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Quarant'anni fa - Ricordi Cap. 2


di giov60
17.05.2016    |    30.276    |    3 9.7
"E mentre lei mugola tutto il suo piacere, mi alzo e mi avvicino inondandola con il mio piacere sul seno e sul ventre..."
Adesso so e solo una cosa mi frena: mia madre vuole od è costretta?
Il dubbio mi assale e non va via dalla mia mente. Quindi tutto quello che mi è successo è successo perché mio padre ha costretto mamma oppure è stata mamma che, dopo aver visto la forza della mia dotazione e accesa da una voglia che forse nemmeno lei sapeva di avere, presa dai sensi di colpa ha raccontato tutto a papà e lui, ormai semi impotente da quello che ho visto, pur di non perderla le ha concesso il permesso? Era indubbio che la cosa lo eccitasse e non poco e di questo ero certo per aver sentito i loro discorsi. Questo dubbio mi tormentava perché in fondo volevo essere io il protagonista di questa storia e non mi piaceva invece sapere di essere l’oggetto di un gioco perverso dei mei. Il fatto era però che volevo mamma e che la volevo come piaceva a me. Per Fabio invece la cosa era diversa, sua madre sentendosi lusingata dalle particolari attenzioni non solo del figlio ma anche mie che ero l’unico frequentatore di quella casa dopo la perdita del genitore, dopo non pochi ripensamenti, sicura che la cosa non sarebbe mai trapelata, aveva forse rimosso gli ultimi ostacoli morali per intraprendere una situazione certamente per lei vantaggiosa e che avrebbe potuto esserlo anche per il mio amico Fabio per curare almeno in parte la sua eiaculazione precoce. Poi c’era da dire che sin da subito Fabio s’era trovato in vantaggio su di me in quanto sua madre si era già masturbata con lui presente anche se non si era denudata.
Già nel giro di qualche giorno i colloqui tra di loro si erano fatti molto intimi ed anche i giochi. Sua madre aveva iniziato a rispondere alle sue richieste e, siccome a lui piaceva molto guardare, già pochi giorni dopo in salotto lei aveva accennato ad uno spogliarello molto lento durante il quale aveva permesso al figlio di guardarla molto da vicino, di toccarla e aveva iniziato ad insegnarli su come accarezzarla e farla godere e anche si era più volte masturbata davanti a lui a gambe oscenamente aperte. Ma soprattutto aveva iniziato a masturbarlo e a fargli dei bellissimi pompini ma senza l’ingoio perché diceva non ne era mai stata capace. Al contrario dopo aver insegnato al figlio a leccarla faceva sempre in modo di venire tenendogli ben stretta la faccia contro la sua figa. E tanto doveva bastargli perché non si sarebbe fatta scopare mai. Le ultime parole famose! Volevo parlargli ma stranamente per una settimana a scuola non era venuto. Mi chiama alcuni giorni dopo per vederci sia per sapere i compiti di scuola sia perché anche lui voleva confidarsi con me. Viene a casa nello stesso pomeriggio di quel giorno e mi dice che in effetti non era stato malato ma che era stato comunque a letto per far recuperare quasi nove mesi di astinenza della madre e a curare la sua eiaculazione precoce che era di molto regredita in quella settimana. La madre aveva improvvisamente ceduto e, mandati a farsi benedire tutti i propositi di non scopare, si era concessa con tutta la sua voglia repressa. Che figlio fortunato!
Fabio aveva promesso alla madre di non dire niente a nessuno ma io non ero nessuno. Ma questa è un’altra storia e se avrò tempo la racconterò.
Quando Fabio andò a casa io ero al massimo dell’eccitazione per quanto mi aveva raccontato e anche per l’invidia che provavo per lui. Anche io dovevo darmi da fare, innanzitutto dovevo capire bene la situazione. Il caso volle che papà dovesse andare per alcuni giorni dalla zia a Modena e quindi solo in casa con mamma avrei potuto indagare. Partito papà ero curioso ed ansioso di vedere come si sarebbe comportata mamma e anche io ero pronto a darle una mano. Infatti già nel pomeriggio mamma era venuta in camera mia vestita in modo molto provocante con una gonna molto corta e una maglietta molto aderente sotto la quale non indossava reggiseno. Per poi gironzolarmi attorno per farsi ammirare e io mi sono complimentato con lei dicendole che ero orgoglioso di avere una mamma cosi carina e seducente. Ma evitava in ogni modo il contatto fisico. Cosi dopo cena in salotto, io sulla poltrona di papà e lei seduta quasi di fronte a me sul divano, dopo aver spento il televisore che quella sera non trasmetteva nulla di bello, abbiamo iniziato a parlare del più e del meno mentre lei si mostrava o cercava di farlo in modo sensuale: era la prima volta che fra noi non c’era la porta del bagno oppure il finto sonno da parte mia. Io non potevo dirle che avevo ascoltato il colloquio a letto tra lei e papà ma volevo portarla a parlare di noi e del suo cambiamento di atteggiamento nei miei confronti.
“Sai mamma che stasera e tue gambe sono molto belle, si vede che le hai depilate per bene”
“Ma cosa stai a guardare le mie gambe!”
“Perché non posso guardarle? Anzi a dire la verità da qualche giorno non faccio altro che ammirarti per un certo tuo cambiamento sia nel vestire che nell’atteggiarti! Improvvisamente sei cambiata e devo essere sincero sei adorabile e molto sensuale!”
“Non sono queste le parole che un figlio dovrebbe dire a sua madre!”
