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Lui & Lei

Lo Ius Primae Noctis


di benves
29.04.2019    |    5.932    |    0 8.3
"Il primo è Francesco, braccio destro del Barone Corvo de Corvis il Signore del castello..."
Siamo nel Medioevo, non era un periodo facile quello, i poveri erano completamente alla mercé dei feudatari, subivano vessazioni senza potersi ribellare.
Una delle più ingiuste era l'usanza di richiedere lo “Ius Primae Noctis”, una barbara usanza che mai la Chiesa riuscì ad estirpare.
Il “signore feudale” aveva il diritto di prendersi la verginità delle giovani spose dei suoi servi della gleba
Nel castello di Roccascalegna in Abruzzo, viveva il cupo Barone Corvo de Corvis, un uomo crudele e di rude aspetto.
Era famoso per essere sadico, ogni motivo era consono a fare ingiustizie e vessazioni ma, il suo esercito era potente e quindi garantiva protezione, ecco perché la sua corte era sempre popolata ed attorno al suo castello sorgevano numerosi villaggi, perché garantiva protezione e per quella la gente era disposta a subire.
I poveri villani, i miseri servi della gleba, dovevano dunque sottostare all'estrema umiliazione di accompagnare al castello la sposina perché, sino al mattino seguente, conoscesse il letto del lubrico padrone e concedesse a lui la sua virtù.
Viveva in un villaggio ai piedi di un castello feudale, una famiglia il cui capofamiglia era un abile fabbro. Non era un fabbro qualsiasi, perché era un abilissimo armaiolo e sapeva costruire le migliori armature del regno. Ma come spesso capitava allora non sempre i nobili pagavano per le prestazioni, e la sua bravura non sempre era motivo sufficiente per sentirsi al sicuro dalle vessazioni e dalle ingiustizie.
Per evitare lo Ius Primae Noctis era sufficiente che le nozze passassero inosservate, ciò per far sì che scadesse il tempo e una volta consumato il matrimonio, il barone non avrebbe avuto interesse a richiedere il suo diritto.
Per fortuna le pubblicazioni allora non esistevano, e si doveva solo esprimere la volontà del matrimonio al prete del villaggio con un certo anticipo.
In genere la gente evitava di diffondere la voce di un nuovo matrimonio, ma a volte qualcuno informava il barone, chi per vendetta, chi per invidia, ed il barone quasi sempre esigeva il suo diritto, beandosi all’idea di diventare, almeno, padre dei primogeniti del villaggio.

È la mattina di un bellissimo e caldissimo giorno d'estate, le cicale cominciano a riecheggiare, e lo fanno già con incredibile potenza, squarciando il velo di quiete e silenzio che aveva avvolto la notte, fino a pochi attimi prima...
Chi ha detto che il primo a svegliarsi ogni mattina è il gallo ha sbagliato di grosso.
Non tiene conto di questi incredibili insetti, che sembrano avere il solo scopo nella vita che frinire, probabilmente per attirare le femmine...
È sempre il sesso a muovere il mondo.
È così adesso, è stato così in passato e sarà così anche fra 500 anni...
Per gli animali a volte è più facile, basta "frinire"...
Non è così semplice per le persone, purtroppo.
Le leggi, l'onore, le convinzioni sociali e i precetti religiosi...
Nessuna donna può unirsi e giacere con un uomo senza la benedizione del matrimonio...
Ed è già tanto se la donna può sposarsi con l'uomo che ama.
Erica è molto fortunata e sicuramente ne è profondamente consapevole.
Il giorno che il papà ha approvato il suo matrimonio con Giacomo lo ha ringraziato come fosse un Santo.
Ha sempre portato rispetto per suo padre, e se glielo avesse ordinato avrebbe accettato in silenzio anche di sposarsi con uno sconosciuto.
Ma il suo papà è buono e fiero della sua "bambina" di appena 18 anni.
È raro aspettare così tanto per un matrimonio, ma ha voluto lasciare a Erica la possibilità di scegliere il suo amore, ed ella ha aspettato diligentemente di avere il permesso di sposarsi, nonostante conosca Giacomo da sempre.
Ed era ovvia la sua decisione, dato che quel giovanottone è stato vicino a lei in tutte le tappe della sua vita.
