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incesto

Sandra 8


di giov60
01.02.2019    |    10.065    |    0 9.3
"Affiancato Mario invita Elisa ad abbassarsi come sta facendo lei e, dopo una fugace carezza a verificare che tutto sia a posto, inizia a sbottonare la patta..."
Sono le diciotto in punto di sabato quando il trillo del campanello annuncia l’arrivo a casa nostra della baby sitter che terrà compagnia a nostra figlia. E’ una giovane studentessa universitaria che già altre volte abbiamo contattato e che conosce bene sia la casa che la bambina, un po’ in carne rispetto alla media delle ragazze ventenni ma con un viso dolcissimo e di una riservatezza e timidezza senza pari. Siamo così certi che potremo passare un bel fine settimana senza pensieri. Io sono ancora in accappatoio, quello corto che mi arriva alla stessa altezza di una comune giacca, ma non mi preoccupo di accoglierla così conciato, anche perché questa tenuta mette in mostra le mie gambe dritte e muscolose quanto basta di un quasi trentenne ben messo poi l’orlo dell’indumento fa certamente intuire quello che a volte riesce a coprire altre volte no. Infatti la ragazza, appena entrata, pur nella sua timidezza smodata, non distoglie affatto il suo sguardo ed io volutamente non la lascio subito sola proprio perché mi sono accorto di quell’atteggiamento timido ma pregno di interesse nei miei confronti. Ma gli impegni mi impediscono di giocare oltre per cui devo tornare in camera a terminare di vestirmi. Vengo accolto da Sandra che mi prende in giro per quello che ho appena fatto e che mi ricorda che sono destinato per quella sera a dovermi accontentare di carne matura un po’ flaccida forse, ma sicuramente molto più esperta di quel botolo grassoccio che sta accudendo nostra figlia.
Mi costringe ad indossare la giacca, cosa che faccio malvolentieri, ma almeno mi concede di non mettere la cravatta così opto per una bella maglia con il collo a v che mette in risalto il mio busto tonico. Mi guarda come a verificare se la cosa le piace e alla fine con un malizioso sorriso mi fa capire che posso andare, non sono da buttare via.
Ritorno in salotto per permetterle di finire di vestirsi e truccarsi e qualche minuto dopo Sandra mi raggiunge in camera di nostra figlia per salutarla e dare le ultime disposizioni alla baby sitter che adesso ha occhi solo per lei che ha indossato una corta gonna plissettata che a malapena le arriva sotto la rima del sedere e una dei suoi maglioncini di lana che sembrano fatti apposta per mettere in risalto il suo seno di mamma che allatta che l’indumento, volutamente indossato senza reggiseno, non vuole nascondere alla vista. Poi i calzettoni al ginocchio che completano l’immagine di una Monella solo un po’ più matura, ma per questo più morbosamente accattivante. Il soprabito che indossiamo per uscire delude la vista della ragazza ma ci consente di uscire in strada senza dare nell’occhio del pettegolo vicinato.
Alle diciotto e trenta siamo sotto casa dei miei per prelevarli e condurli con noi verso l’abisso della peccaminoso weekend che li attende per la prima volta. Mentre mamma ha vissuto le ultime ore con trepida attesa per quello che già è consapevole debba avvenire anche per la sua già dichiarata scelta del giorno prima, papà non ha ancora pienamente ben delineata la cosa, ma ha solo piacevolmente intuito dal cambiamento che mamma Elisa ha mostrato nelle ultime ore e che lo ha ringalluzzito al punto tale di essere già passato in farmacia per fare rifornimento di pillole blu.
E’ lui che ci accoglie in casa già perfettamente a tiro con abito da sera, nemmeno dovesse andare a teatro, ma lui è fatto così e il suo sguardo diventa subito allupato quando Sandra, dopo averlo baciato per salutarlo, si toglie il soprabito mostrandosi in tutta la sua maliziosa mise. Non aveva mai visto la nuora vestita in tal guisa e gli occhi quasi gli escono dalle orbite. Ma Sandra non fa nulla per eccitarlo, vuole solo correre in camera a dare una mano a mamma che sta terminando di prepararsi.
