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L'inseminazione di mia moglie (ultima parte)


di benves
13.11.2012    |    76.593    |    7 9.3
"Da quando sei andata via sono accadute alcune cose..."
La sera stessa , dopo cena ,mi alzai dicendo a mia moglie che dovevo vedere degli amici, lei non mi parve minimamente contrariata.
Come le sere precedenti andai da mia suocera che mi accolse sorpresa. “Come mai sei qui, cosa è successo?”
“Avevo bisogno di sfogarmi.
Ho pensato che solo tu potessi capirmi, visto che sai come vanno le cose per avere questo figlio.”
“Ahi,ahi Emilio. Mi pare ci sia qualche problema con Angela.
Racconta che ti ascolto”
“ Cara Carla , non c’è molto da dire se non che ora sono un perfetto cornuto:”
“come sarebbe? Come puoi dire una cosa del genere.
Tu sai, come del resto so io , quanto sia costata a Angela questa situazione.
Con quanti dubbi abbia preso questa decisione, come puoi affermare di essere un cornuto?”
“Se mi garantisci di non farne parola con nessuno , tanto meno a tua figlia visto che interessa lei e la nostra vita privata , ti racconto tutto.”
Ottenuta la garanzia che mai lei avrebbe riferito alla figlia quanto avrei raccontato, le svelai la sistemazione delle telecamere e tutto il resto ad avvalorare il mio racconto le mostrai una delle cassette registrate.
Carla volle inserirla nel videoregistratore poi prese posto sul divano e dopo avermi fatto accomodare al suo fianco fece scorrere le immagini sul video. A mano a mano che scorrevano sentivo le esclamazioni di mia suocera. “Mamma mia che attrezzo ha Paolo, quasi mi pento di non averlo fatto salire la volta che mi ha accompagnata a casa” ed ancora “ Ooooh, ma che porca è mia figlia . Ma guarda te che pompino gli sta facendo. OOH la madonna anche il culo si è fatta rompere, o glielo avevi già fatto prima di lui?” poi, giratasi verso di me, aggiunse:” certo che sei messo male, devo condividere con te che queste sono corna, perché non mi risulta che si resti incinta da quella parte. Però se devo essere sincera un lato positivo c’è perché anche se si tratta di mia figlia io mi sto eccitando a guardare quei due porcaccioni.”
“Sinceramente anch’io all’inizio mi sono eccitato e mi sono pure masturbato, mi vergogno ad ammetterlo, ma è cosi.”
“Tu sei un uomo è diverso, io sono sua madre ma vederla prendere un cazzo di quella portata mi ha sconvolta. Se ti dicessi che mi sto bagnando, non è scandaloso?”
“No Carla non ci trovo nulla di scandaloso. Sei una donna ancora giovane con un normale
appetito sessuale, molti uomini vorrebbero fare l’amore con te.”
“Anche tu, Emilio? Anche tu vorresti fare l’amore con me?”
Guardai mia suocera e, per la prima volta la vidi come era, ovvero una bella donna ancora giovane e piena di voglia. Mi avvicinai a lei, le presi il volto tra le mani , avvicinai il mio al suo e mormorai “Si Carla, solo un pazzo non lo vorrebbe” detto questo posai le mie labbra sulle sue che si schiusero in un bacio lungo e sensuale. Sentivo mia suocera rispondere con passione e cedere lentamente al desiderio.
“Fermati! Emilo!, fermati non possiamo , tu sei il marito di mia figlia, ti prego fermati!”
“Sarò anche il marito di tua figlia ma lei non ha certo pensato a me lasciandosi andare con Paolo” dissi spingendola delicatamente a coricarsi sul divano.
Ripresi a baciarla con maggiore passione ed ardore. Lei poteva dire quello che voleva ma i baci che mi stava dando erano inconfondibilmente di pura passione, di desiderio tenuto a freno per troppo tempo.
La mia bocca scese al suo collo posai baci golosi su quella pelle su fino al lobo dell’orecchio che mordicchiai goloso.
Carla, ad ogni mio bacio cedeva offrendosi senza riserve.
Continuai a succhiare il suo collo come un vampiro eccitandomi ai suoi gemiti.
Lasciò che le aprissi la camicetta e che liberassi i suoi seni dal reggiseno.
Che piacevole spettacolo la visione dei suoi seni pieni, mammelle sode leggermente appesantite ma quanta sensualità, ne solleticai i capezzoli che già si ergevano come eccitai, lei mi fermò, “ no Emilio, intendo non qua , visto dove siamo arrivati tanto vale stare comodi nella stanza da letto.”