Giacomo gran lavoratore, volenteroso e pacifico, sicuramente l'avrebbe resa felice.
Ovviamente ha avuto la tentazione di giacere con lei...e ahimè ha anche provato a convincerla, ripetute volte...ma Erica è cresciuta con sani principi, e sapeva che avrebbe fatto un peccato mortale a lasciarsi trasportare dai desideri della carne.
Senza perdere mai la fede e l'onore è riuscita a respingere il maligno, ogni volta che le si è parato davanti.
Ma oggi finalmente, avrebbe giurato il suo eterno amore a Giacomo, e finalmente avrebbero potuto consumare benedetti dal buon Dio la loro sacra unione.
Erica è in fibrillazione.
Non potrà mai ammetterlo al mondo, ma è profondamente eccitata all'idea di scoprire le gioie del sesso col suo Giacomo
Una volta ha sentito la storia di una donna che ha goduto così tanto con uomo da aver gridato come se le avessero squarciato il petto.
Ovviamente non può toccarsi, sarebbe un peccato molto grave ma una timida sfiorata a quel bottoncino, proprio sopra a dove esce la pipì, gliel'ha data lo stesso.
Probabilmente facendo finta di toccare la coscia, e prendendo male le misure.
Il suo sesso non è mai stato così umido...si sentiva letteralmente bagnata e dal suo sacro fiore colano delle secrezioni molto dense, non le è mai capitato prima...
Ma come può sapere se è normale o no?
Sa solo che ha una gran voglia di unirsi al suo Giacomo, e che stanotte, il Signore la perdonerà, ha intenzione di fare la diavolessa tentatrice.
Il suo polso distrattamente continua a strusciare sul suo pube, e lei inconsciamente cerca di far finta di niente, cercando di contenere la voglia di toccarsi con le dita...forse se cerca di resistere al piacere non commette peccato.
Sembra intenzionata a toccarsi, e quando prende coraggio e sta quasi per sfiorarsi è costretta a trasalire...
"Chicchirichiiiiiii"
Il canto del gallo la richiama alla disciplina.
Ovviamente non può che essere Dio, nei panni del gallo ad avvisarla che avrebbe oltrepassato il limite.
Ma non è solo questo, il canto del gallo segna l'inizio della giornata.
Si deve preparare.
Oggi è il suo gran giorno, fra poche ore dovrà presentarsi al cospetto del parroco per suggellare la sua unione agli occhi di Dio.
Ecco che cominciano a sentirsi i primi suoni in casa: Passi.
E sembrano dirigersi verso la sua stanza.
"Buongiorno Erica! Come ti senti?"
Una forte voce femminile risuona nella stanza.
"Buongiorno madre. Ho dormito benissimo...oh come sono eccitata! Finalmente oggi io e Giacomo ci sposeremo!"
La sua voce è elettrica..
Erica è di gran lunga la ragazza più bella del villaggio.
Forse il suo fisico magro e slanciato non è l'ideale per la vita nei campi...
Le sue gambe tornite, e quelle braccia lunghe e affusolate non hanno mai avuto tanta forza...
E forse i suoi fianchi stretti indicano che avrà molti problemi a partorire...ma chissà perché, nonostante tutti questi difetti, non poteva non calamitare gli sguardi degli uomini.
Se ne accorgeva in chiesa, di come la guardavano gli stessi uomini che la criticavano.
I loro sguardi carichi di desiderio...
E del resto lo vedeva anche su Giacomo l'effetto che faceva anche solo scoprire il braccio.
Si, tutte le critiche sul suo conto erano dettate dall'invidia...e gli occhi delle altre donne erano l'ultima ulteriore conferma.
E con l'abito bianco, tramandato da sua nonna a sua madre, e da sua madre a lei, è ancora più bella.
In poco tempo la casa si ghermisce di gente.
C'è pure la signora Francesca, alzata prestissimo per aiutarla a farsi i capelli.
Il papà è in fermento....sta curando il banchetto, un banchetto povero ma pur sempre sufficiente a far festa
Le sue amiche starnazzano come delle oche, sorridono e si congratulano con lei, ma in realtà sono invidiose.
