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A letto con la matrigna


di benves
19.09.2018    |    66.984    |    4 9.7
"Mi chiamo Luigi, ho 18 anni Mia madre è morta quando avevo 5 anni e mio padre dopo 2 anni ha ben pensato di risposarsi con Claudia, la mia matrigna..."
Mi chiamo Luigi, ho 18 anni
Mia madre è morta quando avevo 5 anni e mio padre dopo 2 anni ha ben pensato di risposarsi con Claudia, la mia matrigna.
Siamo una famiglia benestante, mio padre commercia in pietre preziose, è fuori casa 5 giorni su 7
Claudia oggi ha 45 anni, è una bella donna, snella, alta 1,70 – 3° di seno, capelli lunghi; sta con mio padre non credo per amore ma per la tranquillità economica che può darle
Non me la sono mai sentita di chiamarla mamma, e lei ne soffre ma, per me sarebbe come tradire chi mi ha messo al mondo.
La morte della mamma ha fatto sì che mi chiudessi in me stesso, la sofferenza mi ha creato un vuoto dentro. Non ho molti amici, sono molto selettivo
Tra le ragazze non ho molto successo, la mia timidezza mi limita tantissimo
Fisicamente sono un bel ragazzo, faccio anche palestra per tenermi in forma ma, quando arrivo a parlare con l'altro sesso … sbaglio sempre qualcosa
In passato avevo pensato di essere gay poi, a 16 anni conobbi Ornella, la mia prima fidanzatina; con lei scoprii il sesso, e la cosa mi piacque.
Quella scoperta adolescenziale mi fece guardare anche Claudia con occhi differenti
La scoprii “donna”, incominciai a guardarla non solo come la moglie di mio padre ma come “femmina”
Talvolta di nascosto, ascoltavo lei e mio padre fare all'amore, mi eccitavo e mi masturbavo
Una volta che lasciarono la porta di camera semi aperta riuscii anche a vederli; da allora fantasticai di possederla anch'io
Quante seghe mi sono fatto con i ricordi di lei e mio padre che scopavano
Con Ornella scoprii anche che mi piace bere, bere alcolici
Questo vizio, scoperto da mio padre, ha inclinato i rapporti tra noi
Fortunatamente Claudia è una ottima mediatrice, riesce sempre a riportare l'equilibrio in famiglia, grazie a lei tra me e mio padre non ci fu quella rottura generazionale che talvolta accade .

Era un lunedì sera quando, tornato da una festa, avevo bevuto più del dovuto
Non era tardi, saranno state le 23,30...il giorno dopo c'era scuola, avevo l'ordine di tornare per le 24:00
Mi avevano riaccompagnato a casa i genitori di un mio compagno di classe
Mio padre era fuori per lavoro come al solito e Claudia mi aspettava sveglia in salotto.
In casa le piaceva stare comoda ma mai sciatta, indossava la solita gonna al ginocchio con una camicetta bianca. Anche così mi per me era sempre molto sexi
Come girai la chiave nella toppa della serratura della porta di casa, mi venne incontro salutandomi.
Si accorse che barcollavo
“Luigi hai bevuto ancora? Lo sai che tuo padre non vuole”
Le feci un cenno come a dire “non rompere” ma lei insisteva
“Non ho bevuto Claudia, ho fumato dell'erba, ecco perché sono così” riuscii a malapena a dire
Claudia si avvicinò a me “fammi sentire l'alito” mi disse, ed avvicinò il suo viso al mio
Io le alitai davanti al naso
“Non hai fumato, hai bevuto” replicò con aria severa ed austera
“Giuro Claudia ho fumato uno spinello” insistetti sperando di farla franca
“fammi sentire ancora” replicò
Io avvicinai il mio viso a lei e poi, anziché farle sentire l'alito, la baciai
Rimase sorpresa, non se l'aspettava
Le incollai la mia bocca a stampo sulla sua, avevo sognato nella mia cameretta di baciarla, di farla mia, ero abbastanza brillo per provarci senza pensare o temere alle possibili conseguenze
Le mie mani andarono sul suo corpo, prima che potesse opporsi le stavo tastando il seno da sopra la camicetta
Claudia si oppose, si staccò da me e mi mollò una sberla che, complice il mio precario equilibrio mi fece cadere
Sbattei la testa contro un mobile, procurandomi un piccolo taglio che però buttava sangue
Claudia si impressionò, andò subito in cucina a prendere del giaccio per tamponare la ferita
Tornata, mi aiutò a sedermi sul divano
Io la guardavo con aria collerica
“scusa non volevo, mi dispiace, ma anche tu...”
