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Gay & Bisex

Vita di coppia 11


di FRANK_1987
13.10.2019    |    3.784    |    1 4.6
"“Scopami”, gli sussurro e lui mi fa alzare e girare Si toglie completamente il pantaloncino e i boxer viola, entra nella doccia in mia compagnia, prende..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni sabato. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena GAY, continuando a leggere troverete una scena TRANS. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

E’ successo ancora

CAPITOLO 11

“Ciao”, sento mentre la musica pompa ad alto volume
“Ciao, ci conosciamo?”, chiedo al ragazzo avvicinatosi a me
“Che c’e’? Prima mi scopi e poi non mi riconosci?”
“Quando avremmo scopato, scusa?”
“L’anno scorso”
“E’ passato un anno”, gli rispondo sorseggiando il mio Bloody Mary “scusa se non ti riconosco ma e’ piuttosto normale, no?”
“No, non lo e’ perché per me sono passati gli stessi mesi eppure ti ho riconosciuto”
“Si vede che ho lasciato una buona impressione”, dico al ragazzo finendo il mio drink
“Ancora non ti sei ricordato neanche il mio nome, non e’ così?”
“Senti, mi hai rotto i coglioni. Se speravi di essere richiamato, hai pensato male”, gli faccio “se poi vuoi farti un’altra scopata andiamo nel bagno e rimediamo. Evidentemente se non mi ricordo neanche come ti chiami non dev’essere stato granché il sesso con te”, continuo prendendomi un sonoro schiaffo
Il ragazzo si allontana mentre io, arrabbiato, mi tocco la guancia e raggiungo Mario seduto ad un divanetto. Mi domanda cosa sia successo ma io gli mento spudoratamente. Gli dico che quel ragazzo mi ha confuso con qualcun altro e mi ha dato quello schiaffo perché pensava che io stessi mentendo non riconoscendolo. Lo so, non ho riconosciuto veramente quel ragazzo ma non posso dire a Mario di esserci andato a letto perché lui non l’ha conosciuto e quindi capirebbe sicuramente che si tratta di un tradimento, di un incontro sessuale avvenuto senza la sua presenza, contrariamente a quanto ci sia promessi quando abbiamo iniziato questa relazione aperta. Mentre sto baciando Mario, non mi accorgo che il ragazzo si e’ di nuovo avvicinato a noi.
“Ehi, ma che bella coppia che siete”, esordisce nuovamente
“Grazie”, gli risponde Mario “tu sei il ragazzo che prima ha dato una sberla al mio fidanzato?”
“Si, sono io”, gli dice mentre lo guardo in malo modo “quindi sei tu il cornuto”
“Scusa come hai detto?”, fa Mario incredulo
“Sei un cornuto lo sai”
“Giulio mi ha detto tutto. Ti sarai sicuramente sbagliato. C’e’ stato uno scambio di persona”
“Si, e’ stato sicuramente così”, intervento per mandare via il ragazzo
“No, assolutamente no”, lo informa “sono Adriano ti ricordi? Abbiamo fatto sesso dietro i cespugli l’anno scorso”, si rivolge verso di me e ad un tratto tutto diventa più chiaro
Ho incontrato Adriano una mattina di un anno fa quando sono andato a fare jogging. Ci sediamo adescati l’uno l’altro, l’ho scopato a pecorina, poi seduti su un grande masso e alla fine gli ho sborrato nel culo (VITA DI COPPIA 4). E’ stata per colpa sua se poi mi sono fatto trattare come una merda da quei tre bulli per redimere al mio tradimento (VITA DI COPPIA 5). Ma se adesso non ho neanche riconosciuto la sua faccia, significa che mi ero buttato tutto alle spalle, di aver dimenticato ogni cosa ma le bugie, si sa, hanno le gambe corte e Mario viene a conoscenza di una mia scappatella consumata senza che lui potesse partecipare.
