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Olga - 6


di bird2012
27.02.2014    |    38.667    |    2 9.6
"Sentivo che l’orgasmo stava arrivando: chiusi gli occhi, immaginai Marco che stava sborrando sul fazzoletto con l’intento di farmi vedere il suo sperma, vidi..."
OLGA

6 - IO E MIO FIGLIO

All’età di 18 anni mio figlio Marco lasciò il collegio e venne a vivere con me.
Lo avevo avuto all’età di 20 anni da un ragazzo che amavo molto, il quale, purtroppo, morì pochi mesi dopo in un incidente stradale.
Marco era un bel ragazzo e mi ricordava sempre suo padre.

La sua presenza in casa mi eccitava molto: pur avendo tanti amici e amiche con cui trascorrevo splendidi momenti di sesso, ho sempre abitato da sola.
La sua presenza, e ancor più il fatto di essere mio figlio, risvegliava tutta la libidine incestuosa che era in me.
Avevo fatto sesso con mia madre, mio padre, mio zio e mia nipote… ed ora avevo una gran voglia di farlo anche con mio figlio!

Quando lo andavo a trovare in collegio era solo mio figlio, ma adesso che viveva sotto il mio stesso tetto sentivo verso di lui una forte attrazione sessuale.
Spesso mi masturbavo pensando al suo cazzo: mi chiedevo come fosse fatto, in quanto non avevo mai avuto occasione di vederlo.

Quando faceva la doccia gli domandavo se potevo aiutarlo, sperando in cuor mio che acconsentisse, per poter avere finalmente la possibilità di vedere il suo uccello, ma lui rifiutava: ormai era grande e poteva fare da solo.

La mia libidine verso di lui crebbe ancor di più quando mi accorsi che approfittava di ogni occasione per fissarmi tra le cosce.
Quando ero seduta sul divano o sulla poltrona si sedeva di fronte a me e, facendo finta di leggere, mi fissava tra le gambe.
Io stavo al gioco: seguitavo il mio lavoro, ma accavallavo le gambe mostrandogli le cosce belle scoperte, poi tornavo lentamente nella posizione iniziale in modo tale da fargli vedere la patta delle mie mutandine.

Poi rimanevo con le cosce leggermente aperte per qualche minuto per poi ricominciare il gioco.
Quando la sera eravamo a tavola, uno di fronte all’altro, faceva sempre cadere qualcosa in terra per avere la scusa di chinarsi sotto il tavolo e potermi vedere le cosce.
Era la curiosità della sua adolescenza, voleva scoprire come era fatta una donna, ma cominciai a chiedermi se voleva vedere la fica di una donna o voleva vedere la “mia” fica: il pensiero che potesse essere quest’ultima eventualità mi faceva bagnare dal piacere.

Una mattina, come sempre, appena Marco uscì per andare a scuola, entrai nella sua stanza per rifare il letto.
Tolsi il cuscino e vidi un fazzoletto.
Lo presi per toglierlo e vidi che era pieno di un liquido biancastro: un brivido mi percorse la schiena.

Lo avvicinai al naso: l’inconfondibile acre odore dello sperma mi inebriò il cervello… Marco si masturbava e il suo succo era tra le mie mani.
Ne ero felice, stava diventando un uomo, stava conoscendo il piacere.
Mentre stavo pensando a tutto questo, all’improvviso realizzai e una forte eccitazione mi afferrò il ventre e la fica.

Marco sapeva che gli rifacevo il letto: perché aveva lasciato il fazzoletto pieno di sperma sotto il cuscino? La sua sborra era ancora calda: perché si era masturbato prima di uscire?
C’era una sola spiegazione che, peraltro, mi stava facendo bagnare la fica: Marco aveva lasciato appositamente il fazzoletto perché voleva che io sapessi che si masturbava, voleva farmi vedere il dolce prodotto della sua eccitazione.

Fui presa da un raptus erotico: cominciai a leccare la sborra che era nel fazzoletto per sentirne il sapore, poi mi sdraiai sul letto, allargai le cosce e cominciai a strofinarmi il fazzoletto con lo sperma di Marco sopra la fica che, come sempre, era scoperta, senza mutandine.
Tra le labbra, sul clitoride, sopra la vagina il suo sperma mi bagnava tutta.