Giacomo è il ragazzo più ambito del villaggio ma non hanno mai avuto la possibilità di prenderselo.
È sempre stato di Erica.
E quando finalmente i preparativi furono finiti, tutti raccolti di fronte al parroco partì un fortissimo scroscio di applausi a suggellare l'ufficialità della loro unione.
Canti e applausi accompagnano gli sposi, raggianti, verso la loro dimora coniugale.
L'arrivo segna l'inizio del banchetto e dei festeggiamenti per le loro tanto agognate nozze.
Erica e Giacomo sono il ritratto della felicità!
Finalmente possono baciarsi!
Finalmente possono toccarsi!
I due sposini ne approfittano per ballare e toccarsi, per conoscere i loro corpi.
È un giorno bellissimo, e la festa se pur povera è meravigliosa...
È andato tutto come doveva andare.
Una gioia immensa per i due innamorati, che ormai non hanno altro pensiero in mente che godersi la loro prima notte di nozze.
Proprio quando stanno salutando i primi ospiti, nel pieno della fase finale di quel bellissimo giorno, ecco sentirsi in lontananza dei rumori, qualcuno sta cavalcando verso di loro...
Sono diversi uomini a cavallo...
Almeno uno è un nobile.
In poco tempo irrompono alla festa.
Sono in quattro.
Il primo è Francesco, braccio destro del Barone Corvo de Corvis il Signore del castello.
Il secondo è il comandante delle sua guardia personale.
Scende da cavallo e comincia a leggere qualcosa in latino.
Sembrano delle leggi, viene invocato lo ius primae noctis...
Gli ospiti ancora presenti cominciano a imprecare e agitarsi...chi li avrà avvertiti del matrimonio, chi sarà stato così vile da far loro quello sgarro !!!
Gli altri due uomini a cavallo sguainano le spade.
Erica non capisce cosa sta succedendo ma vede Giacomo disperarsi.
Sua madre e le sue zie piangono, invocando clemenza.
All'improvviso la situazione diventa troppo caotica...
Erica perde il controllo degli eventi, vede solo gente piangere od urlare...
Il Barone per mezzo del suo fido braccio destro, intima a Giacomo di concedergli quello che gli è dovuto, se non vuole perdere la vita.
Giacomo sembra come impietrito...non si muove, non reagisce, non protesta...
Il padre di Erica è tenuto in ostaggio da uno dei buzzurri armati che gli puntano un coltello alla gola
Il parroco invita tutti ad andare alle rispettive case, compreso Giacomo, che questa notte dovrà dormire ancora a casa dei genitori...
Non è possibile ribellarsi.
Corvo de Corvis è troppo potente! Può mandare in rovina chiunque si opponga al suo potere, e la legge gli concede il diritto di usare la forza se necessario.
In breve tempo vanno via tutti.
Rimangono solo Giacomo ed il padre di Erica.
Francesco vuole che rimangano ancora un po di tempo...
Ordina ai suoi scagnozzi di proteggere l'ingresso della casa, ed entra, portandosi dietro la povera Erica, che aveva cominciato a capire la gravità della situazione...
"Nel caso non aveste capito i diritti del Barone..." esordisce Francesco con voce tonante ...
"La legge dà il titolo al Barone per questa prima notte di nozze, di giacere con la sposina con gli stessi privilegi del marito”!
“Agli occhi di Dio e della legge, per questa notte il Barone sarà tuo marito dice rivolgendosi ad Erica, e tu gli devi lo stesso rispetto e la stessa devozione”.
“Un tuo rifiuto a fare quanto ti comanderà significherebbe la tua lapidazione con conseguente esilio all'inferno e la rovina della tua famiglia.”
“Hai compreso ciò che ho detto?" ribadisce Francesco altezzoso...
Erica è spaventata, non sa che dire e che fare...
Ma la sua indole è docile, ed i precetti religiosi che ha sempre applicato le impongono di concedersi al marito.
E il suo sesso è troppo voglioso...Troppo umido.
Sente la curiosità bruciarle dentro, e la voglia è più forte della ragione.
Non si potrà mai sapere se è stato per lussuria o per rispetto della legge, ma Erica non oppone alcuna resistenza, guarda il padre e Giacomo e si limita ad annuire col capo.