“Sei uno stronzo”, mi dice Mario scappando dal locale
Cerco di rincorrerlo ma le persone sono troppe da evitare e quando esco fuori, il mio fidanzato e’ già scomparso. Prendo un taxi per raggiungere la casa ma il lucchetto posto dietro alla porta mi impedisce di aprirla con la chiave. Un suo messaggio mi informa che non devo più farmi vedere, tranne al lavoro ovviamente, che devo andarmene a casa di mia madre e che tutte le mie cose mi saranno consegnate da una nostra amica in comune. E’ praticamente inutile parlare con lui. Lo faccio confessando a suo zio che quando mi sono fatto punire da quei ragazzi, l’ho desiderato così tanto per potermi purificare ma Gustavo, dopo aver raccontato tutto al nipote, mi comunica che il mio ormai ex ragazzo non vuole più saperne di me. Ho mandato all’aria quasi cinque anni di fidanzamento per colpa di una scopata in un parco. Non ci posso ancora credere. Sono ritornato a vivere a casa dalla mamma quando pensavo di essermene ormai andato via per sempre. Un giorno di Aprile rientro dal lavoro e mi spoglio per andare a fare una doccia. Non so per quale motivo ma il cazzo mi diventa barzotto quindi vado nella mia stanza e prendo uno dei miei fleshjack. Miscelata l’acqua, entro nella doccia e inizio a insaponarmi. Faccio si che il mio membro raggiunga la perfetta erezione e, aiutato dal sapone, lo inserisco nell’oggetto sessuale muovendolo su e giù lungo la mia asta. Mi poggio con le spalle contro le mattonelle e mi sego la minchia aiutato dal fleshjack di lattice ma inavvertitamente urto contro il rubinetto facendo cadere nella doccia il miscelatore.
“Giulio, tutto bene?”, mi domanda Rafael entrando all’improvviso facendomi notare di non aver chiuso la porta a chiave preso dalla mia voglia di masturbarmi sotto la doccia “ti e’ successo qualcosa?”, continua a chiedermi
“Ma che cazzo, Rafael. Perché sei entrato?”, grido cercando di nascondere il fleshjack caduto tra la schiuma del sapone
“Ehi, ragazzino bada a come parli. Non e’ come quando eri più giovane che mi ricordavi sempre che non e’ casa mia. Adesso lo e’, sono il padrone di casa e quindi devi portarmi rispetto”
“Ok, scusami”, gli rispondo cercando di calmarlo per farlo andare via in modo che io possa continuare a masturbarmi o a fare la doccia
Però Rafael non se ne va. Tituba su quello che deve fare. Si scarica la vescica anche se non doveva pisciare molto mentre io prendo il mio giocattolino sessuale e cerco di nasconderlo nella bacinella con tutti i detersivi ma e’ tempo sprecato. Il mio patrigno mi ha visto riflesso nello specchio
“E quello cos’e’?”
“E’ un…”
“So cos’e’ ma volevo dire che cosa ci fa qui? Ti stavi masturbando con un fleshjack?”
“Si. Lo so che anche il bagno e’ di tua proprietà adesso ma io sto facendo la doccia quindi potresti andartene e lasciarmi in pace per un secondo?”
“E se invece non volessi? Sai, l’amante bisessuale che ci siamo scelti con tua madre e’ carino, ci sa fare ma non e’ come te”
Credevo di aver chiuso con Rafael anni fa e lui con me ma evidentemente mi sbagliavo perché lui mi desidera ed io, adesso che sono single, desidero anche lui. Si avvicina a me prendendosi il fleshjack ma facendo resistenza, lo schizzo con l’acqua. La sua maglietta bagnata diventa subito aderente e trasparente così tanto che ritorno ad ammirare i suoi pettorali scolpiti e tatuati. Getta il mio oggetto del piacere a terra, mi prende per la nuca facendomi inginocchiare nella vasca, con una mano si abbassa il pantaloncino a pinocchietto nero e le mutande, così il suo bastone argentino di 23cm e’ di nuovo nelle mie fauci. Lo lecco e lo succhio come se non ne avessi mai succhiato e leccato uno mentre Rafael mi prende per i capelli e mi sbatte il suo cazzo in bocca oppure me la scopa selvaggiamente ricordando quanto lui sia animale a letto.
