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Quarant'anni fa - Ricordi Cap. 5


di giov60
18.05.2016    |    26.862    |    1 9.7
"Mi si inginocchia davanti e aperto il mio accappatoio, anche se non ce n’era bisogno da to che il mio cazzo era ben fuori, si prende le tette tra le mani e..."
Il mattino dopo esco per andare a scuola, sono gli ultimi giorni e tra poco iniziano gli esami di stato, per cui gli impegni sono tanti e gravosi anche se ho sempre studiato con profitto e quindi sono preparato. E tra pochi giorni festeggerò anche il mio 18 compleanno, sarò maggiorenne si ma sono ancora “vergine” se cosi vogliamo dire. Non ho ancora una ragazza anche se qualcuna mi ronza attorno e, per non dare adito a pensieri strani in paese, con qualcuna saltuariamente esco, ma nessuna finora mi sembra adatta a me. Anche se più emancipate delle loro madri, sempre ragazze di paese sono, e di un paese del sud ancora ben arroccato a certi principi: Non si espongono più le lenzuola della prima notte per dimostrare l’illibatezza della sposa ma la mentalità è quella. Poi, con l’esperienza che ho maturato a casa e con il mio amico Fabio, credo che la tradizione sia più di facciata che reale, quindi prima o poi incontrerò quella che potrà essere la mia donna. Per adesso, oltre agli esami di stato il mio pensiero è uno solo: la figa di mia madre.
Per il mio compleanno la festa era quella di invitare alcuni tra amici e parenti per un frugale taglio della torta e per passare una serata tra giovani a ballare “alla luce della radio”, per chi sa cosa voglio intendere, ma sempre sotto il controllo di arcigni genitori e nonni ma almeno in quei momenti potessi sentire tra le braccia il corpo di una ragazza e, se eri sfrontato, farle sentire, durante i balli “lenti”, il pacco sul suo ventre. Il massimo della trasgressione! E cosi fu. Penso che in paese alcune delle ragazze con cui ero andato a passeggio e con le quali mi ero appartato, avessero messo in giro voci sul mio pacco, visto che quella sera furono diverse le pretendenti per ballare con me e con il mio amico Fabio. Noi ci guardavamo divertiti da questa situazione ma poco interessati alle ragazze perché avevamo per le mani ben altro!
All’ora di cena erano tutti andati via e mamma stava mettendo a posto mentre io mi trattenevo ancora con Fabio scambiandoci opinioni sulle ragazze ma soprattutto su come andavano le cose a casa. Ero ancora vicino allo stereo prestatomi da un mio cugino cosi misi su un lento e invitai mamma a ballare con me mentre Fabio guardava i titoli dei dischi. Afferrai mamma e la strinsi a me; era riluttante per la presenza di Fabio ma io la convinsi a lasciarsi andare un pochino. Erano ormai diversi giorni che per un motivo o per un altro, non avevamo più avuto il tempo di coccolarci. Durante il ballo la stringevo a me e era chiaro che stavamo pomiciando alla grande. Fabio seduto sul divano inizia a carezzarsi guardandoci mentre ballavamo.
Mamma dimentica di Fabio si era abbandonata tra le mie braccia e io approfittandone, avevo iniziato a carezzarla sui fianchi sul culo e le strusciavo sulla figa il mio cazzo duro. Poi sussurrandole quanto la desiderassi e quanto avevo voglia di lei la baciai e lei rispose al bacio con passione. La girai per poggiarle il cazzo tra le chiappe e, cosi facendo, le misi le mani sulla figa infilandole attraverso l’apertura del grembiule che indossava. Tutto questo davanti a Fabio. Iniziai a masturbarla seppur da sopra le mutande e, in pochi minuti lei se ne venne gemendo appoggiata a me. La musica era finita ma nessuno di noi tre se ne era accorto. Fabio mi ringraziò per lo spettacolo e abbracciando mamma per salutarla la strinse per farle sentire il suo apprezzamento. Solo quando Fabio fu uscito, mi disse che ero stato un folle. Le risposi dicendole che Fabio con sua madre era già molto più avanti di noi e che il nostro segreto era ben custodito.