Aveva ragione, la presi in braccio e la portai nella sua stanza da letto, quando la deposi sul grande letto matrimoniale la sentii gemere:” Emilio, sappi che sei il primo uomo dopo il mio povero marito ad entrare in questo letto. Ti prego sii delicato.”
Lasciò che la spogliassi completamente mi sorpresi ad ammirare il suo corpo abbronzato dove risaltava il segno del bianco lasciato dal bichini, rendendola ancora più eccitante.
La baciai ancora con passione, riempii il suo collo di teneri baci e caldi succhiotti che la mandarono in orbita, fui nuovamente sui suoi seni e li coccolai,li baciai ,li strapazzai tra i suoi gridolini di sorpresa e di piacere.
Scesi gradualmente fino all’inguine che lappai con cerchi concentrici fino al contatto della vulva fradicia di umori.
Carla si contorceva gemendo in continuazione “Ooooh, che mi fai? Si, continua cosi che è fantastico. Oddiodiodio! Mi sto sciogliendo. Emiliooooo, vengooooo!”
Un caldo getto di umore mi lavò il volto, pareva eiaculasse.
Mi impadronii del clitoride titillandolo con la lingua ed aspirandolo fino a prenderlo tra i denti tormentalo delicatamente, la lappai ed aspirai fino a quando Carla inarcandosi non mi spinse la vulva contro il naso gemendo”Basta!basta, basta ti prego , non ce la faccio più, vieni! Prendimi, fammi tua anche se sei mio genero entra in me”
Obbedii, mai ordine fu più piacevole.
Se la passione di mia suocera mi aveva colpito, ancor di più rimasi colpito e sorpreso quando, penetrando quella sua dolce vagina la trovai stretta ed accogliente come una vergine “Cosi, entra lentamente, fammelo gustare bene .
Sono anni che assaggio un bel salsicciotto di carne viva.
Come lo sento bene.
Ecco ora ti sento contro l’utero, mi raccomando stai attento, levati per tempo” ansimò quando arrivai a toccare il fondo della vagina.
Presi a muovermi con dolcezza baciandola e sussurrandole paroline d’amore.
In quel momento sentivo proprio d’amarla, rispondeva ad ogni mio movimento, venendomi incontro ad ogni spinta.
Quando raggiunse l’ennesimo orgasmo non arrivò a trattenersi, spinse in alto i fianchi facendomi penetrare in maniera incredibile nelle profondità della sua vagina e, sentendo il mio pene gonfiarsi prossimo a sparare lo sperma dentro il suo utero rantolò:” Vieni! Vieni Emilio dammi tutto il tuo amore, riempimi l’utero, non mi importa se mi metti incinta, voglio sentire il tuo piacere allagarmi le ovaie.
Solo dopo esserci calmati ed aver recuperato il fiato si rese conto della gaffe. “Scusami Emilio. Mi sono dimenticata che purtroppo hai il seme stanco, altrimenti non saresti qui.
Infondo meglio così, non abbiamo problema di preservativo o di retromarce improvvise.” Stiracchiandosi si posizionò all’altezza del pene e prese a giocherellare con il glande “Lascia che lo coccoli un poco questo birichino” sussurrò aspirandolo in bocca e continuare con la lingua, favoloso.
Ci mise così tanto impegno la dovetti fermarla per non venirle in bocca.
Scopammo come disperati, ogni volta l’orgasmo ci prese sconvolgendoci.
Per ben tre volte colmai di sperma il suo fertile utero ma entrambi sapevamo che i miei stanchi e pigri spermatozoi non avrebbero creato problemi.
Solo quando mia suocera mi accompagnò alla porta d’ingresso parve rendersi conto di quanto avevamo fatto. “Oddio, Emilio, cosa abbiamo fatto? Angela non dovrà mai venire a sapere di questa nostra pazzia. La cosa deve finire qua, non ci saranno altre debolezze da parte mia, buona notte.”
Tornato a casa mia moglie non mi chiese dove fossi stato o chi avessi visto, anche a letto non fece il minimo cenno di approccio, pareva paga e sessualmente soddisfatta.
Per tutto il restante periodo del mese non vidi mia suocera, volevo rispettare il suo volere, pareva che anche mia moglie volesse rispettare l’astinenza nei miei confronti, visto che la notte lei non mi cercava e se mi avvicinavo lei si negava adducendo le scuse più impensabili, solo sporadicamente mi permetteva di strusciare il glande tra le sue cosce.
