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I miei amorevoli nonni - 2


di bird2012
09.10.2015    |    42.534    |    13 4.1
"Ogni posto è buono per esibire le mie bellezze: una passeggiata nel parco, in un bar, in un centro commerciale, ma il posto migliore per farmi ammirare è..."
I miei amorevoli nonni

Cap.2




Dopo aver visto quelle due poderose verghe dei miei nonni cominciai a pensare come talvolta il cazzo maturo possa essere molto più eccitante del cazzo giovane.
Certo la giovane età ha un grande pregio: avere sempre l’uccello in tiro per poter soddisfare ogni proposta indecente da parte di femminucce particolarmente porcelline!

Ma il cazzo maturo del libertino che ha sfondato decine di fiche e culi, che sa alla perfezione come muoverlo dentro per farti venire a ripetizione credo sia molto più appetibile.

Ora quei due cazzi maturi, sogno di tanti perversi peccati, potevo averli a mia completa disposizione: sarebbe bastato dire ai nonni che avevo sentito i loro desideri, che peraltro erano pienamente corrisposti da me, e che quindi potevano scoparmi senza problemi, ma sarebbe stato troppo facile, volevo qualcosa di più stimolante.
Volevo essere conquistata, volevo mi avessero così eccitata al punto di farmi cedere alle loro voglie insane… ed io volevo farli impazzire dal desiderio di farmi il culo.

Come avevano deciso, cominciarono a farmi complimenti sempre più audaci, ed io, ovviamente, offrivo loro meravigliosi spunti.

La natura mi ha dotata di un bel culo a mandolino che ho sempre cercato di mettere bene in evidenza indossando abbigliamenti appropriati.
Indossavo spesso short attillatissimi di maglina che mi lasciavano le cosce completamente scoperte e mi modellavano sia il culetto che la fica in maniera deliziosa.
Sul davanti la maglina aderente si incuneava dentro la fessura ed evidenziava perfettamente le labbra della passera… si potevano vedere chiaramente la due protuberanza della fica!

Sul dietro lo spettacolo era ugualmente invitante: la maglina si infilava oscenamente in mezzo al solco del culo modellando dolcemente le due chiappe evidenziandone le due rotondità.
Come non pensare al delizioso buchetto del culo che stava nel bel mezzo delle due chiappe così meravigliosamente separate!
Quando mi accorgevo che mi fissavano il culetto, fingendo di ignorare i loro sguardi insinuavo le dita tra il solco del culo a mi grattavo senza ritegno il buchetto: ero certa che il gesto avrebbe fatto scoppiare i loro uccelli.

Altre volte indossavo una gonnellina così corta che bastava una mossa avventata per ammirare le mie mutandine.
Quando mi guardavo allo specchio così agghindata mi sentivo provocante come una puttana d'alto bordo e pensavo ai miei nonni.

"L'avessero tutti i nonni una nipotina porcellina come me che vi fa ammirare le sue grazie per farvi addrizzare quelle dolci verghe che avete fra le cosce!
Per ora accontentatevi di farvi qualche pompino e qualche inculata tra di voi... poi ci penserò io a soddisfarvi come meritate!” pensavo tra me e me, già pregustando a quando avrei deliziato i loro cazzi facendoli svuotare completamente dentro di me… come aveva augurato mamma!

Con questo abbigliamento così provocante e assumendo “involontariamente” pose abbastanza sconce, mi accorsi che mi guardavano sempre con più desiderio… ed io, da gran puttana, li stuzzicavo senza ritegno: mi eccitava da morire il pensiero di far loro addrizzare il cazzo!
Ormai ero pienamente consapevole quanto fossi porca a tutto campo.
Un giorno stavo preparando il pranzo e ne approfittai per stimolare i loro desideri.

“Nonni vi andrebbe vi facessi due rigatoni?”

Ero certa sapessero che nel linguaggio popolare il rigatone è sinonimo di pompino.
Infatti li vidi scambiarsi un'occhiata.

"Eh sì! Ci piacerebbero proprio due bei rigatoni! Vero Paolo?" esclamò ridendo nonno Mario!

Lo guardai con il sorriso sulle labbra.

"Nonno! Guarda che intendevo la pasta per pranzo!" risposi, tanto per fargli capire che non ero poi così ingenua.
E lui pronto.

