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Gay & Bisex

La mia adolescenza 16


di FRANK_1987
08.04.2019    |    7.489    |    4 8.8
"Ci conosciamo?” “Sono Manfredi”, rivela un uomo di mezz’età “sono il marito di una collega di tuo padre” “Piacere di conoscerti, Manfredi” “Il piacere e’..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI'. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Dipende tutto da noi

CAPITOLO 16

“Non puoi venire”
“Perché no?”
“Perché come dovrei presentarti?”
“Come la persona che sono per te”
“Ma tu non hai nessuna parentela con me o con la festeggiata, la tua presenza sarebbe imbarazzante”
“Per te sono imbarazzante?”
“Non lo sei, ma per la mia famiglia si”
“Sarebbe l’occasione giusta per fare coming out”
“Quindi dovresti farlo anche tu. Sei davvero pronto?”
“Pur di non perderti? Lo farei, si”
“Scordatelo. Non penso che siano ancora pronti”
“Tuo fratello potrebbe aiutarli a capire. Hai detto che ha scoperto di te e l’ha presa bene. Ci ha coperti quando abbiamo mentito sull’avere dormito insieme in camera tua…”
“Smettila. Non crearmi problemi se mi ami”
Questi siamo io e Giorgio. Sdraiati sul letto della mia stanza, dopo aver fatto i compiti, discutiamo sulla sua presenza durante la promessa di matrimonio di mio fratello Salvatore e la sua fidanzata Barbara. Lui vorrebbe che io lo invitassi per poi presentarlo addirittura come il mio fidanzato ma ancora non mi va di comunicare questa notizia ai miei. Non so come la prenderebbero avendo un figlio ricchione, perché non hanno mai avuto le idee chiare sull’argomento, quindi non può pretendere l’impossibile da me. Ostento senza problemi la mia sessualità davanti agli estranei anche ricevendo sguardi scioccati e parole offensive ma davanti alla mia famiglia, almeno per adesso, voglio apparire solamente come loro credono che io sia. Giorgio mi abbraccia capendo le mie perplessità, stringendomi forte e poi inizia a baciarmi. La sua mano sale lentamente lungo la mia gamba destra fino all’inguine, provocandomi uno spasmo d’eccitazione, e si posiziona sui miei addominali. Io invece l’abbraccio per il collo poggiandogli una mano sulla spalla sinistra e con l’altra mi aggrappo al suo culo. Lui inizia a massaggiare la mia tartaruga mentre infilo la mano dentro la tasca posteriore dei suoi jeans e lo spingo verso di me in modo che le nostre lingue possano entrare sempre più in profondità nelle nostre bocche. Ci togliamo i maglioncini rimanendo a torso nudo anche se un leggero sentore di freddo ci fa tremare e sorridere con complicità. In fondo siamo a Novembre e, nonostante ci siano i riscaldamenti accessi e il camino in perenne funzionamento, l’autunno si fa sentire anche in una località di mare dove vivo io. Giorgio mi tocca con le sue manine gelide che subito si riscaldano al contatto con il mio corpo bollente. Io gli stuzzico i capezzoli che si inturgidiscono e mentre lui sta per scendere sulla mia patta, sentiamo rientrare i miei genitori.
“Cazzo, sono già tornati”, affermo arrabbiato
“Credevo avessimo più tempo”, fa Giorgio alzandosi dal mio letto rivestendosi
“Non avranno trovato quello che stavano cercando”, gli rispondo mettendomi il maglione
“Anche io non ho trovato quello che stavo cercando”
“Sappi che “lui” e’ molto dispiaciuto”
“A me invece sembra contento”, si riferisce Giorgio al mio pene in evidente stato di eccitazione
“Perché non chiami tua madre? Le dici che non hai ancora finito i compiti, così chiudiamo a chiave e continuiamo da dove abbiamo interrotto”
“Mi piacerebbe ma le ho già mandato un messaggio”, mi risponde raffreddando i miei bollenti spiriti “ci vediamo un altro giorno”, continua baciandomi per poi uscire dalla stanza
