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Gay & Bisex

La mia adolescenza 10


di FRANK_1987
25.02.2019    |    8.030    |    6 8.5
"Mi alzo cercando di sbottonarmi i pantaloni ma Evaristo mi ordina di ritornare a succhiargli il cazzo..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Al locale gay

CAPITOLO 10

Da quando sono diventato maggiorenne, ogni sera vado nel locale gay aperto nella città poco distante dalla mia. Purtroppo devo andarci da solo perché Michele e’ ancora minorenne e non può entrarci. I miei genitori non hanno mai fatto storie sulle mie uscite e anche questa volta non devo inventarmi scuse se faccio tardi, perché ci sono abituati ormai da anni. E’ successo in una di queste sere che ho fatto finalmente pace con il mio migliore amico, Giorgio. Ve lo ricordate? Il ragazzo dal capello nero e dagli occhi verdi il cui padre l’aveva costretto a fargli un pompino in attesa che io potessi sostituirlo, poi lo stronzo ci ha fatti scoprire e da allora ci siamo allontanati l’uno dall’altro. Giorgio, nel frattempo, ha capito che gli piace il cazzo ma ogni tanto non disdegna anche la fica perché prima che suo padre gli facesse succhiare il membro che l’ha generato, il mio amico era un indefesso dongiovanni. In questo periodo di fidanzamento clandestino con Michele, il 14enne capisce che soffro la mancanza di un cazzo nel culo, essendo lui esclusivamente passivo, e quindi mi consiglia di cercarne uno in giro. A dire la verità, non e’ che io sia proprio a bocca asciutta perché il capomastro Stanislav e il mio sverginatore, continuano instancabilmente a farmi il culo. La voglia, però, di allargare i miei orizzonti senza limitarmi a scopare con loro due, si fa sentire ogni giorno che passa e per quanto io ami scoparmi il buchetto di Michele e schiaffeggiargli le chiappe, desidero che queste cose vengano fatte a me da altri uomini, tanti uomini diversi possibilmente. Qualche rigo sopra vi parlavo di Giorgio ed e’ proprio con lui che ho deciso di sperimentare queste nuove conoscenze. Approfittando della nostra amicizia ritrovata, ci fingiamo fidanzati per attirare i maschi ma io, a differenza sua che quasi ogni sera cambia cazzo, non ho mai voluto tradire Michele, almeno fino a quando mi ha dato il suo benestare. Ho pensato di farlo anche con il mio amico ma la sua passività mi impedisce di raggiungere il mio scopo. Una sera di Luglio, io e Giorgio ci fingiamo di nuovo innamorati e mentre ci scambiamo effusioni su un divanetto, io intravedo un bellissimo ragazzo dal capello biondo. E’ buio nel locale ma posso scorgere i suoi lineamenti. Indossa una maglietta blu scura molto attillata ed ha la mascella leggermente pronunciata, tipo Ronn Moss per intenderci, il Ridge Forrester di Beautiful. Ha in mano un boccale di birra e si muove a ritmo di musica circondato da ragazze e ragazzi. Il giovane si avvicina lentamente a noi ma poi una ragazza bionda lo ferma, parlano un po’ e poco dopo si allontanano insieme forse in direzione dei bagni o dell’uscita per portarsela a casa e trombarsela. Prima di frequentare questo posto, sognavo sempre di trovarmi in una gloryhole con tanti cazzi che schizzavano il loro prezioso sperma sulla mia faccia o dentro la mia bocca ma invece, adesso, nella cruda realtà, nessuno dei presenti si avvicina anche solamente per farmi sentire la loro erezione da sopra il pantalone. Nei giorni che seguono quello in cui ho visto il ragazzo biondo, lo intravedo spesso nel locale e ogni sera alterna un esponente dei due sessi per divertirsi lontano da sguardi indiscreti ma non sceglie mai me. Sono amareggiato per questo e ne parlo con Michele che mi consiglia di farmi avanti come ho fatto con lui, d’altronde la faccia tosta non mi manca.
