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Prime Esperienze

Le ripetizioni


di benves
14.12.2018    |    40.466    |    8 8.8
"La figlia a malincuore si staccò da me..."
Il mio membro di sedicenne si sentiva sempre investito da un novello vigore, era instancabile,
sicché, nella sua più completa irruenza, finivasi sempre impietrito e costretto tra palme e dita serrate, in una serie sempre più forsennata di gesticolanti sussulti, che sempre più rapidi e decisi provocavano gaiezza al fine di raggiungere quell’estasi suprema, caratterizzata da quello zampillo pallido e saettante, che placava al fine le bollenti smanie.
Subito dopo poco, come rigenerato anelava sempre la sua equa parte d’appagamento.
In pratica passavo i pomeriggi a masturbarmi; il mio carattere schivo e la mia infinita timidezza, mi rendeva difficile attirare il gentil sesso per cercare di appagarmi con esso e quindi...mi arrangiavo da solo
Anche gli studi risentivano di quelle passioni da studente modello che ero, diventai uno dei meno bravi, e la mia auto stima ne risentii enormemente; tanto che mi vidi costretto, mio malgrado, ad accettare le pressioni dei miei genitori, ad una serie di ripetizioni private impartite da una ventiduenne neo universitaria, che concedeva il suo sapere in cambio di pochi €uro: lo stretto necessario al proprio mantenimento agli studi, Elena.
Il suo viso rotondeggiante, i capelli color ebano, la sua corporatura alta ma leggermente formosa, il suo seno prosperoso che chiedeva solo di essere palpato, i suoi capezzoli che si mostravano sotto un sottile tessuto e che imploravano soltanto di essere succhiati e mordicchiati fino quasi a farli sanguinare, le sue gambe lunghe e ben tornite, il suo sedere rotondo e sporgente come un mandolino, erano divenuti la mia più grande passione.
Il più grande sollazzo dei miei occhi ed il miglior afrodisiaco, tanto che di fronte a tutto ciò, il mio membro inturgidito palpitava furiosamente e senza remore, finché i miei sensi ne percepivano la presenza o la mia mente il ricordo.
E niente era in grado di far recedere o ragionare quel mio strumento di piacere, la cui pacatezza poteva pervenire soltanto dopo il suo fluido gettito finale.
Ricordo con estremo piacere quante seghe mi feci pensando a lei, la sera, nella mia cameretta...quante fantasie pervadevano la mia mente, quante situazioni creai con l'unico finale possibile che era l'appagamento del mio piacere con lei. Ogni luogo reale mi induceva a fantasie erotiche con Elena.
Le ripetizioni si tenevano esclusivamente a casa sua; abitava in compagnia della madre quarantanovenne, per la quale all’inizio, tanto sembrava all’apparenza giovane e somigliante alla figlia, che era in me la convinzione che ella non fosse altro che una sorella maggiore.
Più di una volta ho pensato a quella battuta che si dice tra ragazzi “legge della maniglia prima la mamma e dopo la figlia”, ed anche con essa la mia fantasia ha immaginato improbabili situazioni orgiastiche tra noi tre, ove io ero protagonista.
Facevamo lezione ma, siccome era anche una bravissima ascoltatrice, riuscii pian piano ad instaurare anche un rapporto di amicizia con lei; mi confidavo, le esprimevo le mie frustrazioni adolescenziali e le problematiche nel rapportarmi con gli altri. Con lei la mia timidezza era messa da parte, riuscivo ad esprimere cose che con altri non mi sarei mai sognato di esprimere, forse per paura di essere deriso od ancor peggio...bullizzato !
Mai e poi mai, avevo fatto accenno al sesso o situazioni simili, mi vergognavo troppo e temevo che l'aprirmi fino a quel punto l'avrebbe portata a rinunciare alle ripetizioni; temevo di perderla almeno come amica.
Invece, durante una di quelle ripetizioni, un martedì di doposcuola, in pieno pomeriggio, la bramosia era talmente incontenibile che non riuscii più a tenerla celata.
Sbottai a piangere, e parlai con Elena anche dei miei irrefrenabili impulsi sessuali.
Le raccontai tutto, mi liberai totalmente del fardello che avevo dentro, e dopo averlo fatto mi pervase l'angoscia di perdere quella persona con cui finalmente ero riuscito ad essere me stesso.
Così, quando Elena se ne accorse, dopo un breve attimo di stupore misto ad evidente imbarazzo mi rincuorò e non apparve per nulla turbata.
Si mostrò comprensiva, quasi materna.
Nel corso delle ripetizioni dei giorni successivi notai in lei un atteggiamento diverso, forse di compiacimento, mi parve più gentile; si vestiva in modo che a me pareva diverso, si metteva più in mostra. Non so se era realmente così od ero io che, dopo essermi liberato di ciò che provavo, la vedessi con occhi differenti.
