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tradimento in piscina con sorpresa


di benves
12.07.2017    |    9.094    |    1 6.5
"Ero basito, attonito, senza parole..."
Siamo alla fine di Novembre, e questo è quello che mi è accaduto, ho scoperto di essere cornuto ma, non un semplice cornuto...ecco la mia storia:

Mi chiamo Giorgio, 55 anni ben portati, chirurgo plastico, palestrato, brizzolato, insomma di bell'aspetto dicono, sono sposato in seconde nozze con Alice 35 anni ex modella, uno schianto, mora taglia 44, 3 di seno, un corpo da favola. Ci siamo conosciuti a casa di amici comuni, io ero già divorziato, dopo 6 mesi le chiesi di sposarmi e lei accettò.
Ho un figlio, Giorgio, avuto dal mio primo matrimonio, ha 20 anni, quando non è a Milano a studiare vive con me, poiché dopo il divorzio, sua madre non ha voluto più saperne di lui, studia alla Bocconi.

Michele non ha ben preso il mio secondo matrimonio, vede Alice come una antagonista, fa di tutto per rendersi antipatico ai suoi occhi; dal canto suo invece, Alice si sforza in tutti i modi di cercare di farsi accettare.
Viviamo in perenne conflitto, e questo mi dispiace.

Tutto ciò fino a quando, circa verso il 20 agosto dello scorso anno, le cose misteriosamente sono cambiate e da allora tutto si è sistemato. Ho provato più volte ad indagare sul misterioso, miracoloso e repentino cambiamento, invano, fino alla scorsa settimana quando, Alice, mi ha detto “Giorgio ti devo parlare”.

Incuriosito andiamo in salotto, mi siedo sulla mia poltrona, verso del cognac e mi metto in ascolto in religioso silenzio.

Alice è turbata, la voce quasi tremolante: “sono incinta Giorgio”.
Io sorrido, mi alzo entusiasta per baciarla ma lei smorza il mio impeto
“il figlio non è tuo” - ribatte attonita, “è di Michele o di un suo amico”
“Michele mio figlio? Amico? Quando? Come? Perché?” il mondo pare cadermi addosso, non connetto più.

Alice si avvicina a me, cerca di baciarmi, la respingo “adesso mi devi spiegare” le dico con fermezza.
Avvicina la poltrona, mi prende le mani e guardandomi negli occhi inizia a raccontare.

Come d'abitudine, ad Agosto, tu chiudi lo studio ed andiamo in vacanza al mare, al Forte dei Marmi, alla villa con piscina.

Le giornate scorrono tranquille e pacifiche quasi sempre, tra serate mondane e relax in piscina, tranne quando viene Michele, che solitamente porta qualche amico. Allora tutto diventa caos.

L'estate appena passata Michele, è venuto con due suoi amici, Stefano ed Edoardo, ricordi?
Stefano ragazzo paffutello, dolce, timido e simpatico; Edoardo Cubano fisico scolpito un po introverso.
Ti confesso che subito Edoardo non mi è rimasto indifferente, atletico robusto e dai boxer si vedeva che era anche ben dotato ma, io ero sempre rimasta fedele a te.
La guardo in modo torbido “come ERO rimasta fedele”?
Lasciami parlare...
Un pomeriggio, tu eri andato al Twiga, nello stabilimento balneare del tuo amico famoso, dove eri stato invitato anche per un “consulto” su un possibile ritocco estetico ad una Vip.
Io ero ancora stanca della serata precedente, non avevo smaltito quel caos e tutti i drink bevuti, quindi ero rimasta a bordo piscina a prendere il sole.

Michele ed i suoi amici scherzavano allegramente e giocavano in piscina.

Vidi subito che Edoardo mi mangiava con gli occhi, ero affascinata da quella bellezza ambrata.
Sentivo i suoi sguardi su ogni centimetro della mia pelle, la cosa mi lusingava, mi piaceva ma, non feci nulla per stimolarlo o provocarlo, rimasi sdraiata al sole con il mio bikini, non mi misi neppure in topless come facevo solitamente.

Michele mi chiamò ripetutamente in acqua, stavano giocando a palla a volo, erano in tre, dispari e quindi non potevano giocare, volevano una quarta persona.
Sai dei miei rapporti conflittuali con tuo figlio, una volta che chiede la mia presenza, ho cercato di assecondarlo.

