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Gay & Bisex

Aspettando te 1


di FRANK_1987
01.11.2020    |    8.429    |    5 8.2
"Mi solleva in aria le gambe e punta il suo obelisco verso la mia apertura che e' felice di accoglierlo ancora una volta andando a richiudersi come meglio può..."
Ritorno alla normalità?

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 1

Tornato in Italia, nel paese dove abito, vengo accolto dalla mia famiglia come se fossi stato in guerra. Sono tutti riuniti per darmi il benvenuto. Sono tutti felici e lo sono anche io. Abbraccio i miei nipoti e mi metto a piangere. Mi sembra di non essere stato via non un mese ma un anno. Mi sono mancati tantissimo. Anche Mario mi e' mancato, sebbene io abbia proseguito a scopare e farmi scopare da altre persone durante la mia villeggiatura. Lui non e' con noi a festeggiare il mio ritorno ma se non mi avesse tradito, magari la vacanza l'avremmo fatta insieme oppure non l'avrei fatta nemmeno io perché l'unico motivo che mi ha spinto a partire e' stato l'invito di zio Mariano che mi vedeva giù di morale per la fine della mia storia. Mi chiedo solamente se il mio ex abbia continuato a vedersi solamente con Malik o abbia incontrato altre persone come ho fatto io. Sicuramente sarà andata così, visto che mi tradiva contravvenendo al suo desiderio di ritornare ad essere monogami. Pensando questo, osservo mia sorella e Agostino, suo marito. Mi assale un sentimento di invidia perché lei può usufruire del cazzo di questo bellissimo ragazzo mentre io non posso avere ne' il suo e neanche quello di Mario. Allontanando questi pensieri, mi accorgo che Rafael e' l'unico a non essere presente a festeggiare il mio rientro. La cosa mi insospettisce un po' e mi avvicino a mia madre intenta ad imboccare il nipotino più piccolo.
"Mamma va tutto bene?"
"Si, certo. Perché me lo chiedi?"'
"Non ho visto Rafael. Non e' che durante la mia assenza, un'altra coppia e' scoppiata?", domando preoccupato
"No, non ci siamo lasciati. E' soltanto andato a prendere la torta"
"Ah meglio così perché altrimenti lo zio poteva ospitare anche te"
"Mi piacerebbe molto", mi risponde mia madre e noto sul suo viso un timido accenno di nostalgia pensando alla sua relazione extraconiugale avuta con il cognato mentre era ancora sposata con mio padre
Ho cinque nipoti: tre maschi e due femmine. Il più grande dei maschi ha 11anni e in lui cominciano ad emergere i primi impulsi sessuali. Mi domanda come siano le donne brasiliane ma poi si ricorda della mia omosessualità e cambia argomento. Vorrei dirgli che proprio omosessuale non sono, che mi piace fare anche sesso con le donne, sia per trasgressione che per voglia, ma non ho nessuna intenzione di traumatizzarlo. E’ in un’età delicata e non voglio che anche lui cresca come me, con la voglia di cazzo e che debba andare con una donna solo per trasgredire ma voglio che lo faccia come un “normale” eterosessuale che si rispetti. Non perché ci sia qualcosa di sbagliato ma perché non ho la minima intenzione di permettergli e augurargli di vivere un'adolescenza come l'ho vissuta io. Sono stato un tipo esuberante e spavaldo ma le frecciatine alle spalle, e non solo, hanno fatto male anche a me e mio nipote non deve affrontare tutto questo. Mentre lui torna a giocare con gli altri, squilla il campanello. La mamma va ad aprire ed entra Rafael con la torta in mano. E' talmente grande che deve allargare le braccia più che può ma più le allarga, più i suoi bicipiti si ingrossano e fuoriescono dalla maglietta a mezze maniche grigia. Ha il pizzetto leggermente più lungo del solito che sembra quello di un ebreo praticante e, insieme alle basette, inizia a tingersi di bianco trasformandosi in un favoloso DILF.
"Ti sei divertito in Brasile?"
