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Squillo per gioco


di benves
19.04.2017    |    37.497    |    13 9.5
"Si liberò completamente degli slip e prese a sfilarmi i miei..."
Era da poco più di un anno che mio marito ed io ci dilettavamo con dei giochini erotici. Immaginando, mentre scopavamo, per esempio, che io non fossi io, bensì un'altra e, soprattutto, che lui non fosse mio marito ma un tizio conosciuto occasionalmente.
Nel bel mezzo dell'amplesso e del piacere carnale ci eccitavamo come porci e ci confessavamo i nostri desideri e le nostre fantasie.
Abitiamo vicino a Torino.
Mi chiamo Michela e sono, nonostante i miei 44 anni, una splendida donna.
Mio marito mi dice che per strada gli uomini si girano per guardarmi il culo.
Proprio così abbiamo iniziato.
A volte camminava dietro di me, come se non ci conoscessimo, perché si eccitava da morire quando gli altri mi guardavano.
A volte quando eravamo seduti, in un posto qualsiasi, mi invitava a mostrare le cosce per attirare l'attenzione di qualcuno.
Poi a casa, a letto, fantasticavamo e immaginavo di scopare con il qualcuno di turno.
Mi descrivo: sono alta 1,68; ben proporzionata e armoniosa, con un paio di tette ancora sode terza misura, un bel culo rotondo e grosso al punto giusto, ventre ancora piatto e un gran bel paio di cosce polpose e ben tornite; in viso carina e capelli biondi.
Anche mio marito Silvio è un bell'uomo con un fisico atletico e, complessivamente molto attraente e simpatico.
A letto molto fantasioso: è lui l'artefice di tutto. E poi si sa, in queste cose non si torna più indietro, semmai ci si ferma,ma non è stato il nostro caso.
Infatti mio marito, andando oltre, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto passare ai fatti e fare la troia con un altro.
E dire che non ero mai stata una donna completamente disinibita, almeno all'inizio, nonostante le nostre fantasie e i nostri giochini.
Solo quando iniziammo a frequentare certi siti porno e guardare insieme dei filmati di carattere amatoriale, che piacciono tanto a me, o dei normali films porno, iniziai ad essere più disinibita.
Solo qualche volta, in tanti anni di matrimonio, mi ero fatta convincere al rapporto anale e mai e poi mai mi sarei fatta sborrare in bocca, nonostante mio marito mi dicesse che ero molto brava a fare pompini.
Sono stati determinanti i racconti erotici e, ancor di più, i filmati amatoriali girati in casa.
Infatti vedere donne normali come me, non porno attrici che lo facevano per lavoro, esibirsi in inculate e bevute di sborra mi fece diventare curiosa e vogliosa.
Fu una sorprese per mio marito quando, spompinandolo, per la prima volta trattenni il cazzo in bocca fino alla fine.
Inghiottii il primo schizzo e non lo trovai così disgustoso come pensavo che fosse.
Poi, facendo finta di essere disgustata, trattenni i successivi schizzi e corsi in bagno a sputare e sciacquarmi la bocca.
Quando ritornai a letto sorpreso mi disse: "Come mai? Che bella troia che sei diventata!
Ma non l'avrai mica fatto con un altro prima?"
Passò solo qualche giorno e insistette per incularmi.
Ridevamo e scherzavamo mentre io lo segavo e lui mi leccava il culo.
Alla fine mi feci convincere.
La posizione la scelsi io: alla pecorina.
Mi lubrificò per bene e lo supplicai di fare piano.
Grande fastidio all'inizio, ma quando incominciai a toccarmi la fica, su suo suggerimento, tutto fu più sopportabile e poi piacevole.
Ebbi due orgasmi.
Iniziò a torturarmi perché lo facessi con un altro.
Mi diceva che gli sarebbe piaciuto se altri potessero godere della mia troiaggine.
Mi propose lo scambio o il privè.
"Ma sei pazzo? Non lo farò mai".
Però continuavamo a divertirci ed, a volte, francamente, la voglia di un altro cazzo era tanta.
