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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 11


di FRANK_1987
10.07.2018    |    10.036    |    5 8.6
"In questa posizione, avendo lui le braccia strette, posso vedere il rigonfiamento dei suoi pettorali che adesso sembrano quelli tonici di suo fratello Mariano..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): in questo capitolo c’e’ una scena di sesso molto forte che sicuramente causerà qualche malumore tra i lettori. Io l’ho provata in prima persona con una donna più grande di me con la quale non avevo nessun grado di parentela ma qui l’ho voluta inscenare con qualcuna di decisamente diverso per dare un tocco più crudo alla storia. So già in partenza che a molti non piacerà ma giuro che una cosa del genere capiterà al protagonista solo in questo capitolo così come e’ successo nella mia vita. PROMESSO

Il culo di papà e’ di Giulio e anche qualcos’altro.

CAPITOLO 11

Dopo il pompino a mio padre, torno a casa da Kai. Apro la porta, getto le chiavi dentro al posacenere, mi tolgo la giacca e la getto sul divano. Dal corridoio provengono dei gemiti di piacere. Devo dirvi che all’improvviso ho temuto di trovare Kai a letto con un altro ma quando mi avvicino alla camera di Marcella, la nostra coinquilina, percepisco che i gemiti provengono da quella parte e allora mi rassereno. Entro nella nostra camera, mi metto il pigiama e mi corico mentre il mio fidanzato sta già dormendo a pancia in giù con il suo culetto dritto in bella mostra, la mano sinistra lungo il fianco e quella destra sopra il comodino. Lui dice che questa posizione gli facilita il sonno io invece non riesco a capire come faccia a dormire così scomodo ma questa e’ una delle piccole cose che amo di lui. Guardando il suo culetto imprigionato nel pigiama, la cucitura della parte posteriore gli divide le meline a metà. Il mio cazzo subito si impenna, infilo una mano dentro le mutande e guardando il suo sedere, inizio a segarmi. Masturbarti mentre hai il cazzo dentro le mutande e’ un po’ difficile quindi decido di abbassare leggermente il pantalone del pigiama per far prendere un po’ d’aria al mio membro. Me lo sego guardando il culo di Kai ma quando chiudo gli occhi, immagino che sia quello di papà e subito il mio pensiero va al suo cazzo dentro la mia bocca e alla dolce sborra che avevo assaggiato. Immagino anche che sia lui a ricambiare il piacere che gli ho dato poco fa in quel locale ma succede una cosa che mai avrei pensato succedesse. Inizio a immaginare quella donna di colore che mi voleva abbordare vicino al bancone. Penso alle sue labbra voluminose viola che fanno su e giù sul mio cazzo colorandomelo un po’ di rossetto e alla fine sborro raggiungendo il mio collo con gli schizzi. Ancora frastornato per quel pensiero insano che e’ cresciuto in me, prendo la carta igienica, mi pulisco, mi ricompongono e cercando di non pensare a quella femmina ma a quello che avrei dovuto fare domani, così mi addormento. La sveglia suona presto, devo iniziare una nuova giornata di studio all’università, allungo una mano ma Kai non e’ accanto a me. Mi sveglio, vado in cucina e mi preparo un caffè. Mentre lo sorseggio, il mio ragazzo giapponese esce dal bagno con un asciugamano alla vita mostrando il suo fisico minuto ma allo stesso tempo tonico.
“Buongiorno amore”, mi fa dandomi un bacio stampo “com’e’ andata la serata di ieri sera? Ti sei divertito con tuo padre?”
Ho detto a Kai che sarei uscito con mio padre ma non per fargli il culo, o almeno provarci, ma per orientarlo nella giusta direzione, se sei gay non devi mentire a te stesso, devi fregartene della gente e vivere la tua vita come ho detto a mio padre. Mentre finisco di bere il caffè, Marcella esce dalla sua stanza accompagnata da un magnifico esemplare di maschio di colore sui 30-35anni. Pelato, con il pizzetto, indossa una maglietta bianca con lo scollo a V, strettissima che mette in mostra tutto quel ben di Dio di color cioccolato e uno jeans scuro dall’evidente pacco ancora gonfio forse a causa del pompino che Marcella gli ha fatto approfittando della sua erezione mattutina. Ci saluta con una mano che sembra una pala e con un sorriso dai denti bianchissimi fino a scomparire dietro la porta d’ingresso mostrandoci prima le sue grandi e larghe spalle.