“Dovresti farti avanti”, mi dice Michele
“Dici sul serio?”
“Certo, devi farlo”, rincara la dose “io non posso darti quello che vuoi, ma dovresti averlo dagli altri”, continua
“Non sai quanto ti amo”
“Ti amo anch’ io”
“Ma io di più”
Litighiamo scherzosamente su chi ama di più l’altro e poi finiamo per fare l’amore. Scoparsi il culetto morbido di Michele e’ una gioia per il mio cazzo e vederlo infilarsi dentro delle chiappette rosse dai continui schiaffi, mi fa eccitare talmente tanto da raggiungere l’eiaculazione sempre nel suo buchetto profondo. Michele e’ anche geloso di Giorgio perché pensa che tra noi possa nascere qualcosa ma Giorgio non può darmi quello che voglio, perché e’ passivo, ed io, anche se ormai ho abbracciato la mia parte attiva, non voglio scoparmelo perché lo conosco da quando siamo nati e per me e’ come un fratello. L’insicurezza di Michele mi spaventa un po’ ma allo stesso tempo di rasserena perché e’ un sentimento genuino, puro, che non ammette violenza ma solamente amore perché chi e’ geloso del proprio partner, sempre nei limiti consentiti, e’ innamorato perso di lui o di lei. Infatti, ogni qualvolta che non concludo niente nel locale per gay, quando ci vediamo, scopiamo come due conigli perché lui desidera me ed io desidero lui. Una sera, sempre nel locale, mentre osservo il ragazzo biondo ballare con un giovanotto dall’abbigliamento alquanto femminile, un altro ragazzo dai capelli castani si avvicina a me e mi invita a bere qualcosa. Al bancone ordino un Bloody Mary ed inizio a chiacchierare con il giovane. Si chiama Evaristo, ha 24anni e lavora come rappresentante farmaceutico. Indossa una maglietta bianca a maniche corte e un pantaloncino corto beige che mette in evidenza il suo prominente pacco.
“Ti va di fare qualcosa?”, mi chiede a metà del mio drink
“Certo”, gli rispondo
“Andiamo nel bagno?”
“Meglio in macchina”
“Non ce l’ho”, mi comunica “sono arrivato con un altro amico”, continua “tu hai la macchina?”, mi domanda
“Veramente non ho neanche la patente ma ti assicuro che ho 18anni appena compiuti”
“Ok, andiamo in bagno”
Ci alziamo e mentre osservo Giorgio seduto al divanetto che limona con un uomo di circa 50anni, gli faccio il segno dell’ok. Io ed Evaristo entriamo nel bagno e lui chiude a chiave la porta di una cabina. Ci baciamo assaporando l’uno dell’altro il gusto del drink appena bevuto e poi tocco la sua patta dura e gonfia. Mi abbasso e gli sbottono i pantaloni tirando fuori un cazzo di 17cm già scappellato. Me lo infilo in bocca e inizio a succhiarglielo mentre lui piega la testa all’indietro e mi mette una mano sulla nuca conficcandomi tutto il suo pene dentro le mie fauci. Lo succhio e lo lecco, comprese le palle, pensando che finalmente il mio sogno si stia avverando. Mi alzo cercando di sbottonarmi i pantaloni ma Evaristo mi ordina di ritornare a succhiargli il cazzo. Tra una succhiata e l’altra, capisco che, per lui, questa e’ la prima volta con un ragazzo e che non vuole andare oltre il pompino per verificare se la cosa può piacergli oppure no. Io direi di si, perché mi spinge la testa contro il suo pube facendomi ingoiare tutto il suo arnese e poi mi sborra in bocca. Alcuni schizzi finiscono sulle mie labbra e lui me li infila in bocca, poi si ricompone ed esce. Anche io mi do una ripulita. Mi sciacquo la bocca e poi ritorno nel salone dove Giorgio non c’e’ più. Sul cellulare però ho un suo messaggio dove mi comunica che e’ andato via con quell’uomo maturo.