Stavo impazzendo: mio figlio aveva voluto farmi vedere la sua sborra ed io la stavo utilizzando per masturbarmi la fica.
Il pensiero che quel liquido che mi stavo spalmando sulla fica fosse di mio figlio mi stava facendo venire come una cagna.

Mi strofinavo il fazzoletto tra le cosce con sempre più violenza.
Sentivo che l’orgasmo stava arrivando: chiusi gli occhi, immaginai Marco che stava sborrando sul fazzoletto con l’intento di farmi vedere il suo sperma, vidi la sborra che sprizzava abbondante dal suo cazzo.

Ero come inebetita… spinsi il fazzoletto, con tutta la sborra che conteneva, dentro la vagina: lo infilai tutto dentro, me ne riempii la fica e presi a martoriarmi il clitoride.
Immaginai che non fosse il fazzoletto, ma il suo cazzo a riempirmi la fica: non resistetti più… un tremendo orgasmo mi svuotò il ventre facendomi gridare il suo nome:

“Marco, figlio mio, sto venendoooo... ah... con la tua sborra nella mia fica!”

Rimasi un po’ di tempo quasi senza conoscenza, poi, piano piano, tornai in me.
Sorrisi, pensando a ciò che stavo per fare!
Andai nella mia camera da letto e mi infilai un paio di mutandine così da mantenermi dentro la fica il fazzoletto con la sua sborra! Per tutto il giorno sentii il fazzoletto dentro il mio ventre, che mi manteneva sempre vivo il desiderio.

La sera presi la mia decisione: lui mi aveva messo a conoscenza delle sue intimità, io gli avrei fatto vedere le mie… se desiderava tanto vedere la mia fica lo avrei accontentato.

Andai a tavola senza mutandine, con il fazzoletto sempre nella fica, e mi sedetti con le cosce aperte ed attesi eccitata che, come tutte le sere, si chinasse sotto il tavolo per raccogliere qualcosa.
Il che puntualmente avvenne: per un tempo interminabile rimase sotto il tavolo e quando si rialzò aveva il viso paonazzo… io seguitavo a mangiare, come se niente fosse.

Con il buio che c’era sotto il tavolo forse non aveva potuto vedermi bene la fica, ma sicuramente aveva visto che ero senza mutandine.
Era rimasto senza parole per quella visione inattesa, ma tanto desiderata, e per tutto il resto della cena continuò a guardarmi e a parlarmi con una espressione come trasognata: la visione della mia fica lo aveva certamente colpito.

Al termine della cena, mi misi seduta sul divano con le gambe un po’ aperte e finsi di vedere la televisione: Marco spense le luci del salotto lasciando la stanza in penombra e si sedette, come il solito, di fronte a me.
Nonostante la penombra, con la coda dell’occhio mi accorsi di ciò che stava facendo: fissando le mie cosce si era portato una mano sopra la patta dei pantaloni e, con movimenti impercettibili, si stava toccando il cazzo.

Guardando sempre lo schermo della televisione, con la scusa di mettermi più comoda allargai ancora di più le cosce… rimanemmo così un po’ di tempo finché Marco non si alzò dicendo che andava a letto poiché si sentiva stanco.
Le dissi che prima di andare a letto sarei andata, come ogni sera, a dargli la buona notte, ma lui rispose che non ce ne era bisogno in quanto si sarebbe addormentato subito.

La cosa mi sembrò strana in quanto era la prima volta che Marco rifiutava il bacio della buona notte: cosa mi nascondeva?
Rimasi a riflettere per un po’ di tempo, poi decisi che sarei andata in ogni caso nella sua stanza per salutarlo.
Bussai e, ancor prima di udire risposta, aprii la porta dicendo:

“Tesoro, sono venuta a salutarti.”