Francesco ordina con tono austero al padre ed al marito “tra un'ora accompagnerete la ragazza al castello e, badate bene di portarla così com'è, pura, altrimenti la vostra famiglia sarà spazzata via dalle guardie e la vostra baracca data alle fiamme”!
I due abbassando lo sguardo, annuiscono, mentre Erica scoppia in un pianto dirotto
Erica corre nella baracca piangendo
La madre l'aiuta a prepararsi a donare la sua purezza al proprio signore
Mezz'ora dopo i due uomini mettono la giovane sposina sull'asino e si avviano verso il castello, mentre la madre della giovane piange vedendo la figlia dirigersi verso il suo infausto destino
Tutti vedono che viene portata lì, perché il Barone possa riscuotere il suo "droit de seigneur", dal suo corpo. La sua verginità appartiene a lui, nessuno può pensare male di lei.
Tutti al villaggio lo considerano un prezzo equo per vivere lì, come le altre "corvées" ed i prelievi che il Barone impone e fa rispettare. Un prezzo assai caro ma indispensabile per sopravvivere !
Arrivati al Castello le guardie prendono in consegna la ragazza, la quale fa appena in tempo a dare un bacio al suo giovane sposo ed una carezza al padre
Conducono la povera ragazza nel salone principale dove ad attenderli vi è il Barone
Il barone vedendola entrare si alza dalla sedia e le va incontro con aria tronfia
Lei è in mezzo alla stanza impietrita dalla paura, immobile
Il Barone la squadra, sogghigna, le gira attorno
Erica ha paura di quell'uomo rozzo sulla quarantina e con le mani pelose, tiene lo sguardo basso sperando che vedendola rinunci ma, ahimè sentenzia “accompagnatela nelle mie stanze”
Erica viene condotta nella camera da letto del Barone
Al centro della stanza vi era un letto a baldacchino adornato con stoffe sontuose
Erica rimane immobile attendendo il Barone, pensando a suo padre ed al suo Giacomo
Il Barone entra dopo poco
Hai paura? Domanda con voce austera
Lei risponde con voce flebile “Un po sì, certo” (qualsiasi ragazza vergine avrebbe avuto un po paura pensò tra se Erica)
Il barone l'attira a sé per baciarla, e lei, obbediente (poteva dire a sé stessa che era SOLO obbedienza) chiude gli occhi, apre la bocca e si lascia baciare
Sente la lingua del Barone far capolino nella sua bocca, frugare da quella lingua forte, mentre quelle braccia forti la stringono
Erica ha un buon odore, da contadina, ed una bella pelle liscia, morbida
“Sei bella” le dice il Barone
Lei respira forte, sorride. Lui la bacia di nuovo
Erica nota che in mezzo alle gambe del Barone qualcosa si sta gonfiando, aveva sentito parlare del sesso degli uomini ma non ne ha mai visto uno, sapeva che quando si eccitano diventava rigido, al tempo stesso è impaurita ed incuriosita
“Cosa mi succederà, sentirò male, cosa devo fare per accontentare il mio padrone e signore”, mille pensieri le tamburellano nella mente fino a quando il Barone interruppe il silenzio:
"Spogliati completamente, nuda !"
Le impone il suo signore...
“oh mio Dio ci siamo” pensa Erica terrorizzata
Si vergogna ma non può opporsi e se lo fa la sua famiglia è a rischio, così inizia ad eseguire docilmente l'ordine, mentre il Barone si libera dello spadino che aveva con se, degli stivali, della cappa e della giacca...
Lei si toglie tutto il possibile, ma ha bisogno che il Barone l'aiuti a slegare i legacci che tengono il bustino stretto attorno alla vita...
Non deve neanche chiedere...in poco tempo sente la pressione del vestito sui suoi seni cedere il posto ad un piacevole senso di leggerezza...
Da adesso è in grado di spogliarsi da sola...mentre il Barone finisce di togliere ogni capo di abbigliamento residuo.
Per pudore Erica si gira di spalle.
Non ha mai visto un uomo nudo, e non è mai stata vista nuda da nessuno.
Si libera dell'ingombrante abito e della larga e fastidiosa sottana...È nuda, completamente nuda alla mercé di quell'uomo!
