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Dopo l'incidente - 1


di bird2012
02.04.2012    |    123.908    |    4 9.7
"Vi attendo alla mia e-mail bird2012@libero..."
Ringrazio tutti i lettori che mi hanno fatto i complimenti per i miei racconti, sia quelli ultimi pubblicati che quelli precedenti sotto il nick “bird”. Spero che anche i prossimi possano farvi passare momenti “spensierati”. Un abbraccio a tutti.




Dopo l’incidente

1° Cap.

Maledetto incidente... ancora avevo davanti agli occhi la terribile scena... io e mio figlio in una macchina... mio marito, mia madre e mio padre in un'altra che ci precedeva... un'auto contro mano per un sorpasso azzardato... uno scontro tremendo...

Mio marito e mia madre morti sul colpo... mio padre, seduto sui sedili posteriori, in coma per molti mesi e con gli arti fratturati...

Era trascorso quasi un anno, mio padre era sulla via della guarigione, ma aveva ancora bisogno di un aiuto... c'era sempre un infermiere, giorno e notte che lo accudiva.
Quel pomeriggio andai a trovarlo e, vedendo che ormai stava abbastanza bene, anche se non al cento per cento, dissi all'infermiere che poteva anche andare che avrei pensato io a papà nel caso avesse avuto bisogno.

Cominciammo a parlare del più e del meno, ma come sempre la conversazione andava a finire sull'incidente... entrambi non riuscivamo a superare la tristezza e il dolore.
Ad un certo punto papà mi disse che doveva andare in bagno.

"Vieni, papà, ti accompagno... so che potresti andare da solo, ma all'inizio è meglio non eccedere..."

Piano piano lo accompagnai in bagno. Quando si trovò davanti al W.C. mi disse:

“Grazie… adesso puoi uscire…”

“No, papà… ho paura che cadi… ancora non ti reggi bene sulle gambe… facciamo le cose piano piano...”

“Non vorrai stare qui mentre urino…”

“Non ti preoccupare… di cosa ti vergogni… sono tua figlia, mica un’estranea… ti abbraccio, così ti senti più sicuro… fa quello che devi fare…”

Mi misi dietro di lui e lo abbracciai forte, circondandolo con le mie braccia alla vita, aderendo con tutto il mio corpo contro il suo… il mio seno contro la sua schiena… il mio ventre contro i suoi glutei… poggiai il viso contro le sue spalle…
Sentii il suo braccio destro muoversi per portare la mano sulla patta del pigiama… lo stava tirando fuori… lo abbracciai ancora più forte… temevo cadesse… sentii il rumore dell’urina dentro il W.C.
Terminò di urinare.

“Aspetta un attimo…” mi disse e mi parve di sentire il suo respiro farsi pesante…

“Si, papà… fai con comodo…”

Aspettavo lo rimettesse dentro… invece sentii il suo braccio sbattere contro il mio che gli circondava la vita… un movimento di avanti-indietro inconfondibile… mio padre si stava masturbando…

“Ma papà… che fai…”

“Ti prego, Olga… aspetta un attimo… tu seguita ad abbracciarmi forte… fammi sentire il tuo corpo… scusa… non ce la faccio… è così tanto tempo… solo un attimo… ti prego… arrivo subito…”

Dio mio, mio padre si era eccitato sentendo il mio corpo contro il suo e si stava segando il cazzo… sentii una leggera fitta dentro la fica… una sensazione ormai dimenticata…
Scesi lentamente con la mano lungo la sua vita fino ad incontrare la sua mano che impugnava il cazzo…

“Lascia papà… faccio io… anche per me è tanto tempo…”

Tolsi la sua mano e gli afferrai il cazzo… trasalii… era un super cazzo, non solo lungo, ma anche grosso… mi riempiva la mano…
Appena lo strinsi lo sentii vibrarmi in mano… fu come uno squarcio di luce attraverso le nuvole nere…
Mentre con il braccio sinistro lo stringevo forte contro di me, con la mano destra iniziai una lenta sega… percorrevo tutto il cazzo, dalla cappella alle palle… lo sentivo ingrossarsi sempre di più.
Non potei fare a meno di sussurrare:

“Papà… Dio mio che cazzo che hai… che cazzo…”

Il suo respiro si faceva sempre più accelerato… cominciò a muovere il bacino avanti e indietro per assecondare il movimento della mia mano… io presi a muovere il mio corpo contro il suo… strofinavo il mio ventre contro le sue natiche e il mio seno contro la sua schiena… i miei capezzoli si erano completamente induriti dall’eccitazione…
Mio padre mugolava dal piacere.

