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Quarant'anni fa - Ricordi Cap. 8


di giov60
21.05.2016    |    24.379    |    0 9.6
"Ripresasi lei dal piacere e ripresomi io dallo spavento, mi ringrazia..."
Un paio di giorni dopo, questi ultimi trascorsi a far compere per mamma, mi chiedo se dovrò comprare un’altra valigia per portare tutto a casa, la zia mi sveglia intorno alle 8.30 per informarmi che lei esce per andare dal parrucchiere visto che poi a sera andremo in un locale molto chic. Mi chiede se ho portato giacca e cravatta e alla mia risposta affermativa mi prende il cazzo in mano e me lo sbatacchia per qualche istante. Allungo anch’io la mano sotto la sua corta gonna e la sento nuda:
“Altro che parrucchiere! Tu vai a fare la troia con qualcuno!”
“No amore di zia non vado a fare la troia, io sono la troia!”
Sculettando esce ed io, ormai sveglio, mi alzo. Dopo una salutare doccia e colazione, mi metto in terrazzo a prendere il sole portandomi dietro qualche rivista piccante, tanto per non perdere l’eccitazione che zia mi aveva dato.
Pare poco ma sono quasi due giorni che non vedo una bella figa o un bel cazzo e comincio ad avere le palle piene.
Passata circa un’ora sento il campanello di casa suonare. Mi metto un comodo pantaloncino e vado alla porta a sentire chi fosse.
Vedo dallo spioncino il volto della nostra vicina che abita al piano di sotto e che è originaria del mio stesso paese. Una bella donna vicina più ai sessanta che ai cinquanta che conosco di vista per averla incontrata in paese d’estate.
Apro la porta credendo le servisse qualcosa.
“Buongiorno signora, come va?”
“Grazie caro di avermi aperto, va tutto bene. Tu come ti trovi qui da noi?
“Benissimo grazie, non mi posso lamentare gli zii sono molto ospitali”
“Posso entrare un attimo?”
“Ma certo si accomodi.”
“Ti prego diamoci del tu che altrimenti mi sento vecchia.”
Come la signora entra mi avvedo che indossa una canottiera di cotone fatta a mano con una trama a rete tale da far spuntare fuori, all’altezza giusta ed ad ornamento di un seno matronale, due capezzoli grossi come una falange delle mie dita. Indossa una gonna a portafoglio ma, poverina, nella fretta di uscire si è dimenticata dello spillone per lo spacco, cosi che ad ogni passo le sue possenti cosce vengono fuori ben in vista.
“So che sei solo, tua zia prima di uscire è passata da me un attimo e mi ha chiesto di venire a vedere se avevi bisogno di qualcosa per meglio passare il tempo!”
Cosi dicendo si siede su una delle sedie a sdraio del terrazzo allargando alquanto le gambe.
“Pensi che possa andare come passatempo per stamattina? O sono troppo vecchia per un ragazzino come te?”
Non faccio in tempo a dar di voce che il mio cazzo parla per me uscendo fuori da un lato del pantaloncino troppo corto per lui.
Dalla mia posizione vedo una figa umida e aperta che mi invita ad avvicinarmi.
“Di quello che succederà adesso non una parola in paese! Non capirebbero laggiù in Africa!”
“Sono un gentiluomo io.”
“ Spero di no almeno adesso perché io ho voglia di un toro.”
“Dai fammi vedere meglio quanto sei troia! Sto palazzo deve avere un qualcosa di particolare. Tutte le signore che vi abitano o sono troie o zoccole ma tutte di alto livello.”
La signora mi dimostra che nonostante l’età è molto in forma. Ha un corpo giunonico ma il seno sta su come quello di una diciottenne ed e sodo da far invidia. I capezzoli poi sono irti e grossi e ti ci puoi riempire la bocca. Il ventre appena accennato e un culo brasiliano poi un figone da paura da infilarci dentro tutta la testa. Le gambe sono due colonne con un piccolo accenno di smagliature che le rendono ancora più appetibili.
Mi avvicino e le metto in bocca il cazzo invitandola a succhiare. Praticamente riesce ad ingoiarlo tutto e la cosa mi stupisce non poco. Non sapevo cosa si provasse ad infilarlo in gola ed è una sensazione stupenda.
Mentre con una mano si tiene aperta la figa con l’altra mi infila un dito in culo facendomi quasi godere. Ma ormai sono ben allenato. Dopo essermi beato della sua bocca la spingo giù sulla sdraio e mi tuffo nella sua figa. Ha un sapore forte ma inebriante. Lecco per oltre dieci minuti e lei gode due volte allagandomi la faccia. Nel momento che le metto dentro il cazzo in quel mare di lussuria, prende a leccarmi il volto per assaporare il suo piacere umido. Gode di nuovo ringraziando il cielo per i ragazzi dal cazzo duro. Mentre la sbatto le alzo le gambe e me le pongo sulle spalle per affondare tutto in lei. Arrivo al collo del suo utero e con una spinta ulteriore la mia cappella l’oltrepassa facendola godere rumorosamente di nuovo. Poi nel tirarlo fuori per poi riaffondare la cappella esce dalla vagina e senza preavviso le si ficca nel culo. Solo quando sono entrato per oltre la metà mi rendo conto della cosa. Faccio per uscire e chiederle scusa, ma lei guardandomi in cagnesco mi prende per le chiappe e spinge di nuovo fino a farmi affondare nel suo retto accogliente e caldo. Due affondi ancora e l’avverto che sto per riempirla. All’arrivo nel suo intestino della prima bordata di sborra arrovescia gli occhi e dopo un languido si, sviene per rinvenire solo dopo un paio di minuti, per me di terrore.
Ripresasi lei dal piacere e ripresomi io dallo spavento, mi ringrazia. Solo un altro paio di volte nella sua vita aveva goduto cosi profondamente.
Mi racconta che è stata l’amante dello zio sin da prima che morisse la sua prima moglie ed insieme alla quale aveva iniziato la sua vita dissoluta. Poi mi conferma che il condomino è abitato solo da coppie di classe alta e che tutti i condomini sono molto aperti sessualmente. Infatti anche il portiere è stato scelto oltre che per le sue indubbie capacità professionali ma soprattutto per essere un superdotato e sposato con una moglie molto vogliosa ed aperta a tutte le esperienze. Quindi nel palazzo tutti conoscono tutti e nessuno si stupisce se anche all’interno delle famiglie ci si diverte tra familiari. Lei, che una delle donne più mature del palazzo, si prende cura dei giovani rampolli dello stabile ma anche di famiglie nobili della città e del circondario. Aveva consigliato allo zio di sposare mia zia perché, conoscendola, era quasi certa che sarebbe rimasta la sua amante ancora per molto. Non avrebbe mai immaginato che la zia, capita l’antifona, si sarebbe buttata a capofitto nel modo della trasgressione. Cosi lei adesso le doveva chiederle il permesso per farsi una scopata con zio Francesco e spesso doveva mandare su suo figlio per ottenere il via libera.
Quest’angolo di mondo era proprio tutta un’altra cosa.
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