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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 14 - Vacanza Brasiliana 1


di FRANK_1987
16.07.2018    |    8.722    |    9 8.7
"Non riesco proprio a capire cosa possa aver portato quel ragazzo così bello, un po’ sempliciotto ma buono, con la faccia da bravo ragazzo a desiderare questa..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): in questo capitolo non c’e’ nessuna scopata, ma soltanto delle allusioni a cose che accadranno in futuro. E’ solo un capitolo di preparazione per il prossimo.

Una vacanza rigenerante

CAPITOLO 14

Un giorno di Luglio, io e Kai, dopo che lo zio ci aveva inviato i biglietti per una vacanza in Brasile, partiamo. Alla stazione dei treni vengono a salutarci mamma con il suo nuovo fidanzato, un moro 20enne giardiniere tutto muscoli, papà con il suo amico go-go boy e nonno Ugo con il suo giocattolino, il fratello della nostra ex coinquilina. Raggiungiamo Roma con il treno e da Roma voliamo in Brasile in prima classe. Partiamo dall’aeroporto di Fiumicino per intraprendere un volo di 12ore. Durante il viaggio non ci mancano di certo i confort e le hostess ci offrono tutto quello di cui una persona può avere quando ha i soldi per viaggiare.
“Vedrai che questo viaggio ti farà dimenticare quello che hai subito”, mi consola Kai
“Ne dubito ma almeno mi aiuterà a sopportare il dolore ancora di più”
Kai si china su di me e mi bacia. Mentre ci baciamo, noto che il signore che sta seduto al posto di fronte a quello di Kai diviso dal corridoio, ci sta guardando. E’ un bel signore distinto sui 40anni, con i capelli neri corti e un po’ ondulati sulla sommità della testa, le tempie brizzolate così come i peli del mento mentre il resto dei capelli, della barba e i baffi sono di un nero corvino che fanno risaltare il colore verde degli occhi. E’ vestito con un abito blu scuro a strisce nere, una camicia bianca, la cravatta nera e la cintura marrone abbinata ai mocassini. Quando smetto di baciare Kai e guardo il tipo, lui devia lo sguardo e grattandosi la barba mi mostra un’enorme fede nuziale al dito. Stare 12ore seduti senza far niente e’ davvero deprimente per due persone come me e Kai quindi il mio ragazzo decide di ascoltare della musica e io di collegarmi alla rete wi-fi e chattare un po’. Trovo delle foto oscene di alcuni ventenni davvero niente male alcuni che mostrano il cazzo altri il culo, mi eccito e inizio a toccarmi da sopra il pantalone a pinocchietto. Con la coda dell’occhio, vedo che il signore sposato si aggiusta un calzino ed ha il suo sguardo rivolto verso di me. Io gli faccio capire di averlo visto e continuo a massaggiarmi il cazzo duro mostrandogli la sua forma ma il tizio si solleva e si risiede composto sul suo sedile. Io invece continuo come se nulla fosse anche se sono un po’ distratto dall’arrivo delle hostess che potrebbero additarmi come maniaco sessuale e denunciarmi per atti osceni in luogo pubblico.
“Ehi”, mi sento dire ad un tratto, mi volto ed e’ il signore sposato
“Ciao” gli faccio
“Sono Carmine”
“Giulio”, gli rispondo
“Cosa stai guardando?”
Gli mostro il cellulare dove sto guardando un video di un giovane ragazzo che si sta facendo inculare da un uomo più grande di lui.
“Si nu ricchiune”, mi fa tradendo il suo italiano spiccato usato per approcciarsi con me facendomi capire di essere un napoletano
“Qualche problema?”, gli domando seccato
“No, no, nun cce sta nisciunu prublema”, amo il suo accento ma la sua arroganza di aver svelato il mio orientamento sessuale, anche se gli altri con i miei atteggiamenti lo avevano già capito, mi fa arrabbiare e ritorno a nascondermi dietro Kai che tiene gli occhi chiusi mentre ascolta la musica o sta addirittura dormendo.
“Ehi”, mi fa di nuovo il tizio tenendosi una mano sul pacco “ti va?”
Esito un attimo guardando il mio fidanzato ma capendo che sta dormendo, faccio cenno di si al signore che si alza e va verso il bagno. Io aspetto un minuto per non dare nell’occhio, mi alzo ed entro anche io nella toilette chiudendo a chiave. Carmine mi bacia con passione solleticandomi il mento con la sua barba.