Solo il caso permise che scoprissi la causa di tutti quei malesseri.
Al sabato mattina, normalmente lavoro fino a mezzogiorno, quella mattina guardando nella mia scrivania, mi accorsi di aver lasciato alcuni documenti a casa, guardai l’ora erano quasi le dieci del mattino, facendo una corsa avrei potuto andare a casa prendere i documenti, tornare in ufficio e terminare il lavoro per tempo.
Persi più tempo a cercare il parcheggio che il viaggio.
Sceso dalla macchina, mi avviai verso il portone ed in lontananza vidi un uomo che ne usciva chiudendolo, l’andatura mi parve nota.
Non v’era dubbio che fosse Paolo.
Suonai al citofono ma non ottenni risposta , aprii il portone ed entrai mentre mi avviavo all’ascensore sentii la voce di mia moglie alla cornetta che domandava:.” Cosa ti sei dimenticato questa volta?” Perbacco, pensai, che perspicacia ha Angela, ancora deve vedermi e sa già che ho dimenticato qualcosa.
Quando suonai il campanello di casa la senti avvicinarsi alla porta d’ingresso canticchiando, prima ancora di aprire l’uscio la sentii dire “ Eh, mio caro , tu di testa valida ne hai una sola, l’altra…….” La frase le morì in gola quando , aperta la porta mi vide. “ohh, sei tu? Come mai a casa a quest’ora?” chiese con tono preoccupato.
Doveva essere sotto la doccia, notai che cercava di chiudere frettolosamente l’accappatoio che così come era non nascondeva nulla.
“Niente di particolare, ho solo dimenticato un documento, ora lo prendo e vado via. T
orno per mezzogiorno come al solito……..a , a proposito, mi è parso di vedere uscire dal portone Paolo, come mai è venuto qui?” aggiunsi mentre preso il documento mi apprestavo ad uscire.
“Ma si, no, niente, si insomma è passato di qua per vedere se c’erano novità” disse spaventata.
Uscii di casa con la convinzione che qualche cosa non quadrasse.
Al diavolo il lavoro scesi nel garage ed anche a costo di essere sorpreso da mia moglie accesi gli apparecchi di registrazione. Quelli continuavano a registrare scrivendo sopra la cassetta piena cancellando la vecchia registrazione in favore della nuova.
Sentii suonare il campanello di casa , nello schermo mia moglie andava ad aprire a Paolo.
“Come mai qui? Non ti è bastato quello che abbiamo fatto fino a due giorni fa?” domandò Angela
“Non ci crederai ma mi sei entrata nel sangue, ho sempre voglia di te.” Così dicendo la prese a la baciò spingendola verso la camera Nessun accenno alla pur che minima reazione da parte di mia moglie, anzi gli si appese al collo rispondendo al bacio con grande ardore.
Mentre percorrevano il corridoio i due si stapparono i vestiti di dosso , il tempo di arrivare al letto e il pene di Paolo era già penetrato nella vagina di mia moglie, Angela cadde sul letto con le gambe aperte a compasso e il corpo di Paolo proprio nel mezzo che la pistonava con forza, la cosa non durò molto, i due vennero con un urlo di piacere. Quando il pene di lui uscì dalla vagina un rivolo di sperma colò fuori.
Potevo pensare che avessero deciso di incrementare le possibilità di farmi diventare padre.
Vidi paolo uscire di casa e Angela entrare nella doccia, io ero arrivato solo un momento dopo che lei era uscita dal bagno, non avevo più dubbi, ero un cornuto.
Ad ogni mese Angela mi informava sulla situazione mestruale ed a ogni mestruazione noi ripetevamo l’esperimento.
Per sette notti al mese io lasciavo l’appartamento e il mio letto con mia moglie a Paolo per rifugiarmi nel letto di mia suocera e soprattutto tra le sue cosce.
Andammo avanti per un bel poco di mesi.
Mia moglie mi informava sull’arrivo delle mestruazioni con regolarità cronometrica. Con me aveva diradato talmente i nostri incontri che l’amore era una cosa ormai lontana.
La cosa non mi sconvolgeva più di tanto visto che io ero in parte responsabile di quella situazione, così come aveva detto sua madre.
Un giorno però fui costretto a far notare a mia moglie che, nonostante lei dicesse di avere le mestruazioni, mostrava una strana pancetta.
“Sei ingrassata in questi mesi:” dissi a mia moglie notando come si fosse arrotondata.
“ Sì, forse un pochino. Saranno le mangiate serali che mi tocca fare , prima ceno con te, poi con Paolo.” Rispose senza guardarmi.
