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Gay & Bisex

Vita di coppia 25


di FRANK_1987
07.01.2020    |    2.258    |    1 6.0
"FINE CAPITOLO 25 TO BE CONTINUED QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena GAY, continuando a leggere troverete una scena TRANS. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

A caccia

CAPITOLO 25

E’ Aprile. La primavera e’ ormai arrivata, il cinguettio degli uccellini si fa sempre più acuto ed io sono contento. Questo periodo dell’anno mi piace particolarmente. E’ quello che fa risvegliare tutti i sensi sebbene l’ora legale sia già scattata e di solito, con un’ora persa di sonno, ci sentiamo più pigri. Per la Pasqua che e’ alle porte, decido di andare a comprarmi un nuovo pantalone. Entro con la macchina nel parcheggio che un negozio cinese condivide con un altro negozio italiano e spengo il motore. Scendo dalla macchina e da lontano vedo arrivare un giovane. E’ un ragazzo di colore sulla trentina, con i capelli corti e un leggero pizzetto, ha addosso una maglietta nera e uno jeans. Mi viene incontro chiedendomi dei soldi per poter mangiare. Io gli prometto che non appena finirò di fare compere, gli darò sicuramente qualcosa. Entro nel negozio e inizio a provarmi i pantaloni che voglio comprare. Non me ne piace nessuno e così mi avvicino all’uscita ma scorgo nuovamente il ragazzone negro nel parcheggio. Torno indietro e chiedo alla cassiera cinese se mi può cambiare una banconota da 50Euro. Dopo lo scambio, esco dal negozio e mi infilo nella macchina pensando che lui non mi abbia visto ma mi sbaglio.
“Mi dai qualcosa? Hai promesso”, mi fa
“Scusa ma non ho comprato niente e non ho spicci con me da darti”
“Anche 1 Euro”
“No, mi dispiace, non ne ho”, gli dico girandomi leggermente verso lo sportello accavallando le gambe, anche se mi faccio male al volante dell’auto “se vuoi il panino posso comprartelo io”
“Io paura che altri mi fregano posto”
“Possono farlo anche quando vai a mangiare. Dai salta su, giuro che non ti faccio niente”, gli comunico accarezzandomi la gamba destra
Il ragazzo di colore mi fa un sorriso con i suoi denti smaglianti e gira dietro alla macchina salendo su. Usciamo dal parcheggio e durante il tragitto che ci porterà nel negozio dove gli farò fare il panino, gli rivelo finalmente il vero motivo che mi ha spinto a farlo salire in macchina rischiando di farmi pestare o peggio.
“Senti, voglio farti un’offerta”, esordisco guidando “ti compro tutto quello che vuoi se mi scopi”
“Cosa?”, fa lui
“Hai capito bene”
“Tu frocio italiano. Io non vado con froci”
“Questo frocio può sfamarti per una settimana intera”, gli dico arrabbiato “ho parecchi soldi nel mio portafoglio e anche pistola con me perché sono un poliziotto ed ho il porto d’armi”, continuo mentendo per non rischiare di farmi male e dargli la possibilità di derubarmi “se vuoi mangiare oggi e non avere i crampi allo stomaco, ora ci fermiamo e mi scopi altrimenti scendi”
“Va bene, va bene, ti scopo. Puttana italiana”, mi risponde
