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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 19


di FRANK_1987
10.08.2018    |    11.554    |    9 9.2
"“Sembra di stare sull’Olimpo”, dichiaro “Vieni con me, ti farò vedere la folgore di Zeus”, mi dice Antonio prendendomi per la mano e, salendo insieme le..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazzi

Un vero maschio accanto a me

CAPITOLO 19

E’ trascorsa una settimana da quando ci siamo lasciati io e Kai. Non ho molte notizie su di lui perché con i suoi genitori non siamo mai andati d’accordo a causa dell’omosessualità del figlio che non vedevano di buon occhio, ma quello che so e’ che e’ tornato in Giappone con l’intenzione di iniziare il percorso di transizione da un sesso all’altro. Ogni tanto mi vengono dei sensi di colpa per aver cambiato così drasticamente l’esistenza di un ragazzo stupendo qual’era, ma poi mi convinco, giustamente, che non e’ colpa mia se Kai ha voluto fare questa scelta anzi, io ne sono l’artefice e mi tranquillizzo dicendomi che ho compiuto la mia buona azione quotidiana facendo capire ad una persona quale sia il suo vero cammino nella vita. In questa settimana, come già accennato nel precedente capitolo, mi sono dedicato alla conquista di Antonio, il bellissimo uomo dai capelli argentati che ho incontrato nel locale gay che frequento, ma purtroppo non si e’ mai fatto vivo. Ogni sera vado lì con l’intento di incontrarlo e farmi scopare e nonostante io venga abbordato da ragazzi e uomini maturi, ogni volta rifiuto l’incontro sessuale, sebbene l’eccitazione che mi fanno provare, perché ho deciso di aspettare Antonio, di concedere il mio culo a lui sperando che si restringa un po’ nell’attesa così da farmelo spaccare ancora un’altra volta come ha fatto il nonno quando avevo 15anni. Un giorno mi sveglio e, come tutti gli altri, aspetto che venga la sera sperando di vederlo. Vado all’università, svolgo le mie faccende quotidiane, pranzo, ceno e poi la sera mi preparo per uscire. Mentre sono in piedi davanti al letto aggiustandomi la maglia, mi sento afferrare da dietro.
“Dove va questa bella puttanella?”, e’ Rafael che mi dice queste cose
“Lasciami maiale”, gli intimo mentre cerco di divincolarmi ma lui invece non molla la presa anzi, mi agguanta ancora con più forza
“Io sono un maiale? Tu ti sei bevuto il mio piscio dentro la mia borraccia davanti a persone ignare del tutto, ti ricordi?”
In effetti ha ragione. Del suo cazzo ho bevuto tutti i liquidi che produce e ogni giorno, ad ogni nostro incontro, gliene chiedevo di più. Ora mi tiene fermo con il braccio sinistro che mi stringe la pancia e con la mano destra mi sculaccia mentre muove il suo bacino contro il mio culo che sente il suo cazzo duro strofinare in corrispondenza del mio solco anale. Sto quasi per arrendermi, voglio girarmi e succhiargli il cazzo, voglio di nuovo farmi scopare dal suo membro del quale ne sta beneficiando la mamma, voglio assaggiare la sua sborra e il suo piscio ma la voce di Rachele che lo chiama per avvertirlo di sbrigarsi perché devono uscire anche loro, ci fa allontanare l’uno all’altro e senza dire una parola ma mordendosi il labbro dall’eccitazione, Rafael esce dalla mia stanza lasciandomi in preda ad un forte desiderio sessuale interrotto quasi come se mi avesse scopato e poi mi avesse lasciato lì, usato come una puttana qualunque. Ho il cazzo che esplode nei pantaloni ma non voglio segarmi per sporcarmi le mutande senza avere il tempo di pulirmi e presentarmi imbrattato ad un eventuale rendez-vous sessuale perché e’ già tardi, quindi aspetto che la mia erezione se ne vada e poi esco raggiungendo il locale del mio futuro divertimento erotico. Anche questa sera di Dicembre, quando manca una settima a Natale e mentre fuori nevica, Antonio non c’e’ quindi mi avvicino ad un ragazzo marocchino, 25anni, lineamenti spigolosi, occhi e capelli neri e iniziamo a parlare. In men che non si dica, mi ritrovo nel bagno con il cazzo color latte macchiato del nordafricano infilato nella mia bocca che avidamente raccoglie tutta la sua giovane e deliziosa sborra sparata nelle mie fauci da un cazzo di 20cm. Ritornati nella sala, iniziamo a ballare un po’ avvinghiati l’uno all’altro e finalmente lo vedo. Antonio entra dalla porta del locale. Il nordafricano subito nota qualcosa in me e capendo che le mie attenzioni adesso sono tutte rivolte verso quel silver daddy, mi lascia andare tanto quello che dovevano fare l’abbiamo già anche se ammetto che stavo per quasi cedere e dargli anche il culo oltre che la bocca. Mi avvicino verso Antonio e mentre lo faccio, noto sul suo volto un piccolo sorriso.
