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la mia mamma, il mio primo amore


di benves
11.06.2013    |    83.900    |    4 9.5
"Avvicinai timidamente la lingua e cominciai a leccare..."
Mi chiamo Giovanni, ed a quei tempi ero un adolescente 14 enne, con il corpo ed i lineamenti di un ragazzo che sta per sviluppare.
Frequentavo il primo anno di liceo scientifico e provavo sempre una certa attrazione fisica per mia madre.
All'età di 8 anni i miei genitori si sono separati e ho sempre vissuto con mia madre in un appartamento al centro della mia città.
Mio padre invece, si è trasferito, vive con una nuova compagna e di raro ci viene a trovare.
Sin da quando ero più piccolo, dai 13 anni in poi, i miei pensieri di adolescente erano rivolti a mamma Carla; rivolti al suo corpo, al suo seno, a come poteva essere la sua figa, il suo culo e su tutte le posizioni che avrei voluto provare con lei.
Lei a quei tempi era una donna di 38 anni di bella presenza, alta circa 1.70, capelli biondo cenere, occhi verdi, bel fisico snello e con una quarta misura di seno che faceva impazzire tutti quando si mostrava in abiti sexy.
Comunque veniamo al fatto.
Io avevo da poco scoperto come si provava piacere nella masturbazione ma, non mi sono mai dilettato nel farlo. Un po per paura di esser visto e, un po per inesperienza, ma i miei ormoni avevano deciso che il momento fosse stato di lì a breve.
Un giorno mi misi nel bagno e, sfogliando una rivista porno prestatami per l'occasione, cominciai a masturbarmi guardando tutte quelle figure di donne che prendevano cazzi ovunque.
La mia fantasia mi portò subito sul fantastico corpo che mia mamma aveva e cominciai a pensare situazioni erotiche su noi due. Dopo circa 2-3 minuti di masturbazione veloce venni in una sborrata che provocò in me un leggero prurito ma, una piccola fuoriuscita di sperma incolore.
Ero preoccupato, perché tutti i miei amici mi avevano detto che le loro sborrate erano molto lunghe e sperma ne usciva in quantità industriale.
Ebbi lo stesso il piacere che cercavo e così mi pulii e mi rivestii soddisfatto della mia prima masturbazione.
Io e mia madre ci siamo sempre detti tutto, anche sul sesso, perché era stata lei a spiegarmi cos'era e come si faceva a far nascere un bambino e voleva che io le dicessi tutto quello che facevo sul sesso, in modo da consigliarmi.
Così mi decisi, dopo un po di imbarazzo, a raccontarle come mi ero masturbato e volevo sapere il perché della mia poca fuoriuscita di sperma.
Andai in camera sua, e per avere meno imbarazzo, provai a raccontare a mia madre che mi era uscito un liquido bianco dal pene mentre avevo finito di far pipì.
Lei, con il suo atteggiamento da signora mi chiese: "Ti sei toccato?", "ti ho detto di non dirmi bugie su queste cose, so come fuoriesce lo sperma e non esce di certo da solo !".
Io allora, diventato rosso per la bugia, non volevo ammettere la mia falsità, e così, lei con quel suo fare da maestra, mi slacciò la cintura, mi abbassò pantaloni e slip per vedere il mio pene se lo avesse fatto da solo.
Io allora (e anche adesso) non ero come un ragazzo della mia età, dimostravo qualche anno in più e, avevo un cazzo che era sui 17-18 cm che, per un ragazzo di 14 anni, era già abbondante.
Lei se ne accorse, e vide che da solo non riusciva a far fuoriuscire nulla di cui le avevo detto, e con una mano lo prese come a soppesarlo.
Mi chiese di nuovo “ti sei toccato ?”.
Io risposi ancora di no !
Con un fare da maestra allora cominciò ad accarezzarlo, a stringerlo leggermente dalla punta, a toccarmi le palle e iniziando un lieve su e giù con la mano.
Ero imbarazzatissimo, sia per la situazione che si stava creando che, per la bugia detta.
Ma lei mi spinse leggermente con l'altra mano la spalla, fino a farmi sedere sul suo letto.
