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Loretta e Franchino - 4a parte


di giov60
23.10.2019    |    13.084    |    6 9.8
"E’ una meraviglia vedere tutto il pelo fitto e curato che le ricopre tutta la figa!! “Ecco perché!! Contenta??” “Carino!!! Non ci avevo pensato!” Il pelo..."
Rientriamo a casa sorridenti come ragazzini e sentiamo chiamarci dalla cucina avvertendoci che il pranzo è pronto. Prima Loretta e poi io che mi attardo a posare i libri sulla scrivania nello studio di papà, salutiamo mamma che ci accoglie in vestaglia di raso azzurro che le arriva a metà coscia ricoperta da una calza grigio scuro con una trama a rete molto sottile da non sembrare a rete. La morbidezza del contatto mi fa capire che sotto la vestaglia non indossa altro, forse un intimo molto discreto, e lo sguardo compiaciuto che mi si para dinanzi dopo il classico bacetto di saluto, mi fa capire che anche lei ha approfittato della sua mise per apprezzare il mio stato di eccitazione che reputa essere frutto proprio del piacere che provo nel vederla vestita in modo molto sensuale con l’elegante nuova vestaglia appena acquistata. Anche Loretta l’abbraccia felice e sorridente, ma mentre il mio abbraccio, certamente anche a causa del mio stato, è molto casto, il suo si trasforma in una sensuale carezza che, fatta per apprezzare la morbidezza del tessuto, percorre tutta la figura di mamma dalle spalle fin sul sedere con relativa strizzata di chiappe.
Si scambiano anche delle brevi frasi e Loretta corre subito al telefono mentre io le chiedo come mai non è apparecchiato per quattro: papà è andato in Piemonte per un impegno e tornerà solo a sera inoltrata.
Mentre passiamo in bagno per lavarci le mani mia sorella mi dice che ha dovuto chiamare una certa sua amica che mamma aveva interpellato già da ieri per disdire un appuntamento preso a suo nome. Se fosse andata io sarei rimasto da solo con mamma tutto il pomeriggio!
Se noi fratelli avevamo studiato un piano d’attacco anche mamma e papà, evidentemente, hanno fatto il loro e infatti oggi mamma che pare una donna che si è abbigliata per ricevere un amante e non due figli a pranzo Due più due ha sempre fatto quattro!! Loretta dirà a mamma che non uscirà solo più tardi per capire meglio la situazione.
Desiniamo con un buonissimo piatto freddo, gustoso e leggero, dato che stasera probabilmente, tornato papà, si andrà tutti i pizzeria a soddisfare il languorino che il leggero pranzo ci lascia.
Per agevolare l’uscita di stasera veniamo consigliati di prepararci per tempo facendo la doccia quanto prima in modo tale da lasciare a papà il bagno appena fosse rientrato cosi da poter andare in pizzeria già verso le diciannove e trenta, essere serviti prima e prima poter terminare la cena.
“Perché tutta sta premura? Dopo tu e papà dovete uscire di nuovo?” – domando io con malcelato interesse a mamma, mentre già gli occhi di Loretta si accendono di desiderio in vista di una serata maliziosa da passare con me.
“No Franchino, solo per dare la possibilità a tuo padre di rilassarsi dopo cena un po’ di più. Sai che non ama guidare per molto tempo e oggi duecento chilometri per lui sono sicuramente faticosi.”
Lo sguardo di Loretta si spegne un po’…
“Comunque abbiamo tutto il pomeriggio a disposizione e, se vi sbrigate a docciarvi e a cambiarvi, accompagniamo prima Loretta dalla sua amica e io e te possiamo andare insieme a fare un po’ di compere!”
“Ho già chiamato Sara, mamma e non ci dobbiamo vedere più perché ha avuto un contrattempo; e se invece rimanessimo a casa coccolandoci davanti alla tv in attesa che papino ritorni?!” risponde Loretta che ha lo sguardo sottile come una che ha già preso una certa decisione…
“Come vuoi bambina mia, io ho il pomeriggio libero e sono tutta vostra, come non accadeva ormai da tempo!”
