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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 29


di FRANK_1987
19.10.2018    |    7.550    |    9 8.8
"Dopo avermi fatto riprendere fiato, il mio personal trainer mi piega il capo tenendolo fermo con la mano destra mentre con quella sinistra si prende il cazzo..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazzi

Allenamento in palestra

CAPITOLO 29

Il mese di Giugno io lo adoro. E’ un mese dove si festeggia il mio compleanno ed e’ anche il mese che mi ha aiutato ad uscire dalla situazione deprimente che mi ha creato quel coglione di Gennaro. Una cosa positiva c’e’ stata in tutta questa faccenda, mi sono nuovamente avvicinato a Mario, molto più della volta scorsa anche se il nostro rapporto va avanti solo a base di pompini reciproci ma quando lui mi chiede di incularlo, io mi blocco. Le ultime vicende che hanno segnato la mia vita, mi hanno portato ad un punto di desiderare di non mettere più il mio cazzo dentro un culo o una vagina ma di godere esclusivamente col il mio sedere cosa che però Mario non vuole fare perché dice che vuole soltanto farsi scopare da me e non il contrario. Temo che possa andare a trovarsi un altro cazzo da qualche altra parte ma capisco, ogni volta che ha il mio dentro la bocca, che potrebbe aspettare anche tutto il tempo del mondo pur di averlo anche dentro alla sua rosellina attendendo che mi passi questo blocco interiore. In questo periodo riprendo ad andare in palestra dove il mio personal trainer, Donato, ricomincia a farmi fare gli esercizi che avevo lasciato da un po’. E’ un uomo di 39anni, capelli e occhi castani, alto 196cm con un accenno di barba e pizzetto dove si intravedono già dei peletti bianchi. In palestra indossa sempre delle maglie a giro maniche mostrando il suo corpo tatuato, dei pantaloncini che mettono in evidenza il suo culo sodo e un pacco prominente e delle sneakers con dei calzini alti fino quasi al polpaccio. Ma vogliamo parlare delle gambe? Ok, parliamone. Delle colonne greche, erculee quasi quanto le braccia. Un giorno mi sveglio presto e mio padre mi manda un messaggio. Vuole andare a fare shopping con me e il suo compagno Muhammad. E’ una giornata spensierata, non penso a nulla oltre che a divertirmi quindi decidiamo di andare al centro commerciale perché devo comprare una maglietta nuova. Entrati nel negozio, do un’occhiata, me ne piace subito una e vado verso i camerini a provarla. Sono occupati tranne uno e quando mi avvicino per entrarci, dal camerino vicino al mio, con la tenda chiusa distrattamente, noto qualcosa che non avevo mai avuto il piacere di notare prima d’ora. C’e’ Donato che prova un paio di pantaloni ed e’ senza mutande. Ha un culo meraviglioso, tonico, che fa mille movimenti quando cerca di infilarsi l’indumento ma quello che mi lascia veramente senza parole e’ che non riuscendo a indossarlo e privo di sedie sulle quali sedersi, il mio personal trainer fa un movimento brusco girandosi verso la tenda e mostrandomi il suo cazzo molle. Nonostante non sia eretto, ha un cazzo stupendo, circonciso e se e’ già bello lungo a riposo figuriamoci quando si eccita come sarà. Sarà fortunato chi ne beneficerà anche se non l’ho mai visto con una ragazza a parte quelle che frequenta in palestra come sue allieve comprese la mamma. Si, anche mamma Rachele frequenta la mia stessa palestra ed ha il mio stesso personal trainer. Si sarà voluta iscriversi per la sua avvenenza anche se non ha mai rivolto una parola fuori posto verso di lei e neanche un apprezzamento troppo sgarbato. Sebbene all’apparenza sia rude e mascolino, ha un animo gentile che un po’ stona con il suo aspetto fisico ma lo fa apparire anche molto eccitante e anche dannatamente sexy. Sconvolto da quella visione, non provo la maglietta e la compro ad occhi chiusi tornando poi a casa dopo aver passato quella bella mattinata. Racconto tutto a mio padre e a Muhammad ringraziandoli per avermi dato questa opportunità come se fossero dei veggenti che avevano predetto che avrei visto tutto se fossi andato con loro.