Fecero le squadre e capitai in coppia con Edoardo.
Dopo le prime fasi di gioco, notai che i giovani erano molto più interessati dai miei seni ballonzolanti che dalla palla, ma non diedi peso alla cosa.
Edoardo non perdeva occasione per cercare un contattato.
Notai inoltre che i pantaloncini di tutti e tre i ragazzi si stavano gonfiando.
Ero imbarazzata, feci per andarmene ma fui più volte insistentemente invitata a restare.
Nel corso di un'azione di gioco, per riprendere una palla, io ed Edoardo ci tuffammo assieme e, non so quanto involontariamente, impigliò il braccialetto che portava al polso destro con la parte superiore del costume, facendo sì che il mio seno uscisse dalla coppa e si mostrasse a tutti.

I ragazzi erano al settimo cielo, complice l'acqua fredda, i miei capezzoli si erano inturigiditi.
Feci per ricompormi ma Edoardo mi fermò, stampandomi un bacio in bocca.
La sua lingua si intrufolò nella mia bocca, le nostre salive si scambiarono.
Aveva un odore particolare, inebriante.
Volevo ribellarmi, cercai di allontanarlo all'inizio ma, rimasi inebriata dalla sua bellezza statuaria e dal suo odore. Sapeva baciare, eccome se sapeva baciare.
La sua lingua roteava attorno alla mia, mi succhiava la lingua, mi sentivo posseduta, donna !!!
Le sue mani sganciarono il sopra del costume poi, andarono sul mio seno carezzandolo, tintillavano il capezzolo che non reclamava altro che attenzione.
Spostò la bocca sul capezzolo sinistro ed iniziò a succhiare avidamente come un bimbo.
Non risposi più delle mie azioni.
Mi soggiogò e rimasi in suo potere.

Ero in tranches, non mi accorsi che nel frattempo, gli altri due si erano avvicinati e, uno dei due, non so chi, mi aveva sfilato la parte di sotto del costume.

Ero nuda, in piscina, con 3 ragazzotti vogliosi e, francamente, uno dei tre era irresistibile.

La mia fica era completamente depilata, avevo lasciato come al solito la strisciolina di pelo sulle grandi labbra, come piace a te ma, a quanto pare piaceva anche a loro.

Mentre continuavo a pomiciare con Edoardo, non so chi dei due si mise a leccarmi il pelo, lo lisciava con la sua lingua morbida mentre, l'altro esplora il mio corpo.

Mi irrigidii quando sentii un dito stuzzicare il mio culetto, era proprio lui Edoardo, persuasivo mi tranquillizzo, era il preludio di quello che sarebbe successo.

Volevo essere posseduta da Edoardo, quello era evidente ma, lui prima mi lasciò agli amici, voleva che loro soddisfacessero le loro fantasie per poi avermi tutta per se.

Tutti e tre si tolsero i costumi; Stefano aveva un cazzettino piccolo, Michele di medie dimensioni mentre Edoardo...aveva una proboscide.
Non era ancora completamente eretto che già superava abbondantemente i due in completa erezione.

La mia mente si mise a fantasticare sull'essere posseduta da quell'arnese e, mi trovai a bordo piscina, con la schiena appoggiata e Stefano che mi stava scopando.
Tanto era piccolo il suo arnese che neppure me ne ero accorta, Michele mi toccava e mi baciava.
In quei momenti non pensai alle conseguenze, non mi venne in mente di chiedere che indossassero almeno il preservativo.
Stefano fece brevemente, non ebbe molta fantasia, si vedeva che era inesperto, in poco sussultò e mi venne dentro grugnendo soddisfatto, io lo guardai perplessa e forse ci rimase anche un po male.
Riuscii a malapena a godere un po, rimasi delusa.
Ripeto ero in tranche, volevo sono assaporare il bigolo di Edoardo, non pensavo ad altro.
Mi sarei fatta fare di tutto pur di arrivare al mio intento.
Era il momento di Michele, anche lui senza troppa fantasia, prese il posto di Stefano.

Michele lo sentii di più, non tanto per la lunghezza quanto per la larghezza e poi, mentre mi scopava attaccato alla piscina, mi baciava i seni, creandomi ancor più eccitazione.
Mi sbeffeggiava “ti piace mamma, meglio io od il papà” mi diceva a spregio.
Lo baciai a lungo per non sentire quelle frasi, aveva il tuo identico sapore.
Mi baciava sul collo creandomi brividi di piacere, almeno rispetto a Stefano stavo godendo di più.
Anche lui fu abbastanza veloce, in poco scaricò il suo desiderio in me e, forse per gratificarmi mi disse “grazie mamma”.