“Sei proprio una puttana”, fa Kai alla sua amica
“Senti chi parla. E’ vero, mi scopo ogni notte un ragazzo diverso ma io non sono stata fortunata come te ad avere un uomo che ti ama e non ti usa soltanto come se fossi uno scarico per la sborra”
“Anche tu sei stata fortunata stanotte. Mamma mia che cavallo che era quello”, le dico e mentre lo faccio, Kai mi fulmina con gli occhi
“Non dirmi che non te lo saresti fatto anche tu?!”, gli domando e il mio fidanzato fa un cenno con la testa come per dire, in effetti hai ragione
“Devo andare a farmi una doccia. Ho tutta la figa piena di sborra”, fa la ragazza mentre Kai fa una smorfia di disgusto ed io al suo posto mi immagino la donna di colore che avevo visto la sera prima ma che adesso, nella mia fantasia, indossa la camicia da notte sexy che sta indossando in questo momento Marcella. Quando lei se ne va in bagno, mi riprendo dal quel pensiero cercando di spostarlo verso il ragazzo che era uscito poco fa da casa nostra, quindi mi abbasso il pantalone del pigiama ed alzo la gamba sinistra sul tavolo allargandomi la chiappa corrispondente con la mano.
“Chiavami”, dico al mio fidanzato
“Ma sei pazzo? Qui davanti a lei!?”, mi domanda preoccupato
“Lo sai quanto ci mette quando fa la doccia, avremo tutto il tempo”
“Sei andato in bagno stamattina?”
Ricordandomi di non aver evacuato, abbasso la gamba dal tavolo, mi alzo il pantalone del pigiama e me ne vado in camera. Per colpa di Marcella, oggi non ho fatto la doccia ma per fortuna non e’ estate, non si suda molto e quindi nessuno può accorgersene anche se mi spruzzo quintali di profumo addosso. All’ università, mentre il vecchio professore dalla pancia abnorme e la testa pelata spiega nuove nozioni, sento vibrare il mio cellulare. E’ un messaggio di mio padre ma non c’e’ scritto niente. C’e’ soltanto la foto del suo cazzo in erezione. Anche il mio raggiunge un grado di eccitazione tale da ergersi, quindi accavallo le gambe per nascondere un eventuale imbarazzo pubblico ma, facendo questo, noto alcuni ragazzi seduti più in là che mi guardano e sorridono scherzandomi. Infuriato, allargo le gambe e me lo strizzo con prepotenza nella loro direzione mentre i ragazzi sorridono, mi fanno il segno del bocchino e io quello dell’ok. I ragazzi continuano a ridere di me, l’ho provocati e ci sarà sicuramente una conseguenza. Quando finisce la lezione, mi alzo dal banco e mentre raccolgo le mie cose, sento l’ennesima offesa rivolta contro la mia persona.
“Ehi frocione”, mi fa uno di quei ragazzi “che bella erezione. Vorremmo vedere il tuo cazzetto, misurarlo con i nostri e quando ti accorgerai che hai perso, dovrai succhiarcelo a tutti, che ne dici?”
I ragazzi ridono villanamente ma noto in mezzo a loro, uno che ride quasi costretto dalla circostanza mentre mi mangia con gli occhi. Ha i capelli biondi ondulati, gli occhi celesti e un viso da furbetto.
“Sicuramente ci sarà qualcuno in mezzo a voi che perderà”, rispondo io alle loro provocazioni
“Hai sentito questa checca? Allora perché non iniziamo la gara così gli chiudiamo la bocca con i nostri cazzoni! Luca vuoi iniziare tu?”, fa quello che sembra il capo della banda al ragazzo che mi mangiava con gli occhi.