E’ giovedì e il pomeriggio dopo la scuola, mamma mi porta da una sua amica per fare l’ultima prova del costume prima della cerimonia. Per fortuna mi calza a pennello e non c’e’ bisogno di ritornarci nuovamente perché c’e’ una ragazza, che lavora con l’amica della mamma, che mi corteggia spudoratamente. Non so perché continui a farlo nonostante i miei atteggiamenti femminili, non proprio da effeminato ma chi non mi conosce riesce a distinguerli a prima vista. Questa ragazza invece sembra non fregarsene e prosegue nella sua opera, invano. Il giorno della promessa e’ arrivato e non appena mi sveglio, un sms di Giorgio e’ presente sul mio cellulare. Mi dice di essere amareggiato di non poter partecipare ma che mi pensa sempre. Anche io gli rispondo che lo penso sempre e che lo penserò quando, seduto nella sala del comune, mio fratello e mia cognata firmeranno i documenti che li avvieranno verso il matrimonio immaginando che Giorgio stia accanto a me, stringendogli la mano. Verso le 16.00 iniziano a venire i primi invitati. Parenti e conoscenti si riversano dentro casa nostra. Con alcuni non mi vedevo da tempo e sono molto sorpreso nel constatare la loro veemenza ma che mi sorprende di più e’ Michele. Con addosso il suo costume classico grigio e la camicia azzurra sembra più grande della sua età. O forse sono i capelli a farlo sembrare diverso ai miei occhi perché oggi sfoggia una pettinatura a doppio taglio mentre prima li portava sempre scompigliati come tutti i 14enni. Vi confesso che in questo momento non sto pensando a Giorgio o meglio, lo sto pensando ma soltanto per ricordarmi che sono fidanzato con lui, seppure segretamente, cercando di smorzare l’erezione che quel bonazzo di Michele mi ha procurato. Poco prima delle 17.00, ci avviamo verso il municipio e dopo la conclusione della cerimonia ritorniamo a casa per un altro brindisi fino a quando non arrivano le 20.00 circa e ci dirigiamo verso il ristorante. Durante la cena, non faccio altro che guardare Michele che, nonostante si accorga del mio sguardo assillante, fa finta di niente. Tra un ballo e l’altro, noto che il ragazzino si dirige verso il bagno e ne approfitto per raggiungerlo furtivamente. Entrato nella toilette, la porta di una sola cabina e’ chiusa facendomi indovinare subito dove stia portando a termine i suoi bisogni corporali.
“Giulio”, fa sconcertato mentre io spalanco la porta e lui indirizza il getto della pipì per terra e poi nuovamente nella fontanella del water “che cosa vuoi? Vattene immediatamente da qui”, continua con tono rimproverante
“Non ci penso per niente”, gli rispondo dandogli uno schiaffo
“Ahi, ma sei impazzito?”
“No, sono solo eccitato”, esclamo toccandomi “e’ soltanto colpa tua. Tu l’hai fatto diventare così e tu dovrai tenerlo a bada”, proseguo
“Tu sei pazzo. Fammi andare via”, fa dopo essersi ricomposto
“Tu non andrai da nessuna parte”, gli intimo chiudendo la porta per poi prendere Michele per le spalle facendolo inginocchiare davanti alla mia patta
Prendo la testa del ragazzino e la strofino contro il mio cazzo eretto intrappolato nel mio pantalone elegante. Michele, anche se fa delle smorfie contrarie alle mie azioni, non si alza come potrebbe benissimo fare ma invece e’ ancora lì, davanti a me, dandomi il permesso di procedere al passo successivo. Quando mi sbottono la lampo e mi sposto l’intimo facendo sbucare i miei 19cm, lui li afferra con la sua manina come se non stesse aspettando altro confermando quello che pensavo poc’anzi. Come il mago Houdini, fa sparire il mio cazzo dentro le sue fauci masturbandomelo contemporaneamente mentre io, poggiato con la schiena contro la parete della cabina bagno, mi godo il pompino fatto da Michele accarezzando il suo nuovo taglio di capelli che lo hanno catapultato dall’età della fanciullezza a quella della pubertà. Anche se, prima della sua nuova acconciatura, tanto fanciullo non era perché il suo culo era comunque già stato irrimediabilmente rotto da me. Dopo diverse pompate, svuoto le mie palle dentro la bocca di Michele che manda giù tutto quello che c’e’ da mandare giù.