Mentre mamma sparecchia e riassetta io e mia sorella saliamo al piano superiore dove, palesandomi quello che già avevo intuito, mi confida che è meglio attaccare un castello alla volta che due tutti insieme, anche se viste le manovre di mamma per rimanere da sola con me, sto castello ha già abbassato il ponte levatoio e non attende altro che essere assediato.
Fatta la doccia scende prima Loretta che indossa un corto accappatoio e uno dei suoi slip da urlo mentre io arrivo subito dopo con pantaloncino di cotone e maglietta della mia squadra del cuore.
Mamma è seduta in salotto davanti al vecchio televisore di casa che sta bevendo un caffè. Già dalla cima della gradinata non posso non apprezzare la sua lunga coscia che accavallata all’altra, si mostra in tutta la sua impudica bella lunghezza: mi pare anche che l’orlo della vestaglia riveli che non indossi dei collant ma proprio delle calze, forse autoreggenti, non saprei, perché non mi pare di vederne la balza.
Loretta si è seduta sul lato destro del divano, quello di solito usato da papà, mentre mamma è al suo solito posto sulla sinistra: io dovrei sedermi al centro ma sarebbe una posizione infelice, perché Loretta ha parlato di attacco su due fronti …quindi mamma al centro!!
Come arrivo in salotto chiedo se posso avere anche io un goccio di caffè mentre guardo la pendola che segna le quindici e trenta. Mamma subito si alza per recarsi in cucina; ne approfitto per accomodarmi sul divano al suo posto mentre Loretta è già seduta in posizione di attacco come fosse un serpente a sonagli.
Passano pochi istanti e mamma ritorna con in mano una tazzina di caldo caffè e, senza chiedermi di spostarmi, me lo porge. Nell’inchinarsi verso di me lo scollo della vestaglia mi fa capire che indossa un comodo reggiseno di pizzo nero.
Mentre trangugio il caffè decidiamo di mettere nel video registratore una cassetta di un film comico anni ’70. Ci sono scene esilaranti ma anche qualcuna appena piccante e le attrici sono quasi sempre in bikini e le allusioni sessuali non mancano.
Nemmeno sono terminati i titoli di testa che Loretta, approfittando che mamma sedendosi aveva accavallato la gamba sinistra sulla destra, avendo la visione della sua coscia esposta fin quasi al sedere, le si avvicina per meglio apprezzare le belle calze che la genitrice ha indossato.
Un atteggiamento che tra donne non è segno di nulla se non di conoscenza e mamma non ha moti di ripulsa quando la figlia comincia a toccarle le calze. Loretta passa le dita sulla fittissima e finissima rete dell’indumento partendo dal ginocchio fino a mezza coscia per poi rifare all’indietro il percorso. Questo per più di una volta mentre discorrono proprio sulla bellezza di quella calza, di dove l’ha acquistata, ecc.
Ad ogni passaggio la mano di Loretta sale sempre un centimetro verso l’alto e scopre sempre più le lunghe cosce di mamma fino a che non arriva a sfiorare la pelle nuda della genitrice.
“Pensavo fosse un collant!”
“No non è proprio un collant, ma quasi! Si chiamano collanti aperti! ”
“Davvero?!? Guarda, Franchino, che strana fattura hanno le calze di mamma!”
Io che già non sto più nella pelle per l’eccitazione che provo nel vedere la mano di Loretta salire e scendere lungo quella coscia che desidero toccare e accarezzare da mesi, in meno di un attimo sono addosso a mamma e poggio la mia mano accanto a quella di mia sorella.
Quando con la punta delle dita arrivo anch’io a sfiorare la pelle nuda, cosi tanto desiderata, avverto un brivido che percorre tutta mamma.
“Che strano che sono queste calze!! Ce le fai vedere come sono fatte per bene?”
“Non ne vedo il motivo!.... Sono un normale tipo di calze, forse un po’ più particolari del solito e vanno indossate solo in occasioni speciali!” dice mamma con la voce che le trema alquanto.
“Dai alzati e faccele vedere bene, perché se le hai indossate vuol dire che è anche un occasione speciale!”
