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Scommettiamo che ..?


di benves
22.10.2012    |    47.790    |    3 9.1
"Questi velocemente si rivestì, poi mi accarezzò chiedendomi: "Possiamo rivederci?" Scossi il capo in senso negativo: "E' stata solo una..."
Salve, mi chiamo Serena, ho 20 anni, faccio l'impiegata presso uno studio commercialista.
Vi racconto ciò che è accaduto qualche mese fa.

Quella sera mi ero vestita molto sexy.
Avevo una maglia sottile e trasparente nera, scollata, con un tubino nero che risaltava tutte le mie forme, con scarpe tacco 12 sempre nere.
Sotto portavo un reggiseno a balconcino ed un perizoma, calze autoreggenti coordinate.

"Scommettiamo?" chiesi sicura di me.
Stefano, il mio fidanzato trasalii un attimo, stupefatto dell'incredibile spavalderia che dimostravo lì davanti a tutti.
"Scommettiamo cosa?" mi domandò.
"Scommettiamo che io non sono quella che tu dici?
Tu continui a raccontare che non sono una donna calda, che non riesco a fare nulla di nuovo e di provocante, che non prendo mai l'iniziativa...
Mi dipingi davanti a tutti i nostri amici come una "mattonella" fredda.
Scommettiamo che io mi alzo e mi faccio scopare da uno dei presenti in sala?"
Il gruppo di amici, sorpreso, improvvisamente restò in silenzio.
Eravamo quattro coppie di amici, e come di consueto ci eravamo ritrovati per mangiare la pizza.
Stefano, come al solito, aveva cominciato a lamentarsi con gli amici della vita sessuale con me, che nelle ultime settimane non lo soddisfavo.
Sembrava essere un rito ed io mi ero stancata di passare per ciò che non ero.
Tutti i compagni si divertivano durante la cena, a lamentarsi, ma quel sabato, dopo una pesante mattinata passata al lavoro ed un pomeriggio a sistemare la mia camera...Scoppiai:
"Allora... avanti, che dici? Scommettiamo che io, per farti vedere che non sono frigida, che non è vero che non amo le situazione che tu chiami "particolari", mi alzo e mi scopo un perfetto sconosciuto?
Ti basta per farti vedere che non sono così ingenua, schizzinosa e tutte quelle stronzate che mi hai detto?"
Stefano non sapeva cosa replicare, lì davanti a tutti i suoi più cari amici.
Ero davvero incavolata, e recuperare il terreno perduto da parte sua, chiedendomi scusa, voleva dire fare una ben magra figura.
"Non credere di spaventarmi... Non credo minimamente che saresti capace di fare una cosa del genere...
Sei troppo restia ad ogni novità sessuale. Figurarsi se ora tu rimorchi uno e te lo scopi..."
"Scommetti?"
Lui cominciava a sudare. Non mi aveva mai vista così arrabbiata e decisa, ma il silenzio della tavolata e gli sguardi incuriositi dei suoi amici lo mettevano a dura prova.
"E chi vorresti scopare?" ribatté, ostentando ancora una certa dose di sicurezza.
"Posso scegliere?"
"Troppo comodo, furbetta..."
Ci guardavamo dritti negli occhi con un'aria di sfida inaudita, tra il silenzio e l'attenzione degli amici.
"Come possiamo fare?" chiesi.
"Il primo single che entra, okay?" propose lui, sempre convinto in un bluff.
"E' evidente che tu non potrai fare ritorsioni su me..."
"Okay"
"E neppure sfruttare questa storia per andare a scopare altre donne".
"Va bene, va bene. Tanto non ti muoverai da quella sedia".
"Se vinco mi regali la collana che abbiamo visto questa sera dall'orefice".
"Tutto quello che vuoi,... Tu non avrai il coraggio di alzarti da quella sedia.
E se invece, come sono sicuro, non ci riesci e perdi?"
"Cosa vorresti?"
