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Loretta e Franchino - 5a parte


di giov60
24.10.2019    |    10.245    |    5 9.6
"La pizza, servita in ampi piatti, viene divorata da me e da mio padre in pochi minuti, mentre mamma e Loretta ne consumano poco meno della metà e innaffiamo..."
Mamma e Loretta sono appena salite al piano di sopra per rinfrescarsi e prepararsi ad uscire, mentre io, servendomi del bagno di servizio, mi sono già ricomposto indossando un comodo pantalone ma omettendo gli slip che avrebbero fatto inutilmente soffrire il mio uccello già provato dal pomeriggio da spettatore, quando rientrato in salotto avverto lo scatto della serratura della porta che mi avvisa del rientro di papà.
Si guarda in giro con fare sospetto e ha in mano una scatola che deve contenere pasticcini. Infatti, nel salutarmi mi dice che sta tornando da vicino Cuneo e ha pensato di portare a casa dei, appunto, cuneesi al rhum. Va in cucina a poggiare la scatola e continua con lo sguardo ad indagare.
Gli chiedo cosa va cercando e lui, atteggiandosi un po’, mi risponde che pensava di trovare anche mamma a casa…. Gli rispondo che mamma è di sopra insieme a Loretta che si stanno preparando.
“Loretta? Ma non doveva essere fuori con l’amica?”
Quindi è vero che anche loro avevano studiato un piano…
“Si ma poi un contrattempo ha impedito che la cosa si facesse, cosi Loretta è rimasta a casa!”
“Ahhh, peccato! Forse alla mamma la cosa non è molto piaciuta?”
“No no stai tranquillo che non è affatto dispiaciuta…!!!”
La voce di mamma dal piano di sopra ci distoglie dal continuare la nostra chiacchierata che ha già incuriosito papà. Ci invita ad andare a prendere quattro pizze che lei, poverina, non aveva potuto preparare nulla per cena, in modo tale che potremo cenare a casa in tutta tranquillità e molto più comodamente.
Papà le risponde, dopo averla salutata, che ha bisogno prima di farsi una veloce doccia e cambiarsi.
“Usa il bagno di servizio, che qui noi andiamo per le lunghe! Il cambio te lo porta Franchino!”
E, mentre papà entra sotto la doccia, io salgo al piano superiore a ritirare gli abiti, camicia, calzini, boxer e pantaloni da far indossare al genitore. Trovo tutto già sul letto, cosa che mi delude un po’, non potendo vedere mamma quasi nuda.
In pochi istanti siamo in macchina verso la pizzeria. Durante il tragitto papà mi chiede come abbiamo passato il pomeriggio e io gli rispondo:
“Non come tu e mamma avevate pensato, ma è stato comunque un pomeriggio molto eccitante!”
Al mio racconto, seppur riferito a grandi linee, papà si eccita visibilmente e nemmeno io, che sono stato torturato fino a poco fa, sono da meno.
Così anche papà mi confessa quali sono le voglie che ormai da anni albergano nel cuore suo e in quello di mamma che, anni prima, quando io ero ancora un ragazzino, era stata folgorata da una signora, di qualche anni più matura, sua conoscente e grande porca, che le aveva confidato, dopo una frequentazione molto discreta e confidenziale, di essere l’amante del proprio figlio che allora aveva diciotto anni e che lei aveva svezzato alla bisogna. Mamma, scioccata dalla rivelazione dell’ amica, credendo che tutto fosse frutto solo di una mente perversa, le aveva chiesto prova, cosa che la signora, dopo averla fatta posizionare dietro un paravento che pareva essere stato messo lì apposta, subito esaudì facendo accorrere il ragazzo che era nella sua stanza a studiare e che, trovata la madre seduta sulla poltrona con una gamba poggiata sul bracciolo della stessa, si inginocchiò davanti a lei provvedendo a leccarla per pochi minuti fino a quando, su invito della madre stessa, la scopò con giovanile vigore.
Aveva così assistito a questo incestuoso amplesso che, da allora l’aveva segnata.
La complicità con papà aveva fatto il resto: spesso facevano sesso interpretando, ora l’una ora l’altro, le parti di noi figli che, ancora troppo giovani, non hanno mai voluto rendere partecipi, aspettando di realizzare il sogno solo con il nostro consenso pieno.
L’atteggiamento mio verso mamma, cambiato pochi mesi prima, ha dato la stura alla realizzazione di quanto desiderato oggi non solo da loro ma, anche e soprattutto da noi figli.
