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Gay & Bisex

La mia adolescenza 3


di FRANK_1987
14.01.2019    |    12.695    |    8 8.6
"Questi suoi “poteri”, comunque, non funzionano su di me perché la gelosia verso di lui mi logora dentro..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni lunedì. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Esperimenti di piacere

CAPITOLO 3

Da quando ho scopato con mio cugino, ogni giorno, che sia di mattina, di pomeriggio o di sera, non perde occasione di fottermi con il suo grosso e lungo cazzo facendomi assaporare la sua sborra in ogni pietanza che mi porta davanti e che io mando giù nel mio stomaco sempre più pieno della sua essenza maschile. Non ha mai farcito a dovere il mio povero culo dopo esserselo fatto ma preferisce mescolare il suo nettare per farmelo mangiare da buon cibo genuino. Siamo ormai ad Agosto, le vacanze sono quasi agli sgoccioli e una mattina mi sveglio alle 8 perché non riesco a prendere più sonno per colpa di questo maledetto caldo infernale. La notte non dormo bene sia per la calura e sia perché mio cugino approfitta di me quindi immaginate come posso essermi svegliato oggi, incazzato come una bestia. La mia famiglia credo si sia svegliata perché sento dei leggeri schiamazzi provenire dalla cucina. Carlo non e’ nel suo letto anche se la sera prima e’ andato a dormire dopo che mi ha chiavato per bene e mi ha fatto assaggiare la sua sborra spalmata su una fetta biscottata. Faccio per alzarmi ma la porta della mia stanza si spalanca ed entra mio cugino con un vassoio in mano. Con un piede socchiude la porta e poi poggia il vassoio sulle mie gambe mentre io lo guardo attonito.
“Buongiorno dormiglione”
“Buongiorno”, gli rispondo stiracchiandomi facendo attenzione a non far cadere il vassoio sul letto
“Hai dormito bene?”
“Non tanto”, gli dico
“Perché ti ha fatto male il culo?”
“Anche”, gli confesso facendolo sorridere sornione
“Ti ho portato la colazione a letto, spero ti piaccia”
A chi non piacerebbe un servizio del genere? Serata passata a scopare, notte trascorsa a dormire insieme, anche se in due letti differenti, e mattinata all’insegna della colazione a letto due sposini in viaggio di nozze ma con i parenti in fondo al corridoio. Sul vassoio c’e’ una brioche Buondì, la prendo in mano e la esamino accuratamente. Non sembra sporca del suo sperma e quindi la ripongo sconfortato sul vassoio iniziando a mescolare il latte con il cucchiaino che Carlo ha provveduto a lasciare nella tazza.
“Spero che sia di tuo gradimento”
“La brioche no, non e’ farcita a dovere”
“Non ho avuto tempo”
“Che peccato”, gli rispondo io continuando a mescolare il latte “avevo voglia di proteine per iniziare bene la giornata”, continuo mentre mio cugino si tocca il cazzo da sopra il pantaloncino
Mescolo ancora il latte ma quando tolgo il cucchiaino dalla tazza, un filamento bianco vi si e’ attaccato sopra. Penso che possa essere quel velo che il latte produce quando viene bollito ma invece mi sbaglio di grosso: e’ sperma, lo sperma di mio cugino che e’ venuto nel mio latte e poi me l’ha portato direttamente in camera per farmelo assaggiare. La cosa mi eccita spaventosamente e guardo quel cucchiaino sporco come farebbe un naufrago davanti ad un piatto di pasta asciutta dopo mesi di digiuno.
“Credevi che mi segavo e avrei sprecato tutto?”
“Conoscendoti? No!”
“Il mio sperma e’ prezioso e non va sprecato, bevilo”
“Sei un porco”
“Io? Sei tu quello che fa incetta di sborra”
Non ha poi tutti i torti. Lecco il cucchiaino avidamente e poi lo poggio sul vassoio. Prendo la tazza e dentro il latte galleggiano dei filamenti spermatici appena mescolati e poi lo bevo a piccoli sorsi senza mai staccare le labbra dal recipiente. Mentre bevo osservo Carlo che si sta toccando. Ha un bozzo e una curvatura verso destra che massaggia come se stesse suonando la chitarra con il plettro. Quando finisco di bere tutto il contenuto della mia tazza preferita, la pulisco attentamente con le dita perché della sborra si e’ depositata sul fondo rimanendo attaccata. Mi sento una vacca, ho appena bevuto lo sperma di mio cugino mescolato al latte durante la mia colazione. Non c’e’ mai stato niente di così eccitante in vita mia.
