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Gay & Bisex

Aspettando te 20


di FRANK_1987
19.03.2021    |    2.838    |    2 6.9
"Apro leggermente il finestrino e getto via il biglietto..."
Una seconda prima volta

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 20

Oggi fa davvero molto caldo. Siamo alla fine del penultimo mese dell'anno e sembra quasi ritornata l'estate. State pensando a qualche anticiclone richiamato dall'Africa dalle correnti fredde che soggiornano sulla Penisola Iberica? No, anzi, fuori sta piovendo. Dove fa caldo e' dentro la mia macchina. Ho il riscaldamento acceso, i finestrini sono appannati e mi sto godendo un pompino che una bocca accogliente mi sta donando. Ho trovato questo tizio proprio qua nel bosco dov'era arrivato con la sua auto per cercare qualcuno da spompinare o che possa scoparlo. Anche di mattina abbiamo osato venire qui perché il clima e' quello che e' e di certo le forze dell'ordine non si mettono a stanare le persone che cercano sesso mentre piove. Non lo fanno neanche con il sole! E poi sappiamo come e dove nasconderci per non farci vedere. Lo spompinatore di turno e' un signore sui 50anni, alto, con i capelli bianchi corti, leggermente stempiato e un po' in sovrappeso. Di sicuro non lo scopo ma voglio regalargli la soddisfazione di tornarsene a casa, magari dalla moglie e dai figli, dopo aver succhiato un cazzo di tutto rispetto. Seduto al sedile del passeggero, si e' piegato in corrispondenza del mio membro che esce prepotentemente dalla lampo abbassata da me per poi far scivolare i pantaloni fin sotto le ginocchia in modo che le gambe non mi si chiudano e i miei 19cm possano svettare in tutto il loro splendore. Con una mano li guido dentro la bocca dell'uomo mentre con l'altra spingo la sua testa contro il mio pube. Così facendo, riesco a scoparlo quasi come se fossimo in piedi. La sua lingua fa su e giù lungo la mia asta leccandomi anche le palle e poi la sua bocca viene nuovamente occupata e scopata. Mentre reclino la testa all'indietro, sento le gocce della pioggia sbattere sempre più violentemente contro la cappotta della macchina e attraverso il parabrezza posso vedere meglio il delinearsi della grandine che cade sul vetro separandosi in tanti piccoli pezzetti. Quando sono uscito pioveva leggermente ed ora e' in atto un temporale. L'uomo si toglie il cazzo dalla bocca e il suo respiro contro la sua carne mi fa avvertire una piccola sensazione di fredda che scompare così come il mio pene nel suo cavo orale. Poco dopo, lo prendo per la nuca e comincio a scopargli violentemente la bocca fino a scaricarmi in lui. Il 50enne sale con le sue labbra fino alla cappella liberandosi della sborra che cola fino alla mia asta lambendomi i coglioni ma poi si rimette tutto in bocca, lo sento aspirare il mio liquido seminale e avverto gli spasmi del pomo d'Adamo al passeggio del mio succo dalla sua bocca direttamente fino allo stomaco. Mi pulisco con delle salviette e rimetto il cazzo dentro i pantaloni ma prima che possa scendere e raggiungere la sua autovettura, l'uomo mi passa un bigliettino pre-stampato.
"Questo e' il mio numero di cellulare", mi dice
"E quindi?"
"Chiamami. Magari la prossima volta potremmo incontrarci in un posto più caldo così provo a prendere questo bel cazzo dentro al culo", mi fa afferrandolo per poi scendere dalla mia macchina riparato dall'ombrello
Sul bigliettino c'e' scritto che l'uomo e' un importante architetto di una città poco distante dalla mia arrivato in questo posto solamente per assaggiare un cazzo. E' evidente che il bosco della località dove abito ha ormai una certa fama e sono contento che possa ritornare a casa e dire ai suoi insospettabili amici gay e sposati che se andranno in quel bosco, troveranno un cazzo abbastanza grande da soddisfarli anche solo tramite un pompino. Apro leggermente il finestrino e getto via il biglietto. Non ho voglia di rivederlo. Metto in moto la macchina e vado via lasciando che quel pezzo di carta forse finisca sotto le ruote ricoperte di fango del mio pickup. Giorni dopo, mentre mamma prepara il pranzo per Esteban che sta per tornare da scuola, la osservo seduto al tavolino. Il suo culetto foderato dai jeans si muove sinuosamente mentre mescola la pasta e quando si abbassa per controllare che l'arrosto sia cotto, diventa ancora più sproporzionato per il tessuto elasticizzato che lo contiene. Conscio che potrebbe non rifiutare le mie avances, mi alzo e le tasto il culo con prepotenza facendola girare all'improvviso verso di me mostrandomi il seno dalla maglia nera leggermente scollata.