“Che cazzo stai facendo?”, pronuncio nei riguardi di Rafael trovandolo nella mia stanza
“Ehi, ma che bella maglietta da frocetto”, esclama lui tenendo in mano la maglietta
Ok, ammetto che avere una maglia con un fiore stampato su una spalla non e’ sicuramente un indumento che un etero comprerebbe
“Non sono affari che ti riguardano”, gli dico cercando di riprendermi la maglietta
“Che cosa fai, ricchione?”, fa Rafael alzando la mano tenendo stretta la mia maglietta “vediamo se riesci a prenderla”, faccio fatica a raggiungere la sua mano e saltello in modo che possa riuscire ad afferrarla ma Rafael mi acchiappa per i fianchi stampandomi un bacio in bocca “sei davvero un fottuto frocio se compri roba del genere”
“Smettila di comportarti così, non ne hai il diritto”, gli rispondo scatenando in lui tutto il suo essere bestia
“Non permetterti di rispondermi di nuovo in questo modo”, mi fa avvicinandosi puntando minacciosamente il dito contro di me
“Altrimenti cosa mi fai?”, lo sfido anche in maniera sessuale
Rafael mi guarda arrabbiato e poi mi da uno schiaffo, mi prende per il collo, mi getta sul letto mettendosi con il pacco davanti alla mia faccia e dopo aver estratto il suo cazzo ancora floscio, me lo spalma sulla bocca infilandolo dentro la mia gola. Diventa subito duro e in un attimo si fa fare un pompino. Dopo aver goduto sulla mia faccia, prende la mia nuova maglietta per pulirmi imbrattandola e si allontana aggiustandosi il cazzo dentro i pantaloni. Nei giorni successivi, ogni qual volta che vedo Donato in palestra mi viene sempre in mente la scena del centro commerciale immaginandomi di essere davanti a lui, abbassandogli il pantaloncino e prendergli in bocca il cazzo molle fino a farlo indurire dentro alla mia bocca come ha fatto quel porco del mio patrigno. Un giorno di metà Giugno, rientrando a casa dalla mia pausa lavorativa, trovo in salone mia madre intenta a farsi spiegare degli esercizi da Donato. Indossa sempre la sua tenuta da lavoro ed e’ alle spalle della mamma, con le sue mani poste sopra i suoi fianchi mentre Rachele segue distrattamente le sue direttive essendo eccitata avendo quel maschione muscoloso dietro di se che la sta toccando come se glielo stesse mettendo a pecorina. Dopo i convenevoli saluti, vado in camera mia a spogliarmi. Detesto che sia la mamma quella che ha invitato in casa il nostro personal trainer magari anche con l’intenzione di scoparselo dopo gli allenamenti se io non fossi ritornato a casa così presto, quindi decido di partire al contrattacco. Devo dirvi che Donato non e’ mai stato insensibile al mio fascino, anzi, alcune volte mi ha fatto dei complimenti rivolti al mio culetto e questo mi fa ben sperare che, se eccitato nella giusta maniera, possa farmi rivedere il suo membro questa volta in tiro. Indosso dei pantaloncini blu e vado in cucina a sedermi su uno sgabello mentre maestro e allieva continuano i soliti esercizi. Mi verso da bere e succhio il contenuto del bicchiere mordendo la cannuccia ammiccando verso Donato che mi fa un cenno, forse di formalità, con la testa. Accavallo le gambe mostrandogli la mercanzia che posso offrirgli se solo si decidesse a farsi avanti. Sembra gradire quella visione perché ora e’ lui quello distratto nel procedere con gli esercizi e deve essere la mamma a riprenderlo. Non contento di quanto lo stia sconvolgendo, approfittando di uno di quei pochi momenti nei quali non mi guarda, getto a terra la cannuccia. Poggio il bicchiere sul tavolo e mettendo una mano sullo sgabello, con l’altra la raccolgo posizionandomi a 90°. Lui e’ quasi febbricitante della lussuria che emano e si strizza il pacco che vedo più abbondante del solito. Saluta la mamma e decide di andarsene, probabilmente per non avere un’imbarazzante erezione in sua presenza. Il giorno dopo ricevo una telefonata. E’ Donato che mi dice di andare nella sua palestra prima dell’apertura perché deve parlare con me. Quando arrivo mi fa accomodare nel suo ufficio. Indossa una maglietta aderente a giro maniche e il pantalonico a pinocchietto entrambi neri.
