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Olga - 8


di bird2012
10.03.2014    |    37.386    |    5 9.6
"Sobbalzò e fece per coprirsi, ma lo fermai: “No, fermo, non coprirti, fammi vedere..."
OLGA

8 – DON GIULIO

Ormai avevo deciso… volevo che anche mio figlio provasse il piacere di prenderlo nel culetto.
Avevo imparato come fosse un piacere molto più appagante godere anche con le persone dello stesso sesso: con la bisessualità puoi godere il sesso al 100%, e volevo instradare anche mio figlio al piacere totale.
Ormai aveva provato abbondantemente il godimento che si prova tra le braccia di una donna, per di più quelle di sua madre: adesso gli mancava solo il piacere di sentirsi un bell’uccello nel culo!
Ma non volevo fosse una cosa banale.
Cominciai a rimuginare nella testa per trovare qualcosa di diverso, più eccitante e perverso: se doveva farsi rompere il culetto era giusto farlo nel migliore dei modi… e forse la novità l’avevo trovata!

Avevo sentito che da qualche tempo nella nostra parrocchia era arrivato un nuovo sacerdote, Don Giulio.
Le voci che giravano sul suo conto erano molto interessanti: si diceva fosse il classico prete che piaceva alle donne e che non si tirava certo indietro di fronte ad una bocca o ad un fica disponibili, altre malelingue dicevano addirittura fosse anche interessato ai bei culetti maschili.

La cosa mi incuriosiva e, sinceramente, mi eccitava: la trasgressione perversa dell’incesto l’avevo ampiamente provata, se fossi riuscita a fare sesso anche con un prete avrei raggiunto il top della perversione!
Ma prima dovevo accertarmi che non fossero solo dicerie ciò che si diceva sul suo conto per cui, volendomene rendere conto di persona, decisi di andarmi a confessare da lui.

“Padre, ho molto peccato.”

“Figliola, aprimi il tuo cuore. Dimmi tutti i tuoi peccati, liberamente.”

“Sono peccati della carne...”

“Capisco, ma non temere, non avere vergogna: raccontami tutto nei minimi particolari perché possa capire la gravità’ del peccato.”

“Vede, Padre, io mi masturbo spesso, quasi tutti i giorni, e poi faccio l’amore...”

Mi interruppe.

“Piano, figliola, non correre, fammi analizzare bene ogni cosa per gradi. Come ti masturbi? La tua è solo una carezza nelle parti intime o è qualcosa di più?”

Capii subito dove voleva arrivare il porco, ma era proprio ciò che volevo io.

“No, Padre, molto di più: mi passo le dita tra le labbra della mia... ha capito?”

“Si, figliola, dillo pure... della tua fica! Non temere, parla apertamente affinché io possa capire la gravità del tuo atto... sei in confessione...”

“Oh, bene Padre! La ringrazio: mi rimane più facile confessarmi se posso parlare liberamente! Si, ha capito, mi infilo le dita tra le labbra della mia fica! Poi mentre con una mano mi stuzzico il clitoride, con l’altra mi infilo due dita dentro la vagina e comincio a chiavarmi! Poi, spesso, per darmi più piacere, mi infilo anche un dito nel culetto: mi piace molto sentirmi qualcosa dentro sia nella fica che nel culo... Padre, è molto grave?”

“Beh, veramente figliola...”

“Ah, scusi, mi sono dimenticata: quando mi masturbo mi metto a cosce larghe davanti allo specchio... mi eccita molto vedere la mia fica aperta e le dita della mia mano che la penetrano! Dovrebbe vederla Padre: è una immagine seducente! Il grillo che fa capoccella attraverso il suo cappuccio, le labbra gonfie di desiderio, il liquido del piacere che scorre dalla fica lungo le cosce… ”

Mentre raccontavo, i miei occhi si erano abituati alla penombra della chiesa, per cui ora riuscivo a vedere abbastanza bene attraverso la grata del confessionale.
Come immaginavo, e speravo, Don Giulio si era alzato la tonaca e si stava masturbando uno splendido cazzo, molto eccitato dal mio racconto.

