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incesto

MIO NIPOTE


di benves
07.04.2015    |    86.860    |    1 9.4
"Io non ho la macchina, ho solo il motorino, ora vado a cercare Ugo, il meccanico, se lo trovo lo porto qui; salta in sella al suo ciclomotore e si dirige..."
Novembre, la stagione invernale è arrivata, i colori della natura cambiano, il marrone e il verde scuro prendono il sopravvento, le tinte morte dominano sugli altri colori.
Questo è il mese inoltre portatore di una delle festività più tristi dell'anno, e prepara la gente a giornate corte e a periodi di gelo e di freddo.
Io sono rimasto orfano da piccolo, a causa di un infausto incidente che si è portato via i miei genitori, da allora vivo con la Zia, anch'essa vedova precocemente sempre a causa dello stesso incidente (sulla stessa auto viaggiava anche suo marito).
Come tutti gli anni, io e la zia raggiungiamo in auto un piccolo paesino dell'entroterra Romagnolo per portare un segno di presenza ai nostri defunti, che ci hanno lasciati da soli ad affrontare la vita quotidiana, con tutti i suoi problemi e le sue insidie.
Mia zia Eleonora è una donna molto bella di 39 anni è insegnante all'istituto Musicale “G.Verdi” di Rimini, è il simbolo della donna forte e sicura, figura molto importante per me, grazie alla quale sono riuscito a superare il periodo più brutto della mia vita.
Il viaggio da casa nostra al paese dura poco più di un ora, e dopo un oretta passata al cimitero la zia decide di fare una sosta a casa di suo cugino, per un saluto breve, dal momento che erano già le quattro e cominciava a fare buio.
Arriviamo nell'aia della casa colonica, si apre la porta d'ingresso e ne esce un omone; la zia mi sorrise e mi dice “ Marco non fare caso ai suoi modi che possono sembrare invadenti ed irritanti”.
L'uomo si avvicina, mi guarda e mi chiede se sono il figlio di Elisabetta (la sorella della zia), alla mia risposta affermativa mi porge la mano in segno di amicizia, poi rivolto alla madre dice “Madonna che bella donna sei diventata” l'abbraccia, e con forza la solleva da terra baciandola sulle labbra.
La cosa mi lascia perplesso, ma lo diventa ancora di più quando vedo la sua mano palpare il sedere della zia.
Lei mi guarda e dice “Cosa ti avevo detto” e facendo finta di nulla s'incammina per entrare in casa.
Dopo le solite domande di rito e i normali convenevoli, lui la chiama e dice “Eleonora vieni con me nel granaio, che ti preparo un po di uova da portare e casa” lei lo segue, ed io rimango da solo in questa cucina immensa riscaldata dal fuoco del camino.
Dopo un poco, stanco di aspettare il loro ritorno, mi dirigo nella loro direzione, orientato dal loro vociare, e vedo la zia parlottare con suo cugino piuttosto animatamente.
Cercando di non farmi notare, nascosto da un muretto e con il favore dell'oscurità, raggiungo una posizione da dove posso ascoltare i loro discorsi senza essere visto; sento la zia dire: “ ma dai!!! allora eravamo ragazzini ora siamo adulti e io per giunta ho anche un nipote da accudire, l'uomo con risentimento dice: ” Però allora ti divertivi quando ti scopavo”;
rimango allibito per quello che sento, Lui si era scopato mia zia? NO !!!!
non era possibile....lei taglia corto dicendogli: “Erano altri tempi, poi scusa eh!! cosa pretendi che stanotte faccia sesso con te con mio nipote li accanto? ma tu sei pazzo! e si fa una risata.
Avevo sentito abbastanza, rientro in casa senza farmi notare, ed inciampo su alcuni attrezzi agricoli per via del buio procurandomi una sbucciatura.
Poco dopo li vedo tornare mia zia, ora sembra più tranquilla, e con la sua solita aria spensierata dice:” Marco prepariamoci che andiamo, vado un attimo in bagno poi partiamo.”