“Devo parlarti di quello che e’ successo ieri”, esordisce
“Vorresti dire di quello che non e’ successo”, gli rispondo accavallando le gambe
“E’ proprio di questo che devo parlarti. C’era tua madre”, mi dice preoccupato
“Se non ci fosse stata cosa avresti fatto?”, gli domando ma non mi risponde “mi avresti preso in salotto mentre afferravo la cannuccia con le mie mani”, gli dico alzandomi e avvicinandomi a lui palesemente eccitato
“Smettila Giulio”, mi ordina umettandosi le labbra secche
“Ti ho visto l’altro giorno al centro commerciale mentre ti provavi quei pantaloni. Ho visto il tuo cazzo floscio adesso voglio vederlo bello duro”
Un po’ sconvolto da quella rivelazione, Donato cambia subito espressione facciale diventando più eccitato e, abbassandosi il pantaloncino, mi mostra il suo poderoso cazzo di 21cm le cui palle sono poggiate sull’elastico dell’indumento. Mi inginocchio e subito lo prendo in bocca succhiandolo mentre lui mi tiene una mano sulla testa e usa l’altra per sollevarsi la maglietta fin sopra l’ombelico mettendo in mostra il suo fisico scolpito da anni e anni di allenamento. Io mi aggrappo ai suoi fianchi stringendoli e usandoli come cardine per muovere la mia bocca avanti e indietro sopra la sua mazza, intanto Donato si toglie la maglietta rimanendo a torso nudo e, avvolgendola, me la mette intorno al collo usandola per spingere la mia testa, e di conseguenza la mia bocca da pompinara, contro il suo pube. Il mio movimento e il suo si combinano facendomi arrivare il cazzo in gola e sputare un’enorme quantità di saliva sul pavimento della sua palestra. Dopo avermi fatto riprendere fiato, il mio personal trainer mi piega il capo tenendolo fermo con la mano destra mentre con quella sinistra si prende il cazzo e me lo infila lateralmente nelle mie fauci dandomi degli schiaffetti.
“Non ho mai conosciuto una troia come te”, si complimenta continuando ad abusare della mia bocca
“Grazie…mmpphh…padrone”, gli rispondo
“Mi hai fatto eccitare ieri davanti a tua madre, stavo per farti il culo su quello sgabello”
“Mi sarebbe…mmpphh…piaciuto tanto”, lo avverto
Continuo a succhiare il cazzo di Donato sbattendomelo sulla lingua che si bagna ulteriormente anche del suo saporitissimo pre-sperma che ogni tanto ingoio famelicamente. Poi mi leva la maglietta mentre continua ad approfittare della mia bocca ma non resisto ancora a lungo, quindi mi alzo, mi tolgo le scarpe e i pantaloni liberando il mio cazzo duro dalle mutande. Anche Donato si toglie le scarpe e i pantaloni. Ora siamo tutti e due nudi l’uno di fronte all’altro. Lui e’ più alto di me, più abbronzato e muscoloso mentre io sono più basso, con un corpo tonico e bianco come una mozzarella. Mi avvicina a lui abbracciandomi e ci baciamo mentre le sue mani mi accarezzano le spalle e il culo schiaffeggiandolo usando le sue dita per passare nel solco delle mie meline. Poi mi fa poggiare sulla scrivania allargando le chiappe e iniziando a leccarmi il buco del culo. La sua barba ispida mi punge le chiappe mentre continua a leccarmele e a sputarci sopra infilando nel mio forellino ogni sua falange. Ogni tanto mi masturba anche il cazzo quando io, preso dall’eccitazione, lo lascio stare per evitare di sborrare in anticipo. Non se lo prende in bocca ma si limita a giocarci e a mungerlo come se fosse la tetta di una mucca. Poi si alza, si prende un preservativo, lo indossa e mi penetra il culo.
