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Io Gianni e la spiaggia privata


di benves
20.05.2019    |    8.653    |    1 9.8
"Marina fu subito d'accordo e cominciò a raccogliere tutte le loro cose..."
Era un mercoledì mattina, un fottutissimo mercoledì lavorativo, ed era ancora relativamente presto quando Gianni, superato anche l' ultimo dubbio e rotto ogni indugio, chiamò al telefono il suo capo.
Con una voce (falsamente) rauca gli comunicò che quella mattina non sarebbe potuto andare
a lavorare in ufficio, perchè non si sentiva molto bene, forse un infreddatura causata dall'aria condizionata troppo fredda dell' ufficio:
gli sembrò, quella, una giustificazione che poteva reggere, visto che prima di lui altri colleghi si erano lamentati della temperatura troppo bassa.
Dopo che ebbe riattaccato il telefono e si fu schiarita la gola, indossò invece i suoi bermuda da spiaggia e cominciò a cercare nell'armadio un telo da mare.
L' estate era arrivata al culmine e le previsioni del tempo lasciavano sperare, per i giorni a venire, in cieli tersi e molto, molto sole.
Perché sprecare un giorno fantastico come quello per lavorare chiuso dentro l' ufficio?
Quando gli altri, invece, se ne stanno al mare a crogiolarsi al sole ed a fare bagni?
No, molto meglio andarsene in spiaggia!
Lavorassero gli altri, al posto suo: lui aveva già dato anche troppo, per quell'azienda!
Preparata la sacca con il telo e degli indumenti di ricambio, uscì dal suo appartamento e si diresse verso l'auto, che la sera prima aveva parcheggiato per strada sotto casa, iniziando a caricare il tutto nel portabagagli.
Nonostante fossero soltanto le otto e trenta, faceva già tanto caldo quella mattina, e chissà quanto ne avrebbe fatto di più col passare delle ore.
Mentre stava sorbendosi una bibita fresca in lattina, mollemente appoggiato alla fiancata della macchina, cercando una buona ispirazione su dove dirigersi, Gianni intravide - vicino al portone dello stabile, la sua vicina di casa, Marina.
Lei viveva da sola nel piccolo appartamento all'ultimo piano, e si erano incontrati per la prima volta qualche mese prima in occasione di un piccolo rinfresco organizzato da una coppia appena sposata
che era venuta ad abitare al secondo piano.
A Gianni piaceva molto Marina, il suo fisico, il suo portamento, il suo sguardo sempre sorridente con quegli occhi di un verde così sfumato e così penetrante.
Purtroppo però, non aveva mai avuto l'occasione (o la volontà) di chiederle di uscire insieme.
In quel mentre, Marina stava appena entrando nel portone al rientro dopo aver comprato il suo solito giornale, quando Gianni la chiamò, allontanandosi dalla macchina per farsi notare meglio da lei.
"Di nuovo con un abbigliamento casual sul lavoro, oggi?", gli chiese Marina sorridendo
Gianni si guardò e si rese conto che era indosava solamente i suoi bermuda da mare ed una canotta
stazzonata, un vero e proprio tamarro
Rise del suo stato decisamente comico e si incamminò verso il portone dove Marina si era nel frattempo fermata.
Quando le fu vicino le chiese, speranzoso: "Ho deciso di non andare a lavorare oggi, perché con questa splendida giornata la mia testa non fa altro che pensare di andare a mare sulla spiaggia a divertirmi.
Ti vuoi unire a me in questa gita?"
Neanche il tempo di pronunciare le ultime sillabe che Gianni si sentì subito rispondere: " mi piacerebbe veramente, e poi oggi è il mio giorno libero. Aspettami pure vicino alla tua auto, salgo in casa a cambiarmi, sarò pronta in meno di un quarto d' ora" e detto ciò, rientrò velocemente nel portone a prepararsi, lasciando Gianni da solo a pensare su quell'incontro così inaspettato e su
cosa poteva riservare il prosieguo della giornata.

Dopo un' attesa neanche tanto lunga Marina ritornò con indosso una t-shirt (di alcune misure più grande della sua taglia effettiva), un pantaloncino molto aderente in jeans che occhieggiava
birichino da sotto quella maglietta e con un borsone da spiaggia a tracolla.
Dopo aver sistemato anche la borsa di Marina nel portabagagli, entrarono in macchina e partirono senza indugio verso il mare.
Lungo la strada si fermarono in un piccolo supermercato per acquistare delle lattine di bibite, dei panini ed altri stuzzichini, visto che entrambi non avevano proprio intenzione di rientrare a casa per il pranzo.
