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A NOTTE FONDA - Prima parte


di giov60
12.10.2023    |    38.630    |    15 9.5
"Avverto che la punta tocca le sue tonsille e quasi va oltre..."
Non sono ancora le quattro del mattino di un sabato di fine estate e la mia vescica mi sveglia perché ieri sera ho bevuto abbondantemente e adesso mi chiede di essere svuotata. Scivolo giù dal letto facendo attenzione a non svegliare la mia dolce mogliettina che dorme profondamente accanto a me anche lei sazia per la bella serata appena trascorsa dove è stata molto ammirata dagli altri invitati cosa che mi ha procurato un sottile piacere e una piccola vene di gelosia, com’è giusto che sia, quando sai di avere accanto una femmina calda e carina.
Siamo una coppia di 44 e 41 anni di onesti lavoratori che vive in un piccolo centro a qualche decina di chilometri dalla capitale in una bella casetta con giardino, frutto di tanti sacrifici.
Infilate le ciabattine da camera e con indosso solo una maglietta (odio dormire con pigiama o slip), do una occhiata verso la mia dolce metà che dorme girata su un lato indossando anche lei una leggera e larga maglietta che è salita molto mettendo in evidenza un bel paio di chiappe, ben disegnate dallo stretto slip di tipo brasiliano, e le belle gambe che appena poche ore fa hanno attirato l’attenzione maliziosa di molti degli uomini e la malcelata invidia di molte delle signore che hanno partecipato con noi alla serata di festa del venticinquesimo di matrimoni di due nostri cari amici.
Entro in bagno senza accendere nessuna luce in corridoio per non svegliare mia figlia quindicenne che dorme nella camera poco lontano.
Dopo aver espletato le funzioni fisiologiche, mi attardo, mentre mi sto lavando il cazzo che so benissimo sarà preso di mira da mia moglie appena sveglia, così come avviene quasi quotidianamente e in modo particolare proprio nelle mattine dei fine settimana, in una lunga manipolazione, quasi una masturbazione piacevole che gonfia il mio cazzo fin quasi ad una erezione completa. Sto ripensando alla serata appena trascorsa: alle belle gambe di mia moglie che per l’occasione ha voluto indossare una gonna piuttosto lunga ma con uno spacco altrettanto profondo che ad ogni passo metteva in evidenza l’abbronzata e tornita coscia sinistra mentre una profonda scollatura metteva in evidenza il suo seno che, a dispetto dei suoi quasi 42 anni, regge ancora benissimo l’ingiuria del tempo, focalizzando gli sguardi di quasi tutti i presenti.
La compiacenza che provo mi gonfia il cazzo che, asciugato dopo l’abluzione, adesso pende barzotto appoggiato al mio scroto voluminoso come quello di una statua di ellenica fattura. Mi ammiro allo specchio e la mia mano torna ad una compiaciuta ed intima carezza mentre torno in corridoio.
Con ancora il cazzo in mano mi avvicino alla camera di mia figlia per controllare se l’avessi disturbata.
La porta è, come sempre, socchiusa e io, favorito dal buio del corridoio, non ho difficoltà a guardare all’interno della camera illuminata fiocamente dal piccolo abatjour posto accanto al letto.
Forse se non avessi avuto il cazzo in mano e, quindi, non stimolato dal sottile piacere della carezza, non mi sarei soffermato più di tanto. Ma proprio il piacere che stavo provando mi ha, seppur involontariamente, portato a notare che Giulia, mia figlia appunto, indossava, non le classiche mutandine che spesso le vedevo addosso, ma uno striminzito tanga che metteva in risalto un culetto da paura che, per la posizione quasi prona che aveva nel sonno, era sfacciatamente in bella mostra in modo del tutto innocente forse ma sicuramente molto provocante.
È la prima volta che mi sto rendendo conto che la mia amatissima bambina, forse tanto bambina proprio non lo è più.