“Ah, che bello”, esclamo
“Hai un culo fantastico”, si complimenta scopandomi
“Scopamelo…aaahhh…voglio sentirlo…ooohhh…tutto”, lo incito
“Tieni, tieni, tieni”, la sua parola ripetuta coincide con ogni bordata che mi da nel culo “sei una lurida puttana”, continua offendendomi ma eccitandomi
Nonostante la lunghezza non sia da sottovalutare, quello che mi fa eccitare di più e lo spessore del cazzo di Donato. E’ uno dei più grossi che io abbia mai visto e avuto il piacere di avere nel culo, forse l’unico così esagerato. Mi sollevo da sopra il mobile mentre Donato mi scopa il culetto tenendomi per le spalle e infilando il suo cazzo dentro di me dal basso verso l’alto. Mi prende il mento facendomi chinare la testa e mi bacia sulla fronte continuando nella sua opera di demolizione del mio ano mentre io godo a più non posso. Poi mi piego nuovamente aprendomi le chiappe permettendogli di entrare ancora più in profondità e lui mi tiene per l’interno delle braccia fottendo il mio culetto che non riesce a contenere tutto il suo cazzo per quanto e’ grosso. Lo so, per me ormai dovrebbe non essere difficile farlo entrare ma credetemi, e’ veramente enorme. Sebbene 21cm non siano pochi, quello chi gli manca in lunghezza rispetto agli altri cazzi che ho avuto il piacere di fare entrare nel mio culo, lo compensa in spessore. Ogni tanto, per l’intensa scopata, il suo randello esce dal mio culo rimettendocelo con violenza. Non e’ un animale come Rafael ma e’ il suo cazzo mostuosamente grosso che mi fa gridare dal piacere. Un piacere che mi parte dalle mie viscere.
“Sei una cagnetta fantastica”, mi lusinga
“Grazie padrone…aaahhh…anche tu sei un animale”, gli rispondo mentre tiene la mia mano davanti alla bocca e gli lecco le dita
“Hai visto quanto e’ grosso il mio cazzo?”, mi domanda
“Lo voglio…uuuhhh…ficcamelo dentro…ooohhh…tutto”, gli consiglio
“Sei davvero insaziabile”, constata
Donato mi scopa senza sosta, come se avesse un enorme chiodo al posto del cazzo e come se il mio buco fosse quello di un muro dove lui deve far entrare il suo chiodo. Mi massaggia dappertutto, la schiena, il petto, il collo mentre io mi masturbo e ogni tanto cado sul mobile dove sono poggiato nel frattempo che il mio personal trainer mi sta fottendo. Ormai mi sono abituato alla grandezza del suo cazzo e se prima gridavo dal dolore che mi procurava un fallo così grande, adesso grido dal piacere che mi procura. Gli piace toccarmi le chiappe, massaggiarle e strizzarle e ogni tanto sento dei rivoli di saliva cadermi sul coccige e finire sul suo cazzo avvolto nel preservativo, usati per lubrificare il suo nerchione scopa culi. Mi gira la testa di 45° ficcandomi la lingua in bocca, grattandomi le guance con la sua barba virile. Quando mi fa posizionare un ginocchio sul mobile aprendo di più il mio culo, Donato spinge il suo cazzo ancora dentro di me e sento che entrano nuovamente altri centimetri facendomi emettere un grido disumano. La mano che usava per farsi leccare le dita, ora e’ tutta sulla mia bocca usata per non farmi gridare nuovamente anche se non ce n’e’ bisogno perché mi sto abituando a questi nuovi centimetri entrati in me.
“Non gridare così forte”, mi sussurra digrignando i denti
“E’ colpa tua…aaahhh…mi fai godere…uuuhhh…così tanto”
“Sei una puttanella”
“Sono tutto…ooohhh…per te. Usami”, gli consiglio
“Ti spacco, zoccola”
Ogni sua promessa e’ una verità accertata. Donato mi sta spaccando letteralmente perché prima del suo, nessun cazzo del genere era entrato nel mio culo. Più lunghi si, ma non così grossi. Questo sembra un lampione della luce. E io me lo godo tutto mentre mi sego il cazzo venendo un po’ per terra e un po’ sul mobile dove tengo poggiato il ginocchio sinistro aprendo oscenamente ancora di più le mie chiappette accogliendo quella bestia in me. Donato, dal canto suo, spinge imperterrito la sua immensa verga dentro il mio foro anale come se stesse cercando di scavare una buca più profonda e credo proprio che ci stia quasi riuscendo perché il mio culo si sta anestetizzando sotto i colpi precisi che mi da.
