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Prime Esperienze

Al mare campo nudisti


di benves
18.10.2019    |    31.232    |    1 9.0
"Carlo era sceso in spiaggia piuttosto presto, verso le 8, voleva godersi la tranquillità..."
E' un martedì di metà agosto.
Fa molto caldo, un caldo torrido ed insopportabile.
Carlo, come tutti i giorni, va al mare .
Carlo è nudista e frequenta la spiaggia dove la gente non apprezza chi ancora indossa quei lembi di stoffa che impediscono al sole di illuminare le più celate intimità del corpo.
Anche quella mattina quindi, Carlo si reca alla spiaggia nudista.
Carlo è un bel giovanottone alto, con un bel fisico normale non palestrato, ma comunque di sicuro effetto sul genere femminile, verso il quale ha sempre mostrato interesse totale. Carlo ama andare al mare nudo, per sentirsi libero nella propria fisicità ma anche nella propria mente, libero di vivere il proprio corpo senza tabù, senza false ipocrisie.
Ha sempre creduto che le persone nude sono tutte uguali, non ci sono etichette, si è solo quello che si è.
Certo, stare nudi al mare ha le sue regole, le devi accettare.
Non puoi essere timido, non puoi non accettare il fatto che senti la moltitudine di occhi che scrutano il tuo corpo fin nelle intimità più segrete.
Anche questa è libertà, anche questo rende stare nudi in pubblico affascinante.
E' per questo che Carlo va al mare, nudo.
Nella spiaggia nudista Carlo ha visto di tutto, esibizionisti in azione, gay che si accoppiano, scambi di coppie eterosessuali, guardoni che si lasciavano andare al piacere onanistico.
Se vai in una spiaggia nudista, sai che questo può accadere, magari è lontano dalla filosofia naturista, ma è la realtà.
Quella mattina però, accadde un qualcosa di particolare, di diverso.
Carlo era sceso in spiaggia piuttosto presto, verso le 8, voleva godersi la tranquillità.
Si stese nudo sul suo asciugamano a godersi la carezza dei raggi del sole
La spiaggia come previsto non era molto affollata, era quasi deserta, la gente sarebbe arrivata verso mezzogiorno.
All'improvviso una strana “ciurma starnazzante” si avvicinò alla sua postazione.
Era composta da un signore sulla 50ina, abbastanza piccolo di statura, semi pelato, molto villoso sul corpo e da due ragazze piuttosto giovani, sulla 20ina circa.
A prima vista nulla di particolare.
All'improvviso Carlo, sdraiato a godersi il bacio dei raggi del sole e intento a godersi lo sfiorare del vento sul suo corpo, ha un sussulto al sentire certe grida con un accento marcatamente siciliano: “Miiiii..Maronna.ma so tutti nudi qua”.
Carlo sollevò gli occhi, una delle due ragazze era paonazza in volto ed indicava proprio lui, in mezzo alle cosce
“Stanno tutti con il coso di fuori zio”.
“il coso” fu accompagnato da un gesto mimico inconfondibile
La situazione era piuttosto comica e, fin lì ancora nulla di particolare
Fino a quando Carlo non capì che la situazione era stata creata ad arte.
“marò..zio tutti nudi sugno”
“ma zio pure tu oh facisti?”
Il signore, lo zio, infatti, in quel momento, con molta tranquillità, si tolse il costume con un gesto rapido e desideroso.
Rimase nudo anche lui, con un pene imponente ad esser sinceri
“su dai Maria spogliati anche tu qui è normale!” ribatté lo zio
Maria, era la ragazza che urlava, una ragazza timida e sconvolta da quel ben di dio.
Maria aveva un bel fisico, piuttosto alta, mora dai capelli lunghi, con un viso intrigante ma non bellissimo, con un naso pronunciato, ma con un culetto molto ben fatto ed un paio di seni non enormi ma molto ben modellati.
L'altra ragazza, fino a quel momento, non aveva proferito parola
Anche lei una ragazza carina, dai capelli rossicci a caschetto, un pochino meno magra, con un culetto più tondo e due tette più pronunciate.