"Si, tantissimo"
"Immagino. Trovarsi in Brasile e' come trovarsi in paradiso per le troiette come te", esclama Rafael
"Se fossi venuto con me, ti saresti divertito", gli rispondo
"Avrei scopato a destra e a manca. Donne, uomini, trans. Cazzo, che darei per scoparmene di nuovo una", sospira il mio patrigno "un giorno di questi dobbiamo uscire insieme. Tu le sai rimorchiare le donne col pisello. Ti va?", mi domanda arpionandomi il collo con una delle sue gigantesche mani
"Tutto bene?", chiede Agostino venuto a salvarmi
"Si, tutto bene", gli rispondo
"Stavamo facendo due chiacchiere", chiarisce l'argentino "stai attento perché a questo qua piace giocare con i suoi cognati", sbotta per poi andarsene
Tra me e Agostino c'e' un attimo di imbarazzo. Non perché lui non sa nulla, anzi sa proprio tutto, ma perché tempo fa ho cercato di sedurlo afferrando il suo cazzone da 24cm attraverso l’indumento dopo averlo visto di nascosto in una foto inviata a mia sorella. Agostino, senza dire una parola, si allontana. Il caldo afoso di Luglio mi costringe ad uscire in terrazzo. Il sole sta quasi tramontando e decidiamo di andare a mangiare una pizza tutti insieme. La pizzeria viene scelta da Rafael anche se io non posso oppormi. Lo fa perché il locale si trova a pochi metri dal ristorante-albergo dove lavora Mario. In questo modo vuole che io lo veda, anche solo di sfuggita attraverso il finestrino della macchina. E così succede. Sta servendo dei clienti seduti ad un tavolino all'esterno, indossando la sua magnifica divisa nera da cameriere. Dico magnifica, perché mi ha sempre fatto un certo effetto anche quando lo usavo solamente per scaricarmi i coglioni all'interno del bagno del locale di suo zio. Mi viene un groppo alla gola e il cuore inizia a battermi forte. Sono i chiari segnali di chi ama ancora una persona ma dopo un po’ queste sensazioni svaniscono perché mi ricordo che lui non le ricambia più. Dopo aver ordinato la pizza e averla mangiata, a causa delle due birre che ho già bevuto, mi sovviene un bisognino. Vado nella toilette svuotando la vescica e quando mi avvicino al lavandino, mi trovo Rafael davanti.
"Ci ritroviamo nello stesso posto un'altra volta"
"Cosa?", gli domando ignaro
"Ti ricordi che la prima volta che me l'hai succhiato e' successo nel bagno di un ristorante?", mi dice ma io avevo già intuito qualcosina "durante il matrimonio di tua sorella e Pedro. Avevi una bocca fantastica", prosegue passandomi un dito sulle labbra "hai ingoiato tutto come se fosse latte"
"Dove vuoi andare a parare?", gli chiedo
"Da quella volta non l'abbiamo più fatto in un posto simile. Vogliamo riprovarci?", fa Rafael facendomi venire su un'erezione
"No, non voglio", faccio allontanandomi
"Dove credi di andare?", fa lui interponendosi sul mio cammino ma la porta del bagno si apre all'improvviso facendo entrare un cliente
L'uomo ci guarda un po' spaesato, avrà capito che tra di noi c'e' stato o poteva esserci qualcosa di sessuale, e poi va nella sua cabina bagno chiudendosi la porta alle spalle. Rafael mi sorride sornione e se ne va. Il mio cuore batte all'impazzata nel petto. Nuovamente. Sembra davvero di essere andato indietro nel tempo quando lo vidi per la prima volta a casa di Pedro e svenni per la sua bellezza. Cerco di calmarmi, mi bagno la faccia cercando di togliermi il rossore sulle guance e ritorno nella sala dove finisco la pizza ma non in santa pace perché il mio patrigno non fa altro che stuzzicarmi con espressioni da porco. Ma io non sono di certo un santarellino e gioco con la mozzarella della pizza facendogli capire che, in questo modo, vorrei giocare con il suo sperma.