“Ciao”, esordisco
“Ciao”, ripete lui guardandosi intorno senza darmi soddisfazione
“Ti ricordi di me? Sono Giulio. E tu sei Antonio, vero?”, gli chiedo ma lui fa finta di ascoltarmi e alza le spalle come per dire che non gliene importa niente di come mi chiamo “ti va di bere qualcosa e fare due chiacchiere?”
“Ok”, mi risponde così ordiniamo da bere e andiamo a sederci su un divanetto
Durante la nostra conversazione, scopro che ha 55anni, e’ sposato da 32anni, ha un maschio e una femmina come figli e fa l’avvocato penalista nel tribunale della città dove ci siamo incontrati. Io gli rinfresco la memoria dicendogli di essere uno studente della moglie e lui afferma di avermi notato tra i banchi dell’università.
“Perché sei sparito per una settimana?”, gli chiedo curioso
“Non sono sparito, ero qui, soltanto che mi nascondevo ogni volta che ti vedevo”, mi confessa “da un po’ di tempo sto iniziando a provare qualcosa per le persone del mio stesso sesso e ogni volta che mi viene voglia di andare al sodo, mi blocco per non tradire mia moglie e il bene che provo verso i miei figli”
Io lo sapevo che quel giorno se ne era andato per questioni personali irrisolte ma cerco di metterlo subito a suo agio. Stasera indossa un completo elegante blu e una camicia nera aperta sul davanti mettendo in mostra alcuni dei suoi peletti bianchi. Mi viene l’acquolina in bocca e tento di toccarlo anche questa volta come ho fatto in precedenza ma adesso, quando arrivo verso il suo enorme pacco, Antonio mi lascia fare facendomelo toccare capendo che non e’ niente male. Prendendomi per il bavero della giacca, mi avvicina a se e mi stampa un bacio con la lingua. Limoniamo per un paio di minuti fino a quando non gli chiedo di poterci appartare in una stanza ma lui mi dice che ha un’idea ancora migliore allora si alza tenendomi per mano facendomi alzare dopo di lui e insieme usciamo dal locale gay. Sono felice di averlo convinto a portare avanti questa sua curiosità nel provare il piacere di trascorrere una serata erotica con una persona dello stesso sesso e sono contento che questa persona sia io.
“Dove andiamo?”, gli chiedo uscendo dal locale mentre la neve a piccole falde cade inesorabile sulle nostre giacche
“A casa mia, al calduccio”
Tra un po’ avrò la possibilità di fare sesso con un altro uomo maturo, un elegante esemplare di maschio italiano di 177cm per 106kg di muscoli. Saliamo sulla sua Mercedes-Benz e ci dirigiamo verso casa. Durante il tragitto mi dice che da un po’ di tempo ha questa voglia di provare a fare sesso con un ragazzo, da quando accidentalmente ha aperto un video su internet dove un maturo si scopava un ragazzetto, ma che non ha mai avuto il coraggio di andare avanti e provare a realizzare la sua fantasia anche se, ripensando a me, si e’ finalmente deciso a lasciarsi andare soltanto per capire se tutto questo gli piace e può continuare a praticarlo oppure di lasciar perdere una volta che scoprirà che non e’ un mondo che fa per lui. Io sono molto compiaciuto che mi racconti queste cose e anche fortunato perché ogni volta che lo vedevo accompagnare sua moglie a lezione, desideravo avere quell’uomo dentro il mio letto e dentro di me e tra poco succederà anche se il letto non e’ di certo il mio. Per tutto il tragitto dal locale fino a casa sua, io gli tengo la mano sopra il pacco massaggiandolo e nonostante l’età, non accenna ad ammosciarsi segno che sicuramente trascorrerò una piacevole serata e che, prima di farlo venire, dovrò faticare molto per reggere il suo ritmo.