Io, impaurito per il luogo in cui mi trovo anche se sono eccitato dal poter vedere altri cinque cazzi ed averli in bocca, raccolgo le mie cose e scendo di corsa le scale raggiungendo la porta e dileguandomi. Uscendo dall’aula, sento il suono di un altro sms. E’ di nuovo mio padre che mi dice di passare da lui stasera perché la mamma sarebbe andata da una sua amica per la rappresentazione di una nota marca di profumi per donne. Mentre leggo il messaggio, il gruppetto di ragazzi esce dall’aula ridendo e scherzando e per non farmi vedere scendo velocemente le scale esterne. Quando torno a casa, trovo il mio amore e la nostra amica seduti al tavolo che mangiano, anche io mangio velocemente qualcosa e poi vado di corsa a fare una doccia. Non so quanto tempo rimango sotto l’acqua calda ma fatto sta che inizio a toccare il mio corpo e il mio cazzo prendendolo con le mani insaponate. Qualche traccia di sapone mi finisce nell’uretra e sento un bruciore incredibile ma mi trattengo e inizio a segarmi. Nel farlo penso a mio padre, al mio fidanzato e al ragazzo che mi guardava in aula e alla fine sborro sui miei piedi. Mi accorgo di non aver pensato alla donna di colore durante la mia sega e affermo tra me e me di essere “guarito.” Quando esco dal bagno con un asciugamano alla vita ed entro nella stanza, trovo Kai sul letto tutto nudo. Vuole fare l’amore infatti allunga le mani verso il mio inguine ma invece io gli dico di essere stanco anche se in realtà volevo resistere a sborrare così stasera avrai inondato il culo di papà. Kai si accontenta di un pompino ed io sono felice di ricevere nella mia bocca la sua calda sborra. Finalmente la sera arriva e mi precipito a casa dei miei. Apro con la chiave ma trovo tutto spento. Mi aggiro per la cucina, il salotto e il corridoio fino a quando vedo la porta chiusa della stanza dei miei e una luce fioca trasparire dalle fessure. Quando apro la porta vedo candele accese ovunque, un profumo di incenso si sente nell’aria mentre papà e’ nudo sdraiato sul letto. E’ bellissimo con il suo corpo peloso e muscoloso anche se leggermente appesantito dall’età, ha la mano destra sotto la testa che fa si che il suo bicipite si gonfi, la gamba sinistra sollevata poggiata su quella destra e con l’altra mano fa slalom sul suo corpo toccandosi il petto, il culo e anche il cazzo duro. Anche il mio non e’ da meno allora mi avvicino come una calamita a quel magnifico corpo da quarantenne e mi prendo in bocca il cazzo di mio padre Massimo. Sa di pulito, di bagnoschiuma e lo lecco che e’ un piacere. Mi mette le mani sulla testa e me la schiaccia contro il suo pube mentre solleva il sedere e mi sbatte in bocca il suo manganello. In questa posizione, avendo lui le braccia strette, posso vedere il rigonfiamento dei suoi pettorali che adesso sembrano quelli tonici di suo fratello Mariano.
“Mi e’ mancato il tuo cazzo, papà”, gli dico mentre mi spoglio
“Lo so puttanella mia. A me e’ mancata la tua bocca da pompinara, meglio di quella di Rachele”, mi fa lui facendomi smettere di succhiargli il cazzo e dandomi la possibilità di sdraiarmi sul suo corpo muscoloso e villoso.
Con una mano giocherello intorno ad un capezzolo contornato di peli di due colori mentre ci baciamo con la lingua.
“Cosa vuoi fare, papà?”
“Voglio farti il culo”, mi confessa
“Allora cosa aspetti”
Mi sollevo e mi siedo sopra la sua faccia. La mia rosellina si spalanca ai suoi occhi, non si vergogna di farsi vedere dal suo creatore, dall’uomo che l’aveva già vista quando apparteneva ad un bambino appena nato al quale venivano cambiati i pannolini. Mio padre mi lecca il buco del culo con la sua lingua ruvida mentre io con una mano gli tocco i pettorali e con l’altra mi masturbo. Poi lui esce da sotto di me, io mi siedo sul letto, lui mi fa stendere, mi alza le gambe, mi sputa sul buchetto e con un colpo secco e’ dentro di me. Ho il cazzo di mio padre nel culo, doveva essere il contrario ma sfido chiunque a trovarsi davanti ad un armadio di 190cm, pensate 102kg di muscoli, peloso e con un cazzo di tutto rispetto, e non farsi montare. Papà mi trapana letteralmente il buco del culo. Sembra che tutta la sua repressione accumulata durante tutti questi anni la stia liberando dal suo cazzo. Mi confessa di essere il mio il primo culo che scopa perché dopo essersi fatto scopare dal nonno e dallo zio, aveva rinunciato a coltivare il suo essere gay finendo poi per sposare la mamma e scopare solo con lei.