Ha troppo pudore per girarsi e guardare...
Di certo non lo stesso pudore del Barone, che evidentemente è ben abituato a giacere con donne più o meno consenzienti...chissà quante ne saranno passate da quel talamo pensa Erica
Poi ecco i suoi pensieri interrotti "Girati!"
Tuona perentorio, facendo sussultare la povera Erica...
Con movimenti esitanti lei esegue, rivelando le sue bellissime forme al signore della sua terra...
Erica ha un'espressione di stupore quando finalmente vede il suo primo pene.
Certamente non sa se è grande o piccolo, anche se le sembra piuttosto grosso, così ad occhio...
Quello che la incuriosisce è la forma...la consistenza...sembra un ceppo che il padre mette per ravvivare il fuoco la sera
Ha sentito dire che è allo stesso tempo morbido e duro, ma non riesce a capire come possa esistere una tale ridondanza al di fuori delle regole di scrittura.
Lo guarda come in trance...al tempo stesso incuriosita e terrorizzata da ciò che da lì a poco andrà ad accadere
È rapita totalmente da quel grosso, nodoso randello di carne.
Sa che fra poco quel qualcosa forte e virile sarebbe entrato di forza in lei..
Di forza ? Forse no, ma sicuramente entrato, e se il suo corpo avesse opposto resistenza, anche non volendo, peggio per lei...
"Vieni qui e inginocchiati!" le ordina.
Lei si avvicina, poi con lentezza si abbassa in modo da avere il pene di fronte al viso.
Non capisce cosa debba fare.
Non è certamente un'esperta di sesso, ma che dovesse entrare nella sua vagina lo sapeva.
"Beh? Cosa aspetti?"
Le urla contro il suo Signore...
"Le chiedo scusa oh mio Signore, non ho ben chiaro cosa vi aspettate da me" ribatte Erica con tono sottomesso.
Non osa neanche guardarlo negli occhi tanta è la riverenza ed il timore per quell'uomo.
"Capisco..." bofonchia il Barone quasi sottovoce.
Dentro di se è contento di questo sviluppo, a quanto pare la ragazza più bella del villaggio è anche la più ingenua.
"Ascolta, voglio che tu adesso faccia entrare il mio pene nella tua bocca, non ti preoccupare, ti dirò io cosa fare nello specifico"
Erica non fa obiezioni nonostante trovi che la cosa potrebbe essere considerata peccato.
Del resto non vuole far indispettire il suo signore, per il bene suo e della sua famiglia.
Afferra con delicatezza quel palo carnoso, rendendosi finalmente conto di cosa significasse essere morbido e duro contemporaneamente.
La consistenza le piace molto e non resiste alla tentazione di pompare un paio di volte con la mano, scoprendo sotto la pelle come una sfera lucida, più scura e con una fessura alla sommità.
Senza indugiare oltre infila in bocca il pene del Barone che mugola di apprezzamento.
“Brava ! Adesso voglio che lo spingi più che puoi in gola, poi lo fai uscire succhiando forte e ripeti, pensi di riuscirci?"
Erica annuisce con la testa e comincia ad eseguire il compito affidatole ma è più complicato di quanto credesse.
Alla pressione di quel grosso cazzo in gola le parte un conato di vomito e contemporaneamente cominciano a sgorgare calde lacrime dai suoi occhi stanchi.
Lo tira fuori succhiando più forte che può, facendo male al Barone che si arrabbia un po.
"Per il buon Dio! Ma sei davvero pessima! Guarda che io sono tuo marito stasera, e ti dico che se non migliori il tuo Giacomo ti lascerà entro un mese"
Erica è dispiaciuta per non esserci riuscita, ed allo stesso tempo terrorizzata al pensiero di perdere Giacomo.
"No la prego! Sono solo inesperta, mi dica dove ho sbagliato, posso migliorare"
Lo sta letteralmente pregando di insegnarle a fare i bocchini...
"Adesso ho una cosa più impellente da fare, ti istruirà domani tuo marito se vorrà"
Il Barone la prese in braccio e la coricò sul letto
Erica si adagia con le gambe strette, in segno di forte pudore e imbarazzo.