Credevo che lei avesse finito la presa in giro quando invece, sedutasi anche lei, continuò il suo accarezzarmi, e stavolta lo fece con più insistenza ma sempre dolcemente.
Era vestita con una vestaglia corta di lino bianca, e credo non portasse il reggiseno perché riuscivo ad intravedere i suoi capezzoli leggermente induriti che spuntavano da sotto. Aveva le mutandine, poiché nel modo di sedersi, aveva scoperto leggermente la vestaglia e le avevo notate, erano di un bianco opaco e di pizzo.
La cosa che mi fece sobbalzare un po, fu che nel mentre stava accarezzando il mio cazzo, mi fece una domanda. "Ti masturbavi facendo cosa?".
Io con un filo di voce per l'eccitazione, risposi che lo facevo più velocemente perché la cosa mi procurava prurito, e volevo subito liberarmi del mio sperma per godere.
Fu una frase che credevo non avesse senso per lei ma, notai che cominciò leggermente ad aumentare per intensità e velocità il suo smanettare, e vedevo che piano piano il suo volto pareva quasi assopito da quella sensazione che le davo, con il mio cazzo in mano, il cazzo pulsante di suo figlio che stava masturbando.
Le confessai che avevo un giornaletto pornografico con me, che mi ha aiutato ad eccitarmi, e che la visone dei seni e delle fighe mi eccitavano di più, e proposi di andarlo a prendere per agevolarmi, e qui fu il colpo di scena.
Lei, non smettendo di masturbarmi, si slaccio la cintura della vestaglia ed ebbi la visione stupenda del suo corpo, delle sue bellissime tette e delle sue mutandine.
Vedevo le sue purpuree aureole fare da contorno ai suoi irti capezzoli.
La voglia di tornare bambino, di tornare a succhiare il nettare delle sue mammelle mi pervadeva.
Per un secondo smise di masturbarmi.
Si levò le mutandine, rimanendo completamente nuda e, riprese a masturbarmi.
Così ti eccita? Mi domandò.
Io non risposi ma se ne rese conto dal mio cazzo che aveva in mano.
Aveva una figa ben curata, con due grandi labbra pronunciate e un bel clitoride in vista, depilata quasi completamente con un ciuffetto di peli chiari sulla parte superiore.
A quella visione io sgranai gli occhi, ancora di più estasiato da quella bellissima donna che ormai non consideravo più come madre, ma come donna che mi stava avviando nel sentiero del sesso. Così lei, con un tono di maliziosità mi chiese: "Nei giornaletti puoi solo guardare per aiutarti, qui se vuoi puoi anche accarezzarmi".
A quelle parole io rimasi di stucco, non sapevo se dicesse sul serio o fosse solo un sogno, ma riflettendo per pochi istanti, pensai che era una donna anche lei e che, non era più stata con un uomo dal giorno della separazione con papà, cioè¨ quasi 7 anni.
Credevo che anche lei avesse bisogno di uno sfogo.
Timidamente cominciai a mettere una mano su un suo seno, aveva un seno bellissimo.
Era chiara di carnagione.
Cominciai ad accarezzare prima la grande aureola e poi il capezzolo, grosso anche questo e di colore rosa chiaro, trastullandolo, premendolo dolcemente e titillandolo fino ad indurirlo ancor più tra le mie dita.
Vidi la sua espressione facciale cambiare.
Socchiuse leggermente gli occhi, come se quelle mani fossero di un vero uomo che la stava toccando (secondo me in quel momento pensava a mio padre che ancora amava) e emise un piccolo gemito di piacere come approvazione a ciò che facevo.
Erano già passati alcuni minuti, il mio cazzo si era gonfiato nella sua mano fino al massimo dell'estensione e lei continuava a massaggiarlo lentamente e delicatamente.
Così azzardai di più, le chiesi se potevo accarezzarle la figa.
Mi fece capire di sì ma non disse nulla, così io non feci in tempo a metterle una mano sul clitoride e sulle sue grandi labbra che sentivo che stavo per venire.
Se ne accorse dalle contrazioni del mio pene e mi disse: "appoggia la testa sul mio petto e lasciati andare, mi raccomando non trattenerti in nulla".