“Ti e’ piaciuto?”
“Tantissimo”, gli rispondo massaggiando la mia erezione
“Ti sei pure eccitato?”
“Non l’avevo mai bevuto mescolato ad una bevanda”
“Sei una puttana”
“Voglio essere la tua per sempre”
“Sai che non può essere. Tra poco vado via”, mi ricorda sfortunatamente
“Allora dammi ancora da bere. Voglio altra sborra”
“Dovrai aspettare. Farsi una sega la mattina e’ come farsene dieci. Devo riposare per dartene il più possibile”
“Non vedo l’ora”
“Ora alzati e vai a farti una doccia”
Prendo il vassoio e lo poggio sul letto, mi alzo e quando passo davanti a mio cugino lui mi ferma per il braccio sinistro e mettendomi una mano intorno al collo, prima mi lecca la guancia sinistra e poi mi accarezza il culo, me lo strizza, mi da una sonora sculacciata e mi lascia andare via solo ed esclusivamente, però, quando lo vuole lui. Passo l’intero pomeriggio sulla spiaggia ad abbronzarmi girandomi da una parte e dall’altra come uno spiedino perché ho letto su un giornale che l’abbronzatura attira le persone ed io, che sono bianco come una mozzarella, voglio attirarne il più possibile. Anche il mio sverginatore e’ attratto dal mio nuovo colore della pelle anche se mi preferiva al naturale perché gli ricordavo molto una ragazza. Come al solito, Carlo e’ attorniato da fanciulle che gli fanno la corte e lui ogni giorno ne bacia una diversa richiamando la gelosia di quella baciata il giorno prima anche se riesce sempre a placare i loro animi mettendo subito le cose in chiaro perché non vuole una relazione stabile ma soltanto un divertimento passeggero e loro lo stanno ad ascoltare come se mio cugino fosse uno stregone dai grandi poteri ipnotici che riesce a condizionare la loro mente. Questi suoi “poteri”, comunque, non funzionano su di me perché la gelosia verso di lui mi logora dentro. Anche se in ogni momento della giornata mi scopa, non posso fare altro che pensare che se mi fotte la sera, la mattina si sarà scopato una di queste troie e viceversa mentre voglio essere solamente io quello che gode del suo cazzo e della sua sborra. Carlo e’ venuto a conoscenza di questa mia gelosia nei suoi confronti e ogni volta che bacia una ragazza, tiene gli occhi aperti rivolti verso di me e con le mani fruga prepotentemente nel reggiseno delle fortunate che possono godere dei suoi baci alla luce del sole, per farmi salire il sangue alla testa ancora di più.
“Che cos’ hai Giulietto?”, mi domanda un giorno
“Non ho niente”
“Non ci credo. Sei per caso geloso di quelle ragazze?”
“Si lo sono”, gli rispondo come se fossi la sua fidanzata ufficiale
“Sei davvero incredibile. Non ti starai innamorando di me?”
“Ma che dici?”
“Allora non vuoi che le altre usufruiscano del mio cazzo?”, mi domanda
“Tu puoi scoparti chi vuoi ma il pensiero che fai quelle cose anche con loro, mi fa impazzire”
“Quali cose?”
“Quelle con lo sperma. Che glielo fai mangiare come fai con me”, gli rispondo e lui si fa una fragorosa risata
“Stai tranquillo”, mi fa “quel trattamento e’ solo riservato al mio cuginetto frocetto. Con le altre non lo faccio”
“Davvero?”