“Me sta faciennu ‘mpazzì”, mi dice abbassandomi in corrispondenza del suo pacco
Io gli metto subito le mani addosso, gli sbottono la patta, gli calo i boxer e ne viene fuori un cazzo non molto lungo, sui 16cm, ma grosso alla base fino ad affusolarsi, ma non esageratamente, una volta raggiunta la cappella. Carmine mi mette una mano sulla nuca e mi avvicina la bocca al suo cazzo, io spalanco le mie fauci e me lo ficco tutto dentro. Non appena entra la cappella posso respirare ma quando me lo ficca in bocca fino a raggiungere le palle, ho come la sensazione che i bordi della mia cavità orale si stiano per lacerare. Carmine mi ficca il suo cazzo in bocca tenendomi per la nuca mentre con l’altra mano mi accarezza il mento e la guancia sentendo la sua fede nuziale strofinare contro la mia barba.
“Hai una bocca bellissima”, mi fa ritornando a parlare in italiano ma senza farmi notare il suo dialetto locale segno che deve essere una persona molto influente che sa parlare benissimo e ha seguito sicuramente alcuni corsi di dizione “non so che cosa mi hai fatto, ma non ho saputo resistere”
Siamo in bagno da un po’ di tempo ormai e anche se nessuno e’ ancora venuto a reclamare per eventuali bisogni corporali, potrebbe succedere da un momento all’altro, quindi estraggo tutto il suo cazzo dalla mia bocca e inizio a succhiargli solo la cappella e mezza asta portandolo a sborrare nella mia boccuccia. Non e’ molta per fortuna così posso mandarla giù nel mio stomaco famelico senza sporcarmi la maglia.
“Non mi era mai capitata una cosa del genere”, mi confessa
“Non sei mai stato con un uomo?”
“No, tu sei il primo” continua confidandosi con me mentre si ricompone “ma che cos’hai di tanto speciale?
Vorrei rispondergli ma mi da uno schiaffetto sulla guancia, apre la porta del bagno e se ne va. Dopo un po’ esco anche io e mi siedo accanto a Kai che si e’ svegliato smettendo di ascoltare la musica.
“Cosa avete fatto tu e quel bonazzo?”
“Niente, cosa avremmo dovuto fare?
“Siete stai dieci minuti nel bagno”, mi fa notare il mio ragazzo
“Non e’ vero. Prima e’ entrato lui e poi io e dopo abbiamo parlato, per questo abbiamo tardato”
“Allora perché c’hai l’alito che ti puzza di sborra?”, mi ha scoperto
“Ok, gli ho fatto un pompino sei contento?”
“Non siamo tornati di nuovo insieme per farmi trattare ancora come mi hai trattato in precedenza”, mi dice facendo un respiro profondo “se proprio devi tradirmi almeno dimmelo, così non sembrerà un vero e’ proprio tradimento. So quanto ti piace il cazzo, forse anche più di me, quindi allora ti do il permesso di sfogare i tuoi istinti con gli altri ma almeno confessami quello che fai senza lasciarmi all’oscuro di tutto”
Dico a Kai che anche lui, se vuole, può andare con altri ragazzi ma lui mi dice che dopo avermi desiderato tanto, ora ha tutto quello che vuole. Amo questo ragazzo e me lo bacio con passione mentre Carmine ci guarda ed io ricambio lo sguardo con arroganza. Dopo un volo che sembra non finire mai, arriviamo a Rio de Janeiro che e’ ormai tardo pomeriggio in città. Arrivati all’aeroporto Internazionale di Rio de Janeiro-Galeão, io e Kai ci dirigiamo verso il punto di incontro con lo zio Mariano mentre Carmine riabbraccia sua moglie, la figlia sicuramente già maggiorenne e un ragazzo di 14-15anni, l’altro figlio. Usciti dall’aeroporto troviamo zio Mariano ad attenderci. E’ bellissimo come il sole. I suoi capelli gellati e la barba incolta fanno da cornice ad un vero stallone. Naturalmente Kai rimane subito affascinato da lui tanto da doverlo presentare io perché non riesce a proferire parola. Mariano ci porta subito a casa sua, un attico di super lusso con vista sulla spiaggia di Copacabana in uno dei grattacieli più belli della città. Mi racconta di aver fatto fortuna con la sua palestra e di averne aperte altre in città e nei dintorni diventando una persona molto ricca riscattandosi da un passato non certo roseo. Mentre parliamo della sua vita lavorativa, arriva la sua donna, o meglio, la sua transessuale. Cecilia, all’anagrafe Carlos Francisco Nazareno da Silva, e’ di una bellezza e femminilità che in poche donne avevo visto. Nessuno direbbe che e’ una transessuale, non ha per niente esagerato nella sua trasformazione fisica e facciale come accade per la maggior parte delle transessuali. Indossa un vestito trasparente rosso mono-spalla lasciando intravedere il suo intimo nero.