"Non mi dirai mai più di no... Ti concederai ogni qualvolta io lo desideri...."
"Non ho nessuna difficoltà. Sei tu che parli solamente...."
Il mormorio della tavolata colpì come un pugno sullo stomaco Stefano, che scuro in volto sussurrò deciso:
"Il primo che entra..."

"Di sabato sera è difficile che entri un single..." precisò Laura, un'amica della compagnia.
"Io dico che non ne saresti capace comunque...
Lo dici solo per spaventarmi, sicura che non entrerà nessun uomo solo questa sera.
Sarei proprio contento di vedere se davvero avresti il coraggio di fare quello che dici.
Vuoi solo fare la sbruffona!"
Avevo raggiunto il limite, stavo per reagire con una sfuriata, quando entrarono due uomini, vestiti eleganti, sulla quarantina.
li osservai attentamente, ed attesi che si sedessero, poi guardai ancora una volta il mio fidanzato:
"Sono due... ti bastano?"
Stefano rise, ma oramai i suoi erano dei vistosi sforzi per mascherare l'enorme disagio in cui si trovava.
"E tu ti faresti due uomini?"
Il silenzio della tavolata era tornato assoluto.
La discussione era giunta ad un punto dove oramai nessuno dei due avrebbe potuto ritornare indietro se non perdendo, come si dice, la faccia.
Mi alzai, e con passo deciso mi diressi verso i due uomini.
Stefano non disse una sillaba, e restò ad osservarmi.
Giunta al tavolo, presi una sedia e mi sedetti ad un lato del piccolo tavolino dove i due stavano scrutando il menu.
"Buonasera...." dissi accomodandomi.
"...sera" rispose uno dei due, senza nemmeno alzare lo sguardo dal menu per niente imbarazzato dell'intrusione, forse scambiandomi per la cameriera.
"Scusate se vi disturbo, ma ho appena litigato con il mio fidanzato. Posso tenervi compagnia?"
"Certamente" bisbigliò il più alto dei due. "Ma il suo uomo è qui?"
"Sì. E' seduto in fondo alla sala, e siccome si è comportato da stronzo, lo voglio punire."
"E come?" chiese uno.
Sorrisi aprendo un pacchetto di grissini e mordicchiandone uno con fare un tantino sexy:
"Non so... vedremo...." e sorrisi maggiormente ai due.
I due ora mi stavano fissando increduli.

Nella tavolata dei miei amici intanto, i commenti si facevano sempre più numerosi:
"Che dici? Avrà il coraggio?" chiese Laura.
"No, lo fa solo per farmi incazzare..." continuava a rispondere Stefano, ma cominciando a perdere quella sua eterna sicurezza da maschio - padrone.
"A me sembra che sia lei l'incazzata..." precisò Paolo.
"Non può farmi una cosa del genere. Vuole solo provocarmi."
"Io dico di sì" disse Maria "Arrabbiata com'è quella e capace di farseli tutti e due..."
"Che ne sai tu?" chiese sorpreso Stefano.
"Io dico che è molto arrabbiata, e per fartela pagare potrebbe fare cose che non avrebbe mai fatto. E' una tipa vendicativa sai?"
Lui tornò a guardare la sua ragazza seduta a pochi metri da lui, assieme a due uomini sconosciuti.

"Come mai soli?"
I due sorrisero, poi uno di loro rispose:
"Ma lei cosa cerca?"
"Ho scommesso con il mio uomo che sarei stata capace di rimorchiare qualcuno e scoparmelo".
I due si guardarono negli occhi sempre più sorpresi.
"Ma... è uno scherzo?.... Oppure lei...."
"Non temete... Non sono una mercenaria né una esibizionista. Il problema è che quello stronzo continua a deridermi davanti agli amici.
Mi descrive come una sciacquetta, per niente sexy, incapace di qualsiasi fantasia erotica... che sono una frana e che non sarei capace di accalappiare un uomo.... Voi che dite?"
