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Claudia l'amica di mia moglie - 2


di giov60
04.01.2019    |    23.035    |    4 9.8
"Le donne in certi frangenti sono quanto di meglio possa esistere in intuizione e perspicacia..."
Durante i giorni seguenti Claudia piomba in casa per tre volte: lunedì per il the, mercoledì e giovedì per un paio di giri di burraco. In tutte queste occasioni nemmeno vengo considerato dalla piacente signora che si veste e comporta come sempre ha fatto. Giovanna, mia moglie, giovedì sera mi comunica che, siccome voleva che io apprezzassi meglio la signora Claudia che per lei era diventata una amica irrinunciabile, aveva organizzato una cena a base di pizza per il sabato successivo e che, contrariamente a quanto aveva pensato, la cena si sarebbe tenuta a casa di Claudia. Saremo stati più comodi e non avremmo così intralciato i nostri figli.
Accolgo la notizia con la solita freddezza e anzi mi faccio anche scrupolo di cercare di declinare l’invito, ma Giovanna, con uno sguardo tutta malizia e dolcezza, mi dice di non prendere scuse e che lei è certa che la serata non mi dispiacerà. Replico che non ho nessuna voglia di passare un sabato sera a casa di una vedova molto in là con gli anni, acida e indisponente a recitar rosari di pettegolezzi; preferirei di gran lunga, visto che proprio sabato sera non ci sono incontri di calcio importanti in tv, dover affrontare un viaggio alla volta di un certo localino dove il divertimento che più amo non sarebbe mancato al fianco della mia trasgressiva mogliettina. Il mio programma fa alzare gli occhi al cielo a Giovanna come se stesse pensando alla serata da me proposta ma, dopo pochi istanti, mi ribadisce che non mi pentirò di andare da Claudia, anche perché da solo in quel localino non mi sarei divertito dato che lei aveva già deciso altrimenti.
Sabato, nel primo pomeriggio Giovanna, uscendo trafelata da casa, mi dice di farmi trovare pronto alle diciotto e trenta perché lei sarebbe tornata per quell’ora e avrebbe avuto bisogno del bagno per prepararsi.
Come moglie dispone, marito fa! Alle diciotto e venti sono docciato, sbarbato e profumato. Indosso una tenuta sportiva con un bella maglia, pantaloni e mocassini marroni che mi paiono adatti alla “serata”. Ma Giovanna rientrata con il solito ritardo, mentre si fionda in bagno, mi impone di indossare un vestito con relativa camicia e cravatta. Per una pizza mi sembra troppo formale quindi ci accordiamo per giacca e pantaloni spezzati e camicia senza cravatta. Alle venti e trenta lei è pronta: abitino scuro con profondo scollo sia davanti, ma molto più, dietro dove le fossette sul bacino fanno bella mostra di se e orlo della gonna che arriva a metà coscia mettendo in bella mostra la ricamata balza delle autoreggenti che indossa e, per finire, le solite decolté tacco 10. Uno schianto di femmina.
Faccio la faccia stupita per tanto splendore e le chiedo se non le sembra troppo audace per una pizza a casa di Claudia che, vista la differenza di età, potrebbe anche risentirsi della sua mise, non potendo competere con lei. Ma Giovanna, con una smorfia di compiacimento, mi dice di non preoccuparmi e la malizia del suo sguardo è tutto un programma.
Il mio è tutto un atteggiamento studiato, dato quello che già ho passato con Claudia, per non offendere Giovanna a cui non ho ancora rivelato nulla di quanto accaduto solo qualche giorno prima.
Saliti in auto, percorro la decina di chilometri di distanza tra casa e il villino di Claudia, con la mano destra infilata tra le cosce di mia moglie, come faccio ogni volta che lei si veste da troia. Apprezzo così la setosa presenza delle calze che producono quel classico fruscio quando, bel tese sopra belle cosce, vengono percorse da una mano indiscreta che subito dopo incontra il ricamo dell’orlo della balza per poi apprezzare la calda e setosa pelle nuda per una decina di centimetri fino a giungere a contatto con la calda intimità della femmina. La mia mano destra è da anni avvezza a percorrere quel tragitto ma né lei né io ne siamo mai sazi essendo questa pratica una delle più apprezzate da parte mia: mi eccita sempre e mi mette sempre di buon umore e, soprattutto piace a Giovanna che si sente desiderabile e desiderata.