“Le ho indossato per stasera! ” dice mamma che, poggiate le mani sul divano, fa per alzarsi.
“Volevo essere molto elegante per papà che torna dopo una giornata faticosa!” e lo dice mentre si gira verso di noi portandosi le mani sulla cintura che stringe la vestaglia.
“Faccela vedere questa eleganza!!”
“Solo per pochi secondi!”
Cosi dicendo, quasi in contemporanea con l’attrice che nel film in tv si sta togliendo un accappatoio in piscina, allenta il nodo della cinta e la vestaglia si apre a mostrare queste calze che arrivate in cima alle cosce si restringono in una sottile striscia una per gamba per poi riunirsi attorno alla vita: praticamente reggicalze e calze sono un tutt’uno e lo spettacolo che ci si presenta lascia me e Loretta senza fiato.
Come se avesse fatto uno sforzo sovrumano mamma a questo punto si gira e si accascia di nuovo sul divano.
Il viso è dolce e sento che sta combattendo una battaglia dolce ma per lei dura.
La vestaglia si è ulteriormente aperta e ci permette adesso di accarezzare una gamba a testa cosa che, ad evitare ripensamenti, provvediamo a fare velocemente.
Le nostre carezze sono leggere e stavolta arrivano con facilità a solleticare la viva carne di mamma che per agevolare entrambi, ha anche allargato le gambe.
La protuberanza della sua figa sta li in bella mostra coperta dallo slip che nero come il reggiseno ha un bel contrasto con la sua carnagione chiara. Il respiro accelerato porta in alto ed in basso sue mammelle da matrona che vedo essere alquanto costrette nel capo di intimo. Ma la mia smania è quella di toccarle la figa.
Mamma, inerme, è stretta tra me e Loretta che, con sguardo compiacente, mi concede l’onore di essere il primo a sfiorare l’intimità, tanto agognata, di nostra madre.
Lentamente ma inesorabilmente la mia mano destra risale lungo tutta la coscia sinistra di mamma ma stavolta ne percorre la parte interna e lo stesso fa Loretta cosi che le nocche delle nostre mani si toccano a proseguire l’incestuosa carezza. La mano di Loretta si blocca sulla carne nuda a pochi centimetri dal pube materno mentre io, trionfante appoggio prima il lato esterno della mia mano per subito dopo girarla e afferrare il caldo nido da cui sono venuto alla luce quasi vent’anni fa.
Un lamento soffocato della genitrice è segno di gradimento del tocco impudico ma segna anche il risveglio di mamma dal dolce torpore in cui e caduta negli ultimi minuti.
“Ma cosa state facendo maialini!?? Non vi pare il casi di fermarvi !?!”
“Perché fermarci? Non ti piacciono le nostre coccole??”
La mia mano avverte che il tessuto sottile dello slip si è subitamente inumidito e Loretta me ne da testimonianza appena le permetto di prendere il mio posto con la sua mano. Per lei è la prima volta in assoluto.
Mentre affonda la sua mano tra le cosce di mamma non può fare a meno di notare che lo slip è infilato sopra le calze come se una che indossasse i collant si mettesse le mutandine non sotto l’indumento ma sopra e ne chiede spiegazioni a mamma.
Questa per tutta risposta afferrato lo slip se lo sfila rimanendo con ancora le autoreggenti addosso.
E’ una meraviglia vedere tutto il pelo fitto e curato che le ricopre tutta la figa!!
“Ecco perché!! Contenta??”
“Carino!!! Non ci avevo pensato!”
Il pelo umido emana un odore che mi porta ad avvicinare il viso verso quel boschetto castano: aspiro più volte e quasi mi ubriaco.
“Stavolta tocca prima a me!” mi sibila Loretta che si posiziona in ginocchio tra le gambe aperte di mamma mentre mi chiede di sfilarle l’accappatoio mettendo in mostra due dure tettine appena accennate ma con due capezzoli irti e puntuti. Eseguo stando dietro di lei e cosi ho la possibilità di ammirare la visione del suo culetto in primo piano e, alzando appena lo sguardo, della sua schiena fino ad arrivare alle tette di mamma ancora contenute nel nero pizzo del reggiseno, in una eccitante panoramica.