“Si… così… brava… brava… si… uhmmm…”

Il movimento del suo bacino verso la mia mano si fece più rapido… accelerai anche io il ritmo della sega… sentivo il cazzo quasi scoppiarmi in mano… papà stava quasi per sborrare… infatti cominciò a gemere dal godimento.

“Dai Olga… sto per arrivare… daiii… che ci sono… daiiii… che vengono… Dio… siiiiiiiii!!!! Vennnnnngggoooooo!!!... Olgaaaaaaa!!! Ti vengo in manoooo!!!”

Sentii le contrazioni del cazzo mentre schizzava… seguitavo a segarlo… facevo in modo di mettere la mano davanti alla cappella… gli schizzi di sborra mi riempivano la mano… ed io la spalmavo lungo il cazzo e le palle…
Alla fine della sborrata gli chiesi:

“Papà… ti è piaciuto?”

Non mi rispose… capii che si sentiva a disagio…

“Vieni… che ti lavo…”

Piano piano lo feci sedere sul bidet, con le spalle al muro… io di fronte a lui, seduta sul water… aprii l’acqua e lo sciacquai un po’… mi riempii la mano di sapone liquido ed incominciai ad insaponarlo.
Il cazzo, le palle… con la sinistra gli cingevo le spalle per sorreggerlo… con la destra insaponavo e accarezzavo le sue intimità…

Lui teneva gli occhi chiusi… non aveva il coraggio di guardarmi, ma il suo respiro dimostrava quanto gradisse il mio trattamento.
Io fissavo il suo volto… scorgevo nella sua espressione tutti i segni del godimento.
Scesi con la mano insaponata fino in mezzo alle natiche… sentii un leggero gemito di piacere… mi soffermai sul buchino.

Al contatto delle mie dita sentii lo sfintere aprirsi come un bocciolo e papà emettere un lungo sospiro di godimento… spinse leggermente il culo verso il mio dito.
Rimasi piacevolmente sorpresa… non me lo aspettavo… me ne intendevo di buchetti di culo… mi è sempre piaciuto giocare con il culo degli uomini… l’ho sempre trovato estremamente eccitante e trasgressivo.

Lo capii subito: il culo di mio padre non era vergine… era troppo bello aperto e disponibile… certamente aveva avuto frequenti visite…
Cercai di approfittare della occasione… con la mente tornai indietro negli anni, quando insieme a mio marito ci divertivamo a fare tanti giochetti perversi con i nostri amici… appuntai due dita sul buco del culo di papà e spinsi delicatamente…
Le dita insaponate e il culo aperto di papà mi permisero di incularlo fino in fondo… gli ficcai completamente tutte e due le dita dentro il culo…
Lo sentii fremere e godere…

“Ohhh!!! Si… siii… siiiii…”

Ma era ancora bloccato… non riusciva a lasciarsi andare completamente per godere liberamente… il fatto che fossi sua figlia lo bloccava…
Cercai di sbloccarlo.

“Dimmi, papà… ti piace?”

Non mi rispose.

“Papà, ti prego… dimmi… ti piacciono le mie dita dentro il culo? Non temere… dimmelo… a me piace molto avertele infilate… e a te piace?”

Forse aver confessato che piaceva anche a me infilargli le dita nel culo un po’ lo sbloccò.

“Si… Olga… mi piace… scusa… ma mi piace…”

“Ma quali scuse… goditele… goditele…”

Presi a incularlo lentamente… lui aveva la testa reclinata all’indietro ad occhi chiusi… emetteva leggeri sospiri di piacere, come se temesse di far capire che godeva e volesse nascondere il suo godimento…
Abbassai lo sguardo verso il suo ventre… il suo cazzo stava riprendendo vigore… le due dita nel culo lo stavano facendo svegliare di nuovo… buon segno…
Quando vidi il suo volto trasfigurarsi dalla libidine bandii ogni residua remora… spinsi tutte le dita profondamente in culo… appena aprì la bocca dal piacere lo baciai e gli spinsi tutta la lingua dentro.

