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Gay & Bisex

La mia adolescenza 2


di FRANK_1987
07.01.2019    |    15.630    |    12 9.2
"Io odio il mare, il sole e tutto quello che riguarda questa stagione nonostante io sia nato neanche una settimana prima del suo inizio..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni lunedì. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Non c’e’ niente di più divino che scoparsi il…

CAPITOLO 2

E’ arrivato finalmente Giugno. E’ tempo delle ultime interrogazioni per riparare qualche debito o qualche insufficienza ma anche di sole e di mare. Bleah. Io odio il mare, il sole e tutto quello che riguarda questa stagione nonostante io sia nato neanche una settimana prima del suo inizio. Dopo la chiusura della scuola decido un giorno di andare a fare una passeggiata nel parco. E’ grande che per girarlo tutto ci impieghi giorni ma per paura di fare brutti incontri mi fermo sempre nelle stesse zone, tranne oggi. Ho voglia di esplorare il parco per tutta la sua grandezza, in fondo e’ una parte della mia città e devo conoscerlo in ogni suo minimo dettaglio. Camminando allegramente, la mia attenzione viene attratta da dei gemiti di goduria. Devo dirvi che provo un po’ di paura ma poi inizio ad eccitarmi e la voglia di avere un cazzo diventa sempre più forte in me nonostante stia per vederlo entrare ed uscire da una vagina femminile. Mi avvicino lentamente ad un cespuglio mentre i gemiti si fanno più accentuati e spostando leggermente il fogliame, vedo un ragazzo di colore di 20anni circa con i pantaloni abbassati fino alle caviglie mettendo il mostra un culetto tondo e sodo intento a tenersi la maglia sollevata all’altezza dei reni con una mano e con l’altra da il ritmo alla scopata. La cosa più strana e’ che i gemiti che sento non provengono da lui nonostante siano emessi da una voce maschile ed ecco spiegato come mai non riuscivo a vedere la donna, anche se potevano benissimo scopare a pecorina. Quando comprendo che i due formano una coppia omosessuale, mi eccito ancora di più ma allo stesso tempo rimango allibito quando il ragazzo passivo si sposta leggermente mostrandomi il suo volto: e’ Giorgio, il mio ex migliore amico figlio di Giovanni che mi ha scopato e che ha usato suo figlio per placare le sue voglie in attesa che potessi placargliele io. Sono stupito, non ho parole, mi sale una grande rabbia contro quell’uomo che ha cambiato radicalmente il figlio portandolo ad amare il cazzo mentre prima non faceva altro che parole di ragazze e fiche e non soltanto per nascondersi dietro una facciata. La rabbia iniziale verso Giovanni passa all’istante per concentrarsi contro Giorgio che si sta godendo nel culo il cazzo di un vucumprà dalla pelle d’ebano come ho sempre desiderato di vederne uno.
“Scopami più forte”, incita Giorgio il ragazzo
“Putain italienne (puttana italiana)”, gli risponde lui
“Scopami si…aaahhh…più forte…uuuhhh…ancora, ancora”, continua a proferire Giorgio per caricare il ragazzo che sembra accontentarlo
Lo stronzo se l’e’ scelto bene il suo primo cazzo o forse il primo non e’ ma chi se ne importa. Di sicuro l’organo riproduttivo di quel ragazzo color cioccolato e’ abbastanza lungo, tanto quanto l’ho sempre immaginato io. Il vucumprà scopa Giorgio a pecorina senza uscire dal suo culo o cambiare posizione per rischiare di essere scoperti ma io invece ora li sto osservando da dietro un cespuglio con il cazzo duro dentro i pantaloni e lo libero iniziando a segarmi. Giorgio muove il suo culetto bianco contro il pube nero del ragazzo scopandosi da solo mentre con una mano gli tocca il fianco e con l’altra si aggrappa alla staccionata. Quando il ragazzo di colore si sfila dal culo di Giovanni togliendosi il preservativo gettandolo a terra, il mio ex miglior amico si inginocchia davanti a quella bestia nera che schizza tutto il suo seme sulla faccia della puttana di turno mentre io schizzo il mio per terra tra le foglie quasi come se non fosse degno di essere riversato su una faccia umana. Senza osservare più, mi ricompongono e torno a casa.