Nonostante fosse relativamente presto e che si fosse già nella seconda metà di luglio, il traffico in città era ancora abbastanza sostenuto, segno che quell'anno poca gente era riuscita ad andare in ferie a causa della crisi economica.
Il prolungarsi del tempo di viaggio per uscire dalla cinta urbana fu un' ottima occasione, per entrambi, per migliorare la loro rispettiva conoscenza e per instaurare un' atmosfera di complice affiatamento.
Nulla di meglio del parlare dei propri gusti, delle esperienze, delle aspettative per poter entrare in sintonia l'un con l'altra e vivere al meglio quella bella giornata!
Dopo circa 50 minuti di viaggio, durante i quali avevano avuto modo di approfondire la propria conoscenza, arrivarono finalmente ad una spiaggia non molto lontana dalla città, lungo il litorale Domizio, in un posto che Gianni sapeva essere del tutto sconosciuto ai suoi colleghi di lavoro:
meglio essere prudenti e non farsi beccare in spiaggia, anziché a letto.
Essendo un giorno feriale, sulla spiaggia c'era poco meno di una dozzina di persone, per cui Gianni e Marina ebbero modo di poter scegliere con cura un buon posto vicino la riva, abbastanza lontani dagli altri bagnanti per garantirsi un minimo di riservatezza.
Marina si sfilò la maglietta mostrando un attraente ed alquanto ridotto bikini blu.
Gianni la guardò attentamente e con occhi un po troppo interessati mentre lei si cospargeva la lozione solare sulle braccia e sulle gambe
Dopo qualche rapida passata, gli chiese la cortesia di strofinargliene un po anche sulla schiena: ovviamente, Gianni fu ben contento di poterla accontentare.
Grazie a quel contatto prolungato con la sua pelle morbida e setosa, Gianni iniziava ad avvertire la crescente erezione del suo cazzo mentre comunque continuava a strofinare quel fluido cremoso sulla pelle di Marina.
Nella posizione in cui si trovava poi, poteva vedere perfettamente la sua schiena e le sue spalle che terminavano su un culetto sodo e stupendamente modellato dall'esercizio fisico.
Una visione celestiale, ma dagli effetti sconvolgenti sulla sua virilità.
Marina lo ringraziò rimettendosi nuovamente seduta di fronte a Gianni e non poté non notare il suo imbarazzo mentre cercava di nascondere quella erezione troppo in anticipo sui tempi.
Marina, quindi, gli ricambiò il favore cospargendogli un po di quella stessa lozione solare sulla sua
schiena.
Il sentire il calore e la morbidezza delle carezze con cui Marina stendeva l' olio solare sulla sua schiena rappresentò per Gianni, il colpo di grazia!
Gianni aveva spesso fantasticato pensando a quella sua vicina di casa così carina ed attraente.
Lei ritornava sempre nei suoi pensieri e nelle sue fantasie quando, a volte, si masturbava nella solitudine del suo letto da single per cercare sfogo ad uno stato di eccitazione non oltre sopportabile.
Lui se la immaginava mentre gli succhiava il cazzo o mentre le allargava le grandi labbra della sua passerina per affondarvi la sua lingua.
Ora, avendola finalmente così, a portata di mano, l'averle strofinato la lozione solare sulla sua pelle, il sentire le sue mani sulla propria pelle, gli aveva indotto un desiderio di lei così forte che avrebbe voluto scoparla là, in quel momento.
Per evitare problemi Gianni pensò che un tuffo nell'acqua del mare avrebbe contribuito a raffreddare i suoi bollenti spiriti.
Le prese dolcemente per mano invitandola quindi a seguirlo.
Marina non se lo fece ripetere due volte ed i due, corricchiando sulla sabbia già bollente si avviarono verso il mare.
Entrambi gridarono quando l' acqua fredda del mare schizzò sui loro corpi accaldati, ma Gianni trovò finalmente quella sensazione di freddo che rappresentò un vero sollievo per quell'imbarazzante erezione, difficile, se non impossibile, dissimulare nel boxer del costume.
Si tuffarono tra le onde ma, ritenendo che l'acqua fosse comunque ancora un po troppo fredda per rimanerci a lungo, in breve ritornarono sulla spiaggia a stendersi nuovamente sui loro teli e crogiolarsi al sole.
Quell'acqua fredda questa volta mise in imbarazzo Marina, i suoi capezzoli risposero prepotenti e si ersero sotto il suo bikini.