“Siamo arrivati”, mi fa fermandosi davanti ad una villa antica
“Questa e’ casa tua?”, gli domando sbalordito
“Certo”
“Minchia. La mia famiglia e’ ricca ma la tua in confronto e’ miliardaria”
“Non pensare adesso ai soldi. Andiamo”
Scendiamo dall’auto e ci dirigiamo verso la villa ed entrando, mi ritrovo nel lusso più sfrenato. Quello dello zio Mariano? Non e’ niente in confronto a questo. Mi piace, mi da sicurezza anche se so già che non funzionerà, che non beneficerò mai di tutto quel ben di Dio come fa la moglie.
“Sembra di stare sull’Olimpo”, dichiaro
“Vieni con me, ti farò vedere la folgore di Zeus”, mi dice Antonio prendendomi per la mano e, salendo insieme le scale, ci baciamo
Arrivati davanti alla porta della sua camera da letto, la spalanca trovandomi di fronte ad un letto a baldacchino, un termocamino perennemente acceso e quattro porte, due per ogni bagno e guardaroba maschile e femminile. Antonio si toglie la giacca e ricomincia a baciarmi e le sue mani sono dappertutto lungo il mio corpo mentre io gli accarezzo la schiena fino a scendere verso le sue chiappe per poi passare alla parte davanti, toccando una bella patta gonfia e lunga verso sinistra. Il mio silver daddy inizia a spogliarmi lentamente limonandomi. Mi toglie il maglione e mi lecca i capezzoli, me li strizza e mi ritrovo di nuovo con il cazzo duro rimasto a riposo fino ad adesso per colpa del freddo che fa fuori. Antonio mi lecca l’addome tenendomi per i fianchi, poi mi slaccia la cintura, mi abbassa la lampo facendo cadere i miei pantaloni a terra e mi gira tenendo però ancora il mio culetto ricoperto dai miei boxer iniziando a massaggiarlo e strizzarlo.
“Hai davvero un bellissimo culetto”, si complimenta con me
“Grazie. Ti piace?”, gli chiedo muovendo un po’ il mio sederino
“Chissà quanti cazzi ha preso?”, si chiede continuando a massaggiarmi il culo ma senza liberarlo “di sicuro sono stati tanti. Che fortunati che sono stati”, continua
“Dai, abbassami le mutande e vincerai la lotteria anche tu”
Antonio aderisce il suo bacino contro il mio culetto che può sentire ancora di più la sua bestia intrappolata dentro le sue mutande, una bestia che mi sembra cresciuta ancora di più rispetto a prima. In questa posizione, Antonio mi bacia sul collo mentre con una mano mi tocca il fianco destro e con l’altra mi accarezza il petto e l’addome. Poi mi fa girare e prendendo le mie mani e portandosele all’altezza della camicia, mi intima chiaramente di spogliarlo. Dopo un ordine silenzioso e perentorio, inizio a spogliare Antonio. Già dai primi due bottoni aperti posso intravedere una foresta di peli bianchi solo all’altezza dei pettorali mentre scendendo lungo l’addome ormai libero dalla camicia gettata a terra, il suo ventre si presenta privo di peli ne ha soltanto dall’ombelico in giù. Afferrandomi la testa con una mano, me la porta all’altezza dei capezzoli che comincio a leccare avidamente. Qualche peletto mi finisce in bocca ma non lo sputo, lo mescolo alla saliva che sto usando leccando i suoi muscoli e lo mando giù nel mio stomaco. Continuando a leccare avidamente quel meraviglioso torso di un uomo di quasi 60anni ma dalla virilità impressionante e dal fisico massiccio, scendo lungo l’ombelico e, dopo aver aperto la patta, abbasso l’elastico delle sue mutande trovandomi davanti ad un cazzo di 21cm. Lungo e abbastanza grosso, dalla cappella rosa che fa capolino dal prepuzio il quale ancora la ricoperta marginalmente. Vorrei ficcarmelo in bocca, ma Antonio mi fa alzare e si siede sul letto privandosi di mutande e pantalone. Ha delle cosce che sembrano due colonne ricoperte, come le gambe e parte dei glutei, da una leggera peluria riccia ancora del suo naturale colore, nero. Antonio si toglie anche le scarpe e i calzini e mi fa cenno di avvicinarsi a lui. Secondo voi, io