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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 6


di FRANK_1987
30.06.2018    |    13.816    |    6 8.0
"Quando arriva dalla cucina con due bicchieri stracolmi di piscio caldo e puzzolente li sorseggio distrattamente..."
La vita di Giulio continua con altre scopate

CAPITOLO 6

Sono passati tre mesi da quando mi sono trasferito a casa di nonno Ugo. I miei genitori pensano che l’abbia fatto per avere più tempo per studiare ma la verità e’ che dal mattino alla sera il nonno non fa altro che darmi la sua razione di sborra e piscio ed anche se e’ ormai estate e la scuola e’ finita, non ho nessuna voglia di tornare a casa dai miei. Un giorno andando a fare visita ai miei genitori, decido di andare a fare shopping. La nostra non e’ una città metropolitana ma se ti accontenti di quello che trovi alla fine fai bei acquisti. Camminando per la strada mi fermo davanti ad una maglietta indossata da un manichino in vetrina. E’ elasticizzata ed ho una voglia matta di comprarla perché metterebbe in mostra il mio fisico minuto e scolpito ma guardando il prezzo mi accorgo di non poterla comprare. Forse, penso, potrei chiederlo al nonno come regalo e sono sicuro che gli farebbe piacere vedermela addosso mentre risalta le mie forme. Mentre sto pensando questo, una voce mi sussurra all’orecchio:
“Ti va di assaggiare di nuovo il mio piscio?”
Mi volto e vedo una figura mastodontica. Un uomo alto, muscoloso, indossante un jeans e una maglietta nera a giro maniche che mette in rilievo le sue forti braccia tatuate. Ha i capelli gellati all’indietro e una leggera barba incolta. Lo riconosco subito anche se indossa gli occhiali da sole. E’ Rafael, l’amico di Pedro che mi ha fatto assaggiare ogni liquido che era uscito dal suo cazzo il giorno del matrimonio di mia sorella.
“Rafael, come stai?”, gli chiedo
“Io sto bene e tu? Sembri in forma”
“Grazie, l’aria della campagna mi fa bene”
“Ho sentito che ti sei trasferito da tuo nonno ma non credo che sia solo l’aria di campagna a farti diventare così bello, sono anche le sue proteine, vero?”
“Assolutamente si”, rispondo io ammiccando
“Che troia che sei”
“Che ci fai qui?”
“Sono qui con mia moglie”
Mi sono dimenticato che ha una moglie e la cosa mi ha un po’ rattristato. Ma quello che mi rattrista di più e’ che quando sua moglie esce dal negozio mostra una pancia da donna incinta. Sembra che quasi stia per scoppiare.
“Ciao, chi sei?”, mi chiede la moglie di Rafael
“Sono un amico di Rafael e Pedro”
La moglie di Rafael si adombra parecchio il che mi lascia intuire che sa delle attività extra che i due fanno infatti mi guarda da capo a piedi.
“Come sta Claudia?”, mi chiede Rafael
Non voglio parlare di lei e del suo insipido marito che ha voluto troncare la nostra relazione dopo solo tre settimane anche se in questo tempo le scopate non mi sono mancate e per giunta con un componente della mia famiglia.
“Sta bene, la sua pancia cresce e’ di 5mesi ormai. E lei?”, chiedo rivolgendomi poi alla moglie
“Quasi 8”
“Congratulazioni. Tra poco diventerete genitori”
“Grazie”, risponde lei
“Sapete già il sesso?”
“Ancora no, non vogliamo saperlo fino alla nascita ma qualunque cosa sia, maschio o femmina, spero che non prenda le abitudini di suo padre”
Nonostante siamo a Luglio sembra arrivato un freddo polare tra noi tre.
“E’ stato un piacere conoscerti. Ci rivedremo sicuramente”, mi dice la moglie di Rafael andando via senza darmi il tempo di rispondere
“Ma che tua moglie sa qualcosa su te e Pedro?”