Mi sentivo curiosa nel provare l'emozione e l'eccitazione di avere fra le mani un cazzo che non fosse quello di mio marito.
Conoscevo solo il suo, non avevo avuto altri uomini.
Alla fine, poi, chi me lo doveva dire che avrei provato un altro cazzo facendo la parte della squillo di lusso?
Una sera mentre io stiravo e lui leggeva il quotidiano ed entrambi, di tanto in tanto, uno sguardo alla TV, all'improvviso mi fa: "Ascolta, "
"Che vergogna! Pure sui quotidiani?"
"Non è questo" "Allora cosa?"
"Immagino te che fai la squillo".
Lo guardai meravigliata
Ma che stronzata!
A volte di come le dici certe stronzate pare che dici sul serio"
"Infatti"
"Ancora? Ma da dove ti vengono certe idee?"
"No, è che cerco di immaginare te che ti presenti ad uno che non hai mai visto e sei obbligata a soddisfare tutte le sue voglie perché ti paga profumatamente".
Risi sonoramente. "Che depravato che sei!"
"C'è poco da ridere"
Prendo tutto come uno scherzo, come se fosse un modo come un altro per eccitarci.
"Perché, pensi che non sarei in grado di soddisfare un cliente?"
"No, no, anzi. Allora sai che faccio? Preparo un bello annuncio"
"Si, e faccio la prostituta" dissi ridendo.
"Lo studio ora. Poi domani compro un altro cellulare con un nuovo numero e lo faccio pubblicare. Non sei curiosa di vedere in quanti ti cercheranno?"
"Ohoo, curiosissima!"
Era una cosa così assurda che non poteva essere vera.
Prese carta e penna e dopo qualche minuto disse: "Ecco, ci siamo. Ascolta. Sicuramente ti andrà bene.
Che ne dici?"
"Uhuu, da vera professionista del sesso.
Pensiamo piuttosto a cenare invece di pensare a queste cazzate.
Ma come ti possono venire in testa certe cazzate?"
Il tempo che va lavarsi le mani e do uno sguardo a quello che aveva scritto.
Mi sono eccitata.
Era così ovvio per me, credevo anche per lui, che non poteva essere che un gioco su cui fantasticare che non diedi più alcuna importanza.
Neanche quando l'indomani rientrò con il cellulare nuovo.
Neanche quando mi disse che l'indomani l'avrebbe pubblicato.
"Si, si OK. Tanto....."
Non ne parlammo più fino a quando un giorno rientrò tutto contento e sorridente.
Solo una sera a letto mi aveva detto di comportarmi da squillo.
"Fammi vedere come farai impazzire il tuo primo cliente. La prima cosa i soldi. Poi, una volta spogliati, la prima cosa è un bel pompino. Dai, fai finta che sono il cliente"
Mi immedesimai così tanto che quella sera, in certi momenti, ero convinta di essere la squillo che diceva lui.
Era tutto così eccitante che mentre godevo come una porca e lui mi chiedeva: "Ti piace fare la squillo?
E' vero che sei la squillo più troia del mondo?"
Io rispondevo e che mi piaceva essere puttana.
Che serata quella!
Apre il giornale e mi fa leggere l'annuncio.
L'aveva fatto veramente.
Restai imbambolata.
"Ma sul serio dici? E ora che fai accendi pure il cellulare? E se chiamano?"
Lo teneva acceso solo quando eravamo assieme e da soli.
Sempre a portata di mano.
"E che? Nessuno cerca una squillo? Che merda di città".
Ad un certo punto ebbi pure io la curiosità di vedere in quanti avrebbero telefonato.
Passò più di una settimana e poi un giovedì ad ora di pranzo, mentre eravamo seduti a tavola, squillò un cellulare.
Sul momento nessuno capì niente: io guardavo il mio, lui il suo.
No, non squillavano quelli.
Era l'altro.
Restammo imbambolati senza sapere cosa fare.
Poi lui lo prese e me lo porse.
"Dai, rispondi"
"Io? E che devo dire?"
