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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 1


di FRANK_1987
20.06.2018    |    36.138    |    11 9.1
"Infatti sulla porta si presenta un ragazzo..."
La vita secondo Giulio

CAPITOLO 1

Ciao a tutti, questi racconti parleranno di Giulio. In questo primo capitolo non ci sono incontri sessuali espliciti perché e’ un po’ una sorta di premessa. Spero comunque che vi piaccia.

La storia che voglio narrarvi inizia tanto tempo fa. Siamo nel lontano 1983. Due ragazzi, Massimo e Rachele di 18 e 16anni si incontrano per la prima volta nella piazza del piccolo paesino di Calabria dove sono cresciuti. Il primo e’ molto inibito con le ragazze, la seconda e’ svampita quasi frivola. Si piacciono, si amano e l’anno successivo si sposano. A distanza di un anno dalle nozze, nascono i loro primi due figli gemelli, Salvatore e Claudia, e dopo due anni dalla nascita della loro nascita, i due genitori concepiscono un altro bambino, Giulio. Con il passare degli anni in Giulio inizia a notarsi qualcosa di strano, di anomalo nel fare quotidiano di un bambino. Usando la scusa di divertirsi con sua sorella non avendo altri amici con il quale farlo, passa molto tempo a giocare con la nouvelle cuisine di Claudia, con le sue bambole, si immedesima nei giochi facendo sempre la parte femminile e senza farsi scoprire si nasconde le scarpe in modo da poter usare quelle con il tacco alto della mamma che, ignara del tutto, gliele concede con il classico rammarico che ha una madre quando vede il figlio comportarsi in questo modo. A scuola lo prendono in giro sia per il suo aspetto mingherlino e sia per il suo fare da femminuccia che anno dopo anno inizia a manifestarsi sempre di più in lui. Naturalmente Giulio non da peso a queste offese perché non capisce ancora la loro gravità fino a quando non realizza di essere diverso dagli altri maschi che giocano a pallone durante l’ora di ginnastica, Giulio capisce di essere gay, di essere attratto dagli altri ragazzi soprattutto quelli delle classi superiori che incominciano a mostrare i tratti tipici dell’adolescenza lasciandosi alle spalle la fanciullezza degli anni da bambini. Con la consapevolezza del suo essere, capisce, purtroppo, che d’ora in avanti quelle offese che gli rivolgevano contro i suoi compagni di cui non capiva il significato, lo feriscono e feriranno per il resto della sua vita. Per tutta la durata delle scuole elementari e medie, gli stessi compagni non fanno passare un giorno senza offenderlo portandolo spesso a piangere nei bagni della scuola o al suo ritorno a casa. Fortunatamente quei bulli non sono come quelli di adesso che arrivano alle maniere forti ma a volte si sa, ferisce di più una parola che uno schiaffo. Quando arriva il momento di iscriversi al liceo, le cose non migliorano affatto. A 14anni iscrivendosi al liceo si accorge che nessuno dei suoi vecchi compagni di scuola ha fatto la sua stessa scelta. Questo lo porta a fare un sospiro di sollievo evitando di vederli ancora ma allo stesso tempo, questa solitudine di trovarsi in una nuova classe con dei nuovi e sconosciuti compagni, lo terrorizza. I primi tempi passa tutti i giorni scolastici da solo nel banco fino a quando la professoressa di matematica cambia la disposizione degli alunni ed accanto a lui si siede una ragazza dai lineamenti gentili che subito socializza con Giulio avendo tutti e due gli stessi interessi e le stesse idee. L’anno successivo, Giulio prova le gioie del sesso gay con un uomo più grande di lui che gli aprirà un mondo nel quale casca all’improvviso ma sempre in piedi acquistando di continuo più autorità facendosi scivolare addosso quelle offese e battutine ridicole da bar che senza sosta rivolgono contro la sua persona. Dopo 5anni di liceo e’ arrivato il momento di iscriversi all’università. Purtroppo ancora una volta, quando inizieranno gli studi, Giulio si ritrova da solo perché la sua migliore amica, confidente e compagna di banco ha scelto un’altra facoltà diversa dalla sua. Deve rimboccarsi le maniche nuovamente e farsi nuovi amici cosciente però del fatto che i suoi colleghi universitari non saranno come quelli del liceo perché adesso non hanno tempo da perdere nello scherzare un frocio, almeno non nell’aula dove si svolgono le lezioni.