"Giulio ma che fai?"
"Ti tocco il culo", le dico
"Smettila"
"Credevo che dopo aver scoperto che io e Rafael scopiamo, volessi partecipare anche tu", faccio io scendendo con la mano destra lungo il mio ventre raggiungendo il cazzo
I suoi occhi si soffermano lungo la mia patta e la mia mano massaggia la cappella che inizia ad ingrossarsi insieme a tutto il resto, posizionata di lato. Mia madre mi mette le mani intorno ai fianchi mentre la mia mano sinistra si intrufola dentro la scollatura oltrepassando il reggiseno merlettato per stimolarle un capezzolo. Lei mi stringe forte a se e mi bacia. La sua lingua finisce dentro la mia bocca e viceversa mentre ora i miei arti superiori sono concentrati a massaggiarle le tette e i suoi a constatare se il mio membro si e' indurito del tutto oppure no, cosa che e' effettivamente successiva. Abbasso d'impeto la sua maglietta e cerco di slacciarle il reggiseno mentre lei mi allenta la cintura togliendola iniziando a sbottonarmi i pantaloni ed io finalmente riesco a vedere di nuovo le sue tette e non da lontano.
"Non me lo ricordavo così lungo", fa le massaggiandomi
"Lo avresti mai immaginato mentre mi facevi il bagnetto che un giorno il mio pene sarebbe entrato in te"? le chiedo
"No mai. Ho sempre saputo che poteva diventarti così, che non ti piacevano le donne, ma mi sono dovuta ricredere"
"Non ne sei felice? Così almeno posso scopare anche te", dico a mia madre mentre le mi sbottona la camicia "succhiamelo, Rachele", le ordino
Da quando anni fa abbiamo scopato per la seconda ed ultima volta, non l'ho più chiamata per nome cercando di ricucire quel rapporto genitore-figlio che si era rotto la prima volta che le sono entrato dal buco dove sono uscito. Ma adesso e' arrivato il momento che stavamo aspettando insieme. Dopo essersi inginocchiata e aver abbassato la lampo, dobbiamo fermarci perché Rafael e' tornato con Esteban. Il bambino va in bagno a lavarsi le mani mentre mamma si rimette il seno dentro la maglia ed io alzo la lampo e mi abbottono la camicia ma non in tempo prima che possa entrare suo marito che, capisce di averci interrotti, e scuote la testa sorridendo.
"Dove credi di andare?", mi dice Rafael dopo aver mangiato
"Devo uscire"
"Tu non vai da nessuna parte", continua stringendomi per un braccio "che cosa stavi facendo con mia moglie?", mi domanda
"Ti ricordo che e' mia madre"
"Si, e' vero, e' tua madre e non ti vergogni a fare quelle cose con lei?"
"Dovrei farle con la tua?", gli dico ricordandogli di avermi scopato la sua madre adottiva facendolo arrabbiare "e poi non dirmi che non ti piacerebbe vederci nuovamente insieme. Non dirmi che guardare il mio cazzo entrare ed uscire dalla figa di mia madre non ti ecciterebbe", proseguo avvicinandomi voluttuosamente a lui
Rafael mi guarda con un ghigno misto tra l'eccitazione e l'arrabbiatura e dopo avermi afferrato ancora per il braccio, mi trascina nella stanza da letto e mi getta sul tappeto facendomi inginocchiare. Dopo aver chiuso la porta a chiave per evitare che Esteban, che sta facendo i compiti in salotto con la madre, entri senza preavviso, si avvicina e si sbottona i pantaloni facendomi prendere il suo cazzo barzotto in bocca. E' una delle poche volte che inizio un pompino con il pene quasi molle ma e' veramente bello sentirlo crescere tra le labbra. Una volta aver raggiunto le dimensioni erettive, il membro del marito di mia madre scompare dentro il mio cavo orale il quale disperde goccioline di saliva sui coglioni e le sue mani si appropriano della mia testa spingendola violentemente contro il suo pube.