“Ci ha beccati poco dopo il matrimonio, poi ti spiego. Comunque questo e’ il mio numero”, mi dice porgendomi un bigliettino “chiamami che la promessa che ti ho fatto tempo fa nel ristorante non e’ scaduta. Devo farti ancora il culo”, conclude facendomi l’occhiolino e andandosene
Leggendo il biglietto scopro che Rafael e’ il figlio di una delle famiglie più ricche della città e subito mi viene una pulsazione al buchetto. Non so se sia dovuta al suo denaro o alla sua virilità sconquassante ma fatto sta che entro nel negozio e dico alla commessa di prenotarmi la maglietta che avevo visto in vetrina e che sarei passato dopo a comprarla. Il mio desiderio e’ di indossarla quando incontrerò Rafael la prossima volta per farmi vedere in tutto il mio splendore. La sera dopo cena, come ogni sera, io e mio nonno facciamo l’amore. Quando arriva dalla cucina con due bicchieri stracolmi di piscio caldo e puzzolente li sorseggio distrattamente.
“Cos’hai tesoro di nonno?”, mi domanda preoccupato
“Niente nonno sono solo sovrappensiero”
“E’ successo qualcosa?”
“No, niente di preoccupante”
Nonno Ugo annuisce pensieroso e per tranquillizzarlo butto giù nel mio stomaco tutti e due i bicchieri di piscio che dopo un po’ si sono intiepiditi. Andiamo a dormire ma non faccio altro che pensare a Rafael. Era bellissimo oggi, una statua greca e quella statua deve essere mia. Non riesco a prendere sonno, accendo la luce, prendo il cellulare e mando un messaggio whatsapp a Rafael chiedendogli quando ci saremmo potuti vedere. Aspettando la sua risposta per più di un’ora, mi addormento con il cellulare in mano. Il mattino dopo, la prima cosa che faccio, e’ controllare se Rafael mi abbia risposto. Ho un messaggio.
“Oggi a mezzogiorno ho un’oretta libera, vieni nel mio studio”, c’e’ scritto con tanto di indirizzo
Sono contento che finalmente avrei avuto anche il cazzo di Rafael nel culo, l’unico che non c’era ancora stato da quando ho iniziato a fare sesso. Tutti gli altri hanno avuto la possibilità di scaricarsi nel mio orifizio anale ma Rafael ancora no e questo mi eccita da pazzi. L’eccitazione però lascia subito il posto alla realtà e mi rendo conto che a mezzogiorno e’ impossibile per me andare da lui perché avrei pranzato con mio nonno e fatto tutto quello che dovevamo fare. Mi viene un’idea. Telefono ad un mio amico giapponese e gli chiedo se può reggermi il gioco affermando che sarei andato a pranzare con lui. Il mio amico accetta. Finito di aiutare il nonno con le faccende alla fattoria, gli dico che a mezzogiorno non avrei pranzato con lui.
“Ma come? E’ la prima volta che saltiamo una sessione di sesso”
“Purtroppo un mio amico mi ha invitato da lui all’ultimo momento e non posso dirgli di no”
“Ma sono carico tesoro di nonno”, mi dice lui ma soltanto per cercare di farmi capitolare
“Lo so Ugone ma non posso dirgli di no e’ da tanto tempo che aspetto questo momento”, gli confesso ed e’ la verità “e poi sarai più carico per pomeriggio”
“Va bene ma vorrà dire che non berrai due bicchieri di piscio ma quattro”
“Del tuo piscio ne berrei anche otto bicchieri”, gli dico baciandolo e scappando via
Entrando in casa trovo il suo portafogli, gli rubo la carta di credito e corro via al negozio dove compro la maglietta elasticizzata che avevo visto il giorno prima e che avrebbe fatto impazzire Rafael che si sarebbe trovato di fronte una piccola donnina. Sono le 11.50 del mattino e mi presento nell’azienda di Rafael. Domando alla segretaria se il suo capo e’ in ufficio perché ho un colloquio di lavoro con lui e lei lo chiama con l’interfono. Subito dopo, Rafael esce dal suo studio, stupendo in un completo grigio.