La scena che si presentò ai miei occhi mi mandò il sangue in testa.
Marco era disteso sul letto, completamente nudo… mi guardava fisso, come impaurito, con entrambe le mani sul cazzo nel tentativo di coprirlo, senza peraltro riuscirci: era talmente duro e grosso che riusciva a malapena a nascondere l’asta, ma la cappella spuntava fuori dalle dita, turgida e rossa.

La situazione era così eccitante che mi sentivo la fica in fiamme… ora capivo perché non voleva che fossi andata a salutarlo: voleva masturbarsi in santa pace!
Mi sedetti sul letto vicino a lui e sorrisi:

“Cosa c’è, tesoro? Non mi dirai che sei intimorito perché ti ho sorpreso nella tua intimità! È normale che i ragazzi si masturbino, non c’è niente di male: tutti da giovane lo abbiamo fatto e, posso dirti, conosco persone che lo fanno anche da grandi.”

Mentre dicevo questo pensavo a me, quando mi masturbavo oscenamente, sia da sola che in compagnia delle mie varie compagne di giochi lesbici. Continuai, sorridendo:

“Comunque, non puoi fermarti, devi terminare ciò che hai iniziato altrimenti potresti sentirti male: non si può rimanere eccitati senza godere.”

All’improvviso fui presa da una terribile eccitazione, la mia fica gocciava sborra che mi colava sulle cosce.
Mi avvicinai a lui, gli tolsi la mano sinistra da sopra il cazzo, che rimase imprigionato solo dalla sua mano destra, con la cappella gonfia che non cercava altro che schizzare fuori tutto il ben di Dio che conteneva, e cominciai a parlare a bassa voce, in maniera oscena, come piaceva a me:

“Dai, fai vedere alla tua mammina come ti accarezzi questo splendido uccello! Che tecnica preferisci? Lo impugni a piena mano e lo muovi lentamente, lo mantieni sempre scappellato o ti piace sentire la cappella nel palmo, preferisci sentirlo asciutto o è più gustoso sputarti sulla mano e bagnarlo tutto della tua saliva? E con l’altra mano che fai? Ti strizzi i capezzoli, ti accarezzi le palle o ti titilli il buchetto del culo?”

Era diventato paonazzo dall’eccitazione. Sempre fissandomi vidi che cominciava a stringere ritmicamente il cazzo ed ad allargare leggermente le cosce, ma si vedeva che era bloccato dalla mia presenza.
Posai la mia mano sulla sua coscia nuda e lo sentii fremere e lo vidi stringere ancora di più il cazzo.

“Perché sei così teso? Lasciati andare! Tra noi c’è sempre stata tanta confidenza. Dai, voglio aiutarti a metterti a tuo agio.”

Così dicendo presi il polso della mano che impugnava il cazzo e cominciai a muoverlo in su e in giù: stavo iniziando a fargli una sega con la sua stessa mano.
Cominciò ad allargare ancora di più le cosce.

“Dai, confessati con la tua mammina: quante volte te lo tocchi durante la settimana? Oppure lo fai tutti i giorni? Non mi dire che sei così porcello! E dimmi, quando te lo accarezzi con chi pensi di fare le maialate? Non mentire, ognuno quando si tocca sogna di fare delle porcate con qualcuno, è più arrapante! Talvolta persino con più di una persona!”

Anche adesso pensavo a me, quando chiavandomi con il mio magnifico cazzo di gomma nella fregna sognavo di essere posseduta da tre magnifici ragazzi dai poderosi cazzi che mi riempivano contemporaneamente fica, culo e bocca e sborravano insieme dentro di me, con mia grande goduria.

Mentre parlavo e pensavo avevo infilato la mano libera sotto la mia gonna e avevo iniziato a passare due dita su e giù fra le labbra della fica e sul clitoride: sentii un lembo del fazzoletto che usciva dalla fica… non nascondevo il mio movimento, ormai non capivo più nulla, volevo solo godere.

Mio figlio si accorse del movimento, non disse nulla, ma cominciò a passare il suo sguardo dal mio viso al mio ventre dove si intravedeva la mia mano muoversi, come per farmi capire che aveva compreso cosa stessi facendo.