Dopo un attimo di esitazione prese a succhiarla mentre seguitavo a manovrargli le dita nel culo… il cazzo aveva ripreso una completa e splendida erezione.
Lo sentii irrigidirsi e sussurrare a voce bassa, come se si vergognasse di confessare il suo godimento:

“Olga… fermati… se no mi fai venire di nuovo…”

“Papà, sei un porco… riesci a sborrare anche solo con le dita nel culo… ma adesso voglio godere anche io… vieni…”

Tolsi le dita, lo sciacquai, lo asciugai e poi… poi mi ricordai improvvisamente quanto mi piacesse essere troia…

“Papà, scusa un attimo… ma anche io ho un piccolo bisognino da espletare…”

Mi alzai dal water, mi sollevai la gonna e lentamente mi tolsi le mutandine…
Papà divenne rosso dalla libidine… il suo sguardo si posò sul mio ventre… sulla foresta di peli che coprivano la mia fica.
Non mi ero più depilata, ma sapevo che a molti uomini piace la fica pelosa… chissà se papà era uno di questi.
Mentre fissava inebetito la mia fica, la sua mano, in un gesto istintivo, impugnò nuovamente il suo cazzo è iniziò a segarlo lentamente.

Anche la mia eccitazione aveva raggiunto i massimi limiti, ma volevo assaporare attimo per attimo il perverso piacere della seduzione.
Mi misi seduta sul water, allargai le cosce più che potevo, per dare modo a mio padre di vedere pienamente la mia fica, e, con entrambe le mani, dilatai le grandi labbra… lo spettacolo della mia fregna completamente aperta fu grandemente apprezzato da mio padre…

“Madonna Santa… che fregna, Olga… che fregna…”

Quanto apprezzavo i suoi complimenti!!!
Lo fissai negli occhi con tutta la sfrontatezza di cui ero capace…

“Papà, scusa… ma mi scappa…” e cominciai a urinare…

Con gli occhi fuori dalle orbite, papà fissava ammaliato quel getto di biondo liquido che schizzava fuori dalla mia fica, mentre la mano seguitava ad accarezzare lascivamente il suo cazzo…
Nel bagno regnava un’atmosfera irreale… si sentiva solo lo scrosciare della mia urina nel water con, in sottofondo, i nostri respiri affannati…
Papà sembrava ipnotizzato dallo spettacolo… guardava con ammirazione e perverso desiderio la pipì uscire dalla mia fica…

“Olga… figlia mia… sei bella… si… sei bella, ma quando fai la pipì sei fantastica!!!”

Ero felice, ed eccitata, di dare piacere a mio padre… non avrei voluto mai terminare…
Piano piano terminai… la fica e tutti i peli che la contornavano erano intrisi della mia pipì… presi un po’ di carta igienica per pulirmi… ma papà non si trovò d’accordo…

“No… Olga… ti prego… si… ti prego…”

Rimasi con la carta in mano e lo guardai… avevo capito bene? Dalla sua espressione mi resi conto di aver capito bene… fissò per qualche attimo la mia fica e poi fissò i miei occhi, quasi in segno di implorazione…

“Ti prego, Olga… voglio pensarci io…”

In un attimo mi furono chiari i miei natali… ecco di chi avevo ripreso… la mia porcaggine mi era stata tramandata da mio padre…
Mi alzai, gettai la carta nel water, ormai non serviva più, e mi avvicinai a lui… fissava la mia fica avvicinarsi alla sua bocca… alzai una gamba, tenendola sollevata con la mano destra, e gli posai la fica sulle labbra… con la sinistra presi la sua testa e la spinsi contro il mio ventre…

“Leccala, porco… ti piace leccare la fica pisciata… e allora leccamela tutta… maiale… ma forse hai ragione… sei un buongustaio… la fica al sapore di pipì è più gustosa… è più eccitante… ti fa addrizzare il cazzo… Dio… mi eccita moltissimo il pensiero che stai leccando la mia pipì…”

Papà leccava come un invasato… prendeva i peli in bocca e li succhiava per aspirarne tutto il sapore di cui erano impregnati e contemporaneamente lo sentivo annusare… si beava dell’odore che emanava la mia fica…

“Dio mio, Olga… è stupendo leccarti la fica dopo che hai fatto pipì… è una fica che ha il sapore di donna… Uhmmm!!! Che buon sapore… dovresti sentire… una fica acqua e sapone, magari anche profumata, non ha niente di erotico, di eccitante… la fica deve avere il sapore della fregna… deve avere il suo sapore naturale… e cosa di più naturale di una fica che ha fatto pipì… uhm!!! Slurp… slurp…”