La villetta di Claudia si trova appena fuori città in una discreta via ben illuminata. Arrivati di fronte al cancello Giovanna le fa uno squillo con il cellulare per avvertirla del nostro arrivo. Percorso il lungo vialetto e giunti di fronte alla porta d’ingresso, Giovanna scende dall’auto e mi indica dove parcheggiare. Vedo Claudia sulla porta che attende. Lasciata la macchina mi avvicino alle due signore che nel frattempo si stanno salutando e baciando come se non si vedessero da tempo. Claudia è vestita come una collegiale: camicetta bianca, ben aperta sul suo splendido seno e gonna plissettata con un disegno che ricorda un tessuto scozzese che le arriva a metà coscia. Devo essere sincero le gambe non sono quelle che ti aspetti da una cinquantenne ma toniche e dritte, fanno un figurone sotto l’orlo della gonna, inguainate in un paio di calze sorrette dai ganci della guepiere, che indovino, ha indossato come intimo.
La saluto con una certa cordialità, ma non tanto, per non allarmare Giovanna, con il sguardo che per tradisce il mio apprezzamento per tale vista.
Veniamo accolti in casa, bella e arredata con gusto. Il salotto ci accoglie con luci soffuse e accomodatici sul divano, lasciamo che la padrona di casa vada in cucina a prendere gli aperitivi.
Torna poco dopo con un piccolo vassoio che depone sul tavolinetto davanti a me e, cosi facendo, mi da conferma chinandosi, ma lasciando le gambe ben dritte, che le calze sono sorrette da un reggicalze. Visione che già conosco, ma che non posso non apprezzare visibilmente. La mia espressione è controllata da mia moglie che, con una smorfia del volto, accoglie benevolmente il mio atteggiamento.
Non sento odori provenire dalla cucina e questo mi conferma che sono stato attirato in una situazione “pazza” ma con poca pizza!!
Siccome mi sto visibilmente eccitando mi alzo da divano per darmi un contegno più consono al momento. Così facendo permetto alle signore di accomodarsi l’una affianco all’altra mentre io, sorseggiato un po’ di aperitivo analcolico, mi risiedo invece sulla poltroncina posta sul fronte opposto. Ho la visione perfetta su quattro splendide cosce generosamente esposte che fanno a gara per mandarmi fuori di testa.
Più passano gli anni e più apprezzo le donne che non fanno mistero delle loro grazie. Quando sono al fianco di Giovanna in mezzo alla gente e mi accorgo degli sguardi di cui è oggetto sia da parte degli uomini ma anche delle donne, mi sento orgoglioso di essere vicino a lei che, con eleganza e quasi sempre con una innata naturalezza, mostra le sue grazie senza mai essere volgare. Cosi anche io, se vedo una bella donna che non fa mistero delle sue forme, sempre più mi soffermo ad ammirarla per il piacere che la sua bellezza procura al mio animo. Non c’è quasi mai volgarità nella mia mente sempre che non sia una provocazione intenzionale: allora la porcaggine che pervade il mio essere maschio prende il sopravvento e, com’è naturale, mi provoca l’eccitazione propria del maschio.
In questo preciso istante la visione che ho davanti è una provocazione e, di conseguenza, mi sto eccitando di brutto. In fondo è da domenica che sono eccitato al pensiero di Claudia e, in modo particolare, della morbidezza del suo buchino posteriore che ho potuto saggiare solo con le dita. Solo velatamente ho accennato a Giovanna della mia avventura con la sua amica ma, già dalla sera stessa di domenica, avevo intuito che mia moglie non poteva non essere consapevole di quanto avvenuto nel pomeriggio. Le donne in certi frangenti sono quanto di meglio possa esistere in intuizione e perspicacia. Sono certo che, seppur non sapendo nulla di quanto architettato da Claudia qualche giorno fa, la mia dolce metà avesse intuito tutto al suo rientro a casa e fosse stata al gioco. Un gioco che era già nelle corde delle due donne. Sicuramente Claudia e Giovanna erano, se non d’accordo, almeno complici nell’evoluzione delle cose. E la bella visione che avevo davanti in quel momento ne era la controprova: se non fossero state complici adesso io non sarei a casa di Claudia i loro compagnia.