“Penso invece che tu sia incinta non so di quanto, ma certamente sei pregna di Paolo.
Pertanto credo che si possa dire concluso positivamente l’esperimento e le visite di Paolo non siano più necessarie. Non credi’ Oppure c’è dell’altro che dovrei sapere?”
Angela mi guardò stranita, impaurita, si mise a sedere, le mani giunte strette fortemente tra le ginocchia e prese a parlare sottovoce, quasi faticavo a capirla. “Vedi Emilio, io ti amo quanto di più non si può, amo la tua sicurezza, il tuo saper gestire le cose, il tuo modo di amarmi.
Per me sei stato il primo uomo, mi hai dato sicurezza e tutto il resto.
Poi c’è stato il problema dei tuoi spermatozoi pigri e nel nostro menage è entrato Paolo.
A me non è piaciuto quello che abbiamo programmato con lui, almeno all’inizio.
Poi, perché c’è un poi, io e lui abbiamo avuto dei rapporti sessuali per i motivi che ben conosci e nel frequentarlo è successo quello che mai avrei pensato potesse accadere,”
“Ti sei innamorata di lui.” La interruppi
“No , mio povero Emilio, così sarebbe facile, lascerei te ed andrei a vivere con lui.
Sono innamorata di entrambi in due modi diversi.
Di te sono innamorata anima e corpo, sai che mai ti lascerei.
Di Paolo, purtroppo, sono innamorata solo del suo cazzone e del suo modo di usarlo.
Le cose purtroppo stanno così.
Se a te va bene potremmo continuare così a te dare l’amore del cuore e dell’anima a lui solo sesso.”
Restai a bocca aperta.
Che cazzo stava dicendo mia moglie?
Voleva la mia benedizione per farsi l’amante in casa? “Che cazzo stai dicendo ?” le chiesi.
“hai capito benissimo, a te il mio cuore a lui il mio corpo, ma ne potresti usufruire pure te,
non sempre quando vuoi, ma alcune volte si.”
“ Quello che mi stai proponendo è fuori dal mio modo di concepire l’amore, non riuscirei mai a fare finta di nulla sapendoti tra le braccia di un altro.
Pensaci bene, prenditi del tempo e poi decidi, io rispetterò qualsiasi tua decisione.”
Incominciò così il mio calvario fatto di alti e bassi, con mia moglie che si faceva sbattere da Paolo anche quando io ero in casa per poi venire gattina, gattina, magari due o tre giorni dopo a fare le fusa , pretendendo che io fossi disponibile come se nulla fosse accaduto.
Non ressi molto, una mattina la salutai dicendole che quando le fossero passate tutte quelle strane fantasie avrebbe potuto cercarmi e forse mi avrebbe trovato..
Andai a convivere con mia suocera, che fu molto comprensiva del mio stato d’animo, coccolandomi e a quel punto, liberi da obblighi nei confronti di Angela , riprendemmo ad amarci con passione.
Facevamo l’amore in ogni angolo della casa, in ogni momento senza pudori o strani tabù.
Tutti presi dalle nostre giornate d’amore restammo sorpresi quando Angela venne a cercarmi dicendo che essendo prossimo il momento della nascita sarebbe stato opportuno che io tornassi a casa.
Tornai a vivere con lei e fui al suo fianco in sala parto quando la piccola Elena venne al mondo. Passarono quattro mesi bellissimi, Angela pareva tornata quella di prima, sua madre pareva felice di essere nonna, io, io continuavo a fottermi mia suocera, e saltuariamente mia moglie.
Ad Angela pareva andare bene così , lei aveva preso a dedicarsi solo alla bambina.
Lo fece per sette mesi, poi riprese a vedersi con Paolo.
Lo capii una sera che al mio toccarla si scosto infastidita, il giorno dopo scesi nel mio sgabuzzino e riattivai il sistema antintrusione.
Quello che vidi non mi piacque per niente.
Angela apriva la porta a Paolo che appena entrato l’abbracciava baciandola con passione, poi, senza che da parte di mia moglie ci fosse il minimo accenno di resistenza , lui la trascinò in camera da letto.
Entrato spinse mia moglie sul letto stappandole letteralmente il vestito da dosso e buttandosi sul suo corpo prese a passarle la lingua in ogni angolo di pelle libera.