Raggiungo la vecchia stazione che ormai non funziona più. E’ una meta gettonata per gli amanti occasionali ma fortunatamente non c’e’ nessuno in questo momento. Guardo il ragazzo di colore ammiccando e poi allungo le mani sulla sua patta. Lui sussulta un attimo e poi gli sbottono i pantaloni e gli sposto le mutande. Un cazzo colorato ma ancora moscio, esce fuori ed io mi chino prendendoglielo in bocca. Si sente un po’ l’aroma di un paio di pisciate fatte nell’attesa che qualcuno gli donasse qualche soldino ma non me ne frega altamente e proseguo a succhiarglielo. E’ vero che non gli piacciono gli uomini perché non gli si alza e allora mi metto il cappuccio del giubbotto e gli dico di spingere la mia testa contro il suo pube immaginando che la mia sia la bocca di una donna. Lui lo fa e dopo un po’, sembra che la sua minchia d’ebano stia acquistando spessore. Il fatto di toccare solo un cappuccio invece che una testa d’uomo con i capelli rasati, lo sta aiutando parecchio. Direi anche tanto. In men che non si dica, mi ritrovo la bocca occupata da un pezzo di carne di 23cm. Gli lecco tutta l’asta e poi la cappella infilandomelo nuovamente dentro le mie fauci. Il ragazzo detta il ritmo al pompino e sospira poggiando la testa sullo schienale, lo capisco da come il sedile ha scricchiolato. Smetto di succhiarlo, apro il cruscotto e prendo la solita scatola di preservativi. Ne prendo uno e glielo faccio indossare. Gli sta un po’ stretto, e’ chiaro che la sua banana africana e’ più grossa della mia, ma poco importa. L’importante e’ che il condom non si rompi durante la scopata anche se non ho nessuna intenzione di farmi venire nel culo da uno sconosciuto, mai più. Scendiamo dalla macchina e mi metto a pecorina con il culo che sporge fuori. Pensando che non voglia prepararmi, mi sputo su una mano per lubrificarmi e poi mi aggrappo al mio sedile e al volante. Con un po’ di fatica, il gigante nero mi penetra.
“Si, spingimelo dentro”
“Sei mia, puttana bianca”
“Si scopami, uomo nero”
“Culo bianco bello”
“Spingi, spingi”
Il ragazzo mi tiene una mano sul culo mentre con l’altra sorregge la sua maglietta alzata fin sopra l’ombelico. Poggio la testa piegata sul sedile e sento che il freno a mano pigia contro il mio sterno. Incurante del dolore, con le mani mi allargo il buco del culo per far entrare meglio il cazzone nerissimo come la pece. Lui mi mette il cappuccio, lascia andare la maglietta, i cui lembi sfiorano le mie natiche, e mi scopa mettendomi una mano sulla testa spingendo forsennatamente il suo bacino contro i miei glutei. Sta usando lo stesso procedimento di prima, quello di non toccare i capelli di uomo ma immaginare che sotto al cappuccio ci sia la fluente chioma di una bella ragazza. Ma d’altronde non dovrebbe fare così perché se mi guarda le chiappe, dovrebbe capire che non sono femminili avendo quella leggera peluria. Ma in fondo va bene così. Mi sta scopando a pecorina da un bel po’ di tempo ormai, le gambe mi fanno male e ritorno a poggiarmi sul sedile sollevando il mio corpo da sopra il freno a mano. Con le sue mani bicolore, il ragazzo mi accarezza le chiappe prendendo confidenza con la pelle di un maschio come lo e’ lui. Deve fare il suo lavoro di buon scopatore se vuole mangiare perché non ha la macchina e se smette, posso decidere di lasciarlo anche qui, da solo, dove siamo adesso, senza che nessuno lo venga a riprendere. Mi sego finalmente il cazzo e con le chiappe strette dalla posizione e il sentire sfregare della sua minchia sudanese dentro di me, vengo sotto il mio sedile e anche fuori. Il ragazzo si toglie il cazzo dal mio culo e il preservativo rimane che penzola dal mio buchetto. Lo toglie e lo getta a terra riversando sulle mie chiappe tutta l’essenza di un vero maschio alfa proveniente dal continente nero. Dopo esserci ripuliti, andiamo a fare la spesa. Gli compro ogni cosa che possa servirgli così non dovrà elemosinare per almeno una settimana intera. Poi la prossima si vedrà.
“Dove sei stato?”, mi chiede Mario
“A fare spese”
“E perché non hai comprato niente?”