Il Barone le si inginocchia davanti, la afferra per le ginocchia e, tirando con forza, le apre le cosce, esponendo il suo sesso.
Erica per istinto cerca di coprirsi con le mani ma il Barone la fulmina con lo sguardo facendola desistere.
Il Barone osserva da prima quel giovane fiore, poi con due dita lo carezza
Erica ha dei brividi, sente i polpastrelli del Barone allargarle le grandi labbra poi, sente dell'umido, il Barone le sta leccando quel fiore, sente che si concentra sul bottoncino che le aveva dato piacere la mattina, il suo respiro si fa più forte, le piace !
Il suo Signore del resto non può che godere di tale meraviglia, con piglio selvaggio le apre il fiore con le dita esponendo il suo sesso chiuso dal sottile strato di pelle dell' imene, è vergine sentenzia
e compiaciuto la lecca, la lecca e la lecca ancora
Erica ora sta godendo, il suo corpo le da brividi di piacere, involontariamente allarga ancor più le gambe per permettere al Barone di farla godere di più
Non capisce neanche come sia possibile, vorrebbe scostare la sua faccia, perlopiù per la vergogna di quell'atto così poco regale, ma allo stesso tempo sta provando un piacere tanto intenso che è difficile volersene privare...nessuno prima le aveva accennato a qualcosa di simile
Finalmente un sussulto, il suo primo sussulto, il suo ventre si contorce, sente una strana scarica di piacere mai provato prima arrivare e finalmente Erica ha il suo primo orgasmo.
Capisce che non è suo marito ma il piacere che le sta donando sposta tutto su un altro piano.
Non c'entrano i sentimenti... vorrebbe solo che quel piacere durasse il più a lungo possibile.
Il Barone è un esperto amatore, non può essere diversamente, e da un certo punto di vista è contenta che sia lui a cogliere il suo fiore
Erica guarda il Barone con uno sguardo pieno di devozione e gratitudine.
Il Barone sorride, vede quel fiore gonfio ed umido, completamente irrorato di umori che hanno finito per colar fuori spalmandosi fra le grandi e piccole labbra, di fatto rendendo lo spettacolo di fronte al Barone un'esibizione di oscena lussuria.
Erica ora è pronta !
Sa già che quell' imene dovrà essere lacerato, gliel'ha spiegato sua madre stamattina, ma almeno il Barone è stato gentile, prima di farlo le ha procurato piacere
Si aspetta che sia molto doloroso, ed ha paura di soffrire e tanto...
Il Barone la lecca proprio lì, lì dove andrà a farle male poi...le si posiziona sopra...ecco è arrivato il momento pensa lei...sente che il suo Signore con una mano punta quella gonfia sfera violacea contro la sua vagina.
“ci siamo” ...Erica sgrana gli occhi
"Non dovrebbe farti troppo male...sei molto bagnata..." la tranquillizza il Barone con dolcezza
Detto ciò comincia lentamente a spingere...
Erica sente un po di bruciore...forse anche più di un po...finché all'improvviso l' imene cede e il pene del suo signore entra dentro di lei.
"Aaaahhiii" grida Erica...
Non avrebbe voluto lagnarsi, ma è stato più forte di lei...è stato doloroso, come un pizzicotto molto forte.
Sente tutta l'area come indolenzita ed un forte bruciore intorno alla vagina.
Il Barone è fermo dentro di lei, le sta dando il tempo di far passare il dolore intenso della prima penetrazione...non ci vuole tanto tempo.
Quando ricomincia a muoversi il dolore e l'indolenzimento sono molto diminuiti...rimane solo un po di bruciore, ma perlomeno ha cominciato ad avvertire una bella sensazione.
Lo sfregamento dentro di lei le procura piacere, ed il piacere in breve tempo diventa così intenso da farle quasi paura.
Il Barone la sta penetrando con dolcezza.
Di solito al Barone piace scopare le donne con forza e veemenza, ma Erica si è rivelata una serva docile ed obbediente e vuole ricompensarla sverginandola come avrebbe fatto suo marito.
I suoi affondi sono lenti ma decisi...e decisamente molto, molto profondi...
Erica è in preda a sensazioni incredibili, che mai avrebbe creduto di provare.