"Senti chi è. Inserisci il viva voce"
"Pronto?" Dissi più che impacciata.
"Si, pronto? Ciao. Ho letto l'annuncio sul giornale..."
"Si?" "Sai io non sono di qua, mi trovo a Torino per motivi di lavoro".
Non sapevo cosa dire, sentivo di essere diventata rossa.
Mi vergognavo come se quel tizio mi potesse vedere.
Mi venne di dire: "Quando riparti?"
"Ho l'aereo domani mattina. Per questo sto cercando un po di compagnia. Non voglio trascorrere tutta la serata da solo e visto che tu saresti disposta a venirmi a trovare in hotel.....
"Dove ti trovi?"
"Sono all'hotel XXXX"
Mio marito mi fa cenno col capo come per dirmi che conosceva quell'hotel.
"Tu puoi passare la serata come? Ti pagherò bene. Quanto prendi?"
Feci cenno a mio marito di non avere idea.
Lui prontamente mi fece segno. "500 euro" dissi tutto in un fiato.
E poi continuai: "Ma io non posso stare tutta la sera".
Mio marito mi fece dei cenni che capii perfettamente.
"Posso venire verso 18.00 e stare fino alee 20.00 massimo 20.30"
"Per me va bene. Ti aspetto allora? Come ti chiami?"
Me lo suggerì ancora mio marito.
Capii bene. "Katia"
"Bene Katia, allora ti aspetto per le 18,00?"
Mio marito mi fece cenno di si.
"Si, va bene"
"Il mio numero di camera è xxx. puoi salire direttamente"
"Si, d'accordo" "Arrivederci allora" "Ciao"...
"Complimenti! Una vera professionista" esclamò ridendo mio marito.
"si, tu ridi...Stupido! E adesso?"
"Adesso cosa?"
"Adesso chi ci va?
Tu?
Sei veramente convinto che io...."
"Oh, ma che dici? Che professionista sei? Lo fai aspettare così, inutilmente? Cosa deve pensare? Non ti sentiresti mortificata con te stessa?
" Lui diceva di si. Io dicevo di no.
Il fatto sta che feci la doccia, mi truccai leggermente, un po di profumo e mi vestii in modo normale come se dovessi andare a passeggio: un tailleur primaverile blu. Sotto la giacca una camicetta verde. Come intimo un coordinato reggiseno slip in merletto nero e autoreggenti color carne.
Mi accompagnò mio marito.
Alla 18,05 ero davanti alla camera n. xxx.
Mi tremavano la gambe.
Non sapevo se bussare o scappare via.
Bussai.
Ebbi solamente il tempo di dire mentalmente a mio marito, che la porta si aprì.
Mi trovai davanti ad un uomo penso della mia stessa età.
Un bell'uomo: alto, bruno con una folta capigliatura, in maniche di camicia.
Uno sguardo di meraviglia e di compiacimento da parte sua.
Io, da parte mia, avvampata di calore per la vergogna.
Volevo proprio guardarmi in viso.
"Ciao, Katia. Accomodati" disse sorridendo.
Entrai e l'imbarazzo fu totale perché non sapevo come comportarmi.
Fu lui, il suo nome è Luciano, a rompere il ghiaccio dicendo che era stato fortunato, che era un imprenditore pugliese e che si trovava a Torino per affari.
Posai la borsetta sullo scrittoio e proprio li mi guardai allo specchio: rossa e timorosa.
Seguì un attimo di silenzio per me molto imbarazzante.
Mi si avvicinò, mi spostò i capelli, mi accarezzò la nuca e avvicinò le sue labbra alle mie.
"Sei proprio splendida" sussurrò.
Sorrisi ringraziandolo.
Sentii la sua lingua farsi spazio fra le mie labbra.
Cercai di essere disinvolta e l' accolsi nella mia bocca. Aveva un buon sapore.
La succhiai delicatamente.
Era la prima volta che gustavo una lingua che non fosse quella di mio marito.
Non fu poi così traumatico.
Sentii la sua mano sui seni. "Oh scusa!"