Voglioso la coprì di saliva penetrando negli anfratti più segreti di quel corpo di donna vogliosa. Da parte di Angela ci fu l’immediata risposta, giratasi a 69 si impossesò del grosso pene e prese a popparlo, leccarlo, accarezzarlo fino a quando non lo vide diventare di dimensioni mostruose, solo allora smise il pompino e salì su quell’obelisco impalandosi fino alla radice. Quando lo ebbe tutto dentro emise un sospiro di pienezza. “dio mio Paolo! Ti sento fino alla bocca dello stomaco, mi pare che il tuo affare sia ancora più grosso di quanto lo ricordassi.” Disse mia moglie mentre paolo afferratala per i fianchi le imprimeva un lento movimento di saliscendi sulla sua asta.
Poi Angela non ebbe più bisogno delle mani di lui che la guidassero, si chinò in avanti mostrando alle telecamere che la riprendevano il suo meraviglioso fondo schiena con le natiche completamente staccate che offrivano lo spettacolo dello sfintere dilatato dal piacere e la visione dell’enorme cazzo di Paolo saldamente immerso in lei che, con il suo movimento da cavallerizza si sollevava facendolo uscire fino al glande per poi ridiscendere facendolo scomparire completamente nella sua fica sbrodolona.
Fu con sorpresa che la sentii dire:”Paolo, stai attento a non sborrare dentro, non ho nessuna voglia di restare incinta in questo momento.”
I due diedero sfogo alle loro voglie, Angela gemeva e strillava tutto il suo piacer crollando esausta sul torace di Paolo che, incurante di quanto dettogli da mia moglie le riverso nell’utero una siringata di sperma tale da f”Sei uno stronzo, ma non posso fare ameno di te.
Ti avevo chiesto di stare attento, lo sai che non uso nulla per evitare gravidanze, tu invece niente giù duro con una sborrata da cavallo. STRONZO!
Sì sei uno stramaledetto stronzo, ma io non posso fare più a meno del tuo cazzo. Sia ben chiaro che amo solo il tuo cazzo.”
Quella sera dissi a mia moglie che la lasciavo libera di vivere la passione per il cazzone di Paolo, io non potevo reggere quella situazione.
Quando mi chiese il motivo di tale decisione da parte mia io le spiegai che avevo le prove tangibili dei suoi incontri con Paolo nel nostro letto e quello non potevo più accettarlo.
Piangendo Angela disse che non era vero nulla, che forse qualche vicino invidioso aveva accennato al fatto che Paolo qualche volta le aveva fatto visita.
Una semplice visita di pochi minuti, negò assolutamente che tra lei e Paolo ci fosse una storia, lei mi amava troppo per perdersi con lui.
“Menti sapendo di mentire!” mi trovai a dire “tu continui a farti trombare da Paolo come una troia”
“Non è vero, non è assolutamente vero. Non so chi ti abbia detto questo ma ti giuro che non c’è una briciola di verità in quello che ti hanno riferito:” disse singhiozzando
“Continui ad asserire il falso e mi costringi a sbugiardarti, anche se questo sarà la fine per noi.”
“ma cosa dici? Di che fine parli , sai che ti amo come e più di nostra figlia, perché mi umili a questo modo?”
Presi a malincuore la decisione di svelarle l’esistenza del mio piccolo studio di registrazione.
Lei volle vederlo e volle vedere pure i filmati ultimi, quelli dove lei e Paolo solo poche ore prima si stavano rotolando tra le lenzuola del nostro letto.
La stessa sera mia moglie fece le valige, preparò ed andò a vivere con Paolo, che per la verità non parve esserne molto contento.
L’amarezza di quanto stava accadendo mi causò un trauma.
Mi resi conto in quel momento che la ricerca di un figlio a tutti i costi aveva causato la fine del mio matrimonio.
Solo l’amorevole presenza di Carla e le sue particolari attenzioni, riuscirono a farmi uscire da quella depressione.
Mi prese per mano e con lei, sotto le sue carezze tornai a sentirmi uomo.
Il sesso con mia suocera divenne trasgressivo, lei si inventava mille situazioni per eccitarmi.
Mi raccontava di corteggiatori, di palpamenti maliziosi sugli autobus.
Io mi arrapavo come un cervo e la prendevo in modo bestiale, arrivavo al punto di strapparle gli abiti da dosso, era diventata la mia droga, di lei non avrei più potuto fare ameno.
“Emilio mio, fortuna che sei sterile altrimenti mi avresti fatto fare una nidiata di figli:” disse mia suocera, una sera dopo che avevamo fatto l’amore e giacevamo esausti sul letto.”Per la verità il medico non ha detto sterile, ha detto solo che ho gli spermatozoi stanchi, di conseguenza non ci sono molte probabilità che io riesca ad ingravidare una donna.”