I due mi osservarono attentamente:
"Lei è una bella ragazza... Però se il suo fidanzato si lamenta avrà qualche suo motivo....quanti anni ha? sembra molto giovane"
Risposi 20 e nel mentre rispondevo mi sfilai la scarpa destra, alzai la gamba, ed andai a toccare in mezzo alle gambe l'uomo che aveva parlato.
"Per me è uno stronzo... Eppoi, basta con il lei...."
"A prima vista si direbbe che sei una donna che ci sa fare... Perché non ti siedi accanto a me?"
Spostai velocemente la sedia e mi accomodai vicino all'uomo, provocando un motto d'ira nell'altro.
Ora potevo vedere anche Stefano che mi stava fissando con uno sguardo minaccioso, e nel contempo, potevo continuare a massaggiare leggermente con il piede, il cazzo ed i testicoli all'uomo che avevo di fronte.
"Siete sposati?" .
"Sì. Le nostre mogli sono ad una cena tra colleghe di lavoro, e noi poveri maschietti, ci siamo ritrovati soli soletti..."
"Poverini...." dissi, ed intanto scesi con la mano destra sotto il tavolo accarezzando la patta dei pantaloni dell'uomo seduto al mio fianco.
L'uomo sobbalzò, e chiese:
"Ma il suo fidanzato è ancora qui?"
"E' quello con lo sguardo truce seduto là in fondo, nella tavolata grande...."
Gli sguardi dei due uomini s'incrociarono. Anche l'uomo sedutomi di fronte si volse incuriosito ad osservare il fidanzato di quella bella mora che gli stava facendo piedino.
L'uomo alla mia destra intanto, stava rovistando lungo la gonna e trovato il varco dello spacco, aveva insinuato la sua mano, e mi stava tastando le cosce.
Io gli sorrisi sistemandomi meglio sulla sedia per agevolare la lenta ma inesorabile risalita del palmo della mano dell'uomo, facendo trasalire il mio fidanzato, che stava oramai capendo che sotto il tavolo qualcosa stava succedendo...
Con lentezza e delicatezza, sbottonai i pantaloni dell'uomo, ed introdotta la mano nella patta, cominciai ad armeggiare con l'elastico delle mutande dell'uomo.
Anche l'uomo davanti a me aveva cominciato a toccarmi e piano mi massaggiava il collo del piede, guidandolo nel lento piedino.
Piano piano arrivai ad estrarre il cazzo al primo uomo, e cominciai a massaggiarlo lentamente, mentre questi aveva oramai raggiunto la mia figa, che era imprigionata dentro il perizoma.
L'uomo socchiuse gli occhi per assaporare maggiormente il servizio che la sconosciuta signora gli stava facendo, quando fu riportato alla realtà:
"Avete da ordinare?"
Era il cameriere.
L'uomo quasi sobbalzò dalla sorpresa.
I due uomini si guardarono un attimo negli occhi, non sapendo bene cosa fare.
"Ordinate, ordinate pure...." dissi " tanto, dovrete aspettare un'oretta perché vi servano..."
Non era una critica rivolta al personale, ma un chiaro invito...
I due ordinarono velocemente, poi mi guardarono, come in attesa di istruzioni.
"Cosa facciamo?" chiese uno.
"Dove mi volete scopare?"
I due, sentendo questa domanda così esplicita, ebbero un sussulto d'eccitazione, e per poco il primo non mi schizzava in mano .
"Potremmo andare a casa... tua..."
"Non se ne parla nemmeno... Avete l'auto?"
"Sì, una Fiat Marea".
"Perfetta" dissi mollando la presa sui due cazzi.
"Ma... il tuo fidanzato?"
"Non ci darà fastidio. L'avevo avvertito, eppoi, se ci viene a scocciare... pestatelo...."
"Ma... tutti e due assieme?"
"Uno alla volta... Non vorrete perdere il tavolo no? - risposi ridendo - Poi l'auto è già una cosa scomoda in due, figuriamoci in tre..."