“Vedi, figliola, la Chiesa condanna la masturbazione, ma se ti limiti ai giochi con le mani...”

“Oh, no, Padre,... quando voglio godere fino allo spasimo uso anche dei cazzi di gomma che mi infilo nella fica e nel culo fino a raggiungere orgasmi tremendi: dovrebbe sentirmi come urlo quando sborro con quella doppia penetrazione… do fuori di testa!”

“Figliola, da ciò che mi racconti deduco che ti piaccia molto masturbarti...

“Moltissimo! Padre, non posso farne a meno! Affinché lei possa valutare anche le attenuanti del mio peccato, sappia che la colpa non è mia, ma della mia fica: la porca è sempre bagnata e ha sempre voglia di godere! Io cerco di resistere, ma quando comincia a tirarmi, quando la sento implorare di farla sborrare, mi dica, Padre, come posso resistere? E’ colpa mia se, per placare i suoi desideri, devo infilarle dentro le dita e chiavarla come si deve per darle il piacere che merita? Mi dica la verità: a lei non si addrizza mai l’uccello? E quando avviene, non sente anche lei il bisogno di sborrare per potersi calmare? Ecco, lo stesso capita a me!”

Lo sentii fremere, mentre vedevo la sua mano scorrere su e giù sopra il cazzo.

“Ma figliola, cosa dici! Sono un sacerdote, non devo conoscere i piaceri della carne!”

Lo interruppi.

“Padre, non mi dirà mica che lei non si è mai masturbato! Lei è un bell’uomo e certamente avrà anche un bell’uccello e sono certa che spesso lo delizia con qualche bella sega… magari pensando a qualche bella parrocchiana!”

Lo sentivo ansimare.

“Ma come ti permetti! E poi sei tu che ti devi confessare e no io! Dai, continua... oltre alla masturbazione hai avuto rapporti con altre persone?”

“Oh, si Padre, quasi tutti i giorni...”

“Con il tuo fidanzato? Con il tuo compagno?”

“No, Padre, ma non ho il coraggio di dirlo, mi vergogno...”

“Non temere, figliola, il Signore perdona tutti i peccati, anche i più gravi, l’importante è che tu abbia il coraggio di raccontarli in confessione... dai... dimmi... apri il tuo cuore!”

“Sa, Padre, mio padre è stato sempre molto occupato con il suo lavoro e mia madre è sempre stata molto sola... ha sempre avuto bisogno di qualcuno che le fosse stata accanto…”

“Va bene, ma questo cosa c’entra con i tuoi peccati?

“Vede Padre, io e mia madre per molti anni abbiamo goduto insieme... si, ha capito bene… siamo state amanti! Ed anche adesso, che vivo con mio figlio, quando ci incontriamo non possiamo fare a meno di scambiarci reciproche ed intime carezze! Per essere chiari, ed evitare possibili fraintendimenti, parlo di baci in bocca, ovviamente con la lingua, masturbazioni reciproche e deliziose leccate di fica!”

“Come? Con tua madre! Ma siete proprio due gran troie, ragazza mia!”

“Come dice, Padre?”

“No, niente, raccontami tutto...”

“Vede, Padre, siamo sempre state molto libidinose, ci è sempre piaciuto molto accarezzarci e leccarci le fiche reciprocamente: abbiamo approfittato di ogni momento libero per amarci, abbiamo dormito anche nello stesso letto, la sera ci addormentavamo ognuna con la mano tra le cosce dell’altra! Dovrebbe sentire, padre, il piacere che si prova nell’addormentarsi con la mano sopra una fica che ha appena sborrato! E’ una fica ancora calda e dolcemente umida! Ci piace moltissimo godere, ma non facciamo male a nessuno... perché dovrebbe essere peccato?”