Valuto la situazione alquanto strana, mi trovo con la zia, in una cascina in campagna, con un cugino che vuole trombarla remore di antiche scopate fatte in gioventù, un nipote (io), molto frastornato dalla gelosia, dalla rabbia, dall'amore per la zia ed eccitato per i discorsi ascoltati precedentemente, ed una zia impaziente di sparire velocemente.
Mia zia esce dal bagno, si raccoglie come sua consuetudine i capelli in una coda di cavallo, indossa la giacca a vento rosa, saluta suo cugino ed entriamo nell'auto.
Lei gira la chiave dell'accensione, ma il motorino d'avviamento dopo alcuni giri si ferma, lei riprova una seconda volta, con il disastroso risultato che il motorino neanche si muove....... il mio primo pensiero è..... Ma porcaccia la miseria!!!!!! ora siamo bloccati qui.
Dentro di me mi viene da ridere, al contrario di mia zia sulla soglia di una crisi di nervi.
Le dico:” Zia stai calma, non succede nulla, chiamiamo il meccanico per farla riparare”
lei risponde:” Ma quale meccanico, oggi è festa......... e non c'è neanche un servizio taxi in questo paese di merda, ed ormai sono quasi le sette di sera”.
Il cugino, che fino ad allora si era tenuto in disparte, interviene...... io non ho la macchina, ho solo il motorino, ora vado a cercare Ugo, il meccanico, se lo trovo lo porto qui;
salta in sella al suo ciclomotore e si dirige verso il paese.
Vedendolo partire dico: ”Però che bravo tuo cugino, si è preso la briga di andare a cercare il meccanico”
lei con insofferenza risponde Si!! Si!! vedrai con quanti meccanici torna quello là, e con un filo di voce quasi impercettibile aggiunge, so io cosa vuole!!!!”
Come aveva predetto la zia, suo cugino torna da solo;
la zia mi guarda e mi dice: “Visto che ti avevo detto!!!!”.
L' uomo si avvicina e con un mezzo sorriso dice: “ Ho cercato il meccanico anche a casa, ma di Ugo neanche l'ombra, mi sa che stanotte dovrete fermarvi qua da me”.
L'imbarazzo della zia era più che evidente, e dal momento che non era molto intenzionata a passare la nottata lì, chiama con il cellulare alcune conoscenze, ma nessuno risponde;
chi più chi meno avevano usufruito di quei giorni festivi per fare dei ponti e recarsi alle loro località d'origine.
La zia a malincuore, prende la decisione che sembra la più ovvia, fermandoci lì per la notte, contando anche sulla mia presenza, si sente più rassicurata.
Suo cugino prepara un ottima cena ma la zia ne mangia poco, anche perché la dieta a cui si sottopone le impone un'alimentazione controllata....
Suo cugino cerca in tutti i modi di essere disponibile e ci propone di dormire nella sua stanza da letto, mente lui si sarebbe adeguato nel vecchio divano situato nella cucina.
La zia, sollevata da questa proposta, accetta immediatamente l'offerta.
Dopo un poco di televisione, decidiamo di andare a letto.
La stanza da letto è riscaldata dal camino, come la cucina, ed il bel tepore invita a riposare; la zia con un aria più rasserenata mi confessa che aveva temuto per se.
Le chiedo il perché di questa sua paura, in fondo suo cugino, anche se rozzo, non mi era sembrato maleducato.
Mentre chiudeva a chiave la porta della camera disse:” Marco ti devo confessare una cosa, quando ero giovane, per un anno ho vissuto in questa famiglia, quando la nonna e il nonno si separarono, sentendomi sola e abbandonata, ho stretto un'amicizia con mio cugino molto intensa”
Pur sapendo la risposta le chiedo “Vuoi dire che scopavi con lui”?.
Lei alquanto imbarazzata dice: “ Si Marco io e lui abbiamo fatto sesso tantissime volte, aspettavo che i suoi genitori andassero a letto per poi farlo venire in camera mia.”