Poi mi alzai in piedi,sistemai la lunga gonna e chiesi:
"Chi per primo?" e dicendolo osservai Stefano e tutta la sua compagnia che ora mi stavano osservando in un silenzio, in mezzo al caos della pizzeria.
I due non sapevano cosa rispondere, così spezzai in due un grissino, in modo che anche Stefano potesse vedere.
"Il più lungo mi scopa per primo".
Il fortunato fu quello della patta, che si alzò di scatto, dimenticando che aveva i pantaloni aperti.
Velocemente si ricompose, ma la scena non passò inosservata al mio lui ed ai suoi amici.
Lo presi per mano, e guardando sempre negli occhi Stefano mi diressi verso l'uscita.
L'uomo mi seguì alquanto imbarazzato, ma davanti a se aveva una bella donna, molto decisa, e poco gli importava se il fidanzato li stava osservando con
gli occhi di fuoco.
Uscimmo dal locale, e salimmo sull'auto:
"Qui vicino c'è un parco...." disse l'uomo.
Io con uno sguardo di ghiaccio feci un segno d'assenso con la testa, e l'uomo mise in movimento il veicolo.
Ora però che avevo lasciato la sala fui presa dalla paura. In fondo ero su un'auto con un perfetto sconosciuto... Ora stavo pensando alla cosa sotto un altro aspetto, ed ebbi voglia di scendere.

"Cazzo Stefano... Se l'è portata via..."
"Finge... Non preoccupatevi... Finge...." disse con una voce nervosa, che non nascondeva tutto il suo disagio.
"Ma non gli vai dietro? Vai a riprenderla!" esclamò Laura.
Lui ebbe quasi la tentazione d'alzarsi, ma poi incrociò lo sguardo del secondo uomo, che gli stava sorridendo tranquillamente, e rispose:
"Non posso dargliela vinta. Sono sicuro che sta bluffando... Non può essere capace di tanto.
La conosco bene!"
"Ne sei sicuro?"
"Non rompere i coglioni Laura!!!"

L'auto uscì dal parcheggio, ed io continuai a fissare la porta d'ingresso, quasi pregando che Stefano comparisse a fermarmi, a bloccare quella Fiat Marea, che ora era sulla strada ed a forte velocità si dirigeva verso il vicino parco.
L'auto s'infilò decisa su una stradina, e poi si fermò.
L'uomo era eccitato da morire, ed appena tirato il freno a mano si mise a trafficare con i sedili posteriori:
"Andiamo dietro eh?"
Ero diventata silenziosa. Mi vedevo oramai costretta a ballare quella musica che io stessa avevo scelto.
L'uomo sistemò i sedili, dopodiché si calò i pantaloni, esibendo un cazzo già pronto all'uso.
M'infilai tra i due sedili anteriori e passai dietro, sedendomi accanto all'uomo, e cominciando a massaggiargli il cazzo in silenzio:
"Che fai? Non parli più adesso?"
Mi bloccai indecisa, con la mano appoggiata sul cazzo dell'uomo.
Lo guardai, poi ritrassi la mano come spaventata.
"E no cazzo! Non puoi farmi questo!
Sono arrapatissimo, ed adesso vorresti lasciarmi così?" e dicendo così mi prese per la testa e mi spinse decisamente verso il suo cazzo.
Non feci molta resistenza, ma abbassai il capo e cominciai ad ingoiare l'arnese dell'uomo, che subito si distese maggiormente mugugnando.
Con le mani l'uomo andò sotto la lunga gonna e salì velocemente verso la figa.
Il perizoma intralciava i suoi progetti ed io sentendo la mano dell'uomo armeggiare, bloccai il lavoro di bocca:
"Aspetta... Non rompermelo..."
Ora dovevo decidere se concedermi totalmente, e di conseguenza sfilarmi il perizoma, o sperare di cavarmela con un pompino.