Prese i soldi dalla tasca della giacca e me li porse."Tieni sono per te. Sono 500".
Mi resi subito conto che dovevo dare il meglio di me stessa.
Li conservai dentro la borsetta.
Nel frattempo si era liberato della camicia restando a torso nudo.
Quindi prese a slacciarsi la cintura.
Io, dando leggermente le spalle, mi sfilai la giacca sistemandola sulla poltrona.
Il tempo di rigirarmi e quasi ci scontrammo: sistemò i pantaloni su una sedia e me lo ritrovai di fronte in slip.
Mentre mi sbottonavo la camicetta mi avvinghiò con le braccia cercando la cerniera della gonna.
La trovò.
Eravamo così vicini che non potevo nemmeno sfilarmi la camicetta.
Abbassò la cerniera.
Eravamo viso contro viso.
Intrufolò nuovamente la lingua nella mia bocca e fece scendere la gonna lungo le mie cosce, finché sentii le sue mani sulle cosce nude oltre gli autoreggenti e poi sulle natiche.
Se cercava di mettermi a mio agio ci stava riuscendo perfettamente.
Come se sapesse che per me era la prima volta.
Devo dire che ci riuscì perfettamente nel senso che che fui assalita da una gran voglia di concedermi e sentii i miei primi umori colarmi dalla fica.
Mi trattenni di sospirare di piacere e di gemere.
Altrimenti che prostituta ero?
Cercai di entrare nella parte di una vera professionista del sesso e portai la mano destra sui suoi slip. Che sensazione! Grosso e duro.
Al mio contatto si ritrasse leggermente e sospirò.
Lo tastai stringendolo nella mano e, cercando di non sembrare una dilettante qualsiasi, intrufolai la mano dentro gli slip.
Lo impugnai e fui presa dalla libidine.
Fece scendere gli slip lungo le cosce fino alle ginocchia e presi a scappellarlo lentamente ammirandolo, cercando di non essere né emozionata né meravigliata.
Non era facile: conoscevo solo il cazzo di mio marito. Era il primo cazzo estraneo che maneggiavo. Era, centimetro più, centimetro meno, come quello di mio marito, ma aveva una cappella sicuramente più grossa.
Si liberò completamente degli slip e prese a sfilarmi i miei.
Mi toccò la fica e sorridendo disse: "Hai una gran voglia pure tu"
Non sapevo cosa dire e, continuando ad ammirare e a manipolare il cazzo, mi venne di dire: "Con questo bel coso che ti ritrovi..."
Pensai subito di non aver fatto una bella figura, ma non ebbi il tempo di pensarci su perché mi prese per le mani e mi trascinò sul letto.
Supina, lui in ginocchio, mi sfilò gli slip e prese a far scivolare l'autoreggente destro.
Io quello sinistro.
Poi si distese ed io mi sistemai fra le sue cosce.
Ripresi il cazzo con la mano destra, lo segai per qualche secondo e poi, chinandomi presi a leccare la cappella pensando che dovevo guadagnarmi le 500 euro che mi aveva dato.
Non solo, mi sentivo così lussuriosa che avevo proprio una gran voglia di fare la porca, di divertirmi e di portare al massimo del godimento il mio cliente o, se vogliamo, il mio amante occasionale.
Mio marito me lo diceva sempre che se faccio la troia come sono capace di fare, posso soddisfare le voglie di qualsiasi uomo.
Quindi lo leccai giù fino alle palle. Risalii lentamente e presi a giocare con le palle con la mano sinistra.
Lo imboccai e iniziai uno di quei miei pompini che, mio marito dice, tirano l'anima di fuori.
I suoi gemiti non lasciavano dubbi, infatti poco dopo mi fermò.
"Che bocca! Che hai intenzione di farmi finire così presto? Vieni su"
Lo cavalcai e cercò di liberarmi del reggiseno.
Lo aiutai sganciandolo dalla parte posteriore.
Quindi venne su con la schiena e prese a leccarmele.