Io seguitavo a muovere la sua mano intorno al cazzo: lui chiudeva gli occhi come in trance, poi fissava la sua mano sul cazzo manovrata da me, poi fissava i miei occhi e infine guardava il mio ventre e poi richiudeva gli occhi immaginando sicuramente cosa stesse accadendo sotto la mia gonna.
Ripresi a parlare, al colmo dell’eccitazione per la situazione altamente erotica che si era venuta a creare: madre e figlio che si masturbavano uno accanto all’altra.

“Allora, dimmi, tesoro, a chi pensi quando ti masturbi? A qualche attrice famosa o a qualche pornodiva che hai visto in qualche filmetto erotico? O a qualche signora del nostro palazzo che non desidererebbe altro che essere chiavata da un ragazzo con un bel cazzo come il tuo?”

Lui seguitava a tacere, mi fissava senza parlare.

“Dimmi, io la conosco? Quanti anni ha? Cosa sogni di fare con lei mentre ti accarezzi il cazzo? Un pompino? Ingoia il tuo seme o te lo risputa sul cazzo? O sogni di incularla mentre si masturba la fica come sto facendo io in questo momento sotto la gonna? Oppure... oppure pensi a me...alla mia fica...dimmelo...ti prego...”

Ero arrivata al limite, non mi controllavo più. Ma lui seguitava a tacere.
Stava diventando un tormento: mi toccavo la fica senza più ritegno; la gonna si alzava e si abbassava ad ogni colpo della mia mano.

“Dimmelo: è a me che pensi? Me ne sono accorta, sai, che non perdi occasione per fissarmi tra le cosce... sperando di vedere la mia fica! Desideri davvero tanto vedermela? E allora tieni... guardala... porco... guarda la fica di tua madre!”

Mi alzai la gonna fin sopra la pancia e allargai le cosce più che potevo: la mia fica era lì, davanti a lui, incorniciata dalle mie calze a rete che la rendevano ancora più eccitante, con un lembo del fazzoletto che usciva dalla vagina.

Marco prese a fissarla come ipnotizzato, sembrava che gli occhi gli uscissero dalle orbite: il suo cazzo ebbe un sobbalzo… non riusciva a staccare gli occhi da quello spettacolo.
Io ero andata letteralmente fuori di testa.

“Guardala, Marco... ti piace? Ti fa godere? Quante seghe gli hai dedicato? Lo so che ti masturbi, me lo hai fatto sapere lasciando il tuo fazzoletto pieno della tua sborrata: lo vedi, ne spunta un lembo dalla mia fica! Si, vedi bene, mi sono infilata quel fazzoletto nella vagina, lo tengo dentro da questa mattina! Pensa amore, adesso questo fazzoletto ha sia il sapore del tuo sperma che quello della mia fica: prendilo... tiralo fuori... ti prego!”

Marco titubava un po’… gli presi la mano libera e me la avvicinai alla fica.

“Dai, tiralo fuori... io intanto mi apro le labbra della fica!”

Marco prese il lembo del fazzoletto e cominciò a tirarlo fuori, lentamente: sentivo la stoffa che mi sfregava le pareti interne.
Con le mani tenevo la fica più aperta che potevo, sempre scosciata; lui fissava la mia carne rossa, con il cazzo sempre in mano, più duro che mai.
Il fazzoletto uscì tutto fuori, umido del suo sperma e dei miei liquori di godimento… la vagina rimase aperta, come una bocca in attesa di un bacio.

“Marco, ti prego, annusa il fazzoletto, senti l’odore della mia fica... è afrodisiaco! Ti piace l’odore della mia fica? Seguita a guardarmela, ma non mi hai risposto: a chi pensi mentre godi? Guarda il mio clitoride, duro come un cazzetto, e le mie labbra, i miei peli: a chi pensi? Ti prego... non farmi soffrire... chi è la donna a cui dedichi le tue sborrate?”

Lui seguitava a non rispondere… pensavo che saremmo venuti così, senza sentire alcuna sua parola; per cui dissi:

“Non mi vuoi rendere partecipe dei tuoi piaceri solitari! Allora godiamo ognuno per conto suo!”