E’ più forte di me: entro piano piano nella stanza appena illuminata e mi avvicino al letto per godermi lo spettacolo più da vicino e nei tre passi che mi dividono dal giaciglio il mio cazzo già svetta orgoglioso in tutta la sua durezza. Le gambe di Giulia leggermente divaricate, mi permettono di infilare lo sguardo fin dove un padre non dovrebbe guardare. Ma adesso non è il padre a guardare ma un uomo che ha la mente annebbiata dalle scariche di piacere che il suo pulsante cazzo sta inviando al cervello.
Come un ragazzino ai primi turbamenti sessuali di fronte alla foto di una donna poco vestita, così anche io mi abbandono ad una lenta ma decisa masturbazione alla vista di quel triangolino di stoffa che cela quella che la mia mente immagina una paffuta patatina ricoperta di leggera peluria.
So che potrebbe svegliarsi ma sono dissennato come mai avrei immaginato e, lentamente, mi inginocchio al lato del letto perché la mia mano sinistra ha deciso di accarezzare le cosce di mia figlia. Solo un barlume di coscienza mi frena dall’appoggiare pesantemente la mia mano sulla indifesa carne di mia figlia. Accenno la carezza ad una distanza di un centimetro da quella pelle che fino a pochi minuti prima mai avevo pensato di desiderare; i miei polpastrelli apprezzano il calore che la carne nuda emana e scorre lentamente dal polpaccio fino ai glutei scoperti che immagino sodi come marmo. Nel frattempo, la mia mano destra stringe il duro cazzo con un andirivieni lento e costante mentre i miei occhi seguono la mano che a pochi millimetri sorvola il giovane corpo di Giulia.
Ma quei pochi millimetri scemano poco dopo quando, a dire il vero inavvertitamente, le punte delle mie dita sfiorano il gluteo destro di Giulia che ha un fremito più che percepibile. Mi spavento abbastanza e, con una certa fatica ma anche con una agilità che mi sorprende, in un attimo sono già oltre l’uscio della cameretta. Giulia come disturbata nel sonno pare svegliarsi mentre invece altro non fa che girarsi sulla schiena mettendosi supina con le gambe leggermente divaricate mettendo in evidenza un pube molto pronunciato anche grazia al ventre piatto di ragazza adolescente. Mi meraviglia notare che, sotto la sottile maglietta, si indovinano due capezzoli puntiti che sormontano le dolci collinette dei seni. Sto decidendo di rientrare perché, ormai temerario, voglio sfiorare quel monte di Venere che invitante mi fa cadere le ultime remore, ma avverto dietro di me una presenza. Milena, mia moglie, anch’essa bisognosa del bagno è scesa dal letto e mi vede accanto alla porta di nostra figlia. Solo la mia mano stretta attorno al cazzo che lei vede quando, appoggiandosi alla mia spalla, si sporge a controllare il sonno della figlia, mi rende meschino nei suoi confronti. Mi aspetto una di quelle ramanzine che tolgono la pelle di dosso e, soprattutto, il rifiuto ad accostarsi a me, ma nulla di questo accade, almeno in quel momento ed io approfitto del suo entrare in bagno per riguadagnare, contrito, il talamo nuziale.
Nonostante la figuraccia però il mio uccello non vuole saperne di abbassare la cresta tanto da costringermi a mettermi quasi prono per nascondere la mia eccitazione a Milena quando rientrerà in camera. Sento che anche lei si sta attardando in bagno, forse per rinfrescarsi la figa dopo aver orinato e forse anche perché sta trovando le parole per dirmi tutto il suo disprezzo nell’aver scoperto in me un padre snaturato.
Sono passati circa cinque minuti quando, ancora sveglio, sento Milena tornare in camera. Si siede sulla sponda del letto e sento che sta prendendo qualcosa dalla vicina cassettiera. Sento inequivocabile il rumore del nylon delle calze che stai indossando. Dopodiché si rialza e viene dal mio lato; nel frattempo, si toglie anche la maglietta e io la vedo nuda con solo le calze addosso. Stende la mano verso di me come ad invitarmi ad alzarmi. Mi alzo e la seguo in silenzio.