“Ciao”, mi sento dire all’improvviso e, girandomi, scopro che a parlarmi e’ il ragazzo biondo
“Cia…ciao”, gli rispondo balbettando
“Come va?”, mi domanda ballando a tempo di musica tenendo in mano un bicchiere di birra per la parte superiore del recipiente
“Bene, tu?”
“Bene”, mi fa mentre io, dall’imbarazzo di essere stato parlato da lui, mi guardo intorno “come ti chiami?”, mi chiede
“Giulio. Tu?”
“Sergio. Quanti anni”
“18”
“Mmh”, lo sento dire a malapena per colpa della musica assordante ma il suo mordersi di lussuria le labbra e leccarsele, quello lo percepisco subito “io 22 se te lo stai chiedendo”, precisa
“Ok. Ti va se…”
Non mi fa finire nemmeno la frase che poggia il bicchiere su un tavolino e, prendendomi per le braccia, mi stampa un bacio in bocca. La sua lingua tenta di entrare tra le mie labbra che la accolgono con piacere. Con la mano destra poggiata sulla mia nuca e con l’altra che mi ravana il fianco sinistro, Sergio mi bacia toccandomi poi anche il culo mentre io gli metto le mani sul collo e il mio pollice sinistro gli tocca l’orecchio destro scoprendo che ha un orecchino a bottoncino. Questa sera ha i capelli rasati sulla nuca e più lunghi e gellati in corrispondenza della fronte. La sua maglia grigia mette in risalto il suo fisico scultoreo e il suo jeans scuro fa intravedere forme davvero interessanti. Lo bacio sul collo e lui lo fa lo stesso con me. Una ragazza passa accanto a noi e mi fa l’occhiolino ma io giro la testa dall’altra parte girando anche quella di Sergio prima che la veda e decida di fare una cosa a tre o, peggio ancora, trovare lei più interessante di me e andare a scoparla. Eh no, mia cara, lo sto desiderando da quando frequento questo locale e non sarai tu a far naufragare il sogno della mia vita, stasera.
“Vogliamo andare a casa?”, mi chiede baciandomi
“Assolutamente si”
“Vieni, ho voglia di toccare questo culetto senza pantaloni”
“Ed io di infilarmi in bocca il tuo cazzo”, gli rispondo
“Perché non ti ho incontrato prima?”, si domanda stupidamente
“Perché tu non mi hai mai notato”, gli rispondo stizzito
Sergio mi da uno schiaffo sul culo, poi mi prende per la mano tenendomela stretta e attraversiamo la cortina di persone che stanno ballando freneticamente. In prossimità del bancone, con la folla un po’ più diradata, il biondo mi abbraccia per il collo e, baciandomi, ci incamminiamo verso l’uscita mentre io lo tengo stretto aggrappando ad una tasca posteriore del pantalone. Usciti ci avviciniamo limonando fino alla sua macchina, una Porsche nera, poi saliamo a bordo e partiamo sfrecciando a tutta velocità. Ho paura perché non amo l’alta velocità ma stare in una vettura del genere, con un ragazzo del genere mi fa sentire come quelle donne che si atteggiano perché hanno il fidanzato bello e la macchina sportiva sempre luccicante, come se fosse appena uscita dal rivenditore. Ci fermiamo davanti ad una villetta, Sergio apre il garage e scendiamo dalla macchina. Con le mani come i tentacoli di un polipo, entriamo dalla porta della rimessa che da in cucina e subito siamo in salotto. Il ragazzo vive ancora con i genitori (E CHI VORREBBE MAI RINUNCIARE A TUTTO QUEL LUSSO?) che sono andati a teatro per assistere alla rappresentazione di un’opera lirica. In questo modo, con gli impegni mondani della sua famiglia, lui può approfittare di portarsi a casa chi vuole senza farsi scoprire, soprattutto se ad accompagnarlo e’ un ragazzo.