E, come aveva visto fare a papà ma anche prendendo spunto dalle nostre recenti esperienze fraterne, dando bacetti ora su una gamba ora sull’altra in alcuni secondi è a tiro di bocca con la tana di mamma.
Un innato istinto la guida e arrivata con la bocca sulle intime labbra della matura figa, fa scattare la lingua che si intrufola nel già umido spacco; la cosa fa inarcare la schiena a mamma per la evidente scarica di piacere che sta provando.
Mamma dopo pochi istanti, infila la sua mano sinistra davanti al viso di Loretta, provvedendo ad allargare le grandi labbra del sesso per favorire la lingua impertinente al suo primo bacio lesbico.
Il piacere che prova l’ha fatta scivolare sulla seduta del divano nella medesima posizione di Loretta di una settimana fa. Loretta non ha ostacoli e senza ritegno si impegna a dar prova del meglio di se.
La ragazzina deve quasi rinculare all’indietro per non venire soffocata dalla spinta del bacino materno e, sollevata la bocca dal maturo e succoso frutto oggetto del suo impegno, si attacca alle gambe di mamma artigliandole all’altezza delle ginocchia in modo tale da agevolare ancora di più lo scivolamento verso il pavimento di mamma che, cosi, si ritrova praticamente in ginocchio sul soffice tappeto che ricopre tutto lo spazio tra il divano e la tv.
Mamma capisce la muta richiesta della figlia e si stende supina mentre Loretta si sta sfilando il microscopico slip che, umido di umori, finisce tra i piedi. Le due assumono la più classica posizione del sessantanove. Mamma non dimostra nessuna reticenza e affonda la bocca tra le gambe sottili e nervose di Loretta iniziando un intimo bacio che, almeno cosi mi pare, non è la prima volta che dispensa a persone del suo stesso sesso.
Come trattenuto da una forza sovrumana io rimango seduto sul divano, come se qualcosa mi dicesse di non muovermi e non intervenire a disturbare le due donne. Dalla mia posizione ammiro il sedere esposto di Loretta e la lingua di mamma che saetta dalle sue labbra tumide. Le mani della genitrice vagano carezzando la schiena di Loretta dalle spalle fino a tornate sul sedere dove allargano le chiappe a facilitare la lingua e le labbra. L’orgasmo di lesbico sapore coglie prima mamma e, in rapida successione mia sorella. Il viso di mamma risplende dell’umore di Loretta che, intanto si disseta del figone maturo.
Poi finalmente Loretta si accascia su mamma: solo l’affanno del respiro delle due amanti si ode per la stanza: io credo di star trattenendo il fiato da alcuni minuti!
Passano solo pochi minuti di assoluto silenzio, Loretta si ridesta dal torpore in cui è caduta scende da mamma posizionandosi al suo fianco. Adesso sono li distese una accanto all’altra e mamma, ponendosi su un fianco scambia un dolce bacio con la figlia appagata ma non certamente sazia. Le lingue si attorcigliano scambiandosi saliva e umori mentre le mani corrono sui corpi in lascive carezze.
Io, seduto ancora sul divano, ho il cazzo duro che si erge al centro del mio ventre e che ancora non è stato degnato nemmeno da uno sguardo dalle assatanate donne di casa.
Mamma alza il suo braccio sinistro come a chiedere aiuto ed io mi metto in piedi afferrandole la mano per aiutarla. Postasi a sedere ha il viso proprio di fronte alla mia virilità e, dal solo suo sguardo, capisco che è proprio il mio cazzo il suo desiderio più grande. Messasi in piedi al mio fianco avverto, finalmente, la sua mano farsi impudica e carezzarmi li dove alberga il suo desiderio. Avvicina il suo viso al mio e mi gratifica con un primo bacio sulle labbra con la bocca appena socchiusa. Un profondo brivido mi percorre tutta la schiena provocato dalla sua appena accennata carezza e dal leggero tocco delle sue labbra.
“Papà sta per arrivare e dobbiamo farci trovare tutti pronti!”
Io pronto lo sono già da un pezzo!!!!
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