“Certo! Sborro sulle loro tette, sul culo, sui loro clitoridi ma mai in faccia perché la mia sborra devi assaggiarla solo tu”
Sono più sollevato ma non vorrei che mi avesse detto una bugia. E’ il mago del contro mentale, riesce a farti fare e a pensare le cose che vuole lui quindi non so se posso essere davvero sicuro che mi abbia detto la verità. In fondo ci sono tante troie donne, proprio come me, a cui piace farsi sborrare in bocca da un giovane stallone come mio cugino quindi non credo alle sue parole e me ne vado lasciandolo da solo anche se subito dopo viene avvicinato da un’altra puttanella attirata dalla sua veemenza. Mentre cammino sul bagnasciuga, lo vedo allontanarsi con lei, pronti per una cavalcata selvaggia mentre io torno a casa sconsolato. Verso la fine dell’ottavo mese dell’anno, approfittando di un’uscita in comitiva delle nostre famiglie, mentre aspettiamo di pranzare, Carlo mi prende da parte e mi da appuntamento per il pomeriggio nella nostra camera perché mi dice che vuole sperimentare un nuovo gioco erotico che ha visto in un film porno. Non vedo l’ora di capire che cosa voglia fare ma non m’importa, per me quello che conta e’ che anche questa volta mi scopi e mi faccia assaggiare il suo brodo scrotale. Per questo motivo do buca al mio sverginatore e mi preparo per collaudare i nuovi giochi perversi di mio cugino facendo un bel bagno tonificante. Dopo che i miei genitori, mia sorella e gli zii escono per andare al mare, io vado direttamente nella mia stanza profumandola come fanno le escort con i loro clienti per prepararli ad un ambiente confortevole e mi specchio osservando il riflesso di una baldracca che sta aspettando il suo prossimo cliente che ancora non e’ tornato. Poco dopo sento dei rumori, desiderio che sia lui e il mio desiderio si esaudisce. Quando Carlo entra nella stanza, indossa solamente un boxer grigio ed e’ a petto nudo, un petto che molte volte ho sognato di accarezzare e finalmente quest’estate ci sono riuscito. E’ muscoloso ma nel giusto, tonico, da ventenne nel fiore degli anni. Una volta gliel’ho anche graffiato mentendo spudoratamente dicendo che aveva cercato di accarezzare un gattino quando mia zia gli chiese cosa gli fosse accaduto.
“Avvicinati”, mi ordina Carlo mentre io sono in piedi di fronte all’armadio
“Cosa vuoi fare?”, gli domando vedendolo avvicinarsi con una benda in mano
“Un esperimento, te l’ho già detto”, mi risponde mentre dalla parte posteriore del suo intimo estrae una corda
“Smettila, non mi piacciono queste cose”, gli dico impaurito
“Non e’ niente di preoccupante, rilassati”
“Ok”, gli rispondo riluttante avvicinandomi a lui
Mi fido e mi lascio bendare. Mi toglie la maglietta, mi prende le mani, le unisce dietro la mia schiena e me le lega con una corda. Non credo che voglia farmi del male ma ogni giorno che passa da quando mi ha scopato, mi sta facendo provare nuove sensazioni e questa e’ una di quelle. Mi toglie anche il pantaloncino facendomi rimanere in mutande dimostrandogli che il suo atteggiamento sta provocando in me un’eccitazione tale da avere già il cazzo barzotto. Anche lui si spoglia, o almeno lo credo, perché sento dei movimenti che me lo suggeriscono e poi lo sento sedersi sul suo letto che cigola. Mi ordina di avvicinarmi a lui e, fortunatamente trovandomi quasi nelle sue vicinanze tra un letto e l’altro, lo raggiungo sbattendo con la testa contro il suo ginocchio. Carlo mi prende per il mento e mi soffia leggermente sulla mia bocca aperta per poi avvicinare il suo cazzo durissimo, di cui percepisco l’odore, sulle mie labbra strofinandolo come se stesse usando un rossetto color carne e poi me lo sbatte in bocca. Me la scopa senza pietà facendomi uscire la saliva che gocciola per terra e mi bacia ancora.
“Che cosa stai provando?”, mi domanda
“Non lo so”, gli rispondo “non vedo un cazzo ma la cosa mi eccita da matti. Sento il mio corpo vibrare diversamente”
“Che troietta che sei. Sei la mia troietta personale”, mi dice
“Voglio vederti”
“Ancora no”, mi risponde autoritario “ho ancora altri giochetti da fare con te. Non ti dispiace farmi da cavia, vero?”, mi domanda alzandosi dal letto
Carlo mi prende per i capelli e li usa facendo perno mentre mi scopa la bocca con il suo lungo cazzo di 22cm. Me la scopa come se fosse un culo mentre io ho solo il naso libero dal quale poter respirare un po’ di aria avendo ormai le mie fauci ostruire dal suo grosso membro. Mio cugino mi schiaffeggia delicatamente le guance mentre mi scopa la bocca oppure me la priva del suo cazzone sul quale si attaccano dei filamenti della mia saliva che nuovamente mi fa ingoiare quando mi occupa il cavo orale, portandomi a inglobare tutti i suoi centimetri e a schiacciare il mio naso contro i peli del suo profumatissimo pube ventenne. Non vedo niente ma la sensazione che mi provoca il suo cazzo in bocca, non l’ho mai provata perché fino ad adesso, tutti i cazzi che ho avuto li ho potuti vedere ma adesso devo solo immaginarlo anche se per tutta l’estate l’ho ammirato e posso usare i ricordi su di esso per fantasticare su questo pompino. Carlo scopa la mia bocca e le mie labbra sfregano contro la pelle del suo cazzo contribuendo a riempire le sue palle del suo sperma che non mi fa mai assaggiare dalla fonte ma sempre mescolato a qualche cibo o bevanda, dipende dal grado della sua perversione.