“Vieni con me”, mi ordina togliendosi dal mio culo
“Dove mi porti?”, gli chiedo
“Voglio scoparti guardandoti negli occhi”
“Anche io”, gli rispondo baciandolo
Infilandogli la mia lingua in bocca, lo tocco dappertutto. Ha un corpo perfetto e il mix di olio, che si era spalmato prima che io arrivassi in palestra, e sudore e fa scivolare le mie mani su ogni angolo della sua epidermide gocciolante. Donato si siede per terra a gambe aperte, si prende il cazzo dalla radice aggiustandosi il preservativo e mi fa cenno con lo sguardo di sedermici sopra. Io invece non me lo infilo direttamente nel culo ma lo faccio aderire nel solco delle mie chiappe mentre non smetto di toccare quell’uomo che da tanto tempo desidero. Ricordate quando mi sono iscritto in palestra? (CAPITOLO 9) E’ da allora che desidero farmi possedere da questo individuo, quindi sollevo un po’ il mio culo e mi faccio entrare il suo cazzo dentro il buchetto adagiando le mie chiappe sopra le sue palle gonfie che vengono schiacciate. Poggio le ginocchia sul pavimento all’altezza del suo costato e con le mani adagiate sui suoi pettorali, inizio a cavalcarmi il suo palo. Donato mi afferra per le chiappe sollevando un po’ le gambe poggiando i suoi piedi per terra, io mi piego leggermente indietro mettendo le mani sulle sue ginocchia e mi lascio scopare il culo da quel trapano di carne umana.
“Che chiappe che hai”, mi fa Donato
“Ti piacciono?”, gli rispondo saltellando sul suo cazzo
“Vorrei mangiartele”
“Pensa a…uuuhhh…scopartele”, gli suggerisco
“Sei una lurida vacca rotta in culo”, mi apostrofa
“Si, continua…aaahhh…insultami”
Mentre Donato mi insulta con ogni epiteto possibile rivolto a chi, come a me, gli piace il cazzo e gode avendolo dentro il culo, il mio pene ritorna ad essere bello eretto così riprendo a masturbarmi freneticamente osservando le espressioni di godimento sul volto di Donato. Dietro di me c’e’ uno specchio grande che parte da terra ed arriva fino al soffitto e mi vedo riflesso con una stanga dentro le mie viscere notando anche che me lo ha praticamente tappato. Se adesso venisse un altro uomo per farmi provare la doppia penetrazione, non troverebbe spazio dentro di me perché tutta l’area del mio culo l’ha occupata la nerchia lunga e grossa di Donato. Questa visione mi manda su di giri e in un attimo esplodo nuovamente il mio carico di sborra e il primo schizzo finisce sull’occhio destro del mio personal trainer che ride preso alla sprovvista e poi mi dalle sonore sculacciate mentre termino di sborrare sui suoi addominali definiti da tanti anni di allenamento. Donato smette improvvisamente di scoparmi e, tenendo il suo cazzo dentro la mia rosellina slabbrata, si pulisce delicatamente l’occhio e la mia sborra me la fa leccare. Io la mando giù gustandomela e poi lui fa la stessa cosa con quella che e’ finita sul mio addome. Poi riprende ancora una volta a stantuffarmi il culo tenendomi per le chiappe mentre io mi aggrappo al suo torso ricoperto di olio, sudore e residui della mia sborrata appena compiuta. Il suo occhio destro inizia ad arrossarsi e ogni tanto se lo gratta perché la mia sborra ha iniziato a farglielo bruciare. Ha un cazzo che tra poco esplode ma anche se sono felice che sto per gustarmi il suo seme, sono anche triste sapendo che tra qualche istante, lo sgabello sul quale sono seduto smetterà di ospitarmi ritornando a delle dimensioni più normali. Donato mi da improvvisamente uno strattone facendomi cadere con la schiena per terra, poi viene su di me e inizia a masturbarsi scaricando il suo sperma tutto sopra il mio corpo sgrullandosi il cazzo come se avesse appena pisciato. Io mi spalmo il suo liquido seminale su tutto il mio torso e poi mi lecco le dita assaporandolo come se fossi un gourmet.