“Siamo tornati insieme?”, mi chiede continuando a masturbarmi
“Neanche per sogno”, gli rispondo togliendo prepotentemente la sua mano dal mio pene risistemandolo nei pantaloni
“Ma ti ho fatto un pompino”
“Se dovevi stare con tutti quelli che hai spompinato prima che io ti rompessi il culo, dovevi essere pieno di fidanzati a quest’ora”, gli dico smettendo di ricompormi
“Sei un maledetto stronzo, lo dirò a tutti”
“Cosa? Che ho approfittato della bocca di un minorenne? Non puoi provarlo. Siamo in un bagno, dove non ci sono telecamere”
“Me la pagherai brutto figlio di puttana”, dice Michele sputandomi contro il pantalone per poi alzarsi ed uscire
Preoccupato che dentro la sua saliva possano esserci rimaste ancora tracce di sperma che avrebbero lasciato la macchia una volta asciugatasi, bagno delicatamente la parte sporca e poi la strofino leggermente uscendo dal bagno. Per tutto il resto della cena, guardo Michele provocandolo mangiando il cibo mentre lui mi lancia occhiate di odio. Non mi sento per niente in colpa nei confronti di Giorgio. In fondo non ho fatto altro che continuare ad andare con altre persone, proprio come facevamo quest’estate. Quando il ragazzino va a ballare con sua sorella Barbara, tutte le coppie si uniscono a loro, anche mia sorella e il suo fidanzato. Se Michele rivolgeva prima le sue occhiate di odio verso di me, le mie invece le rivolgo soprattutto contro Claudia che e’ così fortunata ad essere nata donna non solo nell’anima ma anche nell’aspetto da poter usare questa sua sorte nel presentarsi con la sua nuova conquista a questa festa così importante per la mia famiglia mentre io, la mia, l’ho dovuta allontanare. Dopo l’ennesimo brindisi che mi da leggermente alla testa, mi avvicino al bancone e mi siedo su uno sgabello.
“Tu devi essere Giulio?”
“Si sono io. Ci conosciamo?”
“Sono Manfredi”, rivela un uomo di mezz’età “sono il marito di una collega di tuo padre”
“Piacere di conoscerti, Manfredi”
“Il piacere e’ tutto mio”, mi risponde stringendomi la mano, anche troppo
“E’ stata una bella cerimonia, non credi?”
“Il matrimonio sarà ancora meglio, soprattutto per come lo sta preparando mia madre. E’ il primo figlio che si sposa e vuole che tutti ne parlino”
“E tu quando ti sposi? Hai una fidanzata?”, mi chiede
“No, nessuna fidanzata”, gli rispondo
Manfredi annuisce sorridendo dopo aver capito il mio essere gay. Mentre continuiamo a parlare, lo osservo meglio. Ha i capelli corti castani e gli occhi celesti. Una leggera barba fa da cornice alla sua splendida faccia mentre il suo corpo e’ avvolto in un abito elegante di colore blu chiaro e una maglia a lupetto nera fa capolino dalla giacca. Durante la nostra conversazione, noto mio padre osservarci con curiosità da lontano per poi allontanarsi ed andare a parlare con un suo amico mentre Manfredi si prende un tovagliolo e una penna dal taschino e poi me lo passa indicando come il suo numero di cellulare quelle cifre incise sopra. Senza tanti giri di parole, mi ha fatto capire di doverlo chiamare perché sicuramente ci sarebbe scappata un’altra scopata. Quando lo faccio, mi dice che possiamo vederci tra due giorni, durante la sua licenza. Io acconsento, comunicandogli l’ora e il posto dell’appuntamento. Dopo due giorni, Manfredi ed io ci ritroviamo nella sua camera da letto. Mi presento all’appuntamento con una felpa grigia e uno jeans mentre lui e’ sempre più elegante. Camicia bianca, gilet carta da zucchero, pantalone grigio scuro e mocassini neri. Ci stiamo baciando quando all’improvviso si ricorda di aver dimenticato qualcosa. Io mi guardo intorno e per terra noto il suo portafoglio. Lo prendo e lo apro trovando al suo interno una foto che lo ritrae insieme alla moglie e ai loro tre figli: due femmine, quella maggiore e la minore, e un figlio di mezzo. Ma la cosa che più mi eccita di quella foto e’ che lui e’ in divisa da carabiniere. Quando torna nella stanza, mi scuso per la mia intromissione e lui mi racconta che due anni fa hanno arrestato un ragazzo sorpreso a fornicare lungo una strada e da quel momento ha sentito il desiderio di provare quello che provavano i clienti del fornicatore, così, dopo averlo rilasciato, e’ andato a casa sua e se l’e’ scopato. Da allora, va su quella strada per trovare altri come lui. La cosa infiamma ogni cellula del mio corpo così gli levo gilet e camicia e lo getto sul letto. Per essere un uomo di 46anni ha un corpo depilato e muscolosissimo ed io lo accarezzo tutto fino ad arrivare alla sua patta gonfia. La sbottono togliendogli pantaloni ed intimo e subito mi prendo in bocca la sua mazza di 20cm. Leccando e succhiando, mi levo la felpa gettandogliela in faccia ascoltando i suoi respiri affannosi mentre apprezza i profumi del mio torso.