Le sue maniere verso parvero divenire pian piano sempre più sensuali, nonché allusive, forse con il chiaro intento di stimolare ulteriormente i miei già sovra eccitati istinti carnali.
Ma, la mia innata timidezza, malgrado l’eccitazione in forte incremento, m’impediva ancora di cedere alle sue ormai evidenti intenzioni o così apparivano ai miei occhi .
E neanche lo scollacciarsi ed il ballonzolare del suo seno davanti al mio viso durante qualche seduta di ripetizioni, mi smuoveva, mentre il mio genitale stava quasi per esplodere, iniziando ormai a soffrire di mancanza di spazio quanto era cresciuto.
Improvvisamente, un pomeriggio, quando la madre non era in casa e noi eravamo in salotto intenti a studiare le derivate, in maniera scattante, Elena mi si accomodò sulle ginocchia, strofinandosi al mio membro al fine di sentirlo nel migliore dei modi sotto di sé.
Solo allora le mie mani, come impazzite, iniziarono a scorrere su tutto il suo corpo, non risparmiando nemmeno un centimetro.
Ricordo era una giornata di fine maggio, ed io l'indomani avevo un compito di matematica che avrebbe potuto decidere l'esito del mio scritinio.
Lei indossava un completino di Guess, una maglietta rossa ed una gonna leggermente sopra il ginocchio. Aveva delle ballerine ai piedi (adoro le ballerine, mi eccitano, forse perchè mi ricordavano un film di Rocco Siffredi dove la protagonista le indossava)
Inizialmente le toccai i seni prorompenti, la vidi socchiudere gli occhi.
Memore dei numerosi film, le stuzzicai i capezzoli da sopra poi, facendomi coraggio, insinuai la mano sotto la maglietta. Non fece opposizione.
Il reggiseno che indossava a malapena conteneva le sue mammelle, lo spostai e le massaggiai.
Mi sorrise, per agevolarmi, vedendomi un po imbranato, si tolse la maglietta e si liberò del reggiseno.
Avevo quella meraviglia davanti alla mia faccia e mi ci tuffai. Portava una quarta, era meravigliosa.
Memore dei film visti, succhiai con avidità le aureole, ed i capezzoli si ersero prepotenti. Presi il sinistro tra le mie labbra e dopo averlo leccato iniziai a succhiare come un bambino succhia il latte dalla mamma.
Sentivo la mano di Elena carezzarmi i capelli, mi baciava l'orecchio e succhiava il lobo, dandomi ancora più eccitazione. Il mio cazzo sotto di lei era in fiamme, temevo volesse bucare i jeans.
Le dita della mia mano sinistra scivolarono decise sotto la sua gonna, carezzarono le cosce che a quel contatto si allargarono quel tanto da far sì che la mia mano raggiungesse la sua fichetta.
Le mie dita saggiarono la sua biancheria, scorsero tutta la sua intimità, trovando la stoffa umida del suo piacere.
Le mie dita si insinuarono sotto la sua biancheria e giunsero a sfiorare le grandi labbra, calde, bagnate e scivolose, iniziando a massaggiarle.
Era la prima volta che toccavo una fica.
Sentii il suo pelo e lo carezzai. La mia mano tremava.
Lei gemette, dandomi ancora di più la voglia di andare oltre.
Mi baciò sulla bocca, sentii la sua lingua insinuarsi e finalmente detti il mio primo bacio serio.
Toccavo la sua fica che a poco a poco si apriva alle mie carezze
Trovai l'entrata e lentamente iniziai a penetrarla con un dito, che entrò dentro quell’antro umido e appiccicoso
Le nostre bocche erano attaccate, la mia lingua calda e umida, iniziai a sovrastarla di saliva fin dove la lingua potesse giungere.
Iniziai a masturbarla, Elena aveva gli occhi chiusi, il respiro affannoso cresceva sempre di più.
Non so quanto passò, alternavo il baciarla in bocca dal baciare il suo florido seno ma, sempre col mio dito dentro di lei a donarle piacere.
All'improvviso il suo respiro si fece più prepotente, si contorse ed ebbe un sussulto...era arrivata all'orgasmo. Sentii la mia mano bagnarsi.
Solo dopo il suo massimo piacere, con la lingua ormai impastata dalla sua saliva e la mia mano dai suoi umori vaginali, ebbi il coraggio di scostarla da me.
Mi si inginocchiò davanti, aiutandomi a tirar fuori il mio sesso.
Il mio cazzo svettava davanti a lei come un totem; mi guardò negli occhi poi bisbigliò “ora tocca a te godere”.