Mi guardai attorno, quasi sperando di intravedere la figura rassicurante di Stefano, ma non vidi assolutamente nessuno.
Con gesti decisi ii tolsi le scarpe ed il perizoma, dopodiché sotto ancora la spinta dell'uomo, ricominciai a succhiargli il cazzo.
Ora l'uomo, stando disteso, poteva toccarmi la pelosa figa, ed io, allargando le cosce l'aiutavo nell'intento.
Pian piano stavo diventando meno titubante, e mi stavo eccitando, mentre le dita dell'uomo mi stuzzicavano il clitoride.
La situazione era surreale... Pochi minuti prima ero seduta a tavola come ogni sabato in mezzo ai soliti amici, sentendo i soliti discorsi idioti, mentre ora,
ero distesa accanto ad uno sconosciuto in auto, con il suo cazzo in bocca e mi accingevo ad essere scopata.
Confessai a me stessa, che la cosa mi stava eccitando non poco.
Stavo scoprendo forse un lato nascosto della mia personalità.
L'uomo mii tolse il cazzo dalla bocca, e calati i pantaloni sotto le ginocchia, si mise in posizione sopra di me.
Si abbassò a leccarmi l'interno delle cosce, salendo piano fino alla folta peluria, dove affondò violentemente il viso, infilando la lingua ben dentro la vagina.
Apprezzai il fatto, ed istintivamente chiusi le cosce imprigionando il viso dello sconosciuto, che rispose affondando maggiormente la lingua.
Le mie mani ora gli stavano tirando i capelli, e contemporaneamente gli guidavo il viso lentamente.
L'uomo si liberò, e decise che era giunto il momento di scoparmi.
Armeggiò con un preservativo, se lo infilò velocemente, mentre io, sempre a cosce aperte, attendevo pazientemente di essere posseduta.
L'uomo mi allargò maggiormente le cosce, osservò la figa illuminata da un vicino lampione, dopodiché infilò il cazzo.
Era molto grosso e caldo e mentre mi penetrava mi provoco un piccolo orgasmo ma non mi volevo fermare perchè avevo ancora tanta voglia.
Infilò il viso bagnato dai miei umori nella scollatura alla ricerca dei due grossi seni, mettendosi a leccare e succhiare i miei capezzoloni.
Stavo scopando come avevo promesso, lì, dentro una Fiat Marea, come una grande troia da marciapiede, e stava provando un piacere nuovo, intenso forse mai provato prima; era forse l'iniziazione a quello che avrei fatto in futuro e cioè scopare con chiunque quando me ne veniva voglia.
L'uomo mi scopò con vigore, facendomi poi girare per farmi sedere sopra il suo cazzone.
Con le mani poteva sentire le mie chiappe sode, e con l'occhio ammirare nell'oscurità il suo cazzo che entrava ed usciva lentamente dalla figa.
Lui era infoiato al massimo, mi sculacciava mentre io cavalcavo il suo bastone e mi insultava chiamandomi troia,puttana, ed insultando anche Stefano, apostrofandolo cornuto.
Il ritmo si fece più veloce, finché lui sentendosi al limite dell'orgasmo sborrò dicendomi :"vengo bella troietta ahhhhh.....".
Poi mi feci cadere su un fianco, sfilandomi dal cazzo.
Presi il preservativo e glielo sfilai, stando attenta a non disperderne il contenuto e me lo infilai nella borsa.
L'uomo mi accarezzò, poi disse:
"Ora tocca al mio amico...."
"Certo” risposi.
"Torniamo in pizzeria".
"Sì, Devo anche risciacquarmi un pochino...."
L'auto si rimise in moto, e poco dopo eravamo di nuovo dentro la pizzeria.
L'uomo tornò a sedersi al suo tavolo, accolto con curiosità dall'amico, mentre io mi ero infilata nei bagni per una veloce rinfrescata.