Gianni trovò quella vista celestiale, difficile distogliervi lo sguardo ma, cercò in tutti i modi di contenersi per non essere costretto nuovamente a tuffarsi in mare.
Dopo che si furono asciugati, si posero seduti sui teli per un rapido snack con quello che avevano comprato in precedenza.
Mentre stavano consumando quel frugale snack, la loro attenzione fu attratta da una serie di forti
rumori e grida che provenivano all'incirca dallo spiazzo del parcheggio dove avevano lasciato l' auto.
Guardando in quella direzione, notarono, ad una distanza di circa dieci metri da loro, sette od otto persone, la maggior parte dei quali erano bambini, che facevano vagamente cenno in loro
direzione.
Una donna urlava degli ordini al resto del gruppo vociante, imprecando, perché a quanto pare non era molto ascoltata dalla marmaglia schiamazzante.
Un bambino poi, si era messo ad inseguire un'altra bimba del gruppo, infilandosi velocemente tra tutti gli altri.
Ed una ragazza un po più grande ascoltava una piccola radio a pieno volume, facendo incazzare i
vicini di ombrelloni per l'evidente disturbo che arrecava.
Era finita la loro pace?
Gianni a quel punto chiese a Marina se volesse spostarsi in un altro luogo meno affollato.
Infatti, lui era a conoscenza della presenza di una piccola caletta riparata, situata dall'altra parte di un breve tratto di scogliera, dove finiva la spiaggia su cui si erano inizialmente sistemati.
Marina fu subito d'accordo e cominciò a raccogliere tutte le loro cose.
Gianni la condusse fin dove la sabbia della spiaggia terminava innanzi ad un gruppo di grandi, scivolosi ed informi scogli che dal terrapieno sovrastante terminavano tuffandosi direttamente in mare.
Lui l'aiutò a camminare su quelle rocce ed in poco tempo arrivarono alla caletta.
Era veramente minuscola, ed il bagnasciuga era qua e là ricoperto di piccole pietre che spuntavano dal letto sabbioso.
Non c'erano impronte di piedi sulla sabbia né qualsiasi altro segno che indicasse loro che qualcun altro era stato là prima di loro quella stessa mattina.
Marina voltandosi, ebbe modo di notare che quegli alti scogli impedivano completamente la visione della spiaggia che avevano da poco lasciata.
"Bel posticino, non è vero? Non molte persone ne conoscono l'esistenza, per via di tutti quegli scogli che sconsigliano di avventurarsi oltre", le disse Gianni, quasi per rassicurarla.
Marina sorrise semplicemente in segno di risposta.
Misero nuovamente sulla sabbia le loro cose e stesero i loro teli da mare.
Rimasero quindi seduti l'uno vicino all'altra guardando il mare, in assoluto silenzio per alcuni minuti.
D' altro canto, il panorama, l'abbraccio caldo del sole, la vista delle onde che si frangevano sulla battigia e, soprattutto, il silenzio di quella spiaggetta favorivano il ricrearsi di quell'atmosfera di complice intimità che si stava generando tra loro due e che era stata bruscamente interrotta
dall'arrivo della ciurma di ragazzini chiassosi.

"Lo sai? Ho sempre desiderato andare in una spiaggia per nudisti", disse Marina con tono alquanto ammiccante.
Gianni le sorrise, da un lato pensando che stesse scherzando ma dall'altro lato sperando in cuor suo che parlasse seriamente.
E lei, in realtà, stava veramente dicendo la verità.
Tanto vero che, appena terminata quella frase, Marina rapidamente sganciò il fermaglio del bikini sul collo e levò il pezzo di sopra, tirandolo sopra la sua testa, lasciando libere alla vista di Gianni le sue magnifiche tette tornite e già abbronzate come il resto del corpo, segno che il rimanere in topless sulla spiaggia non le procurava fastidio.
Gianni a quel punto non riusciva proprio a staccare i suoi occhi da quella visione paradisiaca.
Un seno perfetto, assolutamente naturale, dalla pelle liscia ma marezzata dal soffio della brezza marina, due lunghi capezzoli ben eretti che si ergevano dalle areole ben disegnate che sfumavano con la stessa tonalità di incarnato della pelle circostante.
E, poi, quella sensazione di pienezza, di volume che le tette di Marina infondevano nella sua fantasia che aveva già iniziato a galoppare, sfrenata come non mai.
"Come ti sembrano?", gli chiese Marina, conferendo alle sue parole un tono che era a metà tra
l' ammiccante ed il serio.