“Maria, fai come Lucia, guarda come si spoglia” queste le parole dello Zio. “marò..Lucì..pure tu?” esclamò Maria sempre più allibita
Lucia, una ragazza chiusa e timida si stava spogliando, stava facendo quello che lo Zio gli aveva chiesto.
“Va bene così, Zio” disse con voce tremante Maria
“su dai Maria, spogliati pure tu!”
Lucia si tolse il copricostume, si slacciò il reggiseno, lanciando all'aria le sue tette belle a punta, dai capezzoli non enormi e dalla carnagione molto chiara.
Si abbassò gli slip.
In mezzo alle cosce il pelo folto, rossiccio colpiva agli occhi un ben messo ricciolino, ma non troppo abbondante e non arruffato.
Il suo sedere era tondo, con le chiappe leggermente allargate e piuttosto arrotondate. Carlo pensò che la situazione si stesse facendo decisamente interessante ed era impossibile nasconderlo
Maria non sapeva cosa fare, si agitava nervosamente e attonita, quasi scioccata
Lo zio era nudo, la cugina era nuda, Carlo era nudo ed intorno a lei tutti erano nudi
Maria continuava ad agitarsi, andava su e giù nervosamente finché, non inciampò sui piedi di Carlo che era seduto sul suo asciugamano a godersi quella scena comica.
Maria cadde sul corpo nudo di Carlo
Sentì le sue mani sul suo corpo, sul quale Carlo le aveva messe per sorreggerla
Ovviamente Carlo non si lasciò scappare qualche palpatina sfuggente e certamente voluta. “Scusa, scusa, non volevo. Ti sei fatto male?” disse Maria rivolgendosi a Carlo
“ma figurati, nessun problema, l'unica cosa è che ti dovresti spogliare, non puoi mica urlare qui e farci apparire come pervertiti solo perché stiamo nudi sulla spiaggia”
ribatté Carlo con tono leggermente austero cercando di convincerla, desideroso di vederla nuda.
Maria si era persa negli occhi azzurri e profondi di Carlo, era ancora sdraiata su di lui, ma si era calmata, come rapita dai suo occhi e dalle sue parole.
“Va bene mi spoglio” .
Lucia le volse la mano e Maria la acchiappò,
Carlo la spinse (con la mano sul culetto) verso l'alto.
“si, ma andiamo dietro le dune, mi vergogno a spogliarmi qui” disse Maria a Lucia ed allo zio.
Lucia la prese per mano e cominciarono ad avviarsi verso le dune dietro la spiaggia.
Lo Zio guardò Carlo negli occhi e fece un cenno di complicità e di invito d'andare verso le due ragazze, di seguirle.
Carlo stupito di quell'invito ma ben lieto di coglierlo, si alzò incamminandosi verso le montagnole di sabbia che facevano da piccola barriera tra la spiaggia e la pineta.
Quelle dune hanno sempre ospitato situazioni di ogni tipo, sono sempre state teatro di incontri sfuggenti e di situazioni peccaminose.
Anche quella volta fu così.
Lucia era nuda ed il suo culetto che arrancava sulla sabbia caliente della spiaggia e che saliva su verso la cima della duna, era uno spettacolo osservarlo da dietro
Carlo ovviamente ammirava estasiato.
Lucia condusse Maria verso una radura, costituita da qualche Pino e da una piccola vegetazione di piante marine, in modo da essere riparate dal sole
Prese Maria e cominciò a spogliarla.
Le tolse la maglietta ed il pareo marroncino che indossava
La guardò in modo tranquillizzante negli occhi slacciandole il reggiseno.
Maria ebbe un piccolo sussulto, le sue tette erano al vento, i suoi capezzoli erano come delle antenne radar che si muovevano in maniera sincopata , ma era tranquilla.
Carlo era un pochino in disparte, non nascosto agli occhi delle ragazze, ma solo Lucia si era accorta della sua presenza.