“Per essere la tua...aaahh...prima volta da...uuuhh...attivo te la cavi benissimo, papà”
“Grazie cucciolo mio ma chiamami Massimo, voglio essere il tuo amante da questa sera e non il tuo papà”
Massimo, come lo chiamerò d’ora in avanti, sembra impazzito, un cavallo scatenato, in fin dei conti posso capire quello che sta provando a scoparsi un culo, e’ la stessa cosa che ho provato io quando ho fatto l’attivo per la prima volta. Il mio nuovo trapano continua a fare il suo lavoro instancabile ma sento che e’ arrivato il momento. Ne sono triste, perché avrei voluto ancora avere il suo cazzo in me, ma allo stesso tempo ne sono felice, perché finalmente sarebbe toccato a me scoparmelo. Dopo un paio di bordate da squassarmi l’ano, si ferma e scarica dentro di me il suo latte paterno che fuoriesce dal mio culo una volta che toglie il suo cazzo. Ci baciamo appassionatamente ma poi lo butto sul letto con la testa sul materasso e il culo sollevato iniziando a leccarglielo.
“Che cosa vuoi fare?”, mi chiede con la voce un po’ tremolante
“Voglio scoparti il culo”
“Sono più di vent’anni che non prendo un cazzo nel culo. Mi farai male”
“Stai tranquillo Massimo, e’ per questo che te lo sto lavorando per bene”
Avrei voluto scoparlo senza preparargli il culo facendogli provare lo stesso dolore che provavo io quando lo sentivo parlare male di noi gay ma la mia coscienza me lo impedisce e quindi inizio lentamente a inserirgli un dito nel culo. Massimo geme e si lamenta ma non mi intima affatto di smettere quindi provo con l’altro dito. Quando capisco che tutto questo gli piace, inserisco il terzo dito e questo lo porta a pronunciare la parola che avrei voluto sentirgli dire , cioè “scopami”. Non me lo faccio ripetere due volte quindi mi sputo sulla mano, mi passo la saliva sul cazzo, lo avvicino al buco di Massimo e glielo infilo tutto dentro. Lui fa dei mugolii di dolore e vedo che si aggrappa alle lenzuola ma ormai sono entrato e anche io ho tutto il risentimento covato dentro di me in questi anni pronto ad essere liberato dal cazzo.
“Sei proprio una checca senza valore. Ti stai facendo scopare da tuo figlio”
“Si, scopami, scopami”, mi incita lui
“Sembri una cagna, una puttana. Questo e’ per tutto quello che mi hai fatto passare in tutta la mia vita”, gli dico scopandogli il culo con foga tanto che per poco non gli entrano dentro anche le mie palle
“Mi dispiace, ragazzo mio. Mi dispiace”
“Fai bene a dirlo. Ora sei la mia cagna e come tale sarai scopata”
“Si, sono stato cattivo, puniscimi”
“Certo. Il maestro ti punisce con la sua enorme bacchetta”
Scopare il cazzo di papà e’ veramente eccitante ma non ho voglia di venire, ho ancora altre posizioni da usare per fargliela pagare. Sollevo una gamba sul letto e gli metto un piede in faccia quindi lui mi lecca le dita mentre io mi abbasso sulla sua faccia e gli do due sputi che gli finiscono il primo sulla guancia e l’altro fa centro nella bocca.
“Oh mio Dio”, sentiamo all’improvviso e ci giriamo verso la porta spalancata della stanza. La mamma e’ tornata prima. E’ davvero bellissima stasera. Indossa un tailleur grigio e delle autoreggenti nere.
“Rachele”, dice Massimo sollevandosi e facendomi smettere di scoparlo “non e’ come sembra”
“Non e’ come sembra? Ti stai facendo scopare da tuo figlio. Sapevo che eri ricchione ma non fino a questo punto”, lo sgrida mamma
“Lo so, lo so, scusami ma non ho saputo resistere. Guarda qua”, le fa Massimo prendendomi il cazzo dalle palle
“In effetti ha un gran bel cazzo. Di sicuro più grande del tuo”
“Vieni qua”, le fa Massimo andando in contro a lei e, prendendola per le mani, la fa inginocchiare sul letto matrimoniale mentre io inizio a segarmi il cazzo che nonostante la situazione molto imbarazzante non accenna ad ammosciarsi “prendilo in mano”, dice Massimo a mia madre.