Preso da una fortissima morbosità le chiedo: ” E' lui che ti ha sverginato”?
La vedo trasecolare, la sua risposta viene emessa con voce flebile quasi impercettibile: “Perché vuoi saperlo”?
Le prendo il suo volto fra le mani e la bacio con delicatezza sulla fronte.
Questa mia mossa ha la facoltà di scioglierla e mi risponde con infinita dolcezza: ”Si tesoro è stato lui a sverginarmi”.
Zia ora ti spoglio e poi ci stendiamo sul letto, e se vuoi parlare ti ascolto;
nel frattempo mi sono tolto pantaloni e maglia rimanendo in slip e maglia della salute.
La faccio alzare in piedi, in un primo momento lei non approva questa mia idea, poi forse perché si sente protetta da me, oppure per voler provare questa novità lascia che io la spogli.
Con delicatezza le cavo la giacca a vento poi le faccio alzare le braccia e le sfilo il maglioncino; guardandomi con quanto impegno e delicatezza faccio queste cose, le scappa un sorriso, si avvicina, e mi bacia, ma non come le altre volte sulle guance, questa volta lo fa sulle labbra.
Osservo il suo viso, è stupendo, spontaneamente le dico: “ti amo”!!!
Lei sorridendo divertita: “Ehiiiii!!! che parola impegnativa hai detto questa volta, stai dicendo che ami la tua zietta”? e ridendo le ripeto: “Si ti amoooooo”
Continuando nella mia opera, m'inginocchio davanti a lei e comincio a farle scendere la gonna.
Sempre più divertita, lei scruta ogni mia mossa, cercando d'interpretare cosa sto pensando.
La gonna scende sul pavimento arrotolandosi ai suoi piedi.
Davanti ai miei occhi, si apre uno scenario bellissimo;
le gambe di mia zia sono affusolate e lunghe, coperte da calze nere; un perizoma nero di pizzo, copre la fonte del suo piacere.
La tentazione di allungare la mano e toccare il suo inguine è molto forte.
La mia mano si ferma timorosa a mezza aria, il mio sguardo sale verso l'alto ed incrocia il suo.
Probabilmente la mia espressione deve essere da idiota galattico, visto la faccia con cui mi guarda ed io non trovo altra soluzione che fare un fischio e dire:” che pezzo di fi...gliola che sei”.
Passa un breve attimo, e dalla sua bocca esce: “meno male che hai corretto la frase all'ultimo momento” poi una fragorosa risata esce dalla sua bocca.
Si alza, ed invita anche me ad alzarmi, cosa che faccio con qualche difficoltà, dal momento che sto avendo una erezione, e la cosa si vede benissimo.
Posando lo sguardo su di me, lei cambia espressione, diventando seria mi dice: “Marco tu hai un'erezione, ma scusa, ti avviso, sono tua zia, tu non puoi, non devi, come puoi fare dei pensieri erotici su di me?”.
Poi rendendosi conto del mio stato di prostrazione, mi abbraccia e, non curante della mia situazione, appoggia la sua pancia contro la mia, stringendomi forte.
Sento il mio pene adattarsi fra le sue gambe.
Mentre siamo abbracciati, ne approfitto per sganciare il reggiseno, la sento irrigidirsi e dire: ”ma che fai, ma...ma.... guarda te!!!!! …...... non demordi, mi vuoi proprio vedere nuda”!
Poi in un attimo il suo atteggiamento cambia, e diventa autoritario: “Ti prego Marco bisogna che ci fermiamo, non è giusto quello che stiamo facendo, ma ti rendi conto che mi sto facendo spogliare da mio nipote?
Devo proprio essermi rincretinita, con tutti gli uomini che ci sono in giro mi trovo in una cascina, con un cugino che mi vuole trombare e un nipote che chissà quali idee ha per la testa “.