Ero eccitatissima… papà ignorava che ben conoscevo quel sapore che lui decantava tanto… spesso avevo leccato fichette dopo che avevano pisciato e devo riconoscere che il piacere era veramente superbo… concordavo con papà… leccare una fica con il sapore del biondo liquido era tutta un’altra cosa…
La leccata di papà mi stava lentamente portando all’orgasmo, ma volevo molto di più…

“Papà, adesso fermati… basta con la lingua… adesso voglio il cazzo…”

Seppure a malincuore mi tolsi, lo feci alzare e, piano piano, lo condussi in camera da letto.
Lo spogliai e lo feci sdraiare supino… il cazzo aveva perso un po’ l’erezione, ma ci avrei pensato io a riportarlo in vita.
Mi spogliai completamente nuda… mi era sempre piaciuto chiavare indossando le calze autoreggenti fumè a rete… ma questa scopata non era prevista e poi da quel maledetto incidente anche il mio abbigliamento non era più sexy e curato come piaceva a me.

Fissai papà con un leggero sorriso sulle labbra… mi accarezzai la fica passando le dita lungo tutto lo spacco… raccolsi un po’ dei miei umori che la avevano invasa… poi portai le dita alla bocca e le succhiai… riconobbi subito il sapore che acquistava la mia fica quando aveva voglia di cazzo.
Papà aveva uno sguardo veramente arrapato.

“Cazzo, Olga… quanto sei bona… sei proprio un gran bel pezzo di fica…”

Gli sorrisi.

“Si, lo so papà… me lo hanno detto in molti… e non solo…”

Salii sul letto, gli allargai le gambe e gli sputai un bel po’ di saliva sulle palle e sul cazzo… al rumore degli sputi lo sentii fremere… avvicinai la mia bocca al cazzo… leccai tutto… le palle, l’asta, la cappella accentuando il rumore del risucchio… ingoiai completamente il cazzo… sentii la cappella arrivarmi in gola… mi piaceva… ero abituata a certi servizietti.

Io e il mio amato marito amavamo entrambi i lavori di bocca e talvolta facevamo a gara a chi ingoiava per più tempo qualche super cazzo che ci capitava.
Con il mio lavoretto il cazzo di papà aveva ripreso un’ottima forma… era tornato uno stupendo paletto di carne durissima e calda.
Non volevo soffermarmi sul pompino… da quel giorno avrei avuto tanto tempo per fermi sborrare in bocca… ma adesso lo volevo nella fica.

Non volevo perdere tempo nei preliminari… la mia fica aveva molti mesi di arretrati da riscuotere… mi misi a cavallo del suo ventre con le cosce completamente allargate… presi il suo cazzo e l’appuntai sulla vagina… sentivo la cappella dura come il marmo e bollente come il fuoco.

Ci fissammo un attimo… nessuno dei due disse niente… mi lasciai cadere sul cazzo e mi impalai.
Rimasi un attimo senza fiato… dopo tanto tempo mi sentii nuovamente la fica riempita da un super cazzo la cui cappella spingeva la bocca dell’utero facendomi trasalire.
Non potei trattenere un lungo gemito di piacere.

“Ahh!!! Si…. Papà… come lo sento dentro!!!... ho la fica piena del tuo cazzo… uhmm…”

Papà aveva il volto trasfigurato.

“Olga, figlia mia… cosa stiamo facendo… cosa stiamo facendo…”

Gli presi i capezzoli e li strizzai… sentii il cazzo impennarsi dentro la fica… spinsi più che potevo la fica contro il suo ventre e cominciai a ondeggiare il bacino avanti e indietro… sentivo il cazzo sfregarmi le pareti vaginali e la bocca dell’utero… piacere celestiale…

“Vuoi sapere cosa stiamo facendo, papà? Niente di strano… mi sono solo infilato il tuo cazzo nella fregna e ti sto scopando… a me piace molto… a te no?”

Ero tornata quella di una volta… troia… porca… depravata… avrei solo voluto che fosse stato presente mio marito, per godere anche lui di quel rapporto incestuoso.

“Olga, è stupendo… ma sei mia figlia…”

“E non sei contento? Non è da tutti scoparsi una figlia quarantenne con tanta voglia di cazzo… si… scoparsi una figlia troia… perché papà, se ancora non lo avessi capito, io sono sempre stata una gran troia… grande amante del cazzo e, in verità, anche delle fiche.
Purtroppo quel maledetto incidente ha rovinato la mia vita, ma quando ho sentito quel tuo cazzo palpitarmi in mano, mi sono svegliata dal lungo letargo… da quel periodo di tristezza e depressione.