Lucia prese i lembi del costume, guardò nuovamente Maria negli occhi, inginocchiandosi davanti alle sue lunghe e bellissime gambe e cominciò a tirarlo giù fino alle caviglie, denudaldola completamente.
Il pelo corvino e folto, della fica di Maria era esposto ai naturali raggi solari ed alla dolce brezza marina, oltre che agli occhi della cugina e dell'appena conosciuto Carlo.
“Sei bellissima”.
Carlo non riuscì a trattenersi e le sue parole arrivarono alle orecchie di Maria che sembrava ormai estasiata dallo stare nuda davanti alla cugina.
Sentendo le parole dello sconosciuto, Maria provò a coprirsi istintivamente ma la cugina la trattenne
“devi abituarti a stare nuda, questa è una spiaggia di nudisti”
Lo zio che le aveva raggiunte ed era dietro Carlo, si stava godendo lo spettacolo
Perché di spettacolo si stava parlando.
Maria era come se si stesse liberando di tutti i tabù e di tutte le ipocrisie con le quali era cresciuta.
Il sentirsi nuda davanti a persone nude, all'aria aperta, alla mercé potenzialmente dello sguardo di tutti, le stava sbloccando la mente.
Non parlava ma l'atteggiamento del suo corpo era inequivocabile.
Lucia la abbracciava
Carlo si avvicinò lentamente e si mise davanti a Maria, che ormai era tranquilla.
Maria aveva intuito che forse era stata fatta oggetto di una trappola dello zio e della cugina, ma non le importava nulla.
Ammirò il corpo di Carlo, bel fisico desiderabile da ogni donna e soprattutto bel membro,
Carlo cominciò a sfiorarla delicatamente con le mani, prima sul viso e poi scendendo verso il collo, le spalle, fino ad arrivare alle montagnose tette.
Anche la lingua di Carlo cominciò il suo percorso
Sul collo dapprima poi verso le spalle fino a scendere anch'essa sulle tette, con all'apice i capezzoli sempre più duri e ispessiti.
Maria non parlava, ma smaniava dalla paura e dal piacere.
Lucia era dietro le spalle di Maria e la bloccava, mentre le mani di Carlo scendevano su ogni millimetro della pelle
I fianchi, la pancia e scendendo lentamente dove la pelle era maggiormente sensibile, come dimostrato dall'ansimare in crescendo di Lucia.
Le dita cominciarono a sfiorare i peli pubici fin più giù, all'imboccatura delle cavernosità di quella fica inesplorata che non aveva conosciuto nessuno fino ad allora.
Maria sussultava
Un misto di paura e piacere la pervasero sempre più.
“Mettila giù, sull'asciugamano”, la voce dello zio, da dietro, ferma e goduriosa si fece sentire rivolta alla nipote Lucia.
Lucia obbedì, e prese la cugina per le spalle e la fece sdraiare sull'asciugamano.
Maria era in totale balia degli eventi ormai.
Non provò a ribellarsi, la cosa le iniziava a piacere
Certo l'idea di ciò che quello sconosciuto stava per fare non la entusiasmava ma almeno era un bel ragazzo pensò stendendosi
Carlo la vide così, nuda per terra, aperta a tutte le possibili fantasie e necessità carnali.
Si abbassò sulla ragazza, che aveva lo sguardo fisso sul cazzo di Carlo, ormai indurito come un marmo.
Carlo si sdraiò su di lei e cominciò a baciarla in bocca, mentre le mani continuavano a cercare di conoscere ovunque il suo corpo.
Lingua a lingua, un bacio lungo e appassionato fu scambiato sotto lo sguardo dello zio, sempre più infoiato e della cugina, anche lei evidentemente molto eccitata.
La fica di Maria è una fica piuttosto pelosa, a formare un triangolo piuttosto evidente, con lo spacco ancora chiuso e coperto da fitta vegetazione.
Ma le mani di Carlo avevano ormai percepito l'elevato grado di umidità fuoriuscire da quella spaccatura, bagnata e calda.