“Non c’era niente che facesse al caso mio”, gli rispondo “sai come sono permaloso quando devo comprare qualcosa”
“Si, lo so”, mi fa sedendosi poi al computer
“Cosa fai?”
“Controllo le e-mail”
“Pensavo volessi controllare se qualcuno ci ha contattato su quel sito”, gli dico sperando di trovare qualcuno che ne valga la pena
“Non ti basta Pietro?”
“Pietro tra un po’ andrà all’università, dobbiamo trovare un sostituto”
“Ok, vediamo un po’”, dice Mario convinto al 100% “guarda, ci sono questi”, fa ad un tratto
“Chi?”, gli chiedo avvicinandomi “ma sono due trans”
“E allora?”
“Non dirmi che hai voglia di andare con loro?”
“Tu no? Te ne sei fatta una al battesimo del figlio della tua amica e ora ti tiri indietro?”
“No, ma sono due. Dovresti partecipare anche tu”
“Perché no?”, dice il mio fidanzato lasciandomi di stucco
“Scusa e’ che da quando abbiamo incontrato quell’altre due, non te ne sei più scopato una e pensavo che la cosa non ti fosse piaciuta”
“Se non mi fosse piaciuta, ora non faremmo questa conversazione”, assoda “adesso le scrivo”, continua facendomi sorridere anche per la sua spudoratezza
Le due trans sono delle escort. Lavorano in proprio e la cifra che c’hanno chiesto non e’ una delle più economiche. Dico a Mario di lasciar perdere e di aspettare la prossima occasione per poterne incontrare una gratis o più modesta nella richiesta del pagamento. Con il passare dei giorni, vedo nel mio fidanzato una certa malinconia. E’ svogliato, al lavoro scambia gli ordini e mi chiedo se stia in questo modo per non aver realizzato le sue voglie. Una sera, prima di andare a dormire, contatto le due trans. Ho trovato un modo per fare soldi e adesso abbiamo la possibilità di incontrarle. Come ho fatto quei soldi vi state chiedendo? Vi ricordate di Giacinto e Dante, la coppia di fidanzati incontrati qualche mese fa (VITA DI COPPIA 21)? Sono andato di nuovo da loro con l’intento di farmi pagare per essere ancora legato alla croce di Sant’Andrea, per farmi mettere le pinze ai capezzoli, per farmi flagellare con il gatto a nove code e anche per far colare la cera di alcune candele su ogni parte del mio corpo, incluso il cazzo. Non ho detto niente a Mario, perché so che non mi avrebbe permesso di umiliarmi così tanto, e poi dopotutto mi e’ anche piaciuto, quindi gli do la bella notizia del nostro incontro. Le trans ci avrebbero raggiunto tra meno di una settimana. Lavorano nel Lazio, più precisamente nell’hinterland di Roma e prima di noi, si erano messe in contatto con altri clienti meno schizzinosi nel pagarle per usufruire della loro compagnia. Aspettando questo appuntamento, intanto e’ passata anche Pasqua e Pasquetta. Mio padre, nel frattempo, si e’ messo con una ragazza dalla mentalità aperta che gli porta qualche suo amico omosessuale per assecondare le voglie gay del fidanzato. Il giorno prima dell’incontro con le trans, Gabriela della Bolivia e Paula del Venezuela, gli mando un messaggio dicendo che ci saremmo incontrati nel nostro locale gay dove abbiamo affittato una dark room per poter trascorrere la serata in tranquillità. Il loro unico pensiero, naturalmente, e’ stato quello di ricordarci che il pagamento si effettua prima e quando comunico che non ci sono problemi, le due ci danno il benestare.