"Peccato! Abbiamo capito male! Vero Paolo?"

"Eh si! Purtroppo abbiamo frainteso! Come diceva la pubblicità qualche anno fa? Basta la parola… e solo a sentire parlare di rigatoni ero già pronto a fare un peccatuccio: tanto c’è Don Fernando, il mio amico prete, che nella sua magnanimità mi assolve di ogni peccato… anche i più inconfessabili!”

Scoppiammo a ridere tutti e tre, ma fui felice che i discorsi cominciavano ad avere la piega che volevo io: volevo sapessero come fossi molto disinibita… e che cominciassero a pensare fossi anche un bel po’ troietta!
Approfittai del momento.

“Pensi che Don Fernando assolverebbe anche i peccatucci tra nonni e nipote? Mi guardate con certi occhi da farmi sentire nuda: comincio a temere che prima o poi mi farete qualche proposta oscena… magari chiedendomi veramente di farvi qualche rigatone… ma di quelli che intendete voi!”

Altra risata e nonno Mario non si fece sfuggire l’occasione per provarci.

“E se noi te la facessimo veramente la proposta oscena… come ti comporteresti?”

Mi avvicinai a lui e posai delicatamente le mie labbra sopra le sue… fu un bacetto dolcissimo… lo sentii fremere dal desiderio di abbracciarmi.
Poi lo fissai.

“Nonno, guarda che neanche io sono fatta di legno, sono fatta di carne come voi… con gli stessi desideri e voglie. Ma siete i miei nonni e no due maschietti qualsiasi: se vedo che a voi comincia a tirare l’uccellino la mia passerina risponde per le rime! Neanche immaginate quanto sia porcellina: comincia a fare le bizze di brutto… poi come la mettiamo? Succede il patatrac! Allora vi prego, fate i bravi: vi voglio un bene dell’anima, ma siete i miei nonni! E poi con che coraggio confessereste a Don Fernando che vi siete fatti la vostra nipotina?”

Cominciai a ridere alla mia battuta, ma loro rimasero seri: era evidente come li eccitasse il mio modo di parlare così spinto… ed era proprio quello che volevo!
Da quel momento, nonostante avessi detto loro di fare i bravi, non perdevano occasione per farmi delicate avances.

“Alessia, tesoro, vorrei farmi una doccia: mi verresti ad insaponare le spalle?” mi chiedeva nonno Mario.

“Non ci provare! Sono certa poi vorresti ti insaponassi anche qualche altra cosa!” gli rispondevo sorridente.

E lui di rimando.

“Ma quello poi dipenderebbe da te: faresti sempre un’opera buona, meritoria del Paradiso!”

“Nonno, fai il bravo!” gli rispondevo, ma in cuor mio desideravo che le loro profferte amorose non terminassero… mi eccitava la loro corte!

Una sera, dopo cena, ci ritirammo in salotto a bere il solito bicchierino di liquore: indossavo la solita gonnellina inguinale che, non appena mi misi seduta sul divano, mi lasciò completamente scoperte le cosce.
I miei nonni mi mangiavano con gli occhi e la cosa mi lusingava molto.

“Tesoro, se ti vesti così tutte le buone intenzioni vanno a farsi benedire… e prima o poi ci farai prendere un infarto!” mi diceva nonno Mario.

“Alessia, ti sei fatta proprio una bella ragazza: hai due cosce e un sederino che fanno fare cattivi pensieri… tanto cattivi che neanche Don Fernando ci assolverebbe! Non riusciamo a tenere a freno le bestie!” aggiunse nonno Paolo sorridendo.

“Nonno, ma cosa dici: allora è vero che te lo faccio tirare!” esclamai e cominciai a ridere, come per sdrammatizzare la battuta abbastanza spinta.

I miei nonni si guardarono: non si aspettavano un linguaggio così schietto e, certamente, poco adatto sulla bocca di una nipotina nei riguardi dei nonni.
Nonno Mario rispose subito per le rime, facendomi capire che non si scandalizzava certo.

“Guarda che avremo pure 60 anni, ma l’uccellino vola ancora!” e rise pure lui.

Approfittai subito per rendere l’atmosfera ancora più sensuale.