La sua lingua da prima dette leggeri colpetti al mio glande poi, le sue labbra accolsero il mio cazzo nella sua bocca, iniziando il primo meraviglioso pompino della mia vita.
Avrei voluto osservarmi dall'esterno, come in un film porno mi sarei visto lì a godermi quella bella fanciulla che mi sollazza di piacere
All’improvviso udimmo aprire la porta di casa ma eravamo troppo presi dal piacere e non demmo troppa attenzione.
Richiamata dai forti gemiti, entrò la madre.
Allorché, io, in seguito allo spavento, ritrassi il cazzo dalla bocca di Elena
A questo punto mi aspettavo una reazione anche dalla ragazza, invece inaspettatamente mi disse “tranquillo la mamma sa tutto, mi ha incoraggiato lei a farti questo regalo”
“che troia pensai”
Elena riprese in bocca il mio cazzo ed incrementò ulteriormente le sue leccate sulla mia giovane e rigida asta.
La madre era in piedi davanti a noi che ci osservava mentre io, tra un misto di terrore ed eccitazione, vedevo la bocca di Elena scorrere lungo il mio membro che diventava ogni secondo più turgido.
Finché la madre, avvicinatasi alla figlia, disse:“ puoi prestarmelo un momento? “.
Presto fatto! Lasciò il posto alla madre, la quale riuscì ad ingoiare in un sol boccone quasi per intero l’intera asta, ed iniziò un vorticoso succhiare ancor più forsennato di quello della figlia.
Elena decise di spogliarsi completamente, e si mise nuda davanti a me, poggiando la gamba su una sedia affinché avessi la sua fica ad altezza del mio viso.
Era bellissima, degna della migliore delle attrici porno che avessi mai visto.
E mentre l’una risultava impegnata col mio membro, l’altra mi incitava a passare nuovamente la lingua sul suo sesso ormai grondante di desiderio.
E così feci.
Leccavo avidamente la fica di Elena mentre la mamma mi spompinava l'asta, ero in tranche
Anche Elena pareva gradire, mi incitava a leccarla.
Riuscii perfino in quella posizione ad infilarle un dito in fica mentre, avendolo visto nei film, inumidii l'altra falange e le infilai appena un dito nell'ano
Elena muoveva il bacino assecondando i movimenti delle mie dita e delle mie laccate.
Al momento poi in cui stavo per giungere al culmine del piacere, la madre invitò la figlia a continuare insieme a lei.
A malincuore si scostò da quella posizione ed entrambe, inginocchiate davanti a me,
si ripassarono la mia asta dall’una all’altra bocca per interminabili istanti.
La mia asta rigidissima messa a dura prova, infine esplodere nella loro bocche tutto il bollente liquido bianco di cui disponessi in quel momento.
Le due donne si divisero equamente il succo di tanto impegno, ripassandosi lo stesso di bocca in bocca, fino all’ultima degustazione dell’ingoio finale, non risparmiando nemmeno le poche gocce fuoriuscite dalle loro roventi labbra.
Subito dopo, non avendo nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa fosse accaduto, senza nemmeno l’opportunità di godermi quegli attimi appena trascorsi, entrambe si riavvicinarono a me, e mentre l’una (la madre) mi solleticava i testicoli, l’altra mi stringeva l’organo ormai ammorbidito, massaggiandolo e facendolo scorrere in su e giù scoprendone e ricoprendone svariatamente la cuspide scarlatta, al fine di rendere di nuovo attivo l’intero organo.
La madre, a quanto pare molto esperta, inumidendosi un dito del mio seme, mi infilò una falange nel buco del culo, facendomi provare un piacere inaspettato che, produsse come effetto anche il rinvigorimento immediato del mio cazzo.
Avevo letto su qualche sito che, per rinvigorire il cazzo moscio occorreva toccare la prostata, ma ora ne avevo la certezza.
E così successe.
Dopo quelle brevi ma intense attenzioni da entrambe le parti, lo resero nuovamente pronto agli ordini, rigido e sull’attenti come mai prima d’ora.
Quando fu pronto, Elena già nuda, si accasciò su un piccolo sofà, allargandomi le gambe in modo osceno.
“voglio farti diventare uomo” mi disse invitandomi a penetrarla.
Ero emozionatissimo, quasi venivo senza toccarla. Stavo vivendo un sogno !
Mi spogliai completamente nudo ed avvicinatomi lentamente alla sua fessura, tenendo stretto con una mano l’asta, tenendola puntata verso la stessa apertura.
Mi avvicinai quasi fino a sfiorarla.
La madre vedendomi impacciato mi sorrise.
Mi venne incontro e tolse la mia mano dall'asta e la strinse con la sua, avvicinandola alla fessura della figlia fino ad appoggiarcela, mentre con l’altra mano la teneva le grandi labbra della figlia aperte il più possibile.