Quella sera capii che mostrare la mia donna agli altri mi eccitava e iniziai anche a capire mio padre.
I giorni degli esami passarono con tutto l’impegno di cui erano pregni. Non avevo molto tempo da dedicare a mamma ma pensavo che forse, con il bel voto che mi aspettavo e che venne, fui promosso con un bel 56, mamma alla fine mi avrebbe concesso quello che anche lei voleva.
Invece il mio regalo fù il soggiorno a Modena dagli zii.
“Mamma guarda che non mi pare proprio un bel regalo, lo zio sarà anche bravo con le donne, ma la zia è un cesso di prima categoria!”
“Ma ti pare che se fosse cosi un bell’uomo come tuo zio l’avrebbe sposata?”
“Mamma lo zio l’ha sposata perché aveva bisogno a casa di una brava donna che l’accudisse, che lui, come anche tu sai, le donne le trova dove vuole e crede.”
Niente da fare dovevo andare. In valigia mamma mi ha messo una busta da consegnare alla zia: “Stai attento ci sono dei soldi e dei documenti importanti”.
“Perché dei soldi? Devi pagare il mio soggiorno da loro?”
“No i soldi ti servono per le spese che dovrai affrontare per alcune commissioni che farai.”
Per arrivare di primo mattino dovevo prendere il treno a notte fonda cosi la sera della partenza per Modena, mentre papà dorme per potermi accompagnare alla stazione mamma dopo aver finito di preparare tutto l’occorrente per me, viene a sedersi vicino a me che, eccitato dalla partenza imminente, non ho intenzione di andare a letto e sto sul divano intento a guardarla. So che mi mancherà nei prossimi giorni e quindi certo di attirare la sua attenzione. Ho appena fatto la doccia e indosso il solo accappatoio e il mio cazzo fa capolino indisturbato. Mamma è entrata in bagno e sento l’acqua scorrere, sto per decidermi ad andare da lei che invece, fatta velocemente una doccia entra in salotto con l’asciugamano sulla testa e completamente nuda. Mi si inginocchia davanti e aperto il mio accappatoio, anche se non ce n’era bisogno da to che il mio cazzo era ben fuori, si prende le tette tra le mani e inizia a strisciarsele una contro l’altra. Avvicina il volto al mio cazzo e inizia prima a leccarlo poi, come non aveva mai fatto prima, lo imbocca. Non è brava come Fabio ma l’impegno è sbalorditivo. Appena la mia verga è ben bagnata, si mette quasi a cavalcioni sulla mia gamba destra e infila il cazzo tra le sue tette. Inizia una lento su e giù che mi manda fuori di testa. La sua lingua lecca e le sue labbra imboccano la mia cappella ogni volta che questa arriva vicino al suo viso. Sento sulla gamba il suo clitoride e l’umore umido e caldo che si spande. Si masturba mentre esegue una spagnola, cosi poi mi ha insegno mio zio si chiama la cosa, superba. Come la volta scorsa in camera da letto, gode non per lo sfregamento sulla mia gamba, ma proprio per il piacere si sentire il cazzo fra le tette. Gode moltissimo e questa volta ben più di uno schizzo lascia che le entri in bocca. Rimaniamo accasciato l’una sull’altro fino a quando costretti dall’ora ci prepariamo per uscire.
Alle due di notte prendo posto sul treno che mi porta a Modena.
Mamma ricordandosi di avere ancora una busta da darmi, entra nello scompartimento, lasciando papà sul marciapiede, e consegnatomi il plico, mi bacia con passione dandomi un’ultima strizzata al cavallo dei pantaloni.
“Ci vediamo tra dieci giorni. Fai il bravo e comportati bene.”
“Non far arrabbiare gli zii e mi raccomando fai tutte le commissioni che ho scritto a zia”
“Si certo non ti preoccupare”.
La mia mano è fra le sue gambe e sento già la nostalgia di casa.
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