“Allora devo fare attenzione: io un nido caldo in grado di accogliere due uccellini infreddoliti lo avrei pure e potrei anche metterlo a disposizione… ma poi come la mettiamo con Don Fernando? Quello non solo non ci assolve, ma ci scomunica definitivamente!”

Ormai ridevamo ad ogni battuta, come per fingere fosse tutto un innocente scherzo, solo spiritosi doppi sensi tanto per ridere, ma senza alcuna malizia.
Seguitai a fingere di voler sfuggire le tentazioni… ma in realtà non vedevo l’ora di aprire le gambe!

“Nonni, vi prego, mi sembra di avervi detto che la mia carne è molto debole e sono facilmente vulnerabile… diciamo che il contatto del maschio non mi dispiace affatto, per cui non mi provocate… poi mi rimarrebbe difficile sottrarmi all’assalto coordinato dei miei due nonni!” e ripresi a ridere, ma il messaggio era stato lanciato.

“Ce l’hai il fidanzato?” mi chiese nonno Mario.

“Non ci penso proprio! Primo, devo studiare e non voglio pensare ad altro; secondo, diciamo che voglio conoscere a fondo i maschietti, in tutti i sensi, in modo che quando deciderò di farmi una famiglia saprò bene chi scegliermi!”

“Che intendi per “in tutti i sensi”?” chiese nonno Paolo.

“Beh! Sia dal punto caratteriale che da quello sessuale: ritengo il sesso fondamentale per la buona riuscita di un rapporto e voglio essere sicura che il maschio che mi vuole sia all’altezza della situazione! In fatto di sesso sono molto esigente, non mi accontento facilmente e non vorrei passare la vita a tradire mio marito per trovare qualcosa di meglio… il meglio lo voglio in lui!”

I nonnini mi guardavano molto interessati e cercarono di approfondire.

“Cosa intendi per “essere all’altezza della situazione”? Che qualità dovrebbe avere l’uomo che ti vuole?” chiese nonno Paolo.

“Nonno, così mi metti in imbarazzo!” risposi, fingendo un po’ di timidezza.

“Ma tesoro, siamo i tuoi nonni: mica ti vergognerai di noi! E’ solo la curiosità di conoscere quali siano le tue giuste aspettative verso l’uomo della tua vita!” aggiunse nonno Mario.

“Va bene, cercherò di farvelo capire, sperando non mi chiediate ulteriori particolari!” risposi ridendo.
Poi seguitai.

“Beh! Diciamo dovrebbe avere le giuste dimensioni, possibilmente superiori alla media, non essere troppo frettoloso, tenere sempre vivo il rapporto con sorpresine, giochini, e principalmente accettare e condividere tutti i miei desideri! Ecco, spero abbiate capito!”

Nonno Mario approfondì molto meglio il discorso.

“Abbiamo capito benissimo ed è nel tuo pieno diritto cercare un maschio che abbia un pene abbastanza grande e che sia molto resistente a godere per darti il piacere che meriti: sappiamo per esperienza che alle donne piace il maschio ben dotato e che dura a lungo per poter raggiungere orgasmi veramente appaganti! In fin dei conti è una questione prettamente medica: le pareti vaginali devono essere ben stimolate per trasmettere al cervello i giusti segnali che poi portano all’orgasmo!

Quindi un pene molto grande aderisce molto meglio contro le pareti della vagina rispetto ad un pene piccolo, lo sfregamento durante il movimento coitale è molto più consistente, se poi lo sfregamento pene-vagina dura molto a lungo, la donna raggiunge orgasmi devastanti, anche più di uno nel corso dello stesso amplesso! Quindi capiamo perfettamente le tue esigenze e ti ammiriamo poiché hai le idee chiare e sai bene cosa desideri da un uomo! Posso fare una battuta volgare per rendere bene l’idea? Ti dà fastidio?”

L’ampia descrizione di nonno Mario mi faceva bollire la fica.

“No, tranquillo, non mi scandalizzo certo per il linguaggio spinto!” risposi.

“Bene, allora diciamo che desideri un maschio con un bel cazzo lungo e grosso per riempirti bene la vagina e che ti scopi per un’ora senza mai togliersi dal tuo ventre… è così?”