Tolsi la mano dal suo polso e la portai al seno cominciando ad accarezzarlo e a stringere i capezzoli… lui rimase con la mano intorno al cazzo.
Io lo fissai con lo sguardo un po’ risentito per i suoi silenzi e presi a chiavarmi con le dita come una forsennata per godere al più presto.
Non so cosa fu: il mio sguardo, il timore del mio risentimento, chissà!
Fatto è che pose la sua mano sul mio ventre e strinse la mia mano fermandone il movimento sulla fica.

Con la mano stretta sulla mia, mi fissò, avvicinò la mano che stringeva il cazzo alla sua bocca, la riempì della sua saliva e la portò di nuovo sopra il cazzo, lo spalmò tutto con la saliva e cominciò a masturbarsi oscenamente per qualche attimo, lasciando sempre la cappella scoperta, poi esplose:

“Ma non hai capito: sei tu la donna con cui sogno di fare mille porcate… tu, mia madre! Tutte le mie sborrate sono dedicate alla tua fica, al tuo culo, alla tua bocca! Non trovavo il coraggio di dirtelo: chissà cosa avresti pensato, ma ora mi hai aiutato a tirare fuori il mio segreto.
Devi sapere che tuo figlio nei suoi sogni ti ha inculato mille volte, e mille volte ti ha sborrato sul viso e sulla lingua mentre tu raccoglievi lo sperma con la mano e lo leccavi o te lo spalmavi sulle labbra della fica.

Ti ho leccato la fica spalancata fino a farti pisciare dal godimento e tanto altro nei miei sogni! Ogni donna che vedo nei film o riviste porno ha il tuo viso: per notti intere mi sono toccato il cazzo chiedendomi come fosse la tua fica e ti ho sempre spiato tra le cosce per vederla!

Questa sera ho creduto di morire quando ti ho visto a cosce larghe senza mutandine! Mi sono sempre chiesto se anche nella tua fica potevano entrare tanti enormi cazzi, sia veri che finti, come vedevo nei film e quando sborro, nel momento in cui il mio sperma schizza fuori in tuo onore, ti chiamo e vorrei averti vicino! Come adesso, ad ammirare la tua fica mentre vengo… per te… mamma!”

Questa sua confessione mi fece trasalire: anche se nel mio subcosciente forse lo avevo sempre desiderato, in realtà non avrei mai immaginato di essere io, sua madre, la persona cui dedicava le sue sborrate.
Le sue parole aumentarono ancora di più la mia eccitazione: sapere che mi desiderava e che sognava di fare con me, con sua madre, porcate irripetibili, mi dettero una ulteriore spinta verso l’erotismo più osceno… lo fissai negli occhi e risposi alle sue parole:

“Figlio mio adorato, non puoi immaginare che effetto mi fanno le tue parole! Anche io ti ho sempre desiderato e da quello che hai detto dovresti essere un gran porcellone, proprio come la tua mammina. Da oggi tutto ciò che hai sognato diventerà realtà: siamo veramente fortunati, poter godere con il proprio figlio e con la propria madre in completa libertà, ogni volta ne abbiamo voglia. Ma adesso godiamo, non ce la faccio più! Ma dimmi: hai già fatto l’amore con una donna? Hai visto la sua fica?

“No, mamma, non sono stato mai con una donna; la fica l’ho vista solo sulle riviste o nei film erotici, ho goduto solo masturbandomi... e pensando a te!”

“Tesoro, che piacere mi dai dicendo questo! Pensa che bello: la prima fica che stai vedendo dal vivo è quella di tua madre! Non solo, ma anche la prima donna con cui farai l’amore sarà tua madre! Si tesoro, sarò io, tua madre, a sverginarti, a farti conoscere tutti i segreti del piacere e quando li avrai conosciuti ti farò godere con chi vuoi! Anzi, godremo sempre insieme con tanti altri, ma ogni porcata prima dovrai farla con me, tua madre... poi con gli altri! Ed ora guardala... questo è ciò che hai sempre sognato!”

Così dicendo mi tirai ancora più indietro con il busto, piegai le ginocchia e allargai oscenamente, più che potevo, le cosce e gli mostrai tutta la mia fica, circondata di peli neri, ma già abbastanza aperta dal godimento.
Poggiai le palme delle mani ai lati delle labbra e cominciai ad aprirla lentamente.