Il suono del campanello della porta mi riporta con i piedi per terra e una intrigante Claudia, che non avevo mai visto cosi maliziosa, va ad aprire: è il fattorino che consegna la cena. Seppur defilato, riesco a vedere lo sguardo del giovane imberbe di fronte ad una signora vestita in maniera cosi particolare e che non fa nulla per nascondere alcuni particolari del suo abbigliamento, quali i gancetti del reggicalze che sono a bella vista appena lei, voltatasi per posare sul tavolo i contenitori del cibo, si china quel tanto che l’azione di appoggiare prevede. Lo sguardo del ragazzo spazia dal prominente sedere fino all’orlo della corta gonnellina per poi scendere lungo le sode cosce inguainate dalle maliziose calze. Claudia ci mette del suo perché esegue il tutto con esasperata lentezza. Paga il conto al ragazzo che ha avuto come mancia tutto quanto aveva appena visto.
Raggiunta da Giovanna, in un attimo tutte le cibarie fanno bella mostra di se sul tavolo ora apparecchiato. Ci accomodiamo per la cena che consumiamo velocemente. AL termine vengo invitato dalla padrona di casa a riprendere posizione in salotto dove mi viene servito un buon liquore che centellino nel frattempo che le donne sparecchino e riassettino la cucina.
Nella penombra del salotto non posso fare a meno di constatare che è la prima volta che mi trovo in questa situazione: io da solo con due donne. In anni di vita trasgressiva io e Giovanna ne abbiamo fatte di cotte e di crude ma mai abbiamo praticato il triangolo con un’altra donna. Molti uomini hanno trovato accoglienza fra le aperte gambe di Giovanna che, da brava ragioniera qual è, tiene un piccolo rendiconto su quanti maschi accolto in questi anni. Io che ragioniere non sono non ho una statistica precisa di quante donne ho onorato nel frattempo, ma sono sicuramente meno, molto meno della metà della statistica di mia moglie.
Ci siamo sposati ventenni, lei ventiquattro io ventisette anni, con lei già incinta della nostra primogenita e appena due anni dopo è arrivato il maschio. A questo punto il ginecologo ha dovuto prendere drastiche misure per evitare altre gravidanze perché l’utero di Giovanna aveva dato segni di qualche problema. Ma al contrario di altre donne, questo aveva portato mia moglie ad accentuare sue voglie sessuali. Fin da ragazzina aveva praticato una masturbazione assidua, cosa che fa ancora adesso deliziandomi della visione dei suoi orgasmi solitari. E’ accaduto che ero allo stadio per un incontro di calcio quando mi vedo arrivare sul cellulare una video chiamata: era lei che si riprendeva mentre, in salotto e approfittando dell’assenza dei ragazzi, si stava masturbando e mi invitava a raggiungerla invece di guardare la partita. Ebbene l’ho fatto!!
Sono quasi dieci anni quindi, che buttate alle ortiche tutte le nostre remore, amiamo praticare la scambio di coppia, frequentiamo club appositi e luoghi di incontri. Ultimamente, sempre più spesso, ho apprezzato gli incontri a tre con altri uomini, perché, devo essere sincero, mi piace molto assistere alle scopate di Giovanna con altri uomini. Alcune volte sono stati alche più maschi ad avere avuto il piacere di essere soddisfatti e soddisfare mia moglie.