“Che puttana che sei”, mi apostrofa Manfredi
“Non hai ancora…mmpphh…visto niente”, gli faccio
“Ci sai fare con la bocca”
“Anche con il culo”
“Non vedo l’ora di scopartelo”
“Hai il preservativo?”, gli chiedo
“Ne ho quanti ne vuoi”, mi risponde
Io gli sorrido sbattendomi il faccia il suo cazzo ma poi Manfredi si sfila dalla mia bocca e mentre lui si prende un preservativo e lo indossa, io mi tolgo il pantalone e le mutande, salgo sul letto e mi metto a cavalcioni su di lui dandogli le spalle. Il carabiniere si sputa su una mano e lubrifica il mio buchetto, penetrandomi subito dopo. Tenendomi da sotto per il culo, inizia a farmi saltellare sulla sua minchia bella grossa. Io poggio la mano sinistra sul materasso e quella destra sulla spalliera del letto in modo tale che la gamba destra si sollevi un po’ di più e possa facilitare l’entrata del suo pene in me. Anche se non c’e’ niente da facilitare. Sono talmente tanto largo che non serve neanche più lubrificarlo il culo, cosa che non ha fatto Manfredi limitandomi solamente a spalmarmi poca saliva prima dell’amplesso. Il carabiniere mi bacia il fianco mentre mi penetra il buchetto sul letto, quello che ha usato per concepire i suoi tre figli insieme alla moglie che nulla sospetta dell’attività notturna segreta del marito sia nella loro casa che fuori, nelle strade che dovrebbero essere rese sicure da lui e da suoi colleghi ma dove invece trovi un carabiniere che ti fotte il culo magari dentro la sua gazzella.
“Che bel manganello che hai”, mi complimento
“Ti piace?”
“Tantissimo. Scopami, scopami”
“Te lo faccio uscire dalle orecchie”, fa Manfredi
“Fottimi il culo”
“Ti eccitano tutte queste porcherie, eh?”
“Mi fanno…aaahhh…impazzire”, gli rispondo
“Non sapevo che il collega di mia moglie avesse un figlio così tanto zoccola da essere al pari di quelle vere”
Con questa sua affermazione, Manfredi mi da una spinta facendomi cadere sul materasso. Io mi poggio con il torso sulle coperte mentre lui mi solleva il culo e mi penetra nuovamente. Aggrappato anche per resistere ai suoi colpi, spalanco ancora di più le mie gambe e lui, tenendone una poggiata sul letto, usa l’altra per mantenere la posizione. In poche parole, mi sta scopando posto come fanno le veline di un famoso Tg satirico. Con le sue forti mani, mi prende per la schiena spingendo con impetuosità i suoi 20cm dentro il culo ma poi cambia posizione mettendosi come se stesse andando al bagno, continuando ad approfittare del mio ano. Ho sempre avuto stima per le forze dell’ordine e adesso un loro esponente sta abusando di un ragazzino dentro le mura della sua casa. Ok, sono già maggiorenne, ma a volte le persone mi danno qualche anno in meno rispetto a quelli che ho e quindi qualcuno può pensare adesso che Manfredi stia facendo sesso con un minorenne. Il carabiniere prosegue imperterrito a trombarmi le viscere già aperte mentre con una mano mi schiaccia la testa contro il materasso costringendomi ad oppormi altrimenti sarei morto soffocato.
“Ogni volta che entro ti apri ancora di più”
“E’ per farti…aaahhh…godere meglio”
“Ti ho scelto davvero bene. Pensa che stavo per avvicinare quell’altro ragazzino, l’altro giorno al ristorante”, mi rivela
“Lo conosco…ooohhh…e’ il fratello della fidanzata…uuuhhh…di mio fratello. Credo che gli sarebbe…aaahhh…piaciuto”
“Dici davvero?”
“Già, sono stato io a sverginarlo…ooohhh…poco prima che lui compisse 14anni”, gli rivelo e, sentendo della minore età di Michele, il cazzo di Manfredi si inturgidisce ancora di più dentro il mio intestino
L’impetuosità che usa nel scoparmi la rosellina mi fa stancare. Mi fa perdere tutte le forze e sono stremato sul materasso ma invece lui mi solleva il busto e inizia a baciarmi con la lingua segandomi il cazzo ridandomi un po’ di forza. Manfredi si sfila dal mio culo e, prendendomi per le spalle, mi fa sedere sul letto poggiandomi con la schiena contro la spalliera e poi mi apre le gambe impugnando il cazzo e se lo infila in bocca. Succhiandolo e leccandolo, lo circonda con l’indice e il pollice formando una “O” simulando una pugnetta. Sono davvero eccitato che devo mettermi una mano davanti alla faccia come se volessi nascondere i miei occhi da cotanta vista mentre con l’altra mano, do il ritmo al pompino che mi sta facendo il carabiniere tenendolo per la sua nuca dai capelli castani corti come da regolamento militare. Manfredi non tralascia nulla. Si prende in bocca tutto il mio pene, lecca e succhia la mia cappella e il frenulo lucidandomi anche le palle una per una. Non so quante altre volte l’abbia fatto o se questa e’ la prima volta. Non so neanche se l’ha imparato dai suoi tanti amanti prostituti che gli hanno praticato questo trattamento immagazzinandolo nella mente oppure se anche lui gliel’ha qualche volta ricambiato. Fatto sta, che ora il mio cazzo e’ talmente lustrato che mi ci posso specchiare dentro.