“Andiamo che non resisto”
“Anche io. C’ho il buchetto che mi pulsa”
“Anche il mio cazzo”
“Lo vedo”, gli rispondo osservando che il suo pantalone ha un bozzo verso destra
“Dai, su che tra poco mi esce perfino dalla tasca. Andiamo a trombare”, conclude Sergio e ci avviamo verso la sua stanza
Entrati, mi accomodo sul suo letto e inizio subito a baciargli l’addome all’altezza dell’ombelico sollevandogli la maglietta. Lui mi accarezza le braccia e la schiena ma poi io mi alzo e lo spoglio ammirando il suo fisico atletico. Anche lui mi spoglia e il mio corpo, in confronto al suo, sembra un fuscello. Gli bacio e lecco i pettorali, singolarmente e l’addome scendendo di nuovo fino all’ombelico sbottonandogli i pantaloni rigorosamente senza cintura. Abbassandoglieli fino al ginocchio, davanti a me si presenta un boxer grigio con una deformazione verso destra, come l’avevo notata prima. Lo massaggio e glielo bacio delicatamente da sopra l’intimo annusando il profumo di freschezza che emana. Quando gli abbasso anche il boxer il suo cazzo di 23cm si sposta verso di me toccandomi le labbra. Glielo sego leggermente e poi inizio a succhiarlo. Mi fotte la bocca spalancata a più non posso mentre io, con la lingua, gli lecco la cappella e il frenulo ogni volta che entra nelle mie fauci. Prendendomi per i capelli, facendomi anche male, spinge la mia testa e la mia bocca contro il suo inguine ma la sua irruenza fa si che il suo cazzo non entri tutto nella mia bocca ma, invece, fuoriesce con tutta la saliva che avevo accumulato non potendola ingoiare.
“Alzati e girati”, mi dice Sergio ed io lo faccio
“Cosa vuoi fare?”, gli chiedo accattivante
“Non siamo venuti qui per baciarci”
“Lo spero”
“Quindi girati che voglio lavorarti il culo”, mi fa “anche se ho una voglia matta di buttartelo dentro e farti gridare come la puttana che sei”, prosegue
Dopo avermi eccitato con la sua frase, mi getta sul letto e mentre con la mano sinistra mantengo l’equilibrio sul materasso, con quella destra mi slaccio la cintura e mi sbottono i pantaloni. Intanto lui mi toglie le scarpe e poi mi abbassa mutande e calzoni insieme togliendomeli, trovandosi davanti al mio culetto. Con le sue mani rudi mi allarga le chiappe e soffia leggermente sopra il mio buchetto. Sebbene il suo alito sia caldo, al contatto con le mie viscere spalancate mi porta a provare un brivido lungo la schiena. Sergio mi bacia il buchetto e poi inizia a leccarmi con la punta della lingua e subito dopo lo fa come se stesse mangiando una fetta di anguria. Ci sputa sopra e infila della dita per prepararlo alla scopata. Intanto io poggio la testa sul materasso per allargare bene le mie chiappette ma non ce n’e’ bisogno perché lo fanno praticamente da sole quando si trovano davanti ad un tizio che vogliono far entrare dentro di loro. Sergio rovista ancora tra le mie natiche con la sua lingua mentre le sue mani le strizzano oppure me lo colpiscono con dei piccoli schiaffetti.
“Adesso ti scopo”, mi minaccia
“Fallo”
“Che culo aperto che hai”
“Entrami dentro”
“E’ un invito?”, mi domanda
“E’ la mia speranza da quando ti ho visto”, gli rispondo
“Lo vuoi davvero?”