"Dai, fammi vedere quanto ti piace il cazzo"
"Lo adoro, soprattutto il tuo", gli rivelo
"E volevi fare l'uomo con tua madre! Ma cosa credi di fare? Tu sei nato per amare il cazzo ed e' inutile che ti scopi le fighe perché tanto morirai con un cazzo nel culo", mi dice spingendomelo fino a toccare l'ugola
Rafael continua a scoparmi la gola mentre inizia a togliersi gli indumenti. I pantaloni ci penso io a calarglieli fino ai piedi sollevandoli da terra per sfilarglielo completamente ma non prima di aver ciucciato gli arti inferiori del mio patrigno. Con la bocca piena della fragranza di due piedi rimasti intrappolati per molte ore dentro una calzatura di camoscio, riprendo a succhiargli la minchia levandomi solamente la camicia. I jeans ci pensa lui a togliermeli dopo avermi fatto alzare per far sbattere i peni l'uno contro l'altro scambiandosi piccoli filamenti di pre-sperma come se fossero due labbra che mescolano le rispettive salive degli innamorati nelle bocche di entrambi. Quando Rafael si sdraia sul letto, io mi inginocchio dal lato destro, ungendogli il cazzo per poi sedermi su di lui infilandomelo nel culo.
"Hai ancora voglia di scoparti tua madre?"
"Guarda che amare il cazzo non significa denigrare la figa, soprattutto per me"
"E dire che quando ti ho conosciuto sei svenuto guardandomi", mi dice prendendomi per il collo tirandomi a lui e baciandomi con passione
"Mi hai fatto impazzire, come mi stai facendo impazzire ora", gli rispondo fermandomi nella cavalcata per adagiarmi meglio sul suo pene sentendo le palle urtare contro le mie chiappe
"Sei proprio una troia. Penso che ti darò il permesso di scoparti mia moglie", mi dice ma non devo chiedere il permesso a lui perchè e' mia madre, lei lo vuole e quindi conta solamente la sua parola non quella di Rafael.
Saltello allegramente sul pene argentino di Rafael. Questa e' la prima volta che scopiamo da quando ha confessato a mia madre che la nostra relazione omosessuale extraconiugale e' ricominciata. D'ora in avanti non dobbiamo preoccuparci di niente. Possiamo provare ogni posizione del Kamasutra senza essere timorosi che Rachele possa tornare da un momento all'altro e sorprenderci, anzi, se partecipasse sarebbe bello almeno mi tolgo lo sfizio di fare di nuovo l'amore con lei, un tormento che mi porto dietro da chissà quanto tempo ormai. Dopo che il mio patrigno ha spinto inesorabile la sua banana dentro di me afferrandomi per la schiena, mi da delle pacche sulle natiche facendomi capire di alzarmi. Anche lui lo fa e tutta la sua mole muscolosa e tatuata scende dal materasso dove era precedentemente adagiata. Io, inginocchiato tra le coperte, mi avvicino e ci baciamo con passione ma poi lui mi spinge all'indietro facendomi cadere con le gambe in aria e mi prende dall'inguine avvicinandomi a se. Rafael tiene il cazzo con la mano destra, ci sputa sopra dispergendo la saliva su tutta l'asta e poi mi penetra mentre io mi sistemo meglio cercando di poggiare una gamba sul letto tenendo in aria solo l'altra in modo che con una mano io possa segarmi.
"Immagini se entrasse tua madre ora?", mi domanda
"Di certo non farebbe storie vedendo il tuo cazzo entrare ed uscire dal mio culo", gli rispondo quasi suggerendogli di continuare a scoparmi
"Sono sicuro che si siederebbe molto volentieri sul tuo, come stava per fare oggi a mezzogiorno", dice Rafael afferrando il mio membro
Me lo sega leggermente risalendo con le dita fino alla cappella dalla quale fuoriesce un po' di pre-sperma. Avvicina le dita inumidite alla mia bocca credendo di doverlo assaggiare e già la spalanco tirando fuori la mia lingua ma Rafael, invece, pulisce le sue falangi con il suo organo gustativo facendomi capire che potrebbe anche arrivare a degustare il mio sperma trovandoci proprio al punto di un ritorno dell'eccitazione.