Gianni riuscì solo a fare un cenno col capo in senso affermativo, quasi inebetito, senza staccare gli
occhi dal suo seno nemmeno per un istante.
"Ed allora ti piacerà anche questa!", soggiunse Marina con tono sempre più sensuale, quasi
volontariamente provocante.
Marina tirò via in un attimo anche il secondo pezzo del bikini.
Gianni notò subito che lei si era depilata completamente il pube, lasciando al suo sguardo diretto
l' incarnato roseo del pube ed il sovrapporsi delle grandi labbra sulle piccole, la cui fuga ottica conduceva diritto al bottoncino della clitoride.
Al contrario del seno, il biancore naturale della pelle denotava la circostanza che Marina non aveva mai preso l' abbronzatura integrale.
Ma proprio quel pallore contrastante con l'abbronzatura del resto del corpo, evidenziava ancora di
più quelle parti così intime e nascoste del corpo di Marina.
Un dono.
Gianni reputava un dono celestiale l'essere così vicino ad una donna prima tanto fantasticata ed ora così reale a portata di mano, di carezza.
Un dono privilegiato il poter godere della visione delle parti più intime del corpo di una donna: gesto, quello, che certamente stava ad indicare un feeling magico.
Seno, pube. capezzoli, clitoride, aureole, grandi labbra.
Abbronzatura, colore naturale. Pelle liscia, pelle liscia.
Gli occhi di Gianni ormai volavano impazziti, senza più controllo, da un punto all'altro del corpo di
Marina, senza un ordine preciso, senza un ritmo predeterminato.
A caso, assolutamente a caso, seguendo solo le indicazioni della sua eccitazione.
Un' eccitazione ormai completamente visibile anche sul corpo di Gianni.

Marina, ridendo come una ragazzina al primo petting sulla spiaggia, conscia dell'effetto che il suo corpo aveva provocato, inaspettatamente afferrò ai lati i bermuda di Mario, aiutandolo a levarseli
e riponendoli su un lato del telo.
Quindi, si spostò fino a posizionarsi tra le sue gambe, guardando in giù verso il suo cazzo ormai completamente eretto e turgido.
Gianni si stese docilmente sulle spalle e trattenne il respiro, in spasmodica attesa di qualcosa che aveva desiderato per tante notti.
Marina, senza parlare, si curvò su quel cazzo iniziando lentamente a leccarglielo sulla cappella ed, alternativamente, a tenerlo fermo nella sua calda ed accogliente bocca, quasi a volere cogliere la vibrazione delle singole pulsazioni delle vene gonfiate lungo quell'asta.
Marina succhiò dolcemente, spingendolo nella sua gola il più in fondo che poteva, per poi tirarlo fuori fino a che solo il glande rimanesse tra le sue labbra, avvolto dalla lingua che si spostava, lenta, per tutta la sua circonferenza, soffermandosi lungo il solco del glande.
Lo succhiò ancora un altro po poi, lo estrasse completamente fuori della sua bocca, limitandosi
con una mano a giocare con i suoi peli pubici e con l'altra mano a massaggiargli delicatamente le palle.
Marina guardò a lungo compiaciuta la faccia goduriosa ed estasiata di Gianni, ancora immerso nel piacere di quel primo bacio intimo sul suo sesso; poi, strisciò col suo seno sul suo torace per sentirne la pelle, mentre l'asta del cazzo parossisticamente indurito spingeva contro la sua pancia.
Gianni le afferrò dolcemente la testa e cercò di indirizzarne nuovamente la bocca verso il cazzo, per poter godere ancora della sua lingua avvolgente e del calore della sua bocca.
Marina invece si sottrasse alla sua presa e si spostò finché riuscì a sedersi a cavalcioni su di lui, in modo tale che il suo cazzo potesse scivolarle più facilmente nella sua passerina, facilitata dal fatto che quella situazione tremendamente eccitante aveva reso particolarmente bagnata e lubrificata la sua vagina, impalandosi !
Marina iniziò così a muoversi con rapidi movimenti sul cazzo perfettamente e piacevolmente duro, completamente infilato nella sua vagina, scuotendo un po comicamente quei piccoli rotolini di pancetta che già avvolgevano l'addome sedentario di Gianni che, di tanto in tanto, le abbassava la testa per baciarla mentre tratteneva fermamente le sue anche con le mani per favorire la penetrazione sempre più profonda del suo sesso in quella vagina caldissima.
"Ohhh, sii, così! Scopami! Spingilo di più! Più dentro! Oh, sìì!", gemeva Marina quasi ad alta voce, incitandolo a continuare senza sosta nell'azione di penetrazione dentro la sua carne.