“ E cosa c’è di male se ti dico che sei bella e che ….. mi ecciti! Tanto lo so che lo sai da quando giorni fa in bagno hai visto con i tuoi occhi ….”
“ Sei un pervertito! Anzi adesso che ci penso sei stato molto maleducato quel giorno …”
“Maleducato? Ero tutto teso…per te e ho voluto solo dimostrartelo”
“Avrei dovuto darti due sberle quel giorno in bagno”
“Ma non l’hai fatto; anzi quando mi sono girato hai fatto cader la spugna ma la mano non l’hai abbassata e per me è stato il paradiso!”
“Un figlio non dovrebbe comportarsi come hai fatto tu con sua madre!”
“E una mamma come te perché si fa vedere nuda e a gambe spalancate da suo figlio quando è in bagno? Il vetro smerigliato della porta del bagno non nasconde l’ombra di qualcuno che sta li dietro, quindi tu lo sapevi e lo sai che sono li a guardarti. Potresti mettere un asciugamano sulla maniglia per impedirmi di guardarti ma non lo fai.”
“Dimmi la verità mamma. Ti senti lusingata o turbata da tutto questo e, per prima cosa, lo hai voluto tu o qualcun altro?”
Mi alzo dalla poltrona e vado sul divano accanto a lei non senza aver messo in mostra tutta la mia eccitazione che gonfia il mio pube, mi tolgo la maglietta e rimango a petto nudo e con addosso solo i pantaloncini tesi dal mio cazzo.
“E devo anche dirti che l’altra sera ero sveglio quando sei venuta in camera mia ….”
“Oddio che vergogna” e si copre il volto, ma lascia scoperte abbondantemente le gambe.
“Dai mamma parliamone”, seduto accanto a lei mi faccio forza e le metto una mano sulla coscia per vedere la sua reazione; sento i muscoli irrigidirsi ma percepisco anche un fremito in lei. Mi accosto ancor di più e le accarezzo il viso e inizio a sbaciucchiarla sulla guancia.
Allora si rilassa e inizia a raccontarmi quanto le è accaduto. Mi aveva sorpreso tempo prima insieme a Fabio mentre intenti a leggere dei giornaletti ci stavamo masturbando ed aveva apprezzato, non rendendosene pienamente conto, quanto fossimo dotati. Il suo lato razionale l’aveva fatta subito andar via mentre quello irrazionale le aveva acceso una eccitazione nuova e mai provata. Per cui aveva iniziato a spiarmi senza che me ne fossi accorto. Le sue visite in camera mia erano state già diverse fino alla sera in cui ero sveglio, ma le coperte invernali avevano impedito di poter guardare bene, mentre ultimamente, da quando dormivo scoperto o solo con il lenzuolo, si era trattenuta più a lungo ma non era mai riuscita a accarezzarmi per timore che mi svegliassi e soprattutto per le remore morali che fino a poco tempo fa l’attanagliavano. Una ulteriore spinta ad una visione diversa della vita e del piacere gliel’aveva data lo zio di Modena quando, nelle sue visite a casa prima del matrimonio con la zia, non aveva mancato, da libertino qual era, di corteggiarla e di provocarla nel suo essere femmina.
Le chiedo se con lo zio ci fosse stato qualcosa ma lei nega qualsiasi approccio fisico, solo una lunga chiacchierata molto spinta in cui lui l’invitata a togliersi i panni di donna morigerata. Solo dopo ho scoperto che non era così.
Poi quanto accaduto in bagno l’aveva convinta a osare di più. Mi dice che una scossa l’ha percorsa quando ha sentito sul dorso della mano il contatto con il mio “pisellone”.
“Mamma vuoi vederlo e toccarlo il mio pisellone?” le dico mentre la mia mano scorre su per le sue cosce.
Solo quando arrivo vicino al suo paradiso e il lato esterno del mio dito mignolo sente il setoso suo pelo, mi afferra la mano per allontanarmi.
“Sei senza mutandine!” Abbassa lo sguardo come per vergogna, ma io la incalzo “Dai mamma facciamo come l’altra sera solo che adesso facciamo guardandoci negli occhi”
Mi metto sul lato del divano e mi tiro giù lentamente i pantaloncini, e lei pure si posizione sull’altro bracciolo. Siamo di fronte e mentre il mio cazzo svetta libero lei poggia una gamba sul divano e l’altra a terra aprendosi al mio sguardo.
“Mamma togliti la maglietta” e dopo un attimo i suoi capezzoli duri e lunghi puntano verso di me.
Iniziamo lentamente a masturbarci e lei scosta la sua folta peluria per farmi ammirare la sua figa che, dato il suo corpo minuto sembra più un fiore, grande quando un bocciolo appena aperto di rosa.
Sono minuti di infinita dolcezza e al tempo stesso di infinita lussuria. Non vuole toccarmi mentre io vorrei. L’accontento, facendo una inaudita violenza a me stesso, sapendo che questo è solo l’inizio.
“Dimmi quando stai per godere” dice mentre le sue dita corrono veloci sul suo clitoride; “No dimmi tu quando stai godendo che non ho mai visto una donna godere”.
Dopo pochi minuti, comincia a tremare e mi avverte chiedendomi di godere su di lei ma senza toccarla. E mentre lei mugola tutto il suo piacere, mi alzo e mi avvicino inondandola con il mio piacere sul seno e sul ventre. Poi torno ad accasciarmi accanto a lei.
Apre gli occhi dopo un paio di minuti di profondo silenzio, si bagna la mano con il mio piacere spalmandoselo sul seno. Poi si alza di scatto e fuggendo si chiude in camera.
“Buona notte Mamma!”
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