"Giulio, mi aiuti a sistemare questa roba?", mi chiede mamma
"Cos'e'?"
"Fra due settimane arrivano i genitori di Rafael e voglio che trovino le cose a posto"
"I genitori adottivi, vorresti dire", preciso io
"Beh, si certo ma non fa nessuna differenza. Elvira non sarà la vera madre di Rafael ma di sicuro e' una vera suocera", mi risponde mia madre sottolineando la crudeltà tipica delle suocere e anche della sua
"Io ne avevo trovato una bravissima ma il destino mi ha giocato un brutto scherzo", asserisco ricevendo uno sguardo materno compassionevole
"Potresti chiedere a Rafael di farti lavorare nella sua azienda"
"Per averlo tutto il giorno tra i piedi? No, grazie. Già mi basta vederlo a casa tutti i giorni figuriamoci al lavoro"
"Temi che lui possa...", fa mamma Rachele riferendosi a qualche tentativo di seduzione
Io cerco di sviare il discorso non affermando tutto ciò ed evitando di dirle che suo marito qualche giorno fa ha cercato di farsi spompinare in uno squallido bagno di una pizzeria proprio lo stesso giorno del mio ritorno dal Brasile. Durante un pomeriggio veramente torrido, prima che le ore più calde della giornata volgano al termine, mi siedo in salotto a guardare la tv apprezzando la lingua italiana proveniente dalla scatola nonostante, nel salotto televisivo, la pace tra gli ospiti in studio non regna sovrana. Lo scatto della serratura mi fa spaventare ma non sono i ladri, e' solo Rafael che e’ appena tornato. Indossa una camicia bianca, un pantalone classico nero e la giacca, sorretta dall'indice, anch'essa nera. Gli occhiali da sole poggiati sui capelli vengono successivamente riposti su un mobiletto così come il suo Rolex d'oro. Cammina verso di me senza dire una parola ma emette un sospiro di sollievo quando si siede sul divano a gambe aperte. Stranamente non fa nessun gesto per sedurmi e di questo me ne rammarico. Si prende di prepotenza il telecomando e comincia a fare zapping. Io lo guardo attentamente soffermandomi sul pizzetto lungo che vorrei tanto farglielo usare per solleticarmi le chiappette. Se potessero emettere dei raggi x, i miei occhi avrebbero scrutato ogni particolare sotto ai suoi vestiti.
"Hai una macchia di sudore", gli dico rompendo il silenzio della stanza
"Dove?", mi chiede
"Qua", gli indico sulla mia maglietta per fargli capire che e' sudato in corrispondenza dei suoi pettorali
"Merda. Oggi fa davvero caldo", fa Rafael muovendo la sua camicia che qualche volta si attacca alla pelle diventando trasparente
"Se vuoi posso leccarti via quel sudore", dico anche se credevo di averlo solo pensato
Rafael mi guarda esterrefatto. Non credeva a tanta mia sfacciataggine dopo averlo rifiutato ma poi mi prende per la nuca e mi avvicina alla sua camicia poggiandosela ancora di più sulla pelle bagnandola maggiormente di sudore. Con la lingua, cerco di detergerlo ma e' chiaro che si tratta di un controsenso. Il mio organo gustativo non fa che allargare la macchia creando quella sensazione di vedo-non vedo intorno ai capezzoli che vengono stimolati da me attraverso il tessuto del suo indumento. Rafael mi afferra per la nuca e per il mento facendomi aprire la bocca così la mia lingua penzola fuori come quella di un cagnolino e lui può adagiare la sua contro la mia iniziando a limonare dentro le fauci del suo figliastro. Erano anni che non succedeva una cosa simile. Credevo che tutte le relazioni incestuose avute in passato appartenevano appunto al passato. Non so che cosa abbia spinto Rafael a comportarsi in questo modo. Astinenza sessuale? Poco importa, ma se non fa sesso da diverso tempo, sono sicuro che si comporterà a letto da vero porco.