“Oi pessoal, você está bem?”, ci domanda in portoghese
“Vi sta domandando come state”, ci traduce simultaneamente zio Mariano
“All right, thank you”, rispondiamo quasi in coro io e Kai in inglese, la lingua più diffusa al mondo
Lei sembra capire e accenna un sorriso. Zio Mariano chiede a Kai e Cecilia di lasciarci da soli perché dobbiamo parlare allora il mio fidanzato prende sottobraccio la mia zia acquisita e le chiede in inglese di delucidarlo sulla movida brasiliana. Lei naturalmente parte a raffica spiegandogli dove trovare il divertimento in città usando un inglese dallo spiccato accento natio. Lo zio si siede accanto a me e mi da il permesso di dare libero sfogo ai miei sentimenti. Gli racconto tutto quello che mi e’ successo da quando era venuto in vacanza l’estate prima fino a qualche mese fa, gli racconto di Sofia, del bambino che ho perso e mentre io piango, lui mi stringe a se. Io mi metto a cavalcioni su di lui mentre sento i suoi bicipiti gonfi che stringono lespalle e le mie braccia come un boa constrictor ma non osa andare più in là, capisce che non e’ il momento e anche se mi sono seduto su di lui, e’ soltanto perché avevo bisogno di affetto, del suo in particolare dato che e’ il mio unico parente lì presente. Dopo aver cenato, zio e Cecilia ci invitano a uscire con loro ma siamo troppo stanchi per il viaggio affrontato e il jet lag inizia a farsi sentire quindi decidiamo di rimanere a casa e di goderci le meraviglie di Rio il giorno dopo. La mattina mi sveglio in un letto diverso dal mio, in una città lontana chilometri dalla mia patria e senza aver nessuno accanto. Mi alzo dal letto con un’erezione mattutina incredibile, il mio cazzo di 19cm e’ tutto verso destra e un po’ piegato in avanti tant’e’ che mi tira il boxer nero a righe rosse. Esco dalla mia stanza e trovo Cecilia di spalle intenta ad eseguire degli esercizi ginnici con il suggerimento di un’istruttrice televisiva.
“Bom dia”, dico facendo girare Cecilia che mi saluta con un largo sorriso e poi i suoi occhi finiscono sul mio cazzo
“Bom dia para voce”, dice riferendosi sia a me che al mio membro ancora in erezione
Io me lo strizzo un po’ mentre mi gratto la testa imbarazzato e mentre lei si lecca le labbra e torna a fare ginnastica, io vado in cucina dove trovo Kai seduto al tavolo che fa colazione in pigiama e Mariano in piedi davanti al lavandino intento a lavare alcune stoviglie quasi nudo con solo addosso uno slip striminzito e riempito a dovere, due gambe che sembrano due colonne, i piedi tutti da leccare che indossano delle infradito nere e i bicipiti che si distendono e contraggono ogni volta che lava qualcosa facendogli muovere le sue spalle muscolose. Ha un’abbronzatura che sembra un brasiliano d’origine.