rinuncio ad un invito del genere? Certo che no! Mi incammino verso il mio uomo e mi inginocchio, si prende il cazzo dalla radice con la mano destra facendomi capire che vuole che glielo succhi ed io accontento subito la sua richiesta perché mi abbasso fra le sue gambe e, accarezzandole, mi infilo tutto il suo cazzo nella mia bocca. E’ la prima volta che un uomo gli fa un pompino e nonostante la disinvoltura che ha usato stasera nel locale e poco fa di sotto a casa sua, sembra un po’ impacciato adesso. Vorrebbe che io continuassi, lo capisco dai suoi gemiti, ma quando lo guardo in faccia comprendo che, specchiandosi, quello non e’ l’uomo che vuole vedere ed essere, allora cerco di fargli cambiare il pensiero infilandomi tutti i suoi 21cm in gola raggiungendo l’obiettivo, infatti mi prende per la testa e muove il bacino contro la mia bocca iniziando a scoparsela.
“Hai una bocca fantastica”, mi dice Antonio mentre mi prende per i capelli e muove il suo bacino contro le mie fauci vogliose
“Grazie”, rispondo io con un tono soffocante
Anche se so che ormai non tornerà più indietro, per evitare che il mio nuovo daddy mi tolga il cazzo dalla bocca, inizio a sfoderare tutto il mio repertorio da bocchinara. Dopo avermelo infilato in bocca, lo tolgo constatando che e’ pieno di saliva e pre-sperma gocciolante che io raccolgo nella mia boccuccia e ingoio famelicamente. Poi gli lecco le palle fino a risalire lungo l’asta, gli massaggio la cappella con la lingua e mi infilo di nuovo il suo cazzo in bocca. Vado avanti così per non so quanto tempo fino a quando Antonio mi fa alzare, mi toglie i boxer, ultimo baluardo che lo separa dalla sua felicità, e mi fa mettere a pecorina sul letto. Di sicuro il mio e’ il primo culo maschile che si lavora con la lingua ma di certo non l’unico, così comincia a leccarmi il buchino e a umettarlo con la saliva.
“Vuoi che indossi il preservativo?”, mi domanda
“Preferirei di si”, gli rispondo anche se mi sarei accontento di fare sesso bareback per raccogliere nel mio culetto tutto il suo sperma ma mi accontento ugualmente di riceverlo in bocca
Antonio prende un preservativo dal cassetto e anche un flaconcino di lubrificante. Si siede sul letto, apre il preservativo e lo indossa. Poi mi fa cenno di sedermi su di lui ed io eseguo il suo ordine, gli massaggio il cazzo avvolto nel condom intriso di lubrificante, mi passo la mano sul buchetto per lubrificare la via, anche se non serve per quanto e’ aperta, e lentamente inizio a sedermi su quell’obelisco di carne matura. La sua cappella si fa strada dentro il mio buco che successivamente accoglie anche la sua asta e le mie chiappe si adagiano sulle sue palle.
“Che ne dici? Ne e’ valsa la pena?”, gli domando
“Hai il culetto che sembra burro”, si complimenta con me
“Ti andrebbe di iniziare a scoparmelo?”
“Non vedo l’ora”
Antonio mi prende per le chiappe e inizia a muovere il suo bacino e il suo cazzo verso il mio interno mentre io mi aggrappo ai suoi pettorali grigi. Le sue mani forti accompagnano una scopata che ha sempre desiderato ma che non ha mai potuto portare a terminare. Scopandomi il culo, Antonio ogni tanto mi schiaffeggia le chiappe mentre io, sempre tenendo le mie mani sui suoi muscoli, mi chino davanti a lui e lo bacio. Baciandoci, solleva le gambe puntando i piedi contro il materasso ficcandomi altri centimetri di uccello nel culo e scopandomi mentre io afferro la spalliera del letto e la stringo forte per sedermi ancora di più su quel cazzone sessantenne. Mi guardo all’enorme specchio che e’ sulla destra del letto e vedo un uomo che potrebbe essere già diventato nonno mentre si scopa un ragazzo che, nonostante vada in palestra e abbia modellato il suo corpo da non sembrare più un ragazzino efebico, mostra ancora i segni di una femminilità appena accennata.