“Scopami”, gli sussurro e lui mi fa alzare e girare
Si toglie completamente il pantaloncino e i boxer viola, entra nella doccia in mia compagnia, prende del sapone da un flaconcino e lo spalma sopra il mio buchetto che subito dopo viene riempito dal suo cazzo mastodontico. Mentre l’acqua tiepida continua a scorrere sui nostri corpi nudi, il mio patrigno argentino mi agguanta le chiappe con le sue mani e mi scopa. Io ansimo di piacere e mi viene un senso di colpa per aver fatto in modo che Rafael tradisca la mamma. Nonostante abbiano già l’amante, la loro storia può essere paragonata alla mia con Mario perciò, adesso, io sto facendo si che un marito metta le corna alla moglie con una persona che non avranno il piacere di dividere. O magari si. Forse restando ancora in questa casa sostituiranno il loro amante bisessuale con me, d’altronde tempo fa ho già scopato la mamma e potrebbe anche succedere ancora. Il desiderio di rifarlo e’ talmente potente da farmi impennare il cazzo che si era ammosciato quando Rafael e’ entrato nel bagno. Mentre mi fotte aggrappato al mio sedere, con una mano afferro un rubinetto e con l’altra mi masturbo. Mi giro a guardarlo e la sua maglietta bianca e’ ancora più bagnata di prima. Forma delle leggere arricciature ma il resto e’ tutto accattato al suo magnifico corpo messo così in evidenza. Anche i capelli sono inzuppati e quando se li sposta perché gli vanno davanti al viso e gonfia il bicipite, non mi fa resistere più e sborro nell’acqua e nel sapone. Anche Rafael non resiste a lungo, quindi si sfila dal mio culo e mi sborra in faccia la sua crema che tante volte ho assaggiato, persino in una tazza di caffè e anche spalmata su un panino. Mi intima di non raccontare nulla alla moglie ma non fa riferimento al fatto che questa nostra scopata e’ stata un’eccezione oppure ce ne saranno altre. Si leva la maglietta fradicia di acqua, si asciuga alla bene meglio il corpo con un asciugamano che poi usa per detergersi anche le gambe, si pulisce il cazzo e poi se ne va mentre io finisco di fare la doccia. Trascorro il pomeriggio cercando di evitare lo sguardo di mia madre. Riusciva sempre ad indovinare quando io e Rafael facevamo sesso e non voglio che indovini che e’ successo ancora. La sera esco e me ne vado nel famoso locale. Mi faccio una scorpacciata di shot e la vista inizia subito ad annebbiarsi. Cammino tra la gente che balla e flirta come se fossi uno zombie e vado in bagno a darmi una rinfrescata. Mi guardo allo specchio e un Giulio più giovane viene riflesso nella sua superficie. Questa visione non e’ dovuta alla fine della mia relazione con Mario, che mi stava invecchiando, ma perché mi sento come il ragazzino sbarbatello appena maggiorenne che e’ entrato in questo posto per la prima volta e che cercava solamente sesso senza sentimenti. Non contento di aver già bevuto abbastanza, ordino il mio solito drink e vado a sedermi. Nel divanetto alle mie spalle c’e’ una coppia di ragazze che limona con un giovane muscoloso con una maglietta a giro maniche.
“Questo posto e’ occupato?”, mi domanda una voce femminile con una forte cadenza maschile
“No, e’ libero”
“Allora mi siedo”, fa la ragazza che tanto donna non e’ perché e una trans “mi chiamo Miriam”, mi dice porgendomi la mano che le stringo temendo che le sue unghie finte mi taglino le dita “sei da solo o in compagnia?”
“Sono da solo”
“Allora cerchi compagnia. Ti va se rimango un po’ qui con te?”
“Certo che mi va”, le rispondo dopo averle guardato le cosce che fuoriescono da un vestito a tubino senza palline “cosa cerchi, un ragazzo o una ragazza?”