La premessa che avete appena letto vi ha raccontato in grandi linee la mia storia. Mi presento. Sono Giulio, un ragazzo di quasi 19anni al 1° anno di Giurisprudenza. Ho capelli castani e occhi celesti, fisico scolpito dalla palestra e sono anche ben dotato (a detto del mio ex). Abito in un piccolo paesino del Sud Italia insieme a mia madre, casalinga, mio madre, dentista, e mia sorella Claudia che studia Filosofia. 6mesi fa, a causa di un infortunio, la persona che mi ha sverginato e con la quale ho una relazione segreta da 4anni, si e’ rotta una gamba e da allora, a causa delle estenuanti sedute di fisioterapista a cui si sottopone, sono rimasto senza cazzo nel culo ma non per molto perché sta per entrare nella mia vita un ragazzo d’oro mandato sicuramente da qualsiasi divinità esistente lassù per rendere la mia esistenza un po’ meno amara del solito. Una sera di inizio Aprile, precisamente quando il mese era ormai iniziato da una settimana, mia sorella dice ai miei genitori che vuole invitare una persona a casa. Il nostro pensiero ci suggerisce che avrebbe invitato la sua migliore amica ma invece dobbiamo ricrederci. Durante il pomeriggio mi ammazzo di compiti, devo dare un esame il giorno dopo, e poco me ne frega di tirare fino a tardi per spettegolare con mia sorella e la sua compagna. Sono le 19.30 e decido di fare una pausa. Vado in cucina, dove mia madre sta preparando la cena, e mi disseto bevendo tutta d’un fiato la bottiglietta di acqua minerale.
“Stai studiando come hai promesso al nonno?”, mi dice mia madre mentre cucina
“Si mamma, lo sto facendo”, le rispondo
“Bravo. Lo sai che il nonno non vuole vederti ciondolare per la casa”, replica lei ancora intenta a cucinare
“Certo” penso “il nonno non vuole vedermi ciondolare in casa, il nonno vuole che mi sdraio accanto a lui nel letto intento a toccargli il cazzo, segarlo o fargli un pompino”
Non appena termino questi pensieri che mi hanno provocato un’imbarazzante erezione la quale cerco di nascondere alla bene meglio, suona il campanello. Mia madre lascia di preparare la cena e va ad aprire la porta.
“Claudia”, sento esclamare da lontano
“Ciao mamma”, risponde mia sorella facendo eco fin dal corridoio
Mio padre e’ seduto sul divano e si alza andando ad abbracciare la figlia. Anche io mi avvicino alla porta e abbraccio mia sorella che non vedo da un po’.
“Vedo che sei diventato davvero grande”, mi dice mia sorella ma io noto che lei ha gli occhi sul mio pacco ancora gonfio dall’eccitazione provocata dai pensieri sui miei incontri sessuali con il nonno. Mi copro imbarazzato e lei per tranquillizzarmi mi scompiglia i capelli. Mia madre tenta di chiudere la porta ma Claudia la ferma dicendole che non e’ arrivata da sola. Infatti sulla porta si presenta un ragazzo. E che ragazzo! L’imbarazzo creato da mia sorella che mi aveva guardato il pacco gonfio sta quasi cessando ma quando vedo lui non posso fare a meno di eccitarmi ancora. Il ragazzo si chiama Pedro, ha 24anni, capelli castani a caschetto corti dietro e lunghi davanti che gli coprono quasi gli occhi che sono neri. Indossa una maglietta a mezze maniche rossa che mostra i suoi numerosi tatuaggi che dalle spalle scendono fino ai polsi, un jeans celeste chiaro e delle scarpe da tennis. Ma quello che più mi incuriosisce e’ l’ enorme protuberanza che ha in mezzo alle gambe. Ha un baffetto alla Don Diego de La Vega, un po’ di barba sotto il labbro inferiore e un leggero pizzetto.
“Mamma, papà, Giulio, vi presento Pedro il mio fidanzato”, esordisce Claudia
I miei genitori sono un po’ imbarazzati. Hanno una mentalità aperta ma per la figlia non vogliono di certo un fidanzato di questo aspetto che per loro corrisponde al classico ragazzo scansafatiche. Io invece sono contento. Per tutto il tempo che Claudia sarebbe rimasta con lui, io l’ avrei avuto sempre a portata di occhi. Ma purtroppo non di mano! I sorrisi di circostanza dei miei hanno imbarazzato Pedro allora io lo allontano da loro per portarlo verso il salotto ed offrirgli una birra che lui gradisce molto. Nell’accompagnarlo, lo stringo volontariamente per un bicipite che sembra di marmo e lui mi sorride. Durante la cena, Claudia ci dice che ha conosciuto Pedro ad un rave party due mesi prima e che da allora non si sono mai lasciati, anzi, sono molto innamorati. Io non posso fare altro che ammirare questo splendido ragazzo anche se mia madre e mio padre continuano a non vederlo di buon occhio. Io ho lo sguardo sempre fisso su di lui e ogni volta che sposta i capelli mostrando i suoi occhioni neri, questi occhi mi ipnotizzano. Mi sono innamorato pazzamente di lui. Sono 6mesi che non esco con qualcuno e, soprattutto, non mi innamoro e ora e’ successo di nuovo ma e’ un amore proibito, e’ il ragazzo di mia sorella. La proibizione del mio amore verso Pedro arriva quando, a metà cena, mia sorella ci rivela una notizia che mi fa cadere il mondo addosso. E’ incinta. I miei rimangono molto attoniti. Sono preoccupati per il suo futuro scolastico ma Pedro li rassicura subito perché lui lavora come muratore e si sarebbe preso cura di suo figlio.