E da oggi me lo voglio godere tutto questo cazzo, checché tu ne dica… se avessi solo immaginato che bestia avevi tra le gambe, ti avrei sedotto anche quando ero più giovane, ovviamente con l’aiuto e la presenza di mio marito… poi ti racconto… ma adesso godiamo… rompimi la fica…”

A queste parole vidi il volto di papà distendersi e rasserenarsi e un leggero sorriso apparve sulle sue labbra…

“Brutta troia… perché hai nascosto la tua indole… se anche io avessi saputo quanto eri zoccola ti avrei rotto il culo già da giovane… mentre tua madre leniva il tuo dolore leccandoti la fica.
Sapessi quanti giovani abbiamo iniziato al sesso io e tua madre… quanti culetti abbiamo rotto, sia di maschi che di femmine… a tua madre piaceva particolarmente tenergli le natiche completamente allargate e vedere il mio cazzo penetrare quei buchetti così vogliosi.
Averlo saputo avremmo dedicato lo stesso servizietto anche a te… avresti serbato uno stupendo ricordo per tutta la vita… il ricordo di tuo padre che per primo ti aveva fatto il culo…”

Queste parole di papà, l’immagine di mamma che mi teneva il culo aperto mentre papà mi inculava, il cazzo di papà nella fica e il lungo digiuno, mi procurarono un orgasmo indescrivibile.

“Ppapàààààà!!!!... vengooooo!!! Vengooooooooo!!! Dimmelo ancoraaaa!!! Che mi avresti inculato quando ero giovane… aaaaaa!!!!! Porcooooooo!!!...”

“Si, Olga… figlia mia… avrei rotto il tuo culetto vergine… ti avrei riempito l’intestino di sborra e la tua dolce mammina, dopo averti fatto venire leccandoti la fica, avrebbe leccato tutto lo sperma che fuoriusciva dal tuo buchino e ti avrebbe baciato riversandoti in bocca un bel po’ di sborra del tuo papà…”

“Oh!!! Papà… parchè non lo avete fatto… perché… ci saremmo potuti divertire tanto noi tre…”

“Lo so, tesoro… abbiamo sbagliato… avremmo dovuto osare e coinvolgerti nei nostri giochi… adesso che so che sei porca come noi, me ne pento amaramente… ma adesso amore fammi godere… stringi la fica intorno al cazzo… strizzamelo… fammi un bel pompino con la vagina… dai… fammi sentire quanto sei porca… ti voglio sborrare nella fregna…”

“No, papà… ti prego… oggi no… non sono protetta e credo di essere nel periodo fertile… da domani riprenderò la pillola e potrai sborrarmi in fica quando vorrai… adesso voglio farti un altro regalo… anche se con molti anni di ritardo tua figlia ti da il culo…”

Sollevai il bacino sfilandomi il cazzo dalla fica… fissando mio padre con l’espressione più porca possibile portai la mano in bocca e la riempii di saliva… poi con un gesto lento passai la mano tra le natiche per bagnare bene il mio buchino.
Presi il cazzo e lo appuntai sulla rosellina.

“Dio, papà… stai per inculare tua figlia…”

“Olga… tesoro di papà… dai… infilatelo nel culo… tutto… nel culo…”

Spinsi leggermente il bacino in basso… sentii la cappella allargarmi lo sfintere ed entrare tutto dentro… anche se era molto tempo che non prendevo cazzi nel culo, il mio buchino accolse nel migliore dei modi la cappella di papà.
Rimasi ferma tenendo solo la cappella nel culo… cominciai a stringere ritmicamente lo sfintere intorno al glande mentre seguitavo a fissare papà.

“Ti piace come ti succhio il cazzo con il culetto? Ti sto facendo un pompino con il buco del culo…”

Il volto di papà era trasfigurato…

“Olga… amore di papà… è stupendo… non lo avevo mai provato… queste contrazioni intorno alla cappella mi fanno impazzire… dai, seguita… succhiami il cazzo con il culo… uhmmm!!!... dai… ohhhh!!! Olga… sei più troia di tua madre…”

Quando sentii che il buchetto si era bello dilatato, allargai le cosce e mi aprii le natiche con entrambe le mani, per permettere a papà di godersi lo spettacolo…

“Guarda, papà… guarda il tuo cazzo come entra nel culo di tua figlia… guardalo…”

Cominciai ad abbassare lentamente il bacino… sentivo il cazzo centimetro dopo centimetro riempirmi il culo… finalmente… lo sguardo di papà era fisso tra le mie chiappe.