Se mi fossi toccata la fica avrei sborrato immediatamente: quei due figli di puttana con i loro discorsi mi stavano eccitando come non mai!
Il mio respiro cominciava a farsi affannato… bandii ogni vergogna: in fin dei conti il mio scopo era quello di eccitarli per farmi scopare!

“Si, avete capito perfettamente: è proprio così! Purtroppo fino ad ora non ho trovato nessuno con questi requisiti: se lo hanno grosso appena mi entrano dentro arrivano subito, lasciando la mia topina nella più cupa depressione, se sono resistenti lo hanno così piccolo che la mia micia rimane nella più completa solitudine! Per fortuna sono giovane e ho ancora tempo per trovare l’anima gemella che abbia tutti questi requisiti per soddisfare la mia passera!”

Rimanemmo un po’ di tempo a fissarci: la mia fica stava sbavando in continuazione e vidi che anche i loro pacchi erano belli gonfi!
Bene, i nonni avevano il cazzo duro: i discorsi sul sesso stavano eccitando anche loro… e stavamo solo all’inizio!
Il porcellino di nonno Mario era quello più curioso.

“E quali sono i desideri che vorresti condividere con il tuo uomo?”

Sorrisi.

“Ah! Ah! Non vorrete che vi sveli tutta la mia intimità, siete i miei nonni e mi vergognerei come un cane! No, scusate, ma questo non posso dirvelo, è troppo intimo, non so re riuscireste a capire! E’ anche così fuori dal comune che temo sia difficile trovare un uomo disposto ad accettare e condividere le mie debolezze!”

Intervenne nonno Paolo.

“Tesoro, sei la nostra unica nipotina e sai quanto ti vogliamo bene, ormai nella nostra vita esistete solo tu e tua madre. Non immagini quanto ci faresti felice se ci mettessi a parte della tua intimità: qualcosa ce lo hai già detto ed abbiamo apprezzato moltissimo tu ci abbia confessato apertamente quanto ti piaccia l’uccello grosso e resistente!
Sarebbe meraviglioso sapere che poni una fiducia illimitata in noi e che ci confidi tutti i tuoi segreti, anche quelli più intimi, e i tuoi desideri, anche quelli più inconfessabili. Inoltre ci dispiacerebbe tu possa vergognarti di noi! ”

I porcellini volevano sapere, per poi regolarsi di conseguenza, senza immaginare che era proprio quello che volevo.
Mi avvicinai a loro e li baciai sulle guance, quasi all’angolo delle labbra, prima uno e poi l’altro… li sentii fremere dal piacere di sentire le mie labbra e la cosa mi inorgoglì!
Poi li accarezzai dolcemente.

“Nonni, spero sappiate quanto io ricambi il vostro affetto: ormai vi considero i miei padri. Non mi vergognerei di certo di mettervi a parte della mia intimità, anzi, vi confesso che mi piace parlare di sesso, confrontarmi con le diverse idee in materia, mi piacerebbe confidarmi con voi, voi avete esperienza e potreste darmi i giusti consigli su come comportarmi in certe situazioni, ma ho paura del vostro giudizio: il pensiero potreste giudicarmi una puttana depravata che la dà al primo che capita mi farebbe impazzire dal dolore.

Io non so come la pensiate in fatto di sesso, ma so come la pensa la maggior parte degli uomini: non dimenticate che io studio sociologia!
Per loro le madri, le sorelle, le mogli, le figlie, e ora ci metto anche le nipoti, sono tutte caste e pure.
Non parlano di sesso, non si masturbano, sono tutte vergini fino al matrimonio, non vedono video porno, non hanno desideri osceni se vedono un bel maschio e così di seguito!
Non sapendo come la pensiate voi potrete capire il mio imbarazzo nello svelarvi i miei segreti in fatto di sesso!”

Il più intraprendente fu come sempre nonno Mario: mi abbracciò e mi baciò, anche lui agli angoli delle labbra… questa volta fui io a fremere!

“Alessia, tesoro mio, se la cosa ti può tranquillizzare sappi che io e Paolo facciamo parte di quella schiera di maschi, ignoriamo quanto folta, che ammira la donna disinibita, quella che non ha remore nel cogliere i piaceri della vita, quella che è amante e disponibile per ogni tipo di rapporto sessuale, anche il più trasgressivo!
Anche a noi piace parlare di sesso e sapere quali siano le abitudini e i desideri dei giovani d’oggi, come lo sei tu, ci intrigherebbe molto! Ci pensi, amore? Sarebbe il nostro segreto!”