Restando avvinghiato a lei, incurante delle sue parole, faccio sbollire la sua ribellione, mentre scendono le spalline del reggiseno.
Le scopro il petto, la mia bocca fremente, si appoggia alle tenera carne, scorre con la lingua la forma circolare del seno, mentre continuo con libidine ad “assaporare la zietta”
Lei ha smesso di parlare, ha socchiuso gli occhi.
La bocca leggermente aperta; ne esce un gemito quando le mie labbra titillano i capezzoli succhiandoli con voracità, baciandoli e leccandoli, lasciando una scia vischiosa di saliva attorno all'aureola.
Gli occhi si aprono sgranati, quando d'improvviso la mia mano s'infila dentro il collant, e s'insinua sotto il pizzo del perizoma.
Sento i primi peli della figa
Lei con agilità e furbizia esce da quella situazione, lasciandomi in mezzo alla stanza come un cretino.
Poi con calma, mi prende per mano, mi fa sedere vicino a lei ai bordo del letto.
La sua voce è calma, anche se il viso e molto teso e tirato.
“Ora ti faccio alcune domande e voglio risposte precise”!
Ascolta Marco, nella mia vita ho fatto tante cose di cui mi vergogno, e di altre invece no, perché le ho fatte volutamente, oppure sono stata costretta.
Ho avuto tanti, troppi uomini.
Ho fatto sesso con donne.
Mi hanno violentata, e sono stata con più uomini contemporaneamente.
Ora ti chiedo, ti sembra giusto che faccia sesso con mio nipote?
Dopo cosa potresti pensare di me?
E gli altri cosa potrebbero pensare se lo venissero a sapere?
E siccome momentaneamente non posso prendere la pillola, se rimanessi incinta cosa dovrei fare?
Dopo un breve attimo la mia risposta scaturisce naturale senza alcuna esitazione: “ io ti voglio bene ...anzi ti amo, e mi sento di potere fare l'amore con te perché ti amo e ti ho sempre amato; tu non sai quante volte mi sono masturbato annusando le tue mutandine e i tuoi collant per sentire l'odore del tuo sesso e venire pensando a te...............cosa possono pensare gli altri non lo so, e neanche m'interessa, il resto non ha importanza, e se tu rimani incinta beh!! mi piacerebbe avere un figlio mio e tuo, ma so che questo non si può, perciò cercherò di stare il più attento possibile perché non voglio farlo con il preservativo”
Con gli occhi gonfi di lacrime si rende conto che la mia intenzione è quella di scoparla.
Si lascia andare sul letto e non reagisce quando le sfilo i collant ed annuso il perizoma per carpirne i suoi profumi.
Le bacio le gambe, lasciandole diversi succhiotti sulle cosce.
Le sfilo il perizoma e le allargo le gambe.
Il suo monte di venere ricoperto da una bionda lanugine, lascia intravvedere l'accesso della fessura invogliante.
Con le labbra mi avvicino a quel agognato antro, cominciando a leccarla in punta di lingua.
La lingua entra dentro di lei, e ne segue le varie increspature della vagina.
E' bagnata, quello che le sto facendo non le dispiace, visto l'aumento di secrezioni che fuoriescono dal suo utero.
Voglio vedere il suo viso, e per un ennesima volta i nostri sguardi s'incrociano.
Mi distendo sopra lei, il mio volto è all'altezza del suo.
Sento il suo seno contro il mio petto, “Zietta stai piangendo?
In un attimo di lucidità mi sento un violentatore, “non vuoi che continui” ?
Lei con voce flebile risponde: “ Marco amore mio, non so cosa voglio; da una parte vorrei cacciarti via, dall'altra non desidero altro che essere penetrata da te. Sono in uno stato confusionale pauroso” A sentire la parte finale del discorso, il mio cazzo con delicatezza viola la sua pancia.
Lei se accorge, inarca la schiena favorendomi la penetrazione e si raccomanda:” Marco ti prego non venirmi dentro non lasciarmi incinta”.