"Cazzo Stefano" esclamò Paolo "E' tornato! E mi sembra un po' arruffato!"
Stefano alzò gli occhi, e poté vedere l'agitazione dell'uomo, che con ampi gesti stava velocemente descrivendo quanto era successo all'amico in attesa.
"Non credo assolutamente che Serena abbia fatto una cosa simile.... E' un'ignobile farsa..."
"E se l'avesse veramente fatto?"
Lui non rispose. Sorseggiò un altro po di vino...

Il secondo uomo si alzò tutto eccitato, e si diresse verso l'uscita.
Fuori io non c'ero. Ritornò sui suoi passi ed entrò deciso nella toilette delle donne.
Io stavo risciascquandomi il viso, e l'uomo mi fu subito addosso.
Ma strinse da dietro, afferrandomi le tette e strizzandoli fortemente, facendomi sentire sul sedere fino a che punto era giunta la sua eccitazione.
Allora mentre mi palpava e mi leccava il collo diceva:"sei proprio una porca hai solo 20 anni e ti fai sbattere come una maiala da 2 sconosciuti, penso che hai una bella carriera da ciucciacazzi in futuro"
Mi voltai dicendo:"si voglio essere la più grande delle puttane voglio prendere chilometri di cazzo" e poi mi ritrovai la lingua dello sconosciuto in gola.
L'uomo mi fece appoggiare sul lavandino, mi alzò una gamba e mi strappò il perizoma, infilando prepotentemente la sua mano tra le cosce.
Dopo un po' mi divincolai, e temendo che entrasse qualcuno, spinsi l'uomo dentro lo stanzino dove c'era la tazza, e chiusi dietro di me la porta.
Dopo aver scopato con il primo avevo ancora più voglia di farmi fottere dal secondo che sembrava ancora più infoiato del primo.
Mi sedetti, e poco dopo avevo il cazzo dell'uomo in gola.
Stavo spompinando un secondo perfetto sconosciuto in una toilette, a pochi metri da Stefano e la cosa mi eccitava sempre più.
Gli massaggiai delicatamente le palle, facendo entrare tutto il cazzo in gola, insalivandolo e giocando con i fili di saliva.
Non ero mai stata così eccitata, avevo di solito scopato con i miei colleghi di lavoro, con Stefano e con qualche altro fidanzatino non avevo mai trasgredito cosi.
Il luogo, l'atmosfera, la trasgressione mi avevano completamente trasformata in una vera e propria troia.
Stavo piano piano scoprendo un essere sconosciuto in me.
L'uomo ad un tratto estrasse un preservativo e me lo consegnò:
"Ti voglio scopare.... Ti voglio inculare....."
Io completamente partita, estrassi il preservativo e glielo infilai lentamente, andando poi a massaggiare il lungo e grosso cazzo.
L'uomo mi fece alzare.
Io lo feci accomodare sopra la tazza, scostai la gonna, presi il cazzo in mano e con una mossa
veloce e decisa mi ci sedetti sopra.
Rispetto a quello del primo uomo il secondo aveva un cazzo meno largo ma molto più lungo sarà stato circa 25 cm il cazzo di Stefano al cospetto sembrava un pisellino.
Lo sentii entrare dentro di me mi arrivo in pancia tanto era lungo.
L'uomo tuffò il viso in mezzo alle due tettone e cominciò a leccarle avidamente, mentre io mi muovevo ritmicamente sopra di lui.
Lui mi attanagliava il sedere dicendomi :sei proprio bona mia bella giovane porca, ti voglio fare male per farti capire cosa vuol dire essere scopata da un vero cazzone".
Siiiii sbattimi come una cagna in calore, farmelo entrare nello stomaco, fammi sentire troia.
Dopo un po' mi alzai e feci alzare l'uomo; appoggiai il piede destro sopra la tazza, aprendomi la figa con le dita, e preparandomi alla prossima penetrazione.
L'uomo posò il cazzo sulla fessura e l'infilò.