“Buongiorno a tutti”
“Ciao tesoro”, mi fa Kai e lo bacio in bocca con la lingua
“Ciao zio”, mi rivolgo a quel fusto facendogli smettere di fare l’uomo delle pulizie e, toccandogli la schiena, gli do un bacio quasi vicino alla bocca suscitando un po’ di gelosia in Kai
“Ieri sera eravate stanchi per il viaggio e posso capirvi ma oggi dovete venire con me a fare visita al più importante monumento di Rio”
“Quale? La spiaggia di Copacabana piena di bonazzi di ogni razza?”, gli chiedo provocando in lui e in Kai una sonora risata
“No, il Corcovado e il Cristo Redentore”, urrà un’altra attrazione religiosa che fa proprio al caso mio, penso sarcasticamente in una frazione di secondo “avrai tutto il tempo per divertirti sulla spiaggia, maricas dello zio”, mi ha di nuovo chiamato in quel modo
Lo faceva mentre mi scopava l’anno scorso venendo poi a scoprire che in portoghese significa “finocchio”, “frocio”, “checca” ma la cosa non mi dispiace affatto. Io sono davvero così, ne ho preso atto già da tempo quindi non mi fa ne caldo ne freddo. Dopo la doccia e la colazione, in attesa di iniziare il giro turistico della città, rimango a parlare con Cecilia. Mi confessa di stare insieme a mio zio da ormai cinque anni nonostante si concedono anche lo sfizio di andare lei con altri uomini, e lui anche con qualche donna. Mi dice anche che ha intenzione di prendere talmente tanti ormoni da non raggiungere più l’erezione e poter così un giorno sposare Mariano senza arrivare all’intervento di riassegnazione sessuale che potrebbe anche costarle la perdita della sensibilità sessuale e la conseguente eccitazione. Le chiedo come mai una brasiliana come lei, con un cazzo sicuramente notevole, voglia atrofizzarlo fino a quel punto e mi rivela che sogna di diventare donna da quando era un ragazzino e che e’ cresciuta, erroneamente, con la convinzione che se le piaceva il cazzo come ad una donna, essendo lei prima uomo, doveva solo prenderlo e non darlo e che quindi diventando donna, avrebbe avuto delle chance in più per uscire dalla favelas in cui e’ nata. La sua storia e’ molto toccante e piena di dolori tipici delle persone che iniziano un percorso di transizione ma adesso e’ arrivato il momento della visita al Corcovado. Lo raggiungiamo con un bellissimo e caratteristico treno fino a raggiungere la cima e ritrovarci ai piedi dell’enorme statua del Cristo Redentore. Fa un caldo boia a 700metri di altezza e mi fanno male i piedi a furia di aspettare per ore di entrare nella chiesa sotto la statua. Finita la visita, Kai vuole comprare dei souvenir ma io sono stanco allora lo zio mi invita a raggiungere un luogo isolato per riposarmi un po’ mentre lui porta Kai alle bancarelle. Facendomi aria con la guida turistica di carta, mi fermo vicino ad una ringhiera.
“Minchia che caldo fa”, sento dire da qualcuno che mi si e’ avvicinato in un accento italiano, più precisamente toscano
Mi volto a guardare e vedo un ragazzo vestito con un jeans nero, una maglietta grigia a maniche corte che mostrano un tatuaggio sul bicipite sinistro, una frase presa da chissà dove, i capelli neri corti con un ciuffetto sul davanti all’insù e gli occhi celesti
“Si, hai ragione, fa davvero caldo”, gli faccio io
“Sei italiano?”, mi domanda quasi stupito mentre io annuisco orgogliosamente “e’ incredibile, non ci posso credere”, continua lui mentre alza la mano con fare da maschiaccio per darmi il cinque “non riuscivo più a sopportare tutte quelle lingue. Inglese, tedesco, francese e che palle. Per non parlare del portoghese…”
“Sembra la versione dialettale dello spagnolo, vero?”
“Già”, acconsente il ragazzo mentre sorridiamo “mi chiamo Davide”, mi fa porgendomi la mano
“Giulio”, gli rispondo stringendo quella forte mano da maschio “sei qui da solo?”
“Ci siamo accodati ad un gruppo di turisti che stanno nel nostro stesso albergo. Sono con la mia fidanzata. E’ lei che e’ voluta venire quassù”
Sono un po’ demoralizzato ma il suo essere fidanzato non mi e’ da ostacolo perché sono già stato con uomini impegnati, all’ultimo della lista gli ho fatto un pompino in aereo proprio mentre stavamo venendo in città quindi rincaro la dose per testarlo.
“Devi essere molto affezionato alla tua fidanzata se ti sacrifichi facendo qualcosa che non ti piace”
“Hai proprio ragione. A quest’ora vorrei essere sulla spiaggia con in un drink in mano mentre poggio l’altra su un bel culo sodo”
Io mi volto verso l’orizzonte schifato mentre Davide si accorge di aver detto qualcosa di sbagliato o meglio, qualcosa che non si dovrebbe dire ad una persona che hai appena conosciuto.