Approfittando dell'occasione feci l'imbronciato
Mi pose il ghiaccio sulla testa, il sangue si fermò quasi subito, era solo un taglietto ma io, amplificai il tutto
Ne approfittai, lei mi era molto vicino e...con forza l'afferrai, baciandola nuovamente
Provò a divincolarsi ma questa volta non ci riuscì
La baciai sulla bocca, le mie labbra erano appiccicate alle sue
La mia lingua provava ad entrare, lei si opponeva, fino a quando, cedette
Sapeva di fragola
Pian piano rispose al mio bacio, le nostre lingue si inter scambiavano
Non fu più neppure necessario arreggerla, smise di divincolarsi
Le carezzavo i capelli, la schiena
Sentii il suo respiro cambiare
Spostai una mano, tornando come prima a toccarle il seno, non si oppose
Era poggiata su di me
Piano piano si stava lasciando andare
Riuscendo a scalsarle la camicetta, da sotto, andai a toccare la sua pelle
Ebbe un brivido
Risalendo lungo la schiena arrivai fino al gancetto del reggiseno, e lo sganciai
“che fai? Non fare lo scemo” mi disse, “cosa pensi di fare, sono sempre tua madre”
Non l'ascoltai, spostai la mano sul davanti continuando a baciarla
Risalendo da sotto portai la mia mano a toccarle il seno
Prima da sotto poi pian piano risalendo verso il capezzolo
Lo carezzavo, senza fretta
La baciavo e le carezzavo il seno, il capezzolo rispose subito facendomi capire che gradiva
Con l'altra mano cercai di farle salire la gonna, ma non ci riuscii, quindi le tastavo il culo
“no dai, non possiamo fare questo a tuo padre” insisteva, ma sempre meno convinta
La scansai da me facendola sedere sul divano
Mi inginocchiai davanti a lei, ai suoi piedi
Le sfilai la camicetta, mi guardava senza opporre resistenza
I suoi seni si posero alla mia vista, belli ancora desiderabili
Le grosse aureole contornavano i capezzoli irti ed eccitati
La liberai del reggiseno sganciato ed ormai inutile
Mi tuffai su quei seni, a suggerli, come un bimbo succhia il latte dal seno materno
Parve gradire, mi carezzava la chioma, in silenzio, le sue mani mi carezzavano lente
La mia mano sinistra andò tra le sue cosce
Le strinse ancor di più
“no, non voglio accontentati” mi disse, “se vuoi ti faccio una sega, od al massimo un pompino”
Le sorrisi, volevo di più
Forzai la mano tra le sue cosce, mentre continuai a baciarle i seni
Alla fine cedette
Salii pian piano
Sentivo il suo respiro sempre più intenso
Arrivai alle mutandine
“fermati” mi disse con tono poco convincente, più per liberarsi la coscienza che altro
Non mi fermai
Tastai la sua intimità da sopra la stoffa, le facci sentire i polpastrelli, percorsi il suo essere donna per saggiare la porta del paradiso
La stoffa pian piano pareva inumidirsi
Ne spostai leggermente un lembo...e toccai la sua peluria, non folta, ben curata
La guardai, aveva gli occhi chiusi
Si stava rilassando, allargava le gambe pian piano
Percorsi la sua fica, tastai le grandi labbra che, pian piano si schiusero
Sentii le piccole labbra ed infine, poggia il dito sull'ingresso del paradiso.
Un attimo e...il mio dito entrò il lei
Evidentemente non aspettava altro
Ebbe un sussulto
“aspetta” mi disse
Mi allontanò da lei
Si alzo in piedi e si spogliò completamente
Era completamente nuda, davanti a me
“è questo che vuoi” mi sussurrò
Non sentivo più né la sbornia né il dolore alla testa
I miei sogni adolescenziali si stavano avverando, volevo mettermi in competizione con mio padre per farla sentire donna, avrei dato il meglio di me stesso a qualsiasi costo
Mi spogliai anch'io
Restai davanti a lei con indosso solo i boxer
Questa volta fu lei a prendere l'iniziativa
Afferro i lembi del boxer e li calò lentamente
Il mio cazzo, in tiro, svettò prepotente
“complimenti” mi disse “è più grosso di quello di tuo padre” e si passo forse involontariamente la lingua sulle labbra
Avevo sempre saputo di avere un cazzo sopra la media facendo la doccia con i miei compagni in palestra, ora era giunto il momento di usarlo nel migliore al meglio .