Non le risulta più così assurdo che alcune donne gridino di piacere durante il rapporto sessuale.
Il piacere che sta provando è a tratti così intenso che ha paura a lasciarsi abbandonare, come se avesse paura che la sua anima venisse rapita dal diavolo in persona.
Il Barone per quanto vuole essere dolce, nel giro di alcuni minuti comincia ad aumentare il ritmo...
Erica si avvinghia a lui con le caviglie...adora quelle sensazioni.
Potrebbe vedere l'anima al diavolo per tutto questo piacere.
Il Barone le infila la lingua in bocca, approfittando dei suoi occhi chiusi e delle labbra schiuse per emettere un mugolio di piacere continuo...
Erica risponde al bacio, nonostante questo le sembra davvero ingiusto nei confronti di Giacomo.
Forse avrebbe dovuto provare a rifiutarsi...ma ormai non ha più importanza, sta roteando la lingua attorno a quella del suo Signore, mentre lui rotea il grosso cazzo dentro la sua vagina.
È sempre più veloce e vigoroso...e riesce con sempre maggiore difficoltà a controllare la lingua.
Nella stanza comincia ad echeggiare uno strano rantolo.
La smorfia di fatica sulla faccia del Barone lasciano immaginare ad Erica l'imminenza di un qualcosa...
I colpi sono sempre più forti e profondi, i movimenti si fanno scomposti, il rantolo è sempre più forte..."Non resisto più...Godooo..." grida il Barone
Erica non sa cosa stia succedendo, lo vede contorcersi, con una strana espressione di piacere e fatica stampata sul volto.
Continua a gridare con sempre maggiore razionalità, mentre le assesta dei colpi veramente molto forti in fondo alla vagina...poi ad un tratto avverte dentro di lei come se la sua vagina si riempisse di liquido caldo.
Il piacere è diverso adesso, ed il pene sembra essere anche più piccolo.
Sente che se si lasciasse andare succederebbe qualcosa, ma ha troppa paura e istintivamente cerca di resistere.
Il signore termina con un gemito di soddisfazione, concedendosi un ultimo, rabbioso movimento nel corpo della ragazza.
Il Barone le infila di nuovo la lingua in bocca e stavolta risponde senza porsi nemmeno il problema dell'appropriatezza o meno di quel bacio...prova ancora piacere, ma il suo Signore adesso sembra non avere più energia.
È fermo dentro di lei...il suo bacino alzato e le sue caviglie intrecciate dietro la schiena indicano che ha voglia di continuare.
Ma ormai c'è solo quel lungo bacio...sta baciando il suo Signore come se fosse Giacomo.
Nessuna differenza...
Prova a spingere col bacino ma non trova più la penetrazione di un pene turgido a darle piacere.
Non capisce perché ma è tutto finito.
Il signore esce dalla ragazza mentre lei ha ancora gli occhi chiusi ed il fiato corto.
- Hai sofferto molto? -, domanda lui con un po più di tenerezza di quella che avrebbe usato con un soldato ferito, ma con lo stesso rispetto.
Lei scuote la testa.
No, non è stato proprio indolore, un po di sangue le cola fra le cosce, ma...ha sofferto di più per altre cose...è stato più o meno come farsi togliere una spina da un piede...più o meno...
"Vedo che avresti voglia di continuare..." le dice il Barone con voce piena di soddisfazione...
Erica annuisce sommessamente.
Ha paura di contrariare il suo signore...
"Bene! So io come continuare..."
Detto questo sfila il suo pene molle dalla vagina di Erica e si erge in piedi...
"Alzati, abbiamo una formalità da sbrigare..."le intima con tono duro.
Erica obbedisce...
Sente colare qualcosa dal suo sesso, e vede un grosso rivolo rosa scendere lungo la coscia...
Il Barone sfila il lenzuolo chiazzato di sangue e sperma e si dirige verso la finestra della sua stanza.
La apre ed espone fuori il lenzuolo macchiato di sangue e sperma affinché dal villaggio tutti possano vedere.
"Possa il Signore essermi testimone l'onore di Erica è intatto, ella è giunta vergine al matrimonio!" la sua famiglia è salva e potrà beneficiare ancora della protezione del Barone e del suo esercito
Un’altra donna è stata sua, rubata al legittimo marito, che impotente è rimasto ad attendere.