Marina alla fine si sottrasse da quella posizione a smorza candela e si spostò in modo tale da inginocchiarsi, rimanendo appoggiata a quattro zampe e dimenando il suo splendido culetto proprio di fronte al suo viso.
Gianni si tirò su anche lui e, postosi dietro di lei, spinse forte e profondamente il cazzo nella sua vagina, rimanendo in quella posizione quasi animalesca.
Lei gridò, un po per per la forza e la profondità di quella penetrazione.
Gianni si piegò in avanti finché anche lui si ritrovò su quattro appoggi, con il suo corpo strettamente pigiato contro la sua schiena.
In quella posizione, la penetrazione risultava più profonda, tale da riempirle completamente la vagina e, mentre continuava a stantuffarla senza sosta, preso dall'eccitazione le ansimò
nell'orecchio: "Ti piace, così, eh? Ti piace farti scopare all'aperto, alla pecorina, non è vero?"
"Sììììì!" rispose ansante Marina, "Mi piace. Mi piace far sesso così, in questa posizione! Scopami!! Non ti fermare!!"
L' orgasmo arrivò impetuoso a travolgere Marina, che si afferrò con le mani alle cosce di Gianni, quasi graffiandogliele con le unghie per l'intensità del piacere che Gianni le aveva innescato.
Le sue natiche cercavano un contatto ancora più ravvicinato col pube di Gianni per consentire che il suo cazzo non potesse più uscirle dalla vagina e che, anzi, si spingesse sempre più dentro, fino a toccare il collo dell'utero, aiutato dalle contrazioni irrefrenabili della vagina e dagli umori abbondantissimi.
Quelle parole e le contrazioni ritmiche della vagina di Marina misero Gianni nella condizione di non poter riuscire a resistere oltre prolungando ancora l'atto copulatorio e, complice anche un movimento certamente non voluto che lo portò ad estrarre il cazzo dalla vagina proprio al climax della propria eccitazione orgasmica, sborrò abbondantemente tutto il suo sperma sulle natiche e sulla schiena di Marina, lasciando che scorresse caldo e lento in lunghi rivoli sulla sua pelle.

Entrambi si fecero cadere,spossati tanto dallo sforzo fisico quanto dall'intensità dell'orgasmo, sopra il telo di spugna completamente aggrinzito, quasi sprofondato nella sabbia sotto il peso dei loro corpi.
La mano di Gianni sulla fica di Marina, con le dita continuava a cercare la clitoride, mentre la
mano di Marina era stretta intorno al suo cazzo: quasi a voler prolungare il contatto fisico negli istanti successivi all'orgasmo.
Il cazzo di Gianni era ancora duro, pronto per un'altra penetrazione che Marina dimostrava inequivocabilmente di volere al più presto.
Ma,invece e purtroppo, i loro pensieri furono distratti da alcune voci che sembravano farsi più vicine, come se fossero le voci dei bambini chiassosi di prima.
Gianni si infilò velocemente i suoi bermuda mentre Marina scivolò ancora più velocemente nella sua T-shirt, ritenendo a ragione che non avrebbe fatto in tempo a rimettersi i due pezzi del bikini. Proprio nel momento in cui lei era riuscita a ritrovare il suo bikini semi sommerso dalla sabbia, due
ragazzini fecero capolino da dietro la scogliera, portando secchielli e palette.
A quel punto entrambi compresero che ormai era tempo di andare via da quel posto incantato. Nessuno di loro parlò finché non arrivarono in macchina ed uscirono dal parcheggio.
"Stupendo, è stato proprio stupendo! Non ho mai goduto così tanto, credimi: sei stato veramente eccezionale! Peccato che ci abbiano interrotto", gli disse sorridendo Marina per rompere quel silenzio e per rincuorarlo un pò.

Dopo che furono rientrati nel loro condominio, Marina invitò Gianni a salire con lei nel suo appartamento.
Là fecero la doccia assieme, asportando la sabbia e rimuovendo le increspature saline l'uno dal corpo dell'altra.
Gianni trascorse la notte con lei e ritornò nel suo appartamento solo sul far dell'alba, giusto in tempo per prepararsi per andare a lavorare.
Dopo quel giorno si videro altre volte ancora e riuscirono a rifare l'amore su quella loro spiaggia privata soltanto poche altre volte prima che il tempo ritornasse a volgere al brutto.
Ed ogni volta pensavano a quella prima volta, per loro, la migliore di tutte quante.
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