“E’ un piacere conoscervi, ragazzi”, fa Gabriela
“Proprio due bei bocconcini”, le fa eco Paula
“Vogliamo andare a divertirci un po’?”, domanda
“Certo”, dice la boliviana
“Per me va bene”, continua la venezuelana
“Allora andiamo, la nostra stanza ci aspetta”, esorta Mario alzandosi insieme a noi
Io abbraccio Gabriela per un fianco e Mario abbraccia Paula per le spalle. Raggiungiamo la stanza prenotata della dark room ed entriamo. Le due trans iniziano subito a baciarci e toglierci le magliette accarezzando voluttuosamente i nostri corpi. Gabriela ha gli occhi e i capelli neri, il tipico colorito più intenso dei sudamericani, ed e’ vestita con un maglietta bianca, una gonna a fantasia, gli stivali lunghi fino al ginocchio e una giacchetta grigia. Paula, invece, ha gli occhi e i capelli castani, leggermente più scura di carnagione ed un abito nero le fascia il corpo. Le mie mani e quelle di Mario finiscono sulle loro tette rifatte. Nonostante tutto, il segno dell’impianto del silicone non si nota proprio, sembrano due seni naturali. Io inizio a succhiare quello di Gabriela che mi massaggia la patta la quale sta esplodendo nei pantaloni. Paula prende Mario per la cravatta e lo tira raggiungendo il letto. La trans lo bacia con passione e poi si stende sul materasso apre la zip dei pantaloni del mio fidanzato e comincia a succhiare i suoi 17cm. Gabriela, convinta del gesto della sua amica, la imita inginocchiandosi e prendendo in bocca i miei 19cm. Tutte e due ci lavorano il cazzo succhiandolo e leccandolo, lungo l’asta, intorno alla cappella e anche le palle. Gabriela mi preme persino all’altezza dell’uretra in modo che questa si allarghi leggermente e lei ci infila la punta della lingua. A questo punto, la prendo per le spalle e la faccio alzare. Le tolgo la maglietta e le sollevo la gonna. La getto sul materasso accanto alla sua amica e le lecco il culo.
“Mmh, si, che bello, continua”, fa la boliviana
“Ti piace zoccolona?”, le domando sculacciandola
“Si, mi piace. Che lingua fantastica che hai”, si complimenta ma io queste lodi le giro verso zio Mariano dal quale ho appreso l’arte di saper usare la lingua
“Succhia, puttana, succhia”, fa Mario alla venezuelana raccogliendole i capelli e usandoli come perno per spingerle il suo pene in bocca
“Non resisto, voglio che mi scopi”, gli dice
“Anche io”, mi informa Gabriela
Smetto di leccarle il culo e mi alzo. Colloco la trans in posizione fetale e mi tolgo completamente i pantaloni e i boxer arrivati fino ai piedi. Poi prendo uno dei preservativi che sono in un cestino dentro la stanza. Lo indosso e cospargo il mio cazzo foderato con il lubrificante. La stessa mano usata per ungermi la minchia, la passo sulla rosellina di Gabriela e poi la penetro. Inizio a scopamela aggrappandomi alla sua chiappa destra. Ha il cazzo intrappolato tra una gamba e l’altra e la sua amica Paula la guarda facendo dei versi di ammirazione mentre lei gode. Le spalanco un po’ le gambe accarezzandole l’interno coscia e sfiorando il suo cazzo che e’ comunque barzotto. Mario smette di farsi lucidare il membro da Paula, afferra anche lui un condom srotolandolo sulla sua asta, se lo unge facendo la stessa cosa con il buchetto della trans e poi sale sul letto. Lei e’ sdraiata a pancia in giù e il mio fidanzato si stende su di lei, con una mano si poggia al materasso e usa l’altra per entrarle dentro. Comincia a muovere su e giù il suo bacino penetrando le carni della venezuelana. Sembra quasi uno di quei cavatappi usati per stappare le bottiglie di spumante. Lei gode sospirando e anche lui fa lo stesso. E’ contento per come sta andando la serata perché, inizialmente, stavamo per perderci questo divertendo a causa dei soldi che non avevamo per pagarle. Mentre Mario si scopa la sua trans, io mi fotto la mia.