“Girati puttanella”, mi ordina Manfredi
“Come mi metto?”, gli domando sollevando un po’ il torso
“Ti ho detto di girarti, cazzo”, mi fa diventando rude e dandomi una manata che mi fa sdraiare supino sul letto
“Ehi, stai calmo, va bene?”
“Non vorrai disubbidire ad un ufficiale delle forze dell’ordine?”, mi dice schiaffeggiandomi le palle con il suo cazzo facendomi male “non sei nella condizione adatta per farlo e ti ricordo che sei in casa mia e devi ubbidirmi”
“Ok, ok, fai di me quel che vuoi”
“Sei davvero una zoccola. Così mi piacete, quando vi lasciate andare completamente”, mi apostrofa riprendendo a scoparmi
Con le gambe in aria, Manfredi mi fotto le budella posizionando i miei arti inferiori ad ore 3. Inflessibile entra dentro di me e il mio culo lo accoglie molto volentieri, senza fare il ritroso ma soltanto per provare piacere. Getto una mano sul materasso e uso l’altra per masturbarmi il pene fino a venire sopra il mio torace. Manfredi continua per un altro po’ di tempo mentre io spalmo il mio sperma sul mio corpo e poi gli tocco le braccia. Subito dopo, anche lui e’ pronto per raggiungere il piacere, infatti smette di scoparmi, si toglie il preservativo e lo getta sul mio membro semifloscio che viene ancora massaggiato dalla mia mano. Un filamento di sborra gli cade dall’uretra e finisce sul mio torso che io immediatamente assaporo. Il carabiniere si china su di me baciandomi ed io gli accarezzo i bicipiti e il torso incredibilmente muscoloso per un uomo di 46anni che ne dimostra la metà. Dovrà naturalmente tenersi in forma per il lavoro che svolge ma anche per soddisfare tutti quei ragazzi di strada che punisce con il suo mattarello, me compreso.
“Dove sei stato?”, mi domanda Giorgio quando ritorno a casa
“A scopare”
“A scopare? Con quello che ti ha sverginato?”
“No, con un altro”
“Ancora riesci a incontrare persone senza andare in quel locale?”, mi chiede incredulo
“Non c’e’ bisogno di andarci. Le occasioni mi si presentano da sole”, gli spiego anche un po’ alterato per la sua arroganza “e poi anche tu scopi con delle ragazze no? E non le incontri mica al locale ma in altri posti”
“Hai ragione, scusami. Chi era?”
“Un carabiniere, marito di una collega di papà”
“Raccontami tutto. Ha usato le manette? E lo sfollagente?”
Passo il pomeriggio raccontando a Giorgio dove ho conosciuto Manfredi e che cosa abbiamo fatto a casa sua su quel materasso sporco di umori e sudori. Quello che gli nascondo, però, e’ che ho costretto Michele a farmi un pompino nel bagno del ristorante mentre le nostre famiglie festeggiavano la promessa dei nostri fratelli. Sono sicuro che non mi perdonerebbe ed io non voglio perderlo quindi ometto la cosa. Anche se Michele e’ stata la persona che mi ha fatto fiorire come attivo, non lo dimenticherò mai e fino a quando sarà vicino a me, il mio cazzo non farà che pensare di entrare nuovamente in ogni suo pertugio esplorato da altre persone dopo di me. Con l’arrivo dell’ultimo mese dell’anno, dopo l’inizio delle vacanze scolastiche di Natale, la mia famiglia decide di andare a festeggiare il Capodanno in un rinomato paese della Sila in una sorta di settimana bianca. Giorgio invece passerà le medesime feste in un posto un po’ più soleggiato in Sicilia. Finalmente dal mare mi trasferisco in montagna, nel mio habitat naturale, e secondo voi posso rimanere senza cazzo anche in questa circostanza?

FINE CAPITOLO 16

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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