“Ti piace il mio culo?”, gli domando
“E’ bellissimo”
“Te la cavi alla…uuuhhh…grande per essere…ooohhh…il primo culo che scopi”
“Il primo culo maschile che scopo. Ho scopato altri culi femminili ma nessuno era così accogliente come il tuo”
Come dargli tolto, ogni volta che ho voglia e non ho nessuno che mi possa infilare un cazzo nel culo, uso i miei dildo e lo capisco da me che il mio culo accoglie benissimo qualsiasi oggetto perché risucchia i miei giocattoli sessuali come un’idrovora. A questo punto, Antonio mi fa scendere da sopra il suo cazzo e mi fa mettere a pecorina
“Scopami come una maiala”, incito Antonio
Il mio scopatore si alza dal letto, viene dietro di me, mi sputa sul buchetto e me lo conficca dentro. Chiavandomi, mi tocca la schiena oppure mi strizza una chiappa mentre io tengo le mie mani poggiate sul letto e la testa mi dondola come conseguenza dei suoi colpi renali massicci. Sento i suoi peli argentati solleticarmi le chiappe che adesso vengono tenute entrambe con le mani grandi di Antonio che non le accarezza con tutta la mano ma mi scopa mentre tiene le mie meline strizzate come quando ci danno un pizzicotto sulle guance come congratulazione. Il mio ciuffo di capelli mi finisce davanti agli occhi e quando lo aggiusto, la mia mano cede per i suoi colpi di bacino ed io finisco con la faccia contro il materasso. Antonio sale con una gamba sul letto continuando a conficcare ogni suoi centimetro nelle mie budella martoriate e che stanno placando la furia che aveva quando ci siamo incontrati, furia accumulata dopo tanti sogni e speranze di potersi chiavare un ragazzo. Con una mano mi masturbo il cazzo che ha provocato una piccola macchia di pre-sperma sul lenzuolo.
“Sei una puttana”, mi apostrofa “guarda come godi sotto i colpi di un cazzo che potrebbe essere quello di tuo nonno”
“Pensa che…aaahhh…mi sono fatto anche…ooohhh…quello”
“Ti sei fatto scopare da tuo nonno? Che troia”
Sollevandomi e poggiando di nuovo le mani sul letto, Antonio mi prende per i capelli per potermi ficcare ancora di più il suo cazzo in profondità. Il mio invece urta con la cappella contro il lenzuolo e questo sfregamento mi provoca una sborrata senza toccarmi. Non potendo toccare il mio cazzo, sento il mio culo stringersi intorno al membro di Antonio che, per non venire subito, mi solleva facendomi aderire al suo petto con la schiena ed accarezzandomi il ventre, mi bacia con la lingua. Inizia a fare caldo nella stanza, sto grondando per colpa di quel termocamino accesso e mentre io sono già venuto, Antonio non accenna a calmarsi. Non so se sia perché vuole dimostrarmi che nonostante la sua età riesce ancora a resistere a lungo oppure sono io che lo eccito così tanto da durare molto, ma non me ne frega niente. Ho piantato nel culo il cazzo di un sessantenne ancora in calore, muscoloso e villoso come piace a me, perché devo farmi tutti questi pensieri? Dopo esserci baciati, Antonio dirige il mio corpo verso il materasso. Mi fa aprire le braccia come una rana mentre esce dal mio culo aperto e me lo lecca. Ci sputa sopra mentre osservo che il preservativo sta quasi uscendo allora mi giro verso di lui.