“Non sarei venuto con te altrimenti”, gli ricordo
Sergio si alza, mi posiziona meglio e poi prende il suo cazzo poggiando la cappella sulla mia entrata. E’ ancora bagnata della mia saliva e la sua, che e’ sopra il mio buchetto, si mescolano permettendo al cazzo del biondino di entrare nelle mie viscere che sono così bagnate tanto da sembrare la vagina di una donna eccitata. E’ abbastanza tozzo e lo sento benissimo e il suo proprietario, con le mani sui miei glutei mentre io ho poggiato la testa sul materasso, inizia a trombarmi aumentando progressivamente l’intensità delle sue poderose spinte. Il mio capo, a causa dei suoi colpi, struscia sulla coperta e il mio cazzo, che non posso toccare per colpa della posizione che ho assunto, ballonzola come l’antenna dell’autoradio. Sergio tira fuori il suo cazzo dal mio culo e poi lo rimette dentro per un paio di volte agguantandomi per i fianchi facendomi male. Finalmente riesco a sollevarmi un po’ poggiandomi con i gomiti sul letto e inizio a masturbare il mio pene ignorato dal ragazzo poiché, evidentemente, nella sua vita sessuale svolge solo la parte attiva in una coppia gay. Le sue spinte fanno si che la mia mano si muova automaticamente lungo il mio cazzo come se mi stesse scopando e simultaneamente facendo una sega.
“Ce l’hai davvero largo”, si complimenta
“Grazie”, gli rispondo
“Da quanto scopi?”
“Da quando…ooohhh…avevo 15anni”
“Minchia, così giovane”, esclama lui meravigliandosi
“L’amore per il cazzo…aaahhh…non ha età”, gli spiego
“Hai ragione, ti piace proprio”
“Vivo solo per lui. Se un giorno…ooohhh…dovessi morire, voglio che succeda…aaahhh…con un cazzo nel culo”, gli spiego
Sergio continua a trapanare il mio foro anale mentre io mi sego. Poi mi prende le mani facendomi smettere di masturbarmi e le usa per improvvisare la posizione della cariola mentre io cado nuovamente con la testa sul materasso. Usando le mie mani come perni, Sergio spinge tutto il suo cazzo dentro di me ma, nonostante la mia larghezza, non entra tutto perché ce l’ha troppo tozzo. Questa posizione fa scatenare in lui tutta la sua furia animalesca dato che sbatte il suo inguine contro le mie natiche che producono il tipico rumore di quando vengono a contatto con la pelle umana dell’attivo scopatore, facilitato anche dal fatto che entrambi iniziamo a sudare. Sergio esce dal mio culo facendomi alzare e ci baciamo, si siede sul letto e io mi accuccio su di lui. Prendendomi per il costato, struscia il suo cazzo lungo il solco delle mie chiappette mentre ci baciamo e poi io glielo prendo in mano e lo guido ancora una volta dentro il mio budello pieno di umori. Con questa posizione mi allargo di più e finalmente il mio culetto può mostrare al cazzo di Sergio tutta la sua magnificenza. Altri centimetri, che nelle posizione precedenti non erano entrati, adesso si godono le mie carni mentre il loro proprietario muove il mio corpo in modo che mi impali facendoli saltellare letteralmente.