“Ma figliola, la Chiesa condanna questi rapporti: voi siete due lesbiche... madre e figlia... è un incesto!”

“No, Padre, non ha capito: noi non siamo lesbiche... a noi piace molto anche il cazzo!”

Il sacerdote continuava a masturbarsi alla grande: da ciò che vedevo nella penombra aveva un gran bel cazzo.
Avevo la fica bagnata dall’eccitazione: misi una mano sotto la gonna e cominciai a lavorarmi lentamente il grilletto, aprendo le cosce più che potevo. Continuai.

“Per quanto riguarda la parentela... sapesse Padre quanto è più eccitante farlo con la propria madre! Lei forse non ha mai visto madre e figlia che si leccano la fica: dovrebbe vederle, per rendersi bene conto a che livello può arrivare il godimento! E’ un piacere senza uguali: si unisce il naturale affetto madre-figlia al reciproco piacere sessuale! Nella mia vita non ho mai provato niente di più sconvolgente che sentire mia madre urlare che sta sborrando sopra la mia bocca! Dovrebbe vederci, Padre: sono certa ne rimarrebbe estasiato!”

“Basta, ti prego... non ce la faccio più!”

Attraverso la grata vedevo che il prete aveva aumentato il ritmo della sega che si stava facendo: ero certa che tra poco avrebbe schizzato come una fontana! Anche io accelerai le dita sul clitoride.

“Che succede, Padre, perché non ce la fa più... si sente poco bene?”

“No, figliola, diciamo che non ce la faccio più a sentire tutti questi peccati!”

Il sacerdote era al colmo dell’eccitazione, si menava il cazzo sempre più velocemente. Stava sicuramente per sborrare.

“Figliola, adesso vai! Sei assolta! Lasciami solo... che devo terminare una cosa!”

Chiuse lo sportellino della grata... ma non me ne andai.
Rimasi in ginocchio nel confessionale, seguitando a masturbarmi, con l’orecchio poggiato sulla grata.
Sentii Don Giulio che si lamentava.

“Maledetta troia, mi hai fatto eccitare, tu e quella porca di tua madre! Vorrei chiavarvi e incularvi tutte e due, farvi assaggiare la mia sborra, quella che sta per schizzare da questo cazzo... tra poco sborrerò per voi!”

Mi guardai di nuovo intorno: la chiesa era deserta.
In silenzio andai davanti al confessionale e con un gesto veloce aprii la tenda: Don Giulio era lì, seduto a gambe larghe, con la tonaca sollevata sulla pancia, con il cazzo in mano.
Sobbalzò e fece per coprirsi, ma lo fermai:

“No, fermo, non coprirti, fammi vedere... seguita a toccarti! E’ colpa mia, ti ho troppo eccitato con i miei racconti e me ne rendo conto! Ti prego, continua: non ho mai visto un prete masturbarsi! Anche io sono molto eccitata: guarda... se lo desideri anche io mi tocco davanti a te... dai… godiamo insieme! Mi rendo conto che sei un uomo di chiesa, ma non hai detto che il Signore perdona tutti i peccati?”

Così dicendo mi alzai la gonna e, con le gambe larghe e leggermente accosciata, presi di nuovo a masturbarmi la fica a mano aperta.

“Dai, muovi quel cazzo, mentre anche io mi faccio! Aaah, che gusto... vedere un prete che si masturba... è molto eccitante... e a te eccita vedermi godere?”

“Maledetta, mi stai facendo peccare, ma non posso fermarmi... è troppo bello! Sei una gran troia: fammi vedere bene mentre muovi la mano! Toh! guarda il mio cazzo: la tua confessione lo ha fatto indurire in maniera eccezionale! Mi piace masturbarmi, ma mi piace anche chiavare e so che anche a te piace: vuoi che te lo infili nella fica? Se vuoi sono pronto!”