“Aspetta qua, torno subito”, mi dice smettendo di scoparmi la bocca
“Dove vai?”, gli chiedo rimanendo sempre bendato
“Vado a prendere una cosa”
“Non tardare”
“Vuoi il mio cazzo eh? Tranquillo che quando torno te lo do subito”
Sento Carlo che va via e io alla cieca cerco il suo letto e riesco a sedermi anche senza l’aiuto delle mie mani, che sono ancora legate dietro la mia schiena, ma ormai conosco la posizione dei mobili della mia stanza e quindi e’ tutto più facile. Sono un po’ impaurito che nel frattempo possa ritornare qualcuno a casa ma sono anche tranquillo perché Carlo non vuole che si scopra di noi e che quindi mi sarebbe venuto ad avvertire se mamma, papà, Claudia o i suoi genitori fossero ritornati prima del previsto dalla spiaggia. Poco dopo, quando sento alcuni passi, capisco che e’ tornato, fortunatamente senza brutte notizie, e sento che poggia sul comodino qualcosa, un qualche oggetto avvolto in una busta.
“Ti sei accomodata, puttanella?”, mi domanda
“Mi facevano male le ginocchia”
“Tra poco ti farà male qualcos’altro”
“Quando hai intenzione di scoparmi?”, lo provoco
“Proprio adesso”
“Finalmente, credevo che non riuscissi a terminare il tuo giochetto erotico”
Colpito nell’orgoglio, mio cugino si arrabbia, mi toglie le mutande, mi prende per le spalle, mi getta sul suo letto scricchiolante, mi gira a pancia in giù e poi alza il mio culo in corrispondenza della sua faccia. Con le mani allarga le mie chiappette e inizia a leccarmi il buco con tutta la sua lingua ruvida come quella di un gatto e poi soltanto con la punta sputandoci sopra e spalmando la sua saliva sul mio buchetto, poi sento muovere le molle del suo materasso capendo che c’e’ salito sopra, usa il suo cazzo come un pennello umettandolo della sua saliva sbattendomelo sul buchetto e infine mi penetra prima con la sua cappella e poi con metà asta. Si aggrappa alle mie mani legate usandole per guidare la scopata mentre io sono bendato con la faccia schiacciata contro il materasso ed ho nel culo il palo di un lampione che mi penetra a più non posso. Con gli occhi coperti dalla benda riesco solamente a immaginare la magnifica sensazione che mi da essere scoperto da un cazzo per me familiare, un bastone di carne giovane con la quale condivido metà del mio Dna. Carlo continua a scoparmi senza sosta prendendomi per la schiena spingendomi nel culo il suo cazzo ancora più in profondità aprendo la mia rosellina fino all’inverosimile.
“Più forte, Carlo”
“Ti piace quello che stai provando?”
“Non ho mai goduto…aaahhh…così tanto”, gli rispondo “immaginare un cazzo…ooohhh…invece che vederlo e’ molto più…uuuhhh…eccitante”
“Che cagna che sei”
“Scopami, sono in calore”
Carlo persevera nella sua opera di demolizione del mio foro anale continuando a scoparmi violentemente tenendomi per le spalle. Poi mi fa alzare la testa posizionandomi carponi e mi toglie la benda. I miei occhi ci mettono un po’ ad abituarsi alla luce e mio cugino approfitta di questo momento di offuscamento per baciarmi delicatamente. Non l’ha mai fatto, e’ sempre stato dirompente anche nei baci ma adesso e’ dolce, sensibile, un vero amante. Ma la sua tenerezza non dura molto perché si sfila dal mio culo, si siede a bordo letto e strattonandomi mi fa sedere sui suoi 22cm impalandomi. Avendo poco spazio per questa posizione, non potendoci un po’ sdraiare sul letto, la mia schiena e’ eretta e il suo palo e’ dentro di me in maniera verticale, più del solito, e in questo modo lo sento tutto quanto. Carlo mi accarezza le chiappe con le sue mani che usa anche per guidare la scopata, mi schiaffeggia sonoramente mentre io dimeno la testa a destra o a sinistra oppure la piego all’indietro dall’eccitazione che mi sta provocando. Lui mi bacia sul petto o mi lecca i capezzoli eccitandomi continuando a perforare il mio buco.