Così feci, mi appoggiai sul suo seno e sentii un leggero prurito che mi saliva sulla cappella.
In quel momento la sua mano aumentò ancora di più l'intensità dei movimenti e sentii come i muscoli si afflosciassero e il qualcosa fuoriuscire dal mio pene.
Era una quantità di sperma incredibile, ricordo cominciarono ad uscire 5 o 6 fiotti che le inondarono le mani e qualcuno le finì anche sulla pancia e sul seno.
Mi ero liberato di tutto il mio sperma caldo ed emisi anche un piccolo urlo di godimento che trattenni a stento.
Lei portò la mano alla bocca e assaggiò il mio sperma come conclusione della masturbazione dicendomi che aveva un buon sapore, anche se leggermente salato.
La cosa non finì qui.
Ero quasi svenuto dal piacere, ma mi sentii dire una frase che mi elettrizzo in modo da farmi riprendere e rimettere il mio cazzo di nuovo in tiro:
"Adesso la mamma ti spiega come far godere una donna".
Queste parole mi rimbombarono nella mente come tuoni, mi sentivo eccitato come non mai.
Si distese sul letto e divaricò le gambe in modo da mostrarmi la sua figa in tutto il suo splendore. Mi disse "Abbassati e comincia a leccarmi, ti insegno io come fare".
Avvicinai timidamente la lingua e cominciai a leccare.
Sentivo l'asprezza del suo sapore, i suoi umori iniziare a colarmi nella bocca.
Mi diceva i punti dove leccare ed io, aumentando sempre di più l'intensità, ubbidendo alle sue indicazioni e riuscendo anche ad infilarle la lingua dentro.
Era bellissimo, entrambi ci sentivamo estasiati da quelle sensazioni.
Leccavo avidamente la figa di mamma e lei gemeva e colava umori dalla sua passerina, mentre con le mani si toccava i capezzoli.
Ebbe un orgasmo che si riversò tutto nella mia bocca, non feci nulla per allontanarmi e succhiai il suo liquido che le usciva come un getto di pipì.
Il tutto durò alcuni minuti, ma ne io ne lei eravamo soddisfatti, volevamo godere di più.
Lei come se mi avesse letto nel pensiero, mi chiese se ero pronto a fare il grande passo.
Mi chiese se avevo voglia di fare l'amore con lei.
Mi pareva un sogno, naturalmente dissi di sì.
Senza pensarci due volte, con un fare da maestra mi stese sul letto.
Si pose a cavalcioni su di me, puntando la mia cappella all'entrata del suo paradiso e, pian piano si abbasso sul mio totem, cominciando ad impalarsi.
Mi trovai in quella figa calda e gocciolante di umori.
La cappella mi bruciava leggermente per la lacerazione del mio frenulo.
Era umida e accogliente, sentivo il mio cazzo che entrava e usciva dentro di lei come fosse uno stantuffo.
Si dimenava sopra di me, gemendo e godendo, dicendomi frasi come: "è bello fare l'amore vero?" oppure "ne farai molte di scopate da oggi in poi".
Dopo un po sentii il mio pene contrarsi, stavo nuovamente per venire!
La avvertii, ma lei voleva che io le venissi dentro.
Ascoltavo le sue frasi,:"daii, siiii, vienimi dentro, continua a scoparmi, spargimi la tua sborra dentro la mia fica".
Cosi dicendo, entrambi avemmo un sussulto, venendo quasi contemporaneamente.
Rilasciai in fica una quantità di sborra industriale.
Tolsi il mio cazzo, ormai non più in tiro da lei.
Si chinò per succhiarlo e ripulirlo per bene dalle ultime gocce di sperma che deglutì avidamente.
Era stato tutto fantastico, ma il solo pensiero di aver visto mia madre che mi succhiava il cazzo mentre la mia sborra gocciolante fuoriusciva dalla sua figa mi fece venire per un ultima volta in un'intensa sborrata nella sua bocca.
Scopammo anche altre volte e a distanza di tutti questi anni.
Fui contento che per la mia prima volta ci fosse stata accanto a me la donna che a quei tempi amavo e amo tuttora di più di chiunque altra al mondo, mia madre!
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