"Da quanto tempo aspettavi questo momento?", mi chiede
"Veramente non ci pensavo più. Credevo che con la mamma avessi raggiunto quella pace sessuale che tutti cercano", gli rispondo
"Con Rachele si ma anche con tutti gli altri uomini, donne e trans e chiunque abbia un buco. Ed ora voglio raggiungerla anche con te", risponde Rafael
Il mio patrigno si alza dal divano, mi afferra per un braccio e mi strattona facendomi cadere a terra con le ginocchia. Per tutto il percorso del corridoio, le sue dita mi stringono forte il bicipite destro facendomi male. Arrivati davanti alla camera da letto, dà un calcio alla porta socchiusa aprendola e la maniglia urta contro il termosifone provocando uno stridente rumore mentre lui mi fa inginocchiare sul tappeto, armeggia alla patta sbottonandola, si tira fuori i 23cm di cazzo equino e me li sbatte prima sulla faccia e poi li fa entrare di prepotenza nella mia bocca. La sua mano sinistra tatuata si poggia sulla mia testa muovendola su e giù contro la sua asta. Per un attimo smetto di succhiarlo e mi tolgo la maglietta. Anche Rafael ne approfitta per togliersi la giacca mostrandomi i peli sul petto tutti bagnati di sudore e appiccicati l'uno all'altro. Proseguo a succhiargli il bastone leccandogli le palle fino a risalire lungo la cappella giocando con il buco dell'uretra per poi dargli nuovamente la possibilità di scoparmi le fauci. Prendendomi per le ascelle mi fa alzare e ci baciamo. Le mie mani massaggiano un corpo che non toccavano da tanti anni partendo dall'inguine fino a risalire lungo le scapole permettendo ai suoi peli di intrecciarsi tra le mie dita. Poi, le mani bagnate dalle secrezioni dei suoi pori toracici, me le strofino in faccia gustandomi ogni odore che esce dal suo corpo.
"Adesso ti scopo, brutta vacca"
"Si, ho il buco che mi pulsa"
"Ma tieni lontano quel coso da me", fa Rafael riferendosi al mio cazzo in tiro che e' venuto fuori togliendomi i pantaloni
"Sono pronto", gli dico mettendomi a pecorina sul letto
Il marito di mia madre sale sul materasso e prima da una strofinata alle mie chiappette con il suo membro poi una copiosa sputata centra il buchetto e successivamente sono di nuovo pieno del suo cazzo argentino. La prima volta che abbiamo scopato e' successo nel suo ufficio, sulla scrivania, durante la sua pausa pranzo. Da allora e' passato molto tempo e sono felice di averlo rifatto proprio nel loro letto. Rafael spinge il suo bestione contro il mio culo poggiandomi le mani sul coccige. Io sporgo il mio didietro verso di lui per fargli capire quanto desideri essere trombato ma anche per aprirmi per bene, per far entrare altri centimetri di minchia dentro di me. Sono anni che non mi scopa, ora permettete che me lo gusti al meglio? E non mi importa se in questo lasso di tempo abbia chiavato con ogni esponente di qualsiasi sesso. Il sudamericano mi mette una mano intorno al collo ma da dietro per favorire lo spostamento di peso che ha dovuto sostenere quando si sono aperto per lui. Mi scopa freneticamente, come se non avesse aspettato altro nella sua vita, come se fosse la nostra prima volta o semplicemente perché il suo sangue caliente gli permette di trasformarsi in un animale delle Pampas. Io, invece, mi sego con la mano destra mentre uso la sinistra per aggrapparmi al lenzuolo e non finire con la faccia sul materasso, sebbene quest'ultimo sia morbidissimo.