“Svegliati Giulio, non fare il pigrone”, tuona la mamma il giorno dopo
“Hai fatto le ore piccole ieri sera?”, mi domanda papà
“E meno male che la scuola e’ finita! Cosa facevi nella tua stanza?”, chiede Claudia ma non le rispondo, non posso dirle che ho passato tutto il pomeriggio su internet ammazzandomi di seghe fatte davanti a filmati interrazziali
“Aiutami a portare l’altro letto dalla soffitta”, mi dice mamma “Oggi arrivo Carlo”, continua
L’avevo dimenticato. Oggi Carlo arriva con la sua famiglia per passare le vacanze da noi. Non voglio che dorma nella mia stanza ma non possiamo fare altrimenti nonostante Claudia voglia disperatamente farlo dormire nella sua ogni estate che il ragazzo viene a trovarci con i suoi genitori. Aiutati i miei a sistemare il secondo letto, aspetto l’arrivo di Carlo anche se spero che il loro treno faccia così tanto ritardo da indurli a ritornarsene nella loro città. Sono le 16.00 quando sentiamo suonare alla porta e mamma va ad aprire.
“Sonia”, esclama mamma contenta “che bello rivederti”
“Anche per me lo e’”, risponde Sonia
“Giacomo come stai?”
“Bene grazie tu?”, domanda il marito di Sonia
“Alla grande. Oh mio Dio”, sentiamo in lontananza esclamare la mamma “tu devi essere Carlo”
“Ciao zia”, replica lui
Eh si, Carlo e’ mio cugino. Sonia, 44anni, e’ la sorella maggiore di mia madre e Giacomo, 46anni, e’ suo marito. Ogni estate vengono a farci visita da Brescia perché non hanno mai dimenticato le loro origini e vogliono godersi il bel clima calabrese. Incuriosito dall’espressione sorpresa della mamma, mi incammino verso il corridoio per osservare meglio Carlo rimanendo stupefatto. Davanti a me si presenta un ragazzo di 22anni, con gli occhi castani e i capelli a spazzola dello stesso colore degli occhi. Indossa una camicia a scacchi blu, un jeans sdrucito e delle sneakers nuove di zecca. Prima non era di certo così, mostrandosi sempre sciatto e mai incline a seguire la moda.
“Zii”, esclamo per mascherare l’avere osservato solo Carlo
“Ciao Giulietto”, fa la zia abbracciandomi
“Come sei fatto grande”, risponde lo zio Giacomo con il quale a momenti ci baciavamo sulle labbra
“Ehi Giù, come va?”, mi chiede Carlo con la sua tipica espressione da tamarro
“Bene grazie”
“Dov’e’ il mio letto? Sono stanco morto”
“E’ nella mia stanza”, gli rispondo
“Venite, per voi ho preparato la stanza degli ospiti”, fa la mamma alla sorella e al cognato “Giulio, mostra a tuo cugino dove dormirà”, mi dice andandosene nel salotto dove papà e Claudia stanno aspettando
Io prendo la valigia di Carlo ma e’ talmente pesante che devo portarla con tutte e due le mani constatando quanto io sia più femminile rispetto a mio cugino che l’aveva in mano fino a poco tempo fa senza mostrare la sua pesantezza. Gli faccio vedere la stanza dove dormiremo insieme e lui si getta stremato sul letto mettendosi le mani dietro la nuca in modo da far sollevare un po’ la sua camicia e farmi ammirare la leggera peluria che scende dall’ombelico scomparendo dentro l’elastico del suo intimo. Lo guardo con lussuria senza farmene accorgere per poi comunicargli gli orari da rispettare dentro la mia stanza anche se lui mi etichetta subito come un “perfettino”. Ceniamo insieme come facciamo ogni estate quando vengono a trovarci, poi usciamo un po’ partecipando ad una piccola festa di paese dove Carlo viene circondato dai suoi amici abbandonati l’estate scorsa e poi torniamo a casa. Io vado al bagno per cambiarmi e quando torno nella mia stanza, lo trovo nudo intento a cambiarsi per andare a dormire.
