tutto un programma per i cultori della cosa, essendo disegnata per i pompini! Anche il suo fisico, seppur magro, come era d’imperio degli anni ’70 del secolo scorso, non era acerbo ma ben disegnato e pieno nei punti giusti. Le gambe poi, insieme alle sue labbra, sono state sempre un suo motivo di vanto e un richiamo irresistibile per tutti.
La mia professoressa di storia e filosofia, invece, era a prima vista una irreprensibile insegnate quarantenne, ma sprizzava sensualità da tutti i pori. Dal fisico minuto ma ben disegnato, era alta un metro e sessanta, aveva l’abitudine di vestire sempre in modo castigato ma estremamente sensuale. Gli occhiali che indossava davano al suo volto una malizia mal celata e molto accattivante. Anche in classe il suo tono di voce era sempre molto caldo cosi, dopo un mese di scuola, noi suoi alunni eravamo affascinati dalla sua personalità. Scommettevano tra di noi, guardandola entrare in classe, se avesse scopato o meno il giorno prima solo dalla espressione del suo volto. Era, tra tutto il corpo insegnante, la sola ad aver acceso in tutti i maschi della classe i più scabrosi desideri.
Gina, che non era insensibile al fascino dello zio, con l’intuito femminile che l’ha sempre contraddistinta, seppur inconsciamente, aveva iniziato, appena entrata in quella casa, l’ opera di seduzione nei suoi confronti. Coccole ben distribuite sia a lui che alla zia, atteggiamenti vezzosi, consigliata in questo anche dalle compagne di scuola di città che erano più scafate di lei, studiate visioni delle sue armi migliori: gonne sempre più corte e vestiti che mettevano in risalto le sue forme, in questo si era fatta aiutare anche dalla zia a cui aveva confidato le sue voglie e i suoi più reconditi desideri, facendo di lei, una complice invece che una potenziale nemica. In poco tempo si era accorta di aver fatto colpo e che era diventata l’oggetto del desiderio sia dello zio sia, suo malgrado, anche della zia. Aveva infatti potuto ascoltare, in questo aiutata dalla zia, alcuni loro discorsi nell’intimità, origliando non vista dietro la porta volutamente lasciata socchiusa dalla donna, dopo che una sera si presentata a cena con addosso un maglione che le arrivava a mala pena sotto l’inguine, esibendosi, “involontariamente”, davanti alla coppia con maliziosi atteggiamenti: lo zio aveva confidato alla moglie la sua eccitazione per quanto andava accadendo ricevendone in risposta un dolce rimbrotto che era anche un lasciapassare essendo anche lei eccitata dalla cosa. L’accordo fu che come loro avevano apprezzato il comportamento della ragazza cosi avrebbero permesso alla stessa di poter godere di un loro atteggiamento più disinvolto all’interno delle mura domestiche. Da quel giorno quindi l’atmosfera in casa divenne più frizzante e maliziosa con le due donne che facevano a gara ad essere “carine” con l’uomo anche scambiandosi coccole tra loro due. Gina si sentì quindi in dovere di aumentare le effusioni nei loro confronti e già qualche giorno dopo coccolando lo zio in salotto, si era seduta sulle sue gambe e aveva potuto, per la prima volta, “sentire” quanto lo zio apprezzasse e, a sua volta, apprezzare la presente e considerevole consistenza dell’uomo.
Solo alcuni giorni dopo, approfittando dell’assenza della zia, che volutamente era uscita d’accordo con il marito, si era recata nello studio dove lo zio trascorreva parte del sabato e della domenica per sbrigare alcune pratiche di lavoro a portargli una tazza di the come questi le aveva gentilmente chiesto di fare. Per l’occasione Gina indossava lo stesso maglione di alcuni giorni prima con solo uno slip bianco. Poggiato il vassoio con il the sulla scrivania si era poi portata a fianco dello zio per curiosare su quanto l’uomo stesse facendo. Chinandosi sulla scrivania per meglio vedere, il maglione era salito quel tanto da scoprile un metà delle natiche e portando alla vista una parte dello slip. Aveva subito avvertito un caldo tocco all’inizio delle coscia, che lentamente era risalito fino alle mutandine provocandole il più dolce dei brividi. Naturalmente aveva agevolato la calda mano allargando le gambe, permettendo allo zio di apprezzare il calore emanato dalla sua intimità ancora intatta. Rassicurato ed eccitato dalla evidente accondiscendenza della ragazza, con l’altra mano, l’uomo aveva guidato la mano della nipote, che non aveva opposto nessuna resistenza, sulla sua patta gonfia di eccitazione. Gina, in estasi, aveva subito stretto la presa sul desiderato oggetto delle sue voglie. Invitata dallo zio, si era poi appoggiata con il sedere al bordo della scrivania stando così di fronte all’eccitato uomo. Lo zio le aveva allora chiesto se si fosse mai toccata. Alla affermativa risposta di lei, le aveva chiesto se avesse voluto farlo in quel momento davanti a lui che, in cambio avrebbe fatto lo stesso davanti a lei. Mentre Gina, con studiata ma anche inconsapevole lentezza, infilava la mano nel suo slip abbassandolo fino a farlo cadere per terra e metteva in mostra il suo fiore coperto di una leggera peluria ancora incolta, l’uomo, allontanatosi solo qualche centimetro aveva provveduto a sua volta ad aprirsi i pantaloni tirando fuori un uccello di rispettabili proporzioni e uno scroto ricolmo di due gonfie palle iniziando una lento su e giù. Le dita della mano destra di Gina avevano anche loro iniziato a stimolare, come meglio non avevano mai fatto, l’umido e ancora intatto fiore. Per alcuni minuti, occhi negli occhi, il gioco era proseguito così. Ma la femminilità di Gina, traviata dalla impellente richiesta delle carnose labbra della sua bocca, ad un certo punto, aveva indotto le gambe della ragazza a piegarsi fino a toccare terra, portando le assetate labbra a pochi centimetri dall’agognato oggetto di desiderio. Lo zio altro non fece che presentare la cappella alle labbra della nipotina che questa, solo guidata dal suo istinto di femmina, accolse in bocca il bell’uccello iniziando cosi il suo primo inesperto ma indimenticabile pompino. Nel frattempo la zia era rientrata in casa e silenziosamente assisteva alla scena dalla porta dello studio. Vedendo la nipote impegnata con passione nella goduriosa pratica ma, volendo sollevarla dall’ineluttabile finale che avrebbe forse potuto traumatizzarla, si avvicinò lentamente, ricevuto il consenso dal marito, ponendosi al fianco della ragazza, troppo presa da nemmeno potersi spaventare della sua presenta, con dolcezza staccò la giovane bocca dal membro del marito e aiutò la ragazza a rialzarsi e a stendersi sulla scrivania. In questo modo era adesso la bocca del marito a ricambiare il piacere a Gina mentre lei si sistemava a ricevere il liquido piacere del coniuge che avrebbe dissetato la sua più esperta bocca. Pochi istanti dopo un urlo di liberatorio piacere riempì la stanza annunciando al mondo l’orgasmo della ragazza, l’abbondante venuta dell’uomo e il più composto godimento della matura donna.
Questo è stato per Gina il suo ingresso ufficiale nel mondo del sesso che da quel giorno fu spesso ospitata nel talamo di quella casa dove offrì la sua verginità alle esperte cure dello zio e della zia.
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