“Cosa fai troietta?”, mi domanda ma io senza dire una parola mi prendo il suo cazzo in bocca assaporando gli umori del mio culo e gli aggiusto il condom per poi rimettermi nella posizione da rana che mi aveva fatto assumere prima
Antonio mi solleva il culetto e di nuovo prende a scoparmi. Questa volta però non mi infila tutto il suo cazzo nel culo, gli piace giocare infilandomi la cappella per poi toglierla e di nuovo farla entrare. In questo modo non provo dolore anche se ormai non ne provo più però e’ anche vero che non importa come ce l’hai, stretto o a voragine, il dolore si prova lo stesso se chi ti scopa non sa scoparti. Questo gioco dura poco, allora si siede nuovamente sul letto e io mi impalo su quella meraviglia di carne ma questa volta dandogli la schiena. Ho di nuovo il cazzo duro mentre Antonio mi scopa e io con una mano mi masturbo e con l’altra mi appoggio su una sua gamba. Lui invece da dietro gioca con il mio culo come se fosse un tamburo. Me lo schiaffeggia e sento che sta diventando rosso dal bruciore che provo. Salto su quel palo per una cinquina di minuti tenendo una gamba piegata sul materasso e l’altra poggiata a terra.
“Sei veramente una zoccola”
“La tua”, gli rispondo io continuando a segarmi e a saltellare sul suo cazzo
“Mi stai facendo impazzire”, si complica
“Grazie, anche tu…uuuhhh…sei una furia”
“Voglio cambiare posizione”, mi dice uscendo dal mio culo e alzandosi dal letto
Antonio mi prende per le gambe e mi gira facendomi posizionare in maniera supina mentre lui si posiziona in piedi dietro di me e sollevando le mie gambe tenendole per i piedi, mi penetra ancora con il suo enorme cazzo. Posso di nuovo vederlo in faccia mentre mi scopa, posso di nuovo vedere il suo viso fare mille espressioni mentre usa le mani per spostare più indietro le mie gambe e penetrarmi ancora di più con il suo cazzo. Io intanto con una mano mi sego mentre con l’altra gli accarezzo l’addome contratto per i movimenti. E’ un toro scatenato, meglio di qualsiasi giovane ragazzo che io abbia avuto il piacere di incontrare. Antonio mi prende per l’interno coscia e mi monta come una vacca spingendo il suo randello dentro di me fino alle palle, poi rallenta la sua scopata fino a togliere il cazzo dal mio culo, si leva il preservativo e si sdraia sul letto accanto a me osservandomi mentre mi sto segando per poi venire sul mio addome leggermente peloso per la seconda volta. Il mio daddy mi spalma il mio sperma addosso con una delle sue forti mani mentre con un’altra si tocca i suoi 21cm e infine si solleva puntando il suo cazzo verso la mia bocca che si spalanca felice per ricevere il suo sperma maturo. Dei rivoli di sborra mi escono dalla bocca e con le mani mi aiuto a gustarmela ma anche Antonio usa il suo cazzo per rimettere il suo sperma nel luogo che non e’ riuscito a contenerlo tutto per quanto e’ abbondante. Stremato e ansimante, si accascia accanto a me potendo osservare il suo addome che respira affannosamente e i suoi peli neri e bianchi che si muovono ad ogni emissione di aria. Dopo i soliti convenevoli per la buona riuscita della nostra scopata, io e Antonio ci rivestiamo e mi riaccompagna nel locale dove ci siamo conosciuti per poi salutarci e darci appuntamento per un’altra sessione di sesso. Sulla porta del locale ormai quasi vuoto, c’e’ ancora la guardia che attende di poter chiudere le porte e tornarsene a casa. Mi guarda perché ha capito cosa ho fatto ma anche perché l’ho fatto con una persona più grande. Prendo le chiavi della mia macchina e torno a casa dove faccio una doccia. Il giorno successivo, dopo la lezione della moglie di Antonio, faccio di tutto per raccogliere presto le mie cose e poterlo incontrare faccia a faccia in aula e così succede. Di nascosto dalla moglie, riesce a mettermi un biglietto nella tasca con su scritto che vuole incontrarmi ancora e lasciandomi il suo numero di telefono. Iniziamo una relazione proibita, ci vediamo come degli amanti clandestini e un nuovo anno viene salutato con i fuochi di artificio e tanti festeggiamenti. Nel mese di Gennaio, proprio quando doveva nascere il bambino mio e di Sofia, mia sorella Claudia comunica a tutti noi di aspettare un altro figlio da Pedro. I mesi successivi li passo con il cazzone di Antonio nel culo fino a quando nel mese di Aprile conosco una persona molto vicina a lui…

FINE CAPITOLO 19

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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