"E' davvero buono"
"Lo so", gli dico confermandogli di aver già assaggiato in altre occasioni sia il mio pre-sperma che il successivo succo bianco secretato dai miei coglioni "ti andrebbe di provare anche il mio latte?", domando senza ricevere risposta perché o sta pensando di declinare l'invito o di accettarlo
Mentre attendo la risposta dell'argentino se vuole o meno assaggiare il mio sperma, il mio culo sta ancora accogliendo i suoi 23cm. Non tutti, visti la posizione, ma buona parte facendomi ascoltare il rumore che le sue palle producono con lo sfregamento sulle coperte mentre continuo a masturbarmi e a toccare il suo corpo e successivamente anche il mio per poter cospargerlo del suo sudore. Rafael mi afferra per le caviglie unendo le gambe in modo che il culo diventi ancora più stretto. Ma dopo più di 15anni passati dalla prima volta che ho perso la verginità, con tutti i membri che ci sono entrati dentro, e' un po' difficile farlo ritornare alle sue dimensioni pre-prima volta. Però non importa. Il cazzo del mio patrigno lo sento pulsare lo stesso dentro le mie viscere notando singolarmente ogni sua vena che si riempie di sangue per l'eccitazione di scoparsi il culo del suo figliastro. Continuando a infilarmelo, si distende sopra di me e inizia a baciarmi. Ultimamente sta usando un po' troppo sentimentalismo. Non che mi dispiaccia ma sono sicuro che, di questo passo, non rifiuterà di assaggiare il mio sperma, magari dopo averlo anche scopato. Cosa che sta quasi per accadere vista la richiesta che le mie orecchie odono poco dopo.
"Scopami"
"Cosa?"
"Hai capito benissimo. Voglio il tuo cazzone dentro il mio", mi rivela Rafael lasciandomi sbalordito ma non troppo "non fare il finto tonto. So che l'altra volta c'hai visti mentre Rachele mi infilava lo strap-on. Vuoi sostituirlo con un cazzo?", chiede
Rafael uscendo dal mio culo e inginocchiandosi sul tappeto. Io mi sollevo sedendomi con i piedi che penzolano giù da un lato del letto ed il mio cazzone, come l'hai chiamato lui, finisce dentro la sua bocca. Vedere le sue labbra che si aprono per accogliere il mio membro mi manda in Paradiso. Il loro colore, offuscato da una barba e un baffetto molto folti, riesco a notarlo solamente mentre parla e anche adesso proseguendo a infilarsi la mia nerchia dentro il suo cavo orale costringendomi a togliermelo. Mentre Rafael risale sul letto e si sdraia sporgendo il suo culo, pensa che voglia scoparlo ma ho solo voluto smettere di farmi succhiare perché altrimenti avrei sborrato. Prendendo coscienza di quanto stia accadendo alle mie spalle, mi intrufolo tra le sue gambe divaricandole spennellandogli il culo con il mio cazzo. Dopo averlo preparato per bene, lo infilo sentendo il mio patrigno mugolare. Il suono dei suoi mugolii mi arriva ovattato perché sposta la testa in modo che la sua bocca venga a contatto con le coperte tappandogliela e le sue mani afferrano i due cuscini per resistere al dolore che un cazzo vero gli procura scopandolo al posto di uno finto. Successivamente, lo faccio abituare ad avere un intruso nell'ano e comincio a spingere mentre i suoi mugolii di dolore si trasformano in gemiti di passione. Gli apro le chiappe per vedere il mio cazzo fare dentro e fuori dal suo budello. Sono eccitato ed incredulo e per questo non stacco gli occhi dal culo perché chissà quando mi ricapiterà l'occasione di fissare nelle mie pupille un'immagine del genere. Rafael ogni tanto muove il culo a destra e a sinistra per sistemarsi meglio i miei centimetri entrati in lui.
"Porca puttana, ci sai veramente fare"
"Non lo credevi possibile?", gli domando
"Assolutamente no", mi risponde "credevo che questo cazzo ti servisse solamente per attirare le persone per poi farti scopare e non scopartele proprio tu", mi risponde scioccamente Rafael
L'argentino credeva che io non sapessi fare l'attivo solamente perché con lui tutte le volte che abbiamo scopato, passate e recenti, non ho usato il mio cazzo. Ma questa e' stata una sua mancanza perché se mi avesse chiesto di farsi fottere prima, l'avrei fatto cancellando dalla sua mente anche la credenza che tutte le volte che raccontavo di come mi sono scopato un ragazzo, lui pensava che io stessi mentendo. Dopo aver dato altre bordate contro il culo del mio patrigno, tiro fuori il cazzo e prendo le sue mani in modo che possa allargare le chiappe mostrandomi il buchetto appena chiavato. Mi sego e vengo sul suo solco anale imbrattando anche le palle. Lecco via ogni residuo spermatico ingoiandolo e poi lui si gira insozzandomi la faccia con la sua sborra. Stanchi per la scopata versatile appena consumata, ci sdraiamo sul letto. Lui si poggia con la schiena contro la spalliera mentre io sul suo petto osservandolo nei movimenti della respirazione. I cazzi si sono ormai ammosciati e sono sporchi di saliva e sperma mescolati sapientemente come i colori dentro una tavolozza. Passo le dita in mezzo ai suoi pettorali leggermente pelosetti ed una domanda mi sovviene in testa e devo subito chiarire esigendo una risposta da lui
"Rafael"
"Dimmi"
"Posso farti una domanda personale?"