Carlo si spostò con la bocca su quella fica inesplorata, iniziò a leccarla, sempre più a fondo
Le grandi labbra prima le piccole labbra ed il clitoride poi, furono oggetto delle sue attenzioni, regalando a Maria scariche di piacere
Quando Carlo vide che le labbra della fica di Maria erano dilatate, appoggiando la punta del suo cazzo sull'apertura della caverna inviolata la rassicurò con parole dolci; “Che bella che sei, tranquilla non sentirai male” le disse Carlo con tono suadente
Era evidente che era così.
Prima di rompere l'imene e di deflorarla, Carlo richiese con uno sguardo l'autorizzazione allo zio, che nudo e con il suo enorme cazzo indurito, annuì consentendo la penetrazione.
Del resto era evidente che lo zio aveva architettato tutto ciò, alle spalle di Maria con complice l'altra nipote, e trovato in Carlo l'inconsapevole artefice materiale del suo progetto perverso.
La punta del cazzo si appoggiò sull'apertura della spaccatura,
Carlo prese in mano la sua asta facendola scorrere su e giù sulle grandi labbra di Maria, affinché secernesse ancor più umori e potesse allargarla meglio permettendo di arrivare alle piccole labbra.
Carlo non voleva farle male, l'aveva promesso alla giovane
Maria cominciò ad ansimare ed istintivamente a muovere il bacino, era il segnale, il suo corpo era pronto
Carlo puntò il suo pene tra la folta peluria all'apertura della fica di Maria, cercando lo sguardo della giovane, in modo da avere anche il suo via libera all'inserimento del proprio bastone
La cugina le stuzzicava i capezzoli da dietro per eccitarla, per farle vincere la naturale ritrosia della donna, dovuta all'inconscia paura della perdita della propria verginità.
Con un primo colpo di reni, non violento, Carlo riuscì a trovare l'apertura e l'imboccatura verso l'oscuro piacere nascosto.
Gli occhi di Maria erano fissi in quelli di Carlo.
Con un secondo colpo di reni, più forte stavolta ci fu la rottura dell'imene e la penetrazione mai tanto agognata.
Maria ebbe un sussultò ed un piccolo grido di dolore.
Lucia la teneva ferma ancora, aveva quasi le lacrime di gioia.
Lo zio si stava segando e aveva quasi la bava dalla bocca colante, dalla tanta eccitazione. Carlo rimase immobile per un momento, per non dare troppo dolore alla ex-vergine.
Maria si era aggrappata alle braccia dell'uomo che l'aveva deflorata, quasi affondando le proprie unghie nella sua carne.
Aveva sentito leggermente male, ora l'attendeva solo il piacere.
Piano piano dei movimenti ripetuti si susseguirono, Carlo la stava scopando.
Carlo l'aveva ormai sverginata e si stava godendo quella fica di ragazza che mai avrebbe immaginato di possedere.
Non quel giorno, non in quel modo almeno.
Sentiva la stretta vagina della giovane stringere il suo poderoso cazzo mentre il sangue aveva sporcato leggermente il corpo di Carlo ed anche l'asciugamano.
L'odore di sangue virginale era inconfondibile e pervadeva tutta l'aria intorno, rendendo l'atmosfera ancora maggiormente eccitante.
Arrapante è il termine più adatto.
Maria non sentiva dolore, godeva, sebbene ancora timidamente.
Lucia la teneva con una mano, mentre con l'altra si stava masturbando, sfiorandosi tra le cosce e gemendo alla vista della cugina scopata e dal piacere che stava procurandosi. Gemiti di piacere si elevavano in quella parte di spiaggia.
Maria stava scopando per la prima volta e godeva.
Carlo le spingeva dentro il suo cazzo con la giusta foga, ma senza conferire troppo dolore a Maria.
Lucia si sditalinava e godeva, non parlava.
Continuò a scopare Maria fino a quando lei non iniziò ad irrigidirsi, il suo ventre contrarsi in modo incontrollato, le sue gambe andare dietro la schiena di Carlo per trattenerlo a se e finalmente...esplodere in un orgasmo
Maria stava finalmente venendo
Fu il suo primo orgasmo, il suo primo orgasmo da donna vera.