L’allupamento di papà raddoppia e nemmeno io rimango insensibile, quando pochi minuti dopo le due donne, suocera e nuora, fanno il loro ingresso in salotto. Mamma indossa una abito al ginocchio fatto di trasparenze, non saprei dire altrimenti, che fa intuire che sotto indossa un busto che lascia sopra amorevolmente scoperte le sue mammelle appoggiate su un malizioso balconcino mentre sotto fa da aggancio alle quattro stringe che reggono le velate calze di cui si intuiscono le balze ricamate e scendendo giù un bel paio di decolté con tacco 10 che slanciano tutta la sua figura di matura signora. Il contrasto delle due immagini femminili è evidente e arrapante. La provocante esuberanza di Sandra fa da contrappunto alla matura maliziosa immagine di mamma che, pur non nascondendo, lascia solo intuire. Ma il suo sguardo che penetra i miei occhi mi scombussola fin nel più profondo del mio essere perché è un urlo di voglia nei miei confronti.
Alle diciannove e trenta il cancello della residenza di campagna dei miei suoceri si apre ad accoglierci in quello che è uno dei luoghi più peccaminosi della regione. Ad attenderci ci sono Fabio e Nina che ci abbracciano con calore.
Nina è ancora indaffarata in cucina per cui, appena entrati ci fa accomodare in salotto mentre si porta dietro le nostre signore lasciando noi maschi davanti ad un piccolo rinfresco di benvenuto.
Solo verso le venti Sandra ci invita a passare nella sala da pranzo dove tutto è pronto per la cena.
Il tavolo ci accoglie mettendoci a sedere in modo tale che io sono tra mamma e Nina, papà tra Nina e Sandra e Fabio tra mamma e Sandra. Nessuno degli uomini ha al suo fianco la propria donna e nessuna donna il proprio uomo.
Nina per non essere da meno alle altre due signore, ha indossato una semplice gonna a meta coscia e una blusa che, trasparente e ricamata con un motivo floreale, nulla nasconde della sue sode mammelle che sono stati oggetto di gioco da parte mia nella trascorsa settimana.
La mia mente però stasera è solo per mamma Elisa della quale bramo conoscere il calore più intimo, e non sono pienamente consapevole che anche Sandra non vede l’ora di assaggiare quanto di meglio mio padre possa darle. Ma alla fine tutti saremo sazi di piacere avendo a disposizione tutto il fine settimana.
A fine pasto che scorre via tra allusioni, ammiccamenti e furtive carezze che accendono gli animi di tutti ma in particolar modo di mamma e papà che adesso hanno perfettamente intuito che sia io che Sandra siamo già stati complici delle effusioni di Nina e Fabio, Nina porta sul tavolo il dolce appositamente preparato per festeggiare l’ingresso in società di Mario e Elisa. Il primo taglio della torta tocca a mamma e papà che vengono messi di fronte al dolce. A questo punto Nina da perfetta padrona di casa si avvicina ai due per porgere loro il coltello adatto alla bisogna ma in mano non ha nulla di quanto sarebbe necessario. Affiancato Mario invita Elisa ad abbassarsi come sta facendo lei e, dopo una fugace carezza a verificare che tutto sia a posto, inizia a sbottonare la patta dei pantaloni di papà per mettere a nudo il suo uccello che fuoriesce ben felice di essere accompagnato dalla mano della consuocera. Poi porge alla mano di mamma il membro del marito e la invita ad affondarlo a mo’ di coltello nel dolce lì davanti. Mamma esegue e tutti ridiamo della cosa che viene poi ripetuta sia da me e Sandra sia da Fabio e Nina.
Al termine noi maschi ci ritroviamo con i cazzi tutti coperti di panna e creme varie e Nina e Sandra, dopo aver chiesto a me e mamma di rimanere al nostro posto senza muoverci di un millimetro, si piegano davanti ai cazzi rispettivamente del padre e del consuocero. All’unisono madre e figlia abboccano i due uccelli e provvedono a ripulirli del dolce spessore che li ricopre. Lo fanno lentamente e con goduria, mandando di conseguenza in paradiso i due maturi signori. Ma mentre Fabio più aduso a questo gioco riesce a tenere botta all’azione dell’incestuosa bocca della figlia, Mario nel giro di un minuto provvede ad aumentare la quantità di panna nella bocca di Nina che, golosamente, accoglie il dono del, concupito da tempo, consuocero. Dopo aver provveduto a nettare i due maturi cazzi le sporche labbra delle due donne si uniscono in un bacio che permette loro di ripulirsi a vicenda e a scambiarsi i sapori che impregna le loro voluttuose lingue.