“Dio Santo, Olga, come ti entra bene… te lo stai prendendo tutto… tutto nel culo… uhmmm!!! Troia adorata di papà… sei proprio una rotta in culo…”

Era entrato proprio tutto… sentivo le palle a contatto delle natiche… ero riuscita ad infilarmi nel culo quel super cazzo di papà… me lo sentivo in pancia… uhmmm… che dolce sensazione…

“Papà, guardami… mentre ti lavoro il cazzo con il culo mi sgrilletto la fregna… voglio venire insieme a te… sborriamo insieme… dai, papà… insieme…”

Mi misi due dita sul clitoride e cominciai a sgrillettarmi furiosamente… mentre seduta sul cazzo di papà avevo preso a roteare il bacino… sentivo il cazzo girare dentro le pareti intestinali… il clito mi scoppiava tra le dita… papà fissava senza parlare la mia fregna spalancata…

“Olga… Olga, figlia mia… così mi piace… muovi il culo… aaaaa!!!! Amore di papà… troia di papà… zoccola di papà… non ce la faccio più… voglio sborrarti in culo…”

Anche io volevo sborrare… accelerai il movimento delle dita sul grilletto… stavo impazzendo…

“Si… si… papà… scaricati… riempimi il culo di sborra… daiiii!!! Sborraaaaaa!!! Anche io sto venendooooo!!!... la zoccola di tua figlia sta sborrandoooooo!!!!!!!”

“Olgaaaaa!!! Eccomiiiiii!!! Schizzoooo!!! Ti sborro in culooooooo!!!!!”

Mentre un orgasmo travolgente mi faceva quasi perdere i sensi, sentii gli schizzi di papà inondarmi l’intestino di sperma…
Ero spossata… mi lasciai cadere sopra il suo corpo e lo baciai con passione… cominciammo a limonare come due innamorati… ci leccavamo e ci scambiavamo le salive.
Ero tornata la troia che conoscevo…….

“Papà, ho goduto da morire… ma il mio godimento non ha limiti… dimmi… ti piace fare le porcate?”

Papà mi strinse forte…

“Olga, amore… mi piace tutto del sesso… ma poi fare le porcate con te è ancora più arrapante…”

“Così mi piaci, papà…”

Sollevai il busto, sollevai il bacino per sfilarmi il cazzo dal culo e velocemente mi misi accosciata con il culo sulla bocca di papà…

“Papà… succhiami il buco del culo… ma non lo ingoiare tutto il tuo sperma… lasciane un po’ anche per me… voglio sentire il suo sapore…”

Questo è stato un giochetto che ho sempre amato moltissimo… scambiarsi lo sperma da una bocca all’altra… quello che gli americani chiamano “swapping”… lo praticavo sempre… lo trovavo delizioso e altamente eccitante… giocare con lo sperma… bocca a bocca… passarlo dalle mie labbra a quelle del mio amante… e viceversa… uhmmmm!!! Che depravato godimento!!!
Mentre la sborra cominciava a fuoriuscire dal mio culetto e colare sulla bocca di papà, lo sentii mormorare…

“Olga… Olga… quanto sei porca figlia mia… sei come ho sempre desiderato fosse la mia donna… mi sto innamorando di te…”

Sentii un tuffo al cuore… quando mi accorsi che tutta la sborra era colata fuori e papà ne aveva la bocca piena, mi tolsi, lo abbracciai e incollai le mie labbra sulle sue.
Presi a succhiare il suo sperma… lui me lo sputava in bocca… il mio corpo tremava… sentivo i brividi del piacere… stavo ingoiando la sborra di mio padre.
Dopo il piacere eravamo abbracciati. Avvicinai le labbra al suo orecchio e gli sussurrai:

“Ti è piaciuto, papà?”

Mi strinse forte e mi accarezzò lungo la schiena… rabbrividii…

“Olga… mi è piaciuto moltissimo… non solo sei bellissima e intrigante, ma sei porca come ho sempre desiderato fosse la mia donna… come tua madre… anzi, no… devo essere sincero… tu sei più troia e depravata di lei… mi piaci Olga… mi piaci tanto… ma dimmi… è tutto vero quello che mi hai detto di te e di tuo marito, dei giochi che facevate, della vostra vita libertina?”