Mamma mi guarda e le faccio segno di si con la testa. Lei tituba un po’ ma poi me lo afferra e inizia lentamente a masturbarmelo “ora capisci perché non ho saputo resistere?”, le fa Massimo
Mia madre non parla mentre io la prendo per il mento, le alzo la testa e la invito a succhiarmelo. Lei si abbassa timidamente, apre la bocca e si infila il mio cazzo nelle sue fauci. Mio padre, un esperto in questo, le prende la testa e gliela spinge contro il mio membro che si conficca per tutta la sua lunghezza nella bocca di mamma la quale se lo sfila e sputa sulle lenzuola pre-sperma e saliva mescolate.
“Di sicuro questo cazzone l’avrà preso da tuo fratello”, dice mamma a Massimo
“E tu come fai a sapere che cazzone ha Mariano?”
“Me lo sono fatto l’estate scorsa”, Massimo la guarda sbalordito “ma hai visto in che statua greca si e’ trasformato? Secondo te mi sarei fatta scappare l’occasione di scoparmelo?”
“Beh certo che no, Massimo”, rispondo io “me lo sono fatto pure io e mi sono fatto anche il nonno. Pensa che e’ stato lui a sverginarmi”
“Siamo una famiglia di depravati”, fa Massimo
“No, vogliamo soltanto vivere la sessualità con libertà come succedeva in passato prima che la morale sociale e anche cattolica ce lo impedisse”, dice mia madre per poi sdraiarsi sul materasso, alzarsi la gonna, togliersi le mutandine e domandare chi di noi due le avrebbe leccato la patata.
“Vai tu”, fa Massimo “io ho già dato”
Con un po’ di timidezza mi abbasso tra le cosce di mamma. Non so cosa fare, e’ la prima volta per me. Mi sento vergine in questo momento. La mamma mi facilità il compito e con le dita si allarga la vagina. Davanti a me si apre uno spettacolo mai visto prima: due buchi in attesa di essere leccati. Tiro fuori la lingua, chiudo gli occhi e mi avvicino ancora di più fino a sentire il contatto con la sua vulva. Lo so, a molti di voi gay incalliti farà schifo quello che state leggendo ma chi ama anche la fica può capirmi. Ho davanti a me quella di una donna sulla 40ina, con i capelli castani, gli occhi celesti, le gambe aperte mentre se le tiene per i piedi e una quarta abbondante di seno, chiunque si abbasserebbe tra quelle gambe e inizierebbe a leccare, il sottoscritto compreso. Inizio a leccare la vagina di mamma e sento che getta la testa all’indietro sul letto mentre Massimo, sdraiato di lato, mi succhia il cazzo. Poi apro gli occhi, chiudo la bocca a mo’ di bacio e inizio a succhiargliela. Le succhio il clitoride e le faccio il solletico con i miei baffi. Lei mi mette le mani fra i capelli e me li scompiglia quando Massimo si alza smettendo di succhiarmi il cazzo e dice di dover andare più in fondo. Mia madre si toglie la giacca del tailleur e il reggiseno nero mostrandomi le tette. Sono sempre stato attratto dalle mammelle femminili quindi senza aspettare ordini da nessuno, mi attacco a quelle delle mamma leccandole i capezzoli e mettendomele in bocca fino all’aureola. Intanto, mentre Massimo e’ seduto sul letto intento a segarsi il cazzo ed io lecco le mammelle della mamma, lei si trastulla la patata allora le allontano la mano e le infilo indice e medio nel suo buchetto facendo “dentro e fuori” mentre con il pollice le stimolo il clitoride portandola all’ eccitazione più totale e facendole pronunciare la parola che avrei voluto sentirle dire , cioè “scopami”. La mamma si sdraia sul letto e io mi metto su di lei che intanto si apre nuovamente la vagina con le dita. Io prendo il mio cazzo dalla radice, lo avvicino al buco dal quale sono uscito da neonato, e glielo pianto dentro. Rachele, come la chiamerò d’ora in avanti, geme di goduria e mi invita a scoparla forte. Le sollevo le gambe, punto le mani sul materasso all’altezza delle sue spalle, punto i piedi sul letto come aveva fatto lo zio mentre scopava me, e inizio la scopata come un martello pneumatico.