“Exscuse me guys”, ci fa una ragazza dall’accento inglese
Ci domanda quando sia stata costruita la statua del Cristo Redentore perché la sua amica l’aveva distratta parlandole di due ragazzi francesi appena conosciuti.
“Parlale tu, io non mastico una parola di inglese”, mi fa Davide
Parlo con la ragazza spiegandole tutto quello che vuole sapere e lei per ringraziarmi, mi afferra il bicipite destro, me lo stringe per poi lasciarlo e accarezzarmi il braccio. In altre circostanze mi sarei eccitato. E’ veramente bella, molto più di Sofia, e se mi sono eccitato con lei figuriamoci con questa ragazza cosa doveva succedere e invece niente. Non sento nessun’attrazione verso di lei, neanche per quella perversione che mi ha portato a scoparmi delle fiche in passato. E’ evidente che la storia di Sofia e la perdita del nostro bambino mi hanno fatto perdere ogni interesse verso l’altro sesso riportando la mia sessualità sul binario giusto, un binario che i miei cromosomi avevano già deciso per me al momento del concepimento.
“Bye”, dice la ragazza allontanandosi
“Ehi citrullo, quella ci stava”, mi avverte Davide
“Ma cosa dici?”
“E’ così. Ma hai visto che schianto che era? E te la sei fatta scappare?! Le inglesi in vacanza sono le più troie”, dice Davide diventando volgare
“Non era il mio tipo”, lo avverto io spostandomi un ciuffo di capelli che ho davanti all’occhio alzando nell’atto l’indice della mano destra e Davide annuisce sorridendo
Ha capito che sono un finocchio, un maricas come dicono da queste parti.
“E’ stato un piacere”, gli dico allontanandomi
“Ehi aspetta”, mi fa facendomi fermare e girare “voglio chiederti una cosa. Tu che sei del giro, non e’ che potresti consigliarmi…”
“Di che giro parli?”, gli domando io avendo però già capito a cosa si riferisce
“Sei un bucaiolo o mi sbaglio?”
“Non sono un bucaiolo, sono gay”, gli rinfaccio mentre lui fa una smorfia come per dire, e’ uguale “non sai l’inglese e neanche l’italiano?”
“Scusa non volevo offenderti. Comunque, volevo chiederti se conosci qualche transessuale”
“Mi stai dicendo che vuoi andare con una trans e poi tu mi dai del bucaiolo. E’ come se il bue desse del cornuto all’asino”, gli faccio notare
“Ma guarda che io non lo sono. Chi va a trans non e’ gay”, su questo ho i miei dubbi penso!
“Ma sei fidanzato”, gli ricordo
“Lo so ma da quando un mio amico mi ha detto di esserci stato, mi e’ venuta questa voglia. Non volevo scopare con una trans in Italia, per paura che lo scoprissero, e quando la mia ragazza mi ha detto di voler fare questo viaggio in Brasile, ho avuto la possibilità di cogliere due piccioni con una fava”, conclude
“Va bene, vedrò cosa posso fare. Chiedo alla fidanzata transessuale di mio zio se ha un’amica da presentarti”, Davide si tocca il pacco leggermente eccitato “sicuro di non voler prima provare con un uomo? Quello che si dice su di noi e’ vero, conosciamo il cazzo molto meglio del proprietario”
“No grazie, la trans mi basta” dice, io faccio spallucce, lui prende una penna e scrive qualcosa sulla guida turistica di carta per poi strapparne un pezzetto e porgermelo “questo e’ il mio numero. Quando avrai notizie chiamami”
Mi prendo il biglietto, lui mi da una pacca sulla spalla destra e poi se ne va. Non riesco proprio a capire cosa possa aver portato quel ragazzo così bello, un po’ sempliciotto ma buono, con la faccia da bravo ragazzo a desiderare questa esperienza. Ma i gusti sono gusti e di certo non sarò io a denigrarlo. Quando finalmente Mariano e Kai mi raggiungono, gli racconto tutto e scopro che lo zio ogni tanto usa le amiche trans della sua fidanzata per guadagnare qualche soldo extra. Contattata la trans che deve incontrare Davide, contatto lui e gli do appuntamento in una nota discoteca della città. Il pomeriggio lo trascorriamo sulla spiaggia piena di turisti. Kai indossa il suo boxer bianco trasparente che mette in mostra le sue belle chiappe marmoree