“Più forte, più forte”, dice Gabriela
“Te lo sfondo”, le rispondo
“Si, fino alle palle. Voglio sentirlo fino alle palle”
“Ti piace come ti martello?”, domanda Mario a Paula
“Mi piace, mi fa impazzire, continua”, gli dice lei
“E chi si ferma?!”
Con la mano poggiata sulla sua natica, scopo Gabriela che ha il culo sporgente dal materasso. Anche lei si spinge verso di me in modo da farsi scopare più in profondità e ogni tanto devo fermarmi e alzarle i piedi sul materasso altrimenti cade. Mario, dal canto suo, prosegue a martellare incessantemente il povero culo di Paula. Tante volte mi sono fatto scopare da lui ma non vorrei essere nei panni della transessuale perché l’eccitazione che ha il mio fidanzato adesso, rischierebbe di farmi male. Usciamo dai due anfratti e ci scambiamo le prede. Io mi avvicino a Paula e Mario si avvicina a Gabriela. Io faccio alzare la venezuelana posizionandola supina sul letto, le alzo la gamba destra e la penetro. Gabriela invece e’ ancora con il culo sporgente e Mario ne approfitta per affondare in lei. Mentre io chiavo Paula tenendole alzata la gamba e le masturbo il cazzo, il mio fidanzato si sdraia sul culo di Gabriela poggiando le mani sul materasso, formando una specie di croce con il corpo della trans. In questo modo, la più fottere più velocemente senza stancarsi. Io non voglio infierire su un buco già maltrattato da un altro cazzo e quindi scopo Paula con più fermezza dandole comunque delle bordate singole e potenti. Forse non e’ la cosa più bella da fare ma sicuramente, in questo modo, può sentire tutta la lunghezza della mia minchia. Mario perdura a torturare analmente Gabriela, poi si solleva per scoparla ancora sebbene lo faccia adesso con minore intensità rispetto a prima.
“Ti sei calmato?”, gli chiedo
“Un po’, perché?”
“Sembri un assatanato”
“Era da tanto che volevo scoparmene di nuovo una e averne invece due, mi sta facendo impazzire”, dice Mario
“Si, impazzisci”, gli risponde Gabriela “così mi scopi meglio”
“Continuate, continuare”, ci esorta Paula
Proseguiamo naturalmente, anche senza che siano loro a dircelo. Dobbiamo portare a termine questa scopata. Nessuno può impedirci di far rimanere tutto lo sperma che si sta accumulando trombando questi culi, dentro le nostre palle per poi farci male. Io esco dal culo di Paula e la faccio alzare dal letto ordinandole di inginocchiarsi. Mi tolgo il preservativo e le faccio succhiare il cazzo. Anche Mario, quasi come se volesse fare le stesse mie cose simulando una gara tra noi, si leva il condom gettandolo in malo modo su Gabriela e si fa succhiare la banana mentre lei si adagia meglio sopra il materasso. Io tocco i capelli di Paula mentre lei mi succhia anche l’anima. Mi piace la morbidezza della sua capigliatura, la fa sembrare una vera donna, cazzo a parte. Il mio fidanzato fotte le fauci di Gabriela che e’ un po’ impedita nell’ingoiare la sua stessa saliva e deve girare ogni tanto la testa dall’altra parte per poterlo fare e proseguire con il pompino. Mario, poi, la prende per le mani baciandola e la fa posizionare a pecorina. Con un altro profilattico indossato, ricomincia a pomparle il culo toccandole la schiena e la coscia sinistra più divaricata rispetto a quella destra. Io picchietto le labbra di Paula con la mia nerchia e poi mi metto un altro condom. Mi siedo su una poltrona e la invito ad impalarsi sul mio cazzo. Lei vorrebbe farlo guardandomi in faccia ma io invece le ordino di girarsi di schiena in modo da poterla abbracciare mettendole le mani sul ventre, e scoparla meglio.