Trascorsero sette mesi prima che avessi notizie di mia moglie, legalmente Angela era ancora mia moglie perché non avevamo ancora chiesto la separazione.
Angela mi telefonò chiedendo di vedermi.
Purtroppo in quel periodo anche Carla aveva bisogno di me per dei disturbi molto fastidiosi mi impegnai ad accompagnarla alle visite mediche.
Ero in ansia per Carla, era uscita per andare a ritirare la risposta delle ultimi analisi.
Al suo rientro notai subito l’espressione sconvolta del viso.
Si dubitava potesse avere un tumore all’utero.
La vidi piangere ,poi ridere, pensai fosse impazzita.
Carla, mi sorprese ancora : buttandomi in faccia i fogli relativi alla diagnosi degli esami.”Brutto idiota! Brutto fottutissimo idiota, tu e i tuoi stramaledetti spermatozoi pigri. Andate al diavolo! Uno!Uno dei tuoi maledetti spermatozoi pigri, si è svegliato. Uno, uno solo e mi ha fregata. Sono INCINTA.
Sì hai capito bene sono incinta , ingravidata , pregna.
Cosa faccio adesso?
Me lo dici cosa faccio adesso?”
Mia suocera era furente ma per me era una notizia meravigliosa , sarei diventato padre del mio vero figlio, poi però pensai di dover prendere in considerazione altre cose.
Più volte Carla mi aveva raccontato storie di incontri strani con uomini.
Vero che tutti i racconti erano nati nell’intimità della camera da letto, ma no era da escludere la possibilità che lei fosse stata con uno di quegli uomini che le si strusciavano contro sull’autobus e che lei lasciava fare con suo piacere. “Scusami Carla se mi permetto di porti una domanda che può essere indiscreta , ma vorrei sapere se hai frequentato , oltre a me, qualche altra persona…Che so uno di quegli uomini a cui permettevi ti si strusciassero contro le chiappe sul pullman.” Mi guardò esterefatta , sorpresa, poi ridendo:”Ma davvero tu hai creduto a quelle storie che ti raccontavo?
Che bambinone, io lo facevo perché avevo notato quanto ti eccitassero quelle mie fantastiche esperienze.
No, stai pure tranquillo il bambino è solo tuo , tuo è lo sperma che mi ha ingravidata, tuo sarà il nome che porterà.”
Ci abbracciammo e facemmo l’amore con passione.
Due giorni dopo chiamai mia moglie al telefono e le diedi appuntamento nel nostro appartamento.
Rivederla riaccese in me il vecchio amore, era sola .”La bimba l’ho lasciata da una cara amica, volevo vederti e parlare con te da sola.
So di essermi comportata male andandomene via con Paolo, ma ora ti posso garantire che l’infatuazione per il suo grosso pene mi è passata.
Ho troppa nostalgia di te, di come facevi l’amore con me, la tua dolcezza , la tua tenerezza.
Ti posso garantire che mai più ti lascerò per un superdotato, ne ho fatto indigestione, neanche voglio più vedere Paolo.
Quel delinquente mi ha fatto di tutto, ora ti devo raccontare tutto poi sarai tu a decidere se mi vorrai ancora.
Sappi che qualsiasi decisione tu prenderai , io la rispetterò.
Quando sono andata via da questa casa sono andata a vivere con Paolo, che in un primo momento pareva felicissimo di avermi come una puttana pronta ai suoi desideri.
Poi è cambiato da prima più calmo meno irruente poi sempre più assente.
Questa sua indifferenza scomparve improvvisamente quando un suo amico ci invitò a trascorrere un mese di vacanza nella sua villa al mare.
Ne fui contenta, io non amavo Paolo, e neanche lo amo , ma quella volta avevo desiderio del suo cazzone.
I primi giorni furono una favola, la bambina si divertiva e non dovevo preoccuparmi di nulla, per lei c’era una baby sitter a sua completa disposizione, noi grandi eravamo liberi di prendere il sole, fare il bagno nella grande piscina e sbizzarrirci come meglio volevamo.
Al quarto giorno ci raggiunsero altri amici , in totale eravamo in quindici, dieci uomini e cinque donne.
Le cose presero una certa piega una sera che dopo aver ballato e bevuto, tutti decisero di buttarsi in piscina vestiti.
Faceva caldissimo e la cosa mi parve perfetta.
Meno perfetto era il fatto che una volta in acqua, noi donne si venisse circondate dagli uomini, che contro le nostre proteste presero a spogliarci dei nostri capi, anche quelli più intimi, fino a lasciarci completamente nude.