Il discorso si avviava proprio dove desideravo io.
Posai “disattentamente” le mani sopra le loro cosce.

“Davvero desiderate conoscere l’intimità della vostra nipotina? Giurate che non mi giudicherete e che mi vorrete sempre bene anche se vi confessassi fossi una porcellina?”

Questa volta fu nonno Paolo a stringermi a lui e a farmi sentire le sue labbra sulla guancia.

“Si, vogliamo sapere tutto di te… e non ti giudicheremo! Come ha detto Mario sarà il nostro segreto! Comunque sappi che se veramente fossi una porcellina noi ti vorremmo ancora più bene: a questo punto riteniamo giusto confessarti che anche noi siamo due porcellini e sapere che la nostra amatissima nipotina ha ripreso dai suoi nonni non può che farci felici!”

Bene, i nonnini cominciavano a gettare la maschera!
A quel punto feci la mia proposta.

“Ok, ma se voi volete sapere di me anche io voglio sapere di voi! Facciamo un patto: confessiamoci reciprocamente le nostre idee sul sesso, ma dobbiamo impegnarci a dire la verità… anche alle domande più scabrose!
Prendiamolo come un gioco, il gioco della verità: chiedetemi qualunque cosa, vi giuro che sarò sincera!”

Poi ridendo aggiunsi.

“Però mi raccomando, fate i bravi: non vorrei che i nostri discorsi sul sesso vi risvegliassero i bollenti spiriti e mi saltaste addosso! Come vi ho detto la mia carne è debole e quando sento il contatto del maschio non rispondo più di me… poi voi siete addirittura due!” e seguitai a ridere, ma speravo sapessero leggere tra le righe!

“Anche noi: giuriamo di dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità!” risposero quasi contemporaneamente, ridendo anche loro. Poi aggiunsero.

“Alessia, ricordati che tu sei la nostra nipotina prediletta e noi non pensiamo neanche lontanamente di abusare del tuo corpo contro la tua volontà. Non ci permetteremmo mai…! Ma siamo sempre disponibili a subire i tuoi abusi su di noi!”

Ridemmo tutti e tre: anche loro si erano apertamente dichiarati.

“Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo interrotto: volevate sapere dei desideri che voglio condividere con il mio uomo? Bene, allora reggetevi forte: sono una esibizionista, mi piace farmi guardare!
Indosso sempre mini gonne che mi coprono appena il sedere lasciandomi scoperte completamente le cosce: avendo vent’anni la gente pensa io segua la moda, invece lo faccio apposta per farmi guardare.

Oltre all’abbigliamento curo molto anche il comportamento: quando cammino sculetto vistosamente per far ammirare il mio lato B, quando parcheggio la macchina e poi scendo allargo allegramente le gambe e rimango un bel po’ nella oscena posizione, fingendo di cercare qualcosa nella borsa, per fare ammirare con calma al fortunato posteggiatore lo spettacolo che gli offro.
Ogni posto è buono per esibire le mie bellezze: una passeggiata nel parco, in un bar, in un centro commerciale, ma il posto migliore per farmi ammirare è certamente il Pub.

Con tre amiche molto intime, il sabato sera andiamo per Pub o discoteche, principalmente per ballare, ma siccome non siamo affatto quattro santarelline non escludiamo a priori l’evenienza di fare sesso.
E’ lì che mi cimento nelle esibizioni più spinte.

Quando vedo qualche maschio che mi scruta con particolare insistenza cerco subito un posto per sedermi: una sedia, una poltrona, un divanetto.
Mi siedo e comincio ad aprire le gambe: è più forte di me, non so contenermi, voglio che mi guardi e che mi desideri!
Impazzisco di piacere quando vedo un uomo che mi guarda la passera!
Rimango con le gambe aperte permettendo spudoratamente che i suoi vogliosi sguardi frughino tra le mie cosce per ammirare la mia intimità coperta dalle minuscole mutandine e quando vedo la patta dei suoi pantaloni gonfiarsi in maniera esagerata sento andarmi il sangue in testa: penso di aver raggiunto il mio perverso scopo, di averlo fatto eccitare e immagino subito stia facendo su di me osceni pensieri.