“Ehi, non ti ho sentito arrivare”, mi fa lui
“Questa e’ la mia stanza”, gli rispondo piccato
“Come sei permaloso, in fondo siamo due maschi no? Perché dobbiamo vergognarci?”
Dopo aver pronunciato quelle parole, si gira leggermente verso di me per cambiarsi e noto un cazzo a riposo che e’ lungo il doppio del mio. Con una mano se lo infila nell’intimo poggiandoselo sulle palle verso il basso, si sdraia sul letto, mi da la buonanotte e spegne la luce. Sono le 8 di mattina quando all’improvviso sento tremare il letto. Ho il cuore che mi batte all’impazzata, una fifa blu che possa trattarsi di una scossa di terremoto mi assale ma poi vedo Calo alzarsi da terra e capisco di essere stato vittima di un suo scherzo. Lo mando a fanculo, vado in bagno e poi in cucina per la colazione. Mamma e papà vogliono che io e Claudia portiamo Carlo un po’ in giro e mentre Claudia e’ entusiasta della cosa, io lo sono di meno perché avevo già progettato la sera prima di andare a scopare con chi si e’ preso la mia virtù.
“Domani e’ il tuo compleanno, Giù”, mi dice Carlo
“E allora?”, gli rispondo seccato seduto al tavolo della rosticceria del centro commerciale aspettando mia sorella
“Dobbiamo festeggiare. Che cosa vuoi che ti regali?”
Mi viene in mente la prima cosa da dirgli “il tuo cazzo”, ma la scarto immediatamente
“Non c’e’ bisogno di farmi un regalo personale”
“Ma io voglio fartelo”, insiste
“Come mai? Non me l’hai mai fatto”
“Ho capito che ho sbagliato e voglio rimediare”
“Va bene, se ci tieni tanto, fai come vuoi. Un regalo in più e’ sempre gradito”, gli rispondo e lui mi da una pacca sulla spalla facendomi male
“Ecco i panzerotti”, fa Claudia arrivando con un piatto in mano “sono caldi, caldi”
“Sapete cosa vorrei di caldo adesso? Una bella figa”, fa Carlo mentre io faccio un’espressione schifata e Claudia scuote la testa nervosamente
Il pomeriggio lo trascorro in compagnia di mio cugino e mia sorella e quando torniamo a casa, mamma e la zia Sonia stanno preparando i dolci per il mio 17°compleanno. Dopo cena decido di inventare una scusa per poter andare dal mio sverginatore come avevo deciso di fare la mattina che invece ho sprecato con Carlo e mi faccio scopare in ogni posizione meravigliandomi come, ogni tanto, penso al cazzo di mio cugino dentro al culo al posto di quello che ne sta abusando. Dopo un quarto alle 23, ritorno a casa e vado a letto. Non passano neanche 10minuti che sento aprire la porta della mia stanza. E’ Carlo, tornato presto dalla serata passata con gli amici. Lo vedo camminare un po’ barcollando, sarà sicuramente sbronzo, e intanto si spoglia levandosi la maglietta mostrandomi un fisico tonico, asciutto ma muscoloso e si toglie anche il pantalone facendomi vedere un bozzo un po’ esagerato molto di più rispetto a quando l’ho visto il giorno precedente facendomi intuire di essersi eccitato. Fingendo di dormire, mi giro verso la porta aprendo le gambe come se fossero delle forbici e il pantaloncino attillato che indosso si solleva facendo fuoriuscire leggermente le mie chiappette. La brandina che abbiamo ceduto a Carlo di solito fa rumore quando lui si sdraia e adesso non sento nessun cigolio perché all’improvviso avverto una pressione sul mio letto e in men che non si dica, Carlo si e’ sdraiato dietro di me.