“Ah sei arrivato. Prego accomodati”, mi fa “non passarmi nessuna telefonata e puoi prenderti la tua pausa già da adesso”, dice alla segretaria che, contenta, raccoglie le sue cose ed esce di fretta
Io entro nel suo studio e sento il rumore della porta che viene chiusa a chiave.
“Non vedevo l’ora che arrivassi”, mi dice stringendomi le chiappe con le sue grandi mani e leccandomi il collo per andare a sedersi alla sua poltrona “allora?”, continua “sei venuto qui per startene lì impalato? Datti da fare”, mi ordina ed io cammino verso di lui “no!”, grida all’improvviso facendomi spaventare e fermare “devi venire da me gattonando”
Devo dirvi che nonostante tutto, la cosa mi inibisce un po’ ma sapendo che arrivando da lui avrei di nuovo rivisto quel meraviglioso cazzo, mi lascio alle spalle gli indugi, mi metto a quattro zampe e gattono verso il mio master. In fondo e’ un po’ la stessa cosa di quando quella volta mi sono vestito da cameriera per farmi scopare.
“Brava micetta, brava. Adesso fermati”, mi ordina ed io come un autonoma eseguo il suo ordine “abbassati”, mi abbasso automaticamente “leccami le scarpe”
Anche questa volta rimangono sbigottito ma mi abbasso e inizio a leccare la sua scarpa. Non lecco la suola per via della sporcizia del pavimento ma solo la sua parte superiore. Rafael mi mette davanti alla faccia l’altra scarpa per farsela leccare intanto si tocca il pacco che cresce a vista d’occhio. Anche il mio però non scherza. Sebbene non sono mai stato così dominato, questa situazione mi piace e anche parecchio. Poi Rafael allontana le scarpe dalla mia faccia mentre io mi sollevo, lui si toglie completamente i mocassini, i calzini e mi mette un piede in faccia. Io allontano repentinamente la faccia ma lui si solleva un po’ da sopra la sedia e mi prende per i capelli.
“Sei venuto qua per farti fare tutto quello che voglio quindi devi stare alle mie regole”, mi dice sistemandosi meglio sulla poltrona girevole e posizionando di nuovo il suo piede davanti alla mia faccia
Non puzza ma odora di scarpa nuova allora questo mi da il coraggio di tirare fuori la lingua e leccare il piede del mio master. Capendo che mi sono arreso, Rafael mi mette in faccia anche l’altro piede che io lecco come facevo con il primo. Mentre Rafael mi da degli schiaffetti con i suoi enormi piedi, con la coda dell’occhio vedo che si e’ tolto il cazzo di fuori, lui si accorge che io lo guardo e con un dito mi fa il cenno di avvicinarsi. Mi sollevo e mi avvicino a lui ma Rafael mi prende per la bocca facendomela aprire, fa il tipico rumore di chi si prepara a sputare e poi mi spruzza in bocca il suo sputo che non ho bisogno di ingoiare perché la mia bocca lo fa di suo talmente e’ liquido lo sputo. Poi mi abbassa la testa sul suo cazzo e finalmente me lo posso rimettere in bocca dopo tre mesi. Sa di pulito ed e’ un piacere succhiarlo.
“Mi e’ mancata la tua bocca da puttana”
“E a me e’ mancato il tuo cazzo”, gli rispondo infilandomelo tutto in bocca per poi toglierlo, sputarci sopra e continuare a sbocchinarlo
“Tanto lo so che non e’ rimasta vuota a lungo. Tu e tuo nonno eh…”
“E’ un amante fantastico”
“Sei una lurida cagna schifosa”, mi apostrofa
Mentre io continuo a succhiare il cazzone di Rafael, lui si allenta la cravatta, se la toglie e si apre la camicia bianca mostrando un tatuaggio tribale esteso da pettorale a pettorale. La mia mano finisce sopra quel ben di Dio e scende giù aiutata anche da lui che continua a sbottonarsi. Poi mi alza, si alza anche lui e mi bacia. E’ un bacio dettato dalla passione, mi mordicchia la lingua e ogni tanto mi da dei piccoli sputi che con mio enorme piacere ricevo nella bocca per deglutirli. Poi mi slaccia la cintura e mi abbassa pantaloni e boxer facendo uscire il mio cazzo di 19cm.