“Guardami ancora, tesoro: questa è la mia fica, la mia fregna, che ti farà tanto godere! Guarda quanto succo esce! Guarda il mio clitoride e le mie labbra: sapessi quante persone, uomini e donne, hanno sentito il sapore di questa fica, ma anche tu, figlio mio, lo sentirai! Guarda... la prima fica che vedi è la fica di tua madre!”

Marco seguitava a masturbarsi, con lo sguardo fisso tra le mie cosce, respirando a fatica. Era paonazzo dal godimento. Continuai.

“Ora ti farò vedere come mi piace godere da sola: ecco, prima mi masturbo il clitoride, poi mi strofino lo spacco della fica con le dita, infine mi infilo due dita nella vagina fino in fondo, fino a sentire la bocca dell’utero! Poi comincio a girarle, intorno alle pareti della vagina, poi comincio a chiavarmi su e giù: prima lentamente, poi sempre più veloce e mentre mi chiavo, con il pollice della stessa mano mi masturbo il clitoride... e godo... fino a sborrare! Adesso come prima volta seguitiamo a masturbarci e a guardarci. Questa sega e questo ditalino non ce lo scorderemo più.”

Così dicendo allargai tutte le cosce per fargli vedere bene cosa facessi e ripresi a chiavarmi con le due dita nella fica.
Lui mi imitò subito: sollevò le ginocchia, allargò le gambe e cominciò a masturbarsi con lo sguardo fisso tra le mie cosce.
Vedendolo in questa posizione allungai la mano libera e gli appuntai l’indice sul buchetto del culo e cominciai a titillarlo. Sobbalzò.

“Mammina, cosa fai? Come è bello! Che novità! Pensavo non fosse bene per gli uomini godere con il culo... ma adesso mi piace tanto... quanto godo!”

Sentendo il piacere che provava, cominciai a spingere lentamente, ma il buchetto era asciutto e il dito non entrava bene.
Lui volle subito contraccambiare e mi poggiò un dito sul buco del culo. Solo che il mio buco era tutto inumidito dal godimento che scivolava dalla fica, per cui bastò che alzassi un po’ il culo che il suo dito mi entrò tutto dentro.
Urlai.
“Bravo amore, inculiamoci con le dita mentre ci masturbiamo: dai.... dai... fammelo sentire! Fai su e giù... è bello, ma voglio di più, metticene due, non mi fanno male... sono abituata... così... bravo... dai... Dio Santo... fammeli sentire!”

Spronato dalle mie parole, mi aveva ficcato l’indice e il medio nel culo e mi inculava profondamente.

“Anche tu, mamma, ti prego, mi vergogno dirlo, ma ficcami anche tu il dito in culo... ma fa piano... così... è bello... ma ho paura... non vorrei diventare gay!”

“Non temere figlio mio, quando si gode non bisogna fare esclusioni: è bello godere anche con il culo per l’uomo! La bisessualita’ porta al godimento più completo: sapessi quante lesbicate ho fatto in vita mia... poi ti racconterò! Ora godiamo... dai... inculami forte e veloce! Dai, svelto... in fondo..... vengo... dai.. spingi... sborro... sborroooo!!!!... vengooo!!!!...”

Un orgasmo violento mi prese per tutto il corpo e cominciai a tremare mentre venivo, con le mie dita nella fica che sentivano il contatto delle dita di Marco nel mio culo.
All’improvviso vidi che anche lui accelerava il ritmo, il cazzo sembrava scoppiargli in mano, vidi che chiudeva gli occhi, aprì la bocca come per urlare e alzò il ventre: capii che stava venendo.

Mi sollevai e misi la mia bocca aperta sul suo cazzo appena in tempo per sentirmi inondare di sperma bollente fino in gola. Era così abbondante le sua sborra che uscì dalla mia bocca e colò sul suo cazzo. Lo imboccai e comincia a leccare tutto lo sperma che vi era sopra.