"Avevo dimenticato che culo bellissimo che hai. Meglio di quello di tua madre"
"Scopami, maiale, scopami", lo incito
"Ti piacerebbe scoparti di nuovo tua madre? Magari questa volta le fai il culo", mi dice Rafael facendomi eccitare ancora di più costringendomi a lasciare andare il mio cazzo se no avrei già sborrato al solo pensiero
Mentre Rafael mi scopa, mi accarezza la schiena con le sue grandi mani facendomi venire i brividi perché mai avrei immaginato che una cosa del genere potesse di nuovo capitare. Quando ero fidanzato con Mario, ho scopato con diverse persone ma con lui no e questo mi rattrista e rallegra allo stesso momento perché posso recuperare il tempo perso. Ora sono nel letto dove dorme e scopa con la mamma intento a prendere nel culo il suo meraviglioso cazzo venoso mentre il mio urta contro le lenzuola macchiandole di presperma. Rafael esce dal mio ano e io mi distendo un attimo per riprendere fiato e cercare di chiudere il buchetto che rimane aperto sempre di più alla fine di una scopata. Ma non siamo ancora arrivati all'epilogo e credo proprio che il mio patrigno abuserà di me come meglio crede. Mi fa posizionare a pancia in su mentre la macchia prespermatica che ho precedentemente lasciato sul tessuto del letto, mi procura una leggera sensazione di freschezza sulla chiappa destra e man mano si propaga per tutto il corpo abbassandomi la temperatura che il caldo ma soprattutto la presenza di Rafael nudo davanti a me, avevano innalzato. Mi solleva in aria le gambe e punta il suo obelisco verso la mia apertura che e' felice di accoglierlo ancora una volta andando a richiudersi come meglio può intorno alla cappella e a metà dell'asta. Si poggia con le mani sul materasso e inizia a spingere.
"Non mi hai ancora raccontato quello che hai fatto in Brasile", mi dice
"Ho scopato", gli rispondo
"Con chi? Voglio saperlo"
"Con degli stalloni dai lunghi e grossi cazzi"
"Come il mio?", mi domanda
"Di più"
"Sei una lurida troia", mi schernisce dandomi uno schiaffo mentre io lo guardo accennando un ghigno malefico sul viso perché ho urtato volontariamente la sua virilità
"Se ti impegni ancora di più magari potrai lasciarmi anche tu un bel ricordo"
"Ok, te la sei cercata", mi risponde spingendo malvagiamente tutta la sua nerchia dentro di me facendo si che le sue palle tocchino le mie natiche facendomi aprire la bocca e spalancare gli occhi ma non dal dolore ma dalla meraviglia di averlo preso tutto "vedo che ho raggiunto il mio obiettivo", continua
"Cazzo si", faccio io mentre tengo sollevate le mie gambe e il cazzo mi oscilla sull'addome come un tergicristallo bagnandomi la pelle
Lascio andare le mie gambe ed e' Rafael che me le tiene aperte in modo che il suo membro faccia dentro e fuori dal mio deretano. Prendo il mio cazzo in mano e mi sporco di liquido prespermatico che lecco via lasciando una bava appiccicosa sulle dita e successivamente anche sui bicipiti di Rafael che al tatto mi sembrano due rocce così come i suoi pettorali tatuati i cui capezzoli strizzo con il pollice e l'indice per poterlo eccitare maggiormente. Gli faccio cenno di abbassarsi su di me e quando lui lo fa, possiamo intrecciare le lingue nelle bocche mentre il suo pizzetto, che mi ricorda anche la barba dei faraoni egiziani, mi stimola il mento. Si solleva e prosegue a trombarmi mentre osservo un rivolo di sudore più consistente degli altri scendergli lungo lo sterno percorrendo gli addominali per poi disperdersi tra i peli pubici. Prendo in mano il mio pene iniziando a masturbarmi per poi sborrare. Il primo schizzo mi finisce all'altezza della scapola sinistra, il secondo sul pettorale corrispondente e gli altri sull'addome fin sotto l'ombelico. Rafael li sparge lungo il mio torace come se fossero i fanghi usati alle terme per darmi sollievo. Mi darebbe più sollievo avere anche il suo sperma sparso addosso per poterlo assaporare per l'ennesima volta ma ancora mi sta scopando. Dopo tutto, e’ da un po’ di tempo che non lo fa e vuole approfittarne al meglio o anche per non fare brutta figura per l’avanzamento dell’età.