“Sono gay”, le specifico facendole fare una smorfia di dispiacere “ma mi e’ sempre piaciuto tutto e non voglio tralasciare niente nella vita”, spiego a Miriam facendola sorridere “sono Giulio”, continuo porgendole la mano che viene strinta nuovamente anche se la trans mi tira a se con quel po’ di forza rimastole per colpa della sua nascita maschile e mi bacia
Mi prende per il collo e mi infila la lingua in bocca. Io non so dove mettere le mie mani così poggio quella sinistra su un cuscino del divanetto e quella destra la posiziono su una tetta. La mano, furbescamente, inizia a frugare nel seno della trans toccando anche l’altra mammella rifatta. Poi si fa sempre più audace costringendomi ad abbassarle il vestito senza spalline e a prenderle in bocca uno di quei due pezzi di silicone. Sono piccole, non esagerate come quelle di altre trans. Sembrano due pagnotte di pane poggiate sul petto e attaccate con colla stick. Nelle mani ci stanno benissimo e mentre gliele strizzo, Miriam ansima e gode. Lei mi mette una mano sulla patta ed inizia a massaggiarmi il cazzo bello duro. Sta scoppiando nei pantaloni perché e’ da un bel po’ che non incontro una così. Le ultime due trans che mi sono scopato insieme a Mario hanno preso il volo. Si sono cancellate da quel sito di incontri e sfortunatamente non ci siamo scambiati nessun numero di cellulare. Miriam vorrebbe togliermi il cazzo da fuori i pantaloni ma invece io le rimetto la tetta dentro il vestito e le consiglio di andare a casa mia perché alcuni voyeur ci stanno guardando insistentemente. Lei acconsente, così ci alziamo dal divano, raggiungiamo la mia macchina e in un attimo siamo dentro casa.
“Questa casa e’ tua?”, esclama lei
“Si, e’ mia”
“Ci abiti da solo?”
“No, con mia madre, il mio patrigno e il mio fratellastro”
“Alla tua età?”, mi domanda stupita
“Ho da poco chiuso una relazione e sono dovuto tornare qua”
“Oh povero cucciolo”, fa Miriam “mi dispiace tantissimo ma e’ un bene che sia finita, almeno possiamo divertirci insieme”
Mi mette le mani intorno alla nuca e mi bacia con passione. Vuole far entrare il suo organo gustativo più in profondità dentro la mia gola e mentre ci prova, le su mani scendono lungo il mio corpo raggiungendo nuovamente la mia patta gonfia. Mi afferra per un braccio, mi fa poggiare al tavolo della cucina e si inginocchia. Mi slaccio la cintura aiutato da Miriam che abbassa la zip, i pantaloni e successivamente anche il mio boxer bianco trovandosi davanti ai miei 19cm. Lo sega per un attimo e poi se lo infila nella sua boccuccia. Io le accarezzo i capelli mentre glieli passo dalla parte sinistra della testa in modo da poterle vedere meglio il viso e soprattutto le sue labbra roso fuoco fare su e giù sulla mia asta. Simultaneamente, lei fa entrare e uscire il mio pene dalla sua bocca mentre io glielo spingo dentro. Così sono sicuro che non se ne libererà mai. Mi sbottono la camicia e una sua mano si muove in prossimità del mio petto. Me lo tocca mentre con l’altra mano si infila anche la mia minchia nelle sue fauci masturbandola. Un filo di pre-sperma e saliva e’ attaccato lungo il mio cazzo che viene di nuovo inglobato nel suo caso orale capace di far sparire ogni cosa come se fosse un pozzo senza fine. Glielo tolgo dalla sua morsa scoprendo che e’ ancora attaccato al mio pube e glielo sbatto sulla faccia e soprattutto sulle labbra.
“E’ davvero bellissimo il tuo cazzo”
“Grazie”, le risponde timidamente
“E’ la tua prima volta con una come me?”, mi domanda Miriam
“No ce ne sono state altre”
“Mmh, interessante”, appura “il tuo fidanzato sa di questa passione per le trans?”