“No, è più osceno così: masturbarsi uno di fronte all’altro! Sei un porco, masturbarti il cazzo dentro il confessionale, ma mi piace... è eccitante! Dai... guardami la fica e sborra: fammi vedere bene lo schizzo che esce! Vedo che quasi ci sei, ti stai irrigidendo, sento che stai per venire: mi è sempre piaciuto vedere un cazzo sborrare….. è una cosa celestiale! Pensa: ho visto anche il cazzo di mio padre sborrare… e anche quello di mio figlio! Li ho fatti venire nella mia bocca! Sborrano in maniera meravigliosa, ma adesso voglio vedere il tuo mentre sborra!”

Non finii di dirgli di aver fatto sborrare mio padre e mio figlio nella mia bocca che urlò dal piacere

“Troia...anche con tuo padre e tuo figlio! Puttana, hai ingoiato la loro sborra! Guardala, la mia sborra... guarda come schizza! Aaaaah... ah... vengo!!!”

Un getto violento di sborra gli uscì dal cazzo: era stupendo.
Credo che vedere un cazzo sborrare sia una delle cose più belle della vita.
Interruppi la mia masturbazione e gli dissi:

“Non voglio venire, voglio rimanere eccitata per terminare il godimento a casa, con mio figlio! Lo farò venire nel culo… a lui piace molto… e anche a me!”

Allungai una mano sul suo cazzo mentre uscivano altri schizzi, riempii il palmo di sperma e lentamente, fissandolo negli occhi, portai la mano alla bocca e cominciai a leccare la sua sborra.
Mi guardava allucinato, mentre il suo cazzo continuava ad emettere gli ultimi schizzi.
Ingoiai tutto lo sperma che avevo nel palmo.

“È buona la tua sborra... è buona come quella di mio padre e mio figlio!”

Trasalì.

“Troia... lesbica... sei peggio del demonio!”

Sorrisi.

“È strano, mia madre mi ha sempre detto che le lecco la fica come un angelo... e mio padre e mio figlio, quando mi inculano, dicono che ho un buchetto di culo divino!”

Mi avvicinai a lui: era seduto spossato dalla sborrata, ancora con il cazzo in mano… avvicinai la bocca al suo orecchio.

“Senti, Don Giulio, anche mio figlio è un gran peccatore: ormai facciamo sesso quasi ogni giorno, ci comportiamo come moglie e marito! Ma mi sono accorta che oltre alla mia fica gli piace anche l’uccello, ma lo vedo spesso triste! Credo di aver capito che questi suoi gusti particolari lo facciano sentire in colpa.
Certamente tu hai esperienza di giovani: se veniamo da te una sera, io e lui, pensi potresti dirgli una parola di conforto? Forse anche la presenza della sua mamma, oltre a quella di un sacerdote, lo aiuterebbe a capire i suoi reali desideri!”

Don Giulio mi fissò: adesso il suo sguardo era quello di un porco libidinoso che intravvedeva in questa situazione una possibilità di piacere e godimento.
Ricominciò a segarsi lentamente il cazzo unto di sborra.

“Ho capito, figliola: vuoi che Don Giulio insegni al tuo bambino che l’amore non è peccato! Certo, figliola, portalo da me, conosco dei metodi infallibili per far capire ai giovani quali sono le gioie della vita: vedrai che dopo aver trascorso una sera insieme il tuo ragazzo non sarà più triste!”

Mentre parlava sorrideva e si segava.
Lo interruppi.

“Padre, vorrei precisarti che mio figlio non è un bambino, è maggiorenne, con un cazzone completamente sviluppato!”

“Tranquilla, era solo un modo di dire: non ho mai fatto sesso con i minori, né mai lo farò! Amo il sesso, ma non sono un pedofilo, ne ho mai violentato nessuno! Tutti i mie rapporti sessuali sono improntati nel reciproco rispetto con il libero consenso da entrambe le parti, senza alcuna costrizione! Per procurare il massimo piacere il sesso deve essere accettato liberamente! Nel caso di tuo figlio ho dato per scontato sia che fosse maggiorenne sia che abbia desiderio di conoscere nuovi piaceri, altrimenti non avrei assolutamente accettato di iniziarlo ai piaceri omosessuali. Ma dimmi, figliola: tu sarai presente mentre io lo instraderò lungo la retta via?”