“Ma che cosa stai facendo?”, gli chiedo cercando di girarmi ma lui mi tiene fermo con una mano all’altezza del petto
“Dai che lo so che sei un frocetto, Giù. L’ho sempre saputo”, mi comunica “ho visto come mi guardavi il cazzo ieri e come sei rimasto sconvolto. Per non parlare di come mi stai mostrando queste belle chiappe sode”, continua agguantandomi il culo facendomi sussultare “voglio essere il primo che ne beneficerà”
“Non lo sei e non lo sarai mai”, gli rispondo accorgendomi di aver confermato la sua teoria sulla mia omosessualità
“Ah, così hai già dato il culo. Mmh, com’e’ morbido”, mi dice strizzandolo mentre all’altezza del mio coccige sento crescere qualcosa dentro le sue mutande “eh si, hai ragione. Questo culo e’ stato già sverginato”, fa infilandomi un dito nel solco delle chiappe stimolandomi il buchetto facendomi gemere di passione “fa’ niente, meglio così. Mi ha fatto sempre impressione la vista del sangue”, prosegue Carlo
Mio cugino toglie il suo dito da dentro il mio pantaloncino che poi viene abbassato con prepotenza fino alle caviglie. Voglio divincolarmi da lui che sarà sicuramente rude ma ho sempre desiderato questo momento e non farò come quando mio fratello Salvatore, ormai militare, mi ha stimolato il buchetto di notte ed io mi sono svegliato senza lasciarlo continuare impedendogli di godere del mio culo per paura della mia reazione. La cappella del cazzo di Carlo, una volta liberata dal suo intimo, urta contro le mie chiappe allora lui si sputa su una mano spalmandosi la saliva lungo il cazzo e poi lo guida dentro il mio culo con la mano sinistra mentre quella destra la infila sotto di me tenendomi fermo per il petto. Sospiro di piacere mentre sento il suo respiro frenetico sul collo e il suo alito che sa di alcolici.
“Hai visto che regalo ti ha fatto tuo cugino?”, mi domanda
“Si, e’ bellissimo”, gli rispondo resistendo al dolore che mi procura un po’ la posizione
“E’ da tanto che volevo farti il culo e riempirlo di sborra e finalmente ci sono riuscito”
“Facciamo che il mio culo e’ la mia torta di compleanno e il tuo cazzo e’ la sac a poche che usi per farcirla?”
“Mi piace questo giochetto, cuginetto perverso”
Tenendomi per il fianco sinistro, Carlo inizia a muovere dentro e fuori la sua minchia dalla mia rosellina che credeva di trovarla ancora intatta ma invece ha dovuto affrontare diverse battaglie a suon di cazzo. Mentre lui spinge la sua nerchia nel mio culo con dei colpi ben precisi, nonostante sia un po’ alticcio, io ansimo di piacere arrivando a costringerlo a mettermi una mano sulla bocca per soffocare le eccessive manifestazioni del mio eccitamento. Non avrei mai creduto di provare dei sentimenti per mio cugino all’infuori dell’odio ma dall’estate scorsa, che ero ancora vergine, a questa, dove il mio culo e’ già stato rotto, ne e’ passata di acqua sotto i ponti e ora mi ritrovo con il suo cazzo dentro di me.
“Sono tornato presto perché speravo di trovarti sveglio”, mi dice spingendo inesorabile tutta la sua virilità nel mio foro
“Davvero? Mmh, perché?”, gli chiedo
“Perché volevo farti il culo”, mi risponde “per questo motivo non mi sono scopato quella puttana della sorella del tuo miglior amico”
“Non e’…aaahhh…più il mio miglior…ooohhh…amico”, gli dico “e poi anche a…uuuhhh…lui gli sarebbe piaciuto il tuo…aaahhh…cazzone”
“Ah buono sapersi”, fa Carlo continuando a scoparmi
Con una spinta più forte, il suo cazzo esce dal mio culo, lui si abbassa in corrispondenza delle mie chiappe e lo sento mentre mi bacia delicatamente il buco per poi risistemarsi dietro di me, usare il suo bestione a mo’ di pennello sopra la mia rosellina e fare di nuovo centro con violenza cogliendomi di sorpresa.