"Spara"
"Come hai perso la verginità?"
La mia richiesta e' un po' troppo per lui ma poi si sbottona e inizia a raccontare. Quando perse la verginità aveva solo 10anni. Successe nell'orfantrofio argentino nel quale era ospite dopo che quella puttana della madre biologica lo abbandonò. Un giorno, giocando a pallone nel cortile insieme a tutti gli altri bambini e a Pedro, ruppe il vetro di una finestra con una pallonata. Il reggente dell'istituto, un vecchio prete di quasi 60anni, lo chiamò nel suo ufficio e iniziò a parlare con lui. L'uomo sapeva come farsi ubbidire e mentre Rafael stava quasi per mettersi a piangere il prete, un po' per consolarlo ma anche per soddisfare le sue voglie da pervertito, lo fece avvicinare, lo costrinse ad inginocchiarsi ed a poggiare la testa vicino all'inguine. Il prete iniziò fin da subito a massaggiarsi il cazzo da sopra la sua tonaca toccando la faccia innocente di Rafael con l'altra mano cercando di infilargli l'indice in bocca. Quando fece prendere aria al suo uccello, il bambino arretrò. Il porco lo prese con la forza posizionandolo di nuovo vicino al suo inguine strusciandogli la cappella sulle labbra per poi infilarlo nella sua bocca e venirgli dentro. Da quel giorno, ogni marachella commessa da Rafael veniva punita in quel modo. Lui non riusciva a non mettersi nei guai. Era già da piccolo una persona vivace e poi, quello che gli faceva il prete cominciava a piacergli fino a quando, poco tempo dopo il suo primo pompino, ricevette anche il suo primo cazzo nel culo. Anche questo piaceva al mio patrigno che continuava a comportarsi in malo modo soprattutto per farsi punire con il membro del religioso, talmente lo aveva plagiato. Nell'orfanotrofio si era sparsa la voce dell'esuberanza di Rafael che veniva osannato perché in qualche modo riusciva a ribellarsi a quel regime autoritario ma gli altri bambini che lo idolatravano non sapevano a che costo quel loro innocente coetaneo pagava il prezzo per le sue ribellioni che provocava per piacere e anche per colpa del suo carattere ribelle. Tutto questo e' durato diversi anni fino a quando ne aveva 13 e il prete e' stato mandato a dirigere un altro orfanotrofio. Poi una sera, guardando un giornale porno in compagnia di Pedro, quest'ultimo gli fece un pompino ma dovettero passare altri due anni affinchè il giovane cazzo argentino del mio patrigno potesse provare le gioie di penetrare un buco, uno qualsiasi, e il primo fu quello di Pedro. Ma, una volta adottato dalla ricca famiglia di industriali italiani, mise da parte la sua voglia di cazzo e culi maschi per dedicarsi maggiormente alla sua voglia di fighe e culi femminili, voglia che il prete non era riuscito a fargli passare. Tutto questo a beneficio anche di mia madre. Sono trascorsi 40anni dalla sua prima volta. Un momento afferrato con brutalità da un uomo che spesso dovrebbe infondare sicurezza e conforto ma che altrettanto spesso incute timore. Poggio la mia testa sul petto di Rafael. E' appiccicoso di sudore ma tanto ormai condivido tutto con lui. Lo abbraccio cingendogli il fianco destro con la mano e lui poggia la sua sulla mia spalla accarezzandomi i capelli. Ormai non può dividerci niente e nessuno. Lui mi scopa, io scopo lui e se un giorno capitasse che anche mia madre si unisse a questo amplesso, saremmo davvero una grande famiglia felice, completa anche nell'aver provato di tutto nella vita riguardo al sesso.

FINE CAPITOLO 20

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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