"Chissà tuo zio quante volte si e' divertito con il tuo culo"
"Veramente solo una", preciso io
"Solo una? In un mese? Se fossi rimasto qui ti avrei aiutato io a superare la fine della tua storia con Mario", mi risponde Rafael mentre ancora ficca spietato il suo enorme membro in me “avresti dimenticato il suo cazzo grazie al mio”, specifica
Quando Rafael smette di scoparmi, prende il suo cazzo in mano e inizia a segarsi. Io lo accarezzo dappertutto come se non aspettassi altro, come se questo momento fosse l'ultimo ed io voglia ricordare ogni frammento di quello che sto vivendo. Sicuramente non e' così. Sono più che certo che aver dato di nuovo il culo al mio patrigno, significherà farmi scopare più e più volte. Con le mani sporche del mio seme, tocco Rafael in ogni parte del suo maestoso corpo mentre lui continua a masturbarsi ma poi si avvicina alla mia faccia e inizia a schizzare all'impazzita tutto il seme su di me. Prima che inizi a liquefarsi, lo raccolgo con le dita e me le lecco. Lui arretra per poggiarsi con la schiena contro la spalliera del letto. Io mi alzo e mi avvicino gattonando a lui sdraiandomi sulle lenzuola poggiando la testa in corrispondenza del suo inguine sporco e puzzolente di saliva, sudore e sperma. Ogni volta che lo osservo, gli occhi mi fanno notare il gonfiarsi e sgonfiarsi dei suoi pettorali sudati. Gli massaggio l'interno della coscia come se fossi sua moglie soddisfatta della sua performance sessuale. E lo sono davvero. Oppure sono un amante e per questo voglio di più. Voglio altro da lui e questa cosa non può di certo darmela nel letto ma dovremmo raggiungere un'altra parte della stanza. Magari più intima della camera da letto. Lui capisce cosa desidero e mi sorride sornione mentre mi accarezza i capelli ormai madidi.
"Vuoi che ti pisci addosso?", mi chiede
"Mi piacerebbe moltissimo"
"Non possiamo, tra un po' arriva tua madre"
"E allora? Lei sa già quello che c'e' stato tra di noi. Rimarrà un po' sconvolta per vederci di nuovo insieme ma capirà"
"No, dobbiamo pulire tutto e cambiare le lenzuola"
"E poi andiamo in bagno"
"Non ho bevuto abbastanza"
"Vai a bere una birra"
"Impiegherei del tempo per caricare la vescica, tempo che non abbiamo. Rachele sta per tornare", mi ricorda ancora
"E beh? Ti ricordi di quando l'abbiamo scopata insieme proprio in questo letto? Mi hai praticamente costretto e lei non ha detto nulla. Mi ha lasciato fare. Secondo te si scandalizzerebbe se ci vedesse nella doccia insieme?"
"Ho detto smettila", fa Rafael mentre si alza dal letto
Con il broncio, lo osservo mentre scende dal materasso. Le sue chiappe muscolose vengono strizzate dall'andatura fiera e le spalle si muovono seguendo il movimento che le gambe trasmettono verso l'alto attraversando i fianchi. Non importa. Ci saranno altre occasioni per assaggiare il suo delizioso piscio. Ha ragione che non abbiamo tanto tempo e poi farsi scoprire dalla mamma non sarebbe stato divertente. Lo e' ancora di più usufruire del cazzo del marito di nascosto ogni qualvolta che lei si reca a fare shopping con le sue amiche o mentre si trova a lavoro per dare da mangiare al figlio che hanno avuto insieme. Mi alzo ed aspetto il mio turno per fare la doccia.
"Chi ha cambiato le lenzuola?", chiede mamma mentre io e Rafael ci guardiamo seduti al tavolo della cucina e ridiamo
Non credo abbia capito qualcosa. Questa volta l'abbiamo scampata, la prossima mi sa di no.

FINE CAPITOLO 1

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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