La mia immaginazione viene confermata dal fatto che si avvicina e mi chiede di ballare.
Comincia a farmi una corte serrata per tutta la serata, mi accarezza, mi abbraccia e mentre balla mi si struscia continuamente addosso per farmi sentire la sua eccitazione che scoppia nei pantaloni ed io non riesco a restare insensibile a tale piacevole richiesta di piacere! E’ più forte di me, è un altro mio punto debole: se il maschio mi piace e mi fa sentire desiderata, se sento che sbava per me, non riesco a negargli qualche dolce attenzione!
Si, lo confesso, non me la sento di lasciare in bianco, come si dice, i miei corteggiatori: almeno il minimo sindacale glielo accordo sempre!”

Come se si fossero dati un segnale ognuno mi prese una mano tra le sue e me la strinse.
Nonno Mario, che certamente era il più porcello dei due, mi guardò fisso negli occhi e mi chiese.

“E quale sarebbe, tesoro, il minimo sindacale per chi ti desidera?”

Rimasi a fissarlo a lungo, in silenzio, poi risposi… ormai il gioco si stava facendo duro.

“Lo faccio godere con la bocca! Scusate la volgarità, ma un gustoso pompino prima della fine della serata non lo faccio mai mancare! Devo dire che i maschietti gradiscono molto sentire il calore delle mie labbra… ed io gradisco molto il calore del loro membro!”

Beh! Più chiara di così!
Li sentivo fremere come non mai: sapere che la loro nipotina era una dolce bocchinara li stava mandando fuori di testa.
Mi strinsero con forza le mani, stretta che ricambiai senza pudore: ormai il nostro era un mutuo invito al peccato.
Dalla successiva domanda di nonno Paolo mi resi conto che non riuscivamo più a contenere le nostre emozioni.
Ci stavamo lasciando andare senza più alcun ritegno… le domande erano sempre più intime, più oscene, più spudorate, ma era proprio ciò che volevo per portarli all’esasperazione.

“Lo fai godere completamente nella bocca o lo fai togliere prima?” chiese nonno, mentre aveva intrecciato la sua mano con la mia... e me la stringeva…

“No, lo tengo in bocca… fino alla fine: ho sempre ritenuto che il sesso orale vada goduto fino all’ultima goccia! Poi adoro sentire le vibrazioni del membro tra le labbra mentre spruzza il suo piacere! E adoro gustare la crema calda che mi cola in gola!”

Altra reciproca stretta delle mani! Sentii che stavano fremendo… poi nonno Paolo non ce la fece più!

“Tesoro, saperti così porcellina ci stai mandando il sangue in testa: io e Mario siamo eccitatissimi!”

“Anche io, nonno, moltissimo! Ma avevamo preventivato che questi discorsi ci avrebbero eccitato… ma avevamo promesso di stare buoni!”

“Hai ragione tesoro, ma capirai come sia difficile stare buoni quando confessi che adori succhiare il cazzo e farti sborrare in bocca!”

Gli diedi un bacetto, mentre lo guardavo.

“Mica posso mentire… abbiamo giurato!”

Non mi aspettavo la successiva domanda di nonno Mario, ma certamente loro non si aspettavano la mia risposta.

“Se il pompino è il minimo sindacale, quando un uomo ti piace particolarmente quale è il tuo massimo sindacale?”

La risposta ce l’avevo pronta: cominciai a stringere ritmicamente le loro mani per trasmettere loro la mia eccitazione.

“Volete una risposta soft o volgare?”

“Tesoro, usa pure un linguaggio spinto, come d’altronde stiamo facendo noi: è molto più eccitante e rende anche di più l’idea!”

“Scusate, ma abbiamo giurato… e non posso esimermi di dire la verità! Me lo faccio mettere dietro! Si, avete capito bene, dentro il culetto e poiché abbiamo detto di dire tutta la verità sappiate che con il membro piantato profondamente nell’intestino dò il meglio di me stessa! Mi piace da morire… vado in brodo di giuggiole! Quando i miei maschietti mi sono dentro non hanno più voglia di uscire! Dovreste vedere!”



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