Solo a questo punto Fabio prende per mano mamma e Nina conduce me verso un ampio divano con una ampia penisola che si trova sul fondo della sala circondato da tre altri piccoli divanetti a due posti. Adesso è il turno della mamma che deve provvedere a ripulire il cazzo del figlio. Nina e Fabio prendono posto su un divanetto mentre Sandra si accoccola con mio padre che non crede ai suoi occhi. Appena mamma, che ha uno sguardo liquido che rispecchia tutta la sua decisa voglia a soddisfare il suo più peccaminoso e intimo desiderio, si china di fronte al mio uccello adornato di panna e crema e mi fa sentire la punta della sua lingua che, golosamente, inizia a rimuoverne la dolce copertura portandosela in bocca e gustandola poco a poco, papà si ritrova con il cazzo di nuovo dritto e duro come nessuna pilla blu aveva fino ad allora potuto fare rendendo molto più piacevole a Sandra la presa che aveva iniziato per riportare in vita lo spento membro del suocero.
Mentre i nostri occhi rimangono infissi l’uno nell’altra, mamma con studiata lentezza provvede a punto di lingua a ripulire da tutta la crema e la panna il mio uccello; solo quando ha gustato appieno tutto il dolce rendendo lucido il cazzo, apre le sue labbra ad accogliere in bocca l’agognato randello.
Non la facevo cosi esperta ma devo ammettere che quando una cosa è desiderata ci fa tutto al meglio per goderne appieno. Sento addosso gli sguardi degli altri che sono concentrati sul mio cazzo e sulla bocca di mamma. Dopo poco al limite della sopportazione, trovo la forza per staccarmi da lei che rimane a bocca aperta e mi guarda dolce e maliziosa. Mi chino e l’aiuto ad alzarsi e con una carezza a due mani che partendo dalle cosce risale verso il seno e la testa, le sfilo il trasparente abito che indossa. Il seno esploso dal corsetto che le disegna una vita da ventenne è il primo bersaglio della mia bocca che, dalle sue labbra intrise del sapore di maschio e dove fino a quel momento erano attaccate in un voluttuoso bacio, scendono a suggere quei capezzoli sporgenti che mi avevano eccitato in gioventù premuti sulla mia schiena. Dopo aver reso lucidi entrambi con la mia saliva e sottolineata la cosa dalle languide espressioni di mamma, trovo la forza di scendere lungo tutto il corsetto fino a trovarmi di fronte al mio desiderio incestuoso. E’ mamma stessa che provvede ad abbassare lo splendido tanga che non riesce a contenere il fiore carnoso della matura figa che mi si presenta completamente depilata tranne che per un grazioso triangolino di corto pelo che le adorna il pronunciato monte di venere terminando con la punta proprio all’inizio delle sue carnose grandi labbra alla cui sommità fa capolino il prezioso bottoncino del suo clitoride che avverto al primo tocco della mia lingua duro e teso e che provoca in mamma un brivido godurioso di sonoro piacere. Lo stesso brivido fa cedere le gambe di mamma e provocano la sua caduta sull’ampio divano. Cosi mi ritrovo davanti alla sua figa nuda ed invitante in mezzo alle sue gambe spalancate. Affondo con decisione la faccia in mezzo a tanta piacevole vista e la mia lingua apprezza per la prima volta il dolciastro sapore delle sue secrezioni di cui divento immediatamente goloso schiavo. Solo quando un alto grido riempie la spaziosa sala che ci accoglie, mi rendo conto dell’orgasmo che mamma sta provando mentre le sue mani spingono la mia testa contro il suo sesso che adesso gronda di liquido piacere tutto consumato dalla mia assetata bocca.
Poi sento i miei capelli tirati ad allontanarmi dal godurioso pasto, il suo sguardo nei miei occhi mi dice che è pronta ad accogliermi. In un attimo sono nudo mentre lei, approfittando della penisola del divano, si stende come su un letto e, oscenamente, si offre allo sguardo mio e di tutti gli altri di cui adesso non avverto nemmeno la presenza. Solo quando ho il cazzo già puntato verso la desiderata meta, sento una mano sulla spalla che frena il mio movimento verso la incestuosa felicità.
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