Mi intimò di andare avanti spingendo piano, e lentamente entrai, guidato dalla mano decisa della madre.
L’asta scivolò dentro senza la minima resistenza, tanto la fessura era oleosamente lubrificata da prima.
A questo punto entrambe all'unisono mi incitarono ad andare avanti e indietro con i fianchi, e così feci.
Iniziai un lento andirivieni verso la ragazza che gemeva sotto di me.
Ad ogni suo gemito acceleravo leggermente il ritmo e lei, assecondando i miei colpi, mi incitava a spingere sempre più forte, a penetrare ancora più a fondo, senza accelerare per ora il ritmo.
E così facevo, sentendo sempre di più le sue profondità appartenermi, incapace però di mantenere lo stesso ritmo ma sempre incrementandone la velocità.
Nel frattempo, la madre si spogliò completamente a sua volta ed accanto a noi, iniziava a sfiorarsi; prima il seno ed i capezzoli, poi scivolando verso la sua fessura ormai completamente fradicia.
Per la sua età era una bella donna, le tette erano piccole, adornate da aureole graziose con capezzoli minuscoli ma invitanti, irti come come chiodi per l'eccitazione: la fica era completamente depilata, dilatata ed invitante.
Scorgevo, da entrambe, piccole gocce che fuoriuscivano dalle loro intimità, moltiplicandosi ad ogni minuto che trascorreva.
La mia asta, resa lucida dagli umori della figlia, sembrava irrigidirsi ogni istante di più, ricoprendosi del gustoso coktail dei suoi liquidi e del mio che a rare gocce, prematuramente, faceva capolino dalla cuspide resa sempre più rosea dall’incremento della circolazione sanguigna, mentre sotto i suoi colpi, l’antro caldo e umido che la ospitava palpitava sempre più all’impazzata, sempre più convulsa.
Mentre l’altra (la madre), iniziava ad urlare dal piacere per l'autoerotismo procuratasi. Le sue dita entravano ed uscivano furiosamente da dentro di lei, sempre più veloci quanto più fradice e oleose dei liquidi del suo piacere. Lo sciacquettio del suo sesso era una colonna sonora perfetta per il film a luci rosse di cui ero protagonista.
Ormai il mio ritmo era divenuto quasi insostenibile, lo stesso dicasi per il piacere ormai per me incontenibile.
I testicoli, ormai indolenziti dal possente sbattere su di lei, stavano quasi per esplodere anch’essi, mentre io ero tutto un rossore, soprattutto in viso
Il calore che provavo, provocato dal piacere intensissimo, mi rendeva caldo, zuppo e scivoloso come gli stessi organi impegnati a godere il più possibile.
La madre se ne accorse “voglio la mia parte disse” ed interruppe quell'idillio.
La figlia a malincuore si staccò da me.
Mi fecero mettere a sedere sul divanetto, il mio cazzo ergeva come un totem ed era quasi al limite, poi, la madre guardandomi negli occhi lo afferrò, con l'indice ed il medio strinse la cappella. Il mio desiderio di esplodere sorprendentemente svanì e fui pronto a ricominciare.
Afferrò la mia asta sempre in tiro, si mise a cavalcioni si di me puntantomi la cappella alla sua fica grondande d'umori e, non staccando mai il suo sguardo dal mio, si impalò lentamente.
La sentii scendere pian piano fino a che non mi accolse totalmente in se.
Un attimo e poi iniziò a cavalcarmi come una amazzone.
Io mi dedicai a quei capezzoli che chiedevano attenzione, mentre Elena da un lato, ancora eccitatissima prese a masturbarsi, seduta su una sedia davanti a noi con le gambe oscenamente allargate.
Non so quanto passò ma Elena finalmente esplose il suo piacere.
A quel punto, a quella idilliaca vista era inevitabile che il piacere giungesse al culmine anche a me.
Lo feci notare alla mia amazzone ma lei incurante non si scansò, tant’è che a quel punto non fui capace di trattenere lo schizzo, permanendo quindi dentro di lei.
Elena, anch’essa completamente compiaciuta da quei piaceri che la nostra vista e le sue dita le avevano offerto, non rinunciò ad un ultimo piacere, quello ovvero di usare la lingua sul nostro sesso (mio e della madre) al fine di assaporare i nostri umori ancora caldi, la cui gustosità ella considerava un vero e proprio godimento a sé stante.
Mi svegliai nel mio letto tutto sudato, quello che credevo fosse realtà invece era solo un sogno, frutto della mia fantasia
Quei sapori, quegli odori...tutto un sogno
Solo Elena, che mi dava ripetizioni era una realtà...chissà, oggi vado da lei, forse il sogno si avvera !
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