I suoi capezzoli sono gonfi e turgidi.
Li bacio.
Con le labbra prendo il bottoncino rosato del capezzolo e lo mordicchio.
E' tutto un susseguirsi di piccoli gemiti.
Poi è la volta della pancia.
La bacio e le faccio dei succhiotti quasi ovunque, a voler certificare che quel corpo è mio.
Non deve essere più di nessun altro.
Mi colpisce il suo ombelico, leggermente sporgente, e la piccola cicatrice sulla parte sinistra. spontaneamente le chiedo: “ perché c'è questa cicatrice”? “Come te la sei fatta”?
Potrebbe sembrare una cretinata, ma qualcosa mi dice che riguarda un qualche episodio in relazione ad una disavventura della sua vita.
Dopo un attimo di esitazione, dice: “Mi ricorda una storia poco bella, una sera, stavo rientrando a casa dalla istituto musicale, sono stata aggredita da tre individui e, trascinata in una casa in costruzione, mi hanno strappato i vestiti ed uno alla volta mi hanno violentato.
Volevano portarmi in Albania per farmi prostituire.
Fortunatamente sono riuscita scappare, solo che durante la mia prigionia, oltre che violentarmi a tutte le ore, mi hanno anche torturata, e questo è un ricordo di quell'avventura”.
Quanta tristezza e quanto amore provavo in quel momento per lei, non la sentivo più come mia zia ma come la mia donna............ la bacio sulla bocca, le nostre lingue si toccano, s'intrecciano, questi sono baci particolari.
Sento di amarla dal profondo della mia anima, ora il mio cazzo è tutto dentro.
Le pareti della vagina pulsano e sono lubrificate.
Il mio cazzo comincia il balletto del su e giù.
Mentre la sto possedendo lei mi guarda negli occhi, ed io le dico ” sono innamorato di te “!
Sento una vibrazione nel suo corpo, un sospiro profondo, anche lei annuisce e risponde: “ anch'io tesoro ti amooooooo, scopami non ce la faccio più sto per venire. Che piacere immenso mi dai tesoro“!
Il mio uccello affonda in profondità nella sua pancia, fino alla radice, è duro e possente, ora anche lei e presa dall'eccitazione urla, e diventa un rantolo di godimento quando, la sento dire “amore anche se mi sborri dentro fa niente se rimango incinta lo farò.
Il mio ritmo è forsennato, sto scopando mia zia, ho annusato la sua pelle, i suoi odori vaginali, ho succhiato il suo seno.
Ed ora sto per riempirle la pancia con la mia sperma!
Il mio sogno è quello di lasciarla incinta, vedere il suo pancione crescere con una parte di me dentro di lei.
Con un rantolo animalesco vengo, e nello stesso istante, le sento urlare che ha raggiunto il culmine del godimento.
Le sue gambe si stirano al massimo, i tendini delle dita dei piedi sono tesi come corde di violino, stanco ma felice la copro, e ci abbracciamo nudi sotto le coperte.
L'ultima cosa che dico” zietta mi sa che tuo cugino abbia sentito tutto”.
Alla mattina presto, dopo esserci vestiti, usciamo dalla camera, il cugino ed il meccanico sono nell'aia della casa, che stanno riparando la panda.
Rimaniamo sorpresi e meravigliati, lui ci viene incontro sorridendo, e con aria felice dice “ mi sono fatto una dormita eccezionale come da tanto non facevo, poi sono venuto a prendere il meccanico per farvi una sorpresa”
La zi sollevata e felice dice:” bravo cuginone vieni che ti do un bacio” lui felice si avvicina e la bacia; poi come sempre le da una toccatina al sedere, ma la cosa non mi crea problema.
La zia mi guarda e ride.
Dopo poco eravamo sulla strada che ci portava a Rimini, quando dico: “guarda che zona solitaria e che bel boschetto c'è laggiù”! Ci guardiamo e facciamo una risata di complicità
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