“Cavalca, cavalca, troiona”, le dico
“Così lo sento tutto”, fa Paula
“Sfasciami, stallone”, dice Gabriela a Mario per incitarlo
“Apriti di più, ah, così brava”, le risponde lui quando lei obbedisce al suo ordine “che troia che sei, che culo che hai”, continua a incensarla
Con le mani sotto il sedere di Paula, trovo la forza necessaria per poterla sollevare e farla ricadere giù scopandola con il mio cazzo. Lei ha posizionato le sue mani sulle cosce ed e’ un po’ piegata in avanti. Così posso vedere il mio uccello che entra ed esce dal suo culo spalancato come una voragine. I suoi lunghi capelli neri svolazzano ad ogni movimento verticale che fa il suo corpo e urtano contro la mia faccia quando a volte muove la testa a destra e a sinistra. Mario poggia un piede a terra continuando a infilare il suo membro nell’ano accogliente di Gabriela. Solo con una posizione ho potuto assaggiarlo ma mi e’ bastato per capire come mai il mio fidanzato ora non riesce a farne a meno. Ha entrambi le mani arpionate sui fianchi e spinge il suo bacino inesorabilmente contro il culo transessuale. Paula si massaggia le tette finte e mi abbraccia per il collo baciandoci con passione mentre smetto di scoparla e le mie palle si adagiano tra il suo perineo. La trans muove avanti e indietro il suo culo per non fare ammosciare il mio cazzo che non ha nessuna intenzione di farlo, evitando anche una brutta figura. Paula chiede di potersi scambiare il posto con Gabriela che glielo cede molto volentieri. La boliviana mi si siede sopra guardandomi in faccia mentre la venezuelana si mette a pecorina come la sua amica precedentemente. Gabriela comincia a saltellare sulla mia minchia e mi tocca il corpo. In questa posizione io posso afferrarle le tette e mettermele in bocca mentre le scopo il culo. Paula si poggia con il busto sul materasso e si allarga le chiappe con le mani facilitando l’ingresso del bastone di Mario dentro il suo intestino profumato. Gabriela si abbassa su di me e mi bacia appassionatamente ed io le accarezzo la schiena scendendo lungo le sue natiche e toccando il mio pene che entra dentro il suo orifizio. Mario tromba violentemente Paula che grida di dolore e poi lui rallenta le possenti spinte renali. Faccio scendere Gabriela dal mio cazzo e mi alzo togliendo il preservativo. Anche Mario si sfila dall’altro culo. Le due trans si posizionano in ginocchio davanti all’ultimo cazzo che ha scopato le loro roselline. Io e il mio fidanzato ci masturbiamo e quando Mario avverte che sta per eiaculare, le due amiche si avvicinano e ricevono in viso la sua crema bianca. Lo stesso fanno con la mia e si baciano assaporando il gusto del nostro succo spremuto direttamente dai coglioni di due giovani ragazzi.
“E’ stato davvero fantastico”, fa Mario una volta saliti in macchina
“Dici sul serio?”
“Cazzo, si. Voglio rifarlo”
“Calmati, non mi sembra il caso di spendere tanti soldi con due trans che, seppur brave, ci spennerebbero come si fa con i polli”
“Ma tu hai potuto spendere quasi 100Euro con una prostituta”
“100 Euro va bene, ma non tutti i soldi che abbiamo dato a quelle due stasera. Almeno sapessi come me li sono procurati”
E’ arrivato il momento di dirgli la verità. Di confessargli di essermi prostituito con Giacinto e Dante affinché lui potesse realizzare il suo sogno di scopare ancora altre due trans. Sebbene non mi sia fatto scopare ma solamente torturare con i loro giochetti sessuali, e’ stato comunque un abuso sulla mia persona che ho avuto il piacere di provare ma anche l’onere, racimolando tutto il denaro per l’incontro appena terminato. Mario rimane impietrito, mi chiede scusa per avermi quasi costretto ad abbassarmi a questo livello. Ma non devo farlo. Anche se non per soldi, da quei due ragazzi vorrei ritornarci molto volentieri.

FINE CAPITOLO 25

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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