Si inginocchiò davanti a me, afferrò l'asta, un paio di colpetti di lingua sulla cappella paunazza e poi...sparì nella sua bocca.
“che pompinara” pensai
Ora ero io ad accarezzarle la chioma corvina
Ritmicamente mi stava facendo impazzire poi ...un sussulto, stavo venendo, se ne accorse ma non si scansò volontariamente
Scaricai il mio desiderio nella sua bocca
Beve tutto ingoiando
Si rialzò come per rivestirsi
“forse hai sbagliato persona” le dissi, “non lo sai che alla mia età la prima è sempre la più veloce?”
“sei abituata con mio padre forse ma, io non mi fermo alla prima”
“accontentati Luigi, non possiamo fare questo a tuo padre” mi disse austera ma poco convinta
La presi per mano “andiamo in camera mia, non voglio profanare il letto di mio padre, ecco l'unico rispetto che gli porterò” risposi
Mi seguii
La adagiai sul mio lettino di una piazza e mezzo
Mi guardava
Era distesa, mi stesi su di lei
Era sotto di me nuda
Iniziai a baciarla, poi piano scesi a baciare i seni, proseguo a baciarla, arrivai al monte di venere, si contraeva
ed infine arrivai alla sua fica
Allargò le gambe per agevolarmi, le cinse dietro la mia schiena, quasi a trattenermi
Leccai la peluria, le grandi labbra, le piccole labbra ed infine presi tra le labbra il suo clitoride
Un gemito riecheggiò nella stanza
La leccavo tutta, insalivandola
Fremeva, si dimenava
“ora tocca a te godere” le dissi
La leccavo con desiderio, le appoggiai una falange sul buchetto del culo...aveva perso il controllo... ebbe un sussulto, si contrasse ed infine mi inebriò col suo nettare
Bevvi tutto beandomi di lei
Avevo il cazzo in fiamme, dovevo possederla
Mi alzai, puntai la cappella alla sua intimità vogliosa
In quel momento avrei potuto farle qualsiasi cosa
Mi appoggiai col corpo a peso morto e...entrai in lei !!!
Gemette
Iniziai a muovermi ritmicamente, cercavo di roteare il bacino affinché il mio sesso toccasse le sue pareti, ciò per procurarle piacere.
Baciavo i seni continuando a possederla
In quel momento eravamo solo un uomo ed una donna che facevamo sesso
Nessuno di noi pensò al preservativo, io ero mezzo ubriaco, lei si era lasciata sorprendere dalla passione
Mi bloccai, la girai mettendola a pecorina
Lei in un attimo di lucidità temette il peggio “no nel culo no, non l'ho mai fatto” mi disse
Con una carezza la tranquillizzai, puntai la mia cappella fradicia alla sua fica e, da dietro, ripresi a stantuffarla
Quella posizione parve piacerle particolarmente, i mugolii aumentarono
Poggiandomi su di lei riuscivo a toccarle le tette ballonzolanti, la cosa eccitava ancor di più entrambi
Questa volta fu lei a chiedermi di cambiare posizione
Mi fece stendere sul letto, mi montò sopra e, si impalò
Muoveva il bacino roteandolo, il mio cazzo aderiva alle pareti della sua essenza più assoluta
Lo spettacolo era meraviglioso, mi beavo di lei, giocavo con i suoi seni
Aveva le pupille dilatate, talvolta socchiudeva gli occhi quando il cazzo toccava punti particolarmente erogeni
Le chiesi di appoggiarsi a me, in quella posizione avevo i suoi seni che toccavano il mio petto, muovevo il bacino ritmicamente penetrandola a fondo e...con una falange stuzzicai il suo culetto come avevo visto in qualche filmino porno
Fù l'epilogo, quella stimolazione talmente insolita e particolare fece sì che, con un urlo liberatorio scaricò il suo essere femmina, mi trovai le palle allagate
Anche io ero al limite, ancora pochi colpi e la scansai frettolosamente
Non si fece trovare impreparata, pose la sua bocca sul mio cazzo, venendole nuovamente in bocca
Questa volta le mie contrazioni furono di più e, non ce la fece ad ingoiare tutto
Un rigolo di sborra le colò sul lato sinistro, lo raccattò velocemente con la lingua poi, mi baciò
Ci addormentammo lì, nudi ed esausti
Da allora, quando mio padre non c'è, capita che ci divertiamo
Ti voglio bene MAMMA
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