“Si, papà… tutto vero… non ci siamo mai negati alcun piacere sessuale… ognuno di noi desiderava il piacere dell’altro… potrei passare giorni interi a raccontare le situazioni erotiche che abbiamo creato per sedurre le persone che volevamo scoparci…”

“Anche giovani?”

“Certo… se erano giovani erano più intriganti… sia maschietti che femminucce… e tutti li abbiamo convinti ad avere rapporti bisessuali… tutti i ragazzi hanno provato sia il cazzo che il culo di mio marito… le ragazze, dopo i nostri incontri, erano diventate tutte abilissime leccatrici di fica… ovviamente a tutti i ragazzi ho sempre donato il mio buco di culo…”

“Si, ho sentito che hai un culo bello rotto… proprio come piace a me…”

“Si, è vero papà… a me e mio marito è sempre piaciuto prenderlo nel culo… l’ho sempre ritenuto un godimento veramente perverso… comunque, a proposito di culi rotti… anche il tuo non scherza… prima, mentre ti lavavo, ho sentito un buchino bello largo che si è aperto anche di più a contatto delle mie dita…”

“Si, Olga, devo confessarti che ho gli stessi gusti di tuo marito… sono bisessuale, mi piace la fica, ma adoro anche il cazzo… specialmente se è di un giovane ragazzo, non posso fare a meno di ospitarlo nel mio accogliente culetto…”

“Uhmmm… papà… mi eccita sapere che anche tu sei un porco come noi…”

Per un po’ rimanemmo abbracciati ad accarezzarci e baciarci teneramente. Poi papà avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi sussurrò dolcemente…

“Ti piacerebbe iniziare di nuovo la tua vita libertina sempre alla ricerca di cazzi e fiche da far godere con il tuo splendido corpo?”

“Si, papà… riconosco che mi piacerebbe molto ricominciare… da quando ho sentito il tuo cazzo palpitarmi nella mano mi sono sentita rinata… mio marito ha sempre desiderato il mio piacere… … più godevo più lui era felice… quando avevo avventure anche da sola, sia con uomini che con donne, lui mi faceva sempre la stessa domanda: “Amore, ti è piaciuto? Hai goduto?” Alla mia risposta affermativa mi abbracciava e mi sussurrava con dolcezza: “Sono felice, amore… ti amo da morire… voglio che la mia adorata mogliettina abbia tutto dalla vita… amore, solidità economica, ma anche che sia appagata sessualmente…”
Pertanto penso che da “Lassù” lui sia sempre felice se mi godo qualche bel cazzo o qualche bella fica anche senza di lui…”

Papà mi prese il viso con entrambe le mani e mi fissò lungamente negli occhi…

“Olga… vorresti ricominciare la tua vita libertina insieme a me? Mi rendo conto che non sono più giovane come tuo marito, ma la tua fica e il tuo culetto mi hanno ridato dieci anni di vita… insieme a te penso di poter fare ancora la mia figure… e poi ho visto che abbiamo gli stessi gusti sessuali… siamo due stupendi porcellini… penso sarebbe piacevole divertirci insieme… che ne pensi?”

Sentii una lacrima scendermi lungo il viso… papà voleva sostituirsi al mio amato Luciano e godere insieme a me…

“Oh!! Papà… credo che mai una proposta così oscena mi sia stata così gradita… padre e figlia complici nello scovare prede da scopare, da leccare, da spompinare, da inculare… si… si… papà… siii… saremo due amanti incestuosi… mi sento la fica bagnata… la cosa mi eccita… cominciamo subito… troviamo qualcuno con cui godere…”

Papà sorrise e mi strinse forte.

“Sono felice che tu abbia accettato la mia proposta indecente… se lo desideri abbiamo già una bella e giovane preda… non dobbiamo cercare lontano… “

Non capii subito a chi alludesse… ma poi un lampo mi aprì la mente… sentii la fica pulsare…

“Papà… vorresti forse dire…” e non finii la frase.