“Ah si, che bello che cazzo che hai figlio mio”
“Te lo ficco tutto dentro la fica, Rachele”, le confesso
“Oh si, entra…aaahhh…da dove sei…uuuhhh…uscito”
“Sei davvero una puttana. Sei sdraiata sul letto matrimoniale mentre ti stai facendo ingroppare da tuo figlio gay”, le ricordo per farla sentire in colpa
“Si sono una puttana…ooohhh…merito tutto questo…aaahhh…spaccami con il tuo cazzo, Giulio”
Non me lo faccio ripetere un’altra volta e scopo Rachele per qualche minuto in questa posizione, poi mi sdraio sopra di lei e continuando a scoparla, la bacio con passione mentre con le mani mi alterno nel toccare le sue tette. Ansima di piacere ed ha il rossetto sbavato e anche l’eye-liner, segno che il mio cazzo la soddisfa così tanto che dal piacere le sono uscite le lacrime. Vedendo il mio continuo martellare la fica di sua moglie, Massimo mi esorta a cambiare posizione per far riprendere fiato a Rachele. Allora mi siedo a bordo letto con le gambe penzolanti, Rachele si mette su di me, prende il mio cazzo fra le sue mani e indirizzandolo verso la sua fica, se lo pianta tutto dentro. Rachele inizia a saltellare sopra il mio cazzo mentre ci abbracciamo. Le sue tette vengono leggermente schiacciate dai miei pettorali appena pelosi mentre lei mi gratta la schiena lasciandomi delle piccole unghiate ed io le accarezzo la sua arrivando fino al buchetto anale e infilandole un dito dentro.
“Devo venire”, dice Massimo avvicinandosi a noi
“Mettiglielo nel culo e sborrale dentro”, gli ordino
“Nel culo? Ma e’ vergine”
“Si certo e lo zio dove credi che l’abbia scopata anche?”, gli dico io mentre continuo a scopare la fica di Rachele che guarda suo marito con aria voluttuosa “muoviti idiota, o sborrerai sul tappeto”, ordino a Massimo che esegue la disposizione come un bravo cagnolino, si avvicina alle spalle di Rachele e glielo infila tutto dentro.
Dopo un po’, sentendo lo sfregamento delle palle di Massimo contro le mie, sborro nella fica di Rachele mentre automaticamente Massimo le sborra nel culo. Quando usciamo da lei, dai suoi buchi esce il nostro sperma allora Massimo si avventa sulla fica della moglie e il leccare del marito provoca in Rachele un orgasmo fino a farle squirtare tutto il suo liquido sul materasso e sulla faccia di Massimo. Stravolti dal piacere, ci buttiamo sul letto dove ci promettiamo di non rifarlo mai più, che e’ qualcosa di sbagliato che avremmo dovuto evitare ma cazzo quanto e’ stato eccitante. Tornato a casa, trovo Kai coricato supino nel letto. Il suo cazzo e’ a riposo verso destra e dopo essermi abbigliato per la notte, mi intrufolo tra le sue gambe e gli abbasso il pantalone del pigiama. Kai si sveglia e senza dire una parola, mi accarezza il mento e io mi prendo il suo cazzo ancora moscio in bocca. Immediatamente si eccita e mentre glielo succhio, lui cala le mani toccandomi la schiena ma facendomi male. Chiedendomi scusa e domandomi che cosa mi sia successo, mento spudoratamente dicendo di essermi graffiato urtando contro i rami di un albero mentre stavo camminando sul marciapiede. Di certo non posso dirgli che ho fatto sesso in modalità versatile con mio padre e che ho spruzzato il mio seme nella vagina di mia madre responsabile di quei graffi. Stanco dal sonno, aumento il ritmo delle mie ciucciate fino a farmi inondare la bocca dal suo caldo e delizioso nettare nipponico per poi addormentarci abbracciati come due ricci. Dopo l’esperienza con Massimo e Rachele purtroppo non ce ne sono state altre e i miei genitori, verso Marzo, decidono di divorziare ma non perché il loro amore e’ ormai finito, anzi, ma perché in questo modo sono più liberi di vivere le loro vite insieme ai loro compagni occasionali o permanenti che siano. Io continuo a vedermi con Kai, a scopare il suo meraviglioso culetto minuto e a godere con il suo cazzo nel mio culo. Nel mese di Aprile, durante il primo anniversario di matrimonio di Pedro e Claudia coincidente con il battesimo del loro figlio Andrea, succede una cosa che mai mi sarei aspettato mi capitasse ancora…

FINE CAPITOLO 11

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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