“Cazzo, che scopata”, fa Donato
“Sei stato divino”, mi complimento
“Grazie, anche tu”, continua lui “spero che dopo questa volta ce ne saranno altre”
“Certamente, quel meraviglioso cazzo grosso chi se lo fa perdere”
“Ti ringrazio”, mi risponde sorridendo
“Hai intenzione di darlo anche a mia madre?”, gli domando tristemente alzandomi da terra e iniziando a pulirmi
“Non ci penso per niente. A me le donne non piacciono”, un sorriso mi si stampa sul volto “a me piacciono soltanto i frocetti come te”, continua e mi bacia
Mi pulisco alla bene meglio e vado via dalla sua palestra. Avrei dovuto fare un’altra sessione di ginnastica quotidiana ma tutti i saltelli che ho fatto sul cazzone di Donato avranno sicuramente avuto i suoi effetti rassodandomi il culetto e anche il ventre ad ogni contrazione realizzata. Dopo la solita doccia di routine, studio un po’ per non annullare il mio rendimento scolastico e poi inizio a lavorare. Incontro nuovamente Mario e stranamente ho voglia di fargli il culo nonostante mi ero ripromesso di essere solamente passivo e di prendere più cazzi possibili da quando ho scoperto ancora di più la dominazione del maschio nei miei confronti. Lo porto ancora nel bagno di servizio del ristorante-albergo dello zio e mi faccio fare prima un pompino sborrandogli in bocca e sul mento ma quando lui si alza e mi bacia facendomi assaporare la mia sborra e la sua saliva, la porta si apre inaspettatamente proprio mentre lo stavo girando facendolo chinare per scoparmelo. Gustavo ci trova così, in atteggiamenti intimi durante il nostro turno di lavoro mentre io ho ancora fuori dalla zip il cazzo che si sta ammosciando dalla vergogna e suo nipote ha il mento sporco della mia sborra. Temiamo di essere linciati direttamente in quell’angusto bagno lussurioso ma la cosa strana e’ che invece Gustavo ci consiglia solamente di ripulirci, darci una sistemata e di rimetterci al lavoro. Durante la serata, Mario non mi rivolge lo sguardo e neanche una parola. Adesso sono io a cercarlo, dentro di me sta nascendo il desiderio di averlo ma non solo sessualmente ma anche romanticamente. Quel ragazzo mi sta facendo impazzire, sento di provare qualcosa per lui oltre alla solita attrazione fisica. Sto bene quando sono in sua compagnia sia quando parliamo che quando stiamo zitti ma ora no, perché farei di tutto per comunicare con lui. Invece continua ad evitarmi in presenza di suo zio e anche quando lui non e’ nel salone. Tra la consegna di un piatto e l’altro, Gustavo finalmente ci prende da parte per avere delle spiegazioni su quanto accaduto e visto. Mi aspetto un cazziatone bestiale ma invece ci comunica che lui ha sempre saputo dell’omosessualità del nipote e che e’ veramente contento se Mario ha trovato un ragazzo come me che lo fa stare bene. Sono lusingato da queste parole ma non me le merito. Racconto a Gustavo e Mario ogni cosa della mia vita prima del nostro incontro e anche dopo. Non rimangono molto sconvolti conoscendomi e Mario pretende ancora di farlo entrare nella mia esistenza ma io, stupidamente, lo respingo un’altra volta. So che sebbene lui mi desideri, io lo farei stare male ma non posso farci niente. Quando si tratta di avere un uomo, mi butto anche nel fuoco per averlo ma quando si tratta di far entrare una persona nella mia vita e che questa persona potrebbe innamorarsi di me e io di lui, mi chiudo a riccio per non soffrire e far soffrire. Mario capisce il mio stato d’animo e mi dice che sa aspettarmi fino a quando sarò pronto per iniziare un percorso insieme a lui dimostrandomi ancora una volta che ragazzo d’oro e’ mentre io sono semplicemente uno stupido. Purtroppo, nonostante io abbia quasi trovato la mia anima gemella, la mia troiaggine non smette di andare in vacanza e nel mese di Luglio, io, mio padre e mia madre riceviamo la visita di una persona che non vedevamo da tanto. Un uomo a noi tre molto familiare che ritorna in Italia per farci conoscere una persona molto speciale per lui…

FINE CAPITOLO 29

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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