Rimasi in silenzio… attendendo dalle sue labbra un nome… che temevo… ma che desideravo…

Papà sorrise e poggiò le labbra sulle mie…

“Si, Olga… Marco… tuo figlio…”

Marco, il mio amatissimo figlio, la vita della mia vita… 18enne, bello, fisico sportivo, ma purtroppo anche lui segnato fortemente dalla perdita del suo papà.
Lui, sempre solare con il dono di infondere gioia a chi gli era vicino, era diventato introverso, non rideva più, non frequentava più amicizie e a casa rimaneva sempre rintanato nella sua stanza davanti al PC.
Rimasi ancora in silenzio… papà seguitò…

“Dimmi la verità, Olga… non te lo scoperesti tuo figlio? Non credo che una porcellina libidinosa e depravata come te non abbia mai fatto un pensierino audace nei confronti del figlio, per di più bello e aitante come Marco… o mi sbaglio? Ma se non te la senti di farlo con lui…”

No, papà non sbagliava…

“E’ vero, papà… io e Luciano avevamo spesso pensato di sedurre nostro figlio e di coinvolgerlo nei nostri giochi… noi, grandi amanti dei giovani, ne avevamo uno stupendo dentro casa… e lo desideravamo con tutta l’anima… sognavamo ad occhi aperti stupendo accoppiamenti insieme a lui… immaginavamo il suo corpo nudo in mezzo ai nostri per darci reciproco piacere… e quando ne parlavamo andavamo fuori di testa dall’eccitazione e raggiungevamo orgasmi travolgenti…

Avevamo deciso che non appena Marco avesse compiuto 18 anni avremmo sferrato il nostro attacco… la nostra esperienza ci aveva insegnato bene come sedurre un giovane… poi purtroppo l’incidente…”

“Già… maledetto incidente… comunque se ancora lo desideri potremmo riprendere noi due il discorso… capisco che insieme a tuo marito sarebbe stato diverso e più piacevole… ma, in questo caso, potremmo, come si dice, prendere due piccioni con una fava… oltre a piacevoli rapporti sessuali in tre, lo potremmo aiutare a uscire fuori dalla sua depressione… sono certo che la fica della mamma lo farebbe rinascere…”

Dio mio… già mi sentivo il cazzo di Marco nel culetto…

“Si, è vero, a questo non avevo pensato… spesso il sesso è un’ottima terapia… O.K., sono d’accordo… come pensi di fare?”

“Penso a tutto io, preparo un bel piano di seduzione… poi, ovviamente, serve la tua collaborazione… ma adesso ti faccio vedere una cosa… ti piace il mio televisore? Guarda…”

Su una parete della camera da letto di papà vi era un grande televisore al plasma… papà prese il telecomando e l’accese… poi prese un altro telecomando e spinse un tasto… dopo alcuni secondi sullo schermo apparve l’immagine del salone dove erano il divano e le poltrone…

“Ma papà… che significa…”

“Hai presente quel mobile che si trova nel salone sulla parete di fronte al divano e alle poltrone? Dentro vi è nascosta una telecamera che riprende ciò che avviene nel salone… con questo telecomando posso variare l’orientamento della telecamera e fare degli zoom e, ovviamente, posso registrare gli avvenimenti.

Io e tua madre lo usavamo spesso e ci piaceva molto… quando uno di noi due trovava qualcuno con cui divertirsi, l’altro poteva gustarsi la scena qui in camera da letto e, secondo la situazione, decidere o meno di unirsi alla coppia… ci sarà molto utile.
Tra qualche giorno mi toglieranno il gesso e finalmente potrò riprendere la vita normale. Di a Marco se mi viene a trovare che gli voglio parlare… tu ovviamente verrai prima e starai qui in camera da letto a sentire e vedere tutto, in modo da capire come dovrai comportarti di conseguenza con tuo figlio…”

Il pensiero di ciò che sarebbe potuto essere mi infondeva uno strano senso di eccitazione… già mi vedevo tra le braccia di mio figlio…

“Papà, non vedo l’ora… vado a casa e glielo dico subito…”

Lo baciai in bocca e mi rivestii… aiutai papà a mettersi in poltrona… dopo un po’ sarebbe tornato l’infermiere…

“Papà, io vado… se hai bisogno di qualche cosa chiamami…” e gli sorrisi.

Mi sorrise anche lui…

“Per oggi già mi hai dato tanto…”

Stavo per uscire quando mi richiamò.

“Olga, amore… da domani ricordati della pillola…”

Gli lanciai un bacetto…

“Non dubitarne… il vostro sperma lo voglio anche nella fica…” e accentuai il tono sulla parola “vostro”…

Continua


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