Stavo pensando a quelle parole quando sentii la mia intimità invasa da dita possenti, era Edoardo, mi allargò la fica facendo entrare più acqua possibile, me la stava praticamente lavando.
La strusciava e con le dita esplorava ogni angolo del suo interno, procurandomi piacere, poi...mi sentii sollevare.
Le mani possenti di Edoardo mi alzarono facendomi mettere a sedere sul bordo della piscina.
Ero a gambe spalancate davanti a lui.
Tuffò il suo viso sulla mia intimità ed iniziò a leccarla.
Prese il clito tra le labbra muovendo la testa, mi mandava in estasi.
Le leccate partivano dal culetto fino alla fica, insalivavano tutto.
Poi mordicchiò il clitoride, facendomi provare sensazioni nuove.
Un dito si intrufolò nel mio culetto e contemporaneamente uno nella fica.
Mai avevo preso qualcosa nel culo, sai che non voglio ma, con Edoardo tutto era diverso, ero in suo potere, poteva farmi quel che voleva...e lo fece.
Mi masturbava contemporaneamente entrambi i canali, brividi di piacere percorrevano tutto il mio corpo.
Gli altri due, ripresisi dall'orgasmo, mi vennero dietro stuzzicandomi i seni, poi Michele avvicinò il suo cazzo e me lo mise in bocca. Lo leccai.
Avevo tutti i sensi impegnati nell'unico obiettivo, IL PIACERE.
Ebbi il mio primo orgasmo, mi irrigidii e scaricai il piacere.
Edoardo se ne accorse e si tuffo con la bocca sul mio sesso per raccoglierlo.
Era giunto il momento pensai, volevo sentire quel palo d'ebano sfondarmi la fica invece, mi riportò in acqua, mi fece girare e, puntò la cappella al mio ano.
“fai piano, lì non l'ho mai fatto” riuscii appena a dire allargando al massimo le gambe per agevolarlo ma non mi rifiutai .
Piano piano stava violando il mio culetto, lentamente.
Inesperta stringevo le chiappe e questo certo non agevolava.
Mi dette uno pizzicotto, in quel momento le natiche si rilassarono, ed in breve tempo forzò l'anello dell'ano. Era dentro!
Provai inizialmente molto dolore e gridai, alcune lacrime solcarono il mio viso.
Poi, con l'inizio delle stantuffate, il piacere mi pervase.
Gli altri due, davanti a noi, si erano eccitati, iniziando così a spararsi una sega.
Stavo provando il sesso anale, e mi piaceva!
Era un piacere nuovo, più profondo, forse più intimo.
Non so quanto durammo, so solo che ad un certo punto Edoardo si fermò.
Mi fece uscire dall'acqua, ci stendemmo su un telo, si stese a pancia in su.
Quel totem dritto che puntava verso il cielo era invitante, volevo assaggiarlo.
Mi inginocchiai, lo carezzai su tutto il corpo, esplorai ogni centimetro della sua pelle, poi decisi di concentrarmi sulla sua proboscide.
Mi chinai sul suo cazzo, da prima lo leccai per tutta la sua lunghezza poi, piano piano lo abboccai.
Il contrasto della pelle d'ebano con il rosa della cappella era irrisistibile.
Non entrava tutto, ebbi più volte voglia di vomitare ma non lo feci.
Più lo leccavo e più ancora cresceva, era troppo invitante.
Quel corpo statuario, come un bronzo di Riace aspettava me.
Lo spompinai fino a quando il mio desiderio non ce la fece più ad essere dominato.
Mi alzai, guardandolo dritto negli occhi mi misi a cavalcioni su di lui.
Calai piano piano, puntai la cappella sulla mia fica grondante d'umori e vogliosa di desiderio, calai lentamente appagando il mio desiderio, e mi impalai.
Le pareti della fighetta durarono fatica ad accoglierlo tutto, sia per la circonferenza che per la lunghezza ma, quando finalmente fu tutto dentro, ero in paradiso.
Gli altri due si godevano lo spettacolo.
Lo cavalcavo forsennatamente come se fosse l'ultima scopata della mia vita.
I miei seni ballonzolavano davanti a lui, e lui ci giocava, stuzzicava i capezzoli, amplificava il piacere.
Muovevo il bacino, facendolo anche roteare affinché il suo cazzo toccasse ogni centimetro del mio essere donna.
Non pensavo ad altro che a godere.
Non so quante volte venni, ero un lago, avevo orgasmi ripetuti quasi fossero un unico orgasmo.
Edoardo aveva le palle fradice dai miei orgasmi.