“Oh, che bel culo che hai. Ti piace il mio cazzone? Senti come entra in questo buco schifoso fino alle palle”
“Si, mi piace…aaahhh…mi piace tanto, Carlo, continua”
“Te lo riempio di sborra, te lo tappo”
“Sbattimi con il tuo cazzone, lo voglio tutto dentro”
Sentirmi dire che non aspetto altro di essere scopato, fa infuriare ancora di più mio cugino Carlo che mi scopa il culo facendomi male non soltanto nell’ano ma anche in corrispondenza del fianco sinistro che tiene arpionato con le sue dita ormai diventate artigli. Il mio pene sbatte contro la mia gamba strusciandosi con la cappella sulla mia pelle che e’ tutta un fremito. Quando rallenta la scopata, esce dal mio culo allora io ne approfitto per girarmi e vedergli finalmente la mazza che sta usando per fottermi. E’ un randello di 22cm bello grosso e circonciso che gli masturbo guardandolo negli occhi sorridendolo maliziosamente mentre lui respira ansimante. Mi metto in bocca quella minchia che sa dei miei umori anali giocando con la lingua intorno alla sua cappella mentre Carlo mi spinge qualche volta la testa sul suo bastone conficcandomelo in gola. Glielo lecco toccando i peli del suo pube con il naso per poi togliermelo nuovamente, leccare tutta l’asta, la cappella e nuovamente lo faccio sparire nella mia bocca giocandoci prima che me lo impedisca.
“Sei proprio un bel puttanone”, mi fa “l’ho sempre saputo ma non avrei mai immaginato che arrivassi fino a tanto”
“E non hai ancora visto niente”, gli dico cercando di caricarlo
“Vieni qua, troietta”, mi dice capendo di averlo ancora caricato “fammi vedere di cosa sei capace con questo magnifico culo”
Mi sollevo sedendomi sopra di lui mentre il suo cazzo mi tocca la chiappa sinistra. Ci baciamo appassionatamente come due fidanzati invece che due cugini inconsapevoli del fatto che potrebbero scoprirci, mentre io tengo le mie mani sul suo corpo e lui mi massaggia il culo con le sue. Quando mi alzo leggermente, impugno il cazzo di Carlo e lo guido verso l’ingresso del mio intestino facendo entrare la cappella e poi tutto il resto del tronco cazzuto. Salgo e scendo su quell’obelisco di carne familiare mentre bacio il suo proprietario che mi da degli schiaffetti sul culo oppure mi tocca la schiena per poi stuzzicarmi i capezzoli facendomi venire dei brividi di piacere lungo il cazzo che sbatte contro il suo ombelico ad ogni movimento sussultorio. Quando Carlo mi prende per il costato impugnando un po’ le gambe sul letto, mi scopa muovendo il suo bacino contro il mio culo facendo entrare meglio tutta la sua mazza di carne nelle mie viscere già esplorate da quattro maschi nonostante la mia giovane età.