Loretta poi è quella che prima ha iniziato a darsi da fare e, mi confessa papà, c’è voluto un grandissimo autocontrollo da parte sua a rimanere quasi sempre impassibile di fronte al malizioso atteggiamento della ragazza.
Rientriamo a casa con papà che presenta un vistoso rigonfiamento lungo la coscia destra mentre io, ad evitare di turbare qualcuno in strada e di far ridere mamma e Loretta in casa, sceso dall’auto, poggio i quattro cartoni delle pizze sopra la sporgenza del mio cazzo: posso reggere i pacchi solo con l’aiuto di una mano!
Entrati vado in cucina a poggiare i contenitori che, scaldati dalle pizze fumanti, emanano un delizioso profumo.
Mentre ho appena appoggiato i cartoni vedo arrivare mamma che indossa nuovamente la corta vestaglia di raso di foggia orientale ben stretto in vita mentre il movimento del seno ad ogni suo passo, mi fa intuire che questa volta non indossa altro sotto l’indumento; ha cambiato le calze che adesso sono nere, velate alquanto e della stessa foggia del paio del pomeriggio: un collant aperto che adesso ha disegnato la balza sulla coscia e che presenta un malizioso fiocchettino sul punto da dove si diparte verso l’alto il reggicalze incorporato. Dietro di lei ecco Loretta che invece indossa una canottiera molto aderente da non nascondere nulla del suo seno di ragazza che mostra orgogliosa i capezzoli irti e una gonna a pieghe molto sottili con calzettoni bianchi: anche lei sembra una classica studentessa del sol levante.
A tavola ci disponiamo uno di fronte all’altro: mamma e papà ed io e Loretta. Ho alla mia sinistra mamma cosi come papà Loretta.
Nel sedersi Loretta appoggia il piede destro sul piolo della sedia e questo agevola lo scivolamento della sua gonna verso l’alto mentre invece la posizione piuttosto alta della cinta di mamma fa in modo che la vestaglia si apre da un lato scoprendole la coscia fin quasi ad arrivare alla seduta. Vedo chiaramente il candore della sua pelle nuda.
La pizza, servita in ampi piatti, viene divorata da me e da mio padre in pochi minuti, mentre mamma e Loretta ne consumano poco meno della metà e innaffiamo il tutto con un fresco vinello rosato della riserva speciale di papà. Papà informa la mamma di aver portato a casa una scatola di cuneesi al rhum, che dopo la pizza, potrebbero essere il delizioso finale alla cena di stasera.
“Bravo caro, hai pensato anche al dolce, ma anche io e Loretta ne avevamo preparati di ottimi, vuol dire che li consumeremo entrambi!”
Si alza dal tavolo seguita dalla ragazza e, tolti dalla confezione quattro cuneesi li scartano per poi poggiarli su un piatto di servizio.
Loretta esce trafelata dalla cucina con in mano qualcosa che assomiglia ad una tovaglia da tavola e si reca verso il salotto da dove torna subito dopo.
Mamma e figlia fanno di nuovo ingresso nel tinello annunciando che i dolci saranno serviti in salotto!! Ma quali dolci? In mano reca solo il piccolo vassoio con solo quattro cuneesi… e i dolci preparati da loro dove sono?
In salotto il divano adesso è coperto sulla seduta proprio da quella tovaglia che, poco prima, Loretta aveva al braccio. Sistemato sul tavolinetto davanti alla tv il vassoio, mamma e mia sorella prendono ciascuna un fragrante dolce per poi andare verso il divano. Si pongono entrambe ognuna su un lato dello stesso ci guardano maliziose mentre con una mano reggono il dolcetto e con l’altra, mamma, con fare da consumata femmina, scioglie il nodo della cinta che tiene chiusa la vestaglia, Loretta sgancia invece la chiusura della gonnellina indossata.
Nel sedersi la vestaglia di mamma si apre e la gonna di Loretta scivola a terra mostrando a noi maschi una visione nuova: Loretta non ha più il leggero pelo sulla figa completamente glabra, come appunto quello di una bambina, mentre il folto bosco castano di mamma è ridotto ad un serico triangolo di cortissimo pelo che partendo dalla rima del ventre si stringe sempre più fino all’inizio delle carnose grandi labbra. Da queste, completamente depilate, fanno capolino le lunghe piccole labbra che incorniciano il bottoncino pronunciato del clitoride.