“Mammina mia... godo, sborro... leccami tutto lo sperma, fammi sentire la tua lingua che mi pulisce... raccogli lo sperma nella tua bocca... e poi, come nei miei sogni, baciami!”

Mi alzai con la bocca piena di sperma, mi avventai sulla sua bocca e ci sputai dentro la sborra: mi strinse a se, ricambiò il mio bacio e cominciammo un furioso lingua in bocca, con lo sperma che passava da una bocca all’altra.
Era stupendo: questa oscenità senza ritegno ci portò al parossismo del godimento e rimanemmo sfiniti e abbracciati bocca contro bocca per un po’ di tempo.

Ma il sapore e l’odore dello sperma che rimase sulle nostre bocche, sulle nostre labbra e sui nostri visi fu un potente afrodisiaco… l’eccitazione si stava impossessando di nuovo di me.
Eravamo abbracciati, mi strinsi ancora di più a lui e misi la mia mano sul suo cazzo: lo sentii vibrare... rimasi un po’ così e cominciai a pensare!

Mi ero masturbata davanti a centinaia di persone con mio grande godimento, essendo esibizionista per natura, ma averlo fatto davanti a mio figlio mi aveva dato un piacere immenso, senza uguali!

Mentre pensavo a tutto ciò avevo iniziato automaticamente a massaggiargli il cazzo che piano piano stava diventando di nuovo duro.
Marco si rivolse verso di me, mi mise una mano sulla fica, ancora tutta bagnata dal piacere, e fissandomi mi disse:

“Mammina, ho tanto goduto: forse è sbagliato ciò che stiamo facendo, fare del sesso tra madre e figlio, ma sento di non poterne fare a meno!”

Così dicendo avvicinò le sue labbra alle mie, mi strinse leggermente la fica, stretta che contraccambiai subito sul suo cazzo, e continuò:

“Sento di voler godere ancora con te: non voglio sapere se è male, voglio solo essere uno dei pochi che gode oscenamente insieme a sua madre... mi insegnerai tu a godere?”

“Si, tesoro, ti insegnerò cose di cui non immagini neanche l’esistenza ed altre le scopriremo insieme perché tante porcate non le ho provate ancora. E poi, per non farti sentire in colpa, devo confessarti una cosa: con te la storia della mia vita si ripete, perché anche io sono stata iniziata al sesso da mia madre... si... tua nonna!”

Spalancò gli occhi incredulo! L’eccitazione mi saliva sulla fica: cominciai a fargli una sega, allargai le cosce per farlo lavorare meglio tra la mia fica...
Continuai:

“Non essere sorpreso, hai capito bene, è stata mia madre ad iniziarmi ai piaceri del sesso! Mettimi un dito sul clitoride... si, bravo... li... muovilo, mentre ti masturbo il cazzo! Masturbiamoci reciprocamente mentre ti racconto come è accaduto!”

Gli raccontai la mia iniziazione, nei minimi particolari.
Durante tutto il racconto io e Marco avevamo continuato a masturbarci reciprocamente. Eravamo al colmo dell’eccitazione: la mia iniziazione con mia madre ci aveva portato al colmo della libidine.

“Adesso che hai sentito come sono stata iniziata ai piaceri del sesso, è arrivato il tuo momento... tocca a te: vienimi sopra... e chiava tua madre!”

Mi sdraiai, piegai le ginocchia e mi scoscia più che potevo. Marco mi venne sopra, mentre lo tenevo sempre per il cazzo.
Me lo strofinai un po’ lungo tutta la fica... tra le labbra... poi lo appuntai al centro della vagina e cominciai ad incitarlo.

“Dai... ficca tutto dentro... così... uhm... cazzo... dai... spingi e fotti...chiava... dai!”

Marco cominciò a chiavarmi prima lentamente, poi, quando il cazzo era quasi tutto dentro, iniziò a darmi un colpo secco da farmi sentire la punta del cazzo che sbatteva sull’utero e le palle che sbattevano sulla fica... un godimento da svenire!

“Bravo... mi piacciono questi colpi di cazzo! Chiavami, scopa tua madre, porco che non sei altro! Chiava la tua amata troia, la tua puttana! Dai... fammi sentire il tuo cazzo giovane che mi riempie tutta la fica! Baciami, leccami... i capezzoli... la bocca... il viso!”