Ad un tratto gli altri due si avvicinarono a me, puntarono i loro arnesi sul mio volto e mi scaricarono la loro voluttosità in faccia.
Edoardo, quasi telecomandato ebbe un sussulto, non pensai neppure stavolta a scostarmi.
Accolsi il suo piacere dentro di me, lo sentivo pulsare e le mie pareti vaginali pulsavano con lui, quasi a volerlo spremere fino all'ultima goccia.
Mi accasciai esausta, pensando che fosse tutto finito ma, non facevo i conti con la capacità di recupero dei giovani.
Quando facciamo all'amore io e te, una volta è sufficiente, i ragazzi no, hanno più colpi in canna ed in effetti...
Mi tuffai in acqua per darmi una rinfrescata, il contrasto della mia pelle accaldata con l'acqua fresca era tonificante, mi sentivo bene, appagata.
Poi mi stesi così, nuda, al sole. Ormai non avevo più pudori, non pensai neppure che tu saresti potuto tornare e trovarci in quel modo. Ero inebetita da Edoardo.
Mentre ero ancora stesa sul telo, completamente nuda, a godere delle sensazioni appena provate,
mi trovai sopra Stefano a baciarmi per tutto il corpo, mentre Michele si dedicava alla mia patatina, laccandola.
In breve i due giovani erano nuovamente “sugli attenti”.
Stefano forse per emulare Edoardo si stese sul telo con il suo palettino ritto, invitandomi ad impalarmi su di lui.
Quel giovanotto paffutello mi faceva tenerezza e l'accontentai.
Francamente la mia fighetta era talmente allargata dal palo di Edoardo che il paletto di Stefano tra poco nemmeno lo sentivo, ma volli gratificarlo.
Lui invece era entusiasta, gemeva, si atteggiava come il più grande scopatore.
Mentre ero intenta a muovermi su di lui, venne accanto a noi Edoardo, con il suo arnese da guinness, me lo mise all'altezza della bocca ed io lo leccai come un calippo.
In quella posizione poi ci raggiunse Michele.
Mi piegò leggermente in avanti, non capii da subito le sue intenzioni fino a quando...sentii la sua cappella puntarmi lo sfintere.
Stavo per avere la mia prima doppia penetrazione. Fortunatamente nel culo questa volta non c'era un palo ma un cazzo normale.
Lo sentii entrare piano, quasi con timore o rispetto forse. Credo fosse la sua prima inculata.
Mi sentii farcita come un'anatra all'arancia.
Avevo un cazzetto in fica, uno in culo ed un meraviglioso e nodoso totem in bocca.
I due goffamente ci misero un po a trovare un ritmo coordinato ma, quando lo trovarono la cosa mi piacque, facendo sì che anche io godessi. Ebbi un orgasmo che li gratificò a dovere.
Non so poi quanto passò dal mio orgasmo, ma i tre vennero all'unisono, farcendomi.
Anche stavolta non pensai alle conseguenze anche se, a quel punto, sarebbe stato inutile avendo già avuto più assalti non protetti.
Quando arrivasti tu ci eravamo da poco ricomposti.
La sera ricordo che volesti scopare e notai come il cazzo di tuo figlio fosse delle stesse dimensioni del tuo, amore.
Si ti chiamo ancora amore, perché ancora ti amo.
Non ti ho sposato per i tuoi soldi ma perché realmente ti amo.
Quando ti conobbi la differenza di età ammetto fu di ostacolo, poi frequentandoti ti apprezzai per la persona che sei e mi innamorai di te, ecco perché accettai di essere tua moglie, non per altro.
Se ora ti confesso tutto ciò, non è solo perché non posso farne a meno, tra poco la mia gravidanza si vedrà, ma io voglio essere ancora tua moglie.
Non sono stata fedele è vero, me ne pento ma ti prego di perdonarmi.
Ero basito, attonito, senza parole. Mi tremava la mano.
Avrei voluto insultarla, cacciarla di casa e non so cosa altro ancora poi...
Ho deciso di accettare la creatura che nascerà come se fosse mia, anche a rischio che nasca di colore e che io diventi lo zimbello della gente; la vita è sacra e di suggerirle di abortire neppure lontanamente ci penso o mai ci ho pensato.
Vediamo il lato positivo, in futuro potrò sfruttare la sua troiaggine a mio favore, e questa volta, divertirmi anche io.

To be continued...
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