“Cavalca il cazzone di tuo cugino, zoccola che non sei altro”
“E’ davvero lungo”, gli dico saltellando ansimando
“Scommetto che non ne hai visti di così lunghi e grossi”, mi dice
“No, mai”, mento spudoratamente per non farlo arrabbiare “il tuo e’ il…aaahhh…più lungo di tutti”, continuo diventando peggio di Pinocchio
“Brava zoccoletta, brava. Fatti fottere il culo da tuo cugino”
Carlo continua imperterrito a scoparmi con forza il culo nonostante io sia sopra di lui con tutto il mio peso ma la palestra che lui frequenta gli ha dato la forza necessaria per sopportare lo sforzo. Il suo randello fa dentro e fuori dal mio buchetto strofinandomi le pareti anali ma poi esce da me e mi spinge sul letto a gambe aperte. Mio cugino si sdraia su di me baciandomi teneramente mentre i nostri cazzi si urtano l’uno con l’altro come se volessero baciarsi anche loro. Quando Carlo si solleva, mi allarga le gambe e senza prendersi il cazzo in mano, ma soltanto muovendo il bacino, centra di nuovo la mia voragine ed e’ ancora dentro. Mi chiava con le gambe allargate che iniziano a farmi male partendo dall’inguine mentre io mi sego il cazzo guardandolo negli occhi. Mai avrei immaginato che un giorno potesse succedere una cosa del genere invece eccomi qui a fare l’amore con mio cugino nel mio letto, un posto dove lui ha avuto l’esclusiva. Quando aumenta l’intensità della chiavata, Carlo mi porta a sborrare sul mio addome mentre lui rallenta la scopata e improvvisamente estrae il cazzo dal culo e se ne va. Penso che non voglia farmi avere il piacere di assaggiare la sua crema, così prendo un fazzoletto, pulisco la mia pancia dal mio stesso seme, rimetto a posto il letto e mi preparo per dormire quando invece vedo arrivare Carlo con una Madeleine in mano dotata anche di candelina.
“Buon compleanno, Giù”
“Ma diamine”, penso, “che me ne frega del mio compleanno quando avrei voluto assaggiare la sua panna?”
“Questa e’ per te, non credo che la zia si accorgerà che ne manca una”
Quando prendo la Madeleine mi accorgo che e’ cosparsa della sua sborra
“Ti ho preparato la mia torta personale. E’ mezzanotte passata, buon compleanno”
“Grazie”, gli rispondo prendendomi quel dolce delizioso
Tolgo la candelina leccandola, scarto la Madeleine dal pirottino e poi la mangio non fregandomi di avermi lavato i denti dopo la cena. Finisco quella prelibatezza in un boccone che mi viene voglia di mangiarne un’altra.
“Com’era?”, mi domanda
“Buonissima, il tuo condimento le ha dato quel pizzico di salato che mancava”
“Che razza di troia, te ne farò provare altra tutta questa estate”
“Non vedo l’ora”
“Ora mettiti a dormire che e’ tardi”
Mi corico girandomi dal lato del letto di Carlo osservandolo mentre si incammina verso il suo talamo con il suo cazzo ormai floscio che va verso destra e verso sinistra e poi si sdraia sul suo materasso mostrandomi le spalle e il culo marmoreo. Con quella visione mi addormento aspettando il giorno del mio compleanno nonostante sia già cominciato da qualche minuto e io l’abbia festeggiato alla grande con una mini torta molto saporita. Mentre faccio la doccia, Carlo entra nel bagno per pisciare e io gli osservo il cazzo.
“Ne vuoi assaggiare un po’?”, mi domanda
“Ma che schifo”
“Ma se hai assaggiato la mia sborra”
“Ma il piscio mi fa schifo”
“Allora vorrà dire che ti farò assaggiare la mia sborra in ogni cibo che mangerai”, mi dice uscendo dal bagno
Durante il pomeriggio si svolge la festa del mio compleanno dove tutta la mia famiglia e’ invitata e anche qualche amico. Le mie amiche si mangiano Carlo letteralmente con gli occhi e quando esterno la voglia di mangiare una seconda fetta di torta, mio cugino si offre volontario di andarmela a prendere dandomi la possibilità di continuare a chiacchierare con le mie comari. Dopo dieci minuti finalmente Carlo ritorna con una fetta di torta nel piatto e subito mi accorgo che e’ cosparsa della sua sborra. Mi vergogno un po’ e cerco di nascondere il piatto per non farlo notare alla mia compagnia e mangio quella fetta di torta condita con una salsa speciale. I miei amici sono ignari della cosa e Carlo mi guarda soddisfatto della mia sottomissione a lui. Gli consegno il piatto e continuo a divertirmi alla mia festa tanto ho tutta l’estate a disposizione per allietarmi ancora con il cazzone di mio cugino…

FINE CAPITOLO 2

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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