“Complimenti. Non sapevo che una femminuccia potesse avere un cazzo del genere”, mi fa
“Evidentemente non sono poi così femminuccia. A Pedro e’ piaciuto e poi sono stanco di voi maschi che pensate che un gay debba per forza prenderlo solo nel culo”
Arrabbiato, Rafael mi da uno schiaffo. Anche io allora mi arrabbio e cerco di ricambiare il gesto aggressivo ma lui mi ferma il braccio e mi getta sulla scrivania.
“Volevi colpirmi? Ora ti colpisco io con la mia mazza”, mi minaccia anche se questa minaccia mi eccita un casino.
Rafael inizia a leccarmi il buchino, ci sa fare ha una lingua delicata e vellutata. Io mi sposto un po’ più indietro per far penzolare il mio cazzo dalla scrivania dove era rimasto prigioniero. Inizio a segarmi mentre lui mi lecca ancora la rosellina ma poi prende in mano il mio cazzo, lo sega un po’ e se lo infila tutto in bocca. Sembra come se volesse mangiarselo, quasi me lo stacca.
“Non avevo mai succhiato un cazzo in vita mia”, mi racconta
“Neanche quello di Pedro? E’ più grande del mio”
“Assolutamente no. Ma il tuo mi ha ammaliato. Avevi ragione. I ruoli si possono invertire. Gli attivi possono diventare passivi, chi riceve una succhiata di cazzo può anche contraccambiarla ma ora non pensare che me lo faccio mettere nel culo perché qui il padrone sono io”
Dicendomi questo, si alza, sento una pressione sul mio buchino e il suo meraviglioso cazzo sprofonda dentro di me. Lo sento nella sua totale interezza. Mi viene subito in mente di avere tradito nonno Ugo con l’ennessimo uomo che mi ha scopato quando sono stato sverginato, ma poco dopo penso che non mi interessa nulla perché se lui fosse in questa stanza, mi direbbe di continuare a farmi scopare da quel manzo che e’ Rafael. Il mio toro inizia la sua scopata, alterna momenti di bordate da squassarmi il culo a momenti di piccole scopate. Mi piace farlo in questa maniera perché quando chi scopa lo fa lentamente, chi riceve il cazzo in culo lo può sentire per tutta la lunghezza nel suo sfintere.
“Non ti sento ansimare”, mi biasima
“E’ soltanto perché il tuo cazzo mi ha tolto le parole dalla bocca”, gli dico
“Allora te le farò ritornare”
Mi toglie il cazzo dal culo e me lo rimette con forza allora adesso grido sul serio.
“Visto che ti piace?”
“Si mi piace, continua a scoparmi, fammelo sentire tutto”
Rafael si aggrappa alle mie chiappe scopandomi mentre io cerco di aggrapparmi ad ogni suppellettile della scrivania per affrontare il dolore della scopata. Ma e’ un dolore piacevole che mi arriva fino alla prostata e sento un leggero filo di presperma uscirmi dal cazzo. Lo raccolgo subito con un dito e lo lecco. Vedendomi leccare le dita, anche Rafael mi mette in bocca le sue e le succhio come se fossero dei cazzi mentre sento quello vero scoparmi anche l’anima. Il mio amante di turno poi poggia un piede sulla scrivania per agevolare la scopata allora io mi sposto leggermente verso il suo piede e inizio a leccare le sue dita. Rafael muove le dita del piede come se volesse giocare con la mia bocca fino a quando mi prendo l’alluce nelle mie fauci e lo succhio.
“Non ho mai conosciuto una troia come te. Da chi l’hai imparate queste cose?”