“Non preoccupatevi, vi aiuteremo noi”, dice mia madre
“Ma certo. Quella che ci avete dato e’ una bellissima notizia e siamo molto felici di diventare nonni”, le fa eco mio padre
Quindi, dopo il primo momento di smarrimento, i miei genitori si congratulano con Claudia e Pedro. Sembra che i loro pregiudizi su un ragazzo tatuato siano svaniti nel nulla. Io, con le lacrime agli occhi dalla tristezza di non poter avere quel ragazzo per me, devo congratularmi con loro e fingere che vada tutto bene da buon fratello, e futuro zio, che si rispetti mascherando le mie lacrime come lacrime di gioia e non di malinconia. Così abbraccio prima mia sorella e poi anche Pedro. Il suo profumo mi inebria, le sue braccia forti mi cingono la vita e così mi lascio andare per un attimo e socchiudo gli occhi pensando di essere al posto di mia sorella e di aspettare un bambino, il bambino di Pedro. Quando finisco di abbracciarlo, mi ritrovo a toccarmi l’ addome. Ritorno subito alla realtà. E’ assolutamente impossibile per me, anatomicamente parlando, avere un figlio con un uomo e il mio amore e i miei sentimenti verso Pedro, accesi in un attimo, devono spegnersi del tutto quando i miei iniziano a parlare di matrimonio. La data viene così fissata fra tre settimane dal corrente giorno. E’ un matrimonio riparatore e, come tale, deve essere celebrato di fretta anche se poi la gente avrebbe capito tutto. A fine serata, andiamo a sederci in terrazzo. Mio padre ha costruito una piccola altalena e io vado a sedermi su di essa cercando di ritornare con la mente a quando ero bambino e a quando non dovevo ancora preoccuparmi e soffrire per amore. Assorto nei miei pensieri, una voce mi fa rinsavire.
“Posso darti una spinta?”, dice Pedro dietro di me
“Certo”, gli rispondo “puoi darmi tutte le spinte che vuoi”, continuo pensando
Sento le sue mani forti toccarmi la schiena e non resisto molto. Il suo tocco mi provoca un’ enorme erezione e non riesco più a stare seduto sul sedile duro dell’ altalena.
“Basta così, grazie”, gli dico
Così mi alzo, mi siedo su un divanetto e mi metto un cuscino tra le gambe
“Andavo troppo forte?”, mi chiede con il suo accento spagnolo
“No, no, e che il sedile era troppo duro e mi faceva male al sedere”, gli rispondo
Lui sorride. Perché sorride? Forse ha capito che avrei tanto voluto che qualcos’ altro mi avrebbe fatto male al sedere? Arriva mia sorella a dirci che il caffè sarà servito tra poco e inizia a sbaciucchiarselo. Cerco di non guardarli ma e’ impossibile. Vedo la lingua di Pedro infilarsi nella bocca di mia sorella e non resisto più.
“Io devo andare”, dico alzandomi e facendoli smettere di baciare “domani ho un esame e voglio dare il massimo. Piacere di averti conosciuto, Pedro”
“Il piacere e’ stato mio, Julio”
Entro in cucina dal terrazzo senza dire una parola. A nulla sono bastati i rimproveri di mia madre. Entro in camera, chiudo la porta a chiave e mi sdraio sul letto. Penso a Pedro, ai baci con la lingua che dava a mia sorella, poi penso alla mia lingua che si impadronisce della sua. Mi sbottono i pantaloni e mi prendo in mano il cazzo. Nonostante la visione dei baci di mia sorella e Pedro, non aveva accennato a ritornare alle sue dimensioni naturali e così inizio a segarmi toccandomi il buchetto. Il primo pensiero va a nonno Ugo, Ugone lo chiamo io. Ha un cazzo di 25cm che mi lavoro ogni sera. Mi sego pensando di avere in mano il suo cazzo e che poi lui me lo avrebbe ficcato nel culo. Gemo come un maiale ma poi i miei pensieri finiscono nuovamente su Pedro. Penso che anche lui, da buon ragazzo latino, possa avere un meraviglioso grosso cazzo e che e’ ingiusto che soltanto mia sorella possa usufruirne. Immediatamente penso alle mani di Pedro che mi accarezzano dappertutto, al suo corpo sudato e tatuato che si poggia sul mio, alla sua bocca vicino alle mie orecchie che mi sussurra che mi vuole e il suo respiro che si fa sempre affannoso nel momento in cui viene dentro di me e, all’improvviso, la sborra fluisce dal mio cazzo e mi finisce sul pube e sulla pancia. Porto le mie dita vicino alla bocca e, preso dalla lussuria, le lecco. La lecco ancora, mi piace. Prendo un fazzolettino, mi pulisco, mi metto in ordine e di nuovo inizio a studiare ma mi addormento come un sasso. Mi svegliano le risate nel corridoio. Sono le 00.30 e Pedro va via. Io, anche se non di persona, lo ringrazio per la bella serata e vado a dormire sognandolo.

FINE CAPITOLO 1

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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