Sono avvolto da questi pensieri quando mi rendo conto che il tempo passa ma non vedo più le donne tornare in salotto. Mi alzo e non trovando nessuno in cucina, inizio a salire al piano superiore della villetta. Qui una luce fioca esce dallo spiraglio di una porta, che penso debba essere quella della stanza da letto di Claudia. Infatti arrivato lì davanti il mio sguardo è rapito dalla visione di due corpi che si stanno scambiando carezze sull’ampio letto. Claudia e Giovanna sono completamente nude ad eccezione delle autoreggenti e mentre le loro bocche si stanno baciando, quattro mani percorrono in lungo ed in largo le calde carni bramose di carezze. Sul comodino alla destra di Claudia fanno bella mostra due falli di lattice: uno di dimensioni mostruose l’altro molto più “umano” e tutt’e due dotati di stringhe per essere allacciati al bacino. Claudia si pone adesso sopra mia moglie nella classica posa del 69 e posso per la prima volta ammirare la mia dolce metà intenta a leccare una bella e carnosa figa. Non pensavo fosse bisex, dato che sempre cazzi ha cercato fino ad oggi. Ho davanti agli occhi il culo imperiale di Claudia poggiato sul viso di Giovanna. La sua lingua percorre da cima a fondo la lunga fessura della matura signora e la vedo imboccare quella specie di piccolo cazzo che Claudia si ostina a chiamare clitoride. Anche Giovanna le pratica quello che più che una leccata è un pompino.
Non ce la faccio più ad aspettare e mentre sono affascinato dalla scena mi ritrovo nudo e con il cazzo che già oltrepassa l’uscio della camera. La posizione delle due donne, di traverso sul letto, è troppo invitante per me.
Entro e dopo due passi il mio cazzo volteggia sulla faccia di mia moglie che mi accoglie con un sorriso degli occhi. Le sue mani dalla schiena di Claudia si portano sulle chiappe e le allargano quel tanto da aprire le labbra della matura e grossa figa che bagnata e lubrificata, mi accoglie risucchiandomi fino in fondo. Mentre ascolto il mugugno di piacere di Claudia, sento la calda lingua di Giovanna solleticarmi lo scroto. Al terzo affondo la sua bocca inghiotte uno dei mie testicoli provocandomi una scossa di caldo piacere; al successivo affondo è l’altro testicolo a godere dello stesso caldo trattamento. Poi la lingua di Giovanna percorre tutto il mio perineo dalla base del cazzo fino al mio ano, per infilarsi in esso con mossa astuta e accompagnato in questo dal suo dito indice, cosa che mi procura un profondo brivido di piacere. Devo uscire immediatamente dalla calda presa della figa di Claudia altrimenti vengo come un ragazzino! Dieci secondi che impiego ad affondare le mani nelle burrose mammelle della nostra ospite cosi da tenerla ben ferma per il successivo affondo. La mano di Giovanna mi ha afferrato il cazzo vogliosa e guida la mia cappella verso il lubrificato ano di Claudia. Mi aspetto di nuovo il diniego della domenica prima, ma è lei stessa con un colpo di bacino ad accogliermi dentro di se. Una manciata di secondi per abituarsi alla consistente presenza e un secondo colpo all’indietro del maestoso culo mi fanno sprofondare fino alle palle nel caldo deretano ultracinquantenne.
Solo l’isolata posizione della villetta che ci ospita evita che il mondo sia messo a partito di quanto vi sta accadendo dentro. Claudia inizia a urlare il suo piacere e, per molti minuti, modula i suoi gemiti con gli affondi e i ritmi che il mio cazzo porta avanti. Alla fine l’orgasmo di entrambi prende il sopravvento e la gratifico di una poderosa sborrata che le inonda le viscere facendole gemere fino a scalare le vette del rigo musicale. Mi abbatto su di lei e insieme cadiamo l’un dentro l’altra a fianco di Giovanna che partecipe del nostro piacere, arriva anche lei all’orgasmo masturbandosi furiosamente con le gambe oscenamente spalancate.
Un breve sonno ristoratore ci avvolge tutti per alcuni istanti durante i quali sento il mio uccello pian piano sgonfiarsi e uscire dall’accogliente orifizio di Claudia seguito da un piccolo rivolo biancastro.
Non sono ancora le 22 e trenta. La notte è ancora lunga.
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