“Che cazzo bellissimo che hai”, mi congratulo
“E’ tuo, puttanella”
“E di un’altra decina di ragazze”, puntualizzo
“Che ci posso fare se il sesso mi piace farlo con chiunque” mi racconta “e poi quelli come te hanno un culetto così morbido che non posso resistere quando ne vedo uno. Devo farmelo subito altrimenti esplodo”
“Dimostralo quanto ti piace il mio culetto, allora”
Mi scopa ancora impalandomi sul suo cazzo per qualche minuto ma poi mi fa scendere inginocchiandomi davanti a lui e mi slega le mani che uso per prendere il suo cazzo e leccarlo. Mi prende per la testa e mi scopa la bocca dal basso verso l’alto mentre la mia saliva cola lungo il suo cazzone finendo sui suoi peli pubici che ripulisco a dovere continuando a succhiargli il cazzo. Quando il sapore dei miei umori anali sembrano spariti dalla pelle del suo cazzo, mi prende per le spalle facendomi di nuovo alzare e mi getta con il torso sul letto e le gambe per terra in ginocchio sul tappeto e lui, senza inginocchiarsi dietro di me ma solamente piegandomi un po’, mi tromba per l’ennesima volta. E’ furente, passionale e sa come trattare le donne e anche gli uomini ma in questo momento non faccio distinzione tra i due sessi perché mi sento una donna, la sua donna e come tale, voglio essere trattata come vuole lui. Con questi pensieri, mi prendo il cazzo e dopo un paio di menate, sborro sul tappeto.
“Carlo mi fai male”, lo avverto
“Zitta puttanone”
“Mi stai facendo male, non resisto più”
“Tra poco vengo”
“Basta per favore”
“E che cazzo”, mi risponde togliendosi dal mio culo schiaffeggiandomelo molto forte “sei peggio di una ragazzina”, continua
“Sei uno stronzo”, gli rispondo
Mentre Carlo si allontana, io mi lascio cadere sul tappeto finendo con un ginocchio sul mio stesso sperma. Una lacrima solca il mio viso perché, ritornato alla realtà dopo la sparizione dell’eccitazione della scopata, capisco che per i maschi sono solo questo: un pezzo di carne con un buco da riempire e niente più. Carlo e’ alle mie spalle e maneggia con qualcosa. Sento il rumore di una busta di plastica, lo stesso rumore che avevo sentito prima, sta scartando qualcosa e non mi interessa cosa. Quello che più voglio adesso e’ assaggiare la sua sborra, magari direttamente dalla fonte questa volta ma invece no, si gira verso di me con un flauto in mano (LA BRIOCHE, NON LO STRUMENTO) e me lo porge con il suo solito ghigno stampato sulla faccia. L’estremità della brioche e’ un po’ sporca di sperma, non tanta, e mi ordina di mangiarla. Addento il primo boccone e insieme alla cioccolata della merendina, cola anche un po’ sul suo seme capendo che mentre era alle mie spalle ha diviso in due il flauto, c’ha sborrato dentro e poi l’ha ricomposto nuovamente come da fabbrica. Io vado matto per la nutella e la cioccolata in generale e dopo averla assaggiata mescolata all’essenza di mio cugino, mi piace ancora di più perché finisco la merendina in due soli bocconi.
“Ti e’ piaciuta la merendina?”
“Ne sai una più del diavolo”
“La prossima volta te la mescolo con la pasta e dovrai assaggiarla davanti a tutta la famiglia”
“Non vedo l’ora”, gli rispondo eccitato leccandomi le dita sporche di cioccolata e mettendomi in bocca alcune gocce di sperma che mi si erano fermate sui lati delle mie fauci mentre mandavo giù nel mio stomaco il flauto inseminato.
La minaccia, o promessa, di Carlo e’ si avverata qualche giorno dopo. Mentre la mamma cucinava, lui e’ andato in camera nostra per masturbarsi e poi sborrare nel mio piatto di pasta appena sfornato senza essere visto dagli altri nostri familiari che erano ancora intenti a svolgere le loro mansioni prima di mettersi al tavolo per il pranzo. Ho assaggiato la sua sborra in vari cibi e bevande per tutta l’estate fino ai primi giorni di Settembre quando e’ dovuto tornare su a Brescia a casa sua con gli zii privandomi di un altro cazzo da soddisfare e facendomi iniziare una nuova ricerca spasmodica per accontentare le mie voglie…

FINE CAPITOLO 3

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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