Arriviamo vicino alla porta della camera da letto di nostra figlia e Milena spinge la porta quel tanto che basta affinché si possa appoggiare allo stipite. Così fa e con la schiena appoggiata allo stipite della porta allarga le gambe perché io mi possa inginocchiare tra i suoi piedi. Mi invita a farlo e così mi trovo davanti alla bocca la sua figa che ha il corto pelo lucido di goccioline di umore. Mi prende per i capelli e avvicina il mio viso a lei fino a che le mie labbra non si poggiano sulle gocciolanti labbra del suo sesso
Come è giusto inizio a leccare il maturo frutto della passione mia affondando la lingua in quella carne che conosco da vent’anni e che ancora mi accende di desiderio.
Giulia potrebbe svegliarsi da un momento all’altro e potrebbe vederci in questa posizione oscena che mai mi sarei immaginato fino a qualche minuto fa.
Milena mi tiene per i capelli mentre capisco che sta guardando verso Giulia e la cosa deve eccitarla moltissimo.
In pochi minuti sento il mio viso che si bagna e mi sto dissetando come quasi mai era avvenuto alla figa di mia moglie che mordendosi il labbro inferiore sta godendo e contorcendosi sopra la mia bocca.
Mi sento tirare su dopo un minuto durante il quale ho finito di bere l’abbondante piacere di mia moglie; una volta tornato in piedi, Milena mi appoggia allo stipite della porta ed è lei adesso a scendere tra le mie gambe fino ad arrivare all’altezza del mio uccello che è teso come raramente mi accade negli ultimi tempi. Sento il caldo ed umido bacio della mia consorte che, come suo solito, subito affonda ingoiando quasi tutto il mio pur non piccolo uccello. Avverto che la punta tocca le sue tonsille e quasi va oltre. La cosa si ripete per quattro volte consecutive. Solo dopo questi affondi sento la lingua che comincia a roteare attorno alla cappella sempre più vorticosamente. Poi di nuovo le tonsille e subito dopo la lingua….
Questo dolce supplizio va avanti per pochi minuti perché stavolta sono io a guardare verso Giulia e ho, ad un certo istante, netta la sensazione che la ragazza si stia svegliando, dato che Milena non era certo silenziosa nel suo succhiare. Cerco di fermare mia moglie ma le mie mani invece di allontanarla dal mio cazzo le tengono la testa come a non volerla lasciare andare. E Milena tutto avrebbe voluto fare in quei momenti tranne che mollare l’osso, che osso non è, ma duro come tale sicuramente. Mentre penso di intravvedere gli occhi di Giulia aprirsi, sento l’acme del godimento sopraggiungere impetuoso e ricambio il favore ricevuto poco prima con una poderosa sborrata dissetante che Milena apprezza ingoiando.
Mia moglie si rialza e ci scambiamo un bacio peccaminoso mischiando i sapori dei nostri umori. Poi ci allontaniamo non senza aver prima constatato che Giulia non si è svegliata.
Tornati a letto ci baciamo ancora e Milena mi chiede se mi fosse piaciuta la cosa. Io ancora intontito dal piacere non riesco a negare e con tanta semplicità le rispondo che mi è piaciuto e anche tanto.
“Era ora che ti accorgessi che Giulia non è più una bambina!”
“Non sei in collera con me?”
“No no, ma devi sapere che sono già diversi mesi che la ragazza si mostra a te ma non ha mai ricevuto apprezzamenti e la cosa la faceva star male..”
“Io non mi sono accorto di nulla davvero!!”
“Eh, si. Lei si è confidata con me e la cosa le dispiaceva perché, timida com’è, si sentiva frustrata dal fatto che tu non ti fossi accorto che non è più una bambina… Per fortuna stanotte ti ho sorpreso a spiarla e ho preso la palla al volo a costo di fare un casino!”
“Speriamo che non si sia svegliata!! Comunque abbiamo fatto una cosa riprovevole!!”
“Perché non ti è piaciuto?!?! E non dirmi che mentre mi leccavi non pensavi a lei!!”
“Non posso negarlo e un po’ me ne vergogno.”
“Non ti vergognare perché non hai fatto nessuna azione violenta su di lei. Semmai da domani falle qualche complimento e vedrai che ne sarà felice!”
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