mentre io uno slip blu (CHI VUOLE CAPIRE CAPISCA!). Sul lungomare ci sono ragazzi e ragazze di ogni razza. Ragazzi bianchi meravigliosi ma anche dei bellissimi brasiliani tori da monta ed uno in particolare mi fa perdere la testa. Fisico scolpito color cioccolato, capelli a spazzola neri, occhi neri, pizzetto eccessivamente lungo, ha un tatuaggio sull’addome, un altro sulla spalla destra che gli arriva fino al gomito e l’altro alla spalla destra si ramifica verso il petto corrispondente, il collo, la scapola e il braccio fino a raggiungere il dorso della mano. Indossa degli slip neri riempiti da un cazzo degno di un esponente della sua etnia e uno sguardo che se lo fissi negli occhi ti pietrifica come la Gorgone Medusa. Finalmente la sera arriva, io e Kai andiamo in discoteca dove incontriamo il nostro nuovo amico Davide. E’ nervoso e gli spiego che deve solo rilassarsi perché nessuno lo sta costringendo e quando si deve affrontare qualcosa che si desidera ardentemente, bisogna farlo con un animo sereno altrimenti roviniamo tutto. Le mie parole sembrano calmarlo ma si agita nuovamente quando Kai vede entrare Mariano, Cecilia e la sua amica trans e glielo comunica. I tre si avvicinano a noi e ci presentiamo. L’amica di Cecila si chiama Vanessa, ha quarant’anni circa, un bel seno rifatto, labbra carnose, occhi marroni e capelli neri ondulati.
“Hello, my name is Vanessa”, fa la trans verso il suo prossimo stallone da cavalcare
“Davide”, risponde il ragazzo avendo sicuramente capito solo il nome della sua prossima preda “posso scegliere lei?”, continua indicando Cecilia
“Toccala solo con un dito e ti rompo il culo”, gli fa lo zio guardandolo in cagnesco mentre Cecilia si stringe intorno ad un braccio dello zio in cerca di protezione
Per rompere il ghiaccio, Vanessa si siede accanto a Davide e lo accarezza sulle gambe. Il ragazzo sembra gradire quindi inizia a baciarla e a toccarle le tette.
“E’ fatta”, dico io
“Domani ti darò la metà dei soldi”, dice zio allontanandosi con Cecilia andando a ballare
“Sei diventato anche un pappone, adesso?”, mi domanda Kai preoccupato per il tipo di vita che sto intraprendendo
“Non potevo certo farle scappare la possibilità di avere quel sigaro toscano. Non ha voluto darlo a me e per fare dispetto alla sua ragazza, io l’ho concesso ad una mia nuova amica”, dico a Kai
Kai scuote la testa quasi infastidito ma poi mi bacia con passione e mentre ci baciamo, vedo Davide e Vanessa alzarsi, il ragazzo si prende un preservativo dal cestino posto sul tavolo, mi fa l’occhiolino e sparisce nell’oscurità del locale con la sua prima trans.
“Ho voglia di fumare”
“Dovresti smettere”, mi avverte il mio giapponesino
“Che palle, Kai”
Kai mi da una spinta scherzosa e poi esco. Ci sono ancora delle persone che devono entrare allora mi allontano un altro po’ per evitare che il fumo della mia sigaretta, seppur trovandomi all’esterno, possa dar fastidio a qualcuno. Do due o tre boccate alla sigaretta quando sento il rumore di un oggetto metallico che viene colpito a calci. Ho paura che sia qualche banda locale, quindi getto a terra la sigaretta senza spegnerla e torno dentro. Ad aspettarmi ci sono Kai, Mariano e Cecilia e dopo un po’ torniamo a casa. La notte io e Kai facciamo l’amore come due amanti che non si vedono da tanto tempo. Do il cazzo nel culo a Kai e lui fa lo stesso con me mentre l’aria calda dalla finestra si mescola con l’aria fresca dei condizionatori rischiando di farci prendere un raffreddore. Il letto e’ bagnato di sudore e sperma ma sono le nostre essenze e ci sguazziamo dentro. Grondiamo di sudore e abbiamo i capelli praticamente appiccicati alla fronte. Sdraiandoci l’uno di fronte all’altro, ci accarezziamo e baciamo fino ad addormentarci e un nuovo giorno caldo e afoso ci saluta...

FINE CAPITOLO 14

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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