Sentivo i colpi farsi sempre più veloci e forti, mentre piano in me si stava risvegliando un secondo orgasmo.
Mantenne la promessa e, dopo un po, estrasse il cazzo.
Lubrificò il mio buchetto posteriore con un'abbondante sputo e, appoggiò la cappella sul buco del culo.
L'avevo preso poche volte nel culo fino ad allora ma, la circostanza mi portò a non oppormi.
Mi aprì maggiormente le chiappe, temendo che quell'enorme cazzo potesse farmi veramente male.
Con un colpo di reni lo infilo tutto dentro, facendomi sobbalzare e gridare dal dolore ma, in bervissimo tempo lo sfintere si abituò al nuovo intruso.
L'eccitazione era tanta che, il dolore si tramutò subito in piacere e gli urlavo:"spaccami il culo daiiiii sbattimelo più forte dentro anche le palle daiiiiii".
Dovevamo fare il tutto nel massimo silenzio, dentro quello stanzino per non farci scoprire dagli ignari avventori, ma ciò era praticamente impossibile.
Il ritmico rumore dei colpi che lui mii portava, lo sbattere delle sue palle sulle chiappe, erano rumori evidentissimi, come pure i gridi di dolore e di piacere che mi sfuggivano.
Già due volte avevamo udito la porta tentare di aprirsi, ma nessuno dei due aveva nemmeno pensato di smettere di scopare, o di fermarsi un attimo.
L'uomo dopo un buon periodo di tempo che mi martellava, scaricò il suo sperma dentro il preservativo, poi si chinò a baciarle la schiena nuda.
Il vestito era finito tutto sulla mia testa bruna.
Restai immobile un attimo, finché sentii, con un attimo di dolore, il grosso cazzo uscirmi dall'ano.
Mi sedette sulla tazza e con una mossa decisa sfilai il preservativo all'uomo.
Questi velocemente si rivestì, poi mi accarezzò chiedendomi:
"Possiamo rivederci?"
Scossi il capo in senso negativo:
"E' stata solo una scommessa...."
"Bè... se ne fai ancora di scommesse ti do il mio numero di telefono."
"No, lascia stare. Ora vai, che ti si raffredda la pizza."
L'uomo sorrise, dopodiché, furtivamente, uscì dalla toilette.
Misi il preservativo nella borsetta e mi rivestìi alla meglio.
Mi risciacquai nuovamente, dandomi una pettinata ed una ritoccata al trucco quindi, massaggiandomi il culo che cominciava a dolermi, uscii.
Mi incamminai verso la tavolata, dove ancora i miei amici ed il mio fidanzato mi aspettavano impazienti, con davanti i caffè ed i bicchierini degli amari.
Passai davanti spavalda ai due uomini che mi avevano appena scopata senza nemmeno guardarli, e mi piazzai davanti a Stefano.
"Allora?" chiesi.
"Allora cosa?" rispose imbarazzato lui.
"Ho vinto la scommessa...."
"Non dire cretinate...- rispose lui, terribilmente imbarazzato- Non vorrai dirmi che hai veramente scopato con quei due sconosciuti vero?
Confessa che sei andata di la a bere qualcosa con loro, solo per farmi ingelosire..."
Sorrisi amaramente, poi infilai la mano destra nella borsetta, ed estrassi i due preservativi ancora umidi, e li disposi a fianco alla tazzina del caffè di Stefano:
"Eccoti la prova....
Non ti permettere più di umiliarmi davanti ai nostri amici, e ricordati.... Lunedì sera passa dal gioielliere e paga la scommessa"
Quell'esperienza mi cambiò la vita!
Da allora ho cominciato a scopare come una ninfomane con chi mi eccitava.
Anche a Stefano è cambiata la vita, ora lui mi incita a farmi scopare perchè a lui piace che la sua ragazza sia usata da sconosciuti.
Comunque questo ci ha ancor più legati, e ci amiamo ancora di più.
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