Lo abbracciai e mi sentii completamente coinvolta., non solo fisicamente ma anche mentalmente. Dimenticai di essere con un altro e non con mio marito.
Il sesso è sesso.
Lo capii subito, tanto che, sentendomi mordicchiare i capezzoli, presi a giocare sul suo orecchio con la lingua.
Fu un successo.
Farfugliò qualcosa ma non capii niente.
Il fatto sta, che cercò la mia bocca e gliela diedi spalancata pronta ad accogliere la sua lingua calda ed umida.
Era giunto il momento, presi dal comodino il condom che avevo precedentemente preparato, che tra l'altro mi aveva dato mio marito.
Impugnai il suo grosso cazzo e con un po di goffaggine riuscii a farglielo indossare.
Ero così eccitata
Mi rimisi copra di lui, afferrai il suo cazzo, muovendo il bacino e aiutandomi con una mano, riuscii a fare entrare il cazzo nella mia fica vogliosa.
Cadde all'indietro e mi trascinò con se.
Ci baciammo ancora appassionatamente e poi mi alzai e incominciai a muovere il bacino.
Prima a rotearlo lentamente e poi facendo avanti e indietro.
Così per un bel po di minuti fino a quando, palpeggiandomi forte le tette, iniziò pure lui a dimenarsi facendomi capire che stava per venire.
Evidentemente non resisteva più.
Neanche io resistevo più e, francamente, non volevo resistere, volevo godere e di li a poco arrivammo insieme dimenandoci freneticamente.
Mi buttai in avanti e ognuno cercò la lingua dell'altra.
Ci placammo gustandomi ancora i sussulti del cazzo dentro la fica.
Lo estrassi, tolsi il condom colmo del suo seme e poi corsi in bagno per gettarlo nel wc.
Mi guardai allo specchio - Che troia che sono. Ha proprio ragione mio marito - pensai.
Ritornai a letto. Era supino.
Presi il suo cazzo mezzo moscio e gocciolante e lo ripulii con la lingua.
Francamente non sapevo se stavo comportandomi da squillo, da amante o come una troia qualsiasi. Anche con mio marito facevo così.
Eravamo di fianco "Non pensare di andare via di già" disse.
Ecco, questi erano i momenti in cui non mi trovavo a mio agio.
Cercai di tenere le idee chiare e penso di esserci riuscita. "No, posso stare ancora un'oretta".
Si mise a giocare con la peluria del mio pube , io con quelli del suo petto.
Si soffermò con lo sguardo sulla mia fede.
Che imbarazzo! non avevo nemmeno pensato di toglierla.
"Tuo marito.....
Lo interruppi prima che potesse finire.
"Il confessore sono io non tu" dissi prontamente.
Ridemmo insieme.
Mi parlò di lui, del suo lavoro e, nel frattempo, intrufolò la mano fra le mie cosce.
Alzai leggermente quella sinistra e prese a giocare col mio clitoride.
Io col suo cazzo che il un attimo ritornò duro e palpitante.
Anch'io avevo una gran voglia di farmi sfondare ancora.
Mi rigirai su me stessa e presi a leccarglielo tutto compreso le palle.
Osservava, gradiva e gemeva.
"Che lingua! Come sei brava! Che ti sembra gelato?" disse portando la mano sinistra sul mio culo palpandomelo.
Poi mi fece segno sulla coscia.
Capii e lo cavalcai con la fica sulla sua faccia.
Iniziammo un 69 che ci portò al massimo del godimento.
Ebbi un orgasmo dimenandomi sulla sua faccia.
Scivolai lungo il suo corpo finché arrivai con la fica sul cazzo.
“non ho più preservativi” gli dissi, “senza non voglio farlo”
“ti do altri 300 euro” mi rispose “ma ti prego non interrompere questo magico momento”
La mia troiaggine venne tutta fuori, e lo assecondai
E così, dandogli le spalle, lo infilai in fica e presi a muovermi gustandomelo a mio piacimento.
Mi allargò le chiappe.
"Che fica! Ce l'hai tutto dentro. Ti piace?"