“Ex fidanzato. Comunque si, lo sa. Una volta ce ne siamo scopate due insieme anche se prima non voleva farlo”, le spiego facendola eccitare
“Dov’e’ la tua stanza?”, mi chiede alzandosi
“Da quella parte”
Miriam mi prende per il cazzo e mi tira verso di se. Tenendo fermo nella sua mano il mio membro, mi guida verso la mia stanza come se conoscesse già la casa. I pantaloni che ho abbassati fino alle caviglie mi fanno assumere un’andatura buffa ma poi raggiungiamo il mio letto, Miriam mi ci getta letteralmente di sopra e mi toglie le sneakers e anche i calzoni. Simula uno spogliarello ed io prima mi levo i pedalini e poi mi prendo in mano il cazzo segandomelo di gusto ammirando tutto quel ben di Dio. Lo striptease della trans non dura perché non deve togliersi chissà cosa, solamente il suo vestito senza spalline perché non porta il reggiseno, come ho verificato al locale, ed e’ anche senza mutandine mostrandomi il suo piccolo cazzetto. Si muove verso di me allora io allungo una mano verso il cassetto, lo apro e prendo un profilattico. Miriam si siede a cavalcioni in prossimità del mio cazzo che le sbatto lungo il solco anale. Mi leva il condom dalle mani e me lo mette all’indietro, senza neppure guardare. Si sputa su una mano lubrificandomi la banana, fa un leggero muovendo per sistemarsela sul buco e si penetra da sola senza che io l’abbia prima preparata. Punto i piedi sul mio letto alzando le ginocchia e prendendola all’altezza della sua tette plastifiche, inizia a scoparle il culo.
“Mmh, si, scopami, scopami”
“Ti piace?”
“Certo, che mi piace…aaahhh…sei meraviglioso…ooohhh…continua, continua…uuuhhh…fammelo sentire tutto”
“Che culo che hai”
“Chiavamelo con il tuo cazzo”
“Te lo spacco tutto”
“Mmh, si, rompimelo, rompimelo…ooohhh”
Continuo a scopare Miriam nella stessa posizione di prima. Mi sollevo leggermente per strizzarle una tetta e ficcarmela in bocca mentre le pianto tutto il mio cazzone dentro il suo culone. E’ la prima volta dopo tanti anni che mi scopo una persona dentro il mio letto. Non mi ricordo neanche chi sia stato l’ultimo che ha avuto questo privilegio che invece si e’ trasferito adesso a Miriam, un essere ultraterreno diviso tra il suo lato maschile e quello femminile. Poggio le gambe sul materasso in modo da farla accomodare meglio sulla mia nerchia così da farle sentire le mie palle che vengono schiacciate contro le sue natiche ogni volta che mi cavalca. Lei poggia le mani suoi miei pettorali che sono gonfi perché ho le mani sopra i suoi fianchi e di conseguenza le braccia sono praticamente attaccate al mio costato. Miriam smette di saltellare sul mio membro e muove il suo cazzo come se volesse fare in modo che tutti i miei centimetri si assestino in lei per farne entrare altri, ma siccome sono già abbondantemente nel suo culo, capisco che questo movimento che sta portando avanti le serve per farmi calmare altrimenti sarei già venuto nel preservativo. La trans si toglie il cazzo dal buco del culo, si sdraia da un lato, toglie il condom e mi succhia il cazzo mentre io le accarezzo dolcemente i capelli.