La sposina deve restare tutta la notte col suo Signore, Erica questo lo sa, non può uscire prima che il gallo abbia cantato!
E' un diritto, è per tutta la notte e nessuno lo può negare!"
Il Signore torna da Erica : "Mi hai chiesto di continuare, e di insegnarti ad essere una moglie devota e così farò!"
Il Signore suona una campanella, chiama un servitore, Erica si copre con le coperte
“portatemi da bere” ordina
Da lì a poco una brocca con del vino fu presto portata
Il Barone la offre ad Erica che beve abbondantemente
In poco tempo il Signore è nuovamente pronto
Stavolta non resisterà...si lascerà tentare dal diavolo...pensa tra se e se il Barone mentre si stende al centro del letto
Il pene del Barone è nuovamente pronto, erge in mezzo alle sue gambe come prima, come un tronchetto
“salimi sopra” le ordina ed Erica esegue
Non capisce ma impara in fretta
Il Barone la guida su di se, le fa puntare l'asta alla sua intimità e poi la fa calare su di essa
Erica stavolta non prova dolore, sente le pareti della sua vagina dilatarsi dandole piacere ad ogni centimetro
Quando è praticamente seduta sul Barone con l'asta dentro di lei il suo Signore le ordina di muovere il bacino e lei, come una scolaretta obbediente esegue
Le piace, eccome se le piace
Istintivamente inizia a muoversi ed a provare piacere mentre il Barone le afferra i seni ed i capezzoli amplificandole il piacere
Ecco la sensazione di prima, un piacere intenso arrivarle dal ventre, Erica sente il respiro aumentare...ed esplode in un orgasmo liberatorio
Si accascia sul Barone, iniziando stavolta di propria sponte a baciarlo
Il Barone risponde al suo bacio e le carezza la chioma ma, non è completamente soddisfatto
Ordina ad Erica di mettersi sul letto come i cani, a 4 zampe
Erica nella sua ingenuità non capisce ma ubbidisce
Sente il suo Signore arrivarle da dietro, afferrarla per i fianchi e puntare la sua asta alla sua intimità ancora colante di umori
Questa volta il suo ignore non ha molti riguardi, un colpo secco ed è dentro di lei
Erica si sentì mancare il fiato
Il Barone inizia a muoversi, Erica sente quell'arnese andare più a fondo di prima, le piace
Il Barone appoggiato completamente su di lei le tocca i seni, le tintinna le punte amplificando il piacere
Erica ha chiuso gli occhi, immagina di essere posseduta dal suo Giacomo
Il Barone aumenta il ritmo e finalmente con un grugnito scarica la sua essenza per la seconda volta
Erica stavolta riesce a sentire gli schizzi di sperma dentro di lei
Entrambi si accasciano sul letto
In un momento di tenerezza il Barone la accarezza, percorrendo con quelle mani tutto il suo corpo
Infine la bacia ancora
“C'è una tinozza di là, se vuoi” ed indica un angolo della stanza
Lei annuisce.
Lui l'aiuta ad alzarsi.
Quando Erica si fu rivestita, lui chiamò i soldati che erano di guardia fuori dalla porta.
Se avessero sghignazzato ed origliato non lo diedero a vedere.
”Accompagnatela a casa. E guai a voi se le mancate di rispetto“.
I soldati annuirono. Mancarle di rispetto voleva dire possederla. A pagnotta tagliata non si bada se manca una fetta, ma...No, se il signore non vuole, meglio di no...
Il signore finì di rivestirsi e se ne andò.
Non era stato male, dopotutto, la solita, strana sensazione, pensava il Signore andandosene e facendo confronti con le volte precedenti
Chiaro, non che possedere giovani ragazze non gli piacesse, giovani corpi sani, belli, odorosi di buono, nate per amare ed essere amate e fare bambini, meraviglie della creazione...ma era strano come tutto succedeva.
O meglio, perché succedeva così.
Lui sapeva che alle ragazze all'inizio si opponevamo ma poi... piaceva anche a loro essere iniziate da lui, in fin dei conti era un ottimo amatore ed uomo di potere !
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