“Certo, Padre, io voglio molto bene a mio figlio e farei qualunque cosa per lui: se tu vuoi potrei prendere parte attiva per coadiuvare i tuoi insegnamenti…”

“Brava figliola, è quello che speravo, ma adesso avvicinati!”

Mi avvicinai a lui: questa volta fu lui ad avvicinare la bocca al mio orecchio.

“Senti, tu puoi contare sulla mia discrezione: se lo desideri potrei invitare anche Suor Agnese, una mia amica, molto intima! Sai, anche a lei piace aiutare le pecorelle smarrite, specie se tra le gambe hanno una fica o un uccello desiderosi di attenzioni… che ne dici?”

Già mi sentivo bagnare…

“Certo, Padre: tu sai ciò che è bene per noi peccatori!”

“Bene, ma adesso come faccio con questo cazzo pieno di sperma… mi si sporca tutta la tonaca!”

Sorrisi.

“Ma Padre, tu dovrebbe saperlo… come si dice? Chiedete e vi sarà dato! Togli la mano che al tuo uccello ci penso io!”

Mi tuffai sul suo cazzo, lo imboccai e lo succhiai con estremo piacere: lo pulii completamente dello sperma che lo ricopriva… ottimo sapore… era la prima sborra di un prete che gustavo!
Don Giulio apprezzò il mio lavoro.

“Brava, ti sono debitore di una leccata. Ne parlerò con Suor Agnese e ci vedremo domani sera dopo le 22.00: entrate dalla porta secondaria, troverai Suor Agnese ad aprirti. Sono certo vi intenderete: adora non solo l’uccello, ma anche la fica e il sesso tra donne! Quando l’ho conosciuta mi ha confessato di aver conosciuto il piacere solo dopo essere entrata in convento e di aver fatto sesso solo con le suore.
Pur non essendo più vergine sia davanti che di dietro a causa dei molteplici falli di plastica e strap-on che usava insieme alle sue consorelle per darsi reciproco piacere, non conosceva il cazzo: ovviamente, dietro sua richiesta, mi sono prestato per colmare questa sua lacuna! E’ molto giovane, se non sbaglio ha 21 anni, ma ha una carica erotica e una libidine spaventosa: per le sue innate qualità bisessuali è molto ricercata sia dalle suore che dai preti!”

Mi abbracciò e mi baciò in bocca… la sua lingua viscida tra le labbra mi fece fremere!
Poi mi sussurrò:

“Spero che oltre a tuo figlio mi permetterai di dedicare un po’ di tempo anche a te!”

Sorrisi.

“E secondo te perché lo accompagnerei? Non mi sono mai scopata un prete e non ho nessuna intenzione di perdermi questa gotta occasione!”

“Molto bene! Sarà un onore entrare nella tua fica, dove già sono entrati tuo padre e tuo figlio! Ai preservativi ci penso io!”

Lo fissai seria.

“Secondo te sono una donna da preservativo? A me l’uccello piace a pelle! Me lo voglio gustare, voglio sentire il suo calore, non voglio barriere tra lui e il mio corpo! Mi vuoi togliere il sublime piacere di sentire gli schizzi di sperma contro l’utero? Una chiavata degna di tale nome deve avere necessariamente, come dolce epilogo, una calda sborrata nella fica! Lo stesso vale per il pompino: una succhiata di cazzo senza una sborrata finale in bocca perde il 90% del piacere… sia per l’uomo che per la donna! Comunque puoi stare tranquillo: prendo la pillola, per cui potrai riempirmi a tuo e mio piacimento!”

“Siete due adorabili puttane: anche Suor Agnese prende la pillola… credo proprio che domani sera ci divertiremo!”



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