"Mmm, hai proprio un bel cazzone. Me lo sento tutto fino in fondo"
"E che culo! Piegati in avanti fammelo ammirare meglio".
Mi chinai in avanti e per un attimo mi vergognai.
Me lo torturò palpandolo forte e sculacciandomi.
Stavo per avere un altro orgasmo quando mi disse: "Posso chiederti una cosa? Non so se te lo posso chiedere"
"Cosa?"
"Te lo posso fare il culo”? Chiese ansimando, Non so se......" "Ti piacerebbe?"
"Tanto. Però come voglio io"
“arrotondo a 500 euro extra se me lo concedi”
"Quella stronza di mia moglie non me lo vuole mai dare".
Lo guardai, aveva la faccia a cane bastonato, mi fece tenerezza.
Acconsentii con un cenno della testa.
Mi fece fece sistemare supina, si sistemò fra le mie cosce sollevandomi il bacino, avendo così a disposizione sia la fica che il culo.
Insalivò le dita e poi mi penetrò prima con uno e poi con due.
Mi chiese se provavo fastidio e mi venne da ridere.
"Dici? No. Che pensi che sia vergine?"
"No, ma io te lo rompo ancora di più".
Ci guardammo e sorridemmo.
"Magari".
Al che mi ficcò un terzo dito.
Nonostante ciò quando appoggiò la cappella e me la fece entrare con un colpo di reni, mi sentii strappare: la cappella di mio marito non è così grossa.
Poi lentamente me lo fece entrare tutto e prese a muoversi.
Era stupendo.
Anche perché prese a giocare con la fica, penetrandomi con le dita e stringendomi il clitoride.
In questa posizione mio marito non mi aveva mai inculata.
Ansimavo come una troia ed ebbi un orgasmo tumultuoso.
Dopo qualche minuto venne pure lui e dandomi dei colpi tremendi, spaccandomelo completamente, mi sentii inondare l'intestino di sborra bollente.
Godetti ancora.
Quando sfilò il cazzo dal culo lo presi con le mani, mi tirai su e lo sistemai fra le tette.
Continuò ancora a muoversi e poi lo imboccai pulendolo completamente.
Mi invitò a fare la doccia ma era già ora di andare via.
Mi disse che ero stata stupenda e se, la prossima volta che fosse venuto a Torino, poteva richiamarmi.
"Certo. Chiamami pure" "Adesso mi memorizzo il numero. Naturalmente con un nome d'uomo falso".
Risi.
Anche il mio era falso.
Prima di andare via mi prese la mano e mi diede le altre 500 euro.
"Te le sei meritate, sei stata straordinaria”.
Era ancora nudo.
Mi chinai e gli diedi un colpo di lingua sulla cappella.
Rise e mi disse: "Non mi saluti?"
Gli ficcai la lingua in bocca e me ne andai.
Quando uscii dall'hotel chiamai mio marito al cellulare.
"Sono qui di fronte, ti vedo" disse.
Guardai attentamente, lo vedo pure io.
Attraversai la strada ed entrai in macchina.
Era come se si trovasse sui carboni ardenti.
"Com'è andata? Allora?"
Ha voluto sapere tutto.
Gliene parlai per tutto il tragitto per arrivare a casa.
"Caspita" diceva di tanto in tanto.
"Ma ti è piaciuto?"
"Si. Certo"
"Ti sei sentita a tuo agio?"
Gli risposi che all'inizio era tesa e imbarazzata ma che poi, piano piano mi rilassai.
"Alla fine quanto ti ha dato?"
"Mi ha dato le 500 pattuiti quando sono arrivata e poi prima di andarmene me ne ha date altre 500 perché sono stata brava"
"Caspita! Brava quanto?"
“Gli ho dato anche il culo” risposi
“sei proprio una gran troia”
Arrivati a casa dico di voler fare la doccia.
"Ma che doccia, dopo.
Ho il cazzo che mi sta scoppiando, fammi un pompino".
Era eccitato come un porco.
Mentre lo spompinavo tante domande, alla fine mi venne in bocca.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
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