Marco seguitava a chiavarmi come uno stallone e cominciò a leccami tutta, il seno, il viso, le ascelle. Poi, al colmo della libidine, cominciò a sputarmi la sua saliva sulle labbra: eravamo entrambi impazziti. Ad un tratto Marco gridò:

“Mammina, sto per venire!”

“Bravo, figlio mio, fottimi... sborrami dentro, nella fica di tua madre! Riempila tutta di sperma! Sborra! Anch’io sto sborrando: eccola... sento il tuo schizzo di sperma bollente riempirmi la fregna! Dai, seguita a chiavarmi, fammi sentire il rumore osceno dello sperma che fuoriesce dalla fica mentre mi chiavi! Fottimi ancora, dai... ancora!!!

Adesso svelto, vieni tra le mie cosce e leccami la fregna sporca della tua sborra: leccala e bevila, mentre io stringo la fica per farla riuscire fuori tutta! Lecca porcone, riempiti la bocca... bravo... adesso vieni e dammela ancora in bocca! Ecco, così... sputami in bocca la tua sborra... si, anche sul viso... tutto il tuo sperma... che mi hai schizzato nella ficaaa!!!”

Cademmo sfiniti, con ancora il sapore dello sperma sulle nostre bocche.
Dopo questo immenso godimento rimanemmo abbracciati; eravamo spossati ma sempre desiderosi l’uno dell’altro.

“Mammina, sono felice, i miei sogni sono diventati realtà: sento che non potrò fare a meno del tuo corpo e della tua libidine!”

“Non temere, tesoro, godremo tanto insieme, neanche immagini quanto io desideri fare delle porcate insieme a te, mio figlio: in vita mia ne ho fatte tante, ma ora le farò solo insieme a te! Anche se godrò con altre persone tu sarai sempre con me a partecipare al godimento... stringimi tesoro...”

“Mammina, ti amo! Senti, voglio sapere tutto di te, raccontami le tue avventure, mi eccita immaginare ciò che hai fatto e mi fa morire sapere quanto sei troia!”

“Tesoro, queste parole mi fanno bagnare di nuovo la fica, ma ora riposiamoci e domani sera ti racconterò la mia prima lesbicata con una amica...”

La sera dopo ci mettemmo seduti sul divano, vicini, abbracciati, nudi dalla vita in giù… gli raccontai sia di mia madre che di Martina e per tutto il racconto ci accarezzammo il cazzo e la fica.

“Questo racconto mi ha molto eccitato, mammina, il cazzo mi è diventato di nuovo duro, desidero molto vederti fare l’amore con un’altra donna, leccarla e farti leccare la fica, vedervi mentre vi baciate con le lingue in bocca...”

“Stai tranquillo, tesoro, ti farò assistere quanto prima ad una bella lesbicata!
Figlio mio, da oggi la nostra vita cambierà! Saremo due complici per coinvolgere nei nostri giochi sessuali tutti coloro che in qualche modo possono piacerci: ci aiuteremo a vicenda per dare sfogo ai nostri istinti più libertini. Con chi vogliamo iniziare? Hai qualche amichetto intimo con cui parli di fica?”

“Il mio amico più intimo lo conosci, è Franco, che viene spesso a casa nostra. So che si masturba spesso, come lui sa di me. Dorme nella stessa camera della sorella gemella e una volta mi ha confidato che quando vede la sorella mezza nuda che si scopre nel letto, si masturba follemente immaginando di fare tante porcate insieme a lei.”

“Bene, cominceremo da lui! Ti procurerò una rivista oscena con varie posizioni, tra cui anche tra uomini: dovrai convincerlo a imitare ciò che fanno gli uomini nelle foto, voglio vedere se sei all’altezza di condurre il gioco! Io di nascosto vedrò ogni cosa: se sarai bravo e riuscirai nel tuo intento lo trascineremo nei nostri giochi! E lo faremo in tre: pensa... due giovani con una donna esperta... sarà eccitantissimo!”


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