Loro, i maschietti non ebbero bisogno di incitamento per denudarsi, una volta tutti nudi, ognuna di noi donne dovette difendersi dagli attacchi delle mani bramose degli uomini.
Mi sentivo palpare il culo , le tette, una mano si impadronì della vulva titillandomi la clitoride per poi penetrarmi in vagina con un ditone.
Onestamente devo dire che la cosa mi stava piacendo, mi piacque anche quando, forse lo stesso dito, si insinuò tra le mie chiappe e, dopo aver cercato e trovato il buco del mio culetto, vi penetrò con violenza strappandomi un gemito di dolore.
Ma non era finita li, un tipo mi prese di spalle e dopo avermi puntato la sua dura virilità sulle natiche ve la strisciò prepotentemente tra il solco delle chiappe fino a scivolare tra le morbide guance di carne e scendere , guidato dalle mani fino all’ingresso della vagina.
Sentivo le mani smaniose dell’uomo cercare e slargare le grandi labbra vaginali per poi accompagnare il suo grosso membro all’ingresso.
Il grosso glande, che io non vedevo ma, che io sentivo con la vulva essere enorme.
Enorme lo era, mi sentii aprire in due quando forzò le labbra del mio sesso e penetrando lentamente e dolorosamente, nella vagina.
Malata di sesso come ero risposi ai suoi affondi andandogli incontro fino a quando non lo sentii svuotarsi dentro di me.
Neanche il tempo di ri prendermi che due braccia poderose mi sollevarono e mi tirarono fuori dalla piscina di peso.
Mi ritrovai coricata sull’erba del giardino circondata da gemiti e rantoli che provenivano dalle altre coppie. Paolo non mosse un dito per evitare che altri uomini si unissero a me, anzi incitò i due con una proboscide al posto del pene a sbattermelo in culo.
Proprio così, usò quel termine.
I due non persero tempo, mi presero mi rigirarono a loro piacimento e sbam nel culo.
Penso che il mio grido di dolore lo abbiano sentito in Russia tanto strillai.
Per tutti i restanti 20 giorni che rimasi in quella villa venni assalita e scopata da almeno quattro uomini al giorno.
Alla fine, quando l’orgia di sesso fu finita , tornai a casa con Paolo dove mi resi conto che non volevo più quell’uomo e il suo poderoso cazzo, volevo te, solo te, mio marito, l’uomo che amavo e che amo.
Eccomi qua, come vedi sono anche un poco in sovrappeso” Così dicendo aprì il soprabito mostrando una certa rotondità dei fianchi, certo aveva arrotondato un poco la pancia ma restava una gran fica. “Come hai notato sono nuovamente incinta.
Non mi chiedere chi è il padre perché in tutto quel trambusto non saprei proprio chi indicare. Con Paolo avevo preso la precauzione di inserire in vagina un diaframma ma nell’orgia della villa non ebbi neanche il tempo di pensare all’inserimento di un diaframma.
Memore della mia leggerezza ho comunque provveduto a fare tutti gli esami necessari alla mia e altrui incolumità, oggi sono qui con le prove che non ho nessun tipo di infezione sessuale e i test HIV sono tutti negativi.
Se tu mi vuoi ancora io ti amo come mai credevo fosse possibile e non cercherò più cose strane.”
Una volta conclusa la sua lunga storia restò ferma a guardare la mia reazione, che forse non fu quella che lei si aspettava, perché quando passandomi una mano tra i capelli presi posto sul divano dicendo:”Vedi cara, non è così facile.
Da quando sei andata via sono accadute alcune cose.” La vidi sbiancare e singhiozzare, “Non mi vuoi più?” chiese smarrita.
Ripresi da dove mi aveva interrotto. “No amore, non è che non ti voglio più. Io ti amo come prima e in questo casino ci sei caduta anche per colpa mia.
Il fatto è…….non so come dirtelo ma non c’è modo diverso.
Ecco da quando sei andata via , io sono andato a vivere con tua madre.”
“Bene “mi interruppe lei”almeno ha potuto accudirti e sostenerti moralmente dopo che io ho fatto la sciocchezza di andarmene da casa. “
“Be, non è che mi abbia sostenuto solo moralmente, Angela, io e tua madre siamo diventati amanti ed ora lei aspetta un bambino da me.
Non ci sono dubbi il padre sono proprio io. Non è meraviglioso?”
“Sono sorpresa, sconvolta, tutto quello che è successo non ha senso.