Nemmeno avessero provato la scena, si accomodano sull’orlo della seduta del divano e, spalancate le gambe, infilano leggermente il dolce piemontese tra le labbra delle fighe oscenamente esposte poi, con fare malizioso, ci invitano ad avvicinarci.
Anche io e papà, alla vista di quanto accaduto, prima di cadere a terra in ginocchio con una simultaneità che pareva studiata ma non lo era, ci sfiliamo prima le camice poi ci slacciamo i pantaloni che si afflosciano a terra rivelando che io non indossavo alcun intimo mentre i comodi e di antica foggia boxer di papà hanno permesso al suo uccello di essere apprezzabile dato che fuoriesce dal taglio anteriore dell’indumento in tutta la sua possanza.
Non c’è bisogno di indicazioni: Papà è tra le gambe di Loretta, io, finalmente, tra quelle di mamma che mi accoglie con un sorriso dolcissimo da cui non traspare nulla di imbarazzante per l’atto incestuoso che sta per compiersi. Papà riesce, prima di tuffarsi sulla fresco e virgineo frutto che gli si para davanti, ad afferrare il piccolo vassoio dal quale preleviamo gli ultimi due dolcetti. Li porgiamo alle due donne che altrimenti non li avrebbero potuti degustare.
Il sapore del cioccolato e del rhum si espande subito nella mia bocca che, golosamente, ingoia il dolce risucchiandolo dalla labbra della figa di mamma.
Posso finalmente ammirare da pochi centimetri il mio torbido desiderio di quasi diciassettenne infoiato agevolato in questo dalle mani di mamma che, libere dal pasticcino appena infilato in bocca, provvedono ad aprire quella meravigliosa conchiglia ripiena di piacevole umore. Non sto qui a descrivere tutte le sensazioni che provo in questo momento: sono troppe e troppo complicate, ma affondare la mia bocca lì, dove solo i miei sogni fino a ieri mi avevano condotto, mi procura un doloroso piacere che a partire dalle mie reni si espande caldo verso il mio basso ventre allargando sempre più. Avverto la punta del mio cazzo che vellica la mia zona ombelicale tanto è ritto e duro!
Mamma apprezza molto il mio fare e, adesso, mi tiene la testa tra le mani come a non volermi lasciar andar via: sta finalmente vivendo in prima persona quella scena cui aveva assistito anni prima e che era stato il germoglio del suo morboso desiderio con cui ha contagiato papà e che finalmente, anche per loro, si avvera.
Invitato ad alzarmi da mamma che, stravolta dal piacere, ha il viso contratto e lo sguardo liquido, posso dare a lei la possibilità di soddisfare la sua insana, ma piacevolissima voglia: ritto davanti a lei che aiutata da me, si pone a sedere.
Il mio bacino, con il cazzo praticamente attaccato al ventre tanto è duro ed eccitato, è di fronte al suo viso e soprattutto alla sua esperta bocca.
E inizia con un leggero bacio sulla cappella per poi, dopo aver piegato con una certa fatica, il membro dalla posizione imperiosamente ritta, abboccare il mio cazzo con un mugolio di piacere che porterò sempre tra i ricordi più belli nel mio cuore.
Già la bocca inesperta ma vogliosa di Loretta mi aveva fatto provare vette altissime di piacere ma il pompino di mamma è qualcosa di indescrivibile per bravura e passione.
E’ un sublime atto di amore che solo chi ha provato la medesima situazione può immaginare. Poi poter ricevere un tale trattamento mentre al tuo fianco compartecipa anche tuo padre e tua sorella è qualcosa di, forse, non così raro nella via reale, ma nemmeno di quotidiano, che sta cementificando una unione familiare al di la di qualsiasi prova.
Infatti anche papà ha presentato alla bocca vogliosa e impertinente di Loretta il suo maturo e duro uccello. La ragazza impugna con trionfante atteggiamento il cazzo del genitore e apre vogliosa la sua bocca nel bacio intimo che più desidera da mesi. Papà è anche lui stupito dalla perizia che la piccola bocca riesce ad esprimere e solo dopo pochi minuti deve, giocoforza, sottrarsi al montante piacere che la figliola gli sta procurando.
Le labbra di mamma sono arrivate invece a vellicarmi il pelo pubico e, soddisfatta la prima impellente voglia, si sono ritirate lascando umido e lucente il mio cazzo.
Mamma, in questi attimi di contemporanea sosta, guarda papà e, rivendicando la sua primigenia decisione:
“Adesso tocca prima a me!”
(continua....)
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