“Mi vengono…aaahhh…naturali”, gli rispondo “io sono nato…uuuhhh…per far godere…ooohh…gli uomini come te”
“Sappi che ci stai riuscendo. Neanche mia moglie mi fa queste cose e sono contento di aver trovato un surrogato come te”
Sono appena stato indicato come un oggetto da parte di Rafael ma non mi sento offeso. Quando sto con un uomo mi piace essere dominato e mi piace che sia lui a tenere il gioco. A questo punto, Rafael toglie il suo cazzo dal mio culo, mi fa sollevare, lui si siede alla poltrona girevole mentre io con i pantaloni abbassati fino alle caviglie, lo seguo. Libero un piede dal pantalone e mi siedo sul suo cazzo. Mi impalo fino ai peli pubici e inizio a cavalcarlo come fa un cavaliere fa con il suo cavallo. Ora Rafael ha davanti a se il mio cazzo che prende in mano e inizia a segare. Ogni tanto ci baciamo mentre sega il mio cazzo oppure mi tocca dappertutto. In questa posizione sento la sua cappella grattarmi lo sfintere e mi sale una tale eccitazione che sborro senza neanche toccarmi. Uno schizzo finisce sul collo di Rafael che fa un gesto che mai mi sarei aspettato da un tipo come lui. Raccoglie il mio sperma e se lo mette sulla lingua ma stranamente non lo ingoia, lo assapora, poi mi fa aprire la bocca e mi sputa saliva e sperma mescolati. Io gli faccio vedere di avere sulla mia lingua questa nuova miscela per poi mandarla giù.
“Devo venire, dove vuoi che ti venga?”
“Nel culo. Voglio averla nel culo questa volta”, gli rispondo
Rafael afferra le mie chiappe e mi scopa furiosamente poi si ferma e sento il suo liquido caldo invadere le mie viscere mentre il suo cazzo pulsa dentro di me.
“Tieni”, mi fa prendendo un fazzolettino e porgendomelo “ficcatelo nel culo che non voglio macchie di sperma sulla moquette”
Mi prendo il fazzolettino e me lo metto nel culo per tamponare perdite spermatiche. Poi gli chiedo della sua famiglia e di quello che fa con Pedro. Mi racconta di essere stato abbandonato da bambino dalla madre e che nell’orfanotrofio argentino che lo ospitava ha incontrato Pedro. Durante una notte si sono segati davanti ad una rivista porno ma poi Pedro gli aveva preso il cazzo in bocca e poco dopo lui glielo avrebbe dato anche nel culo. Due famiglie italiane li avevano adottati ma mentre Pedro finì in una famiglia borghese costretto a fare il muratore, lui venne adottato da una ricca famiglia di industriali e per questo motivo la moglie, anche sapendo tutto su lui e Pedro dopo averli scoperti in flagrante, non vuole lasciarlo, per non perdere la sua eredità. Raccontandomi questa triste ed eccitante storia, mi accorgo che non mi ha fatto bere ancora nulla.
“Rafael”
“Cosa vuoi?”, mi chiede mentre si riveste anche lui
“Non mi hai fatto bere ancora niente”
“Ah giusto, hai ragione. Ma come facciamo? Per farti bere c’e’ bisogno di un bagno e dovremmo uscire. La segretaria sarà già tornata”
Mi guardo intorno e vedo la borraccia del caffè sulla scrivania. La prendo, la svuoto di quel poco liquido rimasto e gliela porgo.
“Sei proprio un porco”, mi fa prendendosi la borraccia e avvicinandosela al cazzo
Dall’uretra parte il suo liquido giallastro che finisce dentro la borraccia mentre Rafael fa attenzione a non farne uscire neanche una goccia. Finito di pisciare, mi porge la borraccia.
“Questa e’ per te, rinfrescati”
“Grazie”, gli dico prendendomi il contenitore e avvicinandomi alla porta “quando ci possiamo rivedere?”
“Devo avere un giorno libero la prossima settimana, puoi aspettare così tanto?”
“Certamente, ma tu in questa settimana bevi parecchio e non incontriamoci qua perché la prossima volta voglio assaggiare il tuo piscio direttamente dalla fonte”
Rafael scuote la testa sorridendo ed io esco. In questo momento sto camminando per la strada invasa da turisti di ogni dove e tengo in mano la borraccia. La stappo e inizio a bere il piscio di Rafael mentre cammino tra la gente ignara del contenuto di quel contenitore.

FINE CAPITOLO 6

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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