“Che delizia”
“Ti piace, puttanella?”, mi domanda scopandomi tenendomi per i fianchi
“Mi piace…aaahhh…tantissimo”, gli rispondo “e’ come l’ho…ooohhh…sempre immaginato”, continuo complimentandomi
“Dio, che puttana che sei”
“Grazie ”
“Hai un culo che sembra un aspirapolvere”
“Vuole aspirare…uuuhhh…il tuo sperma”
“Lo avrà”, mi consola
Continuo a scoparmi da solo impalandomi sul cazzone di Sergio che mi tocca la schiena e il petto. Io invece non lascio la presa dai suoi pettorali mentre mi chino a baciarlo senza sosta e a leccargli l’orecchino a bottoncino. Sollevandomi da sopra il suo cazzo, mi getta sul letto posizionandomi supino. Poi mi piega leggermente e mentre e’ inginocchiato dietro di me, mi penetra. In questo modo posso rilassarmi sul letto, intanto Sergio spinge il suo cazzo dentro di me ma non può entrare tutto come precedentemente. Solo la cappella e pochi centimetri della sua asta mi penetrano ma sono più che sufficienti per farmi provare piacere. Il mio cazzo, invece, e’ stretto fra le mie gambe che sostituiscono le mie mani per masturbarlo. Trombandomi furiosamente, Sergio mi apre le gambe sollevandomele così posso finalmente masturbare il mio cazzo sborrando sui miei addominali contraendo il muscolo del mio sfintere e risucchiando il bastone del biondino ancora più in profondità costringendolo a fermarsi dal fottermi altrimenti mi sarebbe venuto nell’intestino. Sergio estrae il suo cazzo dal mio culo e si siede sul mio petto sporcandosi le chiappe e l’interno coscia con il mio sperma. Si mena il cazzone davanti alla mia faccia e poi spara un primo schizzo che mi imbratta il labbro superiore, lo zigomo sinistro e la corrispondente tempia. Tutti gli altri vengono schizzati sulla mia lingua e li ingoio mentre gli ripulisco il cazzo segandolo e con una mano gli accarezzo i pettorali.
“Sei una forza della natura”, si complimenta scendendo da sopra il mio busto pulendosi le chiappe sporche con la coperta
“Sono stato bravo?”
“Cazzo, se lo sei stato”, mi fa
“La prossima volta mi piacerebbe se mi venissi nel culo”
“Scordatelo”
“Perché? Hai paura di prendere qualche malattia?” gli chiedo arrabbiato “guarda che sono sano e poi anche poco fa mi hai scopato senza preservativo rischiando di venirmi nel culo mentre sborravo”, gli ricordo
“Non e’ per questo. Mi hai mai visto uscire da quel locale con la stessa persona ogni sera?”
“No, ma che c’entra?”
“Non voglio che le persone si affezionino a me. Io non posso essere di uno solo o una sola”
“Ok, come vuoi tu”, non posso fare altro che dirgli
Sergio scende dal suo letto mentre la sua ciolla ha riacquistato la morbidezza e ondeggia verso destro e verso sinistra. Con la coperta mi pulisco dal mio sperma ma il suo, impresso ancora sulla mia faccia, lo raccolgo con le dita per assaporarlo e immagazzinare nel mio cervello il suo aroma. Nonostante non voglia più scoparmi ancora, ho raggiunto il mio obiettivo e, soddisfatto, mi alzo raccogliendo le mie cose tornando in cucina. Lo trovo stravaccato sul divano, nudo, che si beve una birra e, gentilissimo, mi consiglia di farmi una doccia e di sgattaiolare dalla porta sul retro se i suoi dovessero essere già tornati prima della fine del mio bagno. Dopo la doccia vado via e torno a casa. Mando un messaggio a Giorgio per assicurarmi che stia bene dopo la sua scopata con il 50enne e poi telefono a Michele per raccontargli la mia serata. E’ contento per me, anche se mi confessa di voler incontrare Sergio. Il ragazzo sarebbe anche contento, così almeno e’ un’altra preda diversa da quella precedente, ma non so come la prenderebbe trovandosi davanti ad un minorenne con quasi 10anni di differenza di età. Comunicandogli che secondo me non accetterebbe, Michele mi saluta per darmi la buonanotte. Stanco e sudato, il sonno arriva subito. La scopata con il ragazzo più bello del locale gay e’ avvenuta ma l’estate e’ appena cominciata e ogni sera torno “sul luogo del delitto” per avere altri bastoni dentro il culo. Quello del mio sverginatore e di Stanislav non mi bastano più, sono nato per fare la troia per molti e non per uno soltanto…

FINE CAPITOLO 10

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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