Dio mio che guaio.
Ed ora che intendi fare?
Io sono l’ultima persona che può dire qualcosa in merito.”
“Amore una soluzione ci sarebbe, sta a te accettare o meno.
Si potrebbe vivere tutti sotto lo stesso tetto e dividere lo stesso letto, pensa come sarebbe bello, i figli avrebbero un padre due madri premurose.
Io poi sarei un sultano con due donne.
Si vivrebbe una esperienza bellissima piena d’amore, non certo quella porcata che hai vissuto con Paolo.”
Angela, parve analizzare la cosa, poi, prendendomi per mano mi fece alzare e mentre mi si stringeva contro mormorò:”La cosa è iniziata per avere un figlio, vuol dire che ora ne avremo capito in ritardo quanto io tenessi ate, ho anche rischiato di perderti; ed ora non importa quanto devo pagare, voglio stare con te.
Angela mi portò nella nostra camera da letto e dopo avermi abbracciato e baciato mi spinse sul letto.”Visto che potrebbe essere l’ultima volta che saremo solo in questo letto lascia che me lo goda come si deve.”
Detto questo in un attimo lei si spogliò e mi trascinò sul letto.
La sua bocca avida s’impadronì della mia , la sua lingua forzò le mie labbra e ci trovammo a baciarci in modo osceno, Dio quanto mi era mancata.
Pareva che la sua lingua volesse riscoprirmi , non un millimetro di pelle rimase inesplorato dalla sua bocca scese famelica fino al pene, che gia di suo era teso al massimo, quando le sue labbra catturarono il glande ebbi un gemito da animale ferito tanto fu piacevole.
La sua bocca non smetteva un attimo di succhiarmi mentre la lingua titillava il glande e poi ancora a pompare con la bocca il pene gonfio di piacere fino a portarlo all’esplosione finale. Non ricordo di aver avuto una eiaculazione di tale forza e quantità.
Angela ne fu quasi soffocata, prese a tossire e sputare per poter tornare a respirare.
Fu poi io a darle il piacere che anelava.
Tuffai la mia testa tra le sue favolose cosce e puntai dritto alla sua bionda fica pelosa, mi impadronii del suo clitoride succhiandolo, mordicchiandolo.
Lappai quella sua fessura fino ad avere piena la bocca del suo succo d’amore, poi lei mi pregò di entrare nella sua vagina e colmarla con il mio tanto amato pene”AHHH!! Quanto mi è mancato questo tuo cazzo normale.”ansimò mentre la pistonavo con rabbia ed amore.
Volevo farla morire di piacere mentre le riversavo nell’utero il mio caldo seme.
Contrariamente a quanto ricordavo di lei mi abbracciò attirandomi fortemente a se in modo che non andasse persa neanche una goccia del mio sperma. “.”Amore da oggi sarò nuovamente la tua devota mogliettina, mai più lascerò che il tuo seme venga sparso fuori dal mio corpo, non importa se hai i cosi stanchi,io ti amo.
Due giorni dopo mia suocera veniva a vivere con noi.
Ero preoccupato per come si sarebbero messe le cose.
Fu mia moglie stessa a tranquillizzarmi. “Non aver timore, io continuerò ad amarti.
Io ho sbagliato per prima ed ora è giusto che tu viva il tuo momento.”
Quella notte mentre ero intento a lappare la fessura di Angela, avvertii due labbra calde posarsi sulla mia schiena, sorpreso, ma non troppo, mi sollevai e trovai il volto di mia suocera davanti al mio che mi invitava a continuare a dare piacere a sua figlia mentre lei si chinava sul mio pene aspirandone il glande con voracità.
Fu poi la volta di Angela fare forza su di me forzandomi sulla schiena.”Fai felice mamma, anche lei vuole la tua sborra in fica.”
Carla si posizionò su di me cavalcandomi all’amazzone fino a quando con un rantolo venimmo insieme mentre mia moglie mi baciava.
Da quel giorno io sono l’uomo più felice del mondo, in un unico letto dormiamo in tre, io al centro , mia suocera alla mia sinistra e mia moglie a destra.
Alternativamente le due donne decidono come e con chi farò l’amore.
Da quel giorno le bocche sul mio cazzo sono due ed io sono felicissimo.
Sono passati sei anni e la nostra è proprio una famiglia felice dove suocera e genero si amano e il marito adora la moglie, i figli felici di avere mamma e nonna contemporaneamente.
Si ,la vita è proprio bella e va goduta: anche se ci sono state le corna.
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