“Hai un altro preservativo?”, mi chiede
“Ne ho una scorta”
“Che bravo ragazzo”, fa Miriam con la bocca occupata dal mio cazzo
“Ho una farmacia intera”
“Che porcello”
“Ho fatto acquisti perché ora sono single e ho voglia di scopare a più non posso”
“Ne sono contenta”
“Vieni, che non ho ancora finito con te”, lo dico “voglio ancora fotterti questo bellissimo culo burroso che hai”
Posiziono Miriam di lato sul materasso così ho la possibilità di leccarle per la prima volta il buco del culo. Lo insalivo per bene ma non c’e’ bisogno perché ormai e’ già stato collaudato. Gattonando, mi avvicino al cassetto dei preservativi, ne prendo un altro, lo indosso e poi mi stendo dietro le sue spalle mentre lei ha la gamba sinistra poggiata sulla coperta e quella destra in aria tenuta da me per l’interno delle ginocchia. Prendo il mio cazzo e lo guido nuovamente dentro le sue viscere. La tengo per la nuca perché mi da la sensazione di usare la sua testa come perno per la scopata. Con l’altra mano le stringo una tetta guardandola in faccia. Quel misto di dolore ed eccitazione che il mio cazzo le sta dando mi appaga profondamente. La bacio mentre la scopo perché mi piace sentire le mie labbra entrare praticamente nella sua bocca spalancata e far urtare i nostri denti gli uni contro gli altri. Con la mano usata per strizzarle il seno, ora le masturbo il cazzo. Non ha mai raggiunto l’erezione e non ha mai neanche lei provato a segarselo segno che non le piace averlo più ma che lo tiene perché ai suoi clienti occasionali, piace scopare con una donna con le tette e i coglioni. Tenendole sempre la mia minchia foderata nell’intestino, mi inginocchio dietro lei proseguendo a fottermela. Ora Miriam ha poggiato la testa su un cuscino e i suoi capelli biondi sparsi sotto la sua testa la fanno sembrare una sirena. E lo e’ davvero. Mi ha ammaliato con la sua veemenza tanto da farmi desiderare di portarmela a casa altrimenti me la sarei scopata nel locale gay davanti a tutti. Abbassandomi su di lei, le afferro ancora una volta il seno e sborro dentro al suo culo ma anche nel preservativo. Sfilo il mio cazzo dal suo buco e lei si solleva un po’. Mi toglie il profilattivo, lo gira al contrario e se lo spreme sulla lingua assaporando la mia essenza aromatizzata con piccole tracce di lattice. La bacio teneramente, mi stendo ancora dietro di lei abbracciandola e dopo esserci confidati un po’, ci addormentiamo. Quando mi sveglio, non la trovo più nel letto. Vado a fare colazione e trovo la mamma che sta preparando il caffè. La sera prima, lei, Rafael e il loro bambino erano usciti per festeggiare i 38anni di matrimonio dei genitori del mio patrigno.
“Giulio che cos’e’ questa storia?”, mi fa Rafael entrando dal corridoio
“Cosa c’e’?”
“Tesoro che cos’hai?”, gli chiede la mamma
“Ho trovato una persona nella doccia”
“Nella doccia?”, gli domando stupefatto “credevo fosse andata via”
“Giulio, hai portato una persona in questa casa? Sai che tuo fratello poteva vedervi?”
“Mamma, voi non c’eravate e poi non avrei mai fatto una cosa del genere se non avessi saputo che avreste fatto tardi per l’anniversario di nozze dei tuoi suoceri”
“Buongiorno a tutti”, esordisce Miriam “mmh che buon profumo di caffè. Ne vorrei un po’”
“Non e’ ti bastata la panna che Giulio ti ha dato ieri sera?”, le domanda Rafael anche se la trans non sembra mortificata per niente “tesoro, tu non sai una cosa. Sono entrato in bagno…”
“Ancora? Senza bussare?”, replico al mio patrigno interrompendolo ricordandogli che quello che ha fatto con Miriam, l’ha fatto anche con me
“Non e’ questo il punto”, mi dice facendomi arrabbiare “il punto e’ che questa ragazza qui non e’ una ragazza per nascita. E’ una transessuale”
“Anche con loro te la fai adesso? Ma che stai diventando?”, mi chiede mamma
“Quello che sono sempre stato”, le dico “uno che si scopa la sua famiglia e che deve provare per forza piacere con qualcuno che sia donna, uomo o trans non importa”, continuo prendendo Miriam per un braccio portandola nella mia stanza
Do’ il tempo alla trans di vestirsi e poi la mando via senza neanche farle bere il caffè che aveva chiesto prima in cucina. Devo smetterla con il sesso, non ce la faccio più. Ho deciso di dedicare la mia vita solo al lavoro ma questo provvedimento durerà per molto?

FINE CAPITOLO 11

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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