I suoi occhi erano stralunati, strabuzzanti gioia e delirio.
Il suo corpo era come se fosse preso da attacchi epilettici.
Si dimenava , urlava, affondava le dita nella carne delle braccia di Carlo.
Gemeva, urlava, si dimenava ancora.
Lo zio si stava segando, godendo come un porco: “Sborrale in fica” disse, rivolto a Carlo.
“Scopala fino a venirle dentro” ribatté infoiato
Carlo questa volta non assecondò le volontà dello zio
Voleva dare tregua a Maria e l'idea di scoparsi anche la cugina lo intrigava
Così invitò Maria a lasciare il posto sull'asciugamano a Lucia
Lucia non aspettava altro, l'essere posseduta da quel membro la intrigava
Si mise sull'asciugamano mettendosi a pecorina così da far vedere a Maria un'altra posizione molto piacevole
Quella situazione piacque molto a Carlo, puntò la cappella alla fica ormai grondante di umori di Lucia e con un sol colpo la riempì
Lucia gridò di piacere, quel bastone dentro di lei le arrivava fino alla pancia
Maria dal canto suo si posizionò sotto Lucia, andandole a leccare i capezzoli
Carlo e Lucia non durarono molto, un sussulto all'unisono, i bacini che si contorcevano...stavano venendo
Lucia non riuscì a trattenersi.
Spasmi orgasmici ed estasiatici erano preda della ragazza, come posseduta, ma dal puro piacere.
Carlo fece appena in tempo ad uscire dalla fica di Lucia
Prese al volo Maria ponendola davanti a se
La sborra calda e copiosa tardò ad arrivare.
Carlo, spruzzò la sua sborra sul viso e sul petto ragazza, avendole preannunciato l'orgasmo Dopo qualche secondo di riposo, Carlo e Maria si guardarono negli occhi e si baciarono.
Un bacio appassionato stavolta, dal quale nessuno dei due voleva allontanarsi.
Solo le braccia di Lucia lo interruppero, spingendo Maria lontano dalle braccia del suo primo uomo.
Lucia stava facendo quello che lo zio aveva ordinato.
Doveva preparare la cugina.
La allontanò e la poggiò di fronte al cazzo enormemente duro dello zio, sempre maggiormente infoiato.
“non ti posso scopare, sei mia nipote, non me la sento, ma finalmente ho realizzato il mio sogno da quando sei ragazzina e ti spiavo dal buco della serrature e ti rubavo le mutandine sporche dal cesto della biancheria”.
“Adesso ti posso sborrare come e quando voglio”
Si mise davanti al suo volto e si segava, godendo e mugugnando di piacere.
Maria stava lì davanti aspettando di essere totalmente docciata
Un getto di sborra densa bianca eruttò da quell'enorme cazzo, riempiendo la faccia ed i capelli di Maria.
Il getto era come una fontana, a spruzzi lunghi e con getti forti.
La faccia di Maria era diventata come dipinta di bianco , densa e appiccicaticcia. “Finalmente ti ho spermata nipotina mia, come la tua cugina,
Insieme ci divertiremo, adesso il mio cazzo sarà la tua fonte di vita, il tuo corpo sorgente di ispirazione.
Lucia si avvicinò a Maria, le porse il suo asciugamano e cominciò a pulirle il viso con fare dolce e sorridente.
La aiutò a pulirsi alla bene e meglio del sangue virginale che ancora colava dall'imene frantumato, e la sollevò e la baciò sulle labbra
“benvenuta, adesso sei finalmente una donna”.
L'animo puro di Lucia si rivelò tale, nel momento in cui fu lei ad avvicinarsi a Carlo, baciandolo e ringraziandolo del piacere che aveva donato a lei e allo zio.
“saremo felici, anche grazie a te, da oggi in poi”.
Si girarono tutti e tre insieme , mano nella mano con Maria in mezzo e se ne andarono.
Fu una giornata di un'intensità erotica unica che Carlo non potrà